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Autore: semplicementeme     23/03/2010    4 recensioni
- Cosa vuoi da me?
Aveva calcato il tono della voce riferendosi alla sua persona. Hermione Jane Granger non poteva essersi scomodata per nulla.

Vecchia fanfic mai conclusa che ho deciso di rivedere e ripubblicare con le opportune correzioni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Minerva McGranitt, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo VI

 

  Appena riaprì gli occhi comprese di essere nuovamente a casa. Malfoy la teneva ancora stretta per il braccio e quando se ne rese conto, come un’invasata, si liberò dalla stretta – piacevole, ma scottante – per avventarsi su di lui. Lo colpì in pieno viso con uno schiaffo, uno di quelli potenti, e poi lo investì con la sua invettiva, degna di un avvocato consumato dal tempo.

       - Draco Lucius Malfoy non arrogarti più certe libertà con la sottoscritta. Oggi è stato uno schiaffo ma la prossima volta sarà una maledizione senza perdono… e certamente non parlo né di Cruciatus né di Imperius.

       - Stai calma Mezzosangue, mi sembra di averti informata con largo anticipo delle mie intenzioni e comunque… non mi sembra che tu abbia disdegnato il mio bacio data l’intensità con cui contraccambiavi…

   Sorvolando sul largo anticipo a cui aveva fatto riferimento il giovane, quelle di Draco erano state parole vere, fin troppo per i gusti di Hermione. Lei aveva contraccambiato il suo bacio e con molto slancio. Rendendosi conto di ciò, infuriata – più con se stessa che con Draco – prese il vaso alla sua destra e lo lanciò verso quest’ultimo mancandolo dato che lui si trovava già sulle scale per tornare in camera.

   La confusione creata da quella disputa aveva fatto correre Ginny che teneva tra le braccia la piccola Cordelia.

       - Che cosa è successo qui?

   Con un Reparo, Ginny aveva rimesso insieme i cocci del vaso che adesso si ritrovava al suo posto come se nulla fosse successo. Cordelia guardava con curiosità Hermione che aveva le guance in fiamme ed i capelli più spettinati del solito.

       - Ginny, potresti ricordarmi perché Malfoy si trova in questa casa?

       - Forse perché tu e lui siete rimasti i soli a poter sconfiggere Voldemort?

   Quelle parole erano state pronunciate da Blaise Zabini, altro acquisto Serpeverde, che aveva preso dalle braccia della madre la bambina. Bambina che rideva felice tempestando il volto dell’uomo di baci, baci che Blaise apprezzava parecchio visto il sorriso soddisfatto, ed amorevole, che rivolgeva alla piccola.

   Con una mano Hermione si stropicciò gli occhi cercando, in quel modo, di allontanare la stanchezza che improvvisamente le era crollata addosso; quando il suo piede fu sul primo gradino, che l’avrebbe condotta verso un meritatissimo riposo, la voce allegra di Blaise la raggiunse.

       - Però Herm, mi sembra di aver capito che c’è stato un bacio… bacio che non è stato poi così male se hai ricambiato!

   Si era fermata e si era voltata verso Zabini, che teneva ancora Cordelia tra le braccia. Lo aveva fissato e, puntando l’indice verso di lui, aveva ringhiato la sua risposta.

       - Zabini, ringrazia il fatto di essere il padre di Cordelia, altrimenti a quest’ora saresti morto da un pezzo!

   E con passo aggraziato, simile a quello di un bufalo in corsa, iniziò a salire le scale. Dopo le parole di Blaise il suo unico obiettivo era chiarire quanto prima con Malfoy. Non poteva prendersi certe libertà, assolutamente, e poi c’era da chiarire la questione dello specchio…  sospirò rumorosamente e capì che per quel pomeriggio avrebbe dovuto dire addio al suo meritato riposo.

 

   Entrò nella stanza senza neanche bussare ma rimase immobile con ancora la mano stretta alla maniglia in ottone. Draco Malfoy era davanti ai suoi occhi con solo i boxer indosso. Si girò di scatto, accaldata, sorpresa… piacevolmente sorpresa, ma ciò le provocò un nuovo moto di fastidio, non poteva permettersi determinate emozioni, non in quel giorno, non con lui.

       - Malfoy! Copriti immediatamente!

       - Granger, veramente sei stata tu ad entrare senza neanche bussare…

   Era girata di spalle ma poteva chiaramente immaginare il ghigno beffardo sul volto di lui, si sentì una stupida ad avergli dato modo di deriderla.

   Avvertì chiaramente il fruscio degli abiti indossati, o tolti a seconda dei casi. Sentiva le guance incandescenti ed il calore aumentava se ripensava al corpo di Malfoy, chiuse gli occhi e cercò di non pensarci, non era lì per quella ragione.

   Lentamente si voltò in direzione del giovane e si tranquillizzò nel momento in cui lo trovò vestito, non sarebbe riuscita a mantenere la calma e rimanere lucida se lo avesse avuto davanti in deshabillé, si sarebbe sentita imbarazzata e non sarebbe riuscita a cavare un ragno dal buco, lei invece aveva bisogno di informazioni.

       - Allora, di cosa dovevi parlarmi Granger? Avevi intenzione di riprendere il discorso interrotto a Notturn Alley?

       - Piantala! Voglio sapere dello specchio, come fai a conoscerne l’esistenza?

   Non le andava giù il modo in cui si era sentita quando aveva visto Malfoy seminudo, per nulla, non poteva distrarsi, la sua missione era un’altra: eliminare Voldermort, nella sua vita non c’era spazio per altro. La risposta ricevuta la riportò al presente ed alla conversazione in corso.

       - Dimmi come fai tu a sapere della sua esistenza…

       - Non sei il solo ad aver avuto a che fare con testi di Magia Oscura! Ed adesso dimmi cosa vuoi fare con quello specchio!

   Non aveva voglia di giocare, voleva delle risposte, lo Specchio Incantatore era pericoloso, assai pericoloso, il fratello cattivo dello Specchio delle Brame, e lei voleva sapere che intenzioni aveva Malfoy.

   Intanto, il ragazzo dal proprio mantello aveva tirato fuori lo specchio di dimensioni ridotte, tenuto tra pollice ed indice come se si trattasse di un filo d’erba, e con un incantesimo non verbale lo fece tornare alle dimensioni originarie per porgerlo poi ad Hermione che lo prese con mani tremanti.

   Lei si fermò ad osservarlo attentamente. Il manico in argento era finemente lavorato riprendendo il disegno di un’edera arrampicante che avvolgeva l’intero specchio. La superficie riflettente si illuminò di un bagliore rossastro, fu giusto un istante, ed Hermione sgranò gli occhi quando riconobbe l’immagine di un Ronald sorridente. Le dita sfiorarono quell’immagine ed un altro bagliore, stavolta più intenso, scaturì da quel contatto.

   Gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia, riavere ancora Ron con lei era il suo desiderio più grande, il suo sogno, il suo riscatto… si sentiva nuovamente viva, degna… ma anche stanca, incredibilmente stanca per la ricerca continua di quel riscatto, di quel bisogno di felicità ed adesso che Ron era lì, davanti i suoi occhi, poteva finalmente essere libera, chiudere gli occhi e lasciarsi andare alla felicità che l’aveva sopraffatta. Barcollante si mise a sedere sul letto senza però smettere di fissare Ron…

   Lo specchio le fu strappato di mano poco prima che perdesse conoscenza e nello stesso attimo in cui non vide più Ron si sentì precipitare nel vuoto, risucchiata in un limbo senza pace ma carico di sofferenza. Le forze tornarono nello stesso istante in cui il dolore divenne insopportabile e si scagliò senza neanche rendersene conto Malfoy che aveva fatto sparire lo specchio dopo averglielo sottratto.

       - Ridammi lo specchio!

   Lo aveva urlato, ringhiato, ed aveva anche colpito. Si era buttata contro il ragazzo tartassando il suo torace con pugni continui carichi di dolore, disperazione, e lui la lasciava fare, senza intervenire. Sapeva come si sentiva, anche lui aveva provato la magia dello specchio e sapeva che era necessario farle scaricare tutta l’adrenalina ed il veleno di quello specchio. La lasciava picchiare duro ma quei colpi non facevano male, no, erano come lievi carezze. Immaginava il suo dolore, lo conosceva…

   Solo quando si accorse che i pugni diventavano sempre più radi allora capì che lei stava tornando in sé. La strinse in un abbraccio e lasciò che sfogasse le ultime lacrime che le erano rimaste.

       - Tranquilla, è tutto finito…

   Ma sapeva che non era così, lo sapeva lui e lo sapeva pure lei che stringeva la sua camicia. Il respiro lentamente tornava regolare e non stava piangendo più… stava riprendendo coscienza del proprio corpo, Hermione stava tornando ed a lui dispiaceva sapere che da lì a poco avrebbe dovuto lasciare che i loro corpi si separassero, non voleva, ma era necessario, per lei…

       - Io… non credevo che il maleficio dello specchio fosse così immediato…

   La voce di lei era flebile e stanca. Sentirla parlare così, ancora stretta tra le sue braccia, gli provocò mille brividi che cercò di controllare. Sentiva il suo profumo e ricordava ancora il sapore delle sue labbra, la loro morbidezza e il loro calore, ma non poteva, non poteva lasciarsi andare.

   Non poteva.

       - Se non ne sei capace non puoi fare uso di Magia Oscuro, è da folli.

   Ed aveva alzato nuovamente il muro che lo separava da lei. La sentì irrigidirsi ancora tra le sue braccia e poi avvertì i palmi caldi sul suo torace, odiava doversi separare da lei ma non poteva fare diversamente, non poteva.

   Non potevano…

       - Io… mi spiace.

   Si separarono ed entrambi si sentirono soli.

   Hermione incrociò lo sguardo di Draco e vi lesse la sua stessa disperazione, la sua stessa follia, lo stesso bisogno di calore. Draco Malfoy era ancora davanti a lei… era ancora lì che la guardava con quegli occhi freddi ed impenetrabili, con quegli occhi che un tempo avrebbe definito… la voce di lui interruppe i suoi pensieri.

       - Non farne parola con Blaise!

       - Perché?

       - Granger, è così e basta!

   Ed ancora quella freddezza e quell’alterigia che in passato l’avevano ferita, umiliata. Ma adesso non poteva pensare al passato, era in gioco il futuro…

       - Tenere questo specchio qui è rischioso! Non puoi! E se finisse nelle mani di Cordelia?

       - Granger… mi spieghi che effetto può avere su una bambina di poco meno di tre?

   E lei sapeva che aveva ragione ma non poteva accettare quello specchio nella sua casa, no, era una tentazione per sé, ma anche per lui, ne era certa. Doveva dissuaderlo dal suo proposito, quello specchio era un pericolo per tutti loro. Doveva fargli comprendere che era sbagliato.

       - Quello specchio si nutre di magia, è un rischio tenerlo qui!

       - Quello specchio si nutre di dolore, risentimento, senso di colpa.

   Le parole di lui la bloccarono, non aveva mai visto le cose sotto quel punto di vista, sapeva dei poteri dello specchio, ma sentirlo dire era… diverso. Doveva tentare con l’ultima carta a sua disposizione se voleva quello specchio lontano da lì.

       - E tu credi che in questa casa non ci sia abbastanza dolore, risentimento e senso di colpa? Non lo pensi Draco?

   Quel nome, da quanto non lo pronunciava? Era quella la sua ultima carta, sperare di toccare le corde del suo cuore e fargli capire che era da pazzi nascondere lo specchio con loro… tutti loro erano potenziali vittime.

       - Ho deciso così e basta!

   Nulla, non era servito a nulla chiamarlo per nome. Lui aveva deciso e quando si metteva in testa qualcosa non cambiava idea, e lei questo lo sapeva, lo aveva provato sulla sua stessa pelle.

   Indietreggiò di un paio di passi, poi si bloccò, la bloccò. Osservò la mano di Draco tenere il suo gomito impedendole di allontanarsi, impedendole di lasciarlo. Lui le spostò una ciocca dalla fronte, la portò dietro l’orecchio e con quel gesto la carezza alla sua guancia fu inevitabile, la guardò negli occhi e senza rendersene conto Hermione si ritrovò incatenata ad essi.

   La voce di Draco arrivò come da un paese lontano, un paese caldo e vivo…

       - Credo… credo che il bacio di poco prima sia stato un errore… non… doveva accadere. Ha riportato a galla vecchi ricordi, in parte dolorosi…

   O sì, quel bacio l’aveva riportata a Hogwarts…

 

§§§§§*§§§§§

 

   Settembre aveva lasciato il posto ad ottobre già da un paio di giorni ma Hogwarts era prigioniera di una strana calura estiva, nulla di strano, di magico per lo meno, ma un fatto insolito per quel periodo.

   Lei non riusciva a restare nel suo dormitorio, aveva caldo e le lenzuola aggrovigliate ai piedi del letto ne erano la prova. Si alzò e, facendo piano, lasciò le sue compagne di stanza immerse nel sonno.

   Con ancora il pigiama indosso, lasciò la Torre di Grifondoro ed iniziò a vagare per il castello. Le spesse pietre impregnate di antica magia rendevano i corridoi della scuola più freschi delle camere della torre dove risiedeva la sua casata. I corridoi neri e scuri sembravano minacciosi ma per lei non era così, amava la sua scuola e la considerava casa propria. Conosceva ogni anfratto del castello e, probabilmente, aveva una conoscenza tale della struttura da superare anche quella dei professori più anziani.

   Camminava silenziosa beandosi di quella pace che da lì ad un paio di ore sarebbe stata infranta da orde di ragazzi diretti in Sala Grande per la colazione.

   Un cielo tempestato di stelle luminose fu ciò che vide non appena si ritrovò nel giardino del castello. Sorrise davanti a quello spettacolo magnifico e si incamminò spedita in direzione della Foresta Proibita. Sapeva che le era vietato ma il pericolo aveva il suo fascino e lei non sapeva mai resistergli.

   Al diavolo le acromantule, i thestral ed anche i centauri, lei aveva bisogno di correre tra i boschi e liberarsi dalla tensione che sentiva opprimerla.

   In verità non era stato il caldo a svegliarla, no. Era altro, il pensiero della guerra che incombeva, del pericolo che avrebbero corso lei ed i suoi amici, del dubbio sul suo futuro. Era questo che l’agitava impedendole di dormire, questo e quel caldo maledetto.

   Corse per i sentieri bui della Foresta Proibita cercando di mettere da parte l’ansia che la soffocava. In mano stringeva la sua bacchetta che con un incantesimo Lumos rischiarava, in minima parte, il suo cammino. Il silenzio, interrotto dal verso di qualche civetta, la innervosiva ancora di più, se poi si aggiungeva la sensazione di essere osservata era chiaro come, improvvisamente, l’idea di quella passeggiata notturna non le sembrasse più tanto entusiasmante.

   Quando arrivò in riva ad un lago sconosciuto ai più, probabilmente anche ad Hagrid, si sentì subito meglio. Lo scroscio della cascata era un suono melodico che aveva il potere di scacciare via tutta l’ansia ed il malessere percepito poco prima. Chiuse gli occhi ed inspirò a pieni polmoni l’aria adesso più fresca.

   Il lago si trovava al centro di una radura verdeggiante, ad abbeverarsi vi era un magnifico unicorno bianco. L’animale appena la vide nitrì ma non si allontanò. Hermione fissò i grandi occhi neri e ne restò affascinata tanta era la potenza che quelle iride trasmettevano. Senza neanche accorgersene si avvicinò ed allungò una mano titubante, conscia della difficoltà di poter accarezzare il muso dell’animale ma si rallegrò nel momento in cui quello la lasciò fare offrendole, addirittura, anche il collo. Con altrettanta calma e lentezza avvicinò la sua fronte al muso dell’animale magico ed iniziò ad accarezzargli la criniera bianca, il nitrito soddisfatto dell’unicorno la fece sorridere mentre si sentiva avvolta da un’incredibile sensazione di pace e beatitudine. Tutti i dubbi e le paure erano scomparse per lasciar posto solo ed esclusivamente alla pace ed all’amore. Accarezzò ancora il suo collo e lasciò che l’antico potere dell’unicorno l’abbracciasse, la proteggesse fino a che l’animale non iniziò a scalciare irrequieto.

   Questo bastò per interrompere l’incanto e far tornare Hermione alla realtà. La velocità con cui impugnò la sua bacchetta fu impressionante, come se fosse abituata ai continui stati di allerta. L’unicorno intanto era svanito lasciandola sola. Iniziò a girare su se stessa cercando di comprendere da dove potesse provenire la minaccia, perché era chiaro, qualcuno la stava spiando. Non era una sciocca e sapeva che l’unicorno non avrebbe mai reagito in quella maniera se non si fosse sentito infastidito… o in pericolo.

   Improvvisamente Grattastinchi le saltò davanti facendola sobbalzare.

       - E tu che ci fai qui? Sai che mi hai fatto spaventare?

   Si inginocchiò per prendere tra le braccia il gatto che subito, da perfetto ruffiano qual era, iniziò a fare le fusa.

       - Ti sei ingelosito?

   Al miagolio di risposta Hermione sorrise ed avvicinò il gatto al suo viso.

       - Ma lo sai che per me ci sei solo tu! Il mio Grattastinchi… ed adesso che ne dici di un bel bagnetto?

   Il gatto, come se avesse compreso le sue parole, drizzò il pelo e con un salto si liberò dalla presa della sua padrona che rise divertita.

       - Allora tu torna al castello e mi raccomando non cacciarti nei guai…

   Un miagolio ed il gatto da dove era venuto tornò indietro.

   Un po’ più rilassata si guardò intorno ed alla fine, constato che non sussisteva alcun pericolo, iniziò a spogliarsi. In intimo entrò nel lago sentendosi accapponare la pelle per la sensazione dell’acqua fredda sul corpo. Iniziò a nuotare in direzione della cascata con l’intento di raggiungerla e mettersi sotto il getto di acqua.

   Una volta che si trovò sotto lasciò che la sensazione provata la sommergesse. Era strano, si sentiva come se la sua pelle fosse trafitta da un’infinità di spilli tanta era potente la forza dell’acqua, ma non le importava, no. Lasciava che l’acqua le scivolasse addosso portandosi via tutte le sensazioni negative provate.

   L’ansia per i G.U.F.O.

   La paura della guerra imminente.

   Il futuro incerto e nebuloso.

   Tutto le scivolava via mentre l’acqua la bagnava.

   Restò così per un tempo indefinito e solo quando iniziò a sentire l’intorpidimento dei muscoli decise che era ora di tornare indietro, l’alba stava giungendo e farsi trovare in giro non era il caso.

   Ad un tratto, quando ormai era quasi giunta alla riva, si sentì afferrare per la caviglia. Il panico l’assalì ed iniziò a dimenarsi non riuscendo a comprendere cosa, o meglio chi, la bloccasse. I movimenti convulsi che derivarono dalla paura per quella presa improvvisa le fecero bere molta acqua ed il panico aumentò ancora di più quando comprese di non riuscire a respirare correttamente.

   Tossiva e non riusciva a respirava, si sentiva soffocare. Poi improvvisamente non sentì più il contatto con l’acqua ma solo il vento fresco di quella mattina di ottobre.

   Qualcuno le diceva di tranquillizzarsi, che tutto era finito, di respirare. Aprì lentamente gli occhi senza però riuscire a capire cosa fosse successo. Si trovava sulla riva del lago, tra le braccia di qualcuno. La testa poggiata sul torace dello sconosciuto.

   Quando fu messa in piedi la voce parlò ancora e questa volta sussultò quando la riconobbe.

       - Adesso è tutto a posto, respira…

   Respirare improvvisamente le sembrò impossibile tanta era la confusione. Il ragazzo le spostò le ciocche bagnate dal viso e così facendo l’accarezzò.

   Un tocco lieve ma intimo.

   Non riuscì a muoversi nè ad indietreggiare. Rimase ferma immobile, gli occhi fissi sul suo viso. Osservò la fronte ampia coperta dai capelli biondi, bagnati come i suoi. Poi scese agli occhi, grigi, imperscrutabili, incomprensibili. Il naso aristocratico e le guance glabre, per finire alle labbra, carnose, rosse, invitanti…

   Quel pensiero la colpì e la stupì. Non si era resa mai conto di come, nel complesso, il viso di Draco Malfoy potesse essere… bello.

   Le mani di lui, ora sulla sua schiena, erano delicate mentre la percorrevano in tutta la lunghezza, non riusciva a muoversi, non voleva muoversi.

   Guardò gli occhi di lui e poi le labbra… adesso le sembravano più vicine, no, non era un’impressione, si stavano avvicinando. Non riuscì a comprendere la portata di quella constatazione se non quando le sentì sulle proprie.

   Un contatto inizialmente lieve e delicato, come se lui avesse paura di toccarla, ma durò solo un attimo perché poi divenne più determinato, appassionato. Lo stesso fu per le mani che adesso le  stringevano i fianchi e l’avvicinavano maggiormente al torace di lui.

   Era fuoco, puro fuoco.

   Quando avvertì l’erezione di lui sfiorare il suo addome, una scarica di adrenalina percorse la sua schiena. Si sentiva viva. Una mano scivolò lungo la sua coscia per poi risalire nuovamente alla sua schiena ma l’incantesimo si ruppe quando lui si fece più audace sfiorandole il seno, in quell’esatto istante lei tornò padrona dei propri  sensi.

   Si staccò fissandolo con occhi vitrei e la portata dell’evento la colse con tutta la sua potenza.

   Aveva baciato Draco Lucius Malfoy.

   Figlio di un Mangiamorte, IL Mangiamorte.

   Indietreggiò spaventata, shockata, sorpresa.

   Indietreggiò fino a che non si trovò contro il tronco di un albero.

   Lui era lì, fermo. La fissava serio, non una parola, non una risata. Nulla.

   Era impenetrabile.

   Lei chiuse gli occhi e quando li riaprì il turbamento era svanito. Prese i suoi vestiti poco distanti, li strinse al seno e senza fermarsi a riflettere iniziò a correre.

   In lontananza sentì Malfoy chiamarla ma non si fermò.

 

§§§§§*§§§§§

 

 

   Il ricordo del quinto anno arrivò improvviso.

   Come allora si scansò bruscamente ed iniziò ad indietreggiare.

   Come allora scappò via, ma stavolta lui non la chiamò, la lasciò andare.

 

   Buonasera, scusate l’assenza prolungata ma per me Gli esami non finiscono mai come recitava il buon Edoardo De Filippo. Dopo due mesi di assenza torno con un aggiornamento che era pronto da… tanto, troppo tempo, solo che non ho avuto molto tempo per rivederlo e  poi, domenica, dopo aver riletto il capitolo… l’ho riscritto perché non mi piaceva.

   Passo ai ringraziamenti all’unica persona che ha recensito, per la serie pochi ma buoni:

- EXCEL SANA: il tema della perdita di una persona cara è complesso ed articolato. Non mi sono addentrata più di tanto nella sua analisi perché ognuno di noi vive il lutto in modo diverso. Hermione è provata, si sente impotente, ma non solo per la perdita di Ron ed Harry ma anche per altro che già in questo capitolo ho lasciato intendere. Diciamo che lei si sente responsabile, senza motivo, ma si sente la causa di tutto ed è sua intenzione rimediare agli errori commessi. Mi spiace averti fatto aspettare tanto, ma sono pignola e non mi andava di aggiornare senza aver riletto il capitolo. Grazie per aver dedicato il tuo tempo a me ed alla mia fic, alla prossima… sperando di non averti deluso con questo capitolo.

  

   Vorrei ringraziare le 12 persone che hanno inserito la storia tra i preferiti, le 22 di che invece la seguono ed all’unica anima pia che ha inserito Avanti nonostante tutto tra le ricordate!

 

P.S. Lo Specchio Incantatore è una mia creazione. Più avanti spiegherò meglio come funziona e che risvoltò potrà avere nella fic. Per adesso attenetevi a quel po’ che vi ho anticipato!

   
 
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