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Autore: La Evans    11/03/2010    17 recensioni
Rieccomi con una storia stramba,proprio uscita da una mente pazza. Bella è una ragzza di 22 anni,chiusa,fredda,tutto ciò causato da un passato difficile e ora si ritrova a Los Angeles a fare la prostituta. Lei è la preferita,la migliore del gruppo,ma una mattina Dave,l'uomo che loro considerano un padre,ma che in realtà deve controllarle,le comunica che il capo di tutti questi traffici di prostituzione la vuole,pretende di averla. Bella non vuole perchè sa che il capo è un uomo viscido e spietato,ma tremendamente bello,ma non può fare altrimenti. E se questo capo fosse Edward... come la mettiamo? Spero vi piaccia,fatemi sapere voi un bacione TanyaCullen.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  2.Castello

 

POV. Bella

 

Tutti i ricordi,tutti gli oggetti di una nuova vita,tutta quella allegria finta la rinchiudevo dentro una stupida valigia,che mi avrebbe portata verso un nuovo inferno. Non so se la mia vita sia solo un susseguirsi di eventi spiacevoli,infernali e come si dice:la ruota della fortuna continua a girare,ma sembrava che la mia invece non avesse mai iniziato il suo percorso.

A cosa servivano i sentimenti? A cosa serviva un Dio che poi non ti aiutava? La mia mente semplicemente mi dice che niente di tutto ciò esiste veramente,mentre una parte remota del mio cuore mi sussurra che basta continuare a crederci,continuare a essere sé stessi per trovare un compromesso con la vita.

Nessuna foto animava la mia stanza,nessun oggetto futile,solo le cose più essenziali:vestiti,scarpe,pochi gioielli e qualche profumo. Tutto scorreva intorno a me,le persone e le situazione e io come sempre rimanevo immutata.

Tirai la cerniera della valigia e mi rinchiusi nel bagno per prepararmi. Immediatamente. Questo era stato l’ordine e io come sempre dovevo sottostare. Come avrei voluto di nuovo prendere un coltello e pugnalare questa volta la vita stessa,ma lei era più veloce di me e prevedeva ogni mio gesto.

Mi guardai allo specchio e vi vidi solo un corpo inerme e sottomesso. I capelli scendevano a boccoli su quella pelle lattea e gli occhi di fuso cioccolato erano spenti,privati della loro vitalità prima che questa potesse nascere davvero. Quanta sofferenza ancora avrei dovuto sopportare? Quante ancora persone ciniche e fredde avrei dovuto incontrare? Non lo so. Ma una cosa da tutto ciò l’avevo imparata, tutto si ripaga con la stessa moneta. I duri di cuori vengono affrontati solo da altri duri di cuore,sempre che questi ce l’abbiano un cuore.

Il marmo era duro e noi in fondo eravamo fatti della stessa pasta,moralmente. Adesso sono quello che sono e non posso più cambiarlo,posso solo percorrere quel sentiero che mi avevano tracciato stando come sempre zitta e taciturna.

Sospirai,così senza un motivo,forse affranta o forse nostalgica,non ne ero sicura. Aprì l’acqua del box della doccia e mentre l’acqua scendeva per miscelarsi meglio mi denudai.

Quando tutto fu pronto entrai nella doccia e i muscoli fino ad allora ancora tesi iniziarono a rilassarsi. La tensione,la preoccupazione e la rabbia repressa sfumavano via insieme al vapore che nasceva dall’acqua. Una volta che l’acqua iniziò a diventare fredda uscì dal box e mi strinsi in un accappatoio bianco,candido e soffice. Mi asciugai con cura,passai sulla pelle uno strato di borotalco,indossai prima l’intimo e poi gli abiti che avevo scelto,né esagerati, sciatti.

( Qui i vestiti di Bella ->  http://www.polyvore.com/cgi/app ). Entrai nella mia stanza e la guardai un’ultima volta:adesso era più vuota che mai,come il mio cuore,pronto a sopportare una nuova situazione che non  prometteva niente di buono. Sentii bussare alla porta e mormorai atona un “Avanti” stentato. Sulla porta c’era Dave che mi guardava con tristezza e rammarico,nemmeno lui voleva tutto quello ed ero sicura che si dava delle colpe inutili.

-Dave non è colpa tua,davvero,prima o poi doveva succedere e poi sono contenta che sia successo,per lo meno cambio aria- dissi avvicinandomi e toccandogli una spalla con fare consolatrice.

-Non mentire Bella,non ci riesci o per lo meno non con me- mi canzonò li severo ma dolce.

-Andiamo che devo ancora salutare le altre- sviai l’argomenti,gli diedi le valigie,presi un bel respiro e scesi le scale. Arrivata in cucina vidi tutte le mie colleghe indaffarate nei loro hobby e in particolare Angela e Jess che giocavano a scacchi,avrebbero perso una vita intorno a quel gioco.

Mi avvicinai titubante e rassegnata e quando sentirono il rumore dei miei tacchi si girono e sgranarono gli occhi.

-Cosa succede Bella?- domandò preoccupata Angela,a lei non sfuggiva niente.

-Me ne vado- dissi semplicemente.

-Come? Cosa? Quando? Perché?- si agitò Jessica alzando la voce e facendo girare anche le altre che attente ascoltavano il nostro discorso.

-Il capo mi ha scelto,devo andare da lui- spiegai semplicemente,fredda.

Jessica e le altre spalancarono gli occhi :- Oddio! Ma è fantastico!- gridò esultante- so che è un gran pezzo di figo!- ecco! Lei non capiva.

-Non tornerai più vero?- domandò Angela triste,lei invece capiva.

-No- asciutta,essenziale,più di così non mi potevo sbilanciare.

-Questo è un arrivederci Bella,me lo sento- affermò sicura Angela e mi abbracciò e io con delicatezza ricambiai. Vorrei crederci anche io,avrei voluto dirle,ma sapevo che la realtà era più dolorosa e diversa di quanto apparisse.

Mi avvicinai a Dave e annuendo gli annunciai che potevamo andare. Insieme ci avviamo alla limousine,caricò le valigie mentre io salivo nei posti di dietro.

Il motore rombò e la vettura parti,verso una meta che ero certa mi avrebbe riservato molte sorprese.

 

                                                                      *******

Era davvero un castello,di quelli moderni,dove il lusso era da per tutto,una piscina enorme,campi di tennis,basket,pallavolo e golf circondavano l’abitazione. Di certo questo capo non si faceva mancare niente (Qui la foto della casa-> http://www.iolusso.com/wp-content/uploads/2009/05/ville-di-lusso.jpg  ). Non riuscivo a comprendere perché così poche persone avevano bisogno di grandi dimensioni per poi sentirsi soli. Non era la grandezza dei propri beni a rendere grandi le persone,ma quella dell’animo e di certo quello che vedevo mi comunicava che questo messaggio il caro capo non lo condividesse per niente.

L’autista parcheggiò l’auto nel garage e un cameriere venne a prendere le mie valigie,mentre Dave mi scortava nella mia stanza. L’interno di quel castello era magnifico,tutto arredato con un gusto semplice,ma elegante e sofisticato. La casa e tutto il resto era immenso e ci avrei scommesso,mi sarei persa più di una volta. Dave all’improvviso si fermò dinanzi una porta bianca e l’aprì mostrandomi la mia stanza. Era color bianco-panna,proprio come tutta la casa,in stile classico,vi era  addirittura un camino,libreria e un armadio immenso;il letto era grande e dalla vista comodo. (Qui la camera di Bella->http://www.csm.toscana.it/prodotti_foto/f1605-Camera%20da%20letto%20-%20Bedroom.jpg )

-Bella- mi chiamò Dave e io  mi girai a guardarlo.

-Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi- affermò sicuro,ma sapevamo entrambi che non avrebbe potuto fare ugualmente niente.

-Lo so Dave e grazie,davvero- risposi sincera,anche se i sogni non erano di certo realtà.

Chi aveva detto che ogni sogno diventa realtà? Ah si Cenerentola. Le fiabe sono belle,incantevoli,ma si sa le favole rimarranno solo favole;ricordo quanto ci rimasi male nel constatare che ogni singola parola,ogni singola sillaba di quei libri non erano vere e da allora avevo smesso di leggerle,anche se amavo i classici, il mio preferito era “Orgoglio e Pregiudizio” della Austen. I suoi racconti scritti in maniera così fluida,così semplice nello spiegare dei concetti così complicati  la rendeva quasi una creatura immaginaria,difficile da credere che quel ben di Dio l’avesse scritto lei.

-Questa come avrai capito è la tua stanza,il bagno è in camera,la sala pranzo è giù proprio alla fine del corridoio principale,mentre alla fine di questo c’è una grandissima libreria,so che ami leggere e il capo ti ha dato il permesso di accedervi- dichiarò solenne.

Io lo fissai stupita e dubbiosa:- Il capo legge?- un uomo così lurido sapeva anche leggere?

-Lo so che il capo non è il migliore delle persone,ma è un uomo di grande cultura,anche se è molto giovane- rispose mentre si avviava alla porta.

-Perché quanti anni ha?- chiesi curiosa.

-25,ma adesso vado,ci vediamo domani mattina- e così uscì dalla stanza.

Come poteva un ragazzo di soli 25 anni essere così? Gestire cose più grandi di lui,dettare regole che solo un uomo maturo e pazzo sarebbe stato capace di mettere su tutto questo,eppure lui a soli 25 anni si era guadagnato un’intera nazione.

Impiegai un oretta per sistemare le mie cose e ambientarmi nella nuova camera.

All’improvviso sentii bussare alla porta e mi si gelò il sangue nelle vene. Era lui? Stava già reclamando quello che ormai era suo?

-Entra- dissi fredda,ma tutte le mie preoccupazioni sfumarono via quando vidi alla porta una ragazza,anzi una dea,dai lunghi capelli biondi,gli occhi azzurri e un fisico da paura.

-Posso?- chiese cortese e io rilassai i muscoli e sospirai dal sollievo.

-Certo- risposi a tono.

-Piacere io sono Rosalie e sono la tua vicina di camera- mi disse sorridendomi sincera,forse non era tutto negativo in questo posto. Indossava dei vestiti alquanto striminziti,ma se lo poteva permettere.

(Qui i vestiti di Rosalie-> http://www.polyvore.com/cgi/app ).

-Io sono Bella- risposi porgendole la mano che lei prese prontamente per stringere.

-Forse ti sembrerò invadente,ma credevo fosse corretto presentarmi e farti ambientare-.

-Si grazie,sei davvero molto gentile- e lo era davvero.

-Sei anche tu una “sottoposta” del capo?- chiesi adirata e sarcastica e lei capendo il mio umore rise di gusto.

-Non sei felice di stare qui giusto?-.

-Giusto- risposi annuendo.

-Comunque per risponderti alla domanda di prima, no!Non sono una “sottoposta” di Edward-.

-Edward chi?- chiesi sorpresa.

-E’ il nome del capo,non lo sapevi?- domandò scioccata,come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-No- risposi accigliata,Edward,che nome antico e misterioso.

-Scusa per l’invadenza,se non sei una sottoposta di Edward o chi sia,che cosa ci fai qui?- domandai poi ragionando sulle sue parole.

-A quanto vedo non sai niente- e la mia faccia fu più sufficiente di una risposta verbale – comunque il capo principale di tutto ciò è appunto Edward,ma i suoi diciamo “vici” sono Emmett e Alice,suo fratello e sua sorella,io sono una concubina di Emmett,mentre mio fratello Jasper è il gigolò di Alice-.

Oddio ma questa sembrava una soap-opera,davvero! Addirittura anche una donna aveva per sé una schiera di uomini pronti a  servirla.

-Tuo fratello fa il gigolò?- chiesi come se volessi una conferma che tutto ciò fosse vero.

-Esatto- affermò con leggerezza.

-E questo vuol dire che questa Alice ha una schiera di uomini al suo volere?-.

-Ti sembrerà strano,se non impossibile,ma non ce li ha,vuole solo Jasper. Non so perché,ma mi fido di te  e questo che ti dico non devi dirlo a nessuno capito?- e io annuii sicura.

-Loro si amano,ma questo i suoi fratelli non lo sanno e non lo devono sapere,sono altamente gelosi delle loro cose e poi non sopportano tanto Jasper-.

-E perché mai?- domandai stupita.

-Perché sanno che lui per Alice è importante e sono gelosi,fanno di tutto per intralciargli la strada,tanto che gli mandano donne nude in camera e allora Alice quando lo venne a sapere lo portò con sé e adesso lo tiene nella sua stanza- spiegò asciutta. Caspita,che storia interessante.

-E per quanto riguarda noi? Cosa facciamo?- chiesi titubante e leggermente impaurita.

-Edward e Emmett sono due playboy e hanno una trentina di concubine a testa,una a sera,e noi dobbiamo sottostare a tutti i loro ordini,non devi  mai transigere niente,neanche una parola,perché quella qui è legge. Edward ti chiamerà per metterti alla prova e constatare quello che sai fare ,se lo soddisferai rientrerai nelle sue grazie e ti riempirà di regali e lussi,mentre se non sarai appagante ti userà una volta ogni tanto o ti venderà a qualche suo sottoposto o collega.

Per informarti la preferita di Edward è Tanya,una barbie in carne e ossa,interamente rifatta e laccata,è antipatica e ti renderà,lo so,la vita un inferno-.

Quelle informazioni facevano paura,una fottuta paura,invece la barbie neanche un po’.

-Tu come ti trovi con Emmett?- chiesi titubante,sembrava una domanda così assurda.,ma con mia sorpresa sorrise.

-Io mi trovo molto bene con lui,sono quello che Tanya è per Edward,la sua preferita e ogni giorno mi riempe di attenzioni- rispose sincera,ma vidi nei suoi occhi una luce,una strana luce. Scrutandola in maniera più attenta riuscì,molto probabilmente e decodificarlo. Non ci potevo crede,in queste situazioni come si fa a provare una cosa del genere?

-Ne sei innamorata…- pensai mio malgrado ad alta voce,spalancando gli occhi meravigliata e lei abbassò gli occhi timorosa.

-Si- affermò,ma la mia non era mai stata una domanda.

-Come fai ad amare un essere che ti sfrutta e ti considera a pari di un oggetto?- domandai incredula.

-Come si fa sempre,amando una persona per quello che è e non per quello che appare-. Lo difendeva anche? Si poteva difendere un mostro?

-E lui ricambia?- ma dalla sua espressione capì che lui non provava i suoi stessi sentimenti.

-E’ un tipo burlone e nella sua vita non esiste niente di serio-.

Mentre ragionavo ancora scioccata su queste ultime parole una campanella suonò. Alzai un sopracciglio dubbiosa,cosa voleva significare questo?

-E’ la campanella che ci avvisa che la cena è pronta,andiamo?- disse Rosalie aprendo la porta e io annuì poco convinta,ero certa che di stranezze ne dovevo ancora vedere.

Ma prima che potessi uscire dalla stanza Rosalie mi fermò per un braccio e io la guardai dubbiosa e alquanto irritata.

-Ti consiglio di farti vedere dalle altre in maniera fredda,impassibile,acida, lì sono tutte oche e perfide,in particolare Tanya,non ti cederà mai il suo scettro- mi informò sincera,ma io ero diversa da come credeva.

-Non mi interessa lo scettro,non mi interessano le altre,sono qui perché mi è stato imposto non per mia volontà,quello che dovrà succedere succederà,di certo non sarò io ad affrettare le cose- risposi asciutta,ma le feci capire dallo sguardo che la ringraziavo per ogni suo gesto,non immaginavo di trovare della gente simile.

Insieme scendemmo le scale e percorremmo il tragitto che mi avrebbe portato ad un altro inferno.

Quando le porte si spalancarono tutte le ragazze presenti si girarono a guardarmi e io mi irrigidì prendendo una posa fredda. Vi erano una cinquantina di ragazze,provenivano da tutte le parti del mondo,vi erano le asiatiche,russe,polacche,francesi,marocchine;il caro capo e suo fratello si trattavano bene. Un solo ragazzo sedeva su una sedia e di fianco a lui c’erano due sedie vuote. Io e Rosalie ci avviamo verso il ragazzo che intuii fosse sue fratello. Erano identici,anche lui biondo,riccio,occhi azzurri e dal poco che potevo intravedere era messo bene anche fisicamente.

-Jasper questa è la mia nuova amica Bella,la concubina di Edward- disse una volta che fummo sedute al tavolo. Lui mi sorrise grato e mi porse la mano che strinsi prontamente.

-L’ennesima- commentò sarcastico e io ghignai divertita,era simpatico.

-Esatto- risposi a tono. Parlammo ancora per una decina di minuti e mi raccontarono le loro esperienze,scoprii che erano gemelli e che insieme erano scappati dopo la morte dei genitori non sopportando i familiari invadenti e mentre si aggiravano a Los Angeles come dei vagabondi una limousine nera si era fermata dinanzi a loro e dentro c’era Emmett a cui subito era interessato Rose e da allora non l’aveva più lasciata. Jasper conobbe Alice dopo poco tempo e per non separarsi dalla sorella si era offerto come gigolò di chiunque e la cara sorellina di Emmett in quel momento si era presentata e aveva annunciato che sarebbe stato il suo di gigolò. Col tempo si innamorarono e quando i fratelli di quest’ultima avevano iniziato a intromettersi e a mandare donne nude nella stanza di Jasper si era ingelosita e aveva deciso di tenerlo nella sua stanza. Vidi negli occhi di entrambi,quando parlavano dei loro padroni,un immenso amore,così strano,così innaturale e ingiustificabile,ma si sa l’amore è davvero cieco.

Mentre io annuivo attenta alle loro parole e tentavo di stare in silenzio il più possibile per non dover raccontare anche la mia storia,in quell’istante si aprì la porta,anzi venne spalancata. Una ragazza platinata manteneva le ante della porta con autoritarismo,era vestita completamente di rosa acceso,un trucco pesante,le unghie laccate esageratamente e il seno,si vedeva da tre chilometri di distanza,era rifatto;supposi che era Tanya seguita da una schiera di ragazze altrettanto bionde,che si vedeva la lodavano come una dea.

-Ecco la barbie- mi annunciò Rose.

-Rose e Tanya non vanno per niente d’accorso,si odiano,Tanya in particolare perché non può metterle i piedi in testa,l’unico suo vantaggio è che appartiene a Emmett se no le avrebbe soffiato il posto con Edward- mi annunciò Jasper ridacchiando e gli diedi d’accordo,Rose era bella di natura,mentre quest’altra era più finta,appunto,di una barbie.

La vidi dirigersi verso di noi,anzi più precisamente dinanzi a me.

-E così tu saresti la nuova arrivata,io sono Tanya- starnazzò l’oca porgendomi una mano,che ricambiai educatamente,ma dalla sua espressione si vedeva che era contrariata,cosa credeva che mi sarei alzata e inginocchiata dinanzi a lei? Non era mica la regina.

-Sappi che su tutte le suddite di Edward comando io- affermò maligna,sentì che Rosalie stava per rispondere,ma la fermai con un gesto della mano.

-Al massimo qui l’unico che comanda è Edward,tu sei uguale a noi- risposi mesta e fredda.

-Cosa? Lo sai chi sono io?- gridò inviperita,mamma quanto se la tirava!

-Tanya,l’hai detto tu poco fa!- risposi con ovvietà.

-Io sono la preferita del capo- si impuntò lei,ma con me sarebbe servito ben altro.

-E con ciò?- risposi retorica.

-Faccio quello che voglio- si arrabbiò ancora di più.

-Non sta scritto da nessuna parte- dissi a tono.

-Lo dico io-.

-Ma tu non sei nessuno- affermai sicura.

-Nemmeno tu,sei solo una sguattera puttana,la conosco la tua storia,mi sono documentata. Sei una pazza omicida- disse assottigliando gli occhi maligna e accovacciandosi di più verso di me.

A quelle parole scattai,mi alzai e la guardai fredda,impassibile.

-Qui siamo tutte puttane e tu sei la prima in assoluto,sei stata proprio tu a dirlo. Di me non conosci niente,neanche il nome,perciò non sei abilitata a giudicarmi né a dettare leggi inesistenti e con questo buon appetito- le risposi vedendo la servitù portare la cena e riaccomodandomi al mio posto.

Rose e Jasper mi guardarono felici,ammiratori mentre le altre schifate e diffidenti.

Cenammo velocemente e dopo nemmeno la seconda portata mi congedai e salii al piano superiore.

Cosa ne sapevano loro del mio passato? Di quello che avevo passato?

La gente è ipocrita,non sa quello che dice e non dà peso alle proprie parole. I consigli sono sempre accettabili,ma sempre se hanno una logica;poiché fino a quando le emozioni e le esperienze non le si prova sulla propria pelle non si sarà mai in grado di giudicare. Con tutti quei pensieri in mente ricordai un evento alquanto spiacevole:

Avevo all’in circa 11 anni mentre viaggiavo in macchina con quella che avrei dovuto considerare mia madre. Mi voleva far curare,diceva che nell’ultimo periodo ero stranissima e non parlavo per niente,la delusione in quegli anni era ancora viva e intatta.

Mi stava portando da uno psicologo,una persona che credeva che con lo studio si era in grado di studiare i sentimenti e gli stati d’animo di una persona.

Quando arrivammo allo studio Renèe mi strascinò nella stanza sussurrandomi con finto amore che sarebbe ritornata presto,ma dietro quelle parole c’era una chiara minaccia,quella di farle fare una bella figura,avevo già intuito che lo psicologo sarebbe stato la sua prossima preda.

Lo strizzacervelli era un bell’uomo,alto,dai capelli castani scuri,occhi verdi e sulla quarantina. Mi fece sedere su una sedia sperando che io parlassi. Cosa ne poteva mai sapere lui? Cosa credeva di sapere e di concludere? Ero stata trascinata,minacciata e adesso gli avrei dato filo da torcere.

-Allora,Bella,come va?- mi chiese cortese,oh queste cose con me non attaccavano!

Io arcuai un sopracciglio scettica.

-Va bene andiamo avanti,come ti trovi a vivere con tua mamma?- e io continuavo ad avere una faccia scettica e fredda,non mi avrebbe smosso.

-Non mi vuoi proprio parlare?- continuò imperterrito.

-Tua mamma mi ha detto che sei un po’ strana,pazza,che odi tuo padre ed è per questo che non parli-. A quelle parole scattai,mi alzai dalla sedia e buttai per terra tutto quello che mi trovai d’avanti agli occhi.

-Quella donna non è mia madre,lei non capisce niente,io non sono pazza,lei è una puttana e io voglio tornare da mio padre perché è lei che odio- detto ciò scappai e tornai  a casa solo due giorni dopo. Quello che mi disse Renèe? Niente che le davo solo fastidio.

La seconda volta che vi entrai in quella stanza ero piena di lividi e contusioni. Non parlai per tutta la seduta e da allora non vi andai più,poiché mia madre aveva avuto quello che voleva.

Mi ridestai dai miei pensieri e continuai a camminare,ma non avevo voglio di andare in camera mia,così decisi di visitare la libreria.

Quando vi entrai rimasi estasiata,era la più grande che avessi mai visto. Gli scaffali di legno erano inondati di libri,molti nuovi,altri vecchi. L’odore di carta e di inchiostro alleggiava  nella stanza,quel calore e torpore che solo la bellezza di leggere e i libri stessi ti davano c’era nell’aria,in ogni scaffale che ti faceva sentire come sempre a casa tua. Percorrevo i cari libri con la mano,sfiorando il dorso della copertina,così ruvida e piacevole al tocco. Sembrava di essere in estasi,molto meglio di qualsiasi droga,perché quella si prendeva solo il tuo corpo mentre la lettura anche l’anima.

-Ti piace?- mi chiese una voce maledettamente sensuale e io mi girai di scatto.

 

Chi sarà mai? Beh sarete voi a dirmelo.

 Piaciuto il capitolo? A me sinceramente no,così brutto,così sciatto!Mi sto facendo i complessi,ma è quello che penso,ma dovrete giudicarlo voi,perché siete più bravi di me!

Mi serve ancora rinforzo e sostegno per questa storia,sono molto insicura se continuarla a scriverla e la mai carissima Adry,nonché beta della storia,ne sa qualcosa.

Vi consiglio tutte le storia di Adry91( soprattutto l’ultima “Uniti dal Destina” fantastica)

Baby-sitter di volpessa22,magnifica!

RINGRAZIAMENTI:

Ringrazio prima tutti quelli che leggono,poi i 16 che l’hanno messo nei preferito e urlo di tamburo i 40 che l’hanno messa nei seguiti,tra cui mi sono accorta che c’è un ragazzo Marco! Mi sento onorata davvero troppo!! Troppi,troppo e davvero troppi,non merito tutto questo.

Risposte alle recensioni:

X EricaCullen:sorella mia! Mi fa piacere davvero che ti piace,e poi si lo so Flor mi ispira tanto e la cara Gretuccia ci sarà ancora!!ahahaha! Continua a leggere!

X kiki1988:Eccoti il seguito,sperando ti piaccia anche questo! Il tuo sostegno mi aiuto molto,davvero!

X giovi71: Perché il capo la vuole? Beh fra poco lo scoprirai,piano piano! Adesso spero il capitolo ti sia piaciuto! Grazie!

X Isangel:Carissima ma certo che seguo Flor!Anzi lo amo e questo telefilm ha condizionato molto la ff e l farà anche dopo xDxD!!Grazie del sostegno,grazie davvero,continua a leggere!

X frate87: Beh,non lo so se l’abbandono dipende tutto dalle recensione e da cosa ne pensate e il tuo appoggio mi servito molto per postare questo secondo capitolo!

X yle94: Hey cara eccomi!!Contenta? Spero mi faccia sapere se anche questo ti piace! A presto!

X adry91: Carissima,tesoro,sono contenta che ti piace e poi sei una validissima beta,quello che pensi me lo dici praticamente tutti i giorni! Per questo non posso fare altro che mandarti un enorme bacione ( perché non posso ringraziarti xD)

 

Grazie ancora a tutti! Fatemi sapere un bacione TanyaCullen

  
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