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Autore: coco_    14/03/2010    2 recensioni
Si spostò per far passare due ragazze e il suo sguardo si posò su un tavolino posto un pò in disparte. C'era seduto un ragazzo che sgranocchiava patatine mentre leggeva un libro. Capelli argentati ,due orecchie bianche sulla testa e un fisico asciutto... Si morse il labbro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buio.

Buio.

Buio.

Luce.

Luce.

Troppa Luce.

Socchiuse gli occhi per abituarsi a quel sole dopo tanta oscurità.

- Salve... - sentì una voce da bambina, ma troppo fredda per esserlo davvero...

Davanti a lei comparve una figura minuta, con un kimono azzurro come i capelli, tanto chiaro da sembrare bianco, e uno specchio tra le mani.

I tratti del viso erano dolci e armoniosi mentre gli occhi chiarissimi la fissavano come a rassicurarla.

- ...chi sei? - riuscì ad articolare dopo interi minuti.

La bambina sorrise prima di risponderle.

- Sono Kanna... la maggiore dei miei fratelli...i quarreo spiriti della Sfera -

Come una tempesta   tutti i suoi ricordi, ancora assopiti, la investirono

- Io...io...s-sono...morta! -

La bambina continuò a sorridere annuendo più volte.

- E allora...cosa ci faccio qui? Dovrei...dovrei essere in paradiso...o...o...all'inferno! -

- Ti ricordi come sei morta? - chiese lo spirito come se lei non avesse neanche parlato.

- ...Si - mormorò sentndo gli occhi inumidirsi.

Lo spirito-bambina chinò la testa di lato.

- Sai...a molte donne tocca la tua stessa sorte!...Ma quando questo succede loro non fanno altro che pretendere la vita! "Non voglio morire!", "Voglio vivere!", "Vi prego, Kami!" Urlano fino allo sfinimento!...Ma...tu...-

Le si avvicinò scrutandola    - Tu...hai chiesto tuo figlio!...hai accettato di morire in questa giovane età...ma, volevi tuo figlio...vuoi tuo figlio! -

- Vorrei vederlo...anche solo per una volta stringerlo tra le braccia! - ammise con le lacrime che continuavano a scendere.

La bimba sospirò.

- Io e i miei fratelli...abbiamo deciso di esaudire questo tuo desiderio! -

Sgranò gli occhi.

- ...cosa!? -

- Avrai lo stesso corpo e la stessa mente, sarai come sei....ma stà attenta a questo: Non sarai Kagome Higurashi di ora! Non avrai lo stesso cuore! Anche se manterrai i ricordi della tua vita passata per trovare tuo figlio...non sarai sua madre!Sua madre è morta! -

Kagome annuì  - Mi porterai da lui? - chiese ansiosa.

- No...questo non posso farlo...sarai tu a trovarlo Kagome, ma ricordati che non potrai tornare dai tuoi cari...perchè non sono più tuoi! Sono sconosciuti!...hai capito, Kagome? -

Lei sorrise, decisa.

- SI! -













- Inuyasha! Comportati da uomo una buona volta! Lo sai che...-

-...Che con il mio comportamento da bambino sto disonorando al famiglia, lo sò papà! Me lo ripeti ogni giorno! - lo interruppe scocciato il ragazzo.

- Giovanotto! Non parlarmi con quel tono, chiaro?! - profuse duro l'uomo.

Inuyasha sbuffò.

- Tornatene a casa, mezzodemone! Oggi hai fatto già abbastanza! - disse glaciale il demone appena entrato nel grande salotto.

- Finalmente! - esclamò l'interpellato alzando le braccia al cielo.

Uscì dalla grande villa e si diresse subito verso la città con la sua macchina.

Lo odiava!

Odiava quando tutti gli ripetevano fino allo sfinimento che doveva imitare suo fratello!

Sesshomaru qua, Sesshomaru là !

Lui non era come suo fratello!

Sesshomaru era un demone!

Mentre lui...lui era un disgustoso mezzodemone!

Accellerò e strinse il volante fino a far devantare le nocche bianche.

Lo odiava!

Odiava tutto e tutti!

E odiava soprattutto se stesso! Per essere così dannatamente debole!

La sua vita era un inferno.

Era nato in un inferno e sarebbe morto in un inferno.

Niente avrebbe potuto migliorare la sua esistenza da schifo!













Si tirò a sedere con uno scatto.

Un sogno.

Sorrise.

Solo un orribile sogno.

Era ancora in ospedale.

Presto sarebbero entrati suo marito e Sesshomaru pe vedere come stava il bambino.

Si posò una mano sulla pancia e sentirla piatta le fece crollare il mondo addosso.

"Bhè...forse ho già partorito ed è andato tutto bene" tentò di rassicurarsi. 

Scoprì la pancia in cerca della cicatrice del cesario.

Niente.

Le lacrime iniziarono a scendere silenziose.

Non era un sogno.

Sentì la porta aprirsi e poco dopo un infermiera fece il suo ingresso.

- Oh buon giorno! Lo sò che è sotto schok, dopo un incidente molti hanno la sua stessa reazione! - la donna sorrise.

- I suoi vestiti e la sua borsa sono lì sulla sedia! Fra una mezzoretta arriverà una dottoressa per visitarla, lei intanto, si riposi -  Sorrise ancora prima di uscire.

Dopo dieci minuti buoni in cui Kagome cercò di assimilare la notizia del suo presunto incidente, il cellulare nella borsa prese a squillare.

Lo prese leggendo  sul display:  "MAMMA"

Alzò un sopracciglio.

Lei e sua madre avevano rotto i contatti quando quest'ultima si rifiutò di accettare il suo matrimonio con un demone e loro figlio.

- Pronto? -

- Oh bambina mia!! Per fortuna stai bene! Cavolo ero così preoccupata.-

Kagome spalancò la bocca a quella voce.

- N-Nora?! - balbettò

- Si tesoro, sono la mamma! Mi dispiace per non averti raggiunta -

Non riusciva a crederci!

Nora, quando lei era sparita insieme a suo marito, era la ragazza di suo fratello Sota, l'unico con cui aveva mantenuto i rapporti per alcuni mesi.

- Kagome? Tesoro, ci sei?! -

- Emh, si...mamma! Scusa sono ancora un pò stordita -

- ...OK. Allora ti chiamo dopo, mh? Ciao, amore -

- Ciao! - riattaccò fissando il vuoto.

Era...era la reincarnazione di sua ZIA!  Cioè...si era reincarnata in sua...nipote!

- Oddio! - sussurrò

Aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno con cui si sentiva sicura.

Le balenò in mente l'immagine del suo ormai ex-marito.

Se la ricordava alla perfezione la prima volta che lo aveva visto. Lei era con delle sue amiche  fuori dal cancello della scuola e lui  parlava con il preside per iscrivere suo figlio.

Un uomo. Un demone.  Doveva avere 30'anni, ma era stupendo. Alto, capelli argentati tenuti in una coda e i suoi occhi quasi bianchi...quegli occhi che l'avevano rapita sin dal primo instante

Se la ricordava vagamente la sensazione che aveva provato.

Ora, a ripensarlo, la pareva uno sconosciuto. Proprio come aveva detto Kanna.

Guardò la data sul cellulare.

...Vent'anni?! Possibile? Erano passati esattamente ventun'anni dalla sua morte....

....Suo figlio era un uomo ormai.



  
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