Light
and
Darkness
Capitolo
3:
Era
seduto
nel bosco, sopra un tronco di un vecchio albero abbattuto.
Si
passò il
dorso della mano sulle labbra, anche se sapeva di non essere sporco. Si
era
appena nutrito.
E
ora che si
sentiva sazio e in forze, poteva concedersi qualche istante per pensare.
Strano
come
stessero andando le cose.
Pensò
ad
Elena, e a cosa gli aveva detto, ma la sua mente vagò molto
più lontano.
Tornò
indietro nel tempo, a più di un secolo fa.
Era
da tanto
che non ci pensava. Che non pensava al suo fratellino.
Un
sorriso
sprezzante si fece largo sul suo volto.
Suo
fratello. Gli aveva promesso un eternità di sofferenza, ma
ora aveva fatto una
tregua. Lo aveva lasciato la, dove tutto aveva avuto inizio.
“Povero
sciocco, legato al passato e ai dolci ricordi.”
Ripensò
anche a lei, alla causa di tutto. A Katherine. Quel nome
aleggiò nella sua
mente qualche istante, ma non provocò la solita fitta di
dolore in lui. No
qualcos’altro si faceva largo tra i ricordi, qualcosa di
più reale e più dolce.
Elena.
Lei
gli aveva rubato l’anima. Era difficile da ammettere per
Damon, lui non amava
mostrare i suoi sentimenti. Ma lei… per lei avrebbe fatto di
tutto, lo sentiva.
Lei era l’unica in grado di capirlo, e di fargli dimenticare
il dolore e l’ira
che lo accompagnavano da secoli.
Scrollò
la
testa e si alzò dal tronco.
Oggi
sarebbe
stata una giornata importante, Damon lo sapeva.
Si
avviò
verso la scuola, e avrebbe aspettato, aspettato che Elena lo chiamasse,
che gli
dicesse la sua scelta.
Sorrise
guardando il cielo azzurro e limpido.
***
Quando
quella mattina si svegliò, si sentiva bene.
Un
senso di
sicurezza la rendeva euforica. Finalmente era tornata la Elena di
sempre, che
sapeva cosa fare, che non aveva dubbi.
Si
vestì in fretta, salutando di volata la zia e la piccola
Margaret.
Per
tutta la mattina si guardò attorno, in attesa di qualcosa.
Non
riuscì quasi a parlare con Bonnie e Meredith, ma per il
momento non le
importava.
Durante
l’ora di letteratura, mentre fissava con aria assente il
giardino della scuola,
fu sicura di aver visto un corvo.
La
fissava, appollaiato su un ramo. C’erano dei riflessi
arcobaleno tra le sue
penne nere e lucide. Sembrava volergli comunicare un messaggio. Fu
costretta a
distogliere lo sguardo quando il professore la richiamò, e
quando si voltò di
nuovo, il corvo era sparito.
In
quel momento capì che non sarebbe venuto Damon, ma era che
sarebbe stata lei, a chiamarlo, a
comunicarli quando
sarebbe stata pronta.
Damon
le aveva lasciato tempo, la rispettava.
E
così passò la giornata. Appena suonò
la campanella la ragazza scattò in piedi e
si precipitò fuori da scuola, verso il parcheggio.
Non
aspettò Bonnie e Meredith, ma si promise di chiamarle
più tardi. Avrebbe dovuto
dare loro molte spiegazioni.
Per
fortuna zia Judith non c’era, e nemmeno Margaret.
Elena
posteggiò l’auto e entrò in casa
chiudendosi la porta alle spalle e lasciando
cadere la borsa nell’ingresso. Si tolse la leggera giacca e
rimase
perfettamente in silenzio, guardandosi attorno e ascoltando ogni rumore.
«Damon?»
Immediatamente
sentì un fruscio alle sue spalle e sorrise, voltandosi
lentamente.
Damon
era li, dietro di lei, tanto vicino che Elena rimase intrappolata nei
suoi
occhi neri come la notte.
Era
rilassato, con le mani nelle tasche dei jeans, e un sorrisetto
arrogante sul
volto.
Anche
Elena sorrise al ragazzo, in modo enigmatico. Non dissero nulla, e si
fissarono per
qualche altro istante.
«Bene?»
Disse lui, continuando a sorridere, e fissando la ragazza. Lei ancora
non disse
nulla, e si voltò, dandogli le spalle. Iniziò a
salire le scale, sicura che lui
la stesse seguendo.
Non
era ancora del tutto convinta di quello che stava per fare di, ma
oramai era
tardi, si sarebbe fidata di lui.
Oltrepassò
la soglia della sua stanza fermandosi nel centro e voltandosi verso la
porta.
Damon era li, fermo sulla soglia, sembrava che stesse per entrare, ma
qualcosa
lo frenava,qualcosa che poteva essere annullato solo con un invito.
Alzò
lo sguardo dubbioso sulla ragazza, che sorrise, vedendo il suo sguardo.
Aveva
confuso Damon.
Era
vero, lui era stato invitato ad entrare in casa, ma la sua stanza da
letto e il
salotto facevano parte del vecchio edificio, e nessuno lo aveva mai
invitato ad
entrare li.
Deglutì,
indugiando ancora un istante.
«Entra,
Damon.»
Lui
la fissò un istante ancora, poi mosse un primo passo
esitante dentro la stanza,
e questa volta nulla lo fermò. Con soli altri due passi
raggiunse la ragazza,
senza tuttavia toccarla.
«Ho
deciso di darti una possibilità Damon.»
Il
ragazzo sorrise ancora, trionfante e allungò una mano verso
Elena, che però
fece un passo indietro.
«Ma…»
Damon
ridacchiò. «Ma?»
«Ci
sono delle… regole.»
«Sentiamo.»
Disse lui, incrociando le braccia al petto, senza smettere di
sorridere, come
se avesse già intuito tutto.
«Devi
promettermi che non ucciderai più nessuno.»
Disse
lei d’un tratto seria.
«E
devi promettere di non usare i tuoi poteri psichici su di me.»
Damon
continuò a fissarla, impassibile.
«E…»
iniziò lei «Non devi mordermi, se io non ti
darò il permesso.»
La
ragazza mantenne lo sguardo fisso negli occhi neri di Damon, pronta a
cogliervi
qualsiasi cambiamento. In effetti, posta l’ultima condizione,
il suo sorriso
compiaciuto vacillò, ma solo per un istante.
«Finito?»
Disse inarcando le sopracciglia.
Elena
lo fissò sorpresa, si era aspettata un'altra reazione, era
sicura che si
sarebbe arrabbiato, invece… invece era li, il sorrisetto
canzonatorio di nuovo
al suo posto, le braccia conserte, gli occhi neri mostravano
compiacimento. Era
bello come non mai, notò Elena. L’ansia
passò e lei si sciolse.
«Sì,
ho finito.»
Disse
rilassando i muscoli tesi e lasciandosi andare in un sorriso.
«Rispetterai
queste regole, Damon?»
Il
ragazzo rimase un attimo in silenzio, poi annuì.
«Per
te, lo farò.»
Elena
si avvicinò a lui, felice. In fondo era stato
così semplice. Non ci avrebbe
giurato, ma credette di vedere nello sguardo di Damon qualcosa di molto
simile
alla dolcezza.
Dolcezza
nello sguardo di Damon? Questo era
strano si disse lei.
«Ti
va di fare un giro?»
«Oh,
questa volta lo chiedi?» Disse Elena ridacchiando.
«Potrei
semplicemente fare così.» Disse lui sollevandola.
Un istante dopo si
ritrovarono entrambi al pianterreno, davanti alla porta. «Ma
non sarebbe molto
cavalleresco non trovi?»
Disse,
rimettendola con delicatezza a terra.
«Ok,
non farlo più!» Disse la ragazza, sorridendo.
Damon
le porse la giacca e aprì la porta, il suo sorriso sghembo
sembrava più
spontaneo del solito.
«Forse
dovresti aggiungerlo alla tua lista delle regole.»
Elena
sorrise e uscì nella fresca brezza estiva. Il sole era alto
nel cielo, non
c’erano nuvole e lei era con Damon Salvatore.
***
Tornò
a casa quando ormai il sole era quasi tramontato. Damon la
lasciò davanti al vialetto
e la salutò sfiorandole la guancia con la mano,e
semplicemente osservandola.
Elena
era felice. Aveva passato una giornata bellissima. Damon
l’aveva portata in
città, e avevano passeggiato, parlando del più e
del meno, ogni tanto parlavano
delle loro vite.
Ogni
traccia di imbarazzo aveva abbandonato la ragazza, che si sentiva
così a suo
agio in sua compagnia.
E
per di più non aveva provato ad approfittarsi di lei in
alcun modo. Non aveva
tentato di ipnotizzarla, baciarla o morderla.
Elena
stava ancora pensando ai bei momenti trascorsi con il ragazzo, quando
venne
aggredita.
«Elena
Gilbert!»
Sobbalzò
e si voltò di scatto verso la voce che aveva urlato il suo
nome, con il cuore
in gola, aspettandosi di vedere chissà che. Invece vide solo
una massa di
riccioli rossi venire verso di lei a passi di marcia.
«Tu
ci devi delle spiegazioni, ragazza!»
«Bonnie!»
Disse Elena guardando la ragazza con sollievo, ma anche con irritazione.
Dietro
di lei vide una ragazza dai capelli neri corvini che la seguiva, senza
dire
nulla.
«Ciao
Elena.» Disse Meredith.
«Ciao.
Su per favore, entrate.»
Fece
entrare le due ragazze (Meredith silenziosa e calma, Bonnie agitata e
rabbiosa)
e le condusse in camera.
«E
da quando non ci saluti nemmeno più a scuola?!»
«Io…»
iniziò Elena, ma non fece in tempo a finire.
«E
da quando esci con quel tipo?! Lo sai che non ci piace! Lo hai detto
anche tu,
che è pericoloso! E adesso?»
«Bonnie!»
Finalmente Meredith intervenne. «Ok, calme.»
Disse
la ragazza, vedendo che Elena fissava a bocca spalancata
l’amica.
Si
sedette sul letto, assieme alle altre due.
«Ero
di fretta.» Disse guardando con occhi minacciosi Bonnie.
«O
dai, ti abbiamo vista scendere dalla sua macchina! Cosa stai
combinando!»
«Ok
si, lo ammetto. Usciamo insieme. E allora?»
«E
allora?» Riprese Bonnie. «Ti ho detto quello che ho
sentito. Quello che penso
di quel ragazzo. Ha qualcosa di strano, qualcosa di oscuro! Tu hai
detto che ha
ucciso delle persone! E mi dici
allora?» Bonnie ormai era isterica.
«Bè,
mi sbagliavo! Damon non è così. Bisogna
conoscerlo e… comprenderlo. Non mi
farebbe mai del male.»
Bonnie
aprì la bocca, ma non uscì alcuna frase,
guardò Meredith in cerca di aiuto.
«Ok,
io mi fido di te Elena, quindi se tu dici che lui non è
cattivo… io ti credo.»
Concluse lei semplicemente.
«Ma
che…?!» Bonnie fece passare i suoi occhi
accusatori prima sull’una poi sull’altra
amica. Poi si alzò. «Va bene, fate un po come
credete. Io ho detto quello che
dovevo dire. Ci vediamo a scuola.» Si diresse come una furia
verso la porta, ma
prima di sbattersela dietro la schiena, disse «Ma sappi che
io ti ho
avvertita.»
Le
due rimasero ad ascoltare i suoi passi pesanti finchè non
sbatté anche la porta
d’ingresso.
Elena guardò
Meredith, sentiva gli occhi
gonfi, pieni di lacrime che volevano scendere, ma le trattenne.
«Elena,
non prendertela, lei lo fa perché ti vuole bene. Le
passerà presto vedrai. Se
Damon è come dici tu, lo capirà anche
lei.»
Elena
annuì, e guardò piena di gratitudine
l’amica.
«Grazie
Meredith.»
La
abbracciò brevemente, poi si alzò dal letto.
«Ora
è meglio che vada.»
Elena
accompagnò la ragazza fino alla porta.
«Però
Elena, sta attenta, ok?»
La
ragazza annuì e chiuse la porta. Sentì una
lacrima sfuggirle e tornò in camera
sua sbattendo la porta. Era un ingiustizia. Perché tutti
dovevano odiare Damon?
Anche lei non si era fidata all’inizio, però le
era bastato conoscerlo per
cambiare idea.
Sentì
una folata di aria fredda e alzò gli occhi, ma
anziché guardare la finestra
guardò il letto.
Damon
vi era sdraiato sopra, a sua agio come se fosse a casa sua. Elena
sobbalzò,
presa alla sprovvista, cercò di asciugarsi gli occhi, ma
appena Damon si
accorse che lei lo guardava, si alzò dal letto e fu davanti
a lei.
«Scusa.»
Sussurrò Elena nascondendosi al suo sguardo.
Lui
le prese la mano e asciugò le lacrime con il pollice.
Elena
lo guardò. Lo sguardo triste del ragazzo si
trasformò in un sorrisetto.
«La
streghetta ti da fastidio?»
Elena
sorrise.
«Se
vuoi posso ricordarle le buone maniere.»
La
ragazza prese la sua mano fresca e la strinse.
«No, è
meglio di no.» Sospirò e sorrise al
ragazzo. Di nuovo il suo cuore esplose, emanando un onda di calore
dentro lei.
Era così bello e
irresistibile. Elena
era felice di averlo al suo fianco.
«Non
piaccio alle tue amiche.» Osservò lui, guardando
la testa bionda della ragazza.
Lei
si sedette sul bordo del letto, facendolo accomodare al suo fianco.
«A
quanto pare… Ma non mi importa.»
«Certo
che no!» Disse lui stringendole la mano.
«Io
mi fido di te, Damon.»
Lui
annuì, sfiorandole il viso con una mano.
Per
un lunghissimo istante si fissarono. Elena era rapita da quello
sguardo, così
affascinante e misterioso. La attraeva come una calamita.
Sentì che stava
avvicinando il volto a quello di Damon, ma…
«Elena!»
La
ragazza sospirò irritata.
«Accidenti!»
Era tornata zia Judith. Si alzò di scatto dal letto stufa di
essere interrotta
nel bel mezzo dei momenti importanti. Damon la seguì.
«Devo
andare a cenare, penso.»
«Sì,
anche io.» Il sorriso enigmatico comparse sul volto di Damon.
«Hmm..
ok.»
Il
ragazzo le lanciò un ultimo sguardo e si diresse al
davanzale.
«Damon?
Tornerai dopo?»
«Se
tu lo vorrai…»
Un
istante dopo si buttò giù, ma non si
sentì nessun impatto con il suo suolo.
Elena
vide un corvo nero volare in alto, verso il bosco.
Sorrise
e scese al piano di sotto, salutando sorridente la zia e la sorella.
Ed
eccovi il terzo capitolo!!! Prima di tutto grazie a tutti quelli che
hanno
recensito e letto la storia! E quelle che l’hanno aggiunta ai
preferiti! Ve ne
sono davvero grata, e spero di non deludervi con i prossimi capitoli! =)
Bè
allora, Stefan non è ancora rispuntato… ma si
può intuire che probabilmente
non si trova a Fell’s
Church! Invece sono apparse Bonnie e Meredith!! ^^
Ok,
allora vi ringrazio ancora moltissimo!! Al prossimo capitolo!
Cecy