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Autore: darkimera    18/03/2010    2 recensioni
Helizabeth vorrebbe essere come tutte le altre normali sedicenni. Peccato solo che abbia strani poteri psichici. Peccato solo che un vampiro millenario abbia messo gli occhi sulla sua gola...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero da sola, vestita elegantemente con un abito da sera dai colori delle foglie d’autunno in uno spazio che potevi tranquillam

VIII

 

Ero da sola, vestita elegantemente con un abito da sera dai colori delle foglie d’autunno in uno spazio che potevi tranquillamente definire ristretto e infinito allo stesso tempo.

Mi trovavo dentro una specie di scatola quadrata, di non più di due metri per lato, le cui pareti non erano altro che specchi che mi riflettevano migliaia e migliaia di volte in un gioco continuo.

Una gabbia, una trappola o qualunque cosa che potesse contenermi, fermarmi, bloccarmi.

Il vestito frusciava pigramente mentre giravo su me stessa cercando di capirci qualcosa, in preda all’ansia.

Un attimo. In preda all’ansia, per cosa? Mi bloccai. Qualcosa mi diceva che stavo scappando. Scappando, certo, ma da chi, o da che cosa?

Misi a fuoco lo specchio davanti a me e vidi che dietro di me stava sbucando un ragazzo.

Un viso affilato piegato in un sorriso maligno che si rifletteva negli occhi rossi.

Edmund.

Scappa!

Questo comando mi scoppiò in testa come il rombo di un tuono.

Certo, scappare, ma da che parte?

Lui era uscito da una parete, il che significava che quella era anche una possibile via di fuga. Ma significava anche andare incontro alla morte.

Ma se lui era sbucato da uno specchio, il che probabilmente poteva anche significare che ogni specchio si poteva attraversare.

Non so perché, ma sorrisi sicura di me, sicura di riuscire a fuggirgli.

Corsi verso lo specchio che mi stava di fronte. Ma andai a sbattergli contro.

Mi accasciai al suolo, le spalle alla parete. Migliaia di occhi si sbarrarono per il terrore. Lui era sopra di me. Questa era davvero la fine.

Sentii le zanne lacerarmi il collo, impietose. Sentii il mio sangue defluire come un torrente in piena dall’arteria. E poi non sentii più nulla, solo vuoto e un senso di totale leggerezza.

Mi ritrovai a fluttuare in aria, come uno spirito, e ad osservare quella scena dall’alto.

Mi accorsi che quella scatola dove tutto si stava svolgendo era sospesa in un infinito spazio bianco e sembrava protrarsi senza fine verso l’alto.

E poi mi accorsi che gli specchi avevano qualcosa che non andava. Addossati a uno c’eravamo io e Edmund, ma gli altri non riflettevano l’immagine di Edmund. No, sembrava un’altra persona che conoscevo. Sembrava quasi...

Non feci in tempo a formulare il pensiero, che la testa del riflesso guizzò verso l’alto, verso di me. E poi prese a salire sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce…

Voleva me. E io provavo a scappare e urlavo sempre più forte, sempre più forte, sempre più forte…

Sbarrai gli occhi, mentre dalla gola mi usciva un rantolo gracchiante. Sentivo il corpo scosso da violenti brividi e la bocca secca.

La mia mano corse verso il collo e, con gesti convulsi, prese a stringere la collana che mi aveva dato il prof più di una settimana fa e che quasi mai toglievo. Il contatto con la superficie fredda riuscì a calmarmi un po’, ma non abbastanza. Scivolai giù dal letto e mi diressi in bagno. 

Aprii il rubinetto dell’acqua fredda lasciando che essa mi scivolasse sulle mani e poi me la passai anche sulla faccia. Feci per prendere l’asciugamano che mi cadde l’occhio sullo specchio.

Urlai.

Lo specchio mi mostrava una ragazza dai capelli neri con il volto in preda all’orrore. E la ragazza continuava a spostare lo sguardo da me al mio collo sporco del sangue che seguitava a uscire da un profondo squarcio proprio dove si trovava l’arteria.

Con dita tremanti, mi toccai per vedere se era soltanto un’illusione. Toccai qualcosa di viscido.

Urlai ancora più forte. Non capivo. Come era possibile?

Sentii del trambusto nella camera dei miei e dopo poco vidi mia madre apparire nella cornice della porta del bagno.

-Heliza…che è successo? Cos’hai da urlare?

Mi toccai più volte il collo per farle capire, non riuscendo a trovare le parole per dirglielo. Si avvicinò.

-Ti fa male?

Tentò. Ma possibile che non vedeva?

-…il sangue…continua ad uscire…non so come fermarlo! Aiutami!

-Quale sangue? Heliza, spiegati, non capisco…

Mi sembrava confusa.

-Non vedi…lo squarcio, qui, sul collo?

Mi alzò i capelli per poter vedere meglio.

-Non c’è niente. Avrai fatto un incubo o uno di quei sogni tuoi strani…- mi abbracciò, come era solita fare quando ero piccola. –Soltanto un incubo…stai calma, è passato.

Annuii con la testa e guardai di nuovo lo specchio. Tutto normale, niente sangue, niente squarci.

Cosa mi aveva detto il prof? “Tu non sai cosa può causare alla mente umana anche solo la vista di un vampiro”? Bene, sembrava che avesse fatto effetto.

 

---

 

Camminavo col vento che mi colpiva ripetutamente mentre mi dirigevo a casa di Adamson. Continuavo a domandarmi perché mi avesse chiesto di andare a casa sua, e soprattutto perché proprio nel tardo pomeriggio. Mi aggiravo per le strade in preda a una strana ansia, eravamo al crepuscolo quasi e sospettavo di veder spuntare da dietro qualche angolo buio l’essere che voleva mangiarmi.

Finalmente, arrivai a destinazione. Non feci in tempo a bussare che lui mi venne subito ad aprire e poi mi fece accomodare in salotto.

-Perché mi ha fatta venire qui?

-Ho ricevuto licenza di uccidere, volevo comunicartelo.

Non so per quale ragione, ma quello che diceva non mi convinceva.

-Non poteva dirmelo al telefono?

Sembrava che non si aspettasse quella domanda.

-Beh, ecco… vedi…io…era necessario che venissi, volevo parlare con te del piano per ucciderlo… e  così…

Sembrava si stesse arrampicando sugli specchi. Perché? Volevo ribattere, ma non feci in tempo perché qualcun altro si intromise nella conversazione.

-Jake, Jake, Jake… sempre a pensare a un modo per uccidermi… sei noioso, lo sai?

Mi voltai. Edmund, chissà come, era riuscito a entrare in casa e ora se ne stava vicino al mobiletto del salotto ad ammirare una foto.

 

---

 

Ci stiamo avvicinando a una fine che (forse) non immaginereste mai. Le teorie del prof sembrano vacillare…

Spero di aver pubblicato il capitolo alla svelta!

Sekhmet 2102grazieeeeeeeeeeeeeee!!!! Soprattutto della comprensione! Spero con tutto il cuore di non averti delusa! Continua a seguirmi!

Vedrò di postare il nono il più presto possibile, alla prossima.

darkimera

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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