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Autore: elettra1991    30/03/2010    9 recensioni
Sono passati quasi sei anni dalla morte di Draco. Harry, Ron, Blaise, Elenie, gli Auror, ma soprattutto Hermione hanno dovuto imparare a convivere con l'accaduto. Ma ci sono veramente riusciti? Sono stati capaci di voltare sul serio pagina, o i loro vecchi fantasmi torneranno a tormentarli? Qualcosa di strano tornerà a muoversi nell'ombra, e per affrontarlo dovranno nuovamente riunirsi tutti. Il seguito di "Qui dove batte il cuore...", in cui tutto troverà finalmente risposta.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qui dove batte il cuore...'
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-Dannazione, dove diavolo si sono cacciati quei due?-
Elenie Grace Zabini lanciò un'occhiata divertita al suo fidanzato, che faceva su e giù per la cucina come un indemoniato.
-Arriveranno a momenti- gli ripetè per l'ennesima volta in pochi minuti -Stai calmo, sembri una tigre in gabbia.-
Il Bambino Sopravvissuto guardò fuori dalla finestra, quindi si gettò su una sedia, nervoso.
-Odio essere l'ultimo a sapere le cose- bofonchiò.
-E fin lì...- rise la Benèfica, mettendogli una tazza di caffè tra le mani -Si era capito!-
Harry James Potter sbuffò, poi il volto gli si distese in un sorriso, mentre allungava un braccio per prendere quello della sua ragazza.
Elenie lo guardò, il cuore in tumulto come ogni volta che incontrava il suo sguardo, quei suoi occhi verdi, puri ma decisi, come ogni volta che fissava quella cicatrice divenuta leggenda.
Lui le baciò il palmo, posandoselo poi sulla guancia, quando qualcuno suonò il campanello.
-Alla buon'ora- commento sbuffando il ragazzo, andando ad aprire.
La Zabini lo attese in cucina, e non si stupì quando poco dopo tornò con Hermione.
-Ron non è ancora arrivato?- s'informò la Granger.
I due amici scossero il capo.
-E ti pareva! Ha rotto due ore per esserci anche lui, e poi arriva in ritardo.- si infiammò, passandosi una mano tra i capelli.
-Caffè?- le chiese Potter, porgendole una tazza, che la ragazza afferrò.
Hermione sorseggiò la bevanda calda, quindi si diresse alla grande finestra che dava sulla strada sottostante, attendendo l'arrivo di Weasley.
Harry la guardò, gli dava le spalle, le quali parevano incurvate sotto un grande peso. Era ancora vestita come quel giorno alla cerimonia, e sembrava stanca, tanto stanca.
"Non è stanca, Harry, è spenta", gli aveva detto una volta Elenie. Lui aveva ridacchiato nel sentir paragonare la sua migliore amica a una lampadina ma ora, guardandola, capiva che era proprio vero.
Se uno ci parlava per cinque minuti, in lei non percepiva mutamenti di sorta. Sempre la solita incredibile parlantina, la solita lingua sferzante, il solito modo di porsi.
Ma appena cercavi di avvicinarti un po' di più, se solo passavi con lei qualche ora, ti accorgevi che ogni tanto di verificavano momenti in cui Hermione semplicemente non c'era. In cui si ritrovava a fissare il vuoto, a non ascoltare. E sembrava così fragile, così delicata, così sola...
Ed Harry sapeva bene il perchè, così come lo sapeva Ron, così come lo sapevano tutti. Ma nessuno aveva il cuore di parlarne con lei.
Con lei che non viveva più.
Mangiava, dormiva, lavorava, usciva con gli amici, ma si limitava solamente a sopravvivere.
E Potter si malediceva ogni giorno per questo.
Perchè avrebbe solo voluto poter tornare indietro e fare di più, fare anche l'impossibile per cambiare il passato.
Per riportare indietro lui.
Per restituirle Draco.
Perchè Hermione lo aveva amato a tal punto che metà di lei era morta con lui.
-Prima o poi mi dovrete spiegare cosa ve ne fate di una casa così grande- disse la Granger, voltandosi verso i suoi amici, giusto per spezzare il silenzio creatosi.
Odiava il silenzio, se con lei c'erano altre persone, perchè in questo modo poteva quasi ascoltare i loro pensieri. Al contrario, amava la solitudine, se l'era fatta amica...Perchè chi fugge, lo fa per trovare un luogo migliore. E lei l'aveva trovato nell'assenza di gente, nel posto che solo lei poteva raggiungere, dove nessuno poteva farle male.
-Lo sai che mi piacciono i luoghi ampi- sorrise Harry, strizzandole un occhio.
Hermione alzò le spalle, e Potter sorrise tra sè.
La sua amica aveva ragione. Quella casa, con numerose stanze da letto, era eccessiva per due sole persone, ma lui era diventato un tipo previdente.
Qualche tempo prima, infatti, quando lui ed Elenie avevano cercato una casa che fosse solo loro, erano già accaduti alcuni di quei fatti strani che stavano facendo preoccupare gli Auror, quindi lui aveva deciso di prendere un'abitazione sufficentemente grande da ospitare, all'occorrenza, tutti i ragazzi, da Blaise a Hermione, da Ron a Jayden.
Perchè l'unione faceva la forza, e lui l'aveva imparato tanto tempo prima.


-Stai scherzando?-
La voce di Elenie riempì la cucina, lasciandosi dietro l'eco di un silenzio irreale.
Hermione Jean Granger scosse la testa, gli occhi bassi.
-Ron può confermare- disse poi.
Accanto a lei, infatti, il rossino annuì vigorosamente.
-Non ci posso credere- mormorò sconfitta la Benèfica, lasciandosi cadere su una sedia.
-Non è colpa tua- sospirò Harry, posandole un braccio sulla spalla -E comunque sbaglio o tu stessa avevi detto che Lasko ultimamente era più strano del solito?-
-Sì, ma da essere strano ad aggredire una ragazza in un vicolo c'è una bella differenza.-
Potter, sentendo il tono della sua ragazza, se la strinse addosso.
-Ascolta Ele...- intervenne Hermione con voce dolce -Ci serve sapere tutto quello che sai di lui-
-Un momento!- la interruppe Blaise, che era arrivato poco prima insieme a Weasley -Come mai io non so nulla di questo Lasko? Chi diavolo è?-
-Un Efreet- sussurrò Elenie, guardando il cugino negli occhi così simili ai suoi.
Vedendo l'espressione stranita di Zabini si affrettò a spiegare.
-E' uno spirito di fuoco-
Come se questo sistemasse la faccenda, insomma...Il povero Blaise era ancora più confuso di prima, così Hermione cercò di venirgli in aiuto.
-Sai che Elenie lavora nel Dipartimento Ministeriale che si relaziona con gli Ibridi di qualunque tipo, no?-
L'ex Serpeverde annuì. Sua cugina svolgeva quel lavoro da anni, ovvero da quando Silente, all'ultimo anno di Hogwarts, gliel'aveva chiesto, spiegandole di come i suoi poteri elementali sarebbero potuti essere di enorme aiuto in quel campo.
-Comunque, qualche tempo fa ci sono stati dei casini con questi Efreet, una casta minore del Regno delle Ombre, e alcuni di loro sono tenuti sotto rigida sorveglianza dal Ministero-
-E io sono quella che ha dovuto parlarci -si intromise la Benèfica -E tentare di inserirli nel mondo magico. Tuttora, alcuni di loro lavorano al fianco dei maghi normali-
Blaise sgranò gli occhi. -E i maghi non si accorgono di lavorare gomito a gomito con spiritelli sputa-fiamme?-
Ron tossicchiò, un breve colpo di tosse che aveva tutta l'aria di voler dissimulare uno scoppio d'ilarità.
-Non sono fasci di fuoco, se è questo che intendi- spiegò paziente Elenie - Al contrario, appaiono come uomini di eccezionale forza e bellezza, anche se sono molto supponenti e quindi si possono distinguere per l'atteggiamento glaciale e arrogante.-
Lo sguardo di Blaise si velò appena.
Quella descrizione poteva adattarsi benissimo anche ad un'altra persona, che lui aveva conosciuto tanto tempo prima...Ma che non era un Efreet, bensì un ragazzo solo...
Un ragazzo dall'anima dannata.
Un ragazzo che si era salvato grazie all'amore per una strega mezzosangue.
-Credo sia opportuno avvisare il Capo- annunciò Harry, guardando distrattamente l'orologio.
-Se non ti dispiace io ed Hermione preferiremmo andare prima a parlare con la ragazza aggredita, quando si sveglierà- intervenne Ronald -Sai com'è fatto Carrigan, non voglio farlo agitare per niente-
Potter sogghignò sotto i baffi, quindi annuì.
-Chi terrà d'occhio questo Lasko ora?-
-E' impossibile controllare a vista un Efreet- rispose Elenie -Ci sono delle formule magiche per controllarli, ma non sono per nulla sicure, quindi sono cadute in disuso-
-Cazzo...-mugugnò Potter -Non mi piace l'idea di non sapere che diavolo stiano combinando-
-Prima hai detto che questo tizio però non era da solo, giusto?- fece ad un tratto la Zabini alla Granger, come colpita da una folgorazione.
-Esatto-
-Era un suo simile quello con lui?-
-Non potrei giurarci, ma a prima vista mi è sembrato umano, anche se per andarsene si è avvolto nelle fiamme come un Efreet- disse Hermione, pensierosa.
-Questo è molto strano...- borbottò la Benèfica tra sè.
-Come dici?-
-Dico che è raro che uno spirito del fuoco giri in compagnia di esseri umani. Di natura sono piuttosto schivi, quindi se tu mi dici che Lasko girava con un mago normale, deve aver avuto un motivo molto valido-
-Ora resta solo da scoprire quale...- fece Harry, scuotendo lentamente la testa.


Quando Hermione Granger tornò a casa trovò un biglietto ad attenderla sotto la porta.
Lo svolse mentre si toglieva il mantello e lo lesse con pallido interesse.
"Ti ho cercata a casa, ma non c'eri. Chiamami non appena torni.
P.R"
La ragazza appallottolò il biglietto per poi gettarlo con un canestro perfetto nel cestino della spazzatura.
Non sopportava quella mania di Peter di firmare con le iniziali, in quel modo così freddo e supponente.
Una volta ti piacevano le persone glaciali e supponenti.
Era diverso. Quell'unica volta era stato diverso.
E poi ero giovane.
Lo sei anche adesso, benchè ti ostini a comportarti come una vecchietta.
Il trillo brusco e insistente del campanello giunse con tempismo perfetto ad interrompere l'irritante vocina che parlava senza sosta nella sua testa.
-Ah, sei qui- abbaiò Peter Wayne Randall quando Hermione aprì la porta.
Il ragazzo si inserì delicatamente nella fessura lasciata aperta dalla strega.
-Sono appena arrivata- mormorò stanca la Granger.
-Vedo- sibilò lui, scrutando con aria critica l'abbigliamento della ragazza.
Hermione sospirò, aggiustandosi i capelli.
-Devi dirmi qualcosa?- s'informò.
-Sì- rispose lui, gonfiando il petto -Volevo informarti che domenica a pranzo siamo invitati nel Devon, nella tenuta dei miei genitori. Ci tengono molto a conoscerti-
Sentendo quelle parole ad Hermione mancò la terra sotto i piedi.
Devon? Genitori? Le cose si erano fatte già così serie tra loro due?
-Naturalmente sono invitati anche Potter e Weasley, con le loro compagne- continuò Peter, senza accorgersi dell'effetto che quelle parole avevano sulla sua ragazza.
Come sentì i nomi di Harry e Ron però, la Granger si riscosse, e i suoi occhi dorati si ridussero a due fessure.
Era un caso se a quel pranzo erano stati convocati anche gli altri due membri del famoso trio che aveva sconfitto Voldemort?
Randall nel frattempo continuava a blaterare, vantando le bellezze del Devon, ma Hermione non lo ascoltava da un pezzo.
Perchè aveva chiesto solo di Potter e di Weasley, e non di Blaise, che Peter conosceva altrettanto bene?
Sporco e lurido leccapiedi...Voleva strisciare attorno alla gente famosa...Di certo avere il grande Harry Potter e i suoi due migliori amici a tavola era un gran colpo per il nome della sua famiglia.
-Verremo- lo interruppe allora Hermione.
-Ma non hai ancora chiesto a loro!- protestò Peter.
-Ci saranno, non ti preoccupare-
Ci mancava solo che osassero lasciarla sola in un momento come quello...Voleva proprio vedere cosa sarebbe successo domenica.
I suoi complotti ai danni dei suoi amici furono però interrotti da una bocca che si posò prepotentemente sulla sua e da una mano che si fece strada sulla sua coscia.
Hermione rabbrividì a quel contatto...Ma non era un brivido di eccitazione...Piuttosto una scarica di gelo che le partiva dal cervello e le arrivava dritta al cuore.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi quando la lingua di Peter si scontrò con la sua.
E così anche con lui stava succedendo ciò che era successo con gli altri.
Qualche uscita divertente, ore passate insieme, propositi per il futuro e poi...solo freddo, tanto freddo.
Non appena le cose cominciavano a farsi serie, in lei si spezzava qualcosa.
O meglio, la figura di chi le era accanto in quel momento, cozzava contro un'altra figura che le era accanto sempre.
E il nuovo venuto non era mai in grado di reggere il confronto.
Anche se dall'altra parte c'era solo un fantasma del passato.


-Cooooosa? Ti prego dimmi che stai scherzando!-
L'urlo disumano di Ronald Weasley invase tutto il corridoio, facendo voltare scandalizzati numerosi maghi affaccendati in chissà quali affari.
Harry James Potter, con sul viso l'espressione tipica di chi se ne frega della sclerata del proprio migliore amico, fece spallucce, e continuò a camminare.
-Eddai Harry- piagnucolò il rosso, correndogli dietro. -E' proprio indispensabile?-
-Hermione ha bisogno di noi- rispose calmo il Bambino Sopravvissuto -Dobbiamo andare-
Vedendo la sua faccia totalmente tranquilla e indifferente, nessuno avrebbe mai immaginato che poco prima lui stesso avesse fatto il diavolo a quattro davanti alla sua fidanzata, cercando di convincerla a non portarlo a quello che si prospettava essere il pranzo più tedioso degli ultimi anni.
-Non può sostituirci qualcuno? -tentò allora Ron, lo sguardo acceso da un barlume di speranza -Che mi dici di Blaise e Jayden?-
-Blaise ha il turno- rispose Potter, rispondendo cortesemente ai saluti di coloro che passavano e lo riconoscevano -Jay invece non ho idea di dove sia. Da quando è partito non si è fatto vivo, nemmeno per far sapere quando sarebbe tornato-
-Il solito- bofonchiò Ron -E se si fosse cacciato in qualche guaio?-
-Guarda che è andato semplicemente in Francia per sistemare degli affari per conto di suo padre...Non si è mica cacciato in mezzo a una mandria di troll-
-Mmm...ci è andato vicino però- ironizzò Weasley. - Se la gente da cui è andato assomiglia anche solo lontanamente a Johnatan McBride, per conto mio avrei preferito un gruppo di troll incazzosi-
Harry scoppiò a ridere.
-Beh se avesse detto di no al vecchio John mi sa che un troll incazzoso l'avrebbe visto molto da vicino!-
-Anche tu lo vedrai se mi obbligherai a venire domenica!- borbottò il rosso, guardando di sbieco l'amico.
-Avresti il coraggio di lasciarla sola?- mormorò per tutta risposta Harry, facendosi serio.
Ronald tacque.
-Lo sapevo- ghignò il moretto.
-Beh dopotutto è con il suo fidanzato...-cercò di autoconvincersi Weasley, pur pronunciando a fatica l'ultima parola.
-Fidanzato che non ti piace per nulla- concluse Potter.
Ron mugugnò.
-Adesso ci vedresti bene Malfoy vero?- sussurrò Harry con un sorriso triste.
Nessuna risposta dal rosso.
Si. adesso decisamente avrebbe guardato Draco con altri occhi.
E non solo perchè se lui fosse stato ancora lì Peter non sarebbe nemmeno entrato nelle loro vite, ma perchè avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vedere Hermione sorridere di nuovo come un tempo.
Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vedere quegli occhi d'oro brillare di nuovo.
Lei lo pensava ogni giorno, non ne aveva alcun dubbio.
Ne era sicuro, altrimenti non si sarebbe spenta in quel modo, dopo la sua morte. E nemmeno loro due, i suoi migliori amici, erano riusciti a riportarla alla luce.


Eccooooooomi di nuovo qua=) Mi sono dimenticata di dire una cosa, nei capitoli precedenti: questa storia tiene conto di ciò che è successo nel settimo libro e alla fine del sesto, ovvero la ricerca degli Horcrux, la morte di Silente e quella di Fred, e via dicendo...tralasciando ovviamente gli episodi che riguardano i Malfoy e il capitolo ambientato 19 anni dopo...=)

Scusate se non ho proprio il tempo di ringraziare tutte singolarmente, ma volevo postare oggi altrimenti facevo passare troppi giorni, e sono stra di corsa! Sappiate comunque che ho adorato tutte le vostre recensioni...e adoro voi che me le lasciate! A prestissimissimooo...






  
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