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Autore: Adrienne    25/03/2010    14 recensioni
"Come la celebre canzone dei Beatles, band leggendaria. In inglese il nome indica gli scivoli elicoidali – a spirale - dei luna parks; ma potrebbe essere interpretato anche come un “turbinio” inspiegabile e travolgente di sensazioni, che si provano per qualcuno. E' soggettivo, ed io la vedo così. Vorrei tanto riuscire a provare un Helter Skelter per qualcuno... E forse questo qualcuno ci sarebbe. C'è, ed io lo so, nascosto tra sei, sette miliardi di persone. E a me, ne servirebbe solo una, accidenti... Lui. L'Helter Skelter. Ma chissà dov'è, adesso. Di certo... Non è qui. E nessuno mi dice che potrà essere di nuovo con me, un giorno. Nessuno..." Dopo due anni dalla pubblicazione di "Ovunque", ritornano Adrienne e Alex con il sequel della loro storia. L'amore può davvero resistere contro il tempo, contro la lontananza, contro il dolore? [Questo è il seguito della mia storia "Ovunque", ma anche se non l'avete letta, capirete tutta la trama nel corso della lettura di questa storia ;)]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Helter Skelter

Helter Skelter

 

 

 

 

 

When I get to the bottom

I go back to the top of the slide

Where I stop and turn

and I go for a ride

‘Till I get to the bottom and I see you again

Yeah, yeah, yeah

Do you don't you want me to love you

I'm coming down fast but I'm miles above you

Tell me tell me come on tell me the answer

and you may be a lover but you ain't no dancer!

 

Go helter skelter

helter skelter

helter skelter

Yeah, hu, hu

I will you won't you want me to make you

I'm coming down fast but don't let me break you

Tell me tell me tell me the answer

You may be a lover but you ain't no dancer!

 

Look out

Helter skelter

helter skelter

helter skelter

Yeah, hu, hu

Look out cause here she comes

 

Helter Skelter

She's coming down fast,

Yes she is

Yes she is

coming down fast!

The Beatles - Helter Skelter

 

 

 

 

 

Prologo.



“Sei irriconoscibile.”
“Lo so. Tu non poi così tanto, alla fin fine.”
Non rispose, rimase a guardarmi. Eravamo pericolosamente vicini.
“Spegni quella sigaretta, maledizione.”
“Lo farò solo per un ottimo motivo.”
“Un bacio?”
Ci avvicinammo, come se fossimo due poli opposti che si attraevano, in maniera ormai indivisibile.



Capitolo uno.

Era una sera calda ed afosa. Non ricordo, che giorno era? E il mese? Non era quello l'importante.
Era estate, e tutto il resto era superfluo.
Era una di quelle sere abbastanza normali, tipicamente estive. L'aria odorava di Lucky Strike e pizzicava il naso, ma dopo tutto quel tempo, mi ero abituata all'odore delle sigarette. Qualche nota vagava nell'aria, uscendo da casse armoniche di chitarre perfettamente accordate. Risate spensierate, giovanili.
Le giovani bocche delle ragazze erano incorniciate in maniera minuziosa da lucidi trasparenti, fruttati, o colorati. Esse si alzavano e passeggiavano, lasciando dietro di loro una scia di profumo.
Vestiti leggeri che venivano indossati, magliette scollate, a maniche corte, fantasie simpatiche, colori sgargianti, infradito ai piedi.
Le lucciole notturne cantavano nell'aria, come se facessero parte di una piccola orchestra.
Mani che si rincorrevano, corpi stretti in abbracci, bocche che si cercavano.
Era tutto perfetto, di una perfezione inimmaginabile.
Era così, quella estate, ed io la stavo passando insieme a lui. Lui, il mio migliore amico, il mio ragazzo. Faceva un certo effetto pronunciare quella frase, per me, nonostante fosse già passato parecchio tempo, da quando c'eravamo messi assieme. Forse non avrei mai saputo abituarmi, nonostante tutto.
Eravamo ad una festa, in un grazioso villino di campagna. C'erano tanti nostri amici, e c'era odore di libertà, di divertimento; persino le risate sembravano avere un odore. Ero felice. Erano stati mesi di una felicità pura, intensa...
Eravamo fidanzati, e ci baciavamo. Bevevamo dallo stesso bicchiere, e ridevamo assieme per qualche battuta di un ragazzo lì vicino, un nostro amico. Lui teneva un braccio attorno alla mia vita, e io ero appoggiata alla sua spalla. Respiravo il profumo che proveniva dalla sua maglietta blu a maniche corte, e mi nascondevo fra l'incavo del suo collo e della sua spalla. Ridevo, gli facevo il solletico con i miei capelli, e rideva anche lui. Cercavo i suoi occhi e li trovavo sempre lì, a restituirmi lo sguardo, come avevano fatto ogni giorno in tutti quei mesi. Guardando quegli occhi, avevo la convinzione che tutto quello sarebbe durato per sempre.
Che stupida.
Era quasi mezzanotte, il che significava che presto sarebbe scattato il mio coprifuoco. Era incredibile come il tempo passasse velocemente quando ero con lui; era incredibile come mi sentissi bene con lui al mio fianco.
“Facciamo una passeggiata. Devo parlarti, ti va?” mi sussurrò lui all’improvviso all’orecchio.
“Okay.” Non era un buon inizio.
Ci alzammo. Allungai un braccio verso di lui, per indicargli di prendermi la mano, ma non lo fece. Ci rimasi male, mentre sentivo il cuore che tamburellava impazzito. Conoscevo quel modo di fare. Non poteva essere... No.
Ci allontanammo
dagli altri. Lui camminava davanti a me con le mani sprofondate nelle tasche, e io potevo vedergli solamente le spalle. Calciò sulla terra più volte, e poi parlò, non voltandosi.
“Dobbiamo lasciarci.”
Quella frase suonò come una fucilata dentro la mia testa. Rimasi in silenzio e me la ripetei più volte in testa, molto lentamente, come se volessi convincermene, per metabolizzare il significato di quelle due parole assieme. Come se volessi assicurarmi che non stavo sognando, ma che era tutto terribilmente vero.
Dobbiamo lasciarci, dobbiamo lasciarci...
“E' uno scherzo. mormorai.
Non rispose, soltanto abbassò lo sguardo.
Gli andai incontro, e mi misi di fronte a lui, cercando di guardarlo negli occhi. Almeno questo, me lo doveva; ma anch’io avevo paura di guardarlo negli occhi e non ritrovare più quella sicurezza, quella convinzione. Sarebbe stato sicuramente così, e allora avrebbe significato che era davvero la fine.
“Ti prego, dimmi che è uno scherzo!” esclamai.
Continuò a non rispondere. Si morse le labbra, i capelli gli coprivano gli occhi, quindi mi era impossibile intercettare il suo sguardo.
“Perché... perché? Perché vuoi farmi sempre così male? Non ti è già bastato? Dio, Alex...” cominciai a dire.
“Lo sai anche tu, Adrienne. Presto, e inevitabilmente, ci saremmo divisi comunque. Lo sai.. prenderemo strade diverse, fra un po' di tempo. Mi pareva che ne avessimo già parlato.”
“Ma... Come? Non dovevamo rimanere insieme? E anche se ci fosse stata della lontananza, questo non poteva tenerci ancora più uniti? Non avevi detto questo, o l'ho solamente immaginato?”
“L'ho detto credendoci, Adrienne, ma... Ho capito che... No, non è così. Per questo è meglio finirla qui.”
Io e Alex avevamo parlato del futuro, sempre. Lui voleva diventare un musicista, io scrittrice. Chiaramente, il luogo dove abitavamo non offriva alcun tipo di possibilità: dovevamo necessariamente cambiare e trasferirci. Ne avevamo sempre parlato, però, immaginandoci assieme. Rare volte avevamo pensato di dividerci alla ricerca di un futuro migliore; ma avevamo sempre scartato la possibilità, perché nessuno poteva vivere senza l'altro. E dicevamo che se mai il corso delle cose ci avrebbe costretti, saremmo stati più uniti che mai.
Adesso invece sembrava che Alex avesse scelto una strada diversa dalla mia.
“Io.. Io..”
Non sapevo cosa dire. Rimasi senza parole, fissandolo, con un groppo in gola.
“Non so se riuscirei a stare lontano da te, e a non vederti per molto tempo. Per questo è meglio separarci ora: forse... sarà meno doloroso. Sarai pur sempre la mia migliore amica. disse lentamente.
Feci una lunga pausa, e stringendo gli occhi, scossi lentamente la testa. “Ma che cosa dici? Ma che discorsi mi fai? Come se non lo sapessi... Io ti amo, Alex, ti amo da morire, cazzo, e... credi che la tua amicizia mi basti?”
“Lo so, maledizione, lo so!”
“E allora?”
“E allora, se mi ami quanto dici... ti supplico, credimi. Non mi fare sentire più in colpa di quanto non mi senta già. Perché non vuoi accettare quel che ti dico? Ti chiedo solo questo. Di accettarlo... Non di capire. ”
Ci fu una lunga pausa.
“Non finisce mai bene, con te. Cos'è, una maledizione?” dissi ancora, ignorandolo.
Rimase in silenzio.
”Eh, Alex? Guardami, accidenti!” esclamai a voce stridula, perdendo la pazienza.
Rialzò lo sguardo su di me, di scatto. La vista improvvisa dei suoi occhi mi spaventò. Non c'era più niente, lì dentro.
“Noi ci rivedremo
. E potremmo stare ancora assieme.” disse lui.
“Non ci credo. Non posso crederci. Come faccio a crederti ancora?”
“Vuoi dire che non ti fidi più di me, Adrienne?”
“Non è questo, ma... Mi fai troppo male... Ogni volta.”
Strinse gli occhi, e sospirò.
“Non mi vedrai per un po'. Ho bisogno di partire... Di staccare la spina. Sono stanco di stare qui, di tutto questo, di questa città, di vivere con i miei...”
“Sei stanco anche di me?” chiesi a bruciapelo.
Alex non rispose. “E’ tutto troppo confuso. Quando ci rivedremo, sarà diverso. Proverò... proverò a spiegarti. Quando ci rivedremo, sarà tutto come prima. Anzi, no... Sarà migliore.”
“Promettimelo.”
Non gli credevo, per niente. Aveva detto “quando” invece di “se”, ma ero troppo debole e delusa per credergli davvero. Non riuscivo neanche a sforzarmi.
Ma lo amavo, e questo bastava per annullare tutto.
Si avvicinò, e mi parlò all'orecchio. “Te lo prometto.”
Non era più mio. Era una pausa di riflessione? Una pausa-e-basta? Boh.
Lo abbracciai e lo baciai, stringendolo forte a me. Ricacciai indietro le lacrime. Non potevo crederci, non poteva essere, non avrei sopportato un altro addio.
Mi lasciò andare e scostandomi i capelli dal viso, mi sussurrò ancora all'orecchio. “Io ti amo, Adrienne. Ti amo. Fa qualsiasi cosa, odiami pure, pensa che io sia uno stronzo fallito – e forse è così. Ma ti prego, ti prego, aspettami.”
Ti aspetterò, lo prometto, non me ne andrò. Dai Alex, ti prego, ancora un abbraccio, ancora un bacio, prima che tu vada via.

 





Buonasera.
Due anni fa pubblicai "Ovunque", e non avrei mai pensato, due anni dopo, di pubblicare il tanto acclamato seguito.
Beh che dire gente... Enjoy it, spero di ritrovare le vecchie persone che hanno seguito la mia storia. Dovreste essere curiose.
Please, leggete anche le mie altre storie originali:
- "But I'll be with you 'til the end" con AllegraRagazzaMorta
- "Quello che non c'è" con Aika_chan
Grazie a tutti =)
   
 
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