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Autore: ghirigoro    20/03/2010    4 recensioni
Cosa succederebbe se, appena orfana, arrivasse da New York la nipote di Slash? -FOTTITIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!- gli urlai. Lo zio era...scandalizzato? -Signorinella! Ma chi ti ha insegnato queste parole?!- -Tu.- Dall'altro capo della stanza, Duff disse, rivolto ad Axl:-50 dollari sulla bimba.-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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La mattina dopo, mi svegliai alle sei e mezza grazie al "WELCOME TO THE JUNGLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!" della cazzo di sveglia che qualcuno mi aveva messo sotto l'orecchio, da bravo bastardo. La prima cosa che feci fu girarmi a sinistra e vedere se la finestra era aperta. Poi, con un lancio che avrebbe fatto invidia a Micheal Jordan, scaraventai la sveglia del cazzo giù in giardino, dove giurai di aver sentito lo zio madare una bestemmia. Qualcosa mi stava solleticando la guancia. Alzai lo sguardo, verso il soffitto, e i miei occhi si iniettarono di sangue. Il mio soffitto era ricoperto di schiuma, che cadeva giù sul pavimento, e pendevano delle liane di carta igienica. "Qualcuno la pagherà!!!!!!" pensai con, probabilmente, sguardo omicida. -Piaciuta la sveglia?- mi domandò qualcuno dietro una cortina di liane igieniche. Me l'avevano domandato due volte, e, coem era successo per la prima, mi preparai a lanciare qualcosa contro lo svegliatore. Qualcosa che non fossero le mie mutande, s'intende. -No. Oh, mi puoi credere, no.- dissi fredda. -Adesso ti piacerà di più!!!!- disse lo svegliatore e poi qualcosa di marrone e peloso saltò fuori. Lo guardai sbalordita, mentre quello si dimenava. -Axl. Cosa ci fai con un costume da scimmia?- -WELCOME TO THE JUNGLEEEEEEEEE!!!!!!! Per oggi sarò la tua scimmietta!!!!- disse lui saltellando e grattandosi con le mani testa ed ascella come avrebbe fatto l'ominide che si celava nel suo, ahimè, di dubbie capacità cervello. -Sto per vomitare.- dissi. Non sembrava deluso.Purtroppo. Si avvicinò facendo roteare con le dita la coda, come la Pantera Rosa, e salì in piedi sul mio letto. Poi si mise in ginocchio ed appoggiò le mani. Si sporse verso di me. Ero sicurissima di essere diventata bordeaux. -Axl che cavolo stai...- Oddio, lo fece. Mi baciò. Di nuovo. -Sono o non sono un gran fig...- Non fece in tempo a finire la frase che gli mollai una ginocchiata nei coglioni. La sua espressione agonizzante, mentre cadeva dal letto tenendosi il pacco, oh..., credetemi, mi fece stare bene. -Sei un gran figLIO DI TROTA! E non volevo insultare tua madre.- dissi, spietata. -Dio... che... DO... LO... REEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!- esplose lui con le lacrime agli occhi. Avrei anche potuto vincere diecimilamilioni alla lotteria, ma neanche quello mi avrebbe appagata quanto lo stava facendo la sua espressione. "Perchè non è ancora arrivato lo zio con il moschetto sotto braccio a strillare se c'è un ladro che mi vuole violentare?" mi chiesi. -Hey. Tu.- chiamai Axl dandogli dei colpetti col piede. -Sai mica che fine ha fatto lo zio?- Dopo che le sue capacità psico-motorie si furono ristabilite, fece un tale ghigno che mi venne voglia di tirargli un'altra ginocchiata. -Ho pianificato tutto, piccola mia. Siamo soli. Slash è andato ad un'intervista, Alfred è fuori città, Duff è a casa sua con un paio di... ragazze, ed Izzy è da qualche parte in Colorado ad un meeting.- "Cazzo!" pensai arrabbiata. -E, se permetti, qual'è il tuo obiettivo?- chiesi. -Conquistarti.- rispose lui ghignando. -Allora puoi pure tornartene a casa, bello.- dissi fredda, andando verso l'armadio. -Ora, se permetti, dovrei cambiarmi.- -Non c'è problema.- disse lui calmo. Lo guardai, aspettando. -Che c'è?- chiese. -Dovresti... andare.- Restò fermo a guardarmi, con quello stupidissimo costume da scimmia. -Ho capito. Idiota.- dissi seccata. Aprii l'armadio e, con mia sorpresa, non 'era niente di quello che avevo messo. Niente, all'infuori di un vestito. -Ti piace?- mi chiese Axl da dietro. Presi il vestito, me lo appoggiai sul petto, e mi guardai allo specchio. Era scandaloso. Osceno. Era di seta nera, con riflessi rosso sangue, cortissimo e scollato. -Te lo scordi. Non me lo metto.- dissi ad Axl seria. -Se preferisci rimanere così...- disse, indicandomi. In quel momento mi accorsi di essere in canottiera e mutande. -ODDIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO DOV'E' FINITO IL MIO PIGIAMA????!!!!- strillai coprendomi con quel fazzoletto nero. -Diciamo che è, con tutti i vestiti della casa, in una valigia in giardino.- Gli mollai un ceffone che lo fece cadere per terra, e presi a menarlo di santa ragione. Quando ebbi finito, mi ricomposi. -Togliti il costume.- ordinai. -Adesso si ragiona...- ghignò lui. Aspettai che si fosse tolto anche le zampe pelose. Per fortuna, aveva una maglietta e i boxer. -Togliti la maglietta.- ordinai di nuovo. Ci lottò come un forsennato, e poi la lanciò via. Fece per buttarsi su di me, ma corsi a raccogliere la sua maglietta. Me la infilai, ma era troppo corta e non mi copriva abbastanza. -Togliti i boxer.- -Ci puoi scommettere!- disse lui gettandosi le mani sull'elastico. -NON DAVANTI A ME IDIOTAAAAA!!!!- strillai scandalizzata coprendomi gli occhi. Mi girai verso la porta, tendendo la mano all'indietro. Mi arrivarono ai piedi i boxer neri. Sicuramente Axl non aveva una buona mira. Mi infilai anche quelli, con un po' di ribrezzo, ovviamente. Nonostante tutto, mi stavano bene. -Perfetto. Ora, se non ti dispiace, vado a prendere i miei vestiti.- annunciai vincitrice, andandomene. Axl mi guardò sorpreso, coprendosi il pacco con le mani. Bè, almeno aveva avuto la decenza di non restare con gli ortaggi al vento. -Hey, aspetta! Torna qui!- mi chiamò. Poco dopo mi corse incontro con un altro paio di boxer neri. -Di riserva.- spiegò lui, notando la mia espressione scocciata rivolta a quelli. -Axl, fanculo.- dissi io continuando a camminare. -Senti, piccola, lo so che non sono stato un bravo bambino, ma...- -No, non lo sei stato.- -Ecco, appunto... non è che tu non mi piaccia, ma se sto con te mi metto nei casini...- farneticò pateticamente. -Tranquillo, da ora non ti devi più preoccupare.- dissi io secca. -In che senso? Non... non ti piaccio più?- mi chiese, fermandosi davanti a me. -Senti, lasciami andare. Voglio tirarmi via questi cavolo di boxer.- -No, adesso mi devi rispondere.- mi supplicò lui. -Axl! Lasciami andare!- -Non ti lascerò mai andare.- disse lui stringendomi. Ancora una volta, era una gabbia. -Mai...mai...- sussurrò. Adesso le sbarre scomparivano... e non c'èra più la gabbia. Non so perchè, non so come, ma le mie gambe restarono lì. Le mie braccia circondarono il suo collo, e accadde quel che accadde. Mi alzai in punta di piedi e mi incollai alle sue labbra. E non ero io, a fare quelle cose. Non avevo dato nessun ordine al mio corpo. Era come respirare. Non è sempre un'azione volontaria. Ma ti serve. In quel momento, mentre lo baciavo, squillò il telefono. Fu come una dono dal cielo, perchè riacquisii subito il controllo del mio corpo. Corsi giù per le scale sforzandomi di non guardarmi indietro. Andai in cucina ed alzai la cornetta. -Casa Hudson. Chi parla?- dissi. -Oh, bella fratello, ho sbagliato numero. Credevo di chiamare un altro...- Conoscevo quella voce. -Duff idiota che non sei altro Hudson è il cognome di Slash! Sono Samantha!- -Oh... OOOHHHH!!! Bella Sam come ti butta? Allora, ma dove cazzo è Slash?- -E' ad un'intervista.- -Wooou... ecco cosa mi ero dimenticato...- rise lui, da perfetto idiota. -Cosa dovevi dirgli?- chiesi seccata. -Volevo chiedergli se gli andava una ragazza. Ce n'è qua una che sa fare dei massaggi che te lo fanno rizzar...- -MA CHE SCHIFO!!!!- lo interruppi schifata. -Hey chi è?- mi chiese Axl da dietro "Oddio adesso che faccio????? Stupido corpo fanculooooo!!!!! Adesso mica posso ignorarlo!!!!! Oddio speriamo che se ne va e non torna più!!!!! Con che coraggio posso girarmi e guardarlo?????" pensai terrorizzata. -Era...- cominciai... -Hey! Ma mi stai ascoltando?- chiese Axl. -Hey Sam ma mi ascolti?- chiese Duff. Riattaccai la cornetta e mi girai verso Axl. Lo raggiunsi e mi gettai su di lui, di nuovo. Ma questa volta era l'istinto che mi guidava. Lo baciai nuovamente, senza neanche dire una parola. Poco dopo raggiungemmo camera mia, senza staccarci, e poi il mio letto, scivolando sulla schiuma e aggrovigliandoci tra le liane E poi... bè, un po' di fantasia, miei cari. . - . - . - . - . Ok questo capitolo è un po' corto, lo so, ma farlo più lungo lo avrebbe fatto diventare noioso. E poi è il capitolo "più importante", per così dire, perchè da qui nasceranno molte cose. Spero comunque che vi sia piaciuto! Ditemi cosa ne pensate!
  
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