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Autore: lalla86    15/03/2010    0 recensioni
- "Adrien..so che ci sei."
E' poco più di un sussurro, ma il mio corpo rabbrividisce con violenza al suono della sua voce
- "No, stasera no, Julian" - bisbiglio
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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= Broken Wings =










Il vento della sera sfila leggero tra le tende della finestra spalancata sulla metropoli dormiente. Con il suo tocco lieve, accarezza nel silenzio ogni angolo della stanza, ogni mobile, ogni oggetto. Si sofferma per pochi istanti su una foto, su un pettine gettato nel pavimento, su righe sbiadite di ricordi.
Mi sfiora. Percorre nella penombra il mio corpo smorto, scomposto, abbandonato sullo schienale del letto sfatto. Lo punge, lo scuote, risvegliandolo per pochi attimi dal suo stato di perenne torpore, per poi andarsene.
Esce. E riprende la sua corsa libera nel mondo, visitando altri luoghi, altre stanze, altre persone.

Fruscii leggeri. Le mie dita si muovono lente sulla carta.
Scorrono pagine di diario spezzando la quiete delle tenebre notturne.
Toccano brandelli di passato.
14 febbraio.
Anche oggi..
di nuovo..
di nuovo..

Tracciano schizzi d'inchiostro ancora freschi di presente.
15 febbraio.
Un altro giorno..
ancora..
ancor..

Si posano su pagine vuote di futuro.
....
...
..
Il pendolo batte la mezzanotte.
Un brivido familiare mi attraversa la schiena semiscoperta, rischiarata dalla pallida luce lunare. Il mio sguardo vacuo è fisso sulle lancette dell'orologio, che restano immobili nell'istante di fine e di inizio, come il mio respiro nell'attesa. Posso sentirlo arrivare.
Un tonfo sordo rimbomba attraverso i muri. L'ascensore è al piano. La mano trema incerta sul foglio, si ferma. L'inchiostro smette di fluire. La penna sfugge alla presa delle mie dita.
I passi battono ritmicamente sul pavimento del corridoio deserto. Come ogni sera, lo percorrono decisi, per poi smettere all'improvviso. E di nuovo, il silenzio abbraccia la stanza. Avverto soltanto il pulsare sordo del mio cuore rimbombare nelle orecchie tese in ascolto.
Dura poco. Il suono squillante del campanello si diffonde prepotente nell'aria. Nella mia mente posso vedere, al di là del muro, il suo lungo dito affusolato premere il tasto bianco con forza sempre maggiore. I pensieri si confondono. La ragione mi urla di non aprire. Al suo comando le unghie scattano rapide. Artigliano in una stretta disperata la sottoveste cercando di frenare il mio corpo che freme per alzarsi, debole preda dell'istinto.
I minuti scorrono. Ed io rimango immobile nel letto.
Non posso!
Non posso!
Non posso!
Le mie labbra ripetono una litania febbrile. Poi di nuovo silenzio.
- "Adrien..so che ci sei."
E' poco più di un sussurro, ma il mio corpo rabbrividisce con violenza al suono della sua voce.
- No, stasera no, Julian” - bisbiglio. Le palpebre si chiudono cercando invano di cancellare la sua presenza dalla mia mente.
Sospira. Posso percepire il suo corpo accasciarsi impaziente contro la porta d'ingresso.
- "Avanti..apri.."
Non devo!
Non devo!
Non devo!
L'ennesimo singhiozzo rompe l'aria.
-"Adrien.."
Il mio nome sfiora di nuovo le sue labbra tinte di decisione. Lascio che il suo tono pacato, mutato dal dolore, mi sfiori dentro. Emana quel calore lento, profondo che mi attraversa e mi lacera le viscere.
Non resisto oltre. Barcollo.
Il mio piede nudo è già a contatto con il pavimento freddo.
Le gambe si muovono lente. Sono davanti alla porta.
Con il palmo della mano ne accarezzo lo strato legnoso. La pelle si lacera. Sanguina, come sanguina una parte del mio cuore, ferito dalle mie azioni.
La chiave, guidata dalle mie dita gira decisa nella toppa e la serratura scatta con un rumore secco infrangendo l'ultima barriera che ancora avevo disperatamente cercato di ergere tra noi.
La porta si scosta. Quel calore che ho bramato, si avvicina. Poi si ferma.
Non mi muovo.
I miei occhi rimangono chiusi, nascosti al suo sguardo. Se li riaprissi, non riuscirei a fermarmi.
Scosse elettriche mi attraversano, quando mi sfiora. Le sue unghie affilate accarezzano leggere la pelle del mio viso.
- “Guardami”
Un desiderio, non un ordine.
- “No”
Lo respingo.
- “Non cambierai mai” – mi sussurra roco nell’orecchio
Ridacchia. I brividi mi avvolgono. La mia bocca si schiude in una smorfia.
Sento che si allontana. Rimane solo il vuoto davanti a me.
Si è seduto sul divano.
-“Sai, mi piacerebbe vederti piangere.” – continua – “Così potrei sfiorare le tue guance e raccogliere le tue lacrime.”
Piangere.
L’ho visto fare molte volte da Loro. Umani che piangono di gioia, di dolore. Come sarebbe?
Non posso far altro che singhiozzi. Il pianto e la risata non fanno parte della mia natura.
-“… e sentirti ridere. Anche questo mi piacerebbe. Vorrei poterlo fare insieme a te.”
Non mi accorgo di essermi spostata davanti a lui. Non mi accorgo nemmeno che i miei occhi del colore della luce sono aperti e lo stanno fissando. Il mio corpo agisce da solo.
“Anch’io vorrei poter vedere il tuo! E sentire il tuo calore. Il battito del tuo cuore. Perché se anche i demoni non ne hanno uno, sono certa che il tuo esiste! Deve solo essere trovato!”
Sto urlando.
I suoi occhi di pece non si scostano dai miei. L’eco delle mie parole mi rimbomba ancora nelle orecchie mentre annaspo senza più fiato.
-“ Non c’è bisogno di cercarlo” – mi dice con dolcezza, mentre si alza - “tu l’hai già trovato..”
E' come se una follata d’aria lo sospingesse verso di me. L’argento si confonde con il nero dei suoi capelli mentre il suo respiro si fonde con il mio.
Mi bacia per la prima volta. Le nostre lingue si intrecciano, come i nostri corpi avvinghiati tra loro.
E all'improvviso accade. L’ultima piuma si stacca dalle mie ali.
Allora poso la mia guancia sul suo petto. E piango e rido insieme, ascoltando il suo cuore che batte.





Close your eyes, clear your heart.. Chiudi gli occhi, libera il tuo cuore..
..cut the cord.. ..taglia la corda..
My sign is vital, my hands are cold.. il mio segno è vitale, le mie mani sono fredde..
..your heart is still beating.. ..il tuo cuore continua a battere..

..Are we human! ..Siamo umani!


(Killers (The) – Human)




  
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