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Autore: Miluna    21/03/2010    1 recensioni
"Era tutto rimasto indelebile. Incantato. Un fotogramma bloccato nel tempo."
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La polvere sfiorava le mie dita come ricordi che cercano la mia pelle, per poter mostrarmi flashbacks sempre desiderati.

Il pavimento freddo accompagnava il mio passo. Il rimbombo dei miei tacchi si perdeva nell'aria, quella stessa aria che avevamo condiviso insieme tanto tempo fa. Aria che cerca la vita, il nostro respiro.

Vi ricordavate? Vi ricordavate quando ridevamo riempendo la sala di allegria? Senza troppi pensieri..

Le sedie, dove ci affondavamo ogni volta per poter riposare, erano coperte da ragnatele. Ragnatele che cercano di conservare quel ricordo, proteggendole. Come se non volessero che qualcuno violi le memorie.

Le pentole di mamma erano sempre allo stesso posto. L'ultima volta si era dimenticata di ritirarle.

Una macchia di sugo si era incrostata sul marmo. Doveva essere il nostro pranzo, quello?

Era tutto rimasto indelebile. Incantato. Un fotogramma bloccato nel tempo.

Niente avrebbe più ripreso il suo corso in quella casa. Non lo volevo.

Doveva rimanere una malinconica foto da poter ripassare col dito ogni volta che ne avevo bisogno.

L'ultimo quadro di Gilda era ancora lì. Il ritratto di quella donna che ammirava ogni volta che sognava serena. Era appeso alla parete, vegliava sulle nostre sere. Vigilava sempre attento, con quello sguardo materno e affettuoso.

La polvere circondava anche quel ricordo. Era strano come siano puliti gli occhi, come se la polvere non fosse capace di posarsi su di loro, forse per paura di rovinarli.

Delle lacrime invisibili bagnavano il mio cuore. I battiti si facevano più vivi. Tutto era immobile, silenzioso. Un silenzio che in realtà parlava. Evocava. Evocava risate e sorrisi, gesti indimenticabili.

Sarebbe rimasto tutto così, per l'eternità. Il quadro di Gilda sarebbe rimasto a vegliare, la macchia avrebbe occupato sempre un pezzo di marmo..e il gomitolino di lana sarebbe rimasto sempre lì. Quel gomitolino di lana con cui giocava sempre Raf. Sfilato e scolorito. Era' sul tavolo anch'esso. Un filo pendeva nel vuoto. L'ultima volta che ci aveva giocato l'aveva abbandonato lì, forse per voler lasciare anche lui un suo segno. Fantasmi del passato, fantasmi innocui tornavano e ripartivano, verso quello scrigno di cui solo io potevo avere la chiave.






  
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