L'ho trovato già pronto in un
uovo di Pasqua. Macché, ci ho buttato sudore, sange e neuroni!
E ho di nuovo
la bronchite, alè!
Capitolo sette bis- Luck be a lady tonight II
-Giuro che non avevamo intenzione di
farle nulla di male. Solo che lei iniziò ad urlare e noi... Tentammo di essere
gentili, signor giudice, ma lei non ci dava retta. Fummo costretti alle maniere
forti.-
-Draco, smettila di parlare da solo.-
Uffi... che rompiscatole.
Non posso neanche scherzare un poco.
...non pensavo che in camera si
sentisse... forse usavo un tono un po' troppo enfatico.
E comunque non parlo
da solo, ma con quel bellissimo uomo biondo che sta nello specchio. Guarda che
sorriso seducente, che profilo elegante, che...
AAARGH!, un brufolo!
Lo
sapevo! Adesso strozzo Harry, lo sapevo che la torta mi avrebbe fatto
male!
-Draco! Si può sapere cosa stai bofonchiando?-
-Nulla,
tesoro!-
Che rompiscatole!
Sono un incompreso. Solo la mia immagine mi
capisce.
I grifondoro sono solo gelosi, perché loro hanno un brutto rapporto
con il loro riflesso. (Certo, comprensibile, non sono fortunati come me.)
(O
non ce l'hanno proprio. Il rapporto. Non il riflesso.)
Tipo.
Harry passa
ovviamente davanti alla specchiera mentre esce dalla camera, la mattina. Neanche
uno sguardo. Cinque passi in corridoio e torna indietro. Si passa una mano tra i
capelli, controlla i denti e, se sono ancora a letto, mi fa l'occhiolino allo
specchio. E se ne va.
E la cosa per me ha dell'incredibile e dello
sconcertante assieme.
A parte la sua fissa di controllarsi i denti (e dopo mi
rompe perché mi sistemo spesso i capelli!).
Ma io mi chiedo. O ho beccato la
generazione sbagliata di Grifondoro... o boh. Che roba.
E non parliamo di
Hermione...!
Perché Hermione...
...Ok, parliamone.
-Oh, agente, è stato
terribile! Erano in due, uno molto bello e uno molto... bruno!-
-Draco? Ma è
tutto a posto?-
Mmmh! -Sì, Harry.-
Ooh, che seccatura. Cosa mi stavo
dicendo?
Ah, già. Il rapporto tra Hermione e gli specchi.
Sono ormai quasi
sicuro che siano le ragazze in generale ad avere problemi cogli specchi. Che,
poveri, non fanno mica niente di male.
Hermione si specchia e si specchiava.
Ma siccome che era convinta che alcune cose andassero bene com'erano o che non
potesse far nulla per cambiarle... semplicemente non le vedeva. Le eliminava
inconsciamente dal proprio riflesso.
Che è una cosa contortamente geniale,
che solo una mente vivace e forte come la sua potrebbe riuscire a
fare.
Quindi era ovvio che, indossato il vestito, pensasse di essere ben
oltre la metà dell'opera.
La spaventammo davvero. Non lo facevamo apposta, ma
si vede che quella sera io e Harry avevamo i movimenti coordinati, visto che
continuavamo a muoverci nello stesso momento.
Che devo dire? Ad un certo
punto in una relazione si raggiunge una totale comunanza d'intenti?
Comunque,
io non avrei trovato per niente spaventoso vedere due bei ragazzi avvicinarsi a
me. Ma visti i gusti di quella povera ragazza...
Fece: -Draco, Harry...?
Harry, Draco...?-
-Che c'è? Dai vieni in bagno.- le disse lui.
-Senza fare
troppe storie, carina.- aggiunsi io.
Scena: lei contro il muro, io e Harry a
pochi passi colle mani tese verso di lei.
Lei aprì le mani davanti al petto e
prese un respiro profondo. -Ok. A cuccia tutti e due. Fatemi passare.-
Ci
scostammo. Lei raggiunse il bagno. Prima di entrare, si girò. -Ricordatevi che
sono armata.-
Io guardai Harry e lui guardò me. Improvvisamente preoccupati
di aver lasciato in giro qualcosa di compromettente.
Poi sentimmo Hermione
scoppiare a ridere.
Per fortuna, era solo la camicia a scacchi che avevo
comprato ad Harry.
Harry aveva portato in bagno la sedia
del suo studio, che ha le rotelle. Che è una meraviglia gestionale.
Scrivania-cassetti-porta-computer-stampante. Wow.
Ma sto
divagando.
Vabbeh. Aveva portato la sedia in bagno, incastrandola tra il
lavandino e la vasca, proprio sotto al faretto rivela-brufoli a luce radente.
Che quando vai in bagno di notte è una cosa crudele, da tortura di guerra (penso
sia vietato da qualche protocollo).
Ma è comodo quando ti devi pulire il
viso.
Ah, a proposito. Hermione, quella stronza, non ha brufoli.
E io
sì!
Che mondo ingiusto.
No, dev'essere colpa di Harry che mi fa mangiare
come un porco.
Che ragazzo ingiusto.
Mica va a dirle che deve mettere su
peso, a lei!
Mmh. Forse perché ci pensa Ron.
Comunque.
C'eravamo io,
Harry e lei accomodata su quella benedetta sedia.
Stavo aprendo tutti i
meravigliosi astucci che aveva portato.
Un mondo di colori! Favoloso!
-E
questi dove li hai presi?-
-Beh. Li avevo. Non li usavo, ma li
avevo.-
-Cioè, tutto questo ben di Dio e... esci con la matita e
basta?!-
Alzò le spalle. Cioè!
C'erano dentro cose... cose da un sacco di
soldi!
Hermione vide che ci stavo sbavando sopra (robe di Dior e Chanel!) e
confessò: -Alcune me le sono fatta prestare.-
-Da chi?-
-Da
Pansy.-
Colpito e affondato. Ma che tipa!
Harry teneva in mano la spazzola
e la bacchetta.
Hermione lo vide allo specchio e si girò.
-E tu.-
-Io
mi occupo dei capelli.-
Hermione lo fisso e poi fissò me,
sconvolta.
-Hermione, convivo da una vita coi miei capelli. Sono diventato un
esperto.-
Controvoglia, visto che sfatavo un mito, dovetti ammetterlo. -È
vero. Harry si è applicato molto in questi anni. Però non si possono contrastare
le forze della natura.-
Per un momento tutti e tre rimanemmo assorti in
contemplazione dell'essere vivente e senziente che abita sulla testa di
Harry.
Poi lui si riscosse. -Avanti. Come li facciamo questi capelli?
Raccolti? Sciolti? Ricci? Lisci? Chiedi e io esaudirò.-
Non le lasciai il
tempo di rispondere. -Ricci, naturalmente! Cosa vuoi lisciare?!-
Le mise le
dita nei capelli. Che coraggio. -Vediamo. Li lascio sciolti e spettinati... ma
li tiro indietro così?-
Li appiattì ai lati della testa, scoprendo il viso e
il collo.
Se Hermione pensava che l'avremmo interpellata, si sbagliava. Diedi
il mio consenso, e Harry iniziò a lavorare.
Lei non sembrava molto felice di
essere ignorata. Ma non mi importava.
Le accarezzai il viso con un dito,
studiando i suoi lineamenti.
-Qualcosa di particolare?-, chiesi.
-Qualcosa
di semplice.-, mi intimò.
Come no. Illusa.
Iniziai a cercare i colori che
mi potevano servire.
Il vestito era blu. Mi sembrava ovvio che anche il
trucco lo fosse. Blu e cosa? Bianco? Oro? Qualcos'altro?
-Draco, davvero.
Qualcosa di sobrio.-
Ecco. Quello era il modo migliore per farmi venire
voglia di fare qualcosa di vivace.
Ma prima di ritrovarmi affatturato (e
Hermione ha la mano pesante)...
Persi cinque minuti a cercare un qualcosa da
usare come base che non fosse il correttore o il fondotinta (ne aveva una marea,
per inciso).
E ovviamente alla fine ripiegai sul correttore.
Classico. Che
fantasia.
Vabbeh.
Qualcosa di sobrio. Optai per il “blu e bianco”. Aveva
una palettina tutta di blu, tra l'altro. Un segno divino.
Però... boh.
Insomma, non mi sembrava di aver esagerato con i colori, ma era tipo un effetto
“faro”...
Eh, non mi piaceva.
Pulii l'occhio senza che né lei né Harry se
ne accorgessero.
Figuriamoci! Quando Harry ti mette le mani nei capelli... Io
odio che mi venga toccata la testa, ma lui è irresistibile, una goduria
pazzesca.
La stava solo pettinando, ma era già partita, ciao ciao!
Le
riordinai le sopracciglia, che avevo spettinato col dischetto di cotone.
-Te
le sistemo un attimo?-
-Non ci provare. Poi vanno di moda così,
quest'anno.-
Sì vabbeh. Però non è che la moda sia sempre una gran
cosa.
Lascia stare.
Trovai tra le matite una color oro e una blu. Che tra
l'altro era kajal, quindi potevo farmela andare più che bene come base.
Ricominciai a disegnare. E poi passai l'ombretto.
Ed era una cosa
meravigliosa. Un po' ardita, ma meravigliosa. Feci anche l'altro occhio.
-Le
voilà!-, dissi, e mi spostai dallo specchio.
Ammirarono la mia opera. Ma non
ne erano tanto convinti.
Harry parlò prima che Hermione potesse aprire bocca.
-Draco, è molto bello.-
Ma?
Lei:- Ma... ecco, è un po'...
mmmh.-
-Ehi!-, mi difesi. - E' elagante! È blu e oro!-
-Sì, sì, certo, hai
ragione.- Mise una mano sulla mia. -Ma... non riesci a farlo un po' più...
contenuto?-
-Contenuto?-
-Sì. Ecco, senza far arrivare il colore alle
sopracciglia.-
-Ma è l'angolo esterno!-
-Ok. Ma... ci puoi
provare?-
Guardai Harry. Che stava dalla sua parte!
Traditore!
-Uffa.-
Mi strinse la mano. -Ma è bello! Davvero. È che... non
è una cena elegante... e già il vestito... Non so. Qualcosa di un po' meno
elaborato.-
-Mmh.-
Beh? Che potevo fare? Mi rimisi all'opera.
Voleva
qualcosa di meno elegante. Voleva qualcosa di più “contenuto”. Meno
elaborato.
Ok, glielo avrei dato.
Distratta da Harry e con gli occhi
chiusi, non si accorse con quale spettacolare ghigno malefico mischiai una base
nera al kajal blu.
Grande genio del Male.
Il mio piano rischiò di
naufragare quando Harry finì di pettinarla. Ma non mi mossi da davanti allo
specchio e lei non insistette, visto che stavo ancora (fintamente!) tenendole il
broncio.
Per lo stesso motivo, cedette a farsi mettere la matita anche sulla
palpebra inferiore. Che onore!
-Ora posso guardarmi?-
-Certo che no. Manca
la base.-
-Che base?-
-Beh... tutto il resto del viso.-
E godetti un
mondo ad allungare la stesura del fondotinta, pregustandomi la sua reazione alla
mia arte.
Ma ovviamente non potevo tenere fermo anche Harry, che spiò e non
solo! Fece anche una faccia strana!
Grrrrrr!!
Hermione si allarmò subito.
-Che c'è?-
-Nulla!- Urlai. Ecco, potevo evitare. Accidenti!
-Draco. Fammi
vedere.-
-La cipria!-
-Dopo. *Fammi
vedere.- Lo disse con un tono da ultimo avvertimento. E siccome ho testato
sulla mia povera pelle (la mia povera e delicata pelle del viso...!) le maniere
forti di Hermione, mi spostai.
Pronto a difendere le mie posizioni,
però!
Harry non parlava.
Lei non parlava.
Cielo che ansia da
interrogazione!
(“Signor Malfoy, ci parli della teoria dei
colori.”)
Hermione si sporse per guardarsi meglio.
Poi si guardò i
capelli.
Poi si riappoggiò allo schienale.
Mi guardò. -A posto
così?-
Wooooooooo... -Beh...- balbettai. -Manca il rossetto.-
Fece una
smorfia. -Devo per forza?-
-Eh sì.-
Sbuffò. -D'accordo. Cosa mi
metti?-
Li cercai nel loro astuccio e me ne provai tre o quattro sulla mano.
Ne scelsi uno della Dior.
-Non è troppo scuro?-
-Ma no. È praticamente un
lucidalabbra.- la rassicurai. Glielo misi. -Guarda. Le fa un po' più rosse, ma
non le copre, e ha anche i brillantini. Non ti
piace?-
-Mmmh...-
-Dai.-
Rise. -Sì, mi piace! ...Ma... La
cipria?
-La cipria!-
Harry ci guardava con orrore.
La cosa che rimaneva da fare (e
mancava poco più di un'ora all'inizio della festa!) era far stare Hermione sui
tacchi.
-Avevi detto che ti eri allenata.-, mi lamentai.
-Ma l'ho fatto...
A casa non mi sembravano così alte!-
Scossi la testa. -Su! Culo stretto,
schiena dritta e peso dietro.-
-Ma sembro una papera!-
-Occielo, i tacchi
sono fatti apposta per ancheggiare! Lascia che facciano il loro
lavoro!-
Harry picchiò la punta del naso contro il mio orecchio. -T'ho visto,
che le hai alzate, farabutto.-, sussurrò.
Ghignai. -Mi ami per
questo.-
Tentai di godermi un po' delle sue coccole (i baci sul collo e il
solletico sui fianchi), ma Hermione che si aggrappava ai mobili come un bambino
di dieci mesi era uno spettacolo degradante.
Sbuffai e l'affiancai.
-Hermione. Muovi quel cazzo di culo. Hai un bacino, sfruttalo! Metti in mostra
l'incubatrice! Gli uomini devono desiderare di ingravidarti, è chiaro
questo?!-
-Ma Draco!-
-”Ma Draco” un paio di testicoli! Dammi retta! Tu
sei la loro chiave per l'immortalità! È ciò che ogni uomo desidera,
dagliela!-
Come tutte le volte che io cerco di fare un discorso serio, Harry
deve intervenire per fare il deficiente. Ovvio.
-Draco è incinto, sai,
Herm?-
Gli saltai addosso. Ma non in maniera gradevole. Per poco non rischiai
di ammazzarlo buttandolo per terra (una testata contro il granito e me lo
toglievo dai piedi), ma Harry è basso e molto stabile.
-Smettila di prendermi
in giroooooo!!-
Ondeggiammo per la sala per qualche minuto, lui con me
avvinghiato sulla schiena che si lamentava del fatto che gli stessi tirando i
capelli. Hermione si erse in tutta la sua aumentata altezza e stese la
bacchetta.
-Allora?!-
Fine dei giochi. Incrociai le braccia sulla sua
testa. -È colpa sua.-, specificai.
-Potete smetterla un momento di fare i
piccioncini e finire di aiutarmi? Ooh!- sbuffò. -Guarda che ore sono!-
Se ne
andò in camera a recuperare la borsetta con un passo degno di una
modella.
Nove e dieci.
Harry aveva preparato sandwich al tonno per
tutti.
Avrei dovuto rimettere il rossetto ad Hermione, ma pazienza. Visto che
le avevo vietato di mangiare alla festa (ma scherziamo? Non è elegante. Ed è
pericoloso. Metti che ti rimane qualcosa tra i denti), era meglio che non
rimanesse a stomaco vuoto. Prima di ubriacarsi e... insomma.
Si sa che le
persone come Hermione sono le più pericolose, da sbronze.
Comunque,
sorseggiavamo minerale con il piatto sulle ginocchia appollaiati sul tavolo
della sala.
Cioè, il mio piatto era impilato su quello di Harry, perché io
stavo riempiendo la borsetta di Hermione. Colle mani pulite, eh!
È un compito
di grande responsabilità. Anche perché, per quanto possa essere gay, un uomo non
può sapere quante e quali cose siano necessarie a una ragazza.
Io ero
avvantaggiato, perché avevo da metterci dentro già le cose che lei tiene in
tasca: i fazzoletti di carta, le chiavi, le gomme da masticare, i cerotti (
conoscendo i trascorsi di lei, Harry e Ron, i cerotti sono il minimo. Un bezoar,
un unguento per le ustioni, una fialetta di lacrime di fenice?) e
l'agendina.
Poi il cellulare, ovviamente (per chiamare me nel bisogno – le
avevo promesso che questa volta avrei tenuto il mio vicino).
Un paio di
forcine di scorta.
I cuscinetti per le vesciche (prima volta sui
tacchi...).
Un analgesico (non si sa mai)
Le caramelle al caffè contro un
improvviso calo di zuccheri (al caffè perché erano quelle che c'erano in
casa).
E poi l'astuccio dei ritocchi!
Con: specchietto doppio, correttore
stick, la cipria, la matita lilla (che le avevo messo in metà rima... e
preferivo a quella blu, perché avrebbe potuto provocare solo un danno limitato),
il blush con il suo pennello e il rossetto che stavo aspettando di
rimetterle.
Speravo che bastasse. Ero un poco nervoso.
Accarezzavo il
velluto della borsa (era nera con i nastri di raso, uguali a quelli delle
scarpe!), mentre Hermione si lavava i denti. (Con uno spazzolino evocato, non
con uno dei nostri...)
Ero anche emozionato. Hermione, la mia creatura si
affacciava sul mondo!
Avrei voluto rendere partecipe Harry dei miei
sentimenti, ma aveva ancora metà sandwich in bocca e... beh, mi faceva perdere
tutta la poesia.
Lei era... bellissima. Nel rimetterle il rossetto quasi mi
tremava la mano.
La mia opera d'arte! Magari qualcuno non ci avrebbe creduto.
Io ci avevo scommesso e avevo vinto!
La bellezza trionferà e salverà il
mondo!
Senza contare che così avevo saldato il mio debito colla società
occidentale, spedendo una ragazza in piena salute in mano al figlio di una delle
famiglie più prolifiche d'Inghilterra. Aumenterà la popolazione di fototipo zero
(che poi non è che tutti noi biondi siamo fototipo uno, ma grazie al cielo non
ho le lentiggini!), ok, ma saranno comunque nuovi cittadini Inglesi.
God save
the Queen!
Ehm.
Hermione invece aveva quel tipico atteggiamento grifondoro
da “O la va o la spacca”.
E in fede mia (niente battute, please... pure da
solo mi viene da prendermi in giro. Colpa di Harry.), Hermione quella sera
spaccava di brutto.
Le sistemai le pieghe della gonna.
-Allora?-
Le
sorrisi con il mio migliore sorriso seducente. -Guapa!-
Harry, con panino in
bocca:- Eh?!-
Ma perché lui? Con tutti i gay che ci sono al mondo?
Lo
ignorammo.
Ci tenevamo le mani. -Cosa sei?-, le chiesi.
-Un'incubatrice.-,
rispose.
-L'incubatrice più bella del mondo.- Sorridevo, ma tornai subito
serio. -Non dargliela, neh!-
Roteò gli occhi. -Oh, Draco, non ho intenzione
di dargliela. Per ora.- Mi fece l'occhiolino. -L'importante è che lui pensi che
io possa volerlo fare.-
-Esattamente. Va avanti, deliziami!-
-Stasera sarò
per lui la più bella ragazza al mondo.-
-E per gli altri?-
-Anche per
loro, così che lui si senta più orgoglioso di avere le mie attenzioni.-
-Aha!
Tecniche di approccio.-
-Non parlo. Lo guardo, distolgo lo sguardo. Lo
guardo, distolgo lo sguardo. Lo guardo, distolgo lo sguardo. Lo guardo,
gli sorrido, distolgo lo sguardo.-
-Aha. Poi?-
-Quando mi parla, sorrido.
Così.-
Abbassò la testa, inclinò il collo, spalancò gli occhi e batté le
palpebre. -E, se dice qualcosa che presume essere divertente, rido
sottovoce.-
-Poi?-
-Se vuole intavolare una conversazione per farmi
piacere, gli chiederò di parlarmi di lui. Se insiste su di me, la mia vita non
ha alcun problema e sono la donna più felice del mondo da quando è entrato nel
mi campo visivo/olfattivo.-
-Poi?-
-Gli sistemerò i vestiti e
occasionalmente i capelli.-
-Poi?-
-Ehm... Accetterò da bere e non
berrò.
-Poi?-
-Poi... Oh, insomma, Draco. Lascerò che il mio istinto da
seduttrice abbia la meglio sul mio conscio razionale e che faccia strage di
cuori.-
Strinsi le spalle. -Mh, OK, risposta soddisfacente.-
-Ora mi
lascia andare?-
-Sì... Ah, e ricordati...!-
-Sì, di girargli attorno ma
lasciare che sia lui ad avvicinarsi.-
-E nel caso...-
-Che non si sbrighi
a faro, imbattermi casualmente in lui. Sono preparata, hai sentito?-
-Sì,
sì.- Sentivo che mi si inumidivano gli occhi.
Poi Harry scese pesantemente
dal tavolo e andò a mettere rumorosamente i piatti in
lavastoviglie.
Cavernicolo tecnologico babbanofilo che non è altro.
Scesi
anch'io dal tavolo, ma con molta più grazia e un “patunf” quasi
inudibile.
-Ok, allora. Ciancio alle bande e vai, donna. Sei già in elegante
ritardo.-
-Oh. Hai ragione. Ciao. E ciao, Harry.-
-'ao.-
La fermai un
momento prima che si smaterializzasse. -E poi raccontami tutto.-
Poi, lo
scoppio.
E io e Harry rimanemmo da soli.
Me lo ritrovai a dieci centimetri
dalla nuca.
-Hai creato un mostro.-
Rabbrividii fino alle dita dei piedi.
-Ho creato Pandora.-
-Mhmh.-
Mi strinse i fianchi tra le dita. -Sai, non
mi ricordo che tu fossi così esperto, quando corteggiavi me.-
-Cielo, Potter,
non sono una donna.-
-Ah, lo so bene. Senti, che ne dici se... ci laviamo i
denti, ci infiliamo il pigiama e ci tuffiamo nel letto?-
Piegai un paio di
volte il collo. -Oh, sì, sono stanco morto. È stata un pomeriggio tremendo. Me
lo fai un massaggio?-
Sentì Harry sbuffare e borbottare dove me lo voleva
fare, il massaggio.
Non che io avessi particolari obiezioni alla sua
idea.
Hermione mi chiamò la mattina dopo.
Per decenza, alle undici.
-Mi ha accompagnato a casa.-
-Mmmh. Ma non
gliel'hai data, giusto?-
*Una foto questa volta ve
l'ho messa!! Sono stata brava? (Sì, ammetto di aver aggiunto le ciglia finte. Ma
come resistere? ^^)
I DOMO!
Grazie mille a
samara89 (Se conosci qualcuno della TV a cui presentarmi. Io non mi
formalizzo davanti ad alcun
favoritismo.)
Liuzza (Trucco
e parrucco, esattamente!)
Melchan (E HAI INDOVINATO!! Abbracciamoci,
compagna!)
hele (*.*
La maglietta...! MIAAAAA!!)
Somma Roh
(Ormai ti conosco troppo, eh? ^_-! Segnati
tutte le tattiche, eh! E mettile in
pratica!)