Personaggio: Regulus Black
Prompt: 27: Vertigine
Rating: Verde
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Addio, Hogwarts
Maggio-Giugno 1979
Nello
stadio echeggiavano grida
entusiastiche e ovazioni, la folla rumoreggiava sopra gli spalti e sul
campo,
sventolando enormi bandiere e stendardi verde e argento. Mentre la
squadra di
Tassorosso, sconfitta, si affrettava ad abbandonare lo stadio, quella
di
Serpeverde si godeva i festeggiamenti.
“Abbiamo
vinto! Abbiamo vinto la
Coppa del Quidditch!”
Il
Boccino d’Oro chiuso nel pugno
serrato, Regulus pensò che la sua ultimissima partita non
sarebbe potuta andare
meglio: non solo aveva sconfitto di misura Tassorosso, ma aveva fatto
in modo
che la sua squadra arrivasse prima in classifica.
L’anno
precedente aveva avuto
l’enorme soddisfazione di battere Potter, ma la Coppa era
stata vinta lo stesso
da Grifondoro. Gliela avevano soffiata da sotto il naso, e per questo
non si
era dato pace per un anno intero.
Ora,
guardando il podio rialzato
al centro del campo, si sentì finalmente realizzato.
Sulla
piattaforma, circondata da
giocatori e studenti di Serpeverde, era appena salito Albus Silente,
con in mano
la grande coppa d’argento. Accanto al Preside, il professor
Lumacorno esibiva
un sorriso a trentadue denti, ed era così eccitato che
sembrava un bambino
troppo cresciuto.
Momentaneamente
paralizzato per
la felicità, Regulus si sentì spingere da Rachel
verso il podio. Si riscosse e
vi salì, insieme agli altri giocatori della squadra, mentre
la folla li
acclamava.
“Complimenti”
disse Silente,
rivolgendo un sorriso in apparenza sincero ai Serpeverde.
“È stata una vittoria
meritata”.
Regulus
si accorse di tremare
quando ripose il Boccino in una tasca interna dell’uniforme e
tese le mani in
direzione della Coppa del Quidditch.
Il
contatto delle sue dita con i
manici di metallo lo riempì d’emozione e, per una
volta, dimenticò di mantenere
la sua solita compostezza, sorridendo quando alzò la coppa
al cielo e i tifosi
applaudirono entusiasti, mentre i compagni di squadra quasi lo
sommergevano.
“Dai,
l’hai tenuta per
quarantasette secondi, adesso tocca a me!” gli disse Rachel,
ricordandogli di
non essere l’unico ad aver vinto.
Regulus
gliela porse e, un attimo
dopo, fu letteralmente rapito dal professor Lumacorno, che gli
stritolò la mano
con entusiasmo.
“Complimenti,
signor Black!”
esclamò, paonazzo. “Sono rimasto col fiato sospeso
fino alla fine! Non so come
faremo il prossimo anno senza di te!”
Regulus
non riuscì a trovare le
parole per rispondere: gli sembrava tutto così
irreale…
“Ah,
eccoti, Algie. Mi stavo
chiedendo dove fossi finito” disse Lumacorno, rivolgendosi ad
un mago che era
appena salito sulla piattaforma. Aveva il naso schiacciato e indossava
un
impermeabile blu e giallo.
Regulus
sentì un piacevole
sussulto allo stomaco. Lo aveva conosciuto al Lumaclub qualche mese
prima: era
il reclutatore del Puddlemere United, Algie Purkiss.
L’uomo
gli strinse la mano,
sorridendo.
“Eccellente,
è stata una bella
partita. Quando e se vorrai, signor Black, il Puddlemere
sarà felice di averti
in squadra”.
“Grazie,
signore” rispose Regulus
con una fitta di rimpianto che però, almeno in quel momento,
non riuscì a
scalfire l’entusiasmo per la vittoria. “Le
farò sapere”.
“Certo,
certo, è ovvio. La
carriera del giocatore professionista finisce presto: ti capisco se
vuoi
assicurarti un’altra carriera per il futuro. Ah,
Horace” aggiunse, voltandosi
verso Lumacorno, “sarei interessato anche al Portiere di
Tassorosso. Ha un
grande talento, secondo me…”
“Ne
parlerò con la professoressa
Sprite” rispose allegramente il professore. “E
grazie per l’ananas candito, a
proposito”.
Quella
sera, nella sala comune di
Serpeverde ci fu una gran festa in onore della vittoria della coppa.
Tutti gli
studenti della Casa erano molto più chiassosi del solito
mentre improvvisavano
inni sportivi, mangiavano e bevevano.
Regulus
e Barty si trovavano
vicini ad un buffet pieno di prelibatezze, ovviamente sottratte senza
alcuno
sforzo dalle cucine di Hogwarts. Rachel li raggiunse, offrendo loro un
bicchiere di sciroppo alla ciliegia.
“È
stato il massimo vincere la
coppa alla nostra ultimissima partita, eh?” disse.
“Abbiamo
fatto un’uscita di scena
col botto” rispose Barty.
Seguì
una pausa di silenzio
imbarazzante: da quando lui aveva lasciato Emmeline, era la prima volta
che
parlava pacificamente con Rachel, poiché
quest’ultima era ancora molto amica
della Corvonero.
“Guardate
là” disse Regulus per
distrarli: non aveva intenzione di pensare a cose solo lontanamente
tristi.
Gli
altri due si voltarono nella
direzione da lui indicata. Due Serpeverde del sesto anno avevano acceso
dei
fuochi d’artificio, che ora sfrecciavano per la vasta sala
comune,
illuminandola con luci verdi e argentate.
I
presenti applaudirono la
propria approvazione agli effetti speciali, compreso un enorme
stendardo
raffigurante un serpente che divorava, uno dopo l’altro, un
tasso, un corvo e
un grifone, tutti e tre molto più piccoli del primo.
Regulus
non la smetteva più di
ricevere pacche sulle spalle e di stringere le mani che gli altri gli
porgevano, e non ne era affatto infastidito.
Sperava
anzi che quella festa non
finisse mai perché sapeva che dal giorno seguente avrebbe
trascorso intere
giornate a studiare per gli esami e sarebbe iniziato il conto alla
rovescia…
Le
urla e gli applausi del giorno
prima sembravano solo un lontano ricordo mentre Regulus percorreva lo
stadio
deserto a cavallo della sua scopa. L’euforia della festa era
scomparsa,
lasciando spazio al malumore. Non avrebbe più giocato
lì a Hogwarts. Presto
sarebbe andato via, pensava.
Era
già l’ora di pranzo e Regulus
volava dalla mattina presto. Non aveva intenzione di scendere
perché sarebbe
stato come accettare la fine della sua carriera sportiva a scuola.
Sarebbe
stato bello rimanere lassù per sempre…
Per
non pensare ancora, fece
accelerare la scopa, gettandosi in picchiata a tutta
velocità. Sentì il vento
fresco di fine maggio contro il viso, l’adrenalina e
l’inconfondibile
sensazione di spensieratezza che solo il volo poteva dargli.
Tutta
la sua concentrazione era
rivolta a quella discesa e, per un momento, gli consentì di
dimenticare tutto
il resto…
Un
attimo prima di toccare terra,
indirizzò la scopa verso l’alto, risalendo con
altrettanta velocità.
“Regulus!”
Il
richiamo lo costrinse a
fermarsi e a guardare l’ingresso dello stadio. Rachel lo
fissava con
un’espressione un po’ perplessa e un po’
comprensiva.
Per
pochi istanti Regulus ebbe la
tentazione di non darle retta, ma poi cambiò idea.
L’atterraggio
fu talmente brusco
che rimase un attimo senza fiato.
“È
tutta la mattina che ti cerco”
esordì la ragazza. “Dovevamo iniziare a
studiare”.
“Non
mi andava” borbottò lui,
cupo.
Senza
aggiungere altro, si andò a
sedere sugli spalti più vicini. Rachel lo raggiunse.
“Ti
manca già il Quidditch?”
chiese.
Lui
annuì.
“Ma
potrai continuare a giocarci”
cercò di incoraggiarlo lei. “Sei a tanto
così dall’entrare nelle riserve di una
squadra professionista e, anche se decidessi di fare altro nella vita,
troverai
sempre il tempo per volare”.
“Lo
so ma…”
“Ma,
cosa?”
Lui
fece spallucce.
Rachel
gli lanciò un’occhiata
comprensiva.
“Ho
capito. Non riesci ad
abituarti all’idea di lasciare Hogwarts, vero?”
Regulus
pensò di non poterle
nascondere niente.
“Siamo
vissuti qui per sette
anni” affermò.
“Che
tenero, sei diventato
sentimentale!” scherzò Rachel.
“Non
è vero…” protestò lui,
imbarazzato.
Lei
smise di ridere e lo guardò.
“Anche
a me dispiace. Sembra che
siamo arrivati soltanto ieri. All’epoca pensavo che non
sarebbe finita mai, e
ora manca solo un mese… Ma non sarà la fine del
mondo. Dovremo avere solo il
tempo di abituarci. Tu sceglierai se giocare nel Puddlemere o lavorare
al
Ministero della Magia, io entrerò al Dipartimento delle
Catastrofi e degli
Incidenti Magici come Obliviatrice, e alla fine ce ne faremo una
ragione. Pensa
solo a tutte le generazioni di studenti che ci hanno preceduti. Si sono
forse
buttati giù da un ponte?”
“Non
è la stessa cosa” rispose
Regulus, prima di potersi trattenere.
Quella
che provava non era solo
la normale malinconia da fine della scuola. Aveva la sensazione di
essere
arrivato alla fine di quello che poteva essere un promontorio scosceso.
Ora si
trovava in mezzo alla nebbia, senza sapere se al prossimo passo avrebbe
continuato a camminare o sarebbe caduto in un baratro senza fondo.
Non
pensava che il futuro potesse
spaventarlo fino a quel punto. A dire la verità, non era
esattamente paura,
almeno per il momento. Piuttosto, si trattava di vertigine: temeva di
precipitare,
e di trascinare con sé chi gli era più vicino.
Rachel
lo abbracciò e gli fece
poggiare la testa sulla propria spalla.
“Lo
so, là fuori c’è una guerra”
disse. “Ma qualunque cosa ci aspetti, riusciremo a cavarcela.
L’importante è
che tu non prenda decisioni di cui ti potresti pentire. Hai capito cosa
intendo?”
Regulus
annuì senza guardarla,
anche se si sentì gelare il sangue: era stata fin troppo
chiara.
“Però
nemmeno tu dovrai prendere
decisioni affrettate” rispose.
“Cioè?”
“Non
voglio che tu ti esponga
troppo. È pericoloso”.
“Non
credo che avrò il tempo di
espormi. Se lavorerò al Quartier Generale degli Obliviatori,
avrò così tanti
ricordi da cancellare ai Babbani che hanno assistito alle retate dei
Mangiamorte da tenermi impegnata tutto il giorno”.
Regulus
si chiese per quanto
tempo ancora sarebbe riuscito a nasconderle di essere a sua volta un
Mangiamorte. Certe volte gli sembrava di ingannare, oltre a lei, anche
se
stesso, soprattutto quando sperava che tra loro sarebbe sempre andato
tutto bene.
“Dai,
adesso non ti abbattere!”
lo esortò Rachel. “Manca ancora un mese, e
sarà così stressante che non vedrai
l’ora che finisca”.
“Forse
hai ragione” gemette
Regulus, al solo pensiero di dover affrontare le pile di libri che lo
aspettavano in sala comune.
L’inizio
dei M.A.G.O. giunse
molto in fretta. Gli studenti del settimo anno erano
sull’orlo di una crisi di
nervi. Pallore, occhiaie e stress serpeggiavano tra di loro, quasi come
se
fossero state malattie contagiose.
Esattamente
come i G.U.F.O., gli esami
sarebbero durati due lunghe settimane. Regulus ne avrebbe sostenuti
quattro la
prima settimana e altri quattro la seconda.
Il
primo esame fu quello di Incantesimi.
Il lunedì mattina, subito dopo la colazione, gli studenti
del quinto e del
settimo anno, si riunirono appena fuori dalla Sala Grande, in attesa di
cominciare il compito scritto.
Barty
non riusciva a stare fermo
un attimo: faceva avanti e indietro per la sala d’ingresso,
pallido come un
cencio.
Regulus
ormai si era ormai
rassegnato all’idea di perdere l’uso della mano
destra, perché Rachel gliela
stava stritolando da più di venti minuti.
“Come
fai ad essere così calmo?”
gli disse lei, sconvolta.
“Non
sono calmo” rispose lui
senza battere ciglio.
Nonostante
l’incredulità di
Rachel, era vero: Regulus si sentiva morire dall’ansia, ma
evidentemente
all’esterno sembrava il corrispettivo di un ghiacciolo.
“Potete
entrare” disse in quel
momento un membro della Commissione d’Esame.
Gli
studenti si affrettarono a
prendere posto, tutti scossi dall’agitazione.
Quando
gli fu consegnato il
compito, Regulus diede un’occhiata generale a tutte le
domande. Erano
abbastanza complicate, ma per il momento non ne vide di impossibili.
Lesse
con maggior attenzione la
prima:
a) Definisci
l’Incanto Fidelius e
descrivine gli effetti.
b) Cosa succede se il
Custode Segreto passa a
miglior vita?
Senza
alzare più lo sguardo,
intinse la piuma nell’inchiostro e iniziò a
scrivere…
Due
ore più tardi, si riteneva
soddisfatto del proprio compito, anche se era sicuro di aver scritto
troppo
poco sull’Incanto Proteus e di aver sbagliato la domanda
successiva. Barty era
l’unico ad aver svolto tutto alla perfezione; al contrario,
Rachel non disse
una parola, troppo preoccupata per sbilanciarsi in pronostici.
L’esame
pratico fu più difficile.
Regulus fu esaminato da Griselda Marchbanks, un’anziana
strega che gli chiese
di eseguire un Incantesimo di Disillusione su di lei. Quando la donna
diventò
quasi del tutto trasparente, il ragazzo eseguì il
controincantesimo, e lei lo
congedò con un’espressione soddisfatta.
Alla
pratica di Erbologia dovette
affrontare un Tranello del Diavolo particolarmente grosso, e
riuscì a schivare
i tentativi della pianta di strangolarlo.
Mercoledì
fu la volta di
Astronomia e, il giorno seguente, di Trasfigurazione,
l’incubo peggiore di
Regulus.
Allo
scritto non andò a
meraviglia: si fece prendere dal panico quando scoprì di
aver risposto neanche
a metà delle domande quando mancava ancora un’ora,
e sbagliò la risposta sui
Metamorfomagus. Fortunatamente riuscì a recuperare con la
pratica.
“Non
so come ho fatto” gli riferì
Rachel quando anche lei ebbe finito, “ma invece di
trasfigurare me stessa, ho
trasformato l’esaminatore in una tartaruga marina. Secondo te
mi abbasserà il
voto?”
“Se
la tartaruga non aveva i
capelli, credo che non influenzerà troppo sulla
valutazione” cercò di
incoraggiarla lui, sforzandosi di non ridere.
Venerdì
si sarebbe svolto l’esame
di Antiche Rune, che solo Regulus e Barty dovevano sostenere.
“Si
tratta di tradurre questo
brano composto da simboli grafici e numerici”
spiegò l’esaminatrice mentre
passava per i banchi distribuendo i fogli. “Non avrete
suggerimenti
sull’argomento del brano, perciò vi consiglio di
valutare bene tutti i
possibili significati”.
Regulus
e Barty si scambiarono
un’occhiata depressa, poi si misero al lavoro.
“Eihwaz
significa
‘difesa’, vero?” chiese il primo quando
furono
usciti dall’aula.
“Credo
di sì… e il 2 rappresenta
il corno dell’unicorno?”
“No,
quello dell’Erumpent”.
“Dannazione”
imprecò Barty. “Ecco
perché mi sembrava strano che quei tizi dovessero catturare
un ‘pericoloso unicorno’.
Pazienza, non influenzerà troppo il voto,
credo”.
Il
finesettimana trascorse molto
velocemente, perché tutti loro lo impiegarono a ripassare
per gli esami che
ancora dovevano sostenere.
Regulus si
ritrovò a dover affrontare quello di Storia della Magia. Non
ne aveva affatto
voglia ma si fece forza pensando che, in fondo, non avrebbe dovuto
più
studiarla.
In seguito a quale evento
della storia del XVII
secolo nacquero i primi
villaggi semimagici?
Regulus aggrottò la fronte. Era sicuro che si riferisse a qualcosa che lui non approvava, perché ricordava di aver studiato quel capitolo con parecchia insofferenza. Infine, gli tornò in mente.
I primi villaggi
semimagici furono una delle
conseguenze dello Statuto
Internazionale di Segretezza del 1689, che costrinse i maghi ad entrare
in
clandestinità.
Si fermò un attimo per calmarsi: non era il caso di cedere alla rabbia e aggiungere qualche commento sui Babbani che avevano conquistato il mondo a discapito dei maghi: era sicuro che i membri della Commissione fossero della stessa pasta di Silente.
Alcune famiglie magiche
formarono
comunità all’interno di villaggi
babbani, con lo scopo di sostenersi a vicenda. I più
importanti villaggi
semimagici sono Godric’s Hollow, Tinworth, Upper Flagely e
Ottery St Catchpole.
Poteva
andare, pensò, alzando di
nuovo la testa e cogliendo lo sguardo di Rachel. Lei alzò le
dita a formare il
numero otto.
Regulus
guardò la relativa domanda:
Quando fu scritto il
Codice di Comportamento dei
Lupi Mannari?
Lui
alzò le dita a sua volta, a
formare in successione le cifre dell’anno 1637. Rachel
sorrise soddisfatta.
Il
penultimo esame fu quello di
Pozioni, ma nessuno dei tre ebbe problemi.
Regulus
eseguì alla perfezione il
Distillato della Morte Vivente: era stato un colpo di fortuna,
perché l’anno
precedente Severus Piton aveva suggerito loro alcuni trucchi inventati
da lui,
molto più efficaci delle istruzioni ufficiali.
Regulus
si ripromise di
ringraziarlo, la prossima volta che lo avrebbe visto.
“Ne
manca solo uno!” esclamò
Rachel il giorno seguente, dopo essere tornata dall’esame di
Cura delle
Creature Magiche,
“Cosa
ti sei fatta?” le chiese
Regulus preoccupato, notando le bruciature sulla maniche della camicia.
“Ehm,
un Fiammagranchio. Mi è
sfuggito e ha pensato bene di difendersi sputando fuoco. Per fortuna
usavo i
guanti ignifughi”.
L’esame
teorico di Difesa contro
le Arti Oscure filò liscio come l’olio. Al
contrario, quello pratico riservò
una brutta sorpresa.
“Black,
Regulus” lo chiamò la
voce di Madama Marchbanks.
Lui
entrò nella Sala Grande,
cercando di mantenere la calma. Cosa alquanto complicata, dal momento
che si
sentiva martellare il cuore con un ritmo troppo veloce.
“Dunque,
signor Black” esordì la strega.
“L’esame consiste in un duello, niente di
particolarmente difficile, non si
preoccupi… Tuttavia, l’assistente che doveva
duellare si è preso il vaiolo di
drago, perciò è stato sostituito”.
Regulus
guardò verso il punto che
la strega stava indicando…
Se
non svenne fu un vero e
proprio miracolo.
Con
tutta l’aria di chi ha ben
altro da fare, un imbronciato Alastor Moody lo guardava di sotto in su.
“Avanti,
cercate di non farmi
restare qui tutto il santo giorno” ringhiò
l’Auror, estraendo la bacchetta.
Regulus
deglutì e non si mosse,
almeno finché non intervenne di nuovo Griselda Marchbanks.
“Non
si preoccupi, non verrà
attaccato, signor Black. Deve solo utilizzare gli incantesimi studiati
quest’anno, e il signor Moody si limiterà a
proteggersi.
“D’accordo…”
sussurrò lui, anche
se non era sicuro che lei lo avesse sentito.
Si
posizionò davanti a Moody,
cercando di darsi una calmata. In fondo non era un combattimento vero e
proprio. Ma quell’uomo lo terrorizzava. Era già
diventato una leggenda, e
alcuni sostenevano che fosse capace di fiutare un Mangiamorte a
chilometri.
Ovviamente non era possibile, ma la fama che circondava
l’Auror bastava per
spaventarlo a morte.
Alzò
la bacchetta ed esordì con un incantesimo non verbale:
Stupeficium!
Per
tutta la durata del duello
cercò accuratamente di non incrociare lo sguardo di Moody, e
questo gli fece
rischiare di essere colpito a sua volta, quando l’altro
utilizzò il Sortilegio
Scudo.
Tuttavia,
fu meno peggio di
quanto temesse: un quarto d’ora dopo, la Commissione
d’Esame lo congedò.
Quando
uscì dalla Sala Grande, si
sentì finalmente libero: gli esami erano finiti e, almeno
per tutta la
settimana seguente, non aveva intenzione di pensare al futuro.
Il
baule sembrava più pesante del
solito mentre Regulus lo trascinava fuori dalla sala comune di
Serpeverde.
All’altezza della porta, si voltò a guardare per
l’ultima volta le familiari
pareti verdi, il divano e le poltrone in pelle nera.
Non
riusciva a credere che non
avrebbe più messo piede là dentro e che nel giro
di due mesi qualche studente
del primo anno avrebbe dormito nel letto che era stato suo.
“Forza,
andiamo” lo spronò Barty,
che era molto meno nostalgico degli altri e non vedeva l’ora
di lasciare la
scuola per motivi di cui solo Regulus era a conoscenza…
Mentre
camminavano per i
sotterranei, Rachel aveva gli occhi lucidi ma Regulus si
guardò bene dal
farglielo notare. Al contrario, Barty non ebbe altrettanta delicatezza.
“Non
ti metterai a piangere,
voglio sperare!”
“Non
sto piangendo!” si infuriò
lei, punta nell’orgoglio.
Barty
ridacchiò e lei lo fulminò
con lo sguardo.
I
Serpeverde raggiunsero la sala
d’ingresso, in cui erano riuscite le altre tre Case. Hagrid
aprì il portone di
quercia e li condusse attraverso il parco.
Gli
studenti più piccoli
chiacchieravano allegramente, mentre tra quelli dell’ultimo
anno era più facile
trovare musi lunghi.
Mentre
passavano accanto al Lago
Nero, Regulus tornò con la mente al giorno in cui, sette
anni prima, aveva
solcato quelle acque a bordo delle barche destinate agli studenti che
dovevano
ancora essere smistati.
Ripensandoci,
sarebbe voluto
tornare ad essere un ragazzino terrorizzato al solo pensiero di finire
a
Grifondoro.
Arrivarono
alla stazione di
Hogsmeade prima del previsto. La sensazione di vertigine era tornata a
farsi
sentire, ma Regulus si sforzò di ignorarla.
Rachel
era stata raggiunta da
Emmeline. Quest’ultima stava salutando l’amica, nel
caso in cui King’s Cross
fosse stata troppo affollata per ritrovarsi; poi alzò lo
sguardo sugli altri
due.
“Ciao,
Regulus. Buona fortuna”
disse Emmeline con un tono di voce forte ma controllato.
“Grazie…
anche a te” rispose lui,
a disagio.
Lo
sguardo di Emmeline si
soffermò su Barty, il quale era impegnato nella
contemplazione delle unghie
della sua mano destra.
Regulus
e Rachel si sentirono
improvvisamente di troppo. Ci furono alcuni secondi di silenzio teso,
poi
Emmeline girò i tacchi e si incamminò verso il
treno con aria mesta.
“Avresti
potuto salutarla almeno
con un ‘Ciao’” disse Rachel, irritata.
Barty
non le rispose. Senza
aggiungere altro, sollevò il proprio baule e salì
sull’Espresso per Hogwarts.
“È…
è un…” disse Rachel, senza
trovare un aggettivo adatto a definirlo.
“Lascia
stare” le consigliò
Regulus, guardando l’orario. “Il treno sta per
partire, meglio muoversi”.
La
aiutò ad issare il baule, perché
lei era impegnata a tenere in braccio il gatto, che sembrava a sua
volta poco
desideroso di partire.
“Ehi,
Attila!” esclamò Hagrid,
raggiungendo la ragazza. “Mi mancherà quella
peste. Thor ci si era affezionato
anche lui”.
“Scommetto
che anche tu gli mancherai,
Hagrid” rispose Rachel. “Ma torneremo a
trovarti…”
L’uomo
estrasse dalla tasca un
fazzoletto delle dimensioni di una tovaglia e lo usò per
soffiarsi il naso,
commosso.
Regulus
aveva già provveduto ad
allontanarsi il più possibile, storcendo il naso.
“Bè,
allora fate buon viaggio,
eh! Ci si vede, un giorno o l’altro” li
salutò Hagrid.
Rachel
raggiunse Regulus sul
treno un attimo prima che le porte si chiudessero. L’Espresso
per Hogwarts si
mosse, acquistano man mano sempre più velocità.
I
due, ormai, ex Serpeverde si
affacciarono al finestrino senza staccare gli occhi dalle torri del
castello
che si intravedeva in lontananza, fino a che Hogwarts non scomparve
dietro una
curva.
01. | Addio. | 02. | Ricordi. | 03. | Speranza. | 04. | Bellezza. | 05. | Fotografia. |
06. | Gatto. | 07. | Cane. | 08. | Musica. | 09. | Fuochi d'artificio. | 10. | Cioccolato. |
11. | Carta. | 12. | Paura. | 13. | Sole. | 14. | Sangue. | 15. | Bambola. |
16. | Ali. | 17. | Cuscino. | 18. | Candela. | 19. | Dolce. | 20. | Amaro. |
21. | Pelle. | 22. | Ghiaccio. | 23. | Sogno. | 24. | Incubo. | 25. | Risveglio. |
26. | Incontro. | 27. | Vertigine. | 28. | Lacrime. | 29. | Attesa. | 30. | Noia. |
31. | Felicità. | 32. | Dolore. | 33. | Solitudine. | 34. | Silenzio. | 35. | Campanello. |
36. | Nascosto. | 37. | Gelosia. | 38. | Nodo. | 39. | Caldo. | 40. | Freddo. |
41. | Tempo. | 42. | Bacio. | 43. | Sorriso. | 44. | Desiderio. | 45. | Illusione. |
46. | Specchio. | 47. | Latte. | 48. | Caffè. | 49. | Potere. | 50. | Strada. |
*Angolo autrice*
Non posso credere che mancano 10 capitoli alla fine! O_O Ero convinta
che questa storia non sarebbe finita mai (effettivamente è
iniziata l'estate scorsa).
Non è stato difficile scrivere questo capitolo: mi
è
bastato pensare a come fossi terrorizzata io alla fine del liceo... e
io non avevo una guerra che mi aspettava!
Sono contenta anche di aver finalmente deciso il futuro lavoro di
Rachel: fino ad una settimana fa non avevo la più pallida
idea
di cosa farle fare e cominciavo a dirmi che fosse il caso di pensarci.
Non ce la vedevo dietro una scrivania a firmare scartoffie, quindi
optavo per una professione più attiva, ma farla diventare
Auror
mi sembrava troppo banale. Così sono andata a ripescare
l'elenco
dei vari Livelli del Ministero della Magia e appena ho visto il
Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici ho pensato che
Regulus si sarebbe inventato qualche battuta sul fatto che il termine
"catastrofe" fosse azzeccato per lei! Così, ho avuto
l'illuminazione.
Penso che sareste sopravvissuti anche senza questa lunga spiegazione,
ma mi andava di farla! Serve a qualcosa aggiungere che dal prossimo
capitolo saranno dolori? Pensate solo che rivedrete Bellatrix, gioite
insieme a me! (è ironico...)
Prossimo aggiornamento: 27 marzo
MEISSA_S:
mi ero resa conto di aver snobbato Silente fino ad ora, e pensavo che
fosse il caso di rimediare. Per il prossimo capitolo sono ancora
indecisa su come descrivere Barty nei panni di Mangiamorte: Regulus si
renderà conto che la sua decisione non
è proprio il massimo, ma Barty per me resta sempre un
mistero.
Grazie per essere rimasta connessa
fino a quell'ora! E pensare che avevo la tentazione di aggiornare la
mattina perché ero stanchissima!
Mirwen:
vorrei strozzare anche io Barty, anche in questo capitolo, ma purtroppo
dovremo sorbircelo per parecchio tempo ancora. Regulus dovrebbe
iniziare a dare un po' più di retta a Silente: non dice
sempre
cose assurde!
Alohomora:
eccoti qua il capitolo tutto intero! Sentirmi dire che Regulus
è
perfetto è la più grande soddisfazione per me!
Spero solo
di riuscire a provocare gli stessi commenti per Barty... Sono andata a
cercare qualche altra fanfiction su di lui anche se,
purtroppo, non ce ne sono molte che lo riguardano su EFP. Su
Acciofanfiction e Fanworld non ce n'è neanche una, ma ne ho
lette un paio su Fanfiction.net... in inglese! Mi sono anche
rivista il Calice di Fuoco e ho riletto tutte le parti del libro in cui
si parla di lui, ma dovrò tornarci. DEVO riuscirci! Ormai
è una questione di principio, anzi è una lotta
all'ultimo
sangue tra Barty e me!
malandrina4ever:
wow, hai dato più retta tu ai due mocciosi di me! Io non li
consideravo nemmeno! L'idea della lista della gente da Cruciare
è geniale, ma non preoccuparti, Silente non voleva
paragonare
Regulus a Bellatrix, ma solo smentire Phineas che sosteneva che i Black
"non infieriscono sulle vittime"! Sì, come no... Strano ma
vero, Silente mi risulta uno dei personaggi più facili
da descrivere! Silente aiuterà Regulus nel seguito, certo,
ma
per ora il ragazzo si rifiuterà di chiedergli aiuto, non sia
mai! Calcola che nel frattempo "là fuori" c'è
l'Ordine
che sta già combattendo, quindi è probabile che
Sirius
avesse parlato a Silente di Regulus: ti pare che si arrende? E no,
Walburga non farà nulla di pericoloso contro Rachel,
però
potrà ostacolarla e dimostrarle quanto le stia antipatica,
senza
Orion a tenerla d'occhio. Ma Rachel non si fa mettere i piedi in testa!
_Mary:
non te lo sei immaginato, hai proprio visto giusto! Ho buttato
lì un altro indizio sugli Horcrux perché se no
Regulus
non avrebbe saputo da chi andare ad informarsi... solo che i suoi
metodi con Lumacorno saranno più...ehm...sbrigativi di
quelli di
Harry! Sono ancora indecisa tra il Veritaserum, un incantesimo
Confundus o una sana Imperius, ovviamente con un potente
Oblivion alla fine! Hai ragione, Silente spesso è descritto
come
una specie di figlio dei fiori che trascorre le giornate a fumare di
tutto e di più e a trasformare Hogwarts in un luogo in cui
praticare l'amore libero!
Bella_Cissy_BlackSisters:
la
verità è che con Barty ancora non so
come comportarmi... Fin dall'inizio della storia l'ho sviluppato un po'
per volta, senza prestabilire nulla, perché mi
sembra difficilissimo entrare nella sua mente e comprenderla a
fondo. Nel capitolo scorso faceva anche molto lo
spavaldo, ma quando si ritroverà in mezzo agli altri
Mangiamorte
si darà una calmata. Il problema è che devo
decidere
se fosse così malvagio fin da subito, oppure se
all'epoca
fosse davvero come appare al processo, terrorizzato, e che poi fosse
cambiato durante gli anni trascorsi a casa prigioniero di suo padre.
Però ricordiamoci che non si è mai fatto venire i
rimorsi
quando sua madre è morta per liberarlo, quindi un po' di
cattiveria dentro ce l'ha già...
Mizar:
come ha detto Emmeline, quella del padre che elogiava più
lei di
Barty è stata più che altro la goccia che ha
fatto traboccare il
vaso. La realtà è che quei due sono diventati
troppo
diversi ormai e che Barty voleva tagliare con il passato. Come ho
scritto qua sopra, ho parecchi dubbi su come sviluppare Barty d'ora in
poi... speriamo bene!
Gemella
Dramioncella:
no no, anche se per un po' potrebbero allontanarsi, Rachel e Regulus
sono destinati a stare insieme e nulla al mondo mi farà
cambiare
idea! Anche a me sembrava impossibile, quando ho letto il Calice di
Fuoco, che Barty adulto fosse lo stesso che si vedeva nel ricordo del
processo, perché era completamente diverso, e anche Sirius
fa
capire che mai nessuno avrebbe potuto sospettare del suo cambiamento.
Insomma, in queste risposte alle recensioni ho parlato quasi soltanto
di lui, mi servirebbe uno psichiatra per capirlo a fondo!
Gobra1095:
sì, non mi sono mai confrontata con il non-canon, ma spero
di
farcela perché l'idea di base è sempre quella, i
personaggi cercherò di mantenerli sempre IC e cambieranno
solo
gli eventi... Non credo che descriverò il momento in cui
Barty
sarà marchiato, ma sicuramente ci sarà una scena
con lui
e Voldemort insieme: ce l'ho già in mente, devo solo
scriverla! Ehm, auguri per il compleanno (anche se con... uhm... 9
giorni di ritardo)!
lyrapotter:
figuriamoci se Regulus dà retta ad Albus "Babbanofilo"
Silente
una buona volta! No, dovrà sbatterci quella testolina dura
più del granito per rinsavire. Grazie, spero davvero di
continuare bene con Barty perché è il personaggio
più intricato e anche quello che mi preoccupa di
più per
quanto riguarda la caratterizzazione. Bè, hai visto giusto:
già dal prossimo capitolo Regulus
comincerà a
prendersi i primi spaventi, anche se all'inizio incolperà se
stesso autoconvincendosi di essere troppo impressionabile! Il ruolo di
Kreacher sarà determinante ma arriverà un po'
più
tardi, anche perché ci saranno uno o due capitoli in mezzo
per
smorzare un po' i toni!
Hale
Lover:
le nuove lettrici sono sempre graditissime! XD Grazie per aver letto la
storia così velocemente! Riguardo a Silente, ho pensato a
quando
dice a Piton che non ha convocato Draco per evitare che Voldemort,
leggendogli nella mente, potesse scoprire che Silente sapesse tutto
della missione di Malfoy, quindi ho deciso apposta di farlo mantenere
sul vago proprio per evitare che Voldemort se la prenda con Regulus.
Poi Silente sapeva da fonti attendibili (e qui c'è lo
zampino di
Sirius!) che Regulus volesse diventare un Mangiamorte ma non aveva le
prove che lo fosse già: forse lo sospetta, ma non ne
è
sicuro. Uhm, spero di aver chiarito i tuoi dubbi!