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Autore: Platone    29/07/2005    1 recensioni
"La data del giornale non era quella odierna, ma bensì quella del primo giorno della scuola di magia, del settimo anno che Harry avrebbe intrapreso a settembre. Ma lo stupore per la data sul giornale fu minimo paragonato a quello per l'articolo in prima pagina.
SCUOLA DI MAGIA DISTRUTTA: LE NUOVE GENERAZIONI MAGICHE ANNIENTATE
HA INIZIO IL REGNO DI TERRORE DEL SIGNORE OSCURO" Spoiler VI° Libro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Caillean: era un capitolo necessario, infondo sono i suoi migliori amici. In questo capitolo capirai molto di più sulla "presenza" anche se credo che più che rispondere ai tuoi dubbi, ne creerà altri

mysticmoon: sono felice che la trama ti piacia...ho 2 fogli protocollo con scritto il plot..solo che ogni tanto mi viene da modificare qualcosa .... bah...spero di non cambiare in peggio

Comunque in questo capitolo verra presentato un personaggio che sarà molto importante in tutta la storia.

--

Harry stava prendendo un tè seduto sotto il gazebo.
Era sua abitudine da oramai otto mesi, ogni venerdì, nel tardo pomeriggio, prenderlo.
Non poteva perdere questo momento di calma e tranquillità.
Mentre beveva, non poteva fare a meno di sentirsi felice, felice come non lo era da molto molto tempo.
Da otto mesi a quella parte la sua freddezza era molto diminuita.
Anche i suoi occhi, prima spenti, cominciavano a diventare più carichi di un sentimento che non aveva avuto la possibilità di assaporare molto nella sua vita: pace.
Finalmente aveva trovato un briciolo di pace con se stesso, e le ferite nel suo cuore stavano cominciando a guarire.
Non che non si incolpasse più delle morti di Silente, dei suoi genitori, di Sirius ma almeno, ora, stava imparando a conviverci e stava trovando un motivo per vivere, non più per sopravvivere.
'Quindi oggi hai affrontato l'ultima prova di Legilimanzia e sei andato bene, Her?'
Chiese la voce misteriosa che era avvolta nell'ombra.
'Diciamo che Albus crede che sia arrivato ad un livello sufficiente a salvarmi la vita una volta che sarò tornato nell'altro mondo'
'Ecco perchè oggi ti vedo particolarmente felice... e io che pensavo che eri felice di vedermi'
Harry poggiò la tazza da tè sul tavolo delicatamente, poi alzò lo sguardo e cercò di mostrarsi con la faccia più seria che aveva
'Ma certo che sono felice solo perchè ti vedo'
Ma vedendo la faccia dell'altro interlocutore, non riuscì più a fermarsi e cominciò a ridere.
Quando finalmente smise di ridere, disse
'Comunque sono veramente felice di averti conosciuto. Con te riesco a parlare di tutto e sono molto felice.'
'Ne sono compiaciuta.'
Disse la figura nell'ombra.
'Però mi spieghi una cosa Lily?'
'Se posso'
'Perchè stai sempre all'ombra?'
'Perchè ho la pelle sensibile!'
E questa volta scoppiò a ridere lei, seguita a ruota da Harry.
Harry, guardando l'amica, non potè fare a meno di ripensare a come si erano conosciuti.

Era un venerdì sera e Harry aveva appena finito la lezione con Silente.
La sua mente, dopo due ore di lezione, era molto stanco e i brutti ricordi che erano usciti in quella sessione lo avevano reso ancora più freddo e scontroso del solito.
Non sapeva cosa fare, ma in mente aveva una sola cosa: voleva stare da solo.
Voleva stare da solo a riflettere, a far tacere le voci dentro di lui che lo incolpavano delle morti che il mondo magico vedeva ogni giorno, le voci che lo accusavano di incompetenza, le voci a cui lui dava ragione e che lo laceravano dentro.
Le voci erano l'unico motivo per cui si allenava, perchè voleva rendere falsa almeno l'accusa di inutilità e di incompetenza.
In quel momento stava rivivendo di continuo la caduta di Sirius, le urla di sua madre, la malvagità di Piton.
Erano i suoi incubi notturni ricorrenti ed erano sempre questi ricordi, che lui non riusciva ad accettare, a non permettergli miglioramenti nel chiudere la mente.
Quel giorno si era smaterializzato al solito tempio e stava per andarsene dopo l'ultima conferma che non c'era proprio nessuno quando notò che sulla collinetta a fianco del tempio c'era qualcuno.
Camminando lentamente Harry si avvicinò alla persona e notò che si trattava di una ragazza, ma non di una ragazza qualsiasi, si trattava di una ragazza con i capelli rossi.
La sua veste era quanto di più semplice ci poteva essere: un pezzo unico bianco come la panna con una gonna che terminava alle ginocchia.
I suoi capelli erano sciolti e Harry capì che era lei chi aveva visto tempo prima al tempio.
Il volto della ragazza era splendido: due occhi verdi come i suoi lo stavano guardando e lo guardavano come a indagare la sua anima.
E la ragazza gli stava sorridendo.
Quando Harry fu a pochi centimetri da lei, finalmente parlò.
'Ti stavo aspettando'
Harry non disse nulla ma fece la cosa che doveva fare da tanto tempo.
Cominciò a piangere e si buttò tra le sue braccia.
Finalmente dopo molto tempo era riuscito a piangere, a sfogarsi, a espellere tutta la rabbia che aveva in corpo.
Dopo un tempo che a Harry parve infinito, decise di staccarsi.
'Ma tu chi sei?'
Fu l'unica frase che Harry riuscì a dire.
La ragazza gli sorrise
'Sono un'anima sola come te e da oggi, se me lo permetterai, tua amica'
'Come ti chiami?'
'Il mio nome non ha importanza ora, lo saprai quando sarà il momento'

Dopo quel primo incontro Harry era visibilmente più allegro in tutto quello che faceva e questo si riflesse sui risultati dei suoi allenamenti: sebbene non riuscisse a chiudere bene la mente, ora i ricordi lo ferivano di meno.

'Quindi tu sei qui per allenarti, Her?'
La ragazza e Harry erano seduti a parlare uno di fonte all'altra.
'Mi hanno portato qui perchè devo sconfiggere un uomo, anzi non lo è più un uomo'
'E come mai proprio tu devi farlo?'
'Vedi c'è una profezia su di me'
E Harry gliela raccontò così come l'aveva udita nell'ufficio di Silente.
'Cosa ti angoscia di tutto questo' Disse la ragazza dopo alcuni secondi in cui sembrava che avesse ragionato sulla profezia.
'Io ho paura di morire, lui è più forte di me'
'E dov'è il problema?'
Disse con faccia stupita la rossa
'Diventa più forte!' Disse e poi scoppiò a ridere

Harry era felice perchè aveva trovato qualcuno che seppur sapesse che lui era destinato a morte certa contro qualcuno più forte di lui, non si rattristasse e lo facesse sentire in colpa perchè qualcuno si preoccupava per lui.
Lei aveva riso e gli aveva detto di diventare più forte... lei quindi credeva che lui avrebbe potuto batterlo, bastava solo più impegno, più allenamento.

'Ma perchè fai tutto questo per me? Cosa sono io per te? Perchè mi aiuti?'
Harry voleva sapere, doveva.
'Perchè io sono un anima sola come te. Abbiamo in comune una cosa, ricordalo sempre: entrambi vogliamo vivere. Ma tu hai ancora un problema per farlo, hai paura di soffrire e di far soffrire'

Quelle parole smossero Harry.
Aveva ragione lei... lui aveva paura di soffrire ancora, di dover versare ancora lacrime per qualcuno che gli era caro.
Voleva anche evitare di far versare lacrime a chi gli voleva bene.

'Sai, Lily... dicono che io ho una forza che lui non ha... ma io non so cosa intendono'
'Secondo me, Her, lo scoprirai presto!'

Ancora una volta Lily si dimostrava solare e positiva nei suoi confronti.

'Mettitelo in testa Her, qualunque cosa tu faccia, io avrò sempre fiducia in te!'

Fiducia... ecco forse cosa mancava ad Harry, la fiducia: fiducia in se, negli altri, nei suoi sentimenti, nel domani.

'Her, ma chi hai che ti aspetta di là?'
Chiese curiosa Lily
'Di la ci sono le due persone più importanti della mia vita: Ron ed Hermione.
Li conosco da quando avevo undici anni e sono salito sul Howgarts Express.
Sono sempre stati con me, mi hanno aiutato, sostenuto, sorretto e mai giudicato... si perchè nel mio mondo tutti mi giudicano e si aspettano chi sa cosa solo per la cicatrice che porto sul volto.
Io non sono Harry Potter ma sono Il Prescelto, il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto... mai nessuno che vada un po' al di sotto di questa immagine che si ha di me e che io neanche voglio!
Loro mi vedono per quello che sono e quello che faccio.
Però io ho paura di perderli o che qualcuno li faccia soffrire per arrivare a me... non potrei sopportare che loro soffrissero a causa mia.'

Finalmente aveva ammesso la sua più grande paura.

'Ma a casa non hai qualcuna che ti aspetta, con cui condividere la vita in un futuro?'
'Ginny Weasley, la dolce Ginny. E la sorellina di Ron e ha un anno in meno di noi. Mi ha sempre ammirato da quando è nata, poi mi ha conosciuto e ha sofferto moltissimo per colpa mia.
Ha avuto incubi per mesi solo perchè mi conosceva.
Poi alla fine dell'anno scorso, dopo un po che stavamo finalmente insieme, l'ho lasciata.
Stare con me vuol dire avere stampato in faccia "USATEMI PER ARRIVARE A POTTER" e io questo non potevo permetterlo!'

Mentre diceva quelle cose, Harry non notò che per un attimo, mentre parlava di Ginny, negli occhi di Lily si era spenta una luce.

Era incredibile come con Lily potesse parlare di tutto senza aver paura.
Lei lo ascoltava ma non lo giudicava... Lei parlava con Harry, non con il Prescelto.

Insieme passavano ore anche a battersi in incontri di ogni genere: gare di incantesimi, pozioni, fatture e ogni tipo di magia conosciuta.
Tutto questo rilassava Harry.
Quando era con lui, Harry notava che Lily si divertiva e ne era felice: voleva darle indietro almeno un po' della gioia e della pace che lei gli dava.
Mentre facevano a gara a chi è che faceva la pozione migliore o Harry le raccontava la sua vita oppure ancora quando Lily gli raccontava la sua ... si avvicinava l'un l'altro.
Harry sentiva Lily molto vicina a sè, era il motivo che lo faceva sorridere la mattina, che gli faceva passare la settimana...lo sperare di arrivare al venerdì.
Con il passare dei mesi, il venerdì era diventato il loro venerdì, il loro giorno personale e nessuno dei due vi rinunciava per nulla al mondo.

'Senti Her, devo farti una domanda e, per favore, rispondi seriamente'
'Dimmi tutto'
'Ma tu, una volta tornato nel tuo mondo... mi dimenticherai?'

Aveva fatto la domanda che, purtroppo lo sapeva, sarebbe arrivata.
Era da un po' che pensava a cosa rispondere... a cosa, in altre parole, provava per la sua amica
Da oramai molto tempo, la loro amicizia si era rafforzata all'inverosimile: quando uno iniziava una frase l'altro la finiva, si capivano anche solo con lo sguardo, sapevano tutto l'uno dell'altra.
Harry non sapeva bene definire cosa provasse per Lily ma le doveva una risposta.

'Avrai la tua risposta la prossima volta e ti giuro che ti dirò tutto quello che devo dirti e che ti spetta conoscere'

E quel venerdì era arrivato, aveva avuto tutta la settimana per pensarci.
'Allora Lily, tu mi hai chiesto se ti dimenticherò. Vedi... io la mattina quando mi alzo, penso a quanto sia fortunato a condividere la giornata con te; quando vado a dormire ringrazio perche tu esisti.'
Fece una pausa per vedere le reazoni di Lily.
Lei lo guardava fisso e aveva un aria concentrata.
'Un libro che ho letto diceva che se non puoi immaginare il mondo senza una persona, la ami.
Tu Lily, fai parte del mio mondo e se tu non ci fossi...preferirei morire piuttosto che vivere senza te.
Quando tornerò nel mio mondo non so se riuscirò a vivere senza di te... una parte del mio cuore resterà qui... con te.
Per tutti questi motivi io ti giuro che non ti dimenticherò.'
Harry si aspettava ora una reazione tipo sei proprio il mio migliore amico ma quello che successe lo spiazzò.
Molto lentamente Lily si alzò, raggiunse Harry, porto il viso alla sua altezza e ... le loro lingue cominciarono a rincorrersi in sensualissimi movimenti.
Quando si staccò da lui, Lilly disse chiaramente
'Harry James Potter, ti amo'
Harry rimase un attimo con lo sguardo fisso su di lei.
Poi si alzò in piedi, guardò in faccia Lily e disse
'Lilandra, anche io ti amo'
E se scambiarono un secondo bacio, molto più lungo e appassionato del primo.
Eppure Harry continuava a sentirsi osservato.


*

L'allenamento con Silente procedeva molto bene.
Oramai i due erano allo stesso livello di magia e Silente era a corto di cose da insegnare.
Il vecchio mago si sentiva orgoglioso come non mai del suo discepolo: era cresciuto come mago ed ora il suo lavoro era finito... anche come persona era molto maturato, non era più il ragazzo che si portava dentro tutta la rabbia.
Aveva notato che i suoi occhi erano tornati gli stessi di quando aveva scoperto chi era Sirius, lo sguardo carico di gioia e che trasmetteva pace interiore.
Oramai era diventato un uomo: era arrivato il diciassettenne Harry e ora parlava ogni giorno con il responsabile e maturo diciannovenne Harry.
Era comunque molto triste poichè sapeva di doverlo abbandonare, perchè doveva imparere dal altri maestri.
Lo aspettavano i cinque anni più duri della sua vita.
Avrebbe dovuto imparare la magia, la magia alle sue origini... avrebbe dovuto abbandonare la bacchetta per sempre e imparare ad usare la magia come la si usava al principio.
Avrebbe dovuto imparere a usare la magia sentendola dentro di se, a pronunciare gli incantesimi con la mente, a farla fuoriuscire dal suo corpo.
Finora si era limitato ad insegnargli la magia "scolastica" ma da quel momento in avanti gli avrebbero insegnato la Magia Bianca e Oscura e infine ... avrebbe imparato a piegare gli elementi al suo volere.
Tutto questo non faceva che inorgoglirlo ma lo spaventava anche: e se avesse scelto di diventare un mago Oscuro una volta a contatto con quella magia... se avessse scelto la via più facile...

  
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