Buio.
Buio.
Buio.
Luce.
Luce.
Troppa Luce.
Socchiuse gli occhi per abituarsi a quel sole dopo tanta oscurità.
- Salve... - sentì una voce da bambina, ma troppo fredda per esserlo davvero...
Davanti a lei comparve una figura minuta, con un kimono azzurro come i capelli, tanto chiaro da sembrare bianco, e uno specchio tra le mani.
I tratti del viso erano dolci e armoniosi mentre gli occhi chiarissimi la fissavano come a rassicurarla.
- ...chi sei? - riuscì ad articolare dopo interi minuti.
La bambina sorrise prima di risponderle.
- Sono Kanna... la maggiore dei miei fratelli...i quarreo spiriti della Sfera -
Come una tempesta tutti i suoi ricordi, ancora assopiti, la investirono
- Io...io...s-sono...morta! -
La bambina continuò a sorridere annuendo più volte.
- E allora...cosa ci faccio qui? Dovrei...dovrei essere in paradiso...o...o...all'inferno! -
- Ti ricordi come sei morta? - chiese lo spirito come se lei non avesse neanche parlato.
- ...Si - mormorò sentndo gli occhi inumidirsi.
Lo spirito-bambina chinò la testa di lato.
- Sai...a molte donne tocca la tua stessa sorte!...Ma quando questo succede loro non fanno altro che pretendere la vita! "Non voglio morire!", "Voglio vivere!", "Vi prego, Kami!" Urlano fino allo sfinimento!...Ma...tu...-
Le si avvicinò scrutandola - Tu...hai chiesto tuo figlio!...hai accettato di morire in questa giovane età...ma, volevi tuo figlio...vuoi tuo figlio! -
- Vorrei vederlo...anche solo per una volta stringerlo tra le braccia! - ammise con le lacrime che continuavano a scendere.
La bimba sospirò.
- Io e i miei fratelli...abbiamo deciso di esaudire questo tuo desiderio! -
Sgranò gli occhi.
- ...cosa!? -
- Avrai lo stesso corpo e la stessa mente, sarai come sei....ma stà attenta a questo: Non sarai Kagome Higurashi di ora! Non avrai lo stesso cuore! Anche se manterrai i ricordi della tua vita passata per trovare tuo figlio...non sarai sua madre!Sua madre è morta! -
Kagome annuì - Mi porterai da lui? - chiese ansiosa.
- No...questo non posso farlo...sarai tu a trovarlo Kagome, ma ricordati che non potrai tornare dai tuoi cari...perchè non sono più tuoi! Sono sconosciuti!...hai capito, Kagome? -
Lei sorrise, decisa.
- SI! -
- Inuyasha! Comportati da uomo una buona volta! Lo sai che...-
-...Che con il mio comportamento da bambino sto disonorando al famiglia, lo sò papà! Me lo ripeti ogni giorno! - lo interruppe scocciato il ragazzo.
- Giovanotto! Non parlarmi con quel tono, chiaro?! - profuse duro l'uomo.
Inuyasha sbuffò.
- Tornatene a casa, mezzodemone! Oggi hai fatto già abbastanza! - disse glaciale il demone appena entrato nel grande salotto.
- Finalmente! - esclamò l'interpellato alzando le braccia al cielo.
Uscì dalla grande villa e si diresse subito verso la città con la sua macchina.
Lo odiava!
Odiava quando tutti gli ripetevano fino allo sfinimento che doveva imitare suo fratello!
Sesshomaru qua, Sesshomaru là !
Lui non era come suo fratello!
Sesshomaru era un demone!
Mentre lui...lui era un disgustoso mezzodemone!
Accellerò e strinse il volante fino a far devantare le nocche bianche.
Lo odiava!
Odiava tutto e tutti!
E odiava soprattutto se stesso! Per essere così dannatamente debole!
La sua vita era un inferno.
Era nato in un inferno e sarebbe morto in un inferno.
Niente avrebbe potuto migliorare la sua esistenza da schifo!
Si tirò a sedere con uno scatto.
Un sogno.
Sorrise.
Solo un orribile sogno.
Era ancora in ospedale.
Presto sarebbero entrati suo marito e Sesshomaru pe vedere come stava il bambino.
Si posò una mano sulla pancia e sentirla piatta le fece crollare il mondo addosso.
"Bhè...forse ho già partorito ed è andato tutto bene" tentò di rassicurarsi.
Scoprì la pancia in cerca della cicatrice del cesario.
Niente.
Le lacrime iniziarono a scendere silenziose.
Non era un sogno.
Sentì la porta aprirsi e poco dopo un infermiera fece il suo ingresso.
- Oh buon giorno! Lo sò che è sotto schok, dopo un incidente molti hanno la sua stessa reazione! - la donna sorrise.
- I suoi vestiti e la sua borsa sono lì sulla sedia! Fra una mezzoretta arriverà una dottoressa per visitarla, lei intanto, si riposi - Sorrise ancora prima di uscire.
Dopo dieci minuti buoni in cui Kagome cercò di assimilare la notizia del suo presunto incidente, il cellulare nella borsa prese a squillare.
Lo prese leggendo sul display: "MAMMA"
Alzò un sopracciglio.
Lei e sua madre avevano rotto i contatti quando quest'ultima si rifiutò di accettare il suo matrimonio con un demone e loro figlio.
- Pronto? -
- Oh bambina mia!! Per fortuna stai bene! Cavolo ero così preoccupata.-
Kagome spalancò la bocca a quella voce.
- N-Nora?! - balbettò
- Si tesoro, sono la mamma! Mi dispiace per non averti raggiunta -
Non riusciva a crederci!
Nora, quando lei era sparita insieme a suo marito, era la ragazza di suo fratello Sota, l'unico con cui aveva mantenuto i rapporti per alcuni mesi.
- Kagome? Tesoro, ci sei?! -
- Emh, si...mamma! Scusa sono ancora un pò stordita -
- ...OK. Allora ti chiamo dopo, mh? Ciao, amore -
- Ciao! - riattaccò fissando il vuoto.
Era...era la reincarnazione di sua ZIA! Cioè...si era reincarnata in sua...nipote!
- Oddio! - sussurrò
Aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno con cui si sentiva sicura.
Le balenò in mente l'immagine del suo ormai ex-marito.
Se la ricordava alla perfezione la prima volta che lo aveva visto. Lei era con delle sue amiche fuori dal cancello della scuola e lui parlava con il preside per iscrivere suo figlio.
Un uomo. Un demone. Doveva avere 30'anni, ma era stupendo. Alto, capelli argentati tenuti in una coda e i suoi occhi quasi bianchi...quegli occhi che l'avevano rapita sin dal primo instante
Se la ricordava vagamente la sensazione che aveva provato.
Ora, a ripensarlo, la pareva uno sconosciuto. Proprio come aveva detto Kanna.
Guardò la data sul cellulare.
...Vent'anni?! Possibile? Erano passati esattamente ventun'anni dalla sua morte....
....Suo figlio era un uomo ormai.