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Autore: Salice    19/03/2010    2 recensioni
Kakashi ha una nuova missione: Deve coordinare i maestri dei nuovi gruppi di genin, ma si troverà a fare i conti con una persona che non gradisce affatto la sua presenza, e che arriva diretta dal suo passato, quando ancora era vivo Obito.
(Tratta dal primo capitolo)
Kakashi si svegliò di soprassalto, ansimando. Ci mise qualche istante a identificare, nella luce grigia, la sua stanza. Inspirò profondamente, realizzando che il sole doveva ancora sorgere. Ogni notte sognava una missione del suo vecchio team. Non importava quale fosse, finivano tutte nello stesso identico, orribile modo. Si alzò, mentre il cuore tornava a battere ad un ritmo normale. Anche oggi sarebbe arrivato alla tomba all’alba.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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consigli per la musica di sottofondo:
Dare – Gorillaz - Testo tradotto
Seizure of Power – Marilyn Manson (Resident evil soundtrack) - Strumentale


Capitolo 5 – Prima missione

Quel mattino Kokoro raggiunse il palazzo dell’Hokage e, appena fuori dalla stanza dove venivano assegnate le missioni, trovò la sua squadra ad attenderla. Ichiro era appoggiato con la schiena ad un colonna, mentre Midori lucidava distrattamente il suo enorme shuriken. Wabi era seduta con le ginocchia al petto. Sembravano tutti e tre tesi e contriti e la ragazza sospirò. Aveva combinato un guaio e ora toccava a lei rimediare. Dopo averli osservati per qualche secondo avanzò. I tre scattarono in piedi come se avessero visto l’Hokage in persona.
- Maestra Kokoro! – Esclamarono all’unisono. La giovane si sforzò di non commentare, e cercò di parlare in modo neutro, se non di sorridere addirittura.
- Buongiorno. Avete con voi tutta l’attrezzatura? – Chiese, squadrandoli. I ragazzini emisero un mormorio di assenso. – Molto bene, seguitemi. – Detto questo spalancò la porta della stanza e raggiunse la scrivania dietro cui sedeva Tsunade. La donna sollevò lo sguardo e le sorrise.
- Ah! Il Team tredici. E’ la vostra prima missione giusto? Avete delle preferenze? C’è un cavallo da curare e c’è un raccolto da mettere al riparo… - Kokoro sollevò una mano parlando con voce decisa.
- Veramente, la mia squadra ed io vorremmo qualcosa di più impegnativo. -
L’Hokage sgranò appena gli occhi, fermando il braccio a mezz’aria sopra un gruppo di rotoli.
- Non vuoi ripensarci, Kokoro? Di solito si inizia con cose più semplici… -
La giovane scosse il capo, sorridendo appena. Forse un po’ rigidamente, ma pur sempre sorridendo.
- Sono sicura che la mia squadra sarà all’altezza di una missione più impegnativa, faremo vedere quanto valiamo. – Valiamo. Ecco, c’era riuscita. Agli occhi esterni quella parola poteva sembrare casuale, ma per lei era stato impegnativo anche solo pronunciare un plurale.
Inspirò profondamente mentre l’Hokage e Shizune assumevano un’espressione di impagabile stupore. Dietro di lei Midori soffocò un’esclamazione e aveva percepito benissimo Ichiro e Wabi trattenere bruscamente il fiato. In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un paio d’occhi in più dietro la testa.
Tsunade allontanò la mano dal gruppo di rotoli, giocherellando per qualche istante con il nastro che ne chiudeva uno di un altro colore.
- Va bene. E’ una missione di livello medio… Ci sarebbe da dare il cambio ad una squadra di chunin di pattuglia sul confine verso il paese dell’erba. E’ una zona tranquilla, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Pensate di farcela? – Prima che Kokoro potesse rispondere, Midori si era già lanciata in avanti, esultando.
- Certo che ce la facciamo! Non passerà una mosca! – Kokoro si strinse nelle spalle, mentre Ichiro bofonchiava qualcosa di affermativo. Wabi dal canto suo, rimase zitta e si limitò ad annuire.


***


Quando il gruppo di chunin che dovevano sostituire se ne fu andato, Kokoro si permise di dare una lunga occhiata alla postazione di controllo. C’era voluto un giorno intero di cammino a passo sostenuto per raggiungere quella posizione di pattuglia e distavano circa un giorno di marcia da tutte le altre squadre. Erano accampati sul fianco di una collina scoscesa, sul limitare di un piccolo boschetto di cedri che li occultava in parte da chiunque guardasse dal basso. Sotto di loro si apriva una vallata ampia, che conduceva al cuore del paese dell’erba. La visuale era ottima. Se il tempo si si fosse mantenuto stabile sarebbe stato possibile vedere ovunque con chiarezza e le ricognizioni sarebbero state semplici.
Il sole stava tramontando ed era giunto il momento di sistemare la situazione. Dietro di lei la sua squadra si avvicinò, in parte timorosa, in parte eccitata all’idea della missione. Ichiro aprì la bocca per parlare, ma Kokoro si voltò e lo precedette.
- Ragazzi, so che non abbiamo avuto un buon inizio ma… - Li guardò, abbozzando un sorriso. – Sono disposta a rimediare. Il problema è che voi dovete darmene la possibilità, perché da sola non posso fare nulla. – I tre ragazzini si scambiarono alcuni sguardi tra loro, annuendo con espressione seria. Midori e Ichiro cominciarono a parlare, sgomitandosi tra loro.
- Io dico che… - Cominciò la ragazzina.
- Senti Maestra noi… - Intervenne Ichiro, ed entrambi presero a battibeccarsi, ignorando Wabi che, nel frattempo, era sgusciata tra loro, piantandosi davanti a Kokoro e parlando con il suo tono veloce.
- Gli faremo vedere chi siamo tutti insieme Maestra Kokoro! Vero ragazzi? – Gli altri due, che si stavano spintonando, rimasero così storditi dalla reazione di Wabi che si limitarono a fare dei cenni d’assenso. La ragazza sorrise ancora. Forse era ancora in tempo. Forse poteva fare di loro davvero una squadra, anche se non poteva fare di loro degli amici, forse.
- Bene, stabiliamo dei turni di guardia. Due di voi controlleranno il passaggio, e l’altro si allenerà con me, così mi renderò conto delle vostre capacità. – I tre ragazzini emisero un gridolino d’esultanza.


***


Kokoro si stava allenando con Ichiro all’ombra degli alberi. Il ragazzo era in grado di ricoprire completamente il suo corpo di chakra, costituendo quella che a tutti gli effetti risultava come un’armatura che gli aumentava la portata dei colpi e lo proteggeva. La particolarità che dava nome al suo clan era dovuta al fatto che l’armatura assumeva la forma di un orso. Per giunta, con le giuste tecniche, tutti i membri del clan potevano concentrare il chakra ancora a loro disposizione, aumentando la forza e la ferocia degli attacchi. Lei saltava da un albero all’altro, limitandosi a schivare gli attacchi distruttivi del bambino, quando Midori li raggiunse di corsa, fermandosi ad ansimare a pochi metri da loro.
- Maestra Kokoro! Sta arrivando qualcosa dal paese dell’erba! – I tre corsero subito al confine del boschetto, raggiungendo Wabi che era sdraiata a pancia in giù tra l’erba, con i binocoli incollati al volto.
Kokoro le si accostò, strisciando.
- Cosa hai visto, Wabi? -
- Sono quattro ninja, maestra Kokoro… Arrivano diritti dal paese dell’erba e puntano proprio verso il passo che sorvegliamo. – La ninja si fece passare i binocoli, e scrutò con attenzione verso la sottile, ma percettibile, nuvola di polvere che si avvicinava. Si mordicchiò appena il labbro inferiore mentre tentava di memorizzare i dettagli, come la quantità di armi o l’aspetto dei ninja, per inserirli nel suo rapporto. Ci vollero pochi istanti per rendersi conto che qualcosa non andava, e balzò in piedi, lasciando a terra il binocolo.
- Sono tre! Uno ci ha visti sicuramente! Preparatevi! – Esclamò, trascinando verso il bosco i tre ragazzini, ancora sbalorditi. Midori fece appena in tempo ad afferrare il suo shuriken.
Quando furono nel folto degli alberi, Kokoro si guardò attorno e parlò sottovoce ai tre ragazzini.
- State pronti, ci attaccheranno da un momento all’altro. – Sussurrò lei. Non se lo fecero ripetere due volte. Midori strinse la presa sul suo shuriken, mentre Ichiro si ricopriva di chakra crepitante e Wabi assumeva una posa di difesa.
Kokoro si concentrò. Sui suoi palmi iniziò a fluire il chakra e due lame roventi lunghe circa tre spanne si materializzarono sotto lo sguardo stupefatto dei tre genin. Una manciata di secondi dopo la terra tra Kokoro e i ragazzi iniziò a spaccarsi, e ne emerse la figura di un ninja corpulento. Aveva in testa il coprifronte del paese dell’erba, la pelle ambrata e un sorriso soddisfatto in volto. La giovane non attese che attaccasse, ma lo caricò immediatamente con un calcio al volto, nel tentativo di destabilizzarlo e di girargli attorno. Non poteva permettere che si mettesse tra lei e i ragazzi. L’uomo venne colpito al mento, ed indietreggiò appena, senza neppure barcollare. Kokoro lo aggirò in un baleno, dando le spalle al suo gruppo e mantenendo le lame roventi davanti a lei, verso il ninja che non si era più mosso. Un brivido alla schiena la avvertì che la situazione non era semplice come sembrava.
- Stanno arrivando gli altri! Midori non farli avvicinare! – Altri due ninja apparvero tra gli alberi, accerchiandoli. Kokoro digrignò i denti. Ne mancava uno. Non si lasciò distrarre comunque e prese ad attaccare con ferocia quello che aveva davanti, sperando che i bambini resistessero quanto bastava perché lei potesse aiutarli. La ragazzina bionda scagliò il suo shuriken contro il più vicino dei due, che schivò facilmente, ma fu costretto a scartare bruscamente di lato. Il corpulento ninja dell’erba ne approfittò per attaccare Kokoro, ma all’ultimo si rivelò una finta, lanciando una pioggia di kunai sui ragazzi dietro di lei. Con velocità disumana lei eseguì le posizioni con le mani, generando una nube di invisibili shuriken d’aria arroventata, che tagliarono a metà quelli dell’uomo, arrestandoli. Si morse il labbro. Stava cercando di testare la sua forza? Gli avrebbe dato pane per i suoi denti! Allungò le braccia, colpendolo là dove i tendini legavano i muscoli alle spalle. Le fiamme sfrigolarono sulla pelle dell’uomo, diffondendo un odore nauseabondo di carne bruciata nell’aria, ma la ragazza si rese conto in fretta che non lo aveva danneggiato come avrebbe dovuto. Di solito le sue daghe roventi affondavano nella carne ustionata fino ad oltrepassarla, tagliando con il fuoco ciò che le lame normali non potevano, ma stavolta si erano fermate a pochi centimetri dalla pelle, lasciando due strisce nerastre e carbonizzate sulle spalle del ninja. Si concesse per un istante di controllare la situazione.
Ichiro si era scagliato contro il ninja più vicino, mentre Midori, che aveva richiamato la sua arma, stava per lanciarla di nuovo verso uno dei due nemici. Stavolta lo shuriken si era come smaterializzato a mezz’aria ed era ricomparso molto vicino alla testa dell’uomo, che aveva dovuto piegarsi all’indietro per non rimanere decapitato di netto. Wabi dal canto suo aveva creato tre copie illusorie e stava combattendo accanto ad Ichiro, impedendo al nemico di avvicinarsi troppo e confondendogli le idee. Kokoro tornò a fronteggiare il suo avversario, la cui pelle nel frattempo aveva assunto una colorazione più scura. La ragazza lo colpì ancora, calciandolo in pieno petto e tornando su di lui con una delle sue lame di chakra arroventate, ma l’uomo la parò afferrandola per un braccio e scaraventandola schiena a terra. Lei sentì i polmoni svuotarsi dolorosamente d’aria, ma piegò le gambe e sfruttò l’urto per posare i piedi sul suolo e tornare in posizione eretta in pochi istanti. Anziché attaccare nuovamente il ninja dalla pelle scura, però, si scagliò con un urlo verso gli altri due, che abbandonarono immediatamente il combattimento per contrastarla. Kokoro strinse i denti, mentre concentrava il chakra ai piedi e si tuffava verso il nemico più vicino, spegnendo una delle sue lame e concentrando tutta l’energia risparmiata nell’altra. Si trovò così ad avere in mano una lunga katana al posto di due lame corte. Saltò con grazia verso l’alto e sfruttò la spinta della gravità per affondare la spada nella spalla dell’uomo, tranciandogli via la spalla e parte del dorso, senza arrestare la sua avanzata. Mentre gli atterrava oltre, leggera come un gatto, quello si afflosciava al suolo, privo di vita. Ansimando leggermente, tornò in fretta a formare entrambe le lame sottili sui palmi delle mani. L’altro le corse incontro, ma lei fu più veloce, e gli piantò l’arma arroventata che aveva nella mano sinistra sulla spalla, ignorando il crepitare del sangue che friggeva dentro la ferita e trafiggendolo poi alla carotide con l’altra spada di chakra incandescente. Anziché estrarre le due spade, si limitò ad interrompere il flusso di chakra, ricreandole un istante dopo, libere tra le sue mani.
Uno strillo attirò la sua attenzione e si voltò con sguardo feroce. Mentre lei si occupava di quei due, il ninja dalla pelle scura si era avvicinato alla sua squadra, e quello che non si era ancora rivelato era apparso una decina di metri più indietro, tenendo entrambe la mani appoggiate al terreno. Sia Midori che Wabi cacciarono un urlo. Erano affondate fino alle caviglie in una sorta di sabbie mobili, impossibilitate a muovere un passo. Ichiro, che stava avanzando verso il nemico dalla pelle scura, era indietreggiato un poco, deciso a difenderle. Dal canto suo l’uomo non sembrava intenzionato ad avvicinarsi, anzi, raccolse un sasso di discrete dimensioni, soppesandolo.
- Siete forti, per essere dei bambini, ma non vi permetteremo di andare in giro a raccontare che noi siamo passati di qui… - Disse con voce raschiante l’uomo. Davanti a Kokoro, Midori e Wabi erano impallidite, mentre tentavano a tutti i modi di affondare il meno possibile, e già la sabbia lambiva loro le ginocchia. Non riuscì a trattenere le parole, e corse in avanti, anche se sentiva che ormai aveva poco chakra.
- Non finché ci sono io! – Urlò, mentre si scagliava tra i ragazzi e l’uomo, nel preciso istante in cui lui lanciava il sasso. Il proiettile, anziché proseguire dritto, si spaccò a mezz’aria, frantumandosi in mille schegge acuminate. Kokoro sgranò gli occhi. Era stato caricato di chakra! Atterrò proprio davanti a Ichiro, facendogli da scudo e incrociando le braccia davanti al volto. Richiamò tutto il chakra davanti a sé, creando una sorta di alone d’aria incandescente utile per deviare i frammenti più piccoli, ma aveva avuto troppo poco tempo per scaldare e non riuscì a sciogliere o allontanare la traiettoria a quelli di maggiori dimensioni, che le si piantarono negli avambracci e sulle cosce. Sul torace, fortunatamente, si limitarono a lacerare in più punti il corpetto verde. Il dolore le strappò a malapena un mugolio, mentre abbassava le braccia, sollevando il volto graffiato. Valutò in una frazione di secondo la situazione. Il ninja che l’aveva colpita era più vicino, ma l’altro teneva imprigionate sia Midori che Wabi con una tecnica che utilizzava chiaramente il chakra della terra. Le due ragazzine erano ormai immerse fino al torace e stavano immobili, con le braccia allargate, sperando di non sprofondare ulteriormente e Kokoro non sapeva quali altre tecniche possedessero quei due. Sorrise all’uomo che aveva davanti e piegò le ginocchia, spingendosi in alto e all’indietro, atterrando con un tonfo soffice tra le due bambine e il nemico appoggiato a terra, urlando:
- Ichiro! Difendi Midori e Wabi per quattro secondi! – Il ragazzino si mise in posa da combattimento, anche se ansimava visibilmente e la figura d’orso che lo ricopriva era decisamente più piccola del normale. Anche lui era a corto di chakra.
Kokoro si mosse velocemente, creando due copie accanto a lei, sperando di confondere il nemico quanto bastava, e tutte e tre scalciarono in contemporanea verso la sua faccia. Il colpo era talmente forte che una persona normale sarebbe finita ribaltata a terra, ma quello rimase immobile con le mani sul terreno e pareva quasi di pietra. La ragazza non si arrese e creò di nuovo le sue lame roventi. Erano nettamente più corte di prima e il respiro le si era fatto affannoso, inoltre, dietro di lei, Ichiro gemeva a denti stretti mentre il rumore del combattimento si faceva più serrato.
Una gocciolina di sudore le scivolò giù per la guancia, ripulendole una striscia sottile di pelle insanguinata e facendole bruciare i graffi sotto all’occhio. Tentò di colpire ancora l’uomo, che nonostante mantenesse i palmi aderenti al terreno, indietreggiò col busto schivando i colpi. Kokoro sibilò a denti stretti. Era stanca e il sangue le colava giù per le braccia e le gambe, imbrattandole i calzoni, rendendoli viscidi e appiccicosi. Con un ultimo, ferreo sforzo di volontà, si concentrò su quell’unica lama a pochi centimetri dal volto del nemico, trasferendole tutte le energie. La striscia fiammeggiante si allungò e si piegò leggermente, provocando una lunga ustione sulla pelle dura dell’uomo, che emise un urlo soffocato. Con un ringhio soddisfatto Kokoro gli sferrò una gomitata in pieno volto, forte del paracolpi metallico che aveva indossato sotto la tuta, e finalmente l’uomo perse il contatto col suolo. Sembrava aver creato una qualche fusione con il terreno, perché la sua pelle durissima perse all’improvviso solidità e si piegò molle sotto il braccio della giovane, mentre le sabbie mobili si ritiravano, liberando le due ragazzine. La giovane si voltò, solo per vedere a pochi passi da lei l’altro ninja, quello che prima combatteva contro Ichiro. Il ragazzino era a terra, esangue, con una ferita alla fronte che sanguinava copiosamente. Il pugno che il ninja le sferrò allo stomaco la colse impreparata, scagliandole addosso una scarica di chakra che le rimbalzò fin nelle ossa, facendola accasciare al terreno. Mentre tentava di parare il colpo successivo, Kokoro urlò verso le due ragazze.
- Prendete Ichiro e scappate! Non dimenticate la missione! – Le due sembrarono esitare, incerte se muoversi verso di lei o soccorrere il compagno ferito, mentre il ninja che credeva di aver sistemato prima, quello con lo sfregio in faccia, la afferrò per le caviglie trascinandola dentro al terreno. Mentre veniva seppellita, Kokoro trovò la forza di gridare ancora.
- Tornate a fare rapporto! Comportatevi da ninja! – Fu un attimo, e venne inghiottita per intero dal suolo. Midori pareva pietrificata sul posto, ma Wabi, pallidissima, le diede uno strattone. Spiccarono un salto e in un attimo si misero sulle spalle le braccia di Ichiro, correndo verso il villaggio della foglia. Con il terriccio che le entrava nel naso e in bocca, Kokoro ebbe un ultimo guizzo di lucidità, e si trovò a pensare che ci aveva messo decisamente più di quattro secondi. In pochi istanti, il buio la avvolse completamente.







@ Elos : E' perchè adoro Ginko che sposerà Kakashi! U___U sono perfetti per stare insieme! Quanto a Kokoro... Io la prenderei a schiaffi e basta, ma non sono sua nonna... :P Povera Kokoro! E poi non mi merito tutti i tuoi complimenti, e lo sai! Comunque sì, i capitoli nuovi che ho promesso arriveranno, anche se è un periodo davvero molto, molto impegnato e la dea ispirazione si fa viva quando vuole per quello che vuole :s

Sproloqui dell'Autrice:
Come commentavo sopra ad Elos, fra tre-quattro settimane si arriverà ad un punto in cui la storia già scritta si discosterà un pò da quella che pubblicherò qui su EFP (motivo per cui non ho inserito i giudizi delle giudicesse qui ma sulla pagina html che trovate pubblicata sotto!) Questo potrebbe voler dire qualche rallentamento nella pubblicazione, perchè sto creando dei capitoli che si incastrano tra quelli già scritti, e forse comporteranno anche la nuova stesura di alcuni di quelli vecchi. Cercherò di fare del mio meglio per darvi una storia che sia migliore di quella che ho presentato al Contest, perchè si poteva sicuramente fare di più. Potrete comunque sempre confrontare le due versioni grazie alla pubblicazione esterna. Ad ogni modo ce la metterò tutta per fare un lavoro perlomeno decente con le aggiunte.

Grazie a tutti i lettori! Ci vediamo la prossima settimana o poco più!



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