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Autore: ArtRevenge_M    29/03/2010    10 recensioni
Nuova avventura per la ciurma di cappello di paglia: che approda in un isola misteriosa e stranamente disabitata.
Cosa accadrà quando un normalissimo frutto sconvolgerà gli animi di due giovani, 
portando l’intero equipaggio alla più totale confusione?
Tratto dal primo capitolo.
-Rufy che ti prende?-
-Adesso…-
- mm..? –
-Ti voglio ..adesso!-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Lo dobbiamo a lui…

 

Subito dopo, l’urlo del ragazzo dal cappello di paglia invase l’intera isola.

-NAAAMIIIIIIIIII!-

 

 

Quando si erano addentrati nel bosco, Usop e Chopper, si erano ricordati che non avevano la minima idea di dove fossero finiti i loro compagni, ma Rufy, senza ascoltare le loro proteste, aveva preso a correre a più non posso, fin quando giunto al centro esatto dell’isola, era stato colpito da un martello super gigante di Usop, che lo aveva fatto finire a terra, per poi essere risucchiato da essa stessa.

Rufy i realtà non aveva ben capito cosa fosse successo, anche perché sia Usop che Chopper erano inspiegabilmente scomparsi, così aveva urlato il nome della sua navigatrice…iniziando ad incamminarsi verso l’enorme struttura, che si trovava al centro di tante piccole case.

Ignaro che Usop e Chopper si trovassero proprio sopra di lui.

 

*

 

Kamatari strinse i pugni, mentre Nami alzandosi dal letto lo raggiunse verso la finestra.

Guardò verso il basso, aprendosi in un sorriso spontaneo, mentre la figura del suo ingenuo capitano si stagliava contro il sole.

-Un'altro scocciatore..-mormorò, spostando lo sguardo verso la sua navigatrice.

-Sapevo che sarebbe venuto…-sussurrò, senza staccare gli occhi da Rufy.

Kamatari estese il suo viso ad una smorfia infastidita, strinse il polso di Nami, strattonandola contro il suo corpo.

-Allora.. immagino saprai già quale sarà la sua fine.-il cuore d Nami perse un battito, mentre con forza Kamatari la buttò contro il letto poco distante.

-Vado ad occuparmi del tuo amichetto..dopo potremo continuare senza più alcun intoppo.-

La sua risata si espanse nell’aria, mentre con la solita velocità inaudita si dirigeva, verso cappello di paglia.

Nami si morse il labbro inferiore, lasciando che il volto sorridente le suo capitano le invadesse la mente.

Con il braccio che pulsava dal dolore e le immagini della fine dei suoi compagni, si alzò da dove si trovava e i suoi occhi brillarono come una volta.

Non si sarebbe arresa e non avrebbe permesso a nulla e a nessuno di far del male al suo capitano.

Strappò un lembo della sottoveste logora che portava indosso, e la legò al braccio per fermare il sangue.

Camminò fino alla porta, ma come già sapeva la trovò chiusa.

Guardò in ogni angolo della stanza fino a posare il suo sguardo sulla finestra.

La sua unica via di fuga.

Aprì le ante e il vento gelido che la investì, la fece rabbrividire.

Avanzò verso il piccolo balcone, notando che la distanza da terra era troppa per saltare.

Fece scorrere lo sguardo da una parte all’altra, notando solo in quel momento, un altro balcone alla sua destra.

Non era molto vicino, ma per la gatta ladra, non sarebbe stato un problema.

Si sporse verso l’altra parte di balcone e prendendo la rincorsa saltò in avanti,dandosi una buona spinta col parapetto.

Arrivò incolume dall’altra parte e sorrise, asciugandosi il sudore dalla fronte.

Guardo la finestra che si trovava di fronte e stringendo i pugni colpì il vetro.

Sentì alcune schegge conficcarsi sulla pelle e il sangue colare copioso, ma non se ne preoccupò.

Doveva raggiungere Rufy, doveva salvare i suoi amici.

Entrò nella stanza guardandosi in giro furtivamente, fin quando la visione di un quadro, attirò la sua completa attenzione.

Sentiva il cuore batterle forte, mano a mano che si avvicinava per vedere meglio.

Eppure, quella donna dai capelli arancioni era la sua copia esatta.

Sembrava fosse lei, di qualche anno più grande e la sua mente scoprì perfino di sapere già il nome della donna che la guardava sorridente.

Era Ayako…

La ragazza che Kamatari aveva nominato..la sua presunta rincarnazione.

Sentì un brivido scorrerle lungo la schiena, ma non né capì il motivo.

Voltò lo sguardo alla porta e avanzò velocemente, ma quando mise la mano sulla maniglia esitò.

Sentiva che qualcosa le stava sfuggendo…sembrava quasi che avesse ignorato un tassello fondamentale.

Però lasciò che questi pensieri sfumassero e aprì lentamente la porta, lasciandosi alle spalle quel quadro così uguale a lei.

 

*

 

Rufy camminava per l’enorme maniero in cui era entrato, continuando ad urlare ad uno, ad uno, i nomi dei suoi compagni

Nessuno rispondeva alle sue grida e l’immagine che lo aveva risvegliato, non faceva che riempirli la mente.

Voltò verso un nuovo corridoio, trovandosi di fronte ad un enorme salone semi distrutto.

Non furono però le macerie che catturarono l’attenzione di cappello di paglia, ma i corpi dei suoi compagni, sospesi su delle enormi bolle azzurre.

Rufy avanzò fino a trovarsi sotto di loro, allungò il braccio salendo sopra quella di Zoro,che come tutti gli altri sembrava dormire.

-Ehi!-esclamò il ragazzo di gomma, colpendo la bolla senza però ottenere alcun risultato.

-Zoro!-lo chiamò, senza arrendersi minimamente, ma lo spadaccino non rispose, mentre la sua espressione si faceva di pura sofferenza.

-È tutto inutile…-borbottò una voce  e Rufy guardò per la prima volta il viso di Kamatari.

Con curiosità e senza nemmeno pensare che lui fosse la causa di tutto, cappello di paglia scese dalla bolla che imprigionava il suo migliore amico.

-Cosa gli è successo?-chiese e Kamatari sorrise, godendosi l’ingenuità di quel ragazzino.

-Sono stati catturati dalle loro stesse paure…ecco cosa gli è successo..-Rufy guardò lo strano tizio apparso dal nulla.

Brandiva una spada e l’aura che avvertiva da essa, non era delle più amichevoli.

-I miei compagni non hanno paura..-borbottò Rufy,lo sguardo sicuro quanto quello di un bambino.

Kamatari camminò intorno a cappello di paglia, studiandolo senza riuscire a capirlo veramente.

-Eppure è questo il motivo per cui non riescono a svegliarsi…-mormorò e Rufy celò il suo sguardo grazie al suo fedele cappello di paglia.

-Ma non ti devi preoccupare, perché presto farai la loro stessa fine.-decretò Kamatari, ma cappello di paglia restò impassibile e con voce priva di calore chiese solo:

-Sei stato tu?-

Il viso ancora coperto dal cappello, Rufy si voltò leggermente verso il suo nemico, che rise della domanda.

-Bravo..sei perspicace..-lo schernì subito dopo, stringendo la spada con più forza.

Rufy anche sta volta non fece una piega, voltandosi totalmente verso di lui:

- Dov’è Nami?-chiese, portando una mano al suo cappello.

-Non credo ti riguardi, ma puoi stare tranquillo..non le farò del male a meno che lei non mi costringa.-borbottò in risposta.

-Sai è molto combattiva,esattamente come sua madre, ma dopo che ti avrò sistemato, sono sicuro che non avrò più problemi nel domarla..-

Rufy non disse nulla, nonostante il suo corpo era scosso da un’incontrollabile rabbia, ma strinse i pugni fino a quando non sentì il sangue colarli nei palmi.

Subito dopo, alzò lo sguardo verso i suoi compagni, incuriosendo il sicuro Kamatari.

-Ora basta dormire..svegliatevi!-ordinò Rufy e il suo implacabile si espanse per l’edificio, mentre la sua forza di volontà distruggeva lentamente le bolle create da Kamatari.

-Non è possibile..-esclamò quest’ultimo, guardando la ciurma alzarsi uno, ad uno.

Il suo sguardo infine si posò sul capitano.

L’espressione scultorea, gli occhi pronti all’attacco e la sicurezza assoluta.

-Ti sei ripreso…-mormorò Zoro, sbadigliando sonoramente.

Rufy sorrise, mentre tutti i suoi compagni lo affiancavano.

-Come diavolo..-si lasciò sfuggire Kamatari, senza nemmeno saper come continuare.

Incredulo per  quanto appena visto, indietreggiò inconsapevolmente di un passo, mentre la voce cristallina della navigatrice raggiunse tutti i presenti.

-C’è riuscito perché è lui il motivo se ora siamo tutti qui…se abbiamo ancora qualcosa per cui lottare, lo dobbiamo al nostro capitano.-

Rufy fissò intensamente gli occhi della sua navigatrice, che nonostante le lacrime le rigassero il volto sorrideva.

La rabbia si dissolse e una strana quiete si diffuse su tutto il suo corpo.

L’aveva trovata.

 

Eccomi qui puntuale come sempre!Come avete visto Rufy ha risvegliato i suoi compagni e ha ritrovato la sua navigatrice...ma se siete stati attenti ad una frase di Kamatari...ora vi starete facendo mille domande..spero lo siate stati e ke questo capitolo sia stato di vostro gradimento.

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito..e i tantissimi lettori ke spero mi daranno un parere almeno su questo chappy..vi mando un bacio e vi aspetto lunedì prossimo..

ps:per tutti gli amanti di Harry Potter e in particolare della coppia, Draco/Herm, vi informo che ho postato il primo capitolo della storia che ho appena iniziato, mi piacerebbe molto che mi deste un parere anche su quella...spero lo farete e grazie ancora di tutto...un kiss by

  
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