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Autore: Kuruccha    02/11/2003    2 recensioni
Chiacchierate che scaldano il cuore quando nel deserto è più freddo. (Sanji/Bibi)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non possiedo One Piece o i suoi personaggi; questa è stata la fortuna di Eiichiro Oda. Ma il modo in cui è scritto tutto questo e la trama... sì, questo è tutto mio.

UNA NOTTE CALMA E TRANQUILLA - Capitolo 2 di 3

La cattiva comunicazione fra i sessi è tipica e non inaspettata.

Vivi fissò la cucitura della tenda. Karl stava russando al suo fianco, Nami dormiva silenziosamente alla sua destra.

Aveva bisogno di dormire. Ma non ci riusciva. Non poteva smettere di pensare ad una cosa.

Sta diventando tardi.

Un paio di cose.

Oh, Nami-san! Vuoi un po' della mia acqua?

Allora, la notte passata non aveva significato niente.

Oh, Nami-saaaaaaan! Vivi-chan! Ecco la vostra cena!

Era tutto molto chiaro. Aveva aspettato tutto il giorno un segno - un gesto, un commento disinteressato - ma non aveva visto nulla. Era stato un giorno come gli altri.

Ed era questo che la distraeva - quello non avrebbe dovuto essere un giorno comune.

Decise che aveva bisogno di un po' d'aria fresca. Stette attenta a non svegliare nè Karl nè Nami. Era abbastanza brava ad evadere da qualunque posto. Aveva un sacco di pratica, prima quando era una bambina, negli incontri del Clan Suna Suna, e poi come Frontier Agent.

Slegò cautamente i legacci che tenevano chiusa la porta. Subito, l'aria fredda scivolò dentro.

"Vivi?" Nami si sedette e si stropicciò gli occhi. "Dove stai andando?"

"Solo qui fuori, per respirare un po' d'aria fresca," rispose lei, sbrigativa.

"E' tutto a posto?" chiese l'altra ragazza, sbadigliando."

"Sì. Torna a dormire, Nami."

Soddisfatta, Nami si distese di nuovo nel suo sacco a pelo e Vivi andò fuori.

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Sanji si era piazzato vicino al fuoco, cercando di tenersi al caldo. Deserto freddo, notte calma. Ringraziò Dio per le sigarette, che tenevano le sue mani e la sua mente occupate.

Pensò che stava perdendo il suo tempo, ma poi arrivò anche lei sotto i raggi della luna.

"Sanji? Cosa stai facendo qui?"

Non si aspettava di vederlo. Fu una sorpresa per lei; lui, invece, si era preparato anche a stare lì tutta la notte. "Nemmeno tu riesci a dormire?" chiese.

Lei annuì.

"Beh... per una volta è positivo. Volevo parlarti della scorsa notte."

"Anch'io."

"Oh. Bene." 'E' davvero una buona cosa?' si chiese, sedendosi.

Non le aveva chiesto di fare altrettanto, pensò delusa. Tutto il discontento della giornata sembrava manifestarsi come elettricità statica tra i due.

"Sono rimasta meravigliata da ieri notte," cominciò, improvvisamente, lui.

"Non ha significato molto," rispose lei brevemente. Era meglio dire subito quello che lui voleva sentire.

Si sentì torcere dentro. "Me lo stai chiedendo o lo stai semplicemente dicendo?"

"E' quello che vogliamo tutti e due, no?" tagliò corto lei.

Stava dicendo ad alta voce quello che lui aveva pensato tutto il giorno. Sanji prese tutto il coraggio che aveva e disse, "Non è qualcosa che posso cancellare con un colpo di spugna, Vivi-chan."

"No?" Impastò le mani nervosamente. "Ah, ma quello che stavi dicendo a Nami..."

La voce di lui si ruppe. "Non penserai che oggi io ero -"

"E' stata una tipica e normalissima giornata." Cercò di tenere alto il suo tono di voce, ma quando si spostò i capelli dagli occhi era un gesto pieno di nervosismo. "Hai fatto molta attenzione a Nami. Non che tu non abbia badato a me, certo..." aggiunse rapidamente. "E' solo che -"

"Non ti ho dato nessuna attenzione speciale," finì lui.

Vivi si morse il labbro. Ora probabilmente lui stava pensando che lei era una di quelle piagnucolose che volevano l'attenzione di tutti sempre puntata addosso.

"Lo avrebbero notato subito." Fece cadere quello che rimaneva della sigaretta e guardò la sabbia che uccideva lentamente la fiamma. "Avrebbero supposto chissaccosa."

Aveva visto che lei non aveva capito. Fece un mezzo sorriso. "Avresti voluto che Luffy si fosse messo a puntarti col dito e a chiedere a Chopper strane cose ad alta voce?" La lasciò pensare per un momento, poi disse, "Il punto era che non volevo metterti in imbarazzo, quindi ho lasciato scorrere la giornata e mi sono comportato in modo tipicamente mio - ma pensando che sarebbe stato come sempre."

"Tu fingevi che non fosse successo nulla," ripetè piano, rendendosi conto che la sua apprensione era stata interpretata come nonchalanche. "E io non ho fatto nulla per farti credere diversamente."

La sensazione di pesantezza sullo stomaco di Sanji scomparve. "Vuoi dire che - " Era possibile che lei stesse sentendo anche una piccola parte di quello che anche lui provava? Magari ricambiava quei sentimenti?

Lei sorrise. "E' stata davvero una giornata difficile, vedendo te e Nami. Grazie per esserti spiegato. Ora ha tutto più senso."

La felicità combatteva con il senso di colpevolezza; l'aveva fatta stare male. Ma ciò significava che le importava e Sanji sentì il cuore sobbalzare, come un gioco in cui il pesce viene preso all'amo. Lui era il pesce e il sorriso di lei, il modo in cui diceva il suo nome, come l'aveva guardato quella notte - tutto questo era l'amo.

"E in quanto a domani?" chiese Vivi.

Lui ci pensò su e disse, "Credo dovremo fare lo stesso, Vivi-chan. Non ci dovrà essere una singola ragione per cui loro potrebbero pensare che sia cambiato qualcosa tra noi." Stette zitto per un momento. "Penso sia cambiato, giusto?"

Era una speranza in una domanda; Vivi realizzò che voleva che fosse differente. "Sì." Sentì le guance calde. "Ma deve essere un segreto?"

"Non vuoi avere un segreto? Fra noi due e basta?" chiese, canzonandola gentilmente.

"Penso..." Lei stessa sapeva quello che stava pensando. Viveva già con troppi segreti. Per una volta, non poteva essere tutto alla luce del sole? Ma sapeva che lui non avrebbe mai fatto nulla che potesse farla star male - nemmeno se lo voleva. "Penso che potrebbe andar bene."

Lui sentì la sua esitazione. "Potremo inventarci un segnale. Un modo per dirci che stiamo pensando l'uno all'altra."

"Ad esempio?"

Rimuginò un momento. "Ad esempio ogni volta che ti mordi le labbra."

"Ma io lo faccio sempre - " soffocò una risata. "Non prenderti gioco di me."

"Ma dovresti pensarmi." Prese una delle sue mani fra le proprie. "Ogni volta che sei preoccupata - pensami. E saprai che ti sto pensando anch'io."

Non poteva sostenere l'intensità del suo sguardo e abbassò gli occhi. "Quando pensi a me..."

"Sì?"

"Agita il sopracciglio."

"Cosa?!"

Lei rise scioccamente.

"Oh - in modo che quella testa di lattuga possa trovare un'altra ragione per prendermi in giro?" chiese con il broncio. Vivi non potè trattenersi e scoppiò rumorosamente a ridere.

In quel momento si sentì una voce provenire dalla tenda dei maschi. Entrambi si bloccarono e ascoltarono in silenzio.

"Conigli bianchi giganti.... migliaia... capitan Usoooooooop..."

Sanji fece un sospiro di sollievo. "E' solo il nasone che parla nel sonno."

Vivi si rese conto di quanto era diventato nervoso in quel momento. Aveva stretto la sua mano così forte... magari era un segno per dire che era abbastanza per quella sera. Si erano detti così tante cose, e lei aveva un sacco di cose su cui pensare. "Sta diventando tardi," disse riluttante.

Sanji si alzò e la aiutò a rimettersi in piedi, non volendo lasciare la sua mano. "Sù. 'Abbiamo una lunga strada davanti a noi.' Questa è la mia direzione, giusto?"

"Quindi... penso che questo sia un buonanotte," disse lei.

"Magari rivuoi indietro la tua mano." Separò le dita dalle sue, a cui erano intrecciate, e iniziò a camminare.

"Sanji. Aspetta." Vivi tornò indietro in punta di piadi. La sabbia la fece scivolare e il bacio che in realtà era per le sue labbra finì sul suo mento ruvido.

Ma lui aggiustò tutto.

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NOTA DELL'AUTRICE: Quando sono solo con te, mi fai sentire come se fossi di nuovo pieno... per quanto possa scappar via, ti amerò. Qualunque parola dirò, ti amerò per sempre. Vorrei ringraziare 'The Cure'. Ho messo la loro canzone in 'ripeti continuamente' e... tadaan! Mi ha guidato automaticamente a scrivere questo.
Kosa: Ma pensavo questa fic sarebbe stata solo una prova...
Autrice:...oops. Oddio. Non preoccuparti. Ancora un paio di capitoli e la rosa del deserto verrà deflorata e -
Kosa: COSA?
Autrice: Stavo scherzando. Shhhh. Senso dell'humor - proprio non ne hai, eh?
Kosa (arrabbiato nero): so io dove ficcartele le tue metafore sui fiori.

NOTA DELLA TRADUTTRICE: Ecco che il lato scherzoso dell'autice emerge! (Mamma mia, mi fa proprio paura, altrochè...) Beh, un altro capitolo e questa fic finirà! Che peccato! Beh... ringrazio Kairi84 e Mercutia per aver commentato! Grazie! *inchino* E... per musukishi, aspettate e sperate che mi ritorni l'ispirazione. =_=

   
 
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