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Autore: Salice    12/03/2010    2 recensioni
Kakashi ha una nuova missione: Deve coordinare i maestri dei nuovi gruppi di genin, ma si troverà a fare i conti con una persona che non gradisce affatto la sua presenza, e che arriva diretta dal suo passato, quando ancora era vivo Obito.
(Tratta dal primo capitolo)
Kakashi si svegliò di soprassalto, ansimando. Ci mise qualche istante a identificare, nella luce grigia, la sua stanza. Inspirò profondamente, realizzando che il sole doveva ancora sorgere. Ogni notte sognava una missione del suo vecchio team. Non importava quale fosse, finivano tutte nello stesso identico, orribile modo. Si alzò, mentre il cuore tornava a battere ad un ritmo normale. Anche oggi sarebbe arrivato alla tomba all’alba.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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consigli per la musica di sottofondo:
Romeo and Juliet soundtrack – André Rieu - strumentale

Capitolo 4 – Ferita

Kokoro rientrò di corsa in casa, sbattendosi dietro la porta. Non fece in tempo ad entrare nella sua stanza, che le si parò un’ombra davanti, facendola sussultare.
- Bambina mia, che succede? -
- Nonna! Sei sveglia? – La donna anziana le sorrise dalla penombra.
- Certo che sono sveglia, cara. Sono sempre sveglia quando hai gli incubi. Ti sento parlare e agitarti nel sonno, anche se so che ti trattieni e poi scappi dalla finestra. – Kokoro abbassò lo sguardo. Dunque non era mai riuscita a nascondere niente a sua nonna… Avrebbe dovuto immaginarlo.
- Ho incontrato Kakashi, qui fuori. -
- E cosa ti ha detto, per farti scappare a gambe levate fin dentro casa? – Le chiese dolcemente, allungando una mano rugosa per accarezzarle le guance umide.
- Mi ha detto che è colpa mia se il gruppo non funziona… E che… Non vuole che si ripeta quello che è successo a Obito. Ma io… – L’anziana donna espirò profondamente socchiudendo gli occhi.
- Capisco… Kakashi ha ragione. E’ più saggio di quanto non sembri, anche lui è cresciuto troppo in fretta… Noi adulti vi abbiamo rubato l’infanzia, con quella guerra. -
- Ma nonna… - Kokoro sgranò appena gli occhi castani, puntandoli sulla vecchia Ginko.
- Niente ma! – Fu la risposta severa della donna. – Sono sicura che gli avrai dato una rispostaccia… Oh si, ti conosco, anche se fingo di ignorare i tuoi difetti! – La donna le puntò l’indice contro, proseguendo. - Quindi ora andrai a scusarti con lui e lo inviterai a cena da noi una sera di queste… -
- Non starai dicendo sul serio?? – Inorridì la ragazza, facendo una smorfia. L’ultima cosa che desiderava in quel momento, era rivedere Kakashi, dopo quello che lui le aveva detto… E dopo quello che lei aveva detto a lui. Di invitarlo a cena poi, non se ne parlava proprio.
- Sono serissima… E’ un bravo ragazzo. E poi ricordo ancora come gli stava bene l’uniforme dell’ANBU…-
- Nonna! – Kokoro era stupefatta. Non aveva mai sentito sua nonna fare commenti del genere.
- Ho solo detto la verità, mia cara. E sono sicura che te ne sei accorta anche tu… Su, ora vai a parlare con lui. -


***


Con le parole di Kokoro che gli rimbalzavano nella testa, Kakashi si voltò verso la prima curva del sentiero, che conduceva dolcemente al centro del villaggio.
- Vieni fuori Pakkun. Non vi avevo chiesto di controllare i dintorni? – Un piccolo carlino sbucò da dietro un sasso, e trotterellò dignitosamente verso il ninja.
- Ho controllato e sono tornato appena finito. Non mi avevi chiesto anche questo? – Domandò il cane, con un tono ben poco rispettoso. Kakashi ignorò le parole dell’animale, sperando di chiudere il discorso e fischiando per richiamare a sé il resto del suo piccolo “branco”. Il cane però non sembrava della stessa idea del padrone, e gli saltò agilmente su una spalla, proseguendo a parlare, mentre gli altri animali si raggruppavano alla spicciolata.
- Ma non è quella che ha portato dei fiori per Obito? – Pakkun stava guardando nella direzione in cui era sparita Kokoro.
- Si, li ha portati per lui e per suo padre. -
- Come mai ti scaldi sempre tanto, con quella lì? – Gli domandò oziosamente, in apparenza.
- Forse perché Obito teneva molto a quella bambina. – Rispose l’uomo, distrattamente. Pakkun sbadigliò, guardando verso la casa, voltandosi poi di nuovo verso il ninja.
- A me non sembra una bambina, sai? – Kakashi sospirò di nuovo, voltandosi a sua volta verso la casa.
- Hai visto anche tu la sua reazione. E’ una bambina. -
- A me sembra una ragazza. Una bella ragazza. – L’uomo all’improvviso si trovò a immaginare i grandi occhi castani di Kokoro, che a tratti parevano inghiottire tutto il resto, fissi su di lui in una espressione severa e triste e decise di non rispondere alle provocazioni del cane. Pakkun lo scrutava di sottecchi, e sembrava avesse un’espressione divertita sul muso.


***


Una figura scura si avvicinò alla finestra della stanza di Kakashi, e una mano dalle dita sottili si appoggiò al vetro, iniziando ad esercitare una leggera pressione. Kakashi, sdraiato a letto, era in attesa che gli incubi lo accogliessero, quando udì un lieve scricchiolio. Trattenne il respiro e si concentrò. Qualcuno stava cercando di entrare nella sua stanza! Un altro scricchiolio, poi un passo leggero, di chi sa atterrare da un salto senza far rumore. Fortunatamente non aveva ancora tolto del tutto la tuta, ma si era buttato sul letto togliendosi a malapena i pantaloni e il giubbotto verde, abbandonandoli su una sedia. Fece mentalmente l’elenco delle armi che aveva a portata di mano e si maledisse tra sé e sé. Salvo la sveglia e poco altro non aveva nulla di utile. Avrebbe dovuto fare in modo di ricorrere solo alle tecniche, o trovare un sistema di usare le armi del nemico.
Socchiuse appena l’ occhio, scorgendo abiti completamente neri e una maschera da AMBU. Un traditore? L’ultimo che aveva usato quello stratagemma era stato Kabuto, ma non era il tipo da sfruttare due volte lo stesso trucco. Rilassò i muscoli e forzò il respiro, rendendolo il più regolare possibile, quando un sibilo nell’aria lo avvertì che qualcosa era in arrivo. Il suo corpo addestrato si mosse ancora prima che potesse pensare e quattro shuriken si piantarono in un pezzo di legno, piombato lì con la tecnica della sostituzione. Kakashi si trovava ora dietro l’intruso, leggermente acquattato e pronto a combattere. In pochi istanti realizzò che la persona in questione aveva lunghi capelli, e una corporatura sottile e aggraziata che gli era familiare.
- Ma cos… - Non fece in tempo a terminare la frase. L’intruso si voltò, scostando la maschera da AMBU, posandola sul davanzale e rivelando un volto femminile dai caldi occhi castani.
- Sapevo che non stavi dormendo, Kakashi. – Solo davanti alla sua espressione sbalordita Kokoro si permise un sorrisetto.
- Cosa ci fai qui? – Le chiese l’uomo, rilassandosi ed indietreggiando a chiudere la finestra.
- Ero nervosa. Ho pensato che se ti avessi picchiato, forse mi sarebbe passata. – Kakashi raddrizzò la schiena di scatto, voltandosi verso di lei.
- Stai scherzando? -
- Sì. –
L’uomo rimase per qualche istante interdetto, giusto il tempo che fu necessario alla ragazza per avvicinarsi con passo leggero a lui.
- In realtà… volevo… Vedere con i miei occhi… – Sussurrò, sollevando le dita calde a sfiorare la cicatrice sull’occhio sinistro di Kakashi, che correva dalla fronte alla maschera. Il ninja non si mosse, ma sollevò entrambe le mani, serrandole i polsi prima che lei potesse toccarlo. Una vena pulsava velocemente sulla sua fronte, e lui si impose di mantenere la calma davanti a lei. Così vicina e con gli occhi sgranati, gli sembrava di sprofondare indietro nel tempo, alla notte di quella missione, una delle ultime in cui il suo Team era formato ancora da quattro elementi.
- … Il regalo di Obito. – Terminò lui la frase al suo posto. Lei annuì, con il volto greve. Aveva la pelle rovente. Come sempre. L’abilità degli Hoshino, che permetteva di concentrare il chakra e trasformarlo fino a renderlo come lava bollente e consentendo alla loro pelle di essere sempre calda, pronta a reagire al minimo accenno di impastare il chakra. Lei lo fissava dal basso in alto, senza neanche battere le palpebre. Se non fosse stato per un leggero tremolio delle labbra e per un baluginio degli occhi, sarebbe potuta sembrare di cera.
- Sono qui anche per… Scusarmi con te. Non avrei dovuto dirti quelle parole orribili. Eri più giovane di me quando è successo. E so che ancora non te lo perdoni, altrimenti non ti avrei visto tutti i giorni alla lapide. – Kakashi non rispose, ma le lasciò andare le mani. In quell’istante si trovò a desiderare di essere lasciato solo.
- Sono davvero… - Ricominciò lei; ma lui si girò, dirigendosi verso il letto e sedendosi, ostentando uno sbadiglio da sotto la maschera nera.
- Scuse accettate. Se non hai altro da dirmi, Kokoro, è meglio che tu te ne vada a casa a dormire, è davvero molto tardi. – Lei gli guardò per un istante il corpo fasciato di nero, dopodiché si voltò ed uscì silenziosamente dalla finestra.


***


Quando fu certo che la ragazza si fosse allontanata, Kakashi tornò verso la finestra, scrutando per un lungo istante le luci del villaggio. Mentre osservava i tetti illuminati dalla luna, allungò le mani sul davanzale, incontrando qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Abbassò lo sguardo e si trovò a fissare le orbite vuote della maschera da ANBU di Kokoro, bianca e rossa. La tenne stretta tra le dita qualche istante, aggrottando le sopracciglia. Doveva essere davvero agitata per dimenticarsene così. Dopo un breve istante di riflessione scrollò le spalle. La avrebbe vista comunque il giorno dopo, e in quell’occasione gliel’avrebbe restituita. La posò sul tavolo, e si distese nuovamente sul letto.

***


Kokoro rientrò piano dalla finestra, decisa ad essere il più silenziosa possibile. Una voce calma e tranquilla la colse all’improvviso.
- Allora, Kokoro, com’è andata? – Alla ragazza sfuggì un lamento. Era impossibile evitare sua nonna, soprattutto la sua testardaggine.
- Mi sono scusata nonna. Credo che abbia capito… - Tentò una risposta evasiva, che stranamente sembrò lasciare soddisfatta la vecchia Ginko.
- Bene, sono fiera di te. Ammettere i propri errori è una dote fondamentale per non perdere il rispetto dei propri sottoposti. Forse potrai insegnare a quei ragazzi più di quanto credi. E ora dimmi… - Il sorriso sul volto di sua nonna si fece più ampio, e Kokoro iniziò seriamente a preoccuparsi.
– Lo hai invitato a cena? –
La ninja deglutì.
- Ehm… Si nonna, ma sai com’è… E’ sempre impegnato, era dispiaciuto ma ha dovuto rifiutare… - Sua nonna non mosse un muscolo, ma si limitò a squadrarla da capo a piedi, prima di uscire dalla sua stanza.
- Un vero peccato, lasciatelo dire. -






@ Elos : Ibiki è il mio preferito di queste scene, ed effettivamente credo che se potesse scapperebbe volentieri dai suoi tre genin! Povero Ibiki!
A parte che ogni volta che leggo un capitolo della tua storia mi viene voglia di smettere di pubblicare la mia ma... Vabbè, cerco di non pensarci! XD

Sproloqui dell'Autrice:
Parliamo del titolo di questo capitolo "Ferita" l'ho scelto perché ha un doppio riferimento, sia all'anima di Kokoro, che ancora si porta dietro gli avvenimento del passato (come Kakashi, del resto...) sia riferito alla cicatrice che sta sotto la maschera di Kakashi. E' quindi un titolo che raccoglie entrambi i protagonisti, in questo capitolo un pò malinico e breve.
Piuttosto mi rendo conto che non ho ancora spiegato il titolo di tutta la storia. Non è un granchè, però lì per lì non mi è venuto niente di meglio, ma "Le cicatrici del Cuore" fa riferimento ad entrambi i protagonisti. Siccome Kokoro significa cuore, e mi è impossibile pensare a Kakashi senza pensare alla sua cicatrice, e stiamo parlando di due persone ferite e restie ad innamorarsi, amare e dimostrare i propri sentimenti... Mi era sembrato tutto sommato adatto.

Grazie a tutti i lettori! Ci vediamo la prossima settimana!



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