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Autore: Erestor    16/03/2010    1 recensioni
Ci troviamo nelle Terra di Mezzo verso la fine della Terza Era. Gli uomini regnano sovrani, di Nani ne son rimasti ben pochi e vivono al di sotto delle montagne allacciando raramente rapporti con gli uomini. Gli Hobbit sono anch'essi ormai quasi estinti, ve ne sono solo nella vecchia Contea. Per quanto riguarda gli Elfi si sono allontanati dal resto delle popolazioni della Terra di Mezzo. Sono rimasti in un numero alquanto esiguo e così hanno deciso di riunirsi e fondare un'unica città dove vivere insieme. Questa città chiamata Valar in onore delle loro divinità, era situata al centro di Bosco Atro, nell'Ithilien e protetta da una fitta barriera creata dai grandi Saggi Elfici.
Genere: Fantasy, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salveee eccomi con il nuovo capitolo...non vi sono ancora scene slash poichè non voglio andare di fretta e rovinare la storia...
Scusate il ritardo ma è colpa della scuola XDD passiamo ora alle recensioni:
lilith_91 : scusa se non ti ho risposto negli altri capitoli comunque spero che ti sia piaciuto l'incontro fra i due protagonisti ^^
Alchimista : grazie per il tuo commento, anche io non amo molto l' OCC ma non ho potuto farne a meno! credo che infondo ogni uomo può cadere vittima delle proprie debolezze ma forse chissà, Aragorn riuscirà a sopportare! XDD
mizzbimbadolse : anche a me piace questa accoppiata!XDD li stra-adoro*-* ma insomma, come non si può adorare quel visino d'angelo di Leg???XDDD
crocchetta: grazie per la recensione e spero che ti piaccia anche questo capitolo *-*




Ainwen appena superata la barriera corse a perdifiato per i boschi di Valar. Doveva tornare a palazzo e raccontare tutto quello che era successo al Re così magari avrebbero potuto fare qualcosa per salvare Legolas.
Entrò quindi nel palazzo passando per una delle tante porte secondarie, precisamente quella che dava alla cucina. Era ancora notte fonda e non si aspettava di trovare Dorlas che sembrava la stessa aspettando.
Infatti, appena Ainwen entrò nella stanza Dorlas saltò in piedi dalla sedia ove era seduta correndo incontro alla ragazza ed abbracciandola dolcemente. Non era tipico degli Elfi ma in quel momento poco importava, era troppo felice di poter stringere Ainwen a se.

-sei qui...-

ripeteva continuamente la donna accarezzandole la schiena.

-si si Dorlas sono tornata...Legolas mi ha salvata...ma...-

rispose allontanandola leggermente da se per poterla guardare in viso.

-loro l'hanno preso...per colpa mia-

disse mentre le lacrime le rigavano il volto. Dorlas subito gliele asciugò con il palmo della mano.

-ma no bambina mia...che dici? Non fare scherzi...dov'è Legolas?-

-l'hanno preso...quell'uomo...il Principe di Gondor...era lui...ho sentito gli altri uomini chiamarlo così più di una volta...ha proposto a Legolas uno scambio...lui in cambio di me...e Legolas ha accettato...-

terminò la ragazza ora scossa da dei continui singhiozzi. Anche Dorlas si lasciò sfuggire qualche lacrima stringendo nuovamente a se la giovane

-è colpa mia...è colpa mia...-

continuava a ripetere ma Dorlas la bloccò

-no no...non disperare...Legolas è forte...su ora andiamo dal Re...magari troverà una soluzione-

e così le speranze di entrambe si riaccesero mentre velocemente si dirigevano verso le stanze del Re.
Il Re si alzò immediatamente dal letto quando una delle due guardie poste a controllo della sua camera prese a bussare freneticamente.

-ma allora? Si può sapere cos'è tutto questo trambusto?-

chiese guardando la guardia con aria interrogativa.

-zio...-

disse una voce flebile dietro la guardia che il Re riconobbe subito

-Ainwen...-

disse oltrepassando la guardia ed abbracciando la ragazza. Si staccò leggermente da lei e la guardò sorpreso rivolgendo lo sguardo anche a Dorlas.

-tu...ma com'è possibile? Bisogna dare questa notizia anche a Legolas ne sarà felice...-

-no...no zio...ascoltami...-

disse Ainwen cercando di calmare la felicità del Sovrano che però sembrava non sentirla

-cara cara!-

chiamò destando così sua moglie che subito uscì dalla stanza e notando la nipote corse anche lei ad abbracciarla

-hai visto i Valar hanno ascoltato le nostre preghiere!-

Ainwen abbracciò anche la Regina ma poi si staccò anche da lei guardando i due sovrani con le lacrime agli occhi

-devo...devo dirvi una cosa...-

-tutto quello che vorrai Ainwen...ma prima perchè non andiamo nella stanza accanto, così puoi sederti e bere qualcosa di caldo...sarai stanca e spaventata...-

disse la Regina accarezzandole una guancia ma notò come fosse fredda e intercettò per un attimo lo sguardo della giovane attraverso il quale, potette leggere la verità e tutto quello che era accaduto al figlio

-No! No!-

gridò in preda al panico riuscendo appena a reggersi in piedi

-dimmi che non è vero! Non può essere!-

continuava a ripetere come impazzita. Thranduil spaventato la sorresse e lesse negli occhi della moglie quella verità che lo lasciò senza parole.
Senza dire nulla fece segno alle guardie di aiutare la moglie e tornare a letto sussurrandole che avrebbe trovato un modo per riportare il figlio a casa anche se sapeva che era impossibile. Diede poi l'ordine a Dorlas di prepararle una tisana per calmarla.

-Ainwen spero che tu ti renda conto di quello a cui hanno portato le tue azioni sconsiderate...-

la giovane non rispose, quelle parole l'avevano ferita più di quanto potesse immaginare

-Legolas...l'erede al trono...il mio Legolas è in mano a quell'uomo...all'erede al trono di Gondor...all'erede di Isildur...-

il Re pronunciava queste parole con dolore e rabbia ma non odiava la nipote, non avrebbe mai potuto.

-mi dispiace...-

riuscì solo a dire Ainwen mentre riprendeva a piangere

-le tue lacrime non lo riporteranno qui...-

-e allora cosa posso fare?-

-niente Ainwen niente... possiamo solo pregare i Valar affinchè Legolas riesca a scappare prima della fine dell'estate quando la barriera sarà ancora debole...-

e con queste parole rientrò nella propria camera seguito da Dorlas con la tisana. Ainwen distrutta si ritirò correndo nella propria camera.



Intanto nei pressi di Gondor


-puoi anche slegarmi...lo sai che non scapperò, ho fatto un patto con te e lo onorerò...-

il Principe di Gondor si mise in piedi dal suo giaciglio e si avvicinò all'Elfo ancora seduto. Si inginocchiò ponendo le gambe ai lati di quelle dell'elfo così da avere i due visi a poca distanza.

-Boromir mi ha sempre detto che gli Elfi tengono molto al proprio onore...quindi mi fiderò di te Principe...-

gli disse slegando i nodi che tenevano legati i polsi.

-non hai dormito stanotte?-

-non ho potuto-

-e come mai?-

-primo noi Elfi non abbiamo il bisogno di dormire tutte le notti, secondo lei Signor Principe russa e si muove continuamente nel sonno...il che non è affatto regale...-

Aragorn scoppiò in una fragorosa risata alzandosi da terra

-oh mi dispiace Principino, noi mortali non siamo perfetti come Lei... ma provvederò affinchè il suo sonno non venga più disturbato...-

e così dicendo porse una mano all'Elfo che lo guardò perplesso

-se vuole seguirmi è ora di tornare a Palazzo-

e così Legolas si alzò ignorando completamente la mano dell'altro. Aragorn sorrise divertito e afferrando l'Elfo per un braccio lo trascinò fuori dalla tenda. Qui trovò già Boromir sveglio e così diede ordine agli altri tre uomini di smontare le tende poiché sarebbero tornati a casa.

Si voltò verso Legolas ed ancora una volta rimase affascinato dalla sua bellezza, il sole sembrava riflettersi su quei capelli color oro e poi i suoi occhi, così azzurri da far invidia al mare più limpido, parevano incatenare ad essi qualsiasi osservatore. Infatti per qualche tempo sia Aragorn che Boromir rimasero a fissarlo ma furono destati dalla voce del diretto interessato.

-è forse di uso fra voi mortali fissare le persone?-

chiese con tono quasi sarcastico guardando i due che finalmente sembravano essersi ripresi da quello stato di trance

-sei divertente Elfo-

disse Aragorn guardandolo con aria di superiorità

-comincio a credere di aver fatto bene a scambiarti con quella donna Elfo...lei non parlava mai e non era per nulla divertente....-

-non parlava poiché non conosce la vostra lingua, o per meglio dire, la capisce ma non sa parlarla-

-e tu, come mai la parli?-

-me la insegnò mio Padre anche se non credevo mi sarebbe mai servita...-

terminò con una punta di amarezza nella voce che l'uomo captò

-ti manca papà...e forse anche la mamma...-

disse volendolo istigare ma l'Elfo sorrise scuotendo la testa come se stesse riprendendo un bambino

-sono molto più vecchio di quello che possa sembrare...-

-ah si? E quanti anni hai? Se è lecito saperlo...-

-2931-

Aragorn rimase per qualche secondo senza parola e Boromir rise divertito

-te l'avevo detto che sono immortali-

disse il Capitano dando una pacca sulle spalle al suo Principe che sospirò rumorosamente

-eh già...-

rispose solamente mentre le tre guardie avevano ormai disfatto l'accampamento. Aragorn condusse Legolas al suo enorme cavallo nero

-avanti sali-

-non salgo su di un cavallo costretto fra mille briglie...va contro i miei princìpi...-

Aragorn sbuffò nuovamente. Si passò una mano fra i capelli dando poi l'ordine ad una delle sue guardie di dargli il proprio cavallo spogliandolo della sella e delle briglie. Il cavaliere così fece e, condusse poi all' Elfo un bellissimo cavallo bianco mentre lui saliva in groppa dietro un altro cavaliere

-così è consono ai vostri princìpi?-

chiese allora Aragorn con una nota di sarcasmo nella voce ma Legolas fece finta di nulla ed annuendo saltò in groppa all'animale con molta agilità, lasciando ancora a bocca aperte i presenti. Accarezzò poi dolcemente il cavallo e chiese il suo nome

-Aria-

gli rispose Aragorn riprendendosi e salendo a sua volta sul proprio destriero. Legolas sorrise sussurrando qualcosa in Elfico al cavallo che sembrava aver annuito. Così partirono per raggiungere il castello.
Aragorn cavalcava dietro al gruppo con Boromir ed entrambi continuavano a fissare la figura agile dell'Elfo davanti a loro che sembrava essere una sola cosa con l'animale. I suoi movimenti erano fluidi e sembrava danzare. Davanti all'Elfo vi erano invece i due cavalli delle guardie.
In mezza mattinata riuscirono ad arrivare a Minas Tirith. Aragorn smontò dal cavallo e lo stesso fece Legolas. Il Principe diede ordine di portare gli animali nelle stalle mentre si avviava seguito da Legolas e Boromir all'interno della costruzione in pietra.
Legolas rimase sbalordito nel vedere Minas Tirith. Non aveva mai visto un qualcosa di così imponente ed in un certo senso lo spaventava. Lui non era abituato a vivere rinchiuso fra delle mura e, a quanto aveva potuto vedere, il bosco era abbastanza lontano dalla città.
Entrando in città aveva sentito una fitta al cuore che divenne ancora più pesante varcate le soglie del Castello.
Aragorn si voltò indietro e notò lo strano comportamento dell' Elfo che sembrava aver perso tutta la sua sicurezza ma non disse nulla, per lui sarebbe stato più semplice avere il controllo se l'altro si fosse sentito a disagio. I tre percorsero lunghi corridoi in pietra ed arrivarono alla sala del trono dove sedeva il Re Arathorn.

-buon giorno Padre-

lo salutò Aragorn facendosi nell'enorme stanza illuminata solo dalla luce che entrava da delle piccole finestre poste sulla sommità della stanza.
Il Re fece un cenno di saluto con il capo e fece lo stesso al saluto di Boromir. Rimase poi a fissare la strana creatura che si trovava fra i due uomini.

-e così ci sei riuscito...hai preso un Elfo...-

disse rivolto al figlio che sorrise

-in realtà padre ho preso il Principe degli Elfi-

il Re si alzò in piedi e andò verso i tre personaggi.
Incominciò a girare intorno a Legolas squadrandolo in tutto il suo aspetto.

-il figlio di Thranduil, l'erede al trono di Valar... questo si che è un brutto colpo per la tua gente-

disse ma Legolas non rispose. Trovò la forza di sopportare quel luogo e lo sguardo dell'uomo davanti a se. Eppure, in quegli occhi non vedeva cattiveria, forse solo timore.

-il mio popolo sopravviverà anche senza di me-

rispose cercando di non far trapelare le sue paure. Il Re non disse più nulla e tornò a sedere sul trono. Aragorn allora salutato anche Boromir fece cenno a Legolas di seguirlo.
Attraversarono altri corridoi e si fermarono davanti ad una porta.

-questa sarà la tua stanza...-

disse il giovane uomo

-è vicina alla mia...-

e nel dire quest'ultima frase usò un tono alquanto malizioso lasciando vagare il suo sguardo sul corpo dell'Elfo. Legolas si sentì messo a nudo ma la cosa non lo disturbava, ansi gli aveva fatto provare dei brividi.
Scosse il capo credendo di stare per impazzire ed entrò nella stanza subito dopo il Principe. Si guardò intorno e non la trovò male. La camera era enorme e vi erano per fortuna, due grandi finestre dalle quali entrava molta luce. Vi era poi al centro un enorme letto a baldacchino e collegata alla stanza, vi era quella per il bagno.

-spero che qui Principe nessuno disturbi il vostro sonno...-

disse Aragorn che ormai quando voleva beffeggiarlo usava dargli del “Lei”. Si fermò ancora a guardarlo con bramosia passandosi la lingua sulle labbra. L'Elfo a quel gesto fu scosso ancora da una serie di brividi.

-non credo che succederà...-

rispose Legolas destando il Principe

-ora se non vi dispiace vorrei restare solo-

Aragorn annuì e si diresse alla porta.

-ti farò portare dei vestiti della tua misura e più tardi ti farò chiamare per la cena-

Legolas non rispose. Odiava come l'uomo lo trattava ma in un certo senso si sentiva anche attratto da lui e dalle sue mani. Molte volte si era sorpreso a guardarle, così forti, si chiese come poteva essere il loro tocco.
Fu destato dai suoi pensieri dal rumore della porta che si era chiusa. Si guardò nuovamente intorno e si sentì più che mai perso. Si tolse così i calzari e si stese sul letto chiudendo gli occhi per cercare almeno di riposare.
Aragorn rimase qualche tempo fermo dietro la porta con le spalle poggiate ad essa. Non riusciva a capire ciò che voleva. Sapeva di desiderare l'Elfo ma allo stesso tempo sentiva di non volergli fare del male. Scosse la testa e si avviò verso la sua camera.
  
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