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Autore: Shahrazad    25/03/2010    5 recensioni
Anche Bella ha diritto ad un addio al nubilato. Ma Edward ne sarebbe contento?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A night without you Meraviglie, scusate il mio ritardo.
Sono stata molto contrastata se fare un altro capitolo pov Edward ma alla fine niente, ho preferito lasciare il timone a Bella.
Il prossimo capitolo penso che sarà l'ultimo, ho avuto sempre l'intenzione di non creare stavolta una long fic, tuttavia penso che il mio finale resterà "aperto" per un probabile prosieguo, che ci sarà solo se vi farà piacere e lo vorrete, altrimenti la storia si concluderà così.
Mi spiace non poter rispondere alle vostre stupende, perchè altre definizioni non ce ne sono, recensioni.
Grazie, grazie.. GRAZIE!!

Bella

Che giorno era? Sicuramente non lunedì, perchè altrimenti la sveglia avrebbe dovuto suonare.
Forse la sera prima avevo dimenticato di azionarla? Mi alzai di botto spalancando gli occhi, sentivo il cuore in gola e tastai il comodino alla ricerca di quel aggeggio malefico e malfunzionante.
Sentivo la schiena sudata, e sbaglio o indossavo un top elasticizzato grigio che non faceva parte del mio abbigliamento?
Vidi l'ora, le nove del mattino. Aggrottai la fronte alla ricerca di qualche significato che non tardò ad arrivare.
Edward era seduto sulla sedia a dondolo, con l'espressione più nera e furibonda che gli avessi mai visto fare.
Tutto ad un tratto, mi ricordai che fossimo ad agosto, e che la scuola era già finita da un pezzo.
Degludii rumorosamente, e solo allora compresi la gravità della situazione.
Mi alzai di fretta dal letto per controllare dalla finestra che pezzi di Jacob Black non fossero sparsi per il mio giardino, ma nel tentativo incespicai tra le lenzuola. Prevedibile.
Come tanto prevedibile fu la reazione del mio fidanzato, che mi riacciuffò al volo prima che battessi la fronte per terra.
-Puoi almeno sforzarti di rimanere in piedi da sola? Capisco che è molto difficile per te dopo la colossale sbronza che ti sei presa ieri sera- sputò acido.
Rimasi in ebedita, non aveva mai utilizzato un simile tono con me.
Se ne accorse, perchè rasserenò la mascella e i suoi occhi si intenerirono per pochi secondi.
Mi sedetti sul letto, spostandomi i capelli dietro le orecchie, e lui fece altrettanto ma occupando una porzione di spazio rigidamente lontana da me.
Bruttissimo segno.
Quella freddezza stava attentando alla mia emotività. Sarei davvero potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro in preda allo sconforto.
-Cos'è successo?- chiesi dopo non so quanto tempo.
-Cos'è successo? E me lo chiedi pure- sibilò con cattiveria.
Volsi lo sguardo alla finestra -Jacob..-
-Il tuo Jacob sta bene non preoccuparti, almeno per adesso. Sei svenuta vicino al portico, e Alice ha gridato così forte che ci saremmo interrotti anche se ci stessimo azzannando-
Scossi la testa -Io non mi ricordo-
Sospirò.
Mi avvicinai tanto per potergli accarezzare con la punta delle dite le occhiaie scure e marcate. Chiuse gli occhi al mio tocco.
-Hai idea di quello che mi hai fatto passare ieri notte?- scandì lentamente -poche ore sono valse per me come tutti i miei anni. Non sapevo dove fossi, e soprattutto a mio discapito immaginavo con chi. Ti ho telefonato circa un centinaio di volte quando Alice mi ha avvertito di averti perso di vista. Puoi riuscire, anche solo per un attimo, a cercare di capire come mi sono sentito quando al tuo cellulare mi ha risposto uno schifosissimo proprietario di un night club?-
Parlava con calma, ma nel suo discorso così apparentemente distaccato si leggeva qualcosa di molto più minaccioso.
Era arrabbiato. Anzi dire arrabbiato era un eufenismo, era totalmente fuori di sè.
-Mi..- e le lacrime già sgorgavano sole -mi dispiace Edward io..-
-Mi dispiace?- si portò le mani ai capelli scompigliandosi furioso -MI DISPIACE?- tuonò a voce più alta -è solo questo che hai da dire?-
Boccheggiai in cerca di aria e spiegazioni.
Non potevo crederci che tutto questo stava succedendo, il giorno prima eravamo felici, stavamo per sposarci, e adesso?
Adesso per la mia stupidità ne pagavo le conseguenze.
Si alzò dal letto e marciò fino alla porta appena comprese che non sarei mai riuscita a spiegargli un bel niente.
Mi abbandonai alla testata del letto, rinchiudendomi tra le mie ginocchia e scoppiando in un pianto liberatorio.
Attraverso la pioggia di capelli, sentii una mano accarezzarmi la nuca.
Alzai il volto e incontrai due pozzi neri come la pece scrutarmi selvaggi come non avevano mai fatto.
-Non piangere- disse raccogliendo ogni lacrima con le dita -altrimenti non..-
Non riuscì mai a terminare quella frase, perchè improvvisamente qualcosa di improbabile, qualcosa di incredibilmente poco reale avvenne.
Mi baciò.
Mi baciò con una passione mai conosciuta prima. Mi baciò proprio come si ci aspetti che un uomo faccia con la donna che desidera.
Che brama.
Ed io che un secondo prima mi trovavo all'inferno, all'improvviso dovetti fare i conti con il paradiso.
Mi aggrappai al colletto della sua camicia mentre con una mano sul mio fianco, mi spingeva verso il materasso.
Ero sotto di lui adesso, e forse non si stava nemmeno sforzando di pesarmi addosso, ma a me non interessava.
Non avevo mai goduto del piacere di sentire il suo corpo aderire al mio in questo modo, quindi qualsiasi compromesso mi stava bene.
La sua bocca lasciva mi abbandonò per seguire il profilo della mia mandibola, lungo il collo, gemevo e quasi mi vergognavo della mia audacia.
Quando raggiunse con la lingua la scollatura del top, vicino al seno credetti di stare ancora sognando.
Incredibile. Davvero incredibile.
Se questo era il risultato di un'intera notte di preoccupazioni, mi domandai il perchè non l'avessi fatto prima.
Temendo di interrompere quel sogno ad occhi aperti, provai a districarmi tra i piccoli bottoni della sua camicia.
Riuscii pure ad aprirla per metà e a godermi il piacere di sentirlo fremere al tocco delle mie mani con la sua pelle.
Mentre aveva ripreso a baciarmi, con una mano, iniziò a seguire il profilo del mio corpo, partì dal ginocchio, attraversò una coscia, risalì per i fianchi non curandosi del cotone del top.
Stavo iperventilando. Nonostante la fredda temperatura del suo corpo, sentivo la pelle bruciare.
Non meno quando una mano arrivò su di una natica stringendola, in un gesto che non avevo neanche mai sperato di vedergli fare.
La stretta sortì da spinta verso il suo bacino, e per la prima volta, in vita mia lo sentii.
Grande, forte, possente. La sua erezione era lì.
Ansimai vergognosamente, e lui ridacchiò. Forse era davvero impazzito, non lo riconoscevo più.
-Era questo quello che volevi eh?- mi alitò contro l'orecchio, con il respiro spezzato -farmi perdere il controllo. Ci sei riuscita, almeno so che prima di sposarti sei stata unicamente MIA-
Era quello allora? Non era perchè mi desiderava? Il motivo si concentrava unicamente in una schifosissima "marcatura del territorio"?
Come se fossi un oggetto da conquistare, come se lui dovesse dimostrare qualcosa.
Ero già maledettamente sua.
-Sono già tua- ribadii con parole altrettanto sconnesse, inframezzate da baci pericolosissimi mai consentiti.
-Nell'anima sì- mormorò mentre si occupava delle mie scapole -per la legge lo sarai domani. Ma adesso voglio che tu lo sai anche nel CORPO- disse imprimendo un altra spinta tra il suo bacino e il mio.
E in quel momento capii di essere arrivata al punto di non ritorno.
Allacciai le gambe dietro la sua schiena, per stringerlo ancora di più a me.
La sua camicia prese il volo, come lo fece probabilmente anche il mio top in un momento non ben identificato.
Riuscii a capovolgere, perchè naturalmente me lo consentì lui, non che ne avessi la forza, la situazione e portai le braccia a sganciare gli anellini del reggiseno.
Mi accorsi solo dopo il gesto che stavo compiendo. La stoffa di seta bianca scivolò sul materasso scoprendo i miei seni lattei, e avvertii le fiamme salirmi sul volto.
Dovevo avere certamente le guance rosso scarlatto.
Edward rimase pietrificato per un momento, sentivo stesse trattenendo il respiro.
Ero così disgustosa?
Ma poi vidi i suoi occhi accarezzarmi e il suo sorriso sciogliersi, quando con una mano mi accarezzò il volto.
-Adoro quando succede- ammise riferendosi chiaramente al rossore.
Mi attirò a sè, e gioii nel sentire i miei seni contro il suo torace.
Ripresimo a baciarci in maniera vorace, ogni tanto mordicchiava il mio labbro inferiore fino al limite prima che mi ferisse.
Mi scoprii poco interessata alla paura di essere morsa proprio in quel momento, forse non me ne sarei nemmeno accorta.
Stavo perdendo la ragione.
Le mie mani scivolarono fino al bottone dei suoi jeans, non indugiarono oltre stavolta, sapevo qual'era il mio obiettivo.
E lui sembrava assecondarmi, per niente contrariato guardava i miei movimenti con occhi famelici.
C'ero quasi riuscita quando..
-Bella!- qualcuno stava bussando alla porta della mia stanza, in maniera decisamente fastidiosa e fuori luogo.
Edward m'incitò a continuare con gli occhi -Alice ARIA!- ruggì minaccioso.
Ma sua sorella, che tanto adoravo ma in quel momento volevo trucidare, non si scompose minimamente continuando a bussare quasi volesse buttare giù la porta.
-Neanche per sogno, non ho utilizzato gran parte del mio tempo per scegliere il completo della prima notte di nozze, e poi sprecarlo con un anonimo completino di un banalissimo grigio topo-
Incredibile.
Istintivamente ritirai le mani imbarazzata, ed Edward si lasciò andare sul mio cuscino sospirando.
L'atmosfera ormai era irreparabilmente andata, e soprattutto sentivo montare dentro me il fuoco della vergogna.
Lei era a due passi da noi, lei sapeva cosa stava per succedere. Lei ci vedeva!
Mi resi conto solo in quel momento di quando Edward si lamentava di quanto potesse essere fastidioso avere una sorella veggente.
Fino ad allora non avevo fatto che altro che sindacargli il suo pregi.
Ma adesso ero tutt'altro che felice.
Raccolsi il top grigio e me lo misi alla riversa probabilmente, perchè sentivo l'etichetta pungermi un braccio. Ma non m'interessava.
Alice smise di bussare, aveva sicuramente avvertito il cambio di rotta.
Aspettai pazientemente che Edward mi guardasse e quando lo fece ebbi paura.
Era ancora più sconvolto di prima.
-Non ho parole per chiederti scusa del mio comportamento. Fino ad un minuto fa ero io a pretendere delle scuse e adesso, io ti faccio questo? Non è stato per niente giusto-
-Per me è stato più che giusto- mi affrettai a puntualizzare.
Mi fissò disapprovando -Bella mi sono lasciato prendere dal mio egoismo. Domani ci sposiamo, che senso avrebbe avuto tutto questo? Senza considerare le motivazioni che mi hanno spinto a farlo. Tu non sei un oggetto Bella, non devo averti per dimostrare qualcosa a qualcuno- affermò in accordo con i miei pensieri, che quasi misi in dubbio la sua incapacità di leggermi nella mente.
-Non penso che tu l'abbia fatto Edward- gli accarezzai il capo per alleviare il suo tormento, se lo conoscevo bene -e poi ho forse molte più cose io da scusarmi-
-Una mano non lava l'altra- disse appoggiandosi alla mia spalla.
-Già. Allora promettimi piuttosto che tu domani ci sarai, e io farò altrettanto-
Alzò il capo di scatto scrutando i miei occhi -Hai mai considerato l'eventualità che non ci fossi?-
Abbassai il volto imbarazzata, e lui lo accolse tra le sue mani portandolo di nuovo alla sua altezza -Non devi mai pensare una cosa del genere. Mai. Io ti amo e qualsiasi cosa succeda, io sarò tuo-
Chiusi gli occhi tormentandomi le labbra -Ed io sarò tua-
  
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