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Autore: MissClouds___    13/03/2010    0 recensioni
Era come se il sole stesse tramontando, come se il mondo stesse scoppiando. Non riuscivo a vedere nient'altro che una luce assurda, maligna. Il sole non c'era. Dov'era? Dov'era? Mi mancava, capendo che stavo facendo un errore. Dov'era finito? Perchè non mi salvava? Il sole non c'era più. - (Claire Young) Il seguito di Breaking Down, la storia di Claire e Quil, ma anche di Nessie e Jake. Una storia che si basa sul sole, il vero sole.
Genere: Romantico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vampire


« Era come se volessero bruciare anche me »
 



«Toc toc», mormorò una voce soave da dietro la porta della camera degli ospiti di casa Cullen.
«Vieni pure Alice», mormorai, nascondendomi dentro al caldo piumone.
«Buon giorno, dormigliona che non sei altro», trillò aprendo le tende che, come al solito, nascondevano la pioggia. Quel giorno la luce però era particolarmente accesa.
«Che ore sono?».
«Direi le dieci e trentaquattro minuti. E quattordici secondi, e…venti nanosecondi». Rise.
«Ah, ok…Nessie?», mormorai, iniziando ad alzarmi dal letto e andando in bagno, dove Alice mi seguì.
«E’ giù che ti aspetta per fare colazione. E’ leggermente agitata», mi spiegò mentre cercava di sistemare la massa informe che erano i miei capelli.
«Motivo? Durante le vacanze di Pasqua nessuno dovrebbe essere su di giri. E’ controproducente».
«E’ che tra circa un’ora arriveranno i Mille, e un po’ la spaventa vederli dopo tutto questo tempo», mi rispose.
Mi sottrassi dalle sue mani, e mi lavai faccia, denti e legai i capelli in una coda.
Non felice, li lasciai sciolti, e andai a vestirmi.
Dopodiché, mentre Alice mi seguiva dappertutto a mo’ di cane, scesi la lunga scalinata e andai in cucina, dove seduta all’isola, mi aspettava una Renesmee ansiosa che stava masticando nervosamente una povera brioche.
«’Gionno», dissi a lei e a sua madre, Bella Cullen, che stava sfornando dolcetti ad una velocità incredibile. Bella era un ottima cuoca, anche se non le serviva a niente, visto che la figlia poteva benissimo cibarsi di sangue. Ma, per fortuna, Nenè preferiva cibo umano.
«Claire, dici che saranno buoni con me? Mi riconosceranno? Mi odieranno? Oddio oddio mi serve un calmante», borbottava la mia amica tra un morso e un altro.
Io afferrai un bombolone e le risposi. «Nessie, se non ti calmi va a finire che ti mangi la lingua con quella croissant».
Bella rise e Renesmee la fulminò con lo sguardo, ma questa non ci fece caso.
«Ah, notizie da Emily e dai tuoi».
Sbuffai. «Dimmi: di quale morte morirò?».
«Tragica. Troppo, per i miei gusti. Emily, infuriata e non sapendo cosa fare, ha chiamato tua madre…».
«Oddio. Ora mi mangia», la interruppi.
«…e lei le ha detto che puoi restare qua fin quando non torna, cioè più tardi del previsto, considerando che secondo Alice sulle Filippine si sta per abbattere un ondata di maltempo che non durerà meno di una settimana», finì lei, mordendo un dolcetto alla Nutella. «Va a finire che diventerò enorme se continuo così», borbottò aggiungendo.
«Beh, almeno resto qua e mia zia/demonio/baby-sitter non dovrà rompere», le dissi baciandole una guancia e sorseggiando il mio cappuccino.
Rosalie entrò nella stanza e ci sorrise.
«Miei dolci bon-bon! Come vi va la vita?», scampanellò allegra.
«Perchè sei così di buon umore stamattina, Rose?», chiese Bella mentre imburrava una teglia.
«Arrivano visite! Che bello, era davvero troppo tempo che non vedevamo volti nuovi», esclamò, e poi, pimpante com’era arrivata, se ne andò.
Al suo posto, venne a darci buone notizie Alice con Jasper, mano nella mano, entrambi vestiti di blu, come Bella. Si erano messi tutti d’accordo?
«Stanno arrivando. I primi sono quelli di Denali e il clan irlandese, che saranno qui tra dieci minuti, quindi hop, hop! Tutti fuori!», strillò Alice, come se nessuno potesse sentirla. Inutile.
«Dai, andiamo. Ti divertirai, Claire!», m’incitò Nenè prendendomi per mano, e portandomi nell’enorme atrio. Ecco Renesmee Cullen: un momento prima ti piangeva addosso, uno dopo sorrideva come se avesse avuto una paralisi facciale.
«Oh si. Certo», dissi meccanicamente, e la seguii, non potendo oppormi.
Nel candido salotto c’erano tutti i Cullen: Emmett, che mi faceva un ghigno che doveva essere un sorriso; Rosalie, che sprizzava felicità da tutti i pori, intrappolata nel suo vestito blu elettrico che evidenziava le sue forme; Esme, che indossava una candida camicetta d’organza e dei pantaloni bianchi, e teneva i capelli color caramello legati in una coda laterale; Carlisle aveva addosso una polo bianca e dei jeans scuri, e i suoi capelli di miele splendevano sotto il neon della lampada; Edward e Bella, abbracciati, erano entrambi vestiti di blu chiaro e le loro fedi nuziali rilucevano, unico gioiello che portavano; e poi c’erano Jasper ed Alice, i più vicini a noi, che fissavano intensamente la porta, come se sperassero che con la sola forza dello sguardo questa si potesse aprire.
Beh, forse loro ci riuscivano.
Io e Nessie ci accomodammo sui primi scalini della ampia gradinata, e aspettammo con calma.
Un silenzio irreale piombò nella stanza, un silenzio così fitto che mi fischiavano le orecchie.
Dlin Dlon.
Io e Nenè sobbalzammo, mentre Carlisle andò ad aprire.
Non lo avesse mai fatto!
Sette splendidi vampiri entarono in un istante e ci squadrarono con occhi dorati e, cosa nuova per me, altri rossi.
«Bentornati, fratelli!», li salutò Carlisle allegro, e tutti loro sorrisero.
«Oh, Carlisle, che bello rivederti!», disse una vampira dagli occhi dorati e dai capelli in tinta fragola.
«E’ un piacere anche per me, Tanya. Ne è passato di tempo. Condoglianze ancora per Irina».
«E’ sempre un dolore quando una sorella se ne va. Ma bisogna saper avanti», parlò stavolta un’altra vampira, somigliante alla prima, con lunghi capelli biondi.
«Parole sante, Kate».
«Chi sono?», sussurrai all’orecchio di Renesmee.
Ripeto: non lo avessi mai fatto!
Gli occhi di tutti i nuovi vampiri furono immediatamente su di me, e io arrossii ardentemente, dimenticando che un semplice fiottolo di sangue alle guance poteva costarmi la vita.
«E questa? Edward, un’umana sola non ti bastava?», rise con voce acuta Tanya, avvicinandosi a me. Si voltò verso Nessie, sorridendole.
«Ciao piccola. Come sei cresciuta, Renesmee. Ne è passato di tempo, eh? Chi è lei?», la salutò, prima di sfiornarmi il volto. Mi si gelò il sangue nelle vene.
«Tanya, lei è una mia amica, sa tutto di noi, e di voi, e se le fai del male mi sa che avrai come minimo una decina di lupi pronti a sbranarti», spiegò Renesmee toccandole il volto, e rapendole lo sguardo.
Dopo qualche secondo, Nenè tolse la mano dalla sua candida guancia, e Tanya tornò alla normalità, abbozzando un sorriso.
«Ah, beh, nessuno voleva farle del male, mia cara. Ero solo curiosa», fece spallucce lei, e poi invitò gli altri a presentarsi a me.
Così conobbi Tanya Fragola, Kate Miss Ghiacciolo, Eleazar Vampiro Moro, Carmen La Spagnola e Garrett Rivoluzionario.
E questo era il clan di Denali. E poi c’era quello irlandese.
C’era Maggie Capelli Rossi, Siobhan Donna Gigante e Liam Omino Troppo Serio. Siobhan e Liam erano molto silenziosi e tranquilli, taciturni, mentre Maggie era spumeggiante e io e Nessie facemmo subito amicizia con lei: la incuriosivo assai, perché non aveva mai visto un umana vivere in mezzo a vampiri – non aveva conosciuto Bella quand’era umana –, e anche dopo aver sentito la storia dell’imprinting, non riusciva a capacitarsene. Ero così interessante?
Poco dopo l’arrivo dei due clan, arrivarono i nomadi americani e il clan delle amazzoni.
Tra i primi c’erano Mary Bella, Randall Tipo Normale, Peter e Charlotte Ragazzi Carini, e una certa Mersille, a cui avevo dato il soprannome di Crystalline, per il colore dei suoi occhi: un azzurro accecante, che nessuno riusciva a capire.
I secondi erano tre ragazze a cui sembrava che avessero tirato le ossa, sembravano delle gatte da come si muovevano. Si chiamavano Kachiri, Senna e Zafrina, e quest’ultima aveva il favoloso potere di far vedere alla gente cose fantastiche con la sola forza del pensiero. Fu così che vidi Nessie da piccolina: era semplicemente adorabile.
«Ora credo che non debba venire più nessuno», disse Alice verso le tre del pomeriggio, mentre il mio stomaco brontolava.
«Speriamo. Anche perché io non ne posso già più…», mormorai seduta sul divano, finalmente sola con Nenè, Alice e Rose. Ero distrutta.
«Si, gli altri arriveranno domani. Hai voglia di una pizza?», mi chiese Nessie, leccandosi le labbra.
Poi, all’improvviso, come il battito di un ciglio, qualcuno bussò alla porta.
In un istante, Rose era già lì che apriva la porta, mentre Edward, che fino ad un momento prima suonava beato, stava accovacciato di fronte a Renesmee e ringhiava, possessivo.
Sgranando gli occhi, vidi le figure che stavano entrando.
Indossavano tutti vestiti neri, moderni ma con motivi antichi, e camminavano con una grazia inaudita, persino maggiore di quella di Alice. Mi ricordavano tanto Felix e Renata, i due volturi che avevano deciso di cambiar vita diventando nomadi.
Uno aveva i capelli biondo chiaro, grigi forse, belli come quelli di Tanya, opachi come i suoi, e mi fissava con i suoi occhi rosso scuro, che sembravano volessero risucchiarmi. Aveva sete. Mi paralizzai al pensiero che volessero me, come merenda.
Un altro aveva capelli neri, ebano puro, e mi sorrideva, mostrando i denti affilati e pungenti. M’impegnai con tutte le mie forze per non urlare, ma non riuscii a trattenermi. Per fortuna dalle mie labbra uscii solo un gemito sommesso.
Per la prima volta nella mia vita, ebbi paura dei vampiri. Li avevo sempre considerati angeli, Dei scesi in terra, colpiti da una terribile malattia che li faceva pagare per quella bellezza assurda. Poche volte avevo pensato che potesssero essere demoni, creature pericolose, e questo perché accanto a me avevo sempre avuto persone che mi volevano bene, che non mi avrebbero mai fatto del male.
Nel terrore per gli occhi di sangue dei due vampiri, pensai a Quil. Quil c’era sempre stato quando avevo avuto paura di qualcosa, mi aveva sempre protetto. E ora? Ora che mi serviva? Dov’era? Quil dov’era?
«Voi», sputò sprezzante Rosalie, ringhiando. Intanto tutto il clan dei Cullen si era riunito accanto o dietro di noi, seguito da quello di Denali, da quello irlandese e dai nomadi. Gli ospiti mormoravano veloci, anche loro preoccupati.
«Chi vi ha chiamato?», disse Carlisle, avvicinandosi ai due vampiri antichi.
Quello con i capelli neri rise. Un brivido percorse la mia schiena. «Oh, Carlisle, dovresti saperlo oramai. Noi non veniamo chiamati, noi seguiamo la folla. E abbiamo saputo che c’era una rimpatriata».
«Benvenuti, allora», mormorò Edward tra i denti, ancora messo in posizione di attacco di fronte a Nessie, a cui si era aggiunta anche Bella. La mia migliore amica mi teneva stretta la mano, mentre io rimanevo immobile, seduta sul bianco divano.
«Edward», lo notò il biondo. Lui ringhiò. «Vedo che abbiamo un pasto a dir poco gustoso. Cos’è, abbiamo sviluppato una dipendenza per la compagnia degli umani?».
I due vampiri risero, tetri. La pelle d’oca si espanse dalle braccia a tutto il corpo. Il mio cuore batteva più forte che mai. Aiuto, Quil.
Una vocina risuonò risoluta tra quei rumori melodici e scuri. «Voi di umani vi cibate, noi preferiamo sentire cos’hanno nel cuore, invece che strapparlo e poi mangiarlo», disse Renesmee coraggiosa, ma sentivo che tremava dal contatto che aveva con la mia mano inerte. La testa iniziò a girarmi. Strappare e mangiare cuori? Mio Dio.
Una breve immagine occupò la mia mente, trasmessa da Renesmee. Erano questi due individui spaventosi, nella stessa stanza in cui mi trovavo. Il biondo si chiamava Vladimir, il moro Stefan. Erano rumeni. La foto doveva essere della Grande Battaglia.
«Edward, Bella, dovreste insegnare l’educazione alla vostra creatura. Prendete esempio dal nostro Jamie», disse Stefan, e con un cenno fece entrare un terzo vampiro tra mormorio e stupore comune.
Era giovane, alto, magro e pallido, sembrava fatto di marmo. La sua pelle era profumato zucchero, sottile e fragile. I folti capelli color cioccolato se ne stavano spettinati, sopra allo stupendo viso che si ritrovava. Due labbra pallide e perfette erano tese, dritte come un righello, e piene. Squisito. Un naso perfetto fiatava l’aria dolce che c’era in giro, e il suo abile cervello registrava, computer fine e, se si può dire, umano.
Occhiaie nere e viola segnavano i suoi occhi, che erano polo della mia attenzione. Rossi, cremisi, bruciavano come il sole a mezzogiorno, crudeli papaveri, e mi scrutavano curiosi. Era come se volessero bruciare anche me.
«Ciao, Claire Young», mi salutò Jamie, impassibile, con una faccia da poker e una voce che pareva una melodia incredibile, spettacolare, geniale.
Le poche forze che mi erano rimaste furono inghiottite da quel suono – o dal fuoco? –, e inaspettatamente mi sentii venir meno. Le palpebre cedettero lentamente, appesantite da tutta quella bellezza palpitante e…insopportabile, incoraggiate dal terrore impossibile che avevo dentro.
«Claire! Claire!», sentii la voce chiamarmi, ma non potevo rispondere.
Non trovavo più la bocca.
Perché ci aveva messo così tanto? Stupido ritardatario. Ora dovevo andare a nanna, da brava bambina. Non avrei potuto parlare con lui. Uffa. Ero davvero arrabbiata.
Buonanotte Quil.










Ecco a voi il secondo capitolo! Che ve ne pare? Devo dire che adoro Jamie, sono pazza di questo mostricciattolo-distruggi-sedie (capirete poi…*.*)!
Poi trovo che Nessie sia leggermente catastrofica…lei? Cicciona? Buahahahahahahahah che non offenda quelle vere (cioè me ]= che tristezza)…
Bells è una psicopatica con i suoi biscotti…è assolutamente OOC, ossì! Ditemi voi se vi sembra normale una che non fa altro che cucinare dalla mattina alla sera! Povero Ed, sarà rimasto in bianco per chissà quanto tempo *___* questa fan-fiction dovrebbe diventare rossa anche solo per quello che ho pensato xD
Alice invece è una despota, mentre segue Clè nella prima parte. Praticamente assurdo, non si vede quasi Jasper, uno dei miei personaggi preferiti. O.o devo recuperare!
Uhm…anche di Esme e Carlisle non se ne parla molto. Peccato.
Ok, io adoro Vladimir e Stefan! Sono sadica e voi non sapete quanto ho riso in BD quando Bella non voleva lasciare Nessie da sola con loro due…x.x mama povera Nenè…
Beh, ora vado. Devo riuscire a fare il terzo capitolo, ma non ho molte idee decenti da partorire xD idee, idee, idee! Venite a me! Dite che c’è la faccio? Consigli?
News: La signorina qui presente ha appena divorziato dal Marito Sexy (*__*), ha la voce da trans (causa tosse), ha le dita congelate, sta ascoltando “Il Mago Pancione” (…), continua a cercare di toccarsi la punta del naso con la lingua. Sempre senza successo.
Ed è senza ragazzo.

Bacini baciò, vostra Miss

Rispondo a _senza nome_: oddio oddio oddio! Si, ti sposo! Anzi, già TI AMOOOOO ù.ù una fan di leah finalmente...odio emily e anche la mia clè...LEI HA CAPITO TUTTO...io sono di Reggio Emilia, una cittadina di merda...TU? dai che magari ci troviamo insieme...*incrocia le dita*

ossì. La conquista del mondo? Ci sto! Impossessiamoci delle fabbriche della ferrero (italiano più ricco del mondo) e facciamo piovere kinder bueno sul mondo! Così li incantiamo mentre loro se ne stanno lì a bocca aperta, e noi controlliamo il loro cervellino bacato. *____* lasciami perdere, và...

  
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