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Autore: valentina_black_cullen    19/03/2010    8 recensioni
Continuavo a guardarlo con insistenza da più di cinque minuti, anche lui mi guardava. Mi sembrava di conoscere quel ragazzo dai capelli ramati e dagli occhi... dorati. In quel momento ricordai tutto: Era lui, il mio angelo custode.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                     IL MIO ANGELO DAGLI OCCHI DORATI

PROLOGO

 13 ANNI PRIMA... POV EDWARD


Camminavo da circa un'ora lungo le strade di Forks. Quella cittadina era perfetta per me, per noi. Sotto una coltre così fitta di nubi ogni vampiro poteva camminare tranquillamente per le strade durante il giorno; come stavo facendo io in quel momento.
Si, perchè io ero un vampiro, un mostro senz'anima, una creatura deplorevole.
A volte pensavo però, che un pizzico di paradiso potessi meritarlo, perchè io non uccidevo persone. No, io mi nutrivo di sangue animale come il resto della mia famiglia.
Eravamo a Forks da circa una settimana, per fare visita ad un'altra famiglia, come la nostra, i Denali.
Ad un tratto mi fermai di fronte a una scuola materna. Tutti i bambini giocavano allegri nel giardino.
Quanto sarei voluto tornare bambino anch'io, per poter riabbracciare i miei genitori, morti ormai da più di cento anni.
Mi bastava il tempo per dire loro: " Mamma, papà, vi voglio bene"
Avevo perso i miei genitori durante l'epidemia di spagnola nell'estate del 1918.
Avevo solo diciassette anni e anch'io stavo per morire della stessa malattia, fino a quando Carlisle non mi trovò e mi trasformò in vampiro.
Guardando quei bambini, pensai anche che io non potevo averne, non avrei mai provato la gioia di abbracciare "mio figlio". Mai.
Abbassai lo sguardo sofferente. Quando lo rialzai vidi una bambina che mi stava fissando.
Era seduta da sola su una panchina.
Era bellissima: Aveva le guancie paffutelle, gli occhi color cioccolato, i capelli castani e una pelle un po' meno bianca della mia.
Mi sorrise ed io incapace di resistere a quel sorriso così dolce, ricambiai.
Poi, iniziò a giocare con una palla.
La guardai per un po', ma poi feci per andare via.
Accadde tutto molto velocemente:
La palla uscì fuori dal recinto e quella bambina fece per prenderla, scappando e andando verso la strada.
Nello stesso momento, stava per arrivare un camion.
Non ci pensai due volte e con la "mia" velocità riuscì a prenderla e a salvarle la vita.
Lei si strinse a me forte, forte ed iniziò a piangere.
Io non sapevo cosa fare, ma poi l'istinto mi suggerì di consolarla.
--Tranquilla piccolina è tutto passato, ora sei al sicuro-- le dissi.
Lei alzò gli occhi e mi guardò.
--Ma tu sei un angelo?-- mi chiese.
Non seppi cosa rispondere. Io un vampiro, venivo definito un angelo.
--Si, tu sei un angelo-- si rispose da sola, poi continuò:
--Sei il mio angelo custode, la mamma mi dice sempre: ognuno ha vicino a se il proprio angelo custode e tu sei il mio--
Le sorrisi. Era così tenera.
--Solo che...-- disse.
Io la guardai stranito e dissi:
--Solo che...?--
--Dove sono le tue ali?-- e iniziò a toccarmi la schiena, cercandole.
Le accarezzai dolcemente una guancetta e le dissi:
--Devono ancora spuntare--
--Quando spunteranno me le farai vedere?--
--Ma certo-- risposi.
Intanto la maestra che aveva assistito alla scena, se ne stava in disparte, pensando a come ringraziarmi e a come dirlo ai genitori della bimba, di sicuro avrebbe passato i guai.
Poi pensai:
"Io so leggere nel pensiero, allora perchè i pensieri di questa bimba mi sono oscuri?"
Non feci in tempo a pensarlo che la bambina, che stringevo ancora tra le braccia, mi disse:
--Ma dimmi, angelo mio, qual è il tuo nome?--
--Edward-- risposi --Il mio nome è Edward e il tuo?--
--Io mi chiamo Isabella Marie Swan--
--Isabella, che bel nome-- dissi.
--Si però sto pensando, tu sei il mio angelo custode, quindi devo trovare un nome in codice con cui mi chiamerai--
Aspettai in silenzio, mentre lei fece la faccia pensierosa.
--Ho deciso, tu mi chiamerai Bella-- poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
--Ricorda, solo tu puoi chiamarmi così--
--D'accordo-- dissi anch'io a bassa voce.
--Ma tu hai gli occhi dorati?-- domandò ad un certo punto.
--Si...-- dissi guardando altrove, non potevo rivelarmi troppo.
Poi la maestra si avvicinò e iniziò a dirmi grazie in tutti i modi che conosceva.
Dopo di che, feci per andare via.
Isabella mi salutò dicendo:
--Tanto, sarai sempre vicino a me, anche se vai via, vero?--
Io le diedi un piccolo bacio sulla guancia e le dissi:
--Si, ci vediamo Bella--
--Ciao, angelo mio dagli occhi dorati-- rispose.

  
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