Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: SallyBlack87    22/03/2010    7 recensioni
E se Tim Burton non ci avesse raccontato tutta la storia? ^_^ ...un finale alternativo della favola...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIMA PARTE

 

Alice Kingsley se n’era andata.
Sparita in una nuvola di fumo, come non fosse mai esistita.
“Ritornerò  prima che tu te ne accorga!” aveva detto.
Eppure i minuti, le ore passavano e Alice non era più tornata.
Il Cappellaio era rimasto immobile, in piedi e solo, nel campo di battaglia ormai deserto, nel Gran Giorno Gioiglorioso.
Guardava nel vuoto, nel punto in cui Alice era scomparsa, gli occhi fissi, spiritati, in attesa di qualcosa che non sarebbe mai accaduto.
Lei non sarebbe mai tornata.
Eppure il Cappellaio, con la sua mente matta, non riusciva a comprendere che lei non sarebbe tornata, lui credeva alla sua Alice.  Aveva detto che sarebbe tornata e lui ci credeva.
Così restava là, cocciutamente, in attesa.
Tutti gli altri se ne erano andati al Palazzo della Regina Bianca a festeggiare la Grande Vittoria.
In fondo era il Giorno Gioiglorioso, nessuno a Sottomondo doveva essere triste…
La Malvagia Capocciona era caduta e tutti si sentivano liberi e felici, tutti… tranne lui.
Prima non era così, la felicità e la gioia pura gli sgorgavano vigorose dal cuore, aveva perfino eseguito la Deliranza! Dopo tutto quel tempo… Lui, che era il Migliore Ballerino di Sottomondo!
Ma, quando Alice era svanita, quando lo aveva lasciato, qualcosa in lui si era rotto, nella sua mente qualcosa si era storto irrimediabilmente.
La felicità dentro di lui si era come inceppata.
Fino all’ultimo, aveva sperato che Alice cambiasse idea, che restasse a Sottomondo...con lui.
 “Che meravigliosa, pazza idea!” aveva esclamato sorridendo.
Ma poi se ne era andata via…tornando a quel suo strano mondo …
Ma gli aveva fatto una promessa, prima di andare…che sarebbe tornata…
Alice doveva tornare!
Così se ne stava solo, ad aspettare e a sperare, contro ogni logica, con tutto se stesso.
“Tarrant?...Cappellaio?” chiamò una voce vicino alla sua spalla destra.
Udendola egli non si mosse, continuò a fissare nello stesso modo, lo stesso identico punto sussurrando indispettito:
“SHHH!!! Silenzio… Alice sta per tornare… non distrarmi.”
La stessa voce sospirò sconsolata, poi davanti agli occhi del Cappellaio apparve la testa fluttuante dello Stregatto. Non sorrideva più, nei suoi occhi si leggeva una profonda compassione.
“Tarrant lei non tornerà.” disse con delicatezza guardandolo nei suoi folli occhi.
Il Cappellaio batte le palpebre sconcertato e incredulo, fissò lo Stregatto intensamente.
“Ma certo che tornerà! Sciocchino.” Disse serio “Alice mi ha fatto una promessa!”
Lo Stregatto sospirò di nuovo, come poteva spiegare l’ovvio?
“Alice non tornerà da noi… Lei viene dal Sopramondo, non è come noi, ha tutta la vita da vivere , perché dovrebbe voler stare qui…con noi?” chiese tristemente.
Le labbra del Cappellaio a quelle parole cominciarono a tremare convulsamente, quasi fosse un bambino, solo e abbandonato.
“Ma lei… lei me lo ha promesso!”
Con la disperazione nella voce e le lacrime agli occhi sussurò con la voce incrinata:
”Lei me lo ha promesso…”.
Lo Stregatto scosse la testa con desolazione, come in segno di scusa, non sapeva che fare per il suo amico, non sapeva che altro dire.
Il Cappellaio Matto in quel momento sentì qualcosa spezzarsi in mille pezzi dentro di lui…
Per un attimo ebbe un pensiero confuso…
E’ il mio cuore che si spezza o l’ultimo barlume della mia ragione?
Sentì la tristezza invaderlo, dai suoi occhi per la prima volta uscirono lacrime, vere lacrime.
Non aveva mai pianto prima, nemmeno quando la  Regina Rossa aveva distrutto l’intero Sottomondo, non sapeva cosa fosse la vera  tristezza.
Si portò le mani al volto lentamente, non sapendo cosa fare, non sapendo come fermare quel fiume di disperazione.
Nulla valeva le sue lacrime… a parte Alice. La sua dolce, piccola, grande Alice…
Per Alice avrebbe fatto tutto, avrebbe dato la vita per lei, lo aveva già fatto con la Regina Rossa... Ma lei… Lei non lo voleva.
“ Lei non mi ha voluto…” sussurò incredulo.
A quelle parole lo Stregatto che lo guardava sconsolato drizzò le orecchie.
“Cosa hai detto Cappellaio?” chiese esitante e ad un tratto guardingo.
Egli serrò gli occhi rabbiosamente e strinse i pugni, gridando furioso:
“LEI… LEI NON MI HA VOLUTO!”
La tristezza tramutata in rabbia, mutò il suo sguardo triste in due occhi terribili e foschi…
Con la disperazione che gli divorava il cuore, prese il suo capello, quel capello che era il suo emblema, quello stesso capello che amorevolmente lei gli aveva calcato sulla testa più volte, lo prese e lo ridusse in pezzi.
“ Che peccato…mi piaceva quel cappello!” disse maliziosamente lo Stregatto, guardando ora il Cappellaio con un ghigno da furfante e la malizia negli occhi.
“SI PUO’ SAPERE CHE HAI DA RIDERE?!” gli chiese ringhiando il Cappellaio.
“Eh eh eh …rido perché per la prima volta vedo un pazzo rinsavire. Ecco tutto. Eh eh!”
Lo Stregatto fece delle giravolte in aria ammiccando con intenzione verso di lui, che ora lo guardava perplesso e interdetto.
“Che diamine vuoi dire gatto? Spiegati!”
Lo Stregatto si avvicinò all’uomo, fino ad averne il viso a due centimetri dal suo ghignante muso.
“Sai… avevo già notato che finchè la piccola Alice era qui, a tratti non facevi più pensieri sconnessi, che a volte ti rendevi conto realmente che eri matto…quando lei ti era vicino, ragionavi come una persona…diciamo…sana di mente….
Beh amico mio, negli ultimi minuti, non hai ne detto ne fatto nulla fuori dal normale…che deduci da questo?”
Il Cappellaio era incredulo, eppure nelle parole dello Stregatto c’era uno strano fondo di verità.
Non si sentiva più euforico, non rideva più senza motivo, non diceva frasi ne faceva gesti sconnessi dalle sue emozioni. Faceva ciò che sentiva, diceva ciò che pensava!
Fissò stupito lo Stregatto che sorrise sornione.
“Da quando Alice se n’è andata Tarrant..che cosa hai provato?”
“Io…Ho sentito qualcosa rompersi dentro… un vuoto dentro di me…come se mi mancasse qualcosa di importante...”disse confusamente.
Lo Stregatto lo guardò con occhi gioiosi roteando le pupille.
“Amico mio, l’unica pazzia che vedo in te è quella che giace nel cuore delle persone innamorate… ciò che senti per Alice è talmente potente, talmente magico, che perfino a Sottomondo nulla può contrastare quella forza. Nemmeno la Pazzia...il nome di quella forza è Amore.”
Il Cappellaio era ancora più confuso di prima…  Adesso cosa avrebbe fatto?
Senza Alice questo suo nuovo stato non aveva alcun senso…
Cos’era l’amore di cui parlava lo Stregatto!?
Lui sentiva solo dolore e tristezza, nulla più aveva importanza per lui, se non Alice…
Come avrebbe potuto vivere se non poteva più provare gioia, ne felicità?
Disperato e abbattuto, un'unica domanda gli aleggiava nella mente.
“Che devo fare ora? …Che cosa posso fare?”
Alle sue spalle una voce argentina e delicata gli rispose, la voce materna di Mirana la Regina Bianca avvolse il confuso Cappellaio, facendo rinascere in lui la speranza.
“Se ciò che provi è sincero caro Tarrant, vai da lei…vai da Alice!”
Egli si voltò e vide accanto alla Regina tutti i suoi amici, il Bianconiglio, il Leprotto Marzolino, Mallymkun il ghiro, PincoPanco e PancoPinco, Bayard… i suoi amici che lo incitavano incoraggianti.
Mirana lo fissava con una dolcezza estrema, piena di calore.
“Vai da lei Cappellaio, forse il tuo destino non è di restare a Sottomondo.”

  
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