Chiedo umilmente scusa per la mia ingiustificata assenza… Spero che questo capitolo vi piaccia… Un bacione a tutti e
ancora
Scusa…
abbi fede
Finis
L’ufficio di recupero
!4!
“Harry! Ma la cicatrice? Non c’è più!” e nel dire questo gli sollevai con una mano la frangia che con molta cura gliela copriva da anni.
La famosissima cicatrice a forma di saetta si era dissolta.
Harry con un sorriso stampato disse “Che fulmine! E’ da quando ho sconfitto Voldemort che non ce n'è più traccia.”
Ero rimasta spiazzata “Ma come è
possibile?” Harry allora si alzò da terra e mi
rispose molto garbatamente “Silente mi ha detto: “Dato che il legame che ti
univa a Voldemot è stato infranto, ora, non c’è più
alcun motivo perché continuasse a persistere.”
Troppe cose erano successe mentre io mi disperavo. Harry come al solito non mi aveva mai fatto parola di questi avvenimenti prima d’allora. Ero molto arrabbiata, non capivo se a sbagliare ero stata io, che non me n’ero accorta prima o lui, che non mi faceva partecipe di quello che gli stava accadendo. Quella sera ero troppo stanca, non avevo voglia di litigare con lui, pensavo che da quella sera in poi sarei stata diversa, avrei ripreso in mano la mia vita.
Lo dovevo fare… Infatti mi alzai velocemente da terra e guardando Harry dall’alto gli dissi con quel tono da saputella che mi accompagnava da sempre “Allora penso di traslocare domani verso le due, fatti trovare qui mi raccomando non un minuto di più!” Harry si rialzò lentamente “Bene bos!” ero un po’ imbarazzata nel stare davanti a lui… Così vicini… “Bene, a domani!” mi smaterializzai prima che Harry potesse rispondere. Ricomparii nella mia camera (di Ginny) alla Tana, Ginny dormiva e poco dopo anch’io mi abbandonai nelle dolci braccia di Morfeo.
Il mattino dopo al mio risveglio ero circondata da tutta la famiglia Weasley, Molly era tutta in fibrillazione “Hermione cara, dove sei stata ieri sera? Ci hai fatto preoccupare! Non importa” era frenetica, mi carezzò dolcemente il viso e poi riprese “Bene giù ti sta aspettando la colazione.” La signora Weasley stava per andarsene e io dovevo dirle che avrei traslocato, ero troppo assonnata, gli occhi si chiudevano da soli, affogai la mia enorme e voluminosa testa nel cuscino. Ignara che ero ancora circondata dal resto della famiglia…
Ginny si precipitò su di me, mi scostò i capelli dalla faccia e ridendo disse “Senti, visto che oggi è l’ultimo giorno che passi qui, che ne dici di essere un po’ più reattiva? O devo scagliarti una fattura?” Aprii di scatto gli occhi. Mi raddrizzai sulle ginocchia, e passandomi una mano tra i capelli le dissi “Primo, tu NON puoi compiere magie fuori da Hogwarts, secondo…” mi guardai in torno. C’erano: I gemelli, Bill, Charlie, Percy e ovviamente Ginny “Che ci fa tutta questa gente qui? E terzo chi ti ha detto…” non potei finire la frase che fui assalita dai restanti componenti della famiglia. “Grazie per la considerazione!” esclamarono Fred e George, gli altri sorridevano. All’improvviso Percy mi abbracciò “Hermione lo sapevo, sapevo che vi sareste fidanzati, ma di lì a prevedere tutto questo…” abbassò lo sguardo “Benvenuta in famiglia!”, gli altri fecero altrettanto.
Ginny mi guardava compiaciuta, e con fare disinvolto disse guardandosi le unghie “ Sai, sta mattina è arrivato un gufo… Una lettera del Ministero indirizzata alla Signorina Hermione Grenger” Nel dire quest’ultime parole, mi mostrò con la mano disimpegnata la lettera. Gliela strappai dalle mani, ero agitatissima, sicuramente era il responso della mia domanda di lavoro al Ministero. Aprii senza tante cerimonie la lettera, scorsi con gli occhi sgranati la leggera calligrafia:
Siamo lieti di accogliere
la sua domanda di lavoro inviataci da lei nel mese di Giugno. Gli ottimi
risultati da lei ottenuti sono stai sufficienti per farla accedere alla sezione
da lei indicataci“ Ufficio di Recupero” . Inizierà a lavorare attivamente da
lunedì prossimo.
Cordiali saluti
Il Ministro della Magia Albus Silente
“Sono stata presa” Ginny mi guardò con aria spaesata, un secondo dopo mi
strappò la lettera dalle mani e lesse ad alta voce il contenuto, così che tutti
i presenti sapessero che il giorno dopo avrei iniziato
a lavorare per il Ministero. “Ufficio di Recupero?” Ginny
insisteva a guardarmi con stupore, allora con il mio tono da saputella iniziai
a spiegarle “E’ una nuova sezione del Ministero, che si occupa del
reinserimento e di dare sostegno a maghi oscuri che si trovano ad Azkaban.” Dopo questa
delucidazione Ginny mi sembrava più confusa di prima
“Libererai assassini?”
al che intervenne prontamente Percy “No
Ginny, Hermione non libererà tutti i maghi oscuri che
hanno compiuto assassini, ma solo i maghi che dopo un lungo esame si sono
rivelati recuperabili e utili alla società. Non ne sono sicuro, ma credo che
Hermione analizzerà qualche caso e li aiuterà nel reinserimento nella comunità,
giusto?” Cercava nel mio volto assenso alla sua giusta affermazione “Giusto” “Ma Hermione,
ho sentito dire che a questa sezione lavoreranno meno di dieci maghi! E che la cernita è stata veramente dura!” Percy mi guardava con un po’ d’invidia e gli risposi “Si, è
proprio così!”
Tutti mi guardavano un po’ stupiti, ma qualche secondo dopo i gemelli mi presero in
braccio e mi trascinarono giù per le scali “Dai ragazzi! Lasciatemi!” allora
Fred mi disse “No, oggi è l’ultimo giorno che passi alla tana” poi continuò
George “ Quindi ti tratteremo come una principessa!”
Arrossii immediatamente. Tutta la mattinata trascorse tranquillamente tra una
chiacchiera e l’altra, rimasi sorpresa nel vedere tutte
le scottature che Charlie aveva sui bracci. Tutti mi
raccontarono un po’ delle loro vite, e così si arrivò ben presto alle due del
pomeriggio.
Visto che mentre dormivo Ginny e gli altri avevano provveduto a
fare i miei bagagli, alle due congedai la famiglia Weasley e mi diressi verso
il camino. La mattina Harry mi aveva mandato un gufo con su scritto:
Diagon Alley n° 9
Non mi fare aspettare troppo…
Da
un lato mi dispiaceva lasciare i Weasley, perché incosciamente mi facevano
pensare a Ron e lo mantenevano sempre vivido nella
mia mente, ma d’altra parte lì non sarei mai riuscita
ad essere completamente me stessa. Con un po’ di amaro
in bocca salutai nuovamente tutti presi la polvere volante, ma un attimo prima
di andarmene Fred mi disse “Se ti serve qualcosa non esitare a venire al negozio!”
e George “Sai sono due passi!” Sorrisi e annuii con la testa in segno di
assenso.
Lasciai
la polvere e pronunciai a chiare lettere “Diagon Alley n°
Tutto
si offuscò, l’attimo dopo uscii un po’ impolverata dal grande
camino che avevo visto la sera prima. Harry era
seduto su una poltrona e guardava fisso nel vuoto, quando mi vide apparire non batté ciglio. Allora un po’ nervosamente gli dissi “Ehm
ciao!”, Harry rinvenne e subito si alzò in piedi e
dolcemente mi abbracciò “Era ora… Tu si che ti sai
fare attendere. Sappi che la prossima volta non sarai così fortunata.” Lo lasciai immediatamente e guardando prontamente
l’orologio appeso in sala gli dissi “Caro signor Potter!
Se per lei aspettare cinque minuti la sua coinquilina, nonché
sua amica è di troppo disturbo, torno direttamente da dove sono venuta!” Feci
per andarmene, ma Harry mi bloccò per un polso e
iniziò a ridere “Dai non fare la scema!” Allora mi voltai e lo guardai diritto
negli occhi… C’era da perdersi in quegli occhi verdi, l’intensità del suo
sguardo era diverso, ardeva di passione. Dopo qualche secondo di silenzio iniziai a ridere e gli dissi con tono autoritario “Bene, da
oggi si cambia vita, e se vorrai convivere con me sarai costretto ad essere
impeccabile” (i nostri discorsi erano sempre sarcastici) Harry
alzò lo sguardo al cielo e disse “Era quasi meglio Voldemort!”.
Scoppiammo a ridere sonoramente, poi Harry disse
facendomi sedere sulla poltrona dove sedeva lui prima “Oggi bisogna
festeggiare…”, con un movimento della mano Harry fece
comparire due burrobirre, me ne porse gentilmente una
e disse “Propongo di fare un brindisi!” allora la mia curiosità prese il sopravvento “Si, ma a che cosa vuoi brindare?” Harry fissò per un attimo la sua burrobirra
e disse “Al tuo bambino…” Riuscii a cogliere una nota di amarezza nelle sue
parole, ma mi sembrava sincero. “Al mio bambino che diventerà anche un po’ tuo.” Harry sorrise. Bevemmo le nostre
burrobirre, e dopo gli dissi
“Harry lo sai che…” non mi lasciò terminare la frase
“Che lavorerai all’Ufficio di Recupero, si lo so!” lo guardai sbigottita
“Hermione, io lavoro al Ministero e poi lo sapevo da un pezzo che saresti stata
presa! Pensa tu, domani andremo a lavorare insieme
come ai vecchi tempi…”
Tra
una chiacchiera e un’altra arrivarono le otto. Harry si propose per preparare la cena…
Dopo
esserci quasi avvelenati con il suo pollo al forno, Harry
mi propose “Adesso ti va di fare una passeggiata?” la mia risposta non si fece
attendere “Si! Ma dove andiamo?” Harry mi fisso come era successo nel pomeriggio, e cominciai a sentirmi in
soggezione “ Harry dove vuoi…” “Nel posto più bello
del mondo…” Mi porse la mano al di sopra del tavolo, già sapevo cosa mi
aspettava, la afferrai e chiusi gli occhi. Quando li
riaprii, davanti a me si presentò quel castello tanto familiare, Hogwarts.
Lasciai
la mano di Harry e gli dissi “Tu sei davvero
impressionante!” Harry mi prese
per mano e mi portò sotto quel grande albero dove l’anno prima ci sedevamo io, Harry e Ron… Ci sistemammo sotto
l’albero, molti ricordi riaffiorarono… Harry passò un
braccio dietro le mie spalle e senza pensarci troppo mi rannicchiai contro il
suo petto. “E’ proprio strano… Domani non dovremo più prendere quel treno, non
dovremo più sopportare quell’arrogante di Malfoy… Da domani diventeremo adulti…”
Mentre diceva queste parole intense Harry mi
carezzava dolcemente la spalla. Restammo lì, immobili, a contemplare quell’istante che separava la nostra infanzia e adolescenza
dalla vita reale, la nostra vita attuale nella quale ci trovavamo…
Solo dopo un ora Harry mi riportò a casa. Appena arrivati, ci sedemmo per qualche minuto sulle
poltrone e guardando Harry dritto negli occhi gli
dissi con le lacrime pronte a scendere “Grazie”. Harry,
vedendomi in quello stato disse alzandosi in piedi “E’ ormai evidente che sei
spossata… Stai delirando!” mi prese in braccio e senza ascoltare i miei
continui spergiuri disse “E’ ora che tu vada a dormire!” Mi lasciò soltanto
davanti alla mia camera, sembrava un copione perfetto, tutti, compresa me pensavano che quella serata sarebbe finita con un bacio,
ma il mio istinto me lo proibì “Grazie del passaggio, e adesso penso proprio di
andare a dormire… Buonanotte!” aprii e gli richiusi la porta in faccia così
velocemente che non poté replicare alcun che.
Sul
mio letto giaceva un uniforma e un bigliettino, lo
afferrai e iniziai a leggere:
Questa è l’uniforme dell’Ufficio di Recupero
La presi e la posai
accuratamente sulla sedia accanto al letto. Quella notte rimasi sveglia per
qualche ora, non riuscivo proprio ad addormentarmi,
pensavo a Harry, ma soprattutto pensavo a Ron. Pensavo a come dover gestire il nuovo rapporto che si
stava formando tra me e Harry, infine decisi che non
avrei mai accettato un avance da parte sua.
La mattina dopo mi svegliai
all’alba come era mio solito fare anche ad Hogwarts, con calma indossai l’uniforme, che era molto
simile a quella che possedevo ad Hogwarts, l’unica
differenza era il colore blu scuro e la giacca, che dava un tocco di eleganza.
Mi diressi in cucina per preparare la colazione, feci
accuratamente silenzio passando davanti alla camera di Harry.
L’idea era quella di preparargli la colazione per ripagarlo (almeno una
piccolissima parte) della sua amicizia. Appena misi piede in sala
c’era già Harry, seduto su una delle due poltroncine
verdi davanti il camino. Leggeva La Gazzetta del Profeta, come al solito aveva i capelli più scapigliati che mai, e
sembrava veramente assorto da quello che stava leggendo. Dalla sala si intravedeva la tavola della cucina già apparecchiata e la
colazione aspettava solo che qualcuno la consumasse. Harry
si accorse immediatamente della mia presenza, “Buongiorno!” io gli risposi
abbastanza acidamente “Ma tu, mi leggi nel pensiero?
No, perché ogni volta che voglio fare qualcosa di carino per te, tu mi precedi sempre!” mi abbandonai nell’altra poltroncina
accanto alla sua. “Dormito bene?” sembrava che la mia precedente affermazione
non lo avesse nemmeno raggiunto. Gli risposi del tutto
disinteressata “Divinamente!” lui sorrise “Bene, adesso possiamo anche
fare colazione!” aggiunse con tono fintamente dolce. Devo dire
che la colazione è il piatto forte di Harry. Quella
colazione passò tranquillamente, poco dopo mi stavo apprestando a usare la polvere volante e nel frattempo Harry disse “Sai, è normale essere agitati il primo giorno
di lavoro.” Avevo la polvere volante in mano, lo guardai per un secondo e gli
risposi con il mio tono da saputella “Io, non sono
agitata! Riuscirò sicuramente a cavarmela. Come al
solito… Ministero della Magia.” Lasciai cadere la polvere, e venni
avvolta da una grande e calda fiamma verde. Uscii ricomponendomi da uno dei
tanti camini che si trovavano nella sala d’ingresso. Harry
si materializzò a qualche metro da me, i nostri sguardi s’incrociarono e un
sorriso si disegnò sulle nostre facce, “Bene…” disse impacciato Harry “Allora signorina Grenger,
le auguro di avere una magnifica e brillante carriera…” Io annui e sorridendo
gli dissi “Sicuramente la mia carriera sarà migliore della sua…” Tutti e due sorridevamo quasi nervosamente, ci abbracciammo.
Gli sussurrai all’orecchio “Grazie” ci separammo e mentre Harry
aveva imboccato la direzione che portava agl’ascensori gli dissi “Allora ci
vediamo questa sera, più o meno in questo punto!” Harry annui e senza voltarsi disse “Ok
bos!” rimasi immobile in quel punto per qualche
secondo, poi diedi un occhiata al mio orologio, tutto era perfetto. Mi diressi
verso la strega che sedeva a una scrivania di fianco
all’entrata principale. Era una strega minuta, non troppo giovane, portava una
veste rossa e aveva una spilla d’orata appuntata sulla veste con
su scritto “Informazioni Ministero della Magia” senza farmi tante domande gli chiesi “Mi scusi
signora vorrei sapere dove mi devo dirigere per trovare l’ufficio di Recupero.”
La signorina mi guardò per qualche secondo (abbastanza stralunata) poi
abbastanza seccata mi chiese “Nome e Cognome.” Ero un
po’ stupita, mi serviva solo una stupida informazione “Hermione Jane Grenger.”
prese un pezzo di pergamena e scrisse il mio nome,
poco dopo il mio nome si dissolse nella carta. Sbirciai dall’alto
cosa ricomparì. Un attimo dopo l’inchiostro si addensò tutto nel centro
della pergamena, poco dopo si formulò tale frase “Hermione Jane
Grenger, Ufficio di Recupero, terzo piano quarta
porta a destra.” La signora me lo porse e disse con
tono più pacato “Deve seguire queste indicazioni, e
troverà il suo ufficio.” Le sorrisi, e presi il foglio. Fu facile poi trovare
il mio ufficio. Guardai la porta per qualche secondo immaginando (neanche
lontanamente) quello che mi sarebbe capitato. Bussai con forza, quasi con
violenza. Aspettai che qualcuno rispondesse “Avanti!” era una voce femminile,
mi sembrava piuttosto familiare. Quando aprii la porta non
mi sarei mai aspettata di trovarci una vecchia conoscenza. Capelli turchesi,
sempre la stessa egocentrica al quanto stramba Tonks. Indossava la mia stessa divisa, appena entrai nel
grande e spazioso ufficio iniziò ad urlare e a strepitare “Hermione! Ti stavo aspettando!” Tonks si alzò
istantaneamente da una scrivania all’altro capo della stanza per venirmi
incontro. Io sorridevo un po’ troppo nervosamente “Ciao… Ma che cosa ci fai tu
qui?” Tonks mi abbracciò e disse “Più
o meno quello che ci fai tu!” ero un po’ turbata all’idea di lavorare
assieme a Tonks. Dopo poco mi liberai dal suo
abbraccio, e Tonks continuò a parlare “Benvenuta
nell’Ufficio di Recupero. Io sono il coordinatore del gruppo… Vale a dire che sono il capo di questa sezione.” Ero a dir poco
sorpresa e infatti Tonks lo
notò immediatamente “Sai dopo che il signore oscuro è stato sconfitto, quasi
tutti i membri dell’Ordine sono stati nominati capi di qualche sezione del
Ministero, e a me è toccata questa!” Io continuavo ad annuire
involontariamente, non sapevo veramente cosa dire, Tonks
sarebbe diventata il mio capo… “Sono d’avvero sorpresa!” Lei continuava a
sorridere “Allora, iniziamo a parlare di cose serie?” disse lei assumendo un
tono autoritario. Da quel momento in poi sapevo che Tonks
non sarebbe più stata dolce e comprensiva, bensì il mio capo. “Certamente.”
Risposi io prontamente. “L’Ufficio di Recupero è formato da nove unità, io e te
comprese. Ogni unità è indipendente dall’altra, quindi per
maggiore sicurezza tu non conoscerai mai i tuoi colleghi. L’unica
persona a cui devi fare rapporto del tuo lavoro sono
io. Pretendo una relazione ben dettagliata del tuo operato
ogni settimana. Adesso viene il bello.” Mi indicò una
porta, si diresse verso di essa e l’aprì. C’era un lungo corridoio tinteggiato
di verde e delle torce che lo illuminavano sufficientemente. Tonks aprì una delle tante porte che si trovavano lungo il
corridoio. “Questo sarà il tuo ufficio.” Il mio ufficio somigliava quasi al
ripostiglio delle scope di Gazza: piccolo, oscuro e poco confortevole. “Sulla
tua scrivania c’è il fascicolo del caso che dovrai seguire. Venerdì andrai ad Azkaban, e conoscerai il soggetto. Penso proprio che non ti
serva altro per iniziare a lavorare.” Tonks stava per uscire dal mio ufficio
quando quasi fulminata da un lampo disse “Ah! Hermione ho saputo che sei
in dolce attesa… Per questo ti ho messa in questo ufficio, qui c’è anche il
bagno…” Indicò una porta a un lato della camera. “Per
ogni esigenza io mi trovo nella l’ufficio principale, il pranzo appare verso
mezzogiorno e mezzo, se non hai voglia di mangiare qui da sola, puoi mangiare
nella mensa comune.” Io annuii e dissi “Lo terrò presente.” Tonks sorrise e disse mentre chiudeva la porta “Buon lavoro.”
Ero talmente agitata per
quello che mi aveva detto Tonks che mi misi subito a
lavoro. Per fortuna la mia poltrona era abbastanza confortevole… Aprii il fascicolo eccitatissima all’idea di aiutare qualcuno nel
reinserimento nella società…
Nome: Draco
Non poteva essere…
Cognome: Malfoy
E invece
era lui.
Una foto in movimento di Malfoy era correlata insieme ad
altre venti pagine di fascicolo. Nel suo fascicolo c’era la sua
intera biografia, risultati scolastici (niente male) e i suoi crimini. Mi
sembrava impossibile che Malfoy avesse fatto alcune
delle cose elencate nella sua lista: uccisione di alcuni
maghi, utilizzo di alcune maledizioni senza perdono su auror
del Ministero, autore della distruzione di un palazzo nei pressi di Diagon Alley, organizzatore di
sommosse da parte dei sostenitori del signore oscuro, aveva inoltre
trucidato e ucciso molti maghi e streghe mezzosangue . La lista si
estendeva con crimini minori, ma pur sempre incidenti nel suo cursus. La cosa sorprendente era che tutte queste azioni
furono compiute dopo Hogwarts.
Ed io che credevo che mi sarei liberata definitivamente
di Malfoy!
Cominciai a leggere
attentamente il suo fascicolo cominciando dalla sua
biografia in un batter d’occhio arrivò
La giornata continuò senza altri imprevisti. Il caso di Malfoy
si preannunciava molto più complesso di quanto pensassi. Con molti dubbi e
incertezze lasciai il mio ufficio intorno alle sei e
mezza. Salutai Tonks, e mi diressi verso il salone
d’ingresso dove avevo appuntamento con Harry. Si
erano formate lunghe code per partire davanti ai camini e non riuscivo ad
intravedere Harry in mezzo alla folla. Mi alzai in
punta di piedi, facendo molta attenzione a non intruppare i maghi che mi
circondavano e con lo sguardo cercavo Harry in mezzo
a tutta quella gente. Tutti i miei sforzi furono inutili. Mi avvicinai
alla fontana, lì non c’era quasi nessuno. Mi guardai
un po’ in giro, c’erano molti ex studenti di Hogwarts.
Sospirai impaziente, non vedevo l’ora di tornare a
casa. Harry si materializzò dall’altra parte della
fontana. Con calma mi raggiunse. Lo guardai insofferente “Era ora!” Harry era affannato, ma con il suo fare calmo disse “Mi
dispiace, ma mi hanno trattenuto.” Un po’ seccata gli
dissi “Adesso dobbiamo fare tutta questa fila!” Harry
sorrise, “Non siamo tenuti a utilizzare i servizi
della metropolvere se vogliamo possiamo anche
smaterializzarci…” guardai l’orologio “Va bene!” Non amavo smaterializzarmi, e
nelle condizioni in cui mi trovavo non era di certo la cosa più indicata, ma se
smaterializzarci era Harry non avevo di questi
problemi. Harry come al
solito mi porse la mano e poco dopo ci ritrovammo nel salotto di casa nostra.
Il pranzo era già pronto, sul tavolo della sala giacevano pietanze e
assortimenti di qualsiasi genere alimentare che attendevano solamente noi per
essere degustati. Tutto mi sapeva di bruciato… “Harry, non avrai mica comprato un elfo domestico?” Harry mi guardò del tutto stupito “Io non ho
comprato niente! Ho solo assunto Dobby, sai gli ho fatto un offerta migliore di quella di Silente!” Lo
guardai e sorrisi poi Harry continuò “Qualcuno mi ha
fatto capire che bisogna trattare gli altri nella stessa maniera in cui
vorremmo essere trattati noi.” Ero veramente felice che C.R.E.P.A
nel suo piccolo avesse cambiato qualcuno. Ci sedemmo a tavola e poco dopo
comparve il piccolo elfo davanti la tavola. Il suo abbigliamento era del tutto
originale, potava un maglione con su scritto il suo
nome, dei pantaloncini (sicuramente da bambini) fucsia e uno zuccotto arancione
in testa. “Dobby è molto felice di lavorare per Harry Potter! Dobby
spera che la cena vi piaccia!” Ero veramente contenta, “Grazie Dobby, sei stato veramente carino ad accettare il lavoro
che ti ha offerto Harry.” Dobby iniziò a piangere, allora sia io che
Harry ci avvicinammo al piccolo elfo. Harry con tono comprensivo gli disse “Dobby, perché stai piangendo?” Dobby
lo guardò quasi indignato “No, niente. Dobby è
contento di lavorare per voi, per una vera famiglia.”
Io e Harry
ci guardiamo e arrossiamo, non avevo mai visto tutto
questo su una luce diversa… Io e Harry, una famiglia…
Ripresi subito coscienza e domandai a Dobby “Hai le
ferie pagate e un giorno libero?” Dobby annuiva
freneticamente facendo sbattere le sue grosse orecchie da pipistrello. “Dobby viene pagato ogni settimana
cinque galeoni! Dobby ha anche le ferie e il giorno
libero!” guardai Harry soddisfatta “Adesso non ho più
niente da insegnarti.” Harry
mi scrutava attraverso gli occhiali “Adesso sono io a doverti
insegnare…” Dobby ci guardava con aria
compiaciuta… “Dobby adesso torna giù, se avete
bisogno basta chiamare e Dobby arriva!” in un attimo
il piccolo elfo si dissolse nell’aria. Guardai Harry ancora mentre degustavo tutte le bontà che Dobby aveva cucinato “Che cosa avrà fatto il prescelto Harry Potter a lavoro oggi?” Harry sorrise “Niente di nuovo… Sempre in giro a catturare
qualche mago forviato che tenta o di uccidere o di distruggere qualcuno o
qualcosa… Insomma niente di speciale. E tu Hermione?” Senza esitare gli dissi
“Non indovinerai mai chi mi è stato affidato…” Harry
mi guardò per qualche secondo con aria indifferente, poi dissi “E poi non ti è
dato sapere.” Mi ero molto stancata e avevo voglia di
riabbracciare il cuscino… Lasciai Harry in sala e me ne andai a dormire. La settimana trascorse
tranquillamente, Harry era stato come al solito gentile
e garbato, tra noi si era formata un’armonia. Ogni giorno dopo cena mi dirigevo di nascosto al San Mungo a fare visita a Ron… Ogni giorno che passava avevo più voglia di lui, mi
sarebbero bastati solo cinque minuti per dirgli che aspettavamo un figlio e che
io lo amavo ancora. Il suo volto era bianco e i suo capelli
erano sempre rossi accesi, i suoi splendidi occhi azzurri non vedevano ormai
luce da tre mesi. Ogni particolare si parava davanti ai miei occhi sempre più
deforme e più lontano.
Finalmente era arrivato
venerdì. Avrei incontrato Malfoy, e gli avrei parlato
per la prima volta con il coltello dalla parte de manico, infondo dalla sua
storia erano comparsi alcuni elementi molto
particolari, non aveva mai avuto un sentimento molto profondo per nessuno,
nemmeno per sua madre. Ad Hogwarts
era un ragazzino fiero e sfacciato che se ne fregava di qualsiasi cosa, una
figura retta solamente sul suo orgoglio, scrissi sul mio rapporto. Malfoy aveva bisogno che qualcuno gli aprisse
gli occhi. Dovevo fargli capire che esisteva anche un altro modo di affrontare
la vita, che anche lui poteva ricominciare, anche se in verità avrei voluto
aiutare qualcun altro che non
conoscevo e non aveva torturato la mia esistenza fino a qualche
mese prima.
Mi presentai nel mio
ufficio in attesa che Tonks
mi chiamasse. Il capo non tardò, Tonks fu risoluta
“Buongiorno Hermione, questa e la tua passaporta.” E posò una lattina vuota e
accartocciata di coca cola sulla mia scrivania. “Si attiverà
tra cinque minuti, ad aspettarti ad Azkaban ci sarà
Moody. So che conosci già il soggetto, spero che
riuscirai a comunicare con lui. Sono sicura che svolgerai un ottimo lavoro. A
più tardi!” Con queste parole lasciò il mio ufficio. Presi in
mano la lattina di coca cola aspettando che la passaporta
si attivasse. Non riuscivo a far altro che pensare a Harry,
non riuscivo a capire come fosse cambiato così radicalmente… Spesso mi sentivo
a disaggio, perché con tutte le sue carinerie i suoi modi gentili e le sue
attenzioni pensavo che prima o poi avrei ceduto… La passaporta mi strattonò e un secondo dopo mi trovavo in un
ufficio di pietra grigia. L’aria era carica di umidità
e nonostante fosse mattina il sole non penetrava pienamente nella stanza,
lasciandola in una semi oscurità abbastanza inquietante.
“Buongiorno Hermione.”
Ringhiò Moody dall’altra parte della camera, con tono
deciso risposi “Buongiorno” Moody si avvicino e mi strinse la mano “Sono felice di averti a
bordo. Tra poco arriverà il detenuto, spero che non ti
darà fastidio. Io starò di guardia alla porta, hai un’ora di tempo.” Io annuivo e mentre prendevo
posto da una parte della scrivania gli chiesi “E’ stato sottoposto a qualche
fattura o incantesimo?” Moody mi scrutò con il suo
occhio magico e disse “E’ innocuo. La sua bacchetta è stata spezzata, sono più
di due mesi che si trova qui e posso assicurarti che i dissenatori
non sono stati clementi con lui. In ogni caso gli è stato fatto un incantesimo
così che la tua incolumità sia garantita.”
La porta si aprì all’improvviso, due maghi vi entrarono trascinando dentro la
stanza un trasandato e debole Malfoy. Lo sistemarono
sulla sedia che mi si parava di fronte, i due maghi lasciarono immediatamente
la stanza. Moody si accostò a Malfoy
e gli ringhiò qualcosa nell’orecchio poi facendo una grinza con la sua faccia
deforme mi sorrise e zoppicando uscì dalla stanza, lasciandomi sola con Malfoy.
Malfoy guardava con espressione vuota a terra. I suoi
capelli erano cresciuti molto dall’ultima volta che ci eravamo
visti. Indossava la medesima tunica a strisce che indossava
Sirius quando fuggì da Azkaban.
Era provato, ma il suo sguardo era carico di odio e di
arroganza, proprio come ai vecchi tempi…
“Ma
guarda! La mezzosangue si è data alla beneficenza!” la sua
voce riecheggiò fiera nella stanza. Dovevo assolutamente ristabilire le
posizioni “Come al solito Malfoy
non hai capito niente. Non ti conviene fare l’arrogante con me. Io sono qui per
riabilitarti e ho il potere e la facoltà di farti giacere qui per il resto
della tua vita. Allora cosa vuoi fare?” ristabilite le posizioni si poteva cominciare a costruire un rapporto. Sulla faccia di Malfoy si disegnò una smorfia “Chi ti sei
dovuta sbattere per avere questo lavoro? Lo sfregiato? O lenticchia?” La mia mano partì incontrollatamente, e come
quella volta al terzo anno lo schiaffeggiai.
Malfoy non cercò proteggersi anzi
protese la faccia verso di me. Io ero furiosa, ma sulla faccia di Malfoy si disegnò un sorriso beffardo. “Tu hai sempre
pensato di essere superiore! Se
avessi avuto ragione… Tu non saresti qui a scontare una pena orribile per le
tue vendette personali!” Malfoy s’irrigidì, io ero
parzialmente calma. Dopo quello schiaffo mi sono
sentita subito meglio, non potevo lasciare che insultasse sia me che Harry, ma soprattutto Ron…
“Tu non hai la minima idea
di quello che ho passato? Come potresti aiutarmi?” lo guardai qualche secondo “Ho studiato il tuo caso, e il Ministero ci ha visto lungo.
Sono sicura che puoi essere riabilitato… Basta che tu lo voglia.” Malfoy mi guardò schifato e
disse “Nessuno vorrebbe essere riabilitato da una come
te.” Calò il silenzio tra noi, per qualche minuto sfogliai il rapporto di Malfoy senza cercare realmente qualcosa, e senza staccare
lo sguardo dal rapporto gli chiesi “Ti trattano bene?” Malfoy
guardò verso la porta e disse “Sono un prigioniero.
Come vuoi che mi trattino?” “Scusa” risposi io con
indifferenza. Malfoy aveva le mani legate da corde
magiche, sapevo che stavo facendo una sciocchezza, ma istintivamente gliele
slegai con un colpo di bacchetta. Malfoy distese le
braccia e si stiracchiò, poi guardandomi diritta negli occhi disse “Non credere
che ricambierò il favore.” Io li guardai con aria
sconfitta e gli dissi “Guarda che il favore lo dovresti fare a te stesso e non
a me… Ma forse tu sei più impegnato a marcire in questo posto.” In quel momento mi alzai e mi avvicinai a Malfoy “Sei sicuro di non volere diventare qualcun altro?” Malfoy si alzò di scatto e con le mani libere mi schiacciò
violentemente al muro, con una stringeva la gola. Ero spaventata, ma ascoltai
quello che voleva dirmi “Tu credi veramente che io
voglia una nuova vita? Io ho perso tutto! Non ho mai avuto più voglia di morire
e tu sei qui a rovinare nuovamente i miei piani. Ma sta volta non c’è ne Potter ne Weasley a
proteggerti… Prenderò la mia rivincita…” Con fare aggressivo mi strappò dalla
mano la bacchetta, e con la mano libera me la puntò diritta in mezzo agli
occhi.
Io stavo piangendo e in un
sussurro gli dissi “Uccidimi!” anch’io come Malfoy
avevo perso tutto e mi riconoscevo nel suo
ragionamento. Se non potevo avere di nuovo Ron preferivo la morte. Malfoy
era perplesso, gli ripetei nuovamente “Uccidimi…”
Malfoy lasciò cadere in terra la bacchetta e subito dopo
allentò la presa al collo finche scivolai lungo il muro e sedei sul freddo
pavimento di quella cella.
Subito dopo Moody entrò nella stanza accompagnato
da altri due auror, e vedendomi a terra disperata,
non fece attendere la sua reazione “Stupeficium!” e
in un attimo schiantò Malfoy a terra, accennò con la
testa agli altri due auror di occuparsi di Malfoy. Io non volevo che lo schiantassero, ma la
situazione era stata erroneamente interpretata da Malocchio. Moody si precipitò su di me e tenendomi per un braccio mi
rialzò da terra. “Hermione tutto a posto?” asciugandomi con la mano le lacrime
gli risposi con un sorriso forzato “Si, si! Sto bene!”
In quell’istante i due auror
trascinarono Malfoy fuori dalla
stanza. “Per fortuna stai bene. Se quel verme ti avesse fatto qualcosa Harry non me lo avrebbe mai
perdonato…” Ringhiò Malocchio facendomi sedere sulla sedia.
Ero scossa, e Moody se ne accorse prese da una
delle sue tasche una caramella, la scartò e mi mise in mano la carta, poi prese
la bacchetta e disse “E’ meglio che torni a casa, manderò un rapporto a Tonks…” Io annuii scioccamente, mentre Malocchio puntava la
bacchetta sulla carta della caramella e diceva “Portus”
Mi ritrovai nel salotto di casa, sola con i miei pensieri… Scivolai a terra e iniziai a piangere pensando a quanto sarebbero state facili le cose se solo Ron fosse stato lì a sostenermi.
Come al
solito i ringraziamenti vanno fatti a Phoebe80, Tacchino, Taira
e Vale. Grazie per i commenti… Siete
come al solito molto gentili…
;-)
Alla prossima….