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Autore: Lau_McKagan    17/03/2010    5 recensioni
Li conoscevano tutti, anche se a scuola ci venivano ben poco, un po’ per il loro stile, un po’ per i loro modi strafottenti, un po’ perchè erano i Guns’n Roses. Insomma dei tipi del genere non sarebbero mai passati inosservati. A Laurel non interessavano più di tanto le stelle nascenti della musica moderna, per lei erano solo un branco di ragazzi disadattati che si atteggiavano da rock star, altezzosi e arroganti... cambierà idea?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Walk through the fire'
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Laurel aveva detto ai suoi che avrebbe passato la giornata con Sue e dormito da lei per festeggiare il suo compleanno, una tranquilla serata tra amiche. Fortunatamente i genitori di Sue erano fuori città, così non avrebbe rischiato che i suoi genitori li chiamassero. Passarono tutto il pomeriggio a fare compere, e rincasarono a sera inoltrata giusto in tempo per prepararsi. Laurel optò per una minigonna nera, maglietta bianca che le lasciava scoperta una spalla, anfibi in cuoio e giubbotto in jeans. Si truccò leggermente il viso senza esagerare. Completò il tutto cotonandosi leggermente i lunghi capelli biondi, e con un paio di orecchini a cerchio fuxia. Si guardò allo specchio soddisfatta, tutto sommato non stava niente male! Sue e Kris erano decisamente più provocanti nei loro vestiti mini e aderenti. Stavano comunque molto bene, sembravano più grandi soprattutto grazie al trucco pesante che si erano messe in faccia. Se le avessero viste così ai loro genitori sarebbe venuto un colpo!

 

Fuori dal locale gente di tutti i tipi era in fila per entrare.

“Hey Jeff!” urlò Kris sbracciandosi rivolta al buttafuori, un nerboruto ragazzo di colore dall’aria simpatica.

“Ciao Kris, è da un po’ che non ci si vede” lui le fece l’occhiolino.

“Come fai a conoscere quel tipo?”

“E’ un’amico di mio fratello, lavora come buttafuori in molti locali, è davvero un tipo giusto!”

“Cosa ci fai qui piccola? Anche tu per il concerto di quei tipi?”

“Oh certo, ci puoi contare!”

“Bha, non so cosa ci troviate, sono solo cinque ragazzini senza cervello, tutti moine e capelli”

“Dai poche storie, che ne dici di farci entrare? Non vorrai lasciare tre ragazze qua fuori tutte sole! E poi senti…ahhhhh dai!!! Hanno già iniziato a suonare!!!”

Dall’interno del locale si poteva già sentire lo strimpellare delle chitarre e degli altri strumenti.

“Ok ok, entrate, ma non esagerate, intesi? Voglio vedervi uscire sulle vostre gambe”

“Grazie Jeff, sei un mito!”

Entrando vennero assalite da una nebbia fatta di fumo, vapore e chissà cos’altro. Le luci erano basse, solo il piccolo palco in fondo alla sala era illuminato da potenti luci colorate. La gente, una miriade per un posto così piccolo, si affollava per lo più sotto al palco dove i ragazzi stavano suonando. Era incredibile. Solo frastuono, avrebbe detto suo padre. Ma la voce di Axl... tutt’altro che rumore. Per una attimo le parve di sentire solo lui in mezzo al vociare della folla.

She takes me away to that special place

And if I stared too long

I'd probably break down and cry

 

Sue e Kris erano già in prima fila a urlare e scalpitare, Axl dall’alto del palco mandava baci e strizzava occhi alle ragazze in delirio protese verso di lui, faceva parte dello show. Lei era rimasta impalata tra la gente che senza curarsene la prendeva a strattoni per passare. La musica continuò a suonare incessante fin quando le melodie dei giovani Guns lasciarono il posto ad un tutt’altro che melodioso disco, scelto da un DJ probabilmente poco esperto. Cercò le sue amiche con lo sguardo, stavano ballando in pista.

“Oh scusa!” un tizio visibilmente ubriaco le era finito addosso, rovesciandole sulla maglietta bianca gran parte della birra che teneva a stento in mano.

“Stai attento!”

“Bhè stai meglio così, sul serio!”

Laurel si guardò la maglietta bianca ormai diventata un sottile velo trasparente.

“Cavolo!”

Corse in bagno, percorrendo il lungo corridoio fumoso e pieno di tossici appoggiati alle pareti e ubriachi per terra, un vero schifo. Teneva le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso a terra, mentre camminava veloce.

“Hey ciao piccola!” quella voce le era famigliare.

Alzò lo sguardo sul ragazzo che solo il giorno prima l’aveva accompagnata fino a casa. Slash, si chiamava così giusto? Completamente sudato dopo il concerto cingeva con un braccio le spalle di una prosperosa bionda, e con l’altra mano teneva una lattina di birra. Di fianco a lui Duff, lo spilungone biondo, e Axl il playboy dalla voce angelica. Imbarazzata si strinse ancora di più le braccia al petto, e il contatto della maglia bagnata con la pelle le fece scorre dei brividi lungo la schiena.

“Ciao, scusa sono un po’ di fretta” rispose bruscamente cercando di tirarsi da parte.

“Aspetta, dai! Cazzo sei venuta alla fine eh!”

“Già, scusa io devo andare...”

“Slash non ci presenti la tua amica?”

“Ah sì certo, Duff lei è Lauren...”

“Laurel!” precisò stizzita.

“Giusto, Laurel, lo sapevo ok? Lui è Duff”

“Ciao” il biondo tese la mano verso di lei, che tenendo ben salda al petto l’altro braccio, glie la strinse borbottando un timido ciao. La sua stretta era molto forte, e calda. Per un attimo si fissarono negli occhi, e sotto quello sguardo Laurel provò una strana sensazione.

Duff dal canto suo aveva già visto in precedenza quella ragazza a scuola. Sembrava sempre sicura di se, tra l’altro era una delle poche, se non l’unica, che non stava continuamente attorno ai ragazzi della band, forse per questo le era piaciuta fin da subito, la trovava interessante, e senza dubbio carina. Più delle stupide ragazzine urlanti che gli si appiccicavano addosso, e anche più delle provocanti ragazze che ogni tanto si faceva.

“Ciao, io sono Axl”

“Ciao” strinse la mano anche a lui, un po’ dispiaciuto dal dover interrompere il piacevole contatto con la calda mano di Duff.

“Ti è piaciuto il concerto?” le chiese.

“Sì bhè, siamo arrivate un po’ in ritardo...”

“Male ragazza mia, molto male! Vi siete perse un grande show! Vuoi un sorso?”

“No grazie Slash, ne ho già avuta abbastanza di birra per oggi” rispose abbassando per una attimo lo guardo sua maglietta bagnata.

“Oh! Ma non è un problema, la mia amica qua non è mica gelosa se vediamo anche le tue”

“Fottiti!” ribattè la ragazza bionda togliendosi il braccio di Slash dalle spalle.

“Piantala Slash” Axl diede uno spintone all’amico, facendolo barcollare poi tornò a rivolgersi a Laurel “forse è meglio che ti cambi quella maglietta”

“Sì certo, sai di solito non mi porto il cambio...”

“Vieni, ne ho qualcuna nel backstage” Axl si girò per andarsene, ma si fermò quando si accorse che Laurel non aveva fatto un passo “Allora?”

“Non preoccuparti, non morde!” rise Slash “Ci si vede piccola!”

“Ci si vede Laurel”

Quando anche Duff si allontanò, tornò a guardare Axl che a braccia conserte l’aspettava spazientito “Ti muovi? Non ho mica tutta la sera!”

“Arrivo...” mosse incerta qualche passo seguendolo. Mentre camminavano fianco a fianco Laurel si voltò indietro, guardando Slash, la bionda e Duff che ormai erano lontani nel corridoio. In quel momento Duff si voltò e i loro sguardi si incrociarono per un attimo, rievocando la strana ma piacevole sensazione che aveva provato poco prima.

“Aspettami qui” Axl sparì dietro le quinte del palco tornando dopo pochi secondi con una maglietta bianca con Mickey Mouse in bella mostra.

“Mickey Mouse??” Laurel non riuscì a trattenere una risata.

“E allora? Mi piace quel topo... mettitela, non è sporca”

“Grazie...”

“Puoi tenerla, così ti ricorderai di me un giorno, piccola...” le si fece più vicino, troppo vicino. La sua mano arrivò a sfiorarle la guancia, per scendere delicatamente lungo il collo, e poi giù, sul fianco. Laurel rimase immobile “ci vediamo...” le sussurrò nell’orecchio, lasciandola tramortita e disarmata dalla dolcezza e dalla sensualità con cui la stava trattando. Non che non avesse mai ricevuto quel genere di attenzioni da altri ragazzi, in realtà era molto più sveglia di quel che poteva sembrare da quel punto di vista, ma Axl era diverso, così dannatamente provocante. Si riprese solo dopo che il ragazzo si fu allontanato, scosse la testa e si infilò nel bagno per rinfrescarsi. Cosa le stava succedendo? Quei ragazzi non le erano mai piaciuti, ma ora doveva ammettere che non erano poi così male. Lo stesso Slash, con la sua impertinenza, le stava quasi simpatico.

Ritornò in sala dopo qualche minuto, Sue e Kris appena la videro le corsero incontro.

“Ma dove cavolo sei stata! Dio, ci hai fatto prendere un colpo!”

“Sono solo andata in bagno Sue”

“Sei sparita da quando siamo entrate, pensavamo te ne fossi andata”

Sue notò la maglietta che Laurel indossava, di certo non la stessa con cui era uscita di casa.

“Laury, ma questa la riconosco! La indossa Axl! Come l’hai avuta?!”

“Oh questa... niente, mi hanno versato della birra addosso e lui me l’ha solo prestata...”

“Cosa?? Ma come lo conosci??”

“Conoscerlo è una parola grossa... Slash me l’ha presentato solo stasera con Duff e...”

“Slash, Duff? Ma allora li conosci tutti! Laurel perchè non ce l’hai detto! Siamo tue amiche accidenti!”

“Non farne una tragedia adesso! Li conosco appena, Slash abita nel mio quartiere, figurati, non lo sapevo nemmeno fino a ieri, abbiamo fatto un pezzo di strada insieme per tornare a casa, e prima l’ho incontrato mentre stavo andando in bagno e mi ha presentato i suoi amici, tutto qui!”

“Tutto qui?! Ma stai scherzando? Ora ce li devi presentare Laurel, è il minimo che puoi fare per farti perdonare!”

“Farmi perdonare per cosa?!”

“E me lo chiedi? Nemmeno ti piacciono o sbaglio? Eppure te li fai amici! E non ce lo dici nemmeno!”

“Non siamo amici Sue, smettila! Sentite, alla prima occasione vi presento ok? Così la finite con questa sceneggiata”

“Voglio ben sperare!” commentò secca Kris.

Passarono il resto della serata a ballare come se niente fosse, le ragazze ogni tanto si guardavano in giro sperando di vedere i loro beniamini, ma di loro non c’era traccia, dopo il concerto se ne erano andati.

   
 
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