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Autore: Lyla    25/03/2010    7 recensioni
Il pensiero che Kakashi sia sempre pronto a proteggerla in ogni situazione di pericolo, per Sakura è diventato ancora più insopportabile... soprattutto dopo il suo ultimo fallimento. Ne va del suo orgoglio di ninja, eppure sa bene che il suo maestro non riesce a impedirselo: dopotutto, proteggere i suoi compagni di squadra è uno dei doveri dell'Hatake… oppure c’è sotto qualcos’altro al quale Sakura tenta invano di sottrarsi?
Una breve KakaSaku con lievi accenni di SasuSaku ambientata dopo il capitolo 483 e prima del 488, e quindi piena di SPOILER. Sconsigliata a chi segue l'anime e il manga in italiano e non ama questo pairing.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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“E’ finita” pensò Sakura

“E’ finita” pensò Sakura.

Un lampo.

Si rese conto di cosa stava succedendo - di cosa stava per succederle, in un interminabile battito di ciglia.

Quella luce, quel rumore, simile alle urla di mille falchi, erano inconfondibili.

Era finita.

Non c’era via di scampo contro il Chidori che Sasuke le stava scagliando così da vicino.

Sasuke

Il suo sguardo era diventato freddo, tagliente.

Diverso da come lo ricordava.

O forse, era sempre stato così, anche se lei non aveva voluto ammetterlo.

Forse non aveva nemmeno voluto pensarci.

Eppure, lei lo sapeva bene. Lo sapeva da tempo.         

Il suo Sasuke… quello era davvero il suo Sasuke.

Il suo Sasuke stava per ucciderla, porre fine alla sua vita senza alcuna esitazione.

Come se non fosse importante…

Come se non fosse niente di diverso dalla ragazza sconosciuta che giaceva inerme sotto i suoi occhi.

Stava per ucciderla con crudele indifferenza.

Sì, era crudele il suo Sasuke.

Sì, senza dubbio era finita.

Sarebbe finita davvero… se a un passo dalla morte non fosse apparso lui.

 

 

 

Il dovere di un maestro, l’orgoglio di un’allieva

 

 

 

Sakura si asciugò le lacrime con ostinazione, in un gesto insofferente della mano.

Non aveva più senso piangere… ormai era inutile.

Eppure non riusciva a smettere.

Aveva fallito per l’ennesima volta.

Si era posta un obiettivo e aveva deciso di affrontarlo da sola raccogliendo tutta la sua determinazione.

Era davvero convinta che, per una volta, avrebbe potuto farcela.

Era convinta che ci sarebbe riuscita, che si sarebbe resa utile…

Almeno questa volta.

Aveva creduto di poter uccidere Sasuke e porre fine ai suoi tormenti – ai tormenti di entrambi - per sempre.

E invece…

Strinse le labbra in preda al rimorso.

Se non fosse stato per Kakashi e per Naruto, a quest’ora di lei non sarebbe rimasto nient’altro che un corpo senza vita…

Ricacciò indietro la macabra immagine del proprio cadavere stringendosi nelle spalle.

Non doveva pensarci.

Eppure la sua mente non faceva altro che tornare a quell’istante, al momento in cui l’Hatake era apparso davanti a lei in un lampo argenteo e immediato, facendole scudo con il proprio corpo davanti a Sasuke.

“Sakura… avevi intenzione di uccidere Sasuke per conto tuo?” le aveva detto senza neanche guardarla facendola trasalire, ed era stata più una constatazione che una domanda.

Era impossibile fingere, con lui.

Impensabile l’idea di nascondergli qualcosa.

Sapeva leggerla così bene, ormai, che Sakura non avrebbe dovuto stupirsene.

E invece per un attimo era rimasta interdetta sul cosa rispondergli, prima di abbassare gli occhi sentendosi colpevole.

Sapeva che, dentro di sé, il suo maestro con tutta probabilità era in preda a una forte delusione.

L’aveva deluso. Ancora una volta…

“Non è necessario che sia tu ad assumerti quel peso. Come leader della squadra, è colpa mia se è accaduto tutto questo.”

Quelle parole non potevano rispecchiare la realtà.

Non era colpa sua se Naruto e Sasuke… se Sasuke…

Non poteva assumersi tutta la colpa in quel modo.

Non era giusto… era lei a dover fare qualcosa per rimettere a posto le cose.

Sapeva prendersi le sue responsabilità, e poi era stufa di essere da meno di Naruto.

Era necessario eccome, che anche lei si facesse avanti.

“Sakura… ti ho detto qualcosa che non avrei dovuto, per cercare di rassicurarti.”

In passato, quando lei aveva temuto che la loro squadra fosse sul punto di disintegrarsi per sempre, lui era sempre stato lì al suo fianco, pronto a giurarle che le cose si sarebbero sistemate presto.

Le aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene con un sorriso, dandole la forza di andare avanti in tutti quegli anni.

Era stato Kakashi a infonderle il coraggio di continuare ad allenarsi e lottare per riportare il Team 7 alle origini, ai tempi lontani in cui sembrava non esistesse alcun pericolo in grado di minare la sua esistenza.

Non si era affatto sbagliato come credeva.

Era stata lei a essere troppo ingenua e credere che niente sarebbe mai cambiato, nei loro rapporti.

Sakura ora lo capiva perfettamente.

Era normale che, tra le persone, col tempo le cose cambiassero anche in peggio, e quando il Team 7 di un tempo si era disgregato, lei aveva deciso di fare qualcosa per rimediare una volta per tutte… era lei ad essersi illusa e ad avere sbagliato, non Kakashi.

“Forse stavo solo cercando di rassicurare me stesso. Scusami se non sono stato un buon maestro.”

Si era affrettata a negarlo, rifiutando con forza le sue parole.

Lui era stato un ottimo maestro.

Se le cose erano andate così e se Sasuke si stava lasciando sempre più consumare dalla vendetta, non era colpa sua.

Eppure voleva assumersela a tutti i costi… voleva fare in modo che lei ne rimanesse fuori, per qualche ragione.

“Sakura… portala con te e allontanati da qui.”

Le aveva detto di lasciarlo solo con Sasuke.

Le aveva detto di andarsene insieme alla sua vecchia compagna di squadra distesa sul terreno e di abbandonarlo davanti all’inevitabile scontro che forse lo avrebbe portato alla morte…

Stava cercando di proteggerla, di fare in modo che non venisse coinvolta… voleva che sopravvivesse.

Era ovvio… si trattava pur sempre di una sua compagna di squadra.

Eppure quel pensiero le aveva fatto mancare il respiro per un attimo.

“Mi prenderò io quel peso per te. E’ il mio dovere.”

Le aveva sorriso di nuovo, attraverso la maschera, voltandosi a guardarla per la prima volta da quando era intervenuto a salvarla, ed era incredibile il calore che era in grado di trasmetterle soltanto mediante quel piccolo, semplice gesto.

La stava rassicurando di nuovo.

Avrebbe portato quel peso al suo posto.

Però Kakashi non era riuscito a nasconderglielo.

Sakura aveva capito subito che aveva mentito.

Non era certo per dovere che avrebbe combattuto contro Sasuke.

 

 

Il rumore dei suoi passi la raggiunse distintamente, ma Sakura continuò a guardare verso il cielo notturno fingendo indifferenza, gli occhi rivolti alla luna sorta da poco nel tentativo di non tradire il suo reale, tormentato stato d’animo.

“Ti stavo cercando, Sakura.”

La sua voce era calma e pacata come sempre.

Rassicurante.

“Tra poco sarà ora di andare.”

Avrebbero fatto ritorno a Konoha entro poche ore: quella era l’unica pausa che avevano deciso di concedersi.

C’erano troppe faccende in sospeso perché potessero permettersi di attardarsi più del dovuto.

In un attimo, Kakashi fu alle sue spalle, ad una manciata di metri da lei.

“D’accordo.”

Si voltò cautamente, e i suoi occhi incontrarono l’unico visibile del ninja per alcuni secondi.

Poi prese a fissare un punto imprecisato del terreno, mordendosi le labbra.

“Sakura. Perché…”

No.

Proprio come si era aspettata.

Era venuto da lei per rimproverarle il suo secondo, inutile tentativo di colpire Sasuke, non aveva dubbi.

Non doveva permetterglielo.

Prima che potesse aggiungere altro, Sakura lo interruppe con uno scatto fulmineo del capo, incontrando il suo sguardo e sostenendolo con decisione.

“Non potevo lasciare che fosse lei a sostenere quel peso, maestro Kakashi. Non potevo starmene lì ferma e lasciare che fosse lei a uccidere Sasuke. Io… credevo di esserne in grado, ecco tutto.”

La sua voce era più tremante di quanto avrebbe voluto, non sapeva se per la rabbia o per il risentimento… o forse, per entrambi.

L’uomo si mosse verso di lei, le mani sepolte nelle tasche, e in breve si trovarono faccia a faccia.

“Sakura… non sono venuto a rimproverarti” disse lentamente, costringendola ad alzare lo sguardo. “Volevo solo chiederti perché l’hai fatto.”

“Perché…”

Odiava quando faceva così.

Perché doveva guardarla in quel modo?

Era faticoso resistere all’impulso di colpirlo in casi come quello: lui lo sapeva benissimo, eppure sembrava che si divertisse a provocarla.

“Perché volevo dimostrarle di essere diventata forte. Non volevo che pensasse che fosse solo Naruto a essere cresciuto in tutti questi anni, ecco perché volevo uccidere Sasuke con le mie stesse mani.”

Ce l’aveva fatta.

Gliel’aveva detto.

Come si era aspettata, Kakashi non parve scomporsi, e si limitò a guardarla attentamente, quasi come se volesse cogliere ogni minimo mutare del suo stato d’animo.

“Ne sei proprio sicura?” le chiese con calma, e Sakura si affrettò a confermarlo, stringendo un pugno davanti a sé come per rafforzare il significato delle sue parole.

“Certo! Sasuke non è più quello di un tempo, e io non posso tollerarlo” ammise a malincuore. “Non posso sopportare l’idea di non essere mai riuscita a cambiare qualcosa in tutta questa faccenda… ho pensato di ucciderlo per rendermi utile, per dimostrarle che anch’io posso essere forte come Naruto.”

Fece un respiro profondo, lo sguardo dell’uomo che sembrava perforare il suo, sperando che non notasse quanto la stesse turbando.

“L’ho fatto per lei, maestro Kakashi. Mi dispiace di averla delusa un’altra volta” aggiunse rapidamente poco dopo, trafiggendolo a sua volta con gli occhi chiari.

“Sakura… non mi hai deluso. E non c’era bisogno di dimostrarmi che sei cresciuta. Non in questo modo, almeno, anche se capisco le tue ragioni. Ma Sasuke ti avrebbe uccisa, e se non fosse stato per Naruto, la seconda volta ci sarebbe riuscito.”

Le aveva risposto in tono annoiato, quasi infastidito.

Come se stesse parlando con una bambina che si ostinava a non capire qualcosa di ovvio.

Forse, era perché lui le aveva già detto anche esplicitamente che non tollerava azioni suicide da parte sua.

Perché cercare di uccidere Sasuke tutta da sola sarebbe stato un suicidio

Lo sapeva bene anche lei. L’aveva saputo fin dal momento in cui aveva deciso di tentare

Le sembrò di scorgere qualcosa di simile a un sentimento di rabbia repressa, nello sguardo impenetrabile di Kakashi, occultato fin troppo con cura perché fosse chiaramente percepibile.

Si sentì a disagio.

Non era più una bambina, perché diamine si ostinava a parlarle in quel modo?

Se pensava fosse cresciuta allora perché la guardava come se volesse farla pentire delle sue azioni?

“E invece sì! Ce n’è bisogno eccome!” ribatté Sakura, sentendosi punta sul vivo. “Non posso sopportare l’idea di essere protetta da lei, questo lo sa perfettamente.”

I suoi occhi si volsero altrove, incapaci di sostenere lo sguardo imperturbabile dell’uomo che la ascoltava con paziente silenzio.

“Però nonostante questo, continua a salvarmi e a tenermi lontana dal… destino” mormorò Sakura con voce appena udibile. “Era pronto a farsi uccidere da Sasuke quando avrei dovuto esserci io al suo posto. Io volevo farlo. Anche se… ”

Non c’era riuscita, alla fine.

Si morse le labbra. Non doveva piangere.

Non di nuovo!

Non davanti a lui!

Non doveva dimostrargli di essere diventata una donna, una ninja in gamba?

Non era forse cresciuta?

Eppure continuava a fare gli stessi errori…

“Sakura… non devi lasciarti dominare dall’orgoglio in questo modo” stava dicendo Kakashi. “Con me non funziona.”

Le mancò il fiato per un attimo, sentendosi come se lui l’avesse appena schiaffeggiata con le parole che aveva appena pronunciato scandendo lentamente le ultime due.

“Volevo dimostrarle di essere in grado di farcela” fu tutto quello che riuscì a dire, gli occhi nuovamente asciutti.

“Questo lo so. L’ho sempre saputo. Io ho sempre creduto in te e nelle tue capacità… fin da quando siamo entrati a far parte della stessa squadra. Sono il tuo maestro, e ti conosco fin troppo bene. Non era necessario dimostrarmi nulla.”

Il silenzio calò tra entrambi, la mente di Sakura affollata di pensieri contrastanti.

“Perché continua a proteggermi?” sussurrò all’improvviso.

“Non dovresti ostinarti a chiedermelo, quando conosci già la risposta.”

Le sue parole, sottolineate più volte dalle sue azioni anche in passato, rispecchiavano la più assoluta verità.

Questo, lei lo sapeva.

Se fosse per dovere o per qualche altro motivo che aveva deciso di proteggerla, alla fine che le importava?

Sakura accorciò la distanza che la separava da Kakashi.

Lo guardò in volto per un attimo.

Quindi, una mano si sollevò quasi timidamente verso il lembo della maschera che portava da sempre, lo tirò verso il basso con delicatezza fino a rivelare completamente il viso dell’uomo che la lasciava fare senza mutare espressione.

Sakura sapeva che quel privilegio era concesso soltanto a lei… il privilegio di ammirare i lineamenti di Kakashi nella loro interezza, la piega delle labbra morbida ma decisa allo stesso tempo, i tratti molto più maturi di quelli di Naruto o Sasuke e innegabilmente attraenti…

Rimasero a fissarsi per alcuni secondi, un vento improvviso che scompigliava i capelli di entrambi mentre Sakura accarezzava delicatamente la linea del mento di Kakashi e lui la lasciava fare guardandola negli occhi in silenzio.

Perché non c’era alcun bisogno di parlare.

Sakura sospirò.

Aveva appena deciso di arrendersi: era ora di farla finita con quella recita.

Gli spinse le dita tra i capelli alla base della nuca e lo attirò a sé, lasciando che le loro labbra si incastrassero alla perfezione in un bacio passionale, e negli attimi confusi che seguirono si ritrovò a pensare con lieve amarezza che un tempo non avrebbe mai pensato di fare una cosa simile… non con il suo maestro, almeno.

Aveva sempre pensato che sarebbe stato Sasuke ad ottenere il suo primo bacio, e invece le cose erano andate diversamente.

Kakashi fece aderire i loro corpi attirandola a sé con sicurezza, rispondendo al gesto di Sakura con uguale intensità, facendo scontrare le loro lingue in modo a lei familiare, capì che l’aveva atteso a lungo.

Come lei, del resto.

Si strinsero l’un l’altra per un po’, senza pensare a nulla che non riguardasse quello che stavano facendo, mentre il jonin le percorreva la schiena con una mano e affondava le dita nei suoi capelli scompigliati senza interrompere il contatto con le sue labbra…

Labbra che non avrebbe nemmeno dovuto sfiorare, quelle del suo maestro, eppure erano lì, strettamente aderenti alle proprie, come se non volessero lasciarle andare…

Perché era l’unico modo per non pensare.

Perché la faceva stare innegabilmente bene.

Perché non poteva più farne a meno.

Si separarono qualche istante più tardi, le labbra che formicolavano, e in un attimo tornarono ad essere un maestro e la sua allieva… come se nulla fosse accaduto.

“Sakura… pensavo fossimo d’accordo sul fatto che…” esordì Kakashi dopo alcuni secondi di totale silenzio.

“Lo so, ma non riesco a impedirmelo!” si affrettò a interromperlo con voce più acuta del solito. “E a quanto pare, non sono la sola.”

Sapeva bene che non avrebbero dovuto farlo, ma per quanti sforzi facesse, Sakura non riusciva a non vederlo solo come un semplice maestro e compagno di squadra.

Neanche lui riusciva più a pensare a lei come a un’allieva, ormai.

Che importanza aveva, in ogni caso? Era troppo tardi.

“Bè… forse sarebbe il caso di tenere fede alla parola data, non credi? Anche se, per quanto mi riguarda, non fa alcuna differenza. Questo te l’ho già detto, Sakura” le disse stringendola a sé mentre lei gli dava le spalle. “Ma ricorda… che non sono di certo io l’uomo che ami.”

“Forse no…” ammise sfiorandogli quelle nocche così grandi rispetto alle sue, così mature rispetto a quelle di Naruto e Sasuke, con aria assorta.

Forse non lo amava.

Però le era sempre stato accanto… aveva sempre creduto in lei.

L’aveva protetta, le aveva sorriso tante volte.

L’aveva rassicurata e fatta sentire più forte.

Tra le sue braccia Sakura si sentiva forte, in grado di fare qualunque cosa.

Anche di uccidere Sasuke per dimostrargli quanto era migliorata.

No, forse Kakashi non era l’uomo che amava.

Però avrebbe potuto diventarlo…

“Il fatto è che… volevo solo ringraziarti per avermi salvato la vita, tutto qui!” esclamò Sakura ad un tratto, sciogliendosi bruscamente dall’abbraccio, turbata dai suoi stessi pensieri.

“D’accordo, farò finta di crederci” fu la calma risposta dell’Hatake.

“Per favore, la smetta, maestro Kakashi!” ribatté lei esasperata, cercando di recuperare un po’ di formalità facendolo sorridere impercettibilmente sotto la maschera.

Continua a ingannare te stessa, Sakura.

Dopotutto, lasciarti andare tra le mie braccia è molto meglio che fare i conti con la realtà.

Kakashi sapeva che stava mentendo.

Lo sapeva da tempo, i gesti di Sakura parlavano chiaro.

Rifiutava l’idea di essere attratta da lui, eppure lo stringeva a sé quasi con disperazione.

Voleva vederlo come un maestro, eppure lo baciava con trasporto.

Si imponeva di non avvicinarsi a lui più del dovuto, e invece…

Ma alla fine andava bene anche così.

Quando tornarono dagli altri all’accampamento che avevano improvvisato per la notte, guardando la sua figura che si allontanava dandogli le spalle, Kakashi pensò che non gli importava se non riusciva ad accettare quello che li legava.

Anche se avrebbe scelto un altro, anche se sarebbero morti… lui ci sarebbe sempre stato, per Sakura.

L’avrebbe sempre protetta, restando sempre al suo fianco.

Era il suo dovere. Non poteva essere altrimenti.

 

FINE

 

***

 

Ciao a tutti!

Torno sul fandom di Naruto con la mia prima KakaSaku dopo anni (e dico anni) passati a dedicarmi ad altre coppie, ispirata dagli ultimi capitoli del manga!

Indubbiamente sì, c’è molto materiale per alimentare la passione per questo pairing impossibile ma tanto affascinante (anche troppo per poter essere condensato come si deve in una singola one-shot), almeno per le fan del KakaSaku come me, e quando una certa persona (sì, sai bene che sto parlando di te, Lucy!) mi ha dato l’ispirazione facendomelo notare qualche tempo fa dopo aver letto il capitolo 483, ho messo l’idea in cantiere e ho finalmente buttato giù questa piccola fanfiction piena di spoiler (e ambientata prima del capitolo 488)e che prende spunto dal manga approfittando di un moto d’ispirazione.

Il rapporto tra Kakashi e Sakura mi ha sempre affascinato proprio perché lui è sempre lì a proteggerla e perché mi sembra di avvertire tra loro una strana tensione: volevo renderne l’idea attraverso questo mio tributo alla “coppia” mettendo a confronto il suo “dovere” di maestro (che è un pretesto per nascondere qualcos’altro) e l’orgoglio di Sakura, che non accetta più di farsi proteggere da Kakashi anche quando cerca di dimostrargli di essere cresciuta, ma non riesce a stargli lontano (mi fermo qui prima di diventare troppo melensa XD). Se vi va, lasciatemi pure un commento!

Alla prossima,

Lyla

 

  
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