Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Lalla Aya    16/03/2010    1 recensioni
Due ragazzini intrappolati in un tranquillo paesino tedesco con gli occhi sempre rivolti ad un orizzonte lontano. Una ragazzina strappata dalle mille luci di Parigi che mostra la sua diversità con orgoglio e sfrontatezza. Tom, Bill e Laure vogliono le luci della ribalta, ma il cammino verso il successo sarà più duro di quanto immaginano. Insieme cercheranno la forza per seguire i propri sogni e rimanere se stessi, nonostante tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 12

-No signorina lei non ha capito io devo salire sull’aereo- Lauren era al check-in dell’aeroporto e discuteva animatamente- il volo è fra un’ora ho tutto il tempo.
-Mi dispiace ma mancano 45 minuti all’imbarco e ormai per motivi di sicurezza non posso farle il check-in
-No, la prego, è vero che sembro un’invasata, mi dia due minuti in una toilette e torno una persona normale come nella carta d’identità, se proprio lascio qui il bagaglio a mano, se questo è il problema, viaggio così, nature.
-No, il problema non è il bagaglio, né la coroncina o il trucco, abbiamo chiuso le operazioni.
-Senta, oggi è l’ultimo dell’anno, lo capisco, lei è qui a lavorare e vorrebbe essere con gli amici, è fidanzata?
-Sì.
-Perfetto allora può comprendermi, il mio fidanzato mi aspetta è il nostro primo Capodanno insieme, io ho lavorato fino adesso grazie ai miei cari colleghi, la prego.
-Io la capisco signorina, vedo quello che posso fare.
-La ringrazio.
L’hostess fece un paio di telefonate, Lauren era in trepidazione, ma nulla, fu tutto inutile.

 

-Tesoro camion di merda secca- esordì Lauren con ironia, ma con una voce tremante.
-Che c'è fragolina? Manca un'ora al decollo non dirmi che sei intrappolata nel traffico.
-No, peggio sono in aeroporto, ma niente check-in.
-Come niente check-in?
-Già dicono che per motivi di sicurezza bisogna arrivare almeno due ore prima.
-Ma tu non hai neanche il bagaglio.
-Già e devi vedermi, sono truccata e con la coroncina del fiocco di neve dello Schiaccianoci in testa, una pazza.
-Ma sei sicura, hai insistito?
-Sì- Lauren scoppiò in lacrime, le aveva trattenute a lungo- sì, vi ho anche prostituito- ironizzò.
-Prostituito, in che senso?
-Sì, ho detto alla hostess che se aveva una nipote, una figlia adolescente Bill sarebbe stato certamente lieto di renderla felice.
-Sì certo, hai fatto bene ma a quanto pare il fascino del deficiente non ha sortito nessun effetto.
-Già, ho tentato tutte le strade, l'hostess è stata così cortese e si è adoperata molto, ma nulla da fare.
-Quindi?
-Quindi, sono qui, e tu sei lì.
-Bel Capodanno
-Vero, bel Capodanno- fece Lauren asciugandosi le lacrime- almeno tu sei ad una festa, sento musica e risate, io sono qui come una allocca in tutù, ho il trucco colato e mi guardano tutti.
-Che si fa?- fece Tom con voce titubante mentre aveva raggiunto un luogo del locale più appartato senza musica alta e vociare festoso.
-Prendo il primo aereo disponibile domani mattina.
-Va bene.
Tra i due ragazzi vi fu una lunga pausa, dovevano raccogliere le idee, poi Lauren attaccò:
-Dai, cucciolo rasta festeggeremo il nostro capodanno con orario tarato su New York che ne dici, basterà immaginarsi a Time Square.
-Sì, certo e poi a mezzanotte ci telefoniamo e ci baciamo sotto il vischio per telefono, tanto abbiamo anche il video, sì oppure ci troviamo su skype.
-Sì, sì.
I due ragazzi fecero ancora una breve pausa, la prospettiva non era particolarmente allettante ma meglio di niente, la delusione aveva preso il sopravvento e lo sconforto si stava facendo strada e si sfogava sul volto di Lauren con due grosse lacrime.
-Che aereo prenoto? Berlino o Amburgo?
-Ok domani dobbiamo essere a Berlino verso le 13 quindi abbiamo la macchina che ci passa a prendere tassativamente alle 10.
-Porca paletta Bill come lo svegli a sassate?
-Più o meno, mi sa che non andiamo neanche a letto, ci conviene se ci appisoliamo è fatta, non ci svegliano neanche a cannonate.
-Prendo quindi l’aereo che arriva alle 9 così c’è un po’ di margine.
-Sì, direi che è perfetto.
-Vado a comprarlo ci sentiamo fra un po’ ti aggiorno- il tono di Lauren era alquanto demoralizzato, ma tentava di farsi forza, si avviò mesta verso l’ufficio dell’Airfrance, era chiuso ovviamente ciò rattristò ancor più la ragazza che in lacrime telefonò a Leonor che nel taxi che l’aveva accompagnata stava tornando in città. Rapidamente la ragazza rassicurò l’amica.
-Tranqui Lauren, ritorno in un batter d’occhio.
Le due amiche si organizzarono, Lauren sarebbe andata a festeggiare con l’amica il Capodanno a casa di Sylvie e da lì con il pc, comprato un bel biglietto d’aereo.

Lauren vestita in tuta da ginnastica si presentò alla festa. Così vestita si sentiva un pesce fuor d’acqua, guardando tutte quelle persone Lauren fu colta da una profonda malinconia. Leonor e Sylvie le sue amiche di sempre, ora che frequentavano l’Università, avevano allargato i loro orizzonti e avevano conosciuto un’infinità di persone. Lei, chiusa tra le quattro mura dell’Opera vedeva sempre le stesse persone super giù, parlava solo con i suoi amici storici Paul e Gregory  che le erano rimasti fedeli da sempre, mentre con le ragazze faceva fatica ad avere un rapporto, soprattutto dopo l’esame del 29 dicembre con cui era diventata Coryphée. Come Sylvie Guillem e Aurelie Dupont la sua carriera era fulminante e questo le attirava inimicizie e invidie. Ora poteva vedere con i suoi occhi i sacrifici che stava facendo per raggiungere il suo scopo, diventare una prima ballerina o magari una étoile.
Nella sua tuta luccicante nera e con la crocchia ancora acconciata guardava Sylvie che intratteneva i suoi ospiti con molta allegria e sicurezza, la vedeva flirtare con un suo compagno di corso mentre un altro le faceva una corte spietata. Leonor anche aveva invitato dei suoi compagni di corso e con loro si dimostrava come sempre aperta, scherzosa, sapeva come raccontare mille aneddoti divertenti, Lauren si teneva in disparte, era stanca per aver ballato,  era contrariata per aver perso il volo e non essere con i ragazzi a festeggiare. Un pensiero fosco la colse, forse sarebbe stato meglio cercare di allargare le sue amicizie e non limitarsi, forse avere un ragazzo vicino a sé l’avrebbe aiutata, cercare un sostegno pronto per ogni evenienza appariva la soluzione più comoda. Prese il cellulare e si mise in disparte sul balconcino di ferro battuto nero che dava sul viale alberato semi deserto, lo aprì la foto di lei, Bill e Tom apparve sullo schermo, scorse la galleria fotografica e quelle che vide non erano le foto dei Tokio Hotel bensì quattro ragazzi tedeschi che lei adorava. Quello con la coda rasta sempre incappellato poi era particolarmente carino, no, anche se erano lontani kilometri e le loro carriere richiedevano sacrifici, quelli erano i suoi quattro adorati amici. Il suo cucciolo tinto e il suo piccolo pastore bergamasco erano punti fissi, fece per inoltrare la chiamata al suo Tommichou quando fu interrotta.
-Vuoi?- un ragazzo dalla bellissima chioma nera e con due occhi verdi smeraldo si avvicinò alla ragazza offrendole una sigaretta, sicuro del suo fascino. Lauren, in effetti rimase abbagliata, le si era incarnato davanti ai suoi occhi il principe azzurro dei suoi sogni, balbettando come una stupida Lauren rispose timidamente.
-No, no gragrazie.
-Tutti si divertono qui tranne te.
Lauren era ammutolita, di solito era spigliata ed estroversa, sapeva sempre come trattare con i ragazzi, ma quello era diverso, emanava un fascino particolare, raffinato nella sua giacca nera di seta cotta traslucida, camicia nera gessata leggermente aperta su  un petto e su delle spalle muscolose e ampie. Il jeans di classe scendeva morbido mentre le scarpe di fattura italiana concludevano il quadro.
-Già- fu la risposta monosillabica della ragazza.
-Ma dobbiamo divertirci, oggi è la fine d’anno.
-Lo so- Lauren a poco a poco ritrovò lucidità, l’aria fresca della sera e le zaffate di fumo della sigaretta la rianimarono.
-Mi presento sono Colin.
-Piacere La…
-So chi sei una ballerina dell’Opera, Lauren Bart.
-Ah, quale onore, mi sono distinta subito, certo tutti avranno pensato che sfigata questa qui che ha dovuto lavorare fino a tardi e ora si presenta qui agghindata a quel modo, ma un vestito decente nella borsa ce l’ho, ma non ho voglia di cambiarmi?
-Leggo nei tuoi occhi che vorresti essere altrove- quella semplice frase fece vacillare la ritrovata sicurezza di Lauren, come poteva quel tizio appena conosciuto leggere così a fondo nel suo animo? Lauren si stupì e titubante fece per rientrare in casa ma quel ragazzo la prese per mano e la bloccò con sicurezza e dolcezza.
-Sì vorrei essere a casa mia in una bella vasca da bagno circondata da candele ascoltando musica rilassante, così mi si scioglierebbe tutta la tensione accumulata questa sera a lavoro.
Il ragazzo senza attendere voltò Lauren e cominciò un dolce massaggio alle spalle.
-In effetti, hai una bella tensione muscolare, ma sei in sapienti mani.
Lauren si lasciò andare a quel provvidenziale massaggio chiudendo gli occhi e buttando dietro di sé ogni pensiero triste, desiderosa di tranquillità, mentre quelle mani percorrevano le sue spalle e il collo, per risalire verso la testa.
-Ho visto che non hai mangiato nulla- fece dolcemente Colin mentre continuava con l’ammaliante massaggio- dopo rientriamo e ti faccio assaporare il paté de Fois gras du Périgord con il Sauternes che ho portato, l’ho messo in un angolo per dividerlo con qualcuno di speciale.
A quelle parole Lauren si stupì, stava subendo il fascino di quel ragazzo come mai le era successo, fois gras, Sauternes, proprio non ci credeva, intanto alcune carezze si erano fatte un po’ più audaci, mentre il respiro caldo sul suo lungo collo le stavano facendo perdere i sensi dal piacere.
-Sai, potremmo andare nel mio appartamento e fare scintille, immagino che con queste gambe lunghissime e affusolate che prendono posizioni spettacolari sarà un vero godimento e poi a quanto so sei una pompinara di prim’ordine se sei riuscita a far godere quel frocio di Bill Kaulitz.
Lauren a quelle parole in modo fulmineo si divincolò dall’abbraccio lascivo di quel ragazzo e dopo avergli mollato una sonora sberla lo colpì con precisione e forza negli attributi per poi spalancare con veemenza la finestra e correre veloce verso la stanza di Sylvie in preda alle lacrime. Tutti gli astanti si voltarono verso il ragazzo piegato in due dal dolore che chiedeva aiuto, subito fu circondato dai suoi amici:
-Quella cagna in calore maledetta andrebbe rinchiusa- urlò furioso.
Poco dopo uscì dalla sua camera Sylvie che senza indugio andò verso il ragazzo seduto sul divano con una borsa del ghiaccio in mezzo alle gambe:
-Ti devo gentilmente chiedere di lasciare questa casa e di non farti mai più vedere, mi fai schifo e sappi che Bill è un tesoro, lo conosco bene ed è anche un grande amico mio per cui mi fai doppiamente ribrezzo.
Colin sorpreso si alzò a fatica dal divano ma riprendendo il controllo e sforzandosi di non apparire debole si avviò verso l’uscita.
-Chi la pensa come lui è pregato gentilmente di lasciare questa casa, non tollero la maleducazione e la mancanza di rispetto- fece Sylvie con imperioso cipiglio, alcuni ragazzi e ragazze raccolsero i cappotti e lasciarono la casa, a rimanere furono i vecchi compagni di scuola che le ragazze ben conoscevano e alcuni nuovi colleghi di università.
Lauren intanto era stesa sul letto della sua amica e versava un mare di lacrime, mentre Leonor tentava di consolarla.
-Sono una stupida come ho potuto?- diceva tra le lacrime
-Ma Lauren non è successo nulla, sei stanca tutto qui per questo hai ceduto e poi quanto è durata?
-Cinque minuti- fece singhiozzando la ragazza
-Ah capirai quanto un’erezione di Tom allora.
-Ma sei fuori ?- urlò Lauren sollevando la faccia e guardando la sua amica che rideva sotto i baffi.
-Volevo farti ridere e ci sei riuscita perché Grisù dura anche meno- rise tra le lacrime Lauren.
-Grisù?- fece entrando Robert
Lauren e Leonorsi guardarono e scoppiarono in una fragorosa risata.
-Dai Lauren torna di là, i deficienti, trogloditi, parassiti figli di papà se ne sono andati, sei tra amici, ti prego, lo so che avresti voluto essere con le tue celebrità preferite, ma noi sfigati siamo abbastanza simpatici, no?- disse Robert sedendosi sul letto accanto a Lauren.
-Sì, certo sicuro, mi ero rattristata perché voi state vivendo una realtà completamente diversa dalla mia, vi state allontanando e ho paura di perdervi e se è vero che in questo momento vorrei essere tra le braccia rachitiche del hip popparo rap tedesco strimpellatore di chitarra con il cretino dalla criniera leonina, il figo piastrato e l’orsacchiotto trangugiatore di birra, con voi sto altrettanto bene.
-Certo pomiciare tra le possenti braccia del tuo testa rasta a mezzanotte è molto meglio- fece scherzosamente Robert- ma dilettarci con le tue imitazioni di Durch den Monsun, o ballare come una forsennata imitando Britney Spears
-Non ha prezzo per tutto il resto c’è master card- fecero in coro Lauren, Leonor e Robert, mostrando una perfetta sintonia, il modo di dire della ballerina, preso da una pubblicità, era ormai diventato di gergo familiare per i suoi amici.
La serata proseguì tra le risate e un vociare continuo e allegro, la brutta esperienza era alle spalle ormai sepolta e anche la dolcissima telefonata tra Tom e Lauren a mezzanotte fu un toccasana per l’umore della ragazza che alle due, esausta prese un taxi e tornò a casa.
Sul portone di casa indugiò un istante sull’ennesima scritta offensiva rivolta a lei dalle fan sfegatate di Tom che la riportò alla realtà, anche se mai avrebbe voluto giungere a questo, la sua vita non sarebbe stata più la stessa, la sua relazione con Tom e la sua profonda amicizia con Bill erano di dominio pubblico, la sua vita privata si trovava di colpo ad essere più esposta del previsto.  Con questo fulmineo pensiero triste chiamò l’ascensore, entrò in casa e si coricò, la sveglia era puntata sulle quattro e trenta, aveva un aereo da prendere alla sette e venticinque e mai l’avrebbe perso!

In un aeroporto deserto Lauren corse incontro a Tom, entrambe incuranti di quello che si svolgeva intorno a loro si baciarono a lungo e con trasporto, quando si accorsero di essersi lasciati un po’ troppo andare in effusioni e carezze, si separarono:
-Ehi, piccolo zombie hip pop, bella cera.
-Fanculo piccola ballerina come cavolo sei aghindata? Dov’è la mia fragolina parigina sempre così elegante?
-E’ stata morsa da una cubista hip pop, non sono carina?
-Sì, sei sempre stupenda.
-Così mi mimetizzo meglio, non vorrei essere assaltata da un’orda di ragazzine urlanti.
-Ma abbiamo predisposto tutto per te e Lotti.
-Ma dai, viene anche Lotti?
-Sì Bill è riuscito ad organizzare tutto
-Ok se c’è di mezzo Bill siamo spacciate, come sta cucciolo febbricitante?
-Benone ha bevuto come una spugna e ora si sta sparando una lauta colazione con gli altri cretini della band e i soliti pazzi irriducibili.
-Matt avrà un lavoro certosino per truccare Bill facendolo apparire appena uscito da una Spa.
-Matt ama le scommesse, le sfide sono il pane del truccatore e restaurare Bill dopo una festa è un’impresa titanica.
-E tu?
-Eccomi fresco come un pollo appena spennato, ho gli occhi tenuti su con gli stecchini dei tramezzini su un vassoio di antipasti, per il resto bene.
-Bene fai rombare il truzzo catorcio non vedo l’ora di riabbracciare cucciolo.
-No, cucciolo non è nella tana, vorrei almeno per mezz’ora aver la casa libera.
-Pensieri impuri?
-Molto impuri, ricordi, dobbiamo festeggiare con il fuso orario di New York e chi lo fa a Capodanno lo fa tutto l’anno.
-Be’ speravo che insomma cercassi di migliorare il tuo record di dieci minuti almeno il primo di gennaio.
-Fanculo stronza, io sono un drago tra le lenzuola.
-Certo lo so mio piccolo Grisù.
-Lo sai che quel soprannome mi innervosisce.
-Già dimenticavo Tommichou- Lauren baciò il ragazzo mentre erano fermi ad un semaforo, il ragazzo indugiò un po’ a staccarsi da quelle morbide e calde labbra ma un clacson lo riportò alla realtà in meno di mezz’ora furono soli in casa e in camera da letto.
-Cavoli sotto la felpa e la maglietta XXL c’è un romanticone, come ti amo- esclamò Lauren vedendo il letto di Tom invaso dai petali di rosa, una bottiglia di champagne e due calici pronti in un secchiello traboccante di ghiaccio- ma ci sono le rose del mio ammiratore segreto, il mazzo di rose della mia dolce band e i cioccolatini di cucciolo.
-Certo le avevamo preparate per te.
-Infatti ero tristissima di non trovarli come sempre in camerino, ero già pronta ad inveire e fare l’offesa.
-E invece- Tom lasciò la frase in sospeso perché già si era avviato alla bottiglia di champagne, poi mise musica lenta e soffusa mentre faceva il conto alla rovescia in coro con Lauren che lo guardava adorante, in cuor suo il suo sentimento che per qualche minuto aveva vacillato, ora era più forte che mai.

-Allora i piccioncini- fecero in coro Gustav, Georg e Bill aprendo il portellone della lussuosa macchina che li avrebbe condotti a Berlino.
-Ciao- urlò felice Lauren saltando al collo di Bill- auguri di buon anno!- aggiungendo un bacio sonoro sulla bocca del ragazzo con in mano un rametto di vischio mentre Bill sorridente e felice accettava di buon grado le sue effusioni .
-Per Tom sembra iniziato a rilento ma bene, è andato in meta?- chiese ironicamente Gustav.
-Senti- fece Lauren con una voce da maestrina zitella acida- tutta invidia, siamo stati rapidi è vero, ma se il tempo ce l’avesse permesso il fuoco fatuo si sarebbe trasformato in un lanciafiamme.
-Invece come sempre è stata una scintilla- concluse ironico Georg
-Non importa la durata ma l’intensità- precisò Lauren ridendo divertita per il cameratismo da spogliatoio che si stava creando.
-Ce la condisci così?- chiese sornione Gustav.
-Sì, certo sarebbe durata di più se non avesse avuto il solito intoppo della biancheria intima- confessò amareggiata Lauren
-Lo scoglio solito dei gancetti?- ironizzò Bill mentre deglutiva lentamente con un lieve tono di gelosia.
-Allora possiamo smetterla di sputtanare il sottoscritto in sua presenza, sono forse trasparente?- fece adirato Tom.
-No, ma la tua manualità da Bradipo è nota ai più- spiegò Georg sorridendo con sguardo furbetto.
-Bill, i vostri allenamenti con l’orso e il reggiseno della signora Simone, non hanno sortito nessun effetto, e dire che suona la chitarra, con le dita ci dovrebbe essere abituato a fare azioni di manualità fine e invece.
-Ribadisco, sono qui e sono sempre più incazzato, allora se la mia fidanzata bastarda si mette delle trappole allucinanti di pizzo e merletti che mi mandano in confusione e non si sa come toglierli non è colpa mia.
-Ok l’anno prossimo un manuale di Lingerie femminile sotto l’albero- concluse Lauren baciando sulla guancia Tom per calmarlo.
-Un bigino ci vuole per il suo cervello- affondò Gustav con una luce di sadismo negli occhi.
-Insomma Lauren sfido uno di questi imbecilli a fare meglio di me- disse con fervore Tom mal calcolando le sue parole.
-Sei sicuro?- domandò Lauren guardando gli occhi di Gustav e Georg che si accendevano di curiosità e Bill arrossiva pensieroso, mentre si figurava il corpo di Lauren in un completino mozzafiato di pizzo.
-No, non in quel senso- ribatté rosso gambero Tom che vacillava- insomma mi si presenta in un body nero vedo, non vedo con pizzo rosso e giarrettiera rossa. Un’ eleganza e raffinatezza da Femme fatale appena uscita dal video di Moulin Rouge…
-Insomma il piccolo Tommichou in tilt, con la salivazione azzerata e gli occhi lucidi da pesce lesso andato a male e l’unico mononeurone che deve comandare le mani, impresa titanica.- spiegò Lauren
-Certo non ho chiuso occhio tutta notte- si difese strenuamente il ragazzo- ero provato e poi.
-Insomma mi comprerò dei post-it e lo guiderò passo, passo, farò delle frecce o gli fornisco delle istruzioni per l’uso la prossima volta- spiegò ridendo la ragazza.
-Avrei voluto vederlo- concluse Georg
-Sì averlo visto vacillare di fronte a quella cosa che dice di saper fare come un Dio non ha prezzo- fece Gustav ridendo, poi in coro Lauren, Georg e Bill aggiunsero:
-Per tutto il resto c’è Master Card.
Mentre Tom si toglieva il cappello e cominciava ad usarlo a destra e manca per picchiare chiunque si trovasse a tiro. Lauren ripensò ai momenti divertenti e bui della notte appena trascorsa e si buttò felice nella mischia, ora si sentiva a casa e pienamente felice.

-Bene, cosa mangiamo di bello?- chiese Lauren entrando nell’ampia casa dei gemelli ancora immersa nel buio e nel silenzio.
-Uhm, difficile a dire- disse Bill passando davanti al fratello e dirigendosi verso la sua camera.
Lauren si avviò in cucina seguita da Tom che come i cavalli camminava per inerzia.
-Porca merda, il deserto dei Tartari- esclamò la ragazza- non c’è nulla, neanche un piccolo avanzo.
-Credo che mamma abbia fatto pulizia perché di solito quando ci lascia soli dopo trova dei reperti archeologici.
-Come questo?-Lauren prese in mano un non ben definito formaggio che aveva dei funghi blu e aveva infestato il frigo- risalente all’epoca
-Del mesozoico credo- fece Bill entrando in cucina in modalità zombie Tokio Hotel con criniera laccata.
-Opterei per una pizza- suggerì Tom
-No, raga, lo sapete per una che è cresciuta con una tata italiana non può mangiare una pizza da asporto, magari riscaldata dal cartone nel forno.
-Perché tu come la scaldi?
-Ah sacrilegio, vade retro, esci da questo corpo oh uomo inutile- Lauren si avvicinò a Bill gesticolando come un esorcista- si scalda almeno ponendola in una teglia.
-Se non mangiamo la pizza?- chiese il ragazzo fermando le braccia della ragazza e cercando di farle il solletico.
-Oh donna, allora datti da fare in cucina- disse Tom
- Oh tu uomo delle caverne, maschilista, macho, inutile essere dal cromosoma xy, se vuoi rivederla per Pasqua non aggiungere altro- rispose Lauren alle provocazioni spiritose di Tom
-Cinese allora- suggerì Bill.
-Sì per me va bene- asserì Lauren- un riso alla cantonese è l’ideale.
-Tom dove teniamo i volantini del take away con consegna?
-Nel cassetto delle ricette sotto al robot da cucina.
- Eccolo allora- Bill prese un mazzetto di volantini e cominciò a sfogliarli- io prendo pollo alle mandorle, vitello in agrodolce, involtini primavera e ravioli al vapore misti.
-Io maiale in agrodolce, vitello piccante, ravioli al vapore con gamberetti, involtino primavera, gamberi funghi e bambù e…
-Ma sì dai aggiungi anche un dinosauro farcito e brasato di brontosauro con riso al curry e poi siamo a posto- fece Lauren sbalordita per la quantità di cibo che volevano ordinare i ragazzi.
-Conta che noi abbiamo praticamente mangiato parecchie ore fa.
-Ovvero a Berlino all’una e mezza più o meno e poi lauta merenda verso le cinque- concluse Lauren.
-Esatto, ci manca una buona cenetta prima di imbalsamarmi a letto fino a domani a quest’ora.
-Tom vorrei ricordarti che domani partiamo per il nostro viaggetto romantico.
Il ragazzo fece una faccia sorpresa un po’ titubante.
-Non te lo ricordavi?- alzò la voce Lauren.
-Sì sì- annuì poco convinto Tom.
-Certo ha anche preparato le valigie- rise sornione Bill mentre si prendeva un gestaccio da Tom
-Cosa- urlò sempre più scocciata la ragazza- vuoi dire che non hai la valigia pronta e ti eri completamente scordato?
-No, no- si difese Tom che temeva l’ira funesta della ragazza che lo stava sovrastando con cipiglio adirato e sventolando il suo dito .
-No la valigia è quasi pronta- fece sempre più titubante Tom indietreggiando.
-Certo è vuota, aperta sul letto e aspetta che per auto definizione si prepari -ironizzò Bill.
-Ma aspettavo il mio fiorellino per prepararla al meglio, non sapendo quale sarà la nostra meta…-si difese Tom
-Hiiiiiiiiii- fece Bill con le unghie laccate imitando uno che si arrampica sugli specchi.
-Ok- fece Lauren fingendo di essere in collera- porcospino tu telefona per l’ordine io prendo riso alla cantonese e pollo al limone, mi farete assaggiare un raviolino vero?
-Sì come al solito mi mangerai metà del cibo nel mio piatto.
-Certo come minimo, devi farti perdonare per non aver preparato i bagagli- fece la ragazza attaccandosi al collo del regazzo baciandolo affattuosamente

-Ok è ufficiale siete delle fogne- esclamò lauren quando tom attaccò il terzo cartone del suo menù da asporto
-Zitta donna che non hai neanche voluto cucinare!- rispose il ragazzo addentando un involtino primavera.
-Ti rubo un raviolo- fece Lauren allungando la bacchetta.
-Felma- la bloccò prontamente con la mano il ragazzo, mentre masticava il suo boccone
-Uffi, eravamo d’accordo- replicò la ballerina cercando con l’altra mano di afferrare il cartone dei ravioli messa prontamente al sicuro da Tom
-No, no, tu hai chiesto io non ho dato l’assenso.
-Perfetto prenderò le misure del caso- Lauren fece la gattina si alzò fulminea e sfoderando il suo fascino cominciò a circuire Bill. Sinuosa e ferina si avvicinò al ragazzo gli passò una mano sul collo poi si avvicinò a lui verso la sua guancia e facendogli delle lievi carezze intorno all’orecchio allungo la testa fino ad appoggiarla sulla sua spalla, Bill con il cuore che batteva all’impazzata e imbarazzato le allungò un raviolo, la ragazza lo morsicò con voluttà sfidando con lo sguardo Tom che si stava ingelosendo, ma proseguiva mangiando circondando con le braccia il suo cartone ben sapendo che la ragazza avrebbe tentato la stessa mossa sensuale con lui.
Il tentativo di espugnare la barricata di Tom fu però interrotto improvvisamente quando Lauren tra le braccia di Tom e sulle sue ginocchia venne fermata da una esclamazione di Bill:
-Porca merda ho avuto un flash di sta notte!
-Bill ti pare? Mi sono presa un colpo- e mentre era seduta con Tom scrutò lo sguardo del ragazzo atterrito.
-Dimmi che non è vero?- fece preoccupato il ragazzo rimandando uno sguardo supplichevole al gemello.
-Credo di sì- rispose secco Tom.
-Insomma rendete intellegibile anche a me la storia?
-No, non può essere- proferì triste Bill
-Ebbene sì, sappiamo bene quale effetto a su di te l’alcool.
-Deleterio- disse leconica Lauren ben conoscendo l’amico.
-Bella performance Bill però, indimenticabile.
-No- proferì con un filo di voce.
-Agevolo il filmato- Tom sadicamente estrasse il suo cellulare dalla tasca della felpa e con Lauren sulle ginocchia cominciò a far partire le prove video.
-No- esclamò Lauren- bellino il tuo culetto piatto che ondeggia, cavoli che mossa il lancio della camicia- e poco dopo- no ti hanno messo i soldi, ma dai, oddio oddio c’è Georg sul cubo, ti prego, ti prego dobbiamo metterla su you tube- Lauren rideva alle lacrime mentre Bill sempre più pallido aveva smesso di mangiare.
-Ma va fan culo- esclamò Bill
-Quanti soldi hai fatto?
-Ripeto va fan culo stronza sadica con gemello sadico il doppio.
-Galeotta fu la birra- disse Lauren divertita
-Fosse solo questo- aggiunse sadicamente Tom
-Perché c’è dell’altro, più gustoso?- chiese Lauren con una strana luce negli occhi.
-Ma certo- affermò con sguardo gelido Tom ridendo sotto i baffi
-Dimmi di no, dimmi che non l’ho fatto con mononeurone ossigenato.
-Ebbene sì- confermò il fratello riprendendo a mangiare il suo secondo involtino, il primo era stato finito dalla ragazza sulle sue ginocchia.
-Chi è mononeurone ossigenato?- chiese curiosa Lauren.
-Una che ha ossessionato Bill qualche mese fa, conosciuta a una festa da Gustav, ha estorto con torture a Bill il numero e lo ha assillato.
-Ma me l’ero scollata!- esclamò sempre più sconsolato il ragazzo
-Certo se uno bacia tutte le ragazze della festa con in mano il vischio e, con tre di loro tra cui Mononeurone ossigenato, pomicia tutta la notte alternativamente, agevolo per questo il filmato- Tom scorse la cartella dei video e ne fece partire uno.
-Porca paletta straccia vi siete slogati la mascella Bill- commentò Lauren guardando lo schermo- complimenti cucciolo ottima scelta, la para condicio vedo, una mora, una bionda e una rossa. Ecco perché la Mononeurone ossigenato è stata l’eletta, due air bag strabordanti, strano che Tom non ci abbia fatto un giro- concluse maliziosa Lauren accarezzando il ragazzo dietro all’orecchio come le piaceva fare.
-Non mi sarei mai permesso- si difese non molto convinto Tom.
-Dici, secondo me solo il fatto che tu abbia filmato è indice di voyeurismo, come a voler ogni tanto dare uno sguardo alla scollatura generosa e alla latteria che si muove bene.
-No, no non è come credi- si difese Tom gesticolando, mentre Bill abbozzava un sorrisino soddisfatto le ire di Lauren si stavano abbattendo sul gemello.
-Oddio l’incubo si sta materializzando- urlò Bill prima che la furia di Lauren cavasse gli occhi a Tom, dalla sua camera proveniva una musica inquietante.
Il ragazzo corse verso la sua camera, prese il cellulare che suonava e vibrava e tornò in cucina bianco come un cencio.
-E’ lei- esclamò passando il cellulare a Tom
-Che cazzo ci faccio io con sto coso vibrante?
-Te lo infilo dove dico io?- suggerì Lauren facendo finta di essere in collera prendendo il cellulare- che cazzo di suoneria è?
-Lo squalo- rispose agghiacciato Bill
-Direi eloquente, permetti?- Lauren aprì il telefono e rispose:
“- Pronto?
-Pronto chi sei?
-Chi sei tu, sei tu che telefoni a me.
-Posso parlare con Bill?
-Bill chi?
-Dai, smettila.
-No, Bill chi, questo è il mio telefono.
-Dai, lo so che è lì, mi passi Bill.
-Ma Bill chi?
-Bill Kaulitz
-Seeee
-Questo è il suo numero me lo ha dato lui stesso
-Sì anche a me Billie Joe mi ha dato il suo numero ma fammi il piacere”- e Lauren riattaccò ridendo.
Poco dopo il telefono risuonò:
-“Pronto?
-Ciao mi passi Bill?
-Ancora? Guarda che hai sbagliato.
-Ma no, insisto, per due mesi siamo usciti insieme e ci telefonavamo e massaggiavamo come due piccioncini.
-Be’ avrai sgagazzato troppo sulla sua macchina perché sappi che questo è il mio numero.
-Non è possibile.
-Senti, adesso io riattacco non chiamarmi più mi hai stufato come te lo devo dire che hai sbagliato numero!”
Lauren rise riattaccando il cellulare poi si rivolse a Bill
-Avrei voluto vedervi le due colombelle.
-Fan culo- rispose Bill facendo un gestaccio
-Erano bellissimi- raccontò Tom ridendo
I tre ragazzi finirono di mangiare ridendo e scherzando, prendere per i fondelli Bill e le sue storielle di flirt sfigate era uno spasso che Tom gradiva molto, anche Bill tuttavia si vendicava raccontando aneddoti di flirt estivi del gemello.

-Ok, ora al lavoro- concluse Lauren- i bagagli ci aspettano!
Lauren e Tom si avviarono verso la camera, sul letto giaceva la valigia semi vuota e alcuni effetti sparsi qua e là
-Bene Tommichou, un indizio, devi solo mettere, ed è obbligatorio, due pantaloni della tuta che non siano a cavallo basso grazie.
-Devo temere alcune attività sportive faticose?
-No, aria pura, passeggiate romantiche e relax.
-E allora perché la tuta che io non metto volentieri?
-Perché lo dico io e basta- Lauren fu perentoria, si avviò alla sua valigia, prese i suoi effetti personali e si avviò in bagno quando uscì subito Tom reagì:
-Come cavolo sei messa?
-Sexy e spiritosa no?- fece Lauren fiera facendo una giravolta.
-Veramente sexy per nulla, vedo solo una fragola gigante e basta, un po’ troppo fragola, un po’ troppo rosa.
-Fanculizzati brutto buzzurro troglodita hip popparo dei miei stivali-
Lauren come una furia si diresse in camera di Bill, il ragazzo era appena uscito dal bagno dove si era tolto tutta la fatica di una festa, una notte insonne  e un mini concerto di inizio anno a trl. Portava dei leggeri pantaloni di un pigiama in cotone grigio della linea di intimo sua preferita, il torso scoperto e i capelli appena phonati senza piega.
-Bill che ne pensi?- fece Lauren presentandosi leziosa.
-Carina, molto Lauren.
-Ecco appunto- disse perentoria la ragazza- ciabattone a fragolina, camicia da notte corta con manichine a palloncino leggera e un po’ trasparente e poi guarda- la ragazza senza indugio si avvicinò al ragazzo che si era seduto sul letto per riprendersi dalla visione- le mutandine non sono deliziose? Riprendono la fantasia con le fragoline rosine e poi al posto del fiocchetto guarda- intanto i due ragazzi erano stati raggiunti da Tom che commentò
-Dai sembra una bambina di undici anni.
-Idiota il completino è carino vero Bill?
Il ragazzo con un filo di voce per l’emozione intensa che stava provando poté solo rispondere
-Sì.
-Guarda una fragolina qui e poi anche qui- Lauren mostrò il reggiseno che al centro portava una fragolina, il suo corpo lezioso, delicato e affusolato fece capolino mandando in corto circuito il cervello di Bill- e poi guarda-la ragazza si girò mostrando il sedere- c’è scritto mordimi- concluse fiera.
-Ma dai è bambinesco.
-Non capisci nulla ho optato per questo completino basic viste le tue doti di imbranato cronico se solo metto qualcosa di più sofisticato e comunque questo reggiseno non ha i gancetti quindi forse riuscirai a togliermelo prima che mi si geli lo slancio.
Tom rosso pomodoro prese per mano la ragazza per trascinarla via dalla camera:
-Bill ci raggiungi guardiamo insieme un film mentre idiota rasta fa la valigia?
-Sì fra un po’ vi raggiungo.
-No subito- fu perentoria Lauren afferrando l’amico per mano e tirandolo lievemente- se no ti addormenti.
-No, no aspetta- si difese strenuamente il ragazzo
Lauren lo fece alzare poi notò i pantaloni e arrossì profondamente:
-Scusa, scusa scusa, non volevo mi scordo, scusa oddio- Lauren corse fuori mollando anche la mano di Tom che lanciò un’occhiata gelosa a Bill che si era riseduto testa china fortemente in imbarazzo.

-Sono un’idiota, faccio sempre così.
-No dai, a noi ragazzi  va subito il sangue al cervello.
-Ah allora ammetti siete delle teste del ca…
-No, idiota non in quel senso- Tom afferrò la ragazza per le spalle abbracciandola da dietro e dandole dei piccoli bacetti sul collo.
-Mi dispiace sono una stronza, mi scordo sempre, non volevo, lui è il mio migliore amico.
-Sì ma è un ragazzo- precisò Tom.
-Già.
Lauren si divincolò dalla stretta del ragazzo e senza indugio andò verso la libreria che conteneva i dvd:
-Vai a fare la valigia io prendo un film- disse contrita e pensierosa.
-Non uno strappa lacrime mieloso- la scongiurò Tom
-No- rassicurò la ragazza scorrendo la prima fila dei dvd.

Tom si avviò in camera poco dopo fu raggiunta da Bill e Lauren, la ragazza aveva un sorriso smagliante, il ragazzo si era ripreso.
-Ok ecco, ah a proposito bella la vostra collezione di film porno- disse divertita Lauren fissando negli occhi Tom che piegava la sua T-shirt preferita
-Ma sei fuori?- esclamò irritato.
-Ho preso lo sgabello e ho visto tutto!- annunciò ironica.
-Sono di Bill- si difese imbarazzato nascondendo il volto nella valigia.
-Ma va cagare idiota- lo insultò il fratello
-Sorvoliamo ora attacco, tu lavora schiavo sei da dieci minuti in contemplazione del settore magliette, fan culo mettine in valigia cinque è fatta, tanto sono tutte larghe e truzze.
Lauren mise su il film e urlò soddisfatta:
-Mulan!
-Mulan?- inveì Tom- che cazzo di film, oddio voglio morire.
-Lavora- lo redarguì la ragazza sdraiandosi a pancia in giù con la testa rivolta ai piedi del letto dove era seduto Bill.
Pochi minuti dopo Lauren cominciò a cantare.
-No ti prego dimmi che non è vero, dimmi che ho sognato, ho sbagliato ragazza all’aeroporto!- esclamò Tom
-No, sono io e Mulan è il nostro cartone preferito, vero Bill?
-Più o meno- accennò Bill intimidito dallo sguardo stupito di Tom mescolato a incredulità.
Dopo dieci minuti Lauren urlò ecco la mia canzone preferita e con voce soave cominciò a cantare, Bill seguiva interessato, anche a lui quella canzone non dispiaceva e con le cose che erano successe con il padre si sentì particolarmente colpito. Tom si era chiuso nel suo mutismo indaffarato con la sua valigia.
-No ti prego- intervenne ad un certo punto il ragazzo abbandonando per un istante il suo necessaire sul letto quando Lauren cominciò a fare le ombre cinesi sul muro e a recitare i dialoghi a memoria
-Mushu- urlò poi la ragazza- Bill vai a prenderlo?
-Sì.
-L’hai ancora?
-Sì, certo.
Il ragazzo fece capolino dopo pochi minuti con un peluche di Mushu, un po’ vecchiotto e consumato.
-Mushu- Lauren lo prese in mano e baciò il ragazzo poi si avvicinò a Tom e glielo sventolo sul viso- Mushu.
-Ma che schifo- urlò Tom cercando di afferrare quell’oggetto arancio-rosso di pezza.
-Giù le mani dal mio Mushu- ululò Bill.
-Voglio morire, mi sono risvegliato in un incubo? È la mancanza di sonno che mi fa male.
-Uffi, non denigrare il nostro Mushu!
-Già- disse perentorio Bill
-Questo è il primo regalo che ho spedito a Bill appena arrivata a Parigi, Mushu.
Poi Bill andò verso l’armadio di Tom e nel cassetto dei cappelli ne prese uno.
-Ecco, vedi anche il signor duro ha le sue falle.
Lauren prese il cappello con le orecchie da topolino e lo mise in testa a Tom esclamando:
-Lo hai tenuto!- gli buttò le braccia al collo e gli stampò un bacio sulla bocca
-No- disse imbarazzato Tom- volevo buttarlo e non mi ricordavo dov’era finito.
-Ma che dici se era tra i tuoi cappelli preferiti- fece la spia Bill con un sorrisino sornione
-Non è vero- fece burbero il ragazzo.
-Romanticone con faccia da duro, come sei puccioso esclamò la ragazza passando la mano tra i capelli rasta.
-Puccioso?- disse timidamente Bill con sguardo interrogatorio rivolto alla ragazza che sorrideva ironica coccolando come una gattina Tom
-Ma fan culo a tutte e due- esclamò adirato il ragazzo staccandosi dall’abbraccio di Lauren- tornate a vedere il film che è meglio.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Lalla Aya