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Autore: fracchan92    24/03/2010    1 recensioni
Nella terra del vento, in pieno deserto, protetto dalle dune, vi è il villaggio della Sabbia, Suna, la capitale di quella terra.
In quel villaggio, nel palazzo del Kazekage, risiede Sabaku no Kankurou, fratello minore di Temari e maggiore di Gaara (oramai diventato Kage).
Kankurou si trova nell'ufficio di suo fratello portandogli il resoconto dell'ultima missione fatta, Gaara terminò di controllare il rapporto.
-Puoi andare ...-
-Grazie.- inchinandosi e avanzando verso la porta.
-... in infermeria.-
-... si.- Kankurou era riuscito anche a camminare normalmente senza gemere dal dolore, ma suo fratello era riuscito a notarla lo stesso quella dannata ferita … ma dopo tutto Gaara era Gaara e usci dall'ufficio andando in infermeria.
Stette lì due ore buone, non perché la ferita era grave, ma perché le due infermiere che dovevano curarlo iniziarono a litigare; il motivo di questa animata discussione era un ragazzo che a entrambe piaceva e sia l' una che l' altra non volevano cedere.
“Banale.” pensò il nostro sciagurato Kankurou
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2° CAPITOLO
Kankurou usci dal palazzo (un po' giù di morale per la partenza di Temari) incamminandosi fra le vie di Suna (ma dopo tutto sua sorella era un abilissima jonin) alle volte guardando le vetrine, (se la sarebbe cavata bene) alle volte guardando i passanti.
Kankurou si stava dirigendo, immerso nei suoi pensieri, al negozio dove lui abitualmente faceva rifornimento di veleni e ricambiava i pezzi delle marionette.
Era un negozio abbastanza grande e conosciuto, e l' uomo con cui trattava era il signor Kasi, sua moglie (la signora Kasi) si occupava di prendere le ordinazioni sui pezzi che gli servivano.
Kankurou inoltre sapeva che i signori Kasi avevano una figlia e un nipote, ma lui non li aveva mai visti, per cui restavano un icona con un enorme punto interrogativo.




CAMBIO DI SCENA
Nel negozio interessato “BOTTEGA KASI” così chiamato, un signore sulla quarantina con un pizzetto e capelli sbarazzini marroni con occhi neri si apprestava a mettere in ordine la sua bottega e a contare i soldi del cliente appena uscito.
-Cara oggi si festeggia !-
Una donna sulla trentina, capelli viola mossi, occhi azzurri usci dal retro bottega portandosi dietro alcuni pezzi di marionetta.
-Evento storico !-
-Abbiamo raggiunto una quota superiore a quella che di solito raggiungiamo in un mese !-
La moglie gli sorrise: -Allora … dove si va a cena ?-
-In un posto dove si spende poco !-
-Spilorcio !-
A quel punto suonò il telefono e la moglie si arresto a rispondere, andando nel retro bottega; quando ritornò si rivolse al marito:
-Caro … ho una brutta notizia da darti.-
-Che è successo stavolta ? Non è arrivato il carico ? Sono in ritardo ?- chiese allarmato il signor Kasi.
-No, no il carico è arrivato ...-
-... ma …?-
-C'è solo nostro nipote lì, gli altri che abbiamo chiamato non sono arrivati ...-
-Un carico da 300 tonnellate non le può portare nostro nipote ?-
-Tesoro!...-
-Ho capito, ho capito <> volevi dirmi questo ?-
-Caro lo so che con il nostro cliente abituale vorresti trattare tu, ma dobbiamo aiutarlo !-
-Forse vuoi dire IO lo aiuto e TU stai a guardare .-
-Teesoooroooooo! ALZA IL CULO E ANDIAMO AD AIUTARE NOSTRO NIPOTE! FORZA! MUOVITI !-
-Vabenevabenevabenevabenevabene ! L' avverti tu Momo ?-
-Si la chiamo subito.- andò nel retro bottega e urlò alle scale che portavano al piano di sopra: -MOMO!-
Una ragazza graziosa, con capelli (a caschetto) e occhi del colore della madre, scese di corsa le scale.
-Si, madre ?-
-Io e tuo padre andiamo a prendere il carico, i ragazzi che avevamo mandato non sono arrivati, a parte tuo cugino, per cui oggi dovrai badare tu al negozio !-
-M-ma madre, oggi dovrebbe venire ...-
-Lo so tesoro, è solo questa volta te lo prometto, sii gentile e garbata, non essere tesa, ok ?-
La ragazza cominciò a tartassassi la maglietta che aveva addosso e non era un buon segno, la madre sospirò poi le venne un idea: -Nel frattempo potresti preparare alcuni veleni ?- la ragazza annui, sorridente.
-Bene !- e prese un foglio e una penna e ci scrisse sopra alcuni veleni, sua figlia era un mostro (nel senso buono) quando si trattava di veleni.
E' l' unica, in famiglia, che conosce tutti i veleni esistenti e li sappia rifare a memoria, sua figlia aveva una mente straordinaria, gli bastava leggere una sola volta, gli ingredienti di un veleno e lei, anche a distanza di giorni, riusciva a farlo senza dover rileggere il foglio.
Quando si tratta di veleni sua figlia è insuperabile ed è l' unica cosa che Momo sa fare in tutta tranquillità, per il resto è sempre agitata e non si sente all'altezza di niente.
-Tieni cara !- consegnandogli il foglio “Così starà tranquilla per un po'.” penso la sign. Kasi.
-Grazie madre !- disse sorridente Momo, la madre sospirò:
-Qualche volta potresti chiamarmi mamma, non mi offendo mica ...- Momo chinò la testa.
-Va be, non fa niente!- disse la madre dandole un buffetto sulla guancia. -Bene ti affido il negozio. Fai la brava !-
-Va bene madre.-
Sia la madre che la figlia uscirono dalla porta di servizio, la figlia si fermò sulla soglia e guardò i suoi genitori preparare il carro.
-Momo, mi raccomando con i prezzi e se ti chiamano gli addetti ai trasporti, rimandali indietro oramai non servono a niente e digli che si scordino di essere pagati chiaro ?- gli disse il padre.
-Si, padre !-
-Spero che tua madre ti abbia già fatto le raccomandazioni su di lui .-
-Si padre !-
-Bene, allora a presto Momo, saremo di ritorno il prima possibile !-
-Fai la brava !- urlò la madre già sul carro.
-Si padre !Si madre !-
Così Momo salutandoli, li guardò andar via, tirò un sospiro e si apprestò a preparare i veleni che la madre le aveva chiesto.



CAMBIO DI SCENA
Kankurou camminava per le vie di Suna con Karasu sulle spalle, la ferita già andava meglio ora camminava senza sentire dolore, però ancora doveva rimarginava, alzò gli occhi al cielo, nemmeno una nuvola, voleva dire giornata torrida e afosa, per fortuna aveva la solita tuta e cappuccio che gli permetteva di non prendere un colpo di sole e il trucco per scacciare via gli insetti.
Svoltò l'angolo e continuo per quella via finché non vide un insegna “BOTTEGA KASI” ghignò, era arrivato, apri la porta (facendo suonare il campanello) e la richiuse dietro di sé, si guardò intorno, non c'era nessuno “Possibile che abbiano lasciato aperta la bottega, così, senza qualcuno dentro a controllare se arriva un cliente ?” quando stava per andarsene senti dei rumori provenire dal retro bottega.
-C'è qualcuno ?-
Nessuna risposta giunse alle orecchie del jonin solo rumori indistinti, Kankurou si avvicinò lentamente alla soglia e vide una ragazza di spalle intenta a trafficare con ingredienti e ampolle, Kankurou si affretto a parlare:
-Mi scusi, pensavo fosse aperto così sono entrato.-
La ragazza non rispose, Kankurou alzò un sopracciglio.
-Ehm! Parlo con lei !-
tossì cercando di attirare la sua attenzione, ma nulla, la ragazza era troppo concentrata
-Ehm !-
tossì ancora ma quella ragazza era tutta intenta nel suo lavoro che non aveva notato la presenza del ragazzo, Kankurou si appoggio con la spalla contro l' uscio della porta aspettando che finisse, per poter ricevere attenzione da lei, intanto la osservava mettere una goccia in una sostanza, di color magenta, dentro un contenuto, i gesti erano sicuri e precisi, la ragazza portava una maglia lilla quattro taglie in più che le arrivava a metà coscia, portava dei pantacollant, alla testa portava un fazzoletto bianco e una mascherina che copriva metà viso.
“Che ragazza strana ...”
  
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