Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. In questo capitolo cercherò
di spiegare meglio ciò che passa per la testa a Bella, ma
visto che la ragazza è molto confusa non so fino a che punto posso aiutarvi.
Qualche indizio qua e là l’ho messo, non vi dico indizio riferito a cosa
altrimenti sarebbe troppo facile, ma diciamo che potrebbe aiutare nella
scoperta di un altro mistero. Buona lettura a tutti.
Capitolo 10
Vecchi amici
POV BELLA
Siamo
bravi a distruggerci l'anima,
a soccombere
privandoci del perdono.
Siamo
bravi a non cercare di risalire,
a lasciarci
trasportare dal rimorso, a rimuginare.
Siamo
bravi a rinunciare all'amore,
a chiudere
noi stessi dentro un triste ricordo.
Gli
artisti dannati sono bravi a parlare del dolore,
io sono brava
a parlare del dolore,
ma ora quello
che mi serve
è la forza che da
tanti anni, ormai,
sono riuscita a
trovare ogni giorno dentro di me,
quella forza che
tutti noi abbiamo,
ma che siamo molto
bravi a respingere.
Dopo l’incontro con i Cullen credevo che non
c’era nulla che potesse peggiorare la situazione e, invece, come al
solito, mi sbagliavo.
Cosa poteva esserci di peggio che incontrare dopo un secolo e
mezzo il tuo unico, grande amore e la sua famiglia che hai amato con tutta te
stessa?
Credevo niente, invece mi sbagliavo.
Qualcosa di peggio esisteva ed era la consapevolezza che pur
volendo stare lontana da quelle persone non potrai farcela, non se altri
decidono per te.
E in questo caso a decidere è stata Blair.
L’altro giorno, dopo essere tornata da scuola, mi prese da parte e
mi rivelò del suo forte desiderio di conoscere quella famiglia di cui per anni
e anni aveva sentito parlare.
Mi disse che aveva pranzato con loro durante la mensa e già potevo
scorgere nel suo sguardo un ardore intenso, quello stesso ardore che un secolo
e mezzo prima avevo provato io quando li avevo conosciuti.
Come potevo farle capire che questo suo stare a stretto contatto
con loro avrebbe indirettamente coinvolto pure me?
Come potevo spezzare la sua felicità impedendole di frequentarli?
Ma poi con quale diritto?
Che diritto avevo io di dire a lei di stare lontana da loro?
Semplice.
Non ne avevo, non avevo nessun diritto e pure se lo avessi avuto
non avrei potuto costringerla a fare qualcosa che volevo io.
Morale della favola?
Erano passate due settimane dal nostro arrivo a Forks e in tutto
quel tempo Blair non aveva fatto altro che trascorrere le sue giornate in
compagnia dei Cullen per la disperazione di Jenny e, un po’, anche per la mia.
Avere Blair accanto era diventato qualcosa di sporadico e quando
mi era accanto non potevo fare a meno che sentire marchiato in lei l’odore dei
Cullen, soprattutto quello di Edward.
Miele, lillà e fiore.
Quel profumo, per me, afrodisiaco che avevo sentito durante il
nostro confronto e che sentivo indirettamente praticamente ogni giorno.
Il nostro stile di vita stava cambiando inesorabilmente e ciò era
dovuto proprio all’assenza costante di Blair, occupata quotidianamente con i
Cullen.
Giorni fa non era neppure tornata a casa per la notte.
Si era fermata da loro.
Diceva che Esme aveva insistito e che ad Alice non si poteva dire
di no.
Ero infastidita da tutto questo.
Sicura
Bella? Sei sicura che sia solo fastidio ciò che provi?
Non è che,
per caso, sei gelosa?
Gelosa di
non poter essere al posto di Blair?
Scacciai quei pensieri. Non era possibile che adesso anche la mia
coscienza cercasse di comunicare con me.
Io gelosa?
Roba da non credere.
Io non volevo più avere nulla a che fare con i Cullen.
Con loro i rapporti erano piuttosto normali.
Sporadicamente ci rivolgevamo la parola e quando lo facevamo era
solo per via di Blair.
Edward, per il momento, non aveva fatto nulla di strano, ma
sembrava studiarmi.
Non appena voltavo gli occhi, era lì pronto a fissarmi analizzando
ogni mio singolo movimento per cercare di capire non so nemmeno io cosa.
Non appena mi si avvicinava uno studente, eccolo pronto a venire
in mio “soccorso” e a togliermelo dai piedi, senza rendersi conto che era
proprio lui quello a doversi togliere dai piedi.
La sua vicinanza non mi aiutava per niente.
Alice, beh Alice sembrava diversa, ma ben presto capì il motivo
della sua diversità.
Era cieca, il suo potere non funzionava su di me, né sulla mia
famiglia e ciò era dovuto al mio scudo che, per abitudine, estendevo sempre
anche su di loro.
Non riusciva a capire cosa sarebbe successo e per una come lei, abituata a sapere le cose sempre prima degli
altri, ciò era fastidioso, terribilmente fastidioso.
Blair mi aveva comunicato di aver raccontato ai Cullen cosa io e,
di conseguenza, anche il resto della famiglia eravamo diventati, anche se non
aveva avvisato loro dei poteri che ognuno avevamo.
Loro sapevano solamente che io ero uno scudo e che tutti potevamo
comunicare telepaticamente.
Pregare Blair di non frequentare i Cullen era da escludersi.
In primis perché non me la sentivo di farlo, non era giusto e
secondo perché comunque non mi avrebbe ascoltato, era troppo testarda.
A dire il vero il motivo non credevo fosse la sua testardaggine,
ma forse un suo tentativo di cambiare le cose.
Quando la sentivo parlare di Edward potevo percepire perfettamente
il suo chiaro intento di volerci fare tornare insieme.
Avevo chiarito questo punto con lei, facendole capire che era
impossibile che succedesse, ma la sua reazione mi aveva lasciata interdetta.
Dopo averle espresso chiaramente come stavano le cose, lei mi
venne vicino, mi baciò una guancia, sbattè le palpebre un paio di volte
facendomi gli occhi dolci e mi disse: “Vedremo” per poi scomparire dalla mia
vista.
Una reazione tipica di Blair.
Se si metteva in testa una cosa era difficile che potesse cambiare
idea.
Questo lato del suo carattere mi ricordava un po’ Alice.
Mai mettersi contro nessuna delle due.
Poteva diventare pericoloso.
Il resto della famiglia non si era ancora sbilanciato.
Nate, Kyra e Jason erano nella fase “osserviamoli e capiamo quanto
siano sinceri”, ma dagli ultimi risvolti non mi dovevo sorprendere se da un
momento all’altro si unissero alla causa di Blair.
Jenny era completamente contraria a tutto ciò, il che aveva fatto
si che le gemelle nel giro di due settimane avessero litigato praticamente
tutti i giorni.
Jenny non ne voleva sapere ne di Edward
ne del resto della sua famiglia.
Mamma e papà, invece, avevano avuto modo di conoscere i Cullen per
via di Blair e avevo notato quanto gli fossero piaciuti da subito, ma non si erano
sbilanciati più di tanto forse perché mi avevano visto soffrire troppo a causa
loro.
Una cosa era certa.
La mia famiglia sarebbe stata dalla mia parte sempre e comunque e
ciò mi sollevava parecchio.
Tutti i comportamenti di Blair legati al fatto che io avessi i
Cullen perennemente tra i piedi non giovava al mio umore.
Conclusione?
Avevo passato due settimane infernali, tra crisi di nervi e
paranoie assurde.
L’unica cosa che mi serviva adesso era farmi una bella doccia e
andare dai miei vecchi amici di La Push.
Ero andata a trovarli il primo giorno che ero tornata a Forks, ma
da allora non mi ero più fatta viva e non erano mancate le chiamate da parte
loro.
Andai in bagno e mi misi sotto la doccia.
Vi restai per una buona mezz’ora, dopodichè uscì e mi asciugai i
capelli.
Li legai in una coda alta e poi andai a vestirmi.
Indossai un paio di pantaloni di tuta fucsia
scuro, una canotta nera, un paio di nike shox nere, fucsia e bianche e
poi presi una felpa fucsia che lasciai sbottonata (à il link con i vestiti di Bella: http://yfrog.com/2ttretretp ).
Mi vestì sportiva.
Dopo due settimane intere di tacchi alti non ne potevo più.
Nonostante Kyra mi avesse trasmesso l’amore per la moda, amavo ancora
le comode scarpe da tennis e l’abbigliamento comodo e sportivo in generale.
Mi diressi in bagno e mi truccai in modo leggero, dopodichè tornai
in stanza e presi la borsa della nike nera, un paio di occhiali bianchi e
fucsia che indossai e uscì dalla stanza scendendo in salotto (àil link del salotto: http://yfrog.com/b833605146j
).
Trovai Nate e Blair intenti a guardare la tv.
- A cosa dobbiamo l’onore di averti qui? – chiesi a lei sarcastica
riferendomi al fatto che ultimamente non era mai a casa, ma sempre con i
Cullen.
- Simpaticissima come sempre. Comunque sta tranquilla, sto per
uscire – mi rispose lei.
- E dove dovresti andare? – le chiesi.
- Non lo so ancora. Alice non mi ha voluto dire nulla – mi fece
notare.
- Non credi di stare esagerando un pochino? – le domandai.
- A fare cosa? – mi chiese innocentemente.
Era proprio terribile quella ragazza.
- Blair smettila di scherzare. Da due settimane stai sempre fuori
casa, sarebbe ora che passassi del tempo qui, con tua sorella ad esempio – le
proposi.
Le gemelle non si erano mai staccate, avevano sempre avuto un
rapporto simbiotico e vederle così distanti ultimamente mi faceva stare male.
- Magari stasera. Oggi pomeriggio ho già un impegno – mi disse.
- Potresti venire a La Push con me, allora. Hai sempre detto che
volevi conoscere gli altri ragazzi della riserva – le dissi.
- Un’altra volta – mi ribadì senza giri di parole.
- Ma… – stavo provando a dire.
- Bella lascia perdere. Non le farai cambiare idea – si intromise
per la prima volta Nate voltandosi a guardarmi.
- Nate ha ragione – aggiunse Blair.
- Fa come vuoi – le dissi leggiarmente scocciata prima di
allontanarmi da lì.
Presi le chiavi della moto e il casco e mi diressi fuori (à il
link del fuori della casa: http://yfrog.com/9hkjkrj
).
Prima ancora di uscire sentì un clacson suonare e quando fui fuori
mi accorsi che a qualche metro da me c’era Edward appoggiato alla sua macchina.
Doveva essere venuto per Blair.
Per un momento la mia mente vagò a qualche anno prima, a quando in
quella stessa posizione attendeva che io uscissi di casa per portarmi a scuola
o in giro in sua compagnia.
Cercai di scacciare via quel pensiero e smettendo di guardarlo mi
accorsi che dovevo avvicinarmi a lui perché Nate aveva posteggiato la moto
vicino alla macchina del mio ex ragazzo.
- Sei incantevole – mi disse lui non appena gli fui abbastanza
vicino.
- Indosso una semplice tuta – gli risposi per fargli capire quanto
banale fosse ciò che aveva detto.
- Appunto. Togli il fiato anche vestita così – mi disse
avvicinandosi sempre di più.
- Risparmia i tuoi complimenti per qualcun’altra – gli risposi
glaciale.
- Non c’è nessun’altra. Guardo solo te – mi fece notare lui.
- Mi dispiace per te – gli risposi.
- Non è vero, non ti dispiace neanche un po’. So benissimo che sei
contenta di questo – mi disse.
Io contenta che lui non guardasse nessuna all’infuori di me?
Davvero potevo esserlo?
- Pensavo che i vampiri non potessero sognare – gli risposi
facendo un chiaro riferimento al fatto che ciò che aveva detto era solo frutto
di un suo sogno.
- Capirai che non è così – mi disse fin troppo sicuro di sé.
- Hey Eddy sei venuto tu? – sentì dire a Blair che era appena
uscita di casa ed era corsa fuori buttandosi tra le braccia di Edward.
Rimasi un po’ basita da quel comportamento.
Erano già arrivati a questo?
A un rapporto talmente tanto confidenziale da abbracciarlo in quel
modo?
Vidi Edward visibilmente contento di vedere Blair e guardandolo
negli occhi non mi fu difficile capire che si era affezionato davvero a quella
piccola peste.
Nonostante la parte razionale di me faticava ad ammetterlo, quella
irrazionale era contenta.
Quella che si parava ai miei occhi era una cosa normale, la cosa
più naturale del mondo, non dovevo di certo stupirmi.
Distolsi lo sguardo da quei due e salì sulla moto inserendo la
chiave nel riquadro di accensione.
- Nate si è scordato di chiederti se stasera rientri per cena,
oppure se ti fermi a mangiare a La Push – mi disse Blair quando si staccò da
Edward.
Vidi lui irrigidirsi non appena sentì “La Push” e non potei fare a
meno che associare la sua reazione all’odio naturale tra licantropi e vampiri.
- Non lo so. Digli che in tutti i casi vi faccio un colpo di
telefono – gli risposi accendendo la moto e facendo per mettermi il casco.
- Stai andando a La Push? – mi chiese Edward bloccandomi dopo aver
fatto cenno a Blair di salire in macchina.
- Cambierebbe qualcosa se te lo dicessi? – gli chiesi.
- Sei ancora amica di quel cane? – mi domandò con un chiaro
riferimento a Jacob.
- Quel cane come lo chiami tu mi ha aiutato quando davvero ne
avevo bisogno. Lui c’era, c’è sempre stato per me, a differenza tua – gli
risposi dura mentre vidi nel suo sguardo un’espressione di dolore alle mie
ultime parole.
Decisi di non farci caso e dopo essermi messa il casco sparì
davanti ai suoi occhi prima che lui potesse rispondermi.
Grazie alla velocità con cui sfrecciai nelle strade di Forks,
velocità che avevo imparato ad amare inesorabilmente dopo la mia
trasformazione, non ci misi molto ad arrivare a La Push.
Varcai il confine e entrai posteggiando la mia moto vicino alla
casa di Jacob.
Mi tolsi il casco e mi guardai attorno rendendomi conto di quanto quella piccola riserva fosse inesorabilmente cambiata
in tutti quegli anni.
La vecchia casa rossa dei Blake aveva fatto spazio ad una casetta
bianca in legno molto carina (à il link della casa di Jacob: http://yfrog.com/9ecasajacobj).
Poco distante da essa si poteva scorgere la casa di Sam e Emily,
quella che, ormai, era diventata la casa di tutti i licantropi visto che i
ragazzi passavano praticamente più tempo lì dentro che nelle loro rispettive
case.
Era completamente diversa da come la ricordavo, ma soprattutto era
molto più grande.
Era in legno scuro con una scaletta che conduceva in un piccolo
portico che portava direttamente alla porta d’ingresso (à il link con la casa di Sam: http://yfrog.com/2scasasamj ).
Lasciai il casco appoggiato alla sella della moto e mi diressi
verso la casa di Jacob.
Quando fui all’ingresso bussai, ma nessuno sembrava rispondermi.
Provai ancora e ancora, ma sembrava che dentro non ci fosse
nessuno.
- Non c’è nessuno lì, Jake è in spiaggia – mi disse una voce.
Mi voltai per vedere a chi appartenesse e mi ritrovai di fronte
Embry che mi sorrideva sincero.
Era decisamente cambiato da come me lo ricordavo.
Era molto più muscoloso e più alto, a occhio e croce doveva avere
il suo metro e novantacinque di altezza, i capelli leggiarmente scompigliati e
due pozzi castani che brillavano di luce propria (à il link di Embry: http://yfrog.com/06embryxj
).
Era proprio quella luce che aveva negli occhi che mi faceva amare
così tanto i licantropi.
Loro erano sempre felici, spensierati, amanti della vita
nonostante essa gli avesse riservato qualcosa di spaventosamente diverso dalla
normalità.
Era proprio di quella luce che adesso avevo bisogno.
- Embry – riuscì a dire solamente dopo essere uscita dal portico
della casa di Jacob e dopo essermi avvicinata a lui.
Il mio era stato più un grido perché ero davvero felice di
vederlo.
- In carne ed ossa. Da quanto tempo è che non ci vediamo noi due?
– mi chiese accogliendomi in un caloroso abbraccio, in una stretta animale,
come l’avevo sempre definito io il loro abbraccio.
Mi lasciai cullare da quelle braccia ripensando a tanti momenti
passati con lui, con tutti i ragazzi della riserva.
- Direi abbastanza – gli risposi quando sciogliemmo la presa.
- Jake e gli altri mi hanno detto che sei venuta a trovarci due
settimane fa, peccato che io non ci fossi – mi disse sorridendomi.
- Si, sono venuta, ma sta tranquillo, ci
saranno altre occasioni per passare un po’ di tempo tutti insieme. Ci siamo
trasferiti qui e per adesso non abbiamo intensione di andare via – gli spiegai
riferendomi a me e alla mia famiglia.
- Si, l’ho sentito dire. Sai, una volta
lupi non esistono più segreti – mi disse leggiarmente imbarazzato.
Forse credeva che fosse un segreto.
- Nessun segreto, lo sanno già tutti – gli feci notare.
- Sono proprio contento. Voglio conoscere la tua nuova famiglia. I
ragazzi mi hanno detto che sono tutti fantastici – mi disse.
- Si, Jacob, Paul, Jared e Quil li hanno
conosciuti quando venivano a trovarmi. Come mai tu non sei mai venuto? – gli
chiesi curiosa.
- Qualcuno doveva restare qui a controllare che tutto fosse
apposto. E quando si è parlato di fare a cambio con qualcuno di loro e quindi venire anche
io con gli altri al posto di qualcun’altro, tutti si sono rifiutati. Dicevano
che venire da te era uno spasso e che non ci avrebbero rinunciato – mi rammentò
lui.
- E tu, essendo il più maturo, hai acconsentito, non è vero? – gli
chiesi considerando che tra tutti lui era quello più riservato e quello che era
meno incline ai battibecchi.
- Mettila pure così. Comunque stavi cercando Jake non è vero? – mi
chiese.
- In effetti si – gli risposi.
- E’ in spiaggia. Vieni, ti accompagno io così mi racconti
qualcosa di nuovo – mi disse sorridendomi.
Insieme ci incamminammo verso la spiaggia e prendemmo a parlare di
ciò che avevamo fatto in questi anni e mi resi conto come era facile parlare con
lui. Dopo la mia famiglia, erano loro le persone con cui mi sentivo più a casa.
Dopo qualche tempo arrivammo alla spiaggia e vidi Jacob seduto sul
tronco, sul nostro tronco che parlottava con Kim (à il link di Kim: http://yfrog.com/j5kimgpj
), la ragazza che in passato aveva avuto l’imprinting con Jared.
Sembravano confabulare qualcosa ed erano talmente applicati che
non ci sentirono nemmeno arrivare.
- Cos’è che confabulate voi due? – chiesi di soppiatto non appena
fui dietro di loro.
Entrambi saltarono in aria non appena mi sentirono, ma quando si
accorsero che ero io la calma tornò nei loro volti.
- Caspita Bella così ci fai prendere un colpo – mi disse Jacob
prima di buttarsi tra le mie braccia per abbracciarmi.
Dopo di lui toccò a Kim, la quale mi strinse in un abbraccio
ancora più caloroso.
Era una ragazza davvero speciale ed era la metà perfetta di Jared.
- Allora? Si può sapere che facevate? – chiesi non appena ci
staccammo.
- Oggi è il compleanno di Jared e stiamo organizzando una festa a
sorpresa. Ovviamente lui non sospetta nulla. Stiamo appurando gli ultimi
dettagli – mi spiegò Kim.
- Abbiamo tutti fatto finta di esserci scordati del suo compleanno
e non gli abbiamo fatto nemmeno gli auguri – continuò Jacob.
- Siete proprio tremendi. Povero Jared, chissà come si sentirà
adesso. Dimenticato da tutto e tutti – dissi io
pensando alle possibili paranoie del licantropo.
- Stasera gli passerà tutto, vedrai – aggiunse Embry che era
rimasto dietro di me.
- Ovviamente tu ti fermerai da noi. Festeggeremo alla grande e con
la tua presenza sarà ancora meglio – mi disse Kim sorridendomi sincera.
- Ci sarò, promesso – le risposi.
- Bene. Kim vieni con me, finiamo noi due di sistemare le ultime
cose – disse Embry alla ragazza allontanandosi entrambi e lasciando me e Jacob
da soli.
Di sicuro l’aveva fatto apposta, pensava che dovessi parlare con
Jacob in privato anche se con loro non poteva esserci
nulla di privato.
- Come mai non mi hai avvisato del tuo arrivo? – mi chiese
facendomi sedere vicino a lui sul tronco.
- Ho pensato all’ultimo momento di venire. La prossima volta ti
faccio una comunicazione scritta una settimane prima –
gli risposi sarcastica.
- Sempre spiritosa tu, non è vero? – mi chiese retorico.
- Ovviamente. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio – gli risposi
scoppiando entrambi a ridere visto il soggetto della mia frase.
Parlare di lupo con un lupo non era conveniente.
- Nikki e Dan, tutto apposto? – mi chiese quando poi smettemmo di
ridere.
- Si, mamma stava sistemando delle cose a
casa, mentre papà era a lavoro –gli risposi sorridendogli.
- E gli altri? – mi domandò.
- Kyra e Jason erano impegnati in camera da letto e Nate giocava
con la playstation come i bambini – gli spiegai sorridendo pensando a quei tre.
- Le gemelle tutto apposto? – continuò lui.
- Si apposto. Un po’ in contrasto per adesso, ma in linea generale
va tutto bene. Tu, invece, che mi dici? Novità? – gli chiesi.
- Nessuna. Qui c’è sempre la solita vita, sempre le solite cose da
fare. A volte rimpiango gli anni passati. C’era pericolo, ma almeno si faceva
qualcosa. Non c’è più azione adesso – mi fece notare lui.
- Non concordo per nulla quello che hai detto. Almeno in periodi
di stallo come questi siete al sicuro – gli dissi.
- Si, ma che noia però – ribatté lui.
Restammo in silenzio per un po’, ma poi prendemmo a parlare del
più e del meno, trascorrendo gran parte del pomeriggio come i vecchi tempi.
- Sono tornati – dissi io all’improvviso mentre si stava parlando
di tutt’altro.
- Chi sono tornati? – mi chiese stranito dalla mia affermazione in
quel momento, ma per niente stupito.
Forse già sapeva.
- Loro, lui – mi limitai a rispondergli.
Non serviva fare nomi, mi avrebbe capita lo stesso.
- Lo so. Sono venuti una settimana fa per rivedere le clausole del
patto – mi spiegò.
La cosa non mi stupiva per nulla.
- Chi? – chiesi per sapere chi avesse visto.
- Il capofamiglia e i tre maschi – mi rispose senza fare nomi.
Sapevo che fare quel discorso toccava me così come lui, in fondo
non li aveva mai sopportati, soprattutto non aveva mai sopporto Edward.
- Capisco – mi limitai a dirgli.
- Ci hai parlato? – mi domandò.
- Solo con Alice e con lui – gli risposi.
- E cosa ne è uscito fuori? – continuò con le domande.
Sentivo che aveva paura della mia risposta, ma cercava di non
darlo a vedere.
- Lei mi ha chiesto scusa e vorrebbe tornare ad essermi amica.
Lui, beh lui mi ha detto di amarmi ancora e che quello che mi ha detto nella foresta
era solo una bugia per convincermi a lasciarlo andare. Voleva solo proteggermi
dalla sua natura – gli rispose.
Le mie parole lo ferirono più di mille pugni e vidi i suoi occhi
rabbuiarsi terribilmente.
- E ora è tornato è pretende che tutto torni come un tempo, non è
così? – mi chiese infastidito.
- Teoricamente si – gli risposi.
- E’ sarà così? – mi chiese con il chiaro intento di sapere cosa
mi passava per la testa.
Dopo la sua domanda calò un silenzio tombale.
Volevo tanto rispondere alla sua domanda, ma qualcosa dentro me lo impediva.
Dentro di me c’era una lotta costante tra la mia parte razionale e
quella irrazionale.
Non sapevo quale delle due l’avrebbe spuntata e a dire il vero non
sapevo nemmeno io quale volevo che la spuntasse.
Restammo in silenzio per qualche minuto. Jacob aveva capito che la
sua domanda non avrebbe ricevuto una risposta.
Non ero pronta per dargliela.
- Puzzi di succhiasangue – mi fece notare dopo minuti
interminabili di silenzio.
- Prima di venire qua ho incontrato lui fuori da casa mia – gli
risposi senza chiamare Edward per nome.
Era già doloroso pronunciare quel nome per me, figurarsi per lui.
Per Jacob, Edward, era il succhiasangue o la sanguisuga, per me
era semplice “lui”.
- Fuori da casa tua? Incontrare la sanguisuga? Credo di essermi
perso qualche passaggio – mi disse stranito dalla mia risposta.
- Era venuto a prendere Blair – gli risposi.
- Blair? Che c’entra Blair? – mi domandò sempre più curioso e
stranito.
- Da quando siamo arrivati a Forks non fa altro che trascorrere le
giornate in compagnia dei Cullen. Ci ha fatto amicizia e non ha intenzione di
interrompere questo legame per nulla al mondo – gli spiegai facendogli un breve
resoconto di cosa era successo.
- E tu? – mi domandò.
- Cosa vuoi che faccia? Non posso certo impedirle di frequentarli.
Che diritto avrei? – gli risposi retorica.
- E’ un bel problema – disse lui più a se stesso che a me.
Restammo in silenzio per qualche tempo, fino a quando decisi di
rompere quella tensione che si era creata.
- Ho paura – gli rivelai.
- Paura? E di cosa? – mi chiese.
- Paura che lei possa soffrire come ho sofferto io. Se loro
dovessero andarsene di nuovo Blair non lo sopporterebbe. Sembra forte, ma lo
sai che non lo è. E’ molto più fragile di quanto si
possa dare a vedere – gli dissi spogliandomi della mia più grande paura.
- Non puoi farci nulla, non possiamo farci nulla. E’ un rischio
che bisogna correre. Lei conosce la storia e sa che potrebbe succedere ancora.
Credo sia preparata all’evenienza. Blair è testarda, non ascolterà nessuno. Se
è decisa ad avere rapporti con loro nessuno potrà farle cambiare idea – mi
disse accogliendomi tra le sue braccia per consolarmi.
Avevo proprio bisogno della stretta di quello che per me era
sempre stato il migliore amico che la vita mi avesse dato.
Restammo in quella posizione per un sacco di tempo e io cercai di
abbandonare i pensieri tristi, di abbandonare le mie paure e di godermi quel
momento con il mio migliore amico.
Ripensai alla dichiarazione di Jacob di anni fa e mi venne da sorridere.
Forse se quel giorno avrei scelto lui la
mia vita sarebbe stata diversa, più sicura, più tranquilla, più normale.
Invece, avevo scelto il passato, avevo scelto di restare
aggrappata ad un ricordo, ad un fantasma.
- A cosa pensi? – mi chiese Jake interrompendo il mio flusso di
pensieri.
- A come sarebbe stata la mia vita se quel giorno avessi scelto te
– gli dissi sincera scostandomi dal suo petto e guardandolo.
- E come sarebbe stata? – mi domandò puntando i suoi occhi dentro
i miei.
- Saremo stati felici – gli risposi.
- Lo credo anche io – mi disse lui prendendomi una mano.
- Nonostante questo non sono pentita della decisione che ho preso
quel giorno. Tu meriti una persona che sappia amarti con tutta se stessa e io
non ne sarei stata in grado – gli spiegai.
- Magari con il tempo ci saresti riuscita – tentò lui.
- Sai benissimo che non è così. Non era nel nostro destino.
Troverai una persona, la persona che stai aspettando e allora, forse, tutto
questo avrà un senso – gli dissi io sorridendogli.
- Bella, sono passati centocinquant’anni e non è ancora arrivata
nessuna, nessuna ha ancora preso il tuo posto – mi rivelò lui sincero.
- Prima o poi succederà – tentai di dirgli.
- A te è successo? Intendo, è arrivato qualcuno a prendere il suo
posto nel tuo cuore – mi domandò serio.
Sapevo a chi si riferiva, ma sapevo anche quanto gli costava farmi
una domanda del genere perché ero consapevole del fatto che lui fosse
innamorato di me.
- Il mio cuore è un organo morto. Serve solo a pompare il sangue e
a battere per il buon funzionamento del mio corpo, non ha altre funzioni. Non
c’è posto per nessuno – gli risposi abbassando lo sguardo e stringendo più
forte la sua mano.
Lui mi guardò, ma non mi rispose.
Forse, aveva capito che qualunque cosa dicesse era inutile in quel
momento.
Appoggiai di nuovo la testa sulla sua spalle
e mi misi ad osservare il mare.
Era calmo, una tavolozza blu immobile.
Solo un’onda leggiarmente più alta si poteva scorgere in quella
grande distesa.
L’ onda superò
gli scogli con una potenza incredibile, come se nulla potesse scalfirla, ma una
volta giunta a riva morì come tutte le altre.
In quel momento mi sentì come quell’onda.
Davo l’impressione di poter affrontare qualunque cosa, di essere
forte per superare qualunque ostacolo, ma poi quando mi si presentava davanti
il mio peggior incubo tutto cessava e non potevo far altro che arrendermi di
fronte all’evidenza.
Ero come un vaso di argilla in fase di costruzione.
Sembrava come se il vaso fosse finito, ma poi per un piccolo
brusco movimento dell’artista il vaso si fosse storpiato e fosse caduto giù
assumendo di nuovo le fattezze di una massa informe di argilla.
Restammo lì non so per quanto.
Poi si fece buio e così decidemmo di tornare nella riserva.
C’era una festa di compleanno ad attenderci.
Chiamai casa e avvisai che sarei tornata in tarda serata e poi
insieme a Jacob ci dirigemmo verso casa di Sam e Emily, lì dove la festa era
stata organizzata.
Non appena entrai in casa, Jacob mi condusse nel salone (à il
link del salone di Sam: http://yfrog.com/1c95325790j
).
Il camino era stato acceso e nel tavolo c’era preparato tutto
l’occorrente per la festa.
Notai che la stanza era già fremita di gente. Sam (à il link di Sam http://yfrog.com/6qsamymj
) e Embry erano seduti sul divano e guardavano la tv.
Emily, la ragazza lupo, come l’amavo
chiamare (à il link di Emily: http://yfrog.com/hqemilyup ) stava
finendo sistemando alcune cose sul tavolo aiutata da Kim, la ragazza di Jared,
e Rachel (à il link di Rachel: http://yfrog.com/2jracheloj
), l’imprinting di Paul nonché la sorella di Jacob.
Non appena mi videro smisero di fare ciò che stavano facendo e
vennero a salutarmi calorosamente, lo stesso fecero poi i due uomini.
Mi offrì di aiutare le ragazze
mentre Jacob si misi a guardare la tv insieme al suo capobranco e a Embry.
Poco dopo arrivarono pure Quil che mi saltò addosso come un
forsennato (à il link di Quil: http://yfrog.com/3oquilqj
) e la sua metà, la dolce Claire che ricordavo molto diversa dalla ragazza che mi
si parava davanti in quel momento.
Nella mia testa c’erano le immagini di una dolce bambina che
passava tutti i suoi pomeriggi con Quil, quello che per lei era un amico, un
fratello, un padre, tutto.
Adesso mi ritrovavo una ragazza bellissima dai lunghi capelli
castani e dagli occhi cioccolato che brillavano come diamanti solo guardando
l’uomo che amava (à il link di Claire: http://yfrog.com/16claireexj
).
Nonostante ci eravamo viste poco, potevo essere certa di
conoscerla davvero bene perché tutte le volte che Quil era venuto a trovarmi
non faceva altro che parlarmi della sua dolce metà.
Anche lei si unì a noi e ci aiutò mentre
Quil si mise a guardare la tv con gli altri.
Da subito potei notare la simpatia della ragazza.
Era una ragazza lupo esattamente come
Emily, Kim e Rachel.
Mi piaceva parecchio.
Era semplice, determinata, ma soprattutto tanto
innamorata e lo si capiva da qualunque cosa dicesse.
Vedeva del buono in tutto.
Sarei andata molto d’accordo con quella ragazza.
Rivedevo in lei molto della vecchia Bella e questo mi portava ad
avere nei suoi confronti uno senso di protezione
inqualificabile.
Poco dopo si unirono alla combriccola anche Leah, l’unica donna
licantropo della storia (à il link di
Leah: http://yfrog.com/66leahuj ) e
Seth, il suo fratellino che, ormai era cresciuto (à il link di Seth: http://yfrog.com/3usethp).
Leah era decisamente cambiata e non solo fisicamente.
Era diventata meno permalosa e più matura, ma soprattutto aveva
superato la sofferenza riguardo alla mancata storia con Sam
anche se si era ripromessa di non innamorarsi più, ma soprattutto aveva
superato la fase “rigetto verso Bella”, difatti in questi anni eravamo rimaste
in contatto e quando mi era capitato di andare a trovare i ragazzi alla riserva
passavo molto tempo in sua compagnia trovando in lei un’amica che non credevo
di poter avere.
Seth, beh per Seth c’erano poche cose da dire. Era uno dei
migliori lì dentro.
Vedeva del buono in tutto e tutti ed era stato felicissimo di scoprirsi
licantropo.
Era spensierato e sempre con il sorriso sulle labbra.
Più lo guardavo e più mi rendevo conto che era il ragazzo perfetto
per chiunque e che fortunata sarebbe stata la ragazza che avrebbe conquistato
il suo cuore.
Quando noi ragazze terminammo di sistemare tutto ci sedemmo sul
divano insieme agli altri e aspettammo che Paul portasse a casa Jared, il quale
non sospettava di nulla.
- Stanno arrivando – disse all’improvviso Rachel mentre tutti
eravamo intenti a chiacchierare.
- Cos’è, sei diventata veggente? – le chiese Jacob con una faccia
da buffone.
- Ma perché ho un fratello idiota? – domandò Rachel più a se
stessa che a noi.
Scoppiammo tutti a ridere, mentre Jacob non era dello stesso
avviso.
- Io sarei idiota? – le domandò lui retorico.
- Molto più di quanto credi. Cretino mi ha appena mandato un
messaggio Paul, altrimenti come credi che lo sapessi? – gli rispose lei
sospirando mentre noi ancora ridevamo.
Quando quei due si mettevano c’erano proprio le comiche, ma si
vedeva lontano un miglio l’enorme bene che si volevano.
Non facemmo in tempo a dire o fare altro che sentimmo dei rumori
provenienti da fuori.
Capimmo subito che erano loro due, così spegnemmo le luci e ci
nascondemmo.
Quando tutti e due entrarono accendemmo la luce e gridammo:
“Sorpresa”.
Jared per poco non si prese un colpo, mentre Paul era già
preparato a quello che lo aspettava entrando.
Tutti ci avvicinammo per fare gli auguri a Jared (à il
link di Jared: http://yfrog.com/4ojaredj
) e lui sembrò piacevolmente colpito della sorpresa.
Mi abbracciò con vigore e non appena si staccò da me ci guardò
tutti.
- Pensavo vi foste dimenticati del mio
compleanno – ci disse sorridendo.
- E come avremmo potuto dimenticarcene? Kim ci ha fatto
organizzare questa festa a sorpresa praticamente da due mesi – gli rispose
Embry tutto contento.
- Si appunto. Ha pensato a tutto Kim, è
lei che devi ringraziare – aggiunse Emily.
Jared si avvicinò alla sua ragazza e la baciò con amore, perché
solo quello poteva essere il sentimento che li univa.
I loro occhi parlavano per loro e in quel momento provai gelosia
per loro, per quel loro sentimento così profondo.
A complicare la situazione si unì Paul (à il link di Paul: http://yfrog.com/j5pauldj
) che non appena finì di stritolarmi in un abbraccio si diresse verso Rachel
baciandola con passione.
Con Paul le cose erano migliorate parecchio.
All’inizio eravamo praticamente cane e gatto.
Lui mi considerava una nemica proprio come i vampiri.
Diceva che io ero dalla parte dei vampiri, che io amavo i vampiri
e quindi non sarei mai potuta diventare una di loro, una di famiglia, ma io non
mi lasciai scoraggiare da lui.
Mi mostrai sempre dura e testarda.
Ciò che, con il tempo, gli fece cambiare idea fu proprio il mio atteggiamento, ma questo me lo rivelò in seguito.
Un’altra al posto mio avrebbe rinunciato a voler entrare in quella
cerchia, in quella grande famiglia che erano i Quileute, invece io, a suo dire,
avevo lottato per entrarci, ma facendolo non avevo rinnegato quello che era
stato il mio passato con i vampiri, ne tanto meno mi
ero tirata indietro quando era servito difendere i Cullen dalle accuse
infondate di molti di loro.
Questa erano le sue motivazione che lo
avevano spinto a rivalutarmi e a considerarmi una di loro.
Eravamo diventati grandi amici, anzi potevo assicurare che con
lui, con Paul c’era un rapporto diverso che con gli altri.
Tra noi due c’erano meno gesti d’affetto, meno abbracci, ma c’era
molta più alchimia a livello mentale.
Ci capivamo subito, anche con uno sguardo e a volte stare in sua
compagnia mi faceva paura.
Sembrava come se lui riuscisse a leggermi dentro, come se lui
riuscisse a dare voce a quei pensieri che io lottavo contro me stessa per non
ammettere, ma soprattutto per non mostrare agli altri.
Poco dopo ci mettemmo a mangiare e come al solito iniziarono le
risate collettive.
Mi erano mancati tutti loro, ma soprattutto mi era mancata la
pace, la tranquillità che sentivo quando ero in loro compagnia e riuscì per
tutto l’arco della serata a non pensare ne a Edward,
ne ai Cullen.
Sembrava come se i miei problemi fossero spariti e sperai con
tutto il cuore che una volta tornata a casa questi problemi non mi
raggiungessero più.
Trascorsi una serata bellissima e mi divertì davvero tanto, ma la
cosa non mi stupì più di tanto considerato che quando stavo con tutti loro mi
divertivo sempre da morire.
Quando la festa finì, a notte inoltrata, decisi che era ora di
tornare a casa e la cosa mi dispiacque più del lecito.
Jacob e gli altri mi chiesero di restare, di fermarmi a dormire
là, ma il giorno dopo avevo scuola e preferivo tornare a casa.
Così dopo averli salutati e dopo avergli promesso di andarli a
trovare e di portare il resto della mia famiglia per farglieli conoscere, salì
sulla mia moto e mi diressi verso casa mia.
Più mi avvicinavo a casa e più sentivo i miei problemi farsi di
nuovo strada dentro di me.
Mi resi conto che i Quileute erano per me come una medicina, ma
quando l’effetto della medicina svanisce i sintomi del malessere tornano.
L’effetto quileute stava svanendo e i problemi stavano ritornando.
Avrei saputo affrontarli?
Sarei stata abbastanza forte?
Si, dovevo esserlo.
La Bella fragile di prima non esisteva più.
Adesso c’era la nuova Bella.
Avrei affrontato anche questa, non c’era nulla di che avere paura.
Infondo io non amavo più Edward quindi sarebbe stato facile
tenermi lontano da lui.
Questo almeno è quello che mi ostino a credere.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Sognatrice85: Beh speriamo che riesca a compierlo. Tifiamo tutti per lei. Quale
sia, però, questo destino lo scopriremo in seguito, non posso anticiparti
nulla.
- _Mela_: Non posso dirti a chi appartiene il pov misterioso, ma sta tranquilla, presto di scoprirà tutto.
- DiamondDior: Presto saprai tutto anche sulle gemelle.
Tutto sarà chiaro, ci vuole solo un po’ di pazienza.
- Saretta_Trilly_: Beh Non ho parlato di loro perché non è ancora il momento. Per
adesso accontentati di sapere cosa è Bella e cosa sono tutti i componenti della
sua famiglia.
- ClaudiaSv16: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Questo
capitolo dovrebbe spiegare un po’ meglio cosa pensa nella testa di Bella, ma
lei è piuttosto confusa quindi si capisce poco o niente. Non posso dirti se nel
destino di Bella ci sia anche Edward, svelerei troppo e non è ancora il
momento.
- Fortheternity: Non posso dirti se il pov misterioso era di Vorfilia, ma prima o poi tutto sarà
chiaro. Beh in effetti si, i poteri di Bella sono
proprio una forza. Questi associati al suo scudo la rendono praticamente immune
a qualunque attacco, invincibile sotto tutti i punti di vista. Il nome in
elfico l’ho cercato su Internet e dopo varie ricerche l’ho trovato, anche se
non so è del tutto attendibile, per questo ho voluto specificare in italiano cosa significava.
- vanderbit: Sono contenta di essere riuscita ad
esprimere al meglio le emozioni e il dolore di Bella. Quanto alle informazioni
sulle fate ho letto su internet che potevano trasformarsi in ciò che volevano e
questo l’ho preso da lì, ma il resto legato ai poteri l’ho inventato io visto
che mi serviva una Bella così potente.
- loulou72: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.
- Caramellina20: Sono contenta che la storia ti piace a tal
punto da inserirla nelle preferite e nelle seguite.
- amanecer: Te l’ho detto, sulle gemelle non
posso dirti nulla, anche perché si scoprirà presto qualcosa
anche se sto lasciando molti indizi in ogni capitolo.
- Aly_Cullen: Se le gemelle sono o meno le figlie di Edward non l’ho ancora svelato e non
posso anticiparti nulla. Tranquilla, prima o poi, tutti i nodi verranno al
pettine.
- Isotta: Il pov misterioso non posso dirti chi
è. Scoprirai tutto molto presto.
- kandy_angel: Sono contenta che lo scorso capitolo
sia stato di tuo gradimento.
- BaBa88: Sta tranquilla per le scorse recensioni, non fa nulla, anche se
mi fa piacere che sei tornata a recensire. Le gemelle non posso dirti chi sono
e nemmeno di chi sia il pov misterioso. Tutto verrà
alla luce, ci vuole solo un po’ di pazienza.
- eliza1755: Beh, in effetti sono molti i misteri
ancora da svelare. Non posso dire se per alcuni ci hai azzeccato o meno, ma posso dirti di continuare a seguire la storia per scoprire tutto.
- valery_rob: Sono contenta di sapere che la
storia ti piace e anche il mio modo di scrivere. Spero di non deludere le tue
aspettative.
- Amalia89: Non preoccuparti per non esserti accorta dei nuovi capitoli,
l’importante che li hai letti e che ti sono piaciuti. Non posso dirti chi sia
il personaggio del pov misterioso, ma presto si
scoprirà tutto. Quanto all’e-mail ci siamo già accordate quindi inutile
parlarne qui.
- bellina97: Non posso dirti quale sarà, ma presto si scoprirà.
- Ed4e:: Non posso dirti se ci hai azzeccato
o meno, ma ti posso suggerire di continuare a seguire la storia per scoprirlo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
!?...Quando l’amore ti cambia la vita…!?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=394174&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=393144&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=392921&i=1
L’odio è amore
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=422379&i=1
Bisogna sbagliare per conoscere la verità
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=453783&i=1
Uniti dal destino
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465990&i=1