Titolo:
It Started With a Button
Rating:
Giallo
Genere:
Generale, romantico, commedia, introspettivo
Pairing:
Naruto x Hinata, brevissimi accenni alla SasuSaku e ShikaIno
Note:
No signori! Non è uno scherzo, né siete sotto gli
effetti degli
allucinogeni. Ebbene sì, IO, solarial, dopo anni di onorata
carriera
da Pink Panthers, quindi fiera sostenitrice della NaruSaku, ho
scritto una NaruHina... ovviamente sono e resto Pink XD
Ma
chi l'avrebbe mai detto che sarebbe arrivato questo momento? E'
proprio vero il detto “mai dire mai nella vita” XD
Ho voluto
provare a sfidare me stessa in un territorio sconosciuto come questo
e spero che l'effetto sia, più o meno, godibile. Anche se ne
dubito.
Ma ormai l'ho scritta, quindi amen XD Non è niente di che
ovviamente, infatti è una semplice AU.
Un
grazie quando una casa va alla mia preziosa beta e amica, Naco
chan,
alla mia piccola Chià
e a Mars,
che mi hanno sopportato e supportato nella realizzazione di questa
fanfiction, dato che è stato un vero calvario XD
Non dovrebbero essere OOC i personaggi, ma in caso contrario, ditelo che mi regolo di conseguenza. Grazie^^
Disclaimer: Scritta usando uno dei prompt della mia cartella della Criticombola di Criticoni (prompt numero 59 “Tre mesi fa" ).
Nota
importante:
Potrebbe
in effetti essere, per adesso, l'ultima fic che posto sul fandom. Che
ironia, cominciai con la fic che sfociò in una SasuSaku per
terminare con una NaruHina.
Il mio interesse su Naruto è andato
via via sempre più a calare. Non è assolutamente
colpa di
Kishimoto, né degli ultimi capitoli spoiler. Ci tengo a
precisarlo
perché per me il fandom è il fandom e il manga
è il manga.
Non
è detto che non torni con altro qui sul fandom. Anche
perché non ho
assolutamente intenzione di lasciare completamente. Probabilmente mi
dedicherò alla sistemazione di fic, sempre su Naruto, che
chiedono
di essere completate da anni XD o ad altri fandom.
Questo fandom
mi ha regalato davvero tanto in questi ultimi cinque anni e sono
contenta di aver dato, con poco, un contributo alla sua crescita e
maturazione che resterà comunque una parte importante di me.
Ovviamente il fatto di non scrivere non determina che non
leggerò
fic su Naruto. Quindi non vi liberete così facilmente di me
u.u
Non
è un addio, ma un arrivederci a tempi migliori.
E finalmente vi lascio alla lettura^^
***
Guardando
scrupolosamente la sua figura davanti al grande specchio della sua
camera, Hinata controllò per l'ennesima volta che tutto fosse
a posto.
Sembrava
che non ci fossero difetti, o almeno lei sperava. Eppure,
più si
scrutava più si sentiva stupida e paranoica.
Si
impose di allontanarsi dallo specchio e,
portandosi
dall'altra parte della stanza, si sedette sul letto. Ovviamente
stette attenta a come lo faceva, non voleva che con quel gesto le si
formassero delle pieghe sul vestito, non dopo che aveva passato ore a
farsi torturare da Ino e Sakura, le sue migliori amiche, per essere
perfetta.
Perfetta...
forse era meglio dire presentabile.
Non era riuscita a vincere sul vestiario, Ino l'aveva costretta ad indossare un abitino che le sembrava un po' troppo corto per i suoi gusti. Infatti, da seduta, l'orlo della gonna le arrivava appena sopra le ginocchia e nonostante tutti i tentativi di abbassarlo, non c'era stato niente da fare. Insomma, una battaglia persa in partenza che l'aveva lasciava frustrata e mortificata. Non era abituata a indossare certi abiti, ma Ino aveva insistito dicendole che sicuramente lui avrebbe apprezzato. Persino Sakura le aveva dato man forte, aggiungendo che non c'era niente di scabroso nell'indossarlo. Così alla fine si era lasciata convincere.
Lanciò
un'occhiata furtiva all'orologio appeso sulla parete e, accorgendosi
che ormai mancavano esattamente quindici minuti, sentì il
cuore
batterle forte. Portò una mano sul petto, pregando
affinché
rallentasse il suo ritmo frenetico; se non era ancora arrivato e il
solo pensiero le provocava quell'effetto, cosa sarebbe successo
quando l'avrebbe avuto davanti?
Inspirò
ed espirò profondamente come le aveva insegnato TenTen
quando era
troppo nervosa, cercando con quegli esercizi di autocontrollo del
respiro di riportare la calma dentro di sé.
Possibile
che fosse così tesa? Eppure quella non era la prima volta
che
uscivano assieme e sperava non fosse nemmeno l'ultima. Ma se
continuava così, c'era il rischio che lui prima o poi si
stancasse
di lei.
Ma
perché doveva essere così?
Fece
vagare i suoi occhi per tutta la stanza: forse se avesse trovato
qualcosa, qualsiasi cosa, che le avrebbe tenuto occupata la mente,
avrebbe evitato di innervosirsi così. Ma chissà
perché, quando
cerchi qualcosa che ti serve, non la trovi mai!
Beh,
poteva leggere qualcosa ma... no, non le andava molto e non aveva
nemmeno voglia di guardare qualche rivista, era sempre stata nemica
del gossip. D'altronde, a lei che importava della vita degli altri?
Di accendere la TV non se ne parlava, e non aveva nemmeno voglia di
sentire della musica.
Splendido,
davvero meraviglioso.
Possibile
non ci fosse davvero niente che potesse distrarla in quella camera?
Si chiese sbuffando.
Eppure,
proprio quando stava pensando di arrendersi, la sua attenzione fu
catturata dal riflesso del sole che, attraversando la finestra, si
adagiò dolcemente sulla cornice di una delle tante
fotografie che
stavano sulla mensola della sua scrivania.
Dopo
averla presa tra le mani, lentamente, fece scorrere le dita sulla
superficie fredda e liscia del vetro, sfiorandone ogni particolare.
Era stata scattata durante la cerimonia della consegna dei diplomi
tre mesi prima. Istintivamente chiuse gli occhi e sorridendo
dolcemente, ripensò a quel giorno: Il giorno in cui tutto
ebbe
inizio. Era stato così meraviglioso. Non avrebbe mai
ringraziato
abbastanza Sakura e Ino. Era stato anche merito loro se adesso
stavano assieme.
“Signorina?”
Una
voce proveniente dall'altra parte della stanza la distolse dai suoi
pensieri.
“Sì?”
“Il
Signor Uzumaki è arrivato, la sta aspettando nella sala del
tè. Suo
padre le raccomanda di non fare tardi e... ecco... di suggerire al
suo fidanzato di presentarsi con abiti consoni all'arredamento di
casa Hyuuga e di evitare, in particolare, l'uso
dell'arancione.”
Hinata
scoppiò a ridere mentre, con il cuore in gola e dopo essersi
ricontrollata per l'ennesima volta, correva in direzione di Naruto:
il suo unico e vero amore.
It Started With A Button
Non
sapeva se ridere o piangere, ovviamente di commozione.
Non
poteva ancora crederci, eppure ce l'aveva fatta. Non solo si era
diplomata ma aveva ottenuto persino il punteggio più alto
dell'intera scuola, classificandosi prima.
Le
notti passate a studiare, i pomeriggi interminabili in biblioteca, le
serate trascorse a ripassare con le sue amiche, tutti i suoi sforzi
erano stati ampiamente ricompensati.
”Ben
fatto figliola, sono proprio orgoglioso di te.”
Sussurrò suo padre
mentre le sfiorava la spalla. Hinata arrossì imbarazzata
abbassando
la testa, non era abituata a quegli slanci di tenerezza da parte sua,
da sempre figura austera e imponente. Eppure, era così
felice di
sapere che i rapporti con lui, dopo anni di silenzio ed
incomprensioni, stavano lentamente migliorando. E chissà,
forse un
giorno quei gesti sarebbero stati talmente naturali che nessuno dei
due si sarebbe sentito fuori luogo.
“Gr-grazie
padre” rispose timidamente.
“Bene,
io tornerò a casa adesso. Non fare troppo tardi o
sarò costretto a
mandare Neji a cercarti.”
“Certo
pa-padre. No-non farò tardi. A sta-sta sera.”
Hiashi annuì prima
di incamminarsi con sua sorella verso villa Hyuuga.
“Ehi
Hinata, visto che tuo padre ora è fuori gioco, che ne
diresti se
realizzassi il tuo sogno proibito?”
disse Ino circondando le spalle della ragazza con il braccio destro.
Sakura ghignò sapendo perfettamente cosa volesse fare
l’altra.
“Il
mio sogno proibito?” domandò ingenuamente.
Hinata
si chiese se per caso Ino avesse battuto la testa quella mattina,
perché non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
“Esatto!”
aggiunse Sakura ammiccando in direzione dell'altra.
“E'
inutile che fai la finta tonta, amica mia.”
“Ma
io non capisco davvero...”
Decisamente
c'era qualcosa di strano nel modo in cui la stavano osservando quelle
due.
Un
momento! Lei conosceva benissimo quegli sguardi; Ino e Sakura la
stavano fissando in un modo che voleva dire solo una cosa: guai in
vista!
“Ehm,
che ne dite se andassimo a festeggiare nella nuova pasticceria che
c'è in centro? Ho sentito che fanno delle torte buonissime,
potremo
provarle!”
Magari
se fosse riuscita a persuaderle, forse...
“Io
non mi preoccuperei delle torte... adesso.”
Dalla
risposta di Sakura sospettava che non ci sarebbe riuscita.
“Per
quello c'è tempo.” Aggiunse Ino mentre Sakura
annuiva complice.
“Non
vorrai mica tornare a casa con i rimorsi per non averci provato
nemmeno questa volta, spero!”
Rimorsi?
Ma che...
Oh,
adesso cominciava a capire dove volessero arrivare quelle
sconsiderate. Portò le mani sul volto cercando con quel
gesto di
coprire il rossore che le imporporava le guance. No,
non potete farmi questo,
pensò mentre sentiva il cuore accelerare di battito in
battito.
Volevano davvero che si dichiarasse proprio quel
giorno? No, quelle due erano pazze, non c'erano altre spiegazioni!
Sorrise
nervosamente cercando una via di fuga
ma,
sentendo la stretta di Sakura intensificarsi sul suo braccio,
capì
che sarebbe stato tutto inutile, non l'avrebbe lasciata andare tanto
facilmente. Maledizione a lei e a quella dannata forza, sa dove
cavolo l'aveva ereditata poi?
Decisamente
era in momenti come questi che sperava di poter sparire. Come
potevano pretendere che lei riuscisse ad avvicinarsi a lui
senza svenire? Insomma, erano anni che ci provava, ma la situazione
era sempre stata la stessa: un fallimento.
Tutte
le volte che aveva provato a dichiararsi, nonostante si fosse
preparata psicologicamente e mentalmente al momento, con tanto
di
lettera d'amore, non aveva fatto altro che fuggire di corsa con la
coda tra le gambe. Cosa le rendeva così fiduciose che quel
giorno
sarebbe stato diverso?
Non
che lei non lo volesse. Eccome! Desiderava con tutta se stessa poter
far breccia sul suo cuore, ma che speranze poteva avere una come lei,
così insignificante ed anonima, con uno come Naruto Uzumaki?
Nessuna.
Lo sapeva... Ma che ci poteva fare? Seppur la parte razionale del suo
essere le suggeriva costantemente di voltare pagina, il cuore lottava
con forza affinché non dimenticasse. Ed era così
frustrante essere
divisa tra cuore e mente, sopratutto quando l'uno alimentava le
speranze uccise dall'altra, in una battaglia che non aveva
né
vincitori né vinti.
Insomma,
per quanti sforzi potesse fare, non c'era verso:
il suo volto avrebbe continuato a comparirle davanti sempre, anche
nei momenti più impensabili.
Lui
era tutto per lei. L'aveva sempre osservato da lontano, ma non aveva
fatto altro che ammirarlo per la sua tenacia, per la sua
cocciutaggine nel voler a tutti i costi fare qualunque cosa, anche la
più stupida. Adorava il suo carattere, seppur le sue amiche
lo
trovassero troppo chiassoso: per lei era perfetto così
com'era; non
c'era bisogno di cambiare niente, non c'era niente che non andasse in
lui.
Come
fare a non rimanere ore ed ore impalati a fissare i suoi occhi, poi?
Lei
li amava semplicemente, erano così limpidi che se avesse
potuto,
avrebbe sicuramente visto riflettersi l'immagine di se stessa dentro;
e sarebbe stato diverso dal semplice guardarsi allo specchio,
perché
aveva sempre avuto l'impressione che in quelle iridi ci fosse
qualcosa che riuscisse a purificare il mondo, a dare l'idea che
chiunque fosse migliore di quanto pensasse. E poi, erano talmente
belli da riuscire a rilassarla e far sparire in un batter di ciglia
ogni preoccupazione.
Lo
amava dal profondo del cuore, lo amava come non aveva mai amato
nessuno al mondo, ogni fibra del suo essere fremeva a causa di quel
nome. Lo amava così disperatamente che, se avesse potuto,
l'avrebbe
urlato al mondo intero. Se solo ci fosse stato un modo per farglielo
capire, se solo non fosse stata così maledettamente timida
ed
impacciata, se solo...
“Dunque,
ci siamo capiti?” La voce di Ino la riportò
bruscamente alla
realtà.
Eh?
Che ha detto?
Pensò fissandola. Ossignore,
ha sospirato lungamente. Credo si sia accorta che non stavo seguendo.
“Per
l'ennesima volta, il piano è questo: tu vai da lui e con
molta
semplicità gli chiedi se può darti il secondo
bottone della sua
divisa. In questo modo non gli dirai apertamente che sei innamorata
di lui, ma lo farai capire. Niente di più facile,
no?”
La
faceva facile Ino, visto il carattere sfacciato che si ritrovava! Di
certo sarebbe stato difficile per una come lei poter trasformare
quelle parole in azioni.
“Se
lui dovesse dartelo, vorrà dire che il gioco è
fatto. Ricambia i
tuoi sentimenti, tu sarai felice, noi saremo finalmente
libere dai tuoi lunghi sospiri d'amore struggenti, e lui si
sarà
trovato una ragazza con la testa a posto che forse riuscirà
a
migliorarlo.” Concluse sicura delle sue parole.
“E
se invece dovesse andare storto?” Domandò Hinata
con un filo di
voce abbassando il volto scoraggiata. C'era anche quella
possibilità;
dopotutto, Naruto non aveva mai dimostrato che potesse tenere a lei
anche un pochino...
Ino
sospirò. “Tu sei troppo pessimista ragazza
mia!” con due dita le
alzò il mento in modo che si guardassero negli occhi
“Fidati di
me, vedrai che andrà tutto bene, quindi...” fece
scivolare le mani
sulle spalle di Hinata e facendola voltare, sghignazzando, la spinse
con forza.
***
“Ed
ora non ci rimane che aspettare e sperare che tutto vada
bene”
Disse Sakura.
“Che
cos'è quel tono? Dici che potrebbe andare storto
qualcosa?”
Domandò Ino fissandola dubbiosa.
“Beh,
stiamo pur sempre parlando di Naruto.”
“Ma
non dobbiamo preoccuparci... Tu hai chiesto a Sasuke di darci una
mano, no?”
Sakura
annuì. Certo, lui era stato restio all'inizio nel volerla
aiutare;
le aveva chiaramente detto che non erano affari suoi e che non stava
a loro giocare ai “novelli Cupidi”, ma lei sapeva
esattamente
come ottenere qualcosa da lui: l'aveva minacciato. O le dava una mano
a farli dichiarare, oppure poteva considerarsi un uomo morto.
Dopotutto, per quanto dolce e adorabile potesse essere con lui - lo
amava con tutta se stessa e avrebbe fatto qualunque cosa pur di
renderlo felice e fiero di essere la sua ragazza -, Sasuke sapeva
perfettamente che non doveva prendersi la libertà di
rischiare
contro di lei e farla arrabbiare, se non voleva ritrovarsi senza
attributi. Sorrise diabolica.
“Io
ho persino chiesto a Shikamaru di fare la sua parte!”
“Perfetto.”
“Sicuramente
andrà bene. Sono anni che provano a dichiararsi senza
successo, vedrai che oggi sarà il
giorno!”
“Secondo
te dovremo chiedere qualcosa in cambio per l'aiuto?”
“Assolutamente
sì!” Sakura ghignò a quella risposa.
C'era da aspettarselo,
dopotutto sapeva che Ino non avrebbe mosso dita senza ricevere nulla
in cambio.
“Bene,
allora ora non ci rimane che aspettare“ L'altra
annuì.
***
Più
si avvicinava a lui, più il cuore le batteva forte in petto.
Si
passò la lingua sulle labbra improvvisamente aride. Si
fermò per
pochi istanti e, inspirando ed espirando, si passò
nervosamente le
mani tra i lunghi capelli; era tesissima, ma non poteva fallire anche
questa volta. Non poteva essere così difficile, giusto?
Aveva
persino guardato, durante la sua avanzata, come alcune ragazze
avessero fatto per chiedere il bottone della divisa ai ragazzi di cui
erano innamorate. Se ci erano riuscite loro, poteva farlo anche lei,
no?
Ormai
c'era quasi. Naruto stava seduto sull'erba all'ombra dei ciliegi
mentre, tra un onigiri e l'altro, gesticolando animatamente, parlava
con Sasuke Uchiha, anche se sembrava che l'altro non lo stesse
ascoltando, visto che teneva gli occhi chiusi, come se volesse
isolarsi da tutto e tutti.
Spostando la sua attenzione da Naruto
a Sasuke, si chiese che cosa ci trovasse la sua amica in uno come
lui. A lei aveva sempre fatto una certa soggezione e,
in
tutti quegli anni che lo conosceva, non era riuscita a portare a
termine una semplice conversazione senza finire per balbettare o
abbassare lo sguardo. Sakura diceva sempre che “abbaiava ma
non
mordeva”, eppure lei non era mai riuscita a sentirsi
completamente
a suo agio con lui.
Sasuke
doveva essersi accorto della sua presenza perché, dopo aver
aperto
gli occhi e averla fissata brevemente, si era alzato per poi
cominciare ad allontanarsi con le mani nelle tasche e l'espressione
di superiorità che da sempre lo aveva contraddistinto dagli
altri.
“Perché
il Teme se n'è andato all'improvviso? Che sia andato al
cesso?”
Hinata lo aveva sentito sussurrare mentre si grattava il mento
assottigliando lo sguardo.
Ora
erano soli.
Completamente
soli.
Oddio,
che cosa doveva fare? E se fosse fuggita?
Scosse
la testa: no, non doveva farlo! Non quando mancava così
poco...
doveva solo farsi forza e cercare di aprire bocca per parlare. Ma
perché non ci riusciva?
Inghiottì
la saliva diventata improvvisamente eccessiva e, stringendo tra le
mani la stoffa della gonna, si impose di parlare prima che
fosse
troppo tardi.
“Na-Na-Naruto-kun?”
Arrossendo,
si morse l'interno della guancia. Splendido! Cioè, non aveva
ancora
cominciato e già balbettava, che cosa avrebbe fatto quando
gli
avrebbe chiesto il bottone? Una compilation dance?
Lui
parve finalmente accorgersi di lei perché, alzando la testa,
le
sorrise amichevole.
“Hei
Hinata, come va la vita? Ho saputo che sei ti sei diplomata arrivando
prima nella graduatoria della scuola. Wow, sei una grande! Io mi sono
diplomato per miracolo, ma scommetto che per una cervellona come te
questi esami siano stati una passeggiata!”
“Ehm...
P-più o-o m-meno...” riuscì a dire
mentre si sedeva elegantemente
sull'erba. Menomale che Naruto con un gesto della mano le aveva
chiaramente detto di sedersi, perché se fosse rimasta ancora
impiantata in quella posizione, avrebbe rischiato di perdere
l'equilibrio e cadere visto che più passavano i secondi e
più
sentiva le forze delle gambe abbandonarla. Non avrebbe di certo retto
l'ennesima figuraccia davanti a lui.
***
Cominciava
a sentirsi frustata. Era già un miracolo se era riuscita a
non
svenire data la vicinanza di Naruto, ma questo silenzio cominciava a
diventare veramente pesante.
Erano
passati ormai diversi minuti da quando si era seduta accanto a lui,
ma nessuno dei due osava dire qualcosa. Beh, lei stava in silenzio
perché non sapeva come cominciare, ma lui... con la coda
dell'occhio
vide che era troppo occupato a mangiare per riuscire a parlare.
Hinata
si voltò completamente in modo da guardarlo negli occhi e...
non
l'avesse mai fatto, dato che si era trovata pezzi di riso sul viso
sputacchiati da Naruto mentre cercava, con la bocca piena, di
chiederle se volesse favorire.
“Oddio
Hinata...” si sbatté un pugno sul petto,
probabilmente con
l'intento di accelerare i tempi ed inghiottire. “Mi dispiace
da
morire... scusami... non volevo!”
Naruto
tentava di scusarsi come meglio poteva, mentre passava il suo
fazzoletto sul viso mortificato della ragazza.
“V-va...
tu-tu-tutto... be-bene, Na-na-ruto-kun.”
"Ti
pregotipregotiprego... non dirlo a Sakura-chan!” la
implorò mentre
le teneva le mani tra le sue in un gesto disperato. Naruto sapeva
quanto fosse protettiva la sua migliore amica nei confronti di Hinata
e, se solo avesse scoperto che cosa aveva fatto, l'avrebbe ucciso, e
non prima di averlo torturato a dovere. Inghiottì la saliva
in
eccesso, spaventato.
“No-non
ti pre-preoccupare” lo rassicurò lei mentre gli
sorrideva
dolcemente, arrossendo a quel contatto di mani.
Naruto
abbassò lo sguardo affranto. Poteva essere più
stupido di così?
Insomma,
quella era l'occasione giusta per farle, finalmente, capire che in
verità lei non gli era del tutto indifferente e aveva fatto
la
figura del cretino.
Sospirò. Lei era così bella e dolce, com'era
possibile che si fosse
innamorato davvero di uno come lui? Possibile che gli altri si
sbagliassero? Che cosa aveva da offrirle, poi?
Hinata
faceva parte di una delle famiglie più prestigiose di tutto
il
paese, per non dire intera nazione, mentre la sua non era di certo
agiata: era già un miracolo se riuscivano ad arrivare alla
fine del
mese nonostante lavorassero entrambi i suoi genitori. Certo, non che
volesse sposarsi, erano troppo giovani per quelle cose, solo che...
sì insomma, qualora ci fosse stata la possibilità
di poter stare
assieme, sarebbe stato in grado di renderla felice? O di provvedere
ai suoi bisogni?
Però,
potevano provarci, no? Che cosa aveva da perdere poi? Si sarebbe
sforzato, per quanto potesse essere possibile, di evitarle di fare
brutte figure. Certo, non che ci credesse, ma poteva almeno provarci,
se non per se stesso, per il bene di Hinata.
Ma
prima di tutto, doveva trovare un modo per confessarle i suoi
sentimenti...
"Ehm...”
Hinata si torceva le dita.
Ok, o adesso o mai più,
pensava. “Se-senti...” passandosi una mano tra i
capelli, lasciò
che le dita giocassero nervosamente con una delle ciocche e, evitando
il contatto visivo, dopo aver inspirato profondamente, si
affrettò
ad aggiungere “Io... ecco sì... cioè...
senti, non è che...
mi... m-mi...” guardò di sfuggita Naruto e
abbassò di nuovo lo
sguardo. Possibile che non riuscisse a parlargli?
Maledizione!
Istintivamente
si passò la punta della lingua sulle labbra aride e
strizzando gli
occhi talmente forte da farsi male, urlò:
“Potrestidarmiiltuosecondobottonepercortesia?”
Ok,
ce l'aveva fatta, no? Non era stato così difficile!
Sorrise
dubbiosa del suo risultato: ora non avrebbe fatto altro che aspettare
la risposta di Naruto, positiva o negativa che fosse, ma...
perché
lui non rispondeva?
Aveva
per caso sbagliato qualcosa? Non le sembrava però. Oddio,
che doveva
fare ora? Questo silenzio cominciava a diventare troppo imbarazzante.
Almeno prima lui non parlava perché era troppo occupato
a mangiare, e lei, va bene, a farsi le paranoie. Ma adesso...
“Hinata?”
“S-sì?”
“Ecco...”
si grattava confuso la guancia. Perché lo faceva? Se il suo
era un
tentativo per alleggerire la tensione sperando di trovare un modo
carino per dirle “NO”, aveva fallito.
“Non
credo di aver capito bene, potresti ripetere con calma?”
Voleva
che ripetesse... Spalancò gli occhi improvvisamente conscia
del
perché le avesse fatto quella domanda. Oh... l'aveva fatto
di nuovo,
non è vero? Aveva parlato troppo velocemente. Oddio, di
solito le
capitava di fare in quel modo quando era troppo stressata o
imbarazzata e non poteva crederci di averlo fatto davanti a lui. Si
passò mortificata una mano sul viso.
“Va
tutto bene?”
Assolutamente
no! Avrebbe voluto rispondere, ma si limitò ad annuire senza
riuscire a fissarlo negli occhi. Si vergognava troppo e non avrebbe
retto se avesse visto nei suoi occhi la derisione per la sua
goffaggine.
Ma
perché sono così stupida?
“Sicuro
che vada tutto bene?” Annuì di nuovo, sperando di
convincerlo.
“Bene, allora, cos'è che volevi
chiedermi?”
Sospirò
lentamente. Tanto che aveva da perdere? Ormai la figura della cretina
l'aveva già ampiamente fatta, quindi...
“Mi
daresti il tuo secondo bottone?” gli domandò
sperando di non
arrossire. Cosa vana, visto che sentì le guance incominciare
a
scottare. Però adesso lui aveva capito, vero? Si era
sforzata di
essere calma e di pesare ogni singola parola; ma allora,
perché la
stava fissando in quel modo?
“Vuoi
il mio secondo bottone?”
“Sì,
sempre che a te vada bene...”
“Che
bizzarra richiesta” Sussurrò grattandosi
pensieroso il mento “Fa’
un po' vedere...” disse poi avvicinando il viso al petto di
Hinata
“Eppure mi pare che qui sia tutto a posto!”
Aggiunse senza
rendersi conto di cosa stava fissando con sguardo serio e attento.
“Perché ti serve dunque?”
Domandò alla fine spostando la sua
attenzione dal seno della ragazza al viso.
Hinata,
spalancando gli occhi, arrossì furiosamente mentre si
allontanava di
qualche passo da Naruto. Portò le braccia al seno in un
gesto
protettivo mentre cercava di dare voce ai suoi pensieri, ma sembrava
non esserci verso, come se le mancassero le forze per dire qualunque
cosa, come se la sua voce fosse stata risucchiata via e lei non
riuscisse ad opporsi. Non poteva ancora crederci. Ma la prendeva in
giro? Va bene che era timida, va bene che ne era innamorata ma...
come si permetteva a guardarle il seno in quel
modo?
Che
cosa avrebbe dovuto fare adesso?
***
Perché
aveva reagito così? Si chiese ingenuamente Naruto. Eppure
non gli
sembrava avesse fatto chissà che cosa. Lei aveva chiesto di
poterle
dare il suo bottone e aveva semplicemente controllato che fosse tutto
apposto.
Probabilmente
lei non si era mai accorta di come la guardavano i ragazzi quando
passava, ed era grazie a lui, Kiba e suo cugino Neji, se la piccola
Hinata finora era stata preservata da sguardi maligni e poco
innocenti!
Sì,
insomma, aveva fatto in quel modo per lei. Però era strano,
perché
gli aveva chiesto il bottone? Non riusciva a...
Si
rese conto soltanto in quel momento che cosa voleva dire quella
richiesta. E pensare che persino Sasuke e Shikamaru l'avevano
avvisato.
Si
sbatté la mano sulla fronte e l'impatto era stato talmente
forte
che, se non fosse stato troppo preoccupato a ripetersi quando fosse
stato idiota, avrebbe sicuramente avvertito il dolore. Doveva
rimediare, e subito.
“Hinata...
ecco...” cominciò mentre si avvicinava a lei
“Che ne diresti
di... e se andassimo a mangiare del ramen insieme?” le
domandò
sperando di farla rilassare. Ma aveva la sensazione di non esserci
riuscito, visto che non solo lei sembrava essersi irrigidita, ma
scuoteva negativamente la testa.
“Hinata...”
la fece voltare in modo che fossero l'uno di fronte all'altro, ma lei
non osava minimamente guardarlo in faccia. “Mi spiace, ok? Ma
non è
come credi... cioè... quando mi hai chiesto del bottone
pensavo che
ne avessi bisogno perché quello tuo era saltato e
così ho
controllato che lì fosse tutto ok...” non
riuscì a non arrossire
mentre parlava. Probabilmente l'aveva preso per un maniaco.
Splendido. “Ma non è così, mi devi
credere. Non ti farei mai una
cosa del genere!” Senza
il tuo permesso ovviamente,
pensò.
Ma
lei continuava a non dire niente, se ne stava con la testa china e la
frangetta a coprirle gli occhi come fosse un muro tra sé e
lui.
“Io
non sono un maniaco... davvero, non avevo capito il
perché... o
meglio, ci sono arrivato quando era troppo tardi.” sorrise
nervosamente “Ma sai come sono fatto, no? Spesso arrivo dopo
alle
vere conclusioni, però tu non dirlo ad altri, specialmente a
Sasuke,
mi prenderebbe in giro a vita se sapesse che cosa è successo
prima...”
Sbagliava
o gli era sembrato che Hinata avesse emesso un flebile suono? Che
fosse riuscito a farle capire davvero... Abbassò la testa
quel tanto
che gli bastava per vederle le labbra e si accorse che erano
sollevate leggermente. Stava sorridendo, no? “E non dirlo
nemmeno a
Sakura, mi ucciderebbe. Sarebbe più traumatico che venir
preso in
giro da Sasuke... credo”
sussurrò infine incerto.
Hinata
cercava di contenersi mordendosi le labbra per non scoppiare a
ridere, ma come poteva farlo quando osservava il viso corrucciato di
Naruto? Probabilmente stava pensando a chi tra Sakura e Sasuke fosse
più pericoloso, e di certo una parte di lei avrebbe tanto
voluto
scoprirlo ma... non era così cattiva. Poi lui le aveva detto
che non
era come pensava e che non era un maniaco quindi... poteva crederci,
no?
“Davvero,
mi spiace da morire Hinata.”
“V-va
tu-tutto bene...” sussurrò guardandolo incerta.
“Allora
mi credi?” le chiese speranzoso. Lei annuì
“Oddio menomale!”
sospirò di sollievo mentre si passava una mano tra i capelli.
“Ehm...
visto che è tutto a posto... io... i-io...
andrei...” Tanto, che
senso aveva rimanere lì ancora? Aveva fallito, o meglio,
c'era da
dire che non era dipeso da lei se tutto si era concluso così.
Sorrise
amaramente mentre cominciava ad allontanarsi. Dopotutto che si
aspettava? Che lui le avrebbe dato il suo bottone e che, magari
sorridendo come solo lui sapeva fare, l'avrebbe abbracciata e
rivelato che in tutti quegli anni aveva avuto una cotta per lei?
“Che
illusa...” sussurrò mentre cercava di reprimere la
voglia di
piangere. Ma, contrariamente al suo volere, due lacrime scivolarono
lungo le sue guance nell'esatto momento in cui due braccia l'avevano
avvolta impedendole così ogni via di fuga. Riconoscendo il
profumo
della persona che la stava stringendo sempre più, tanto da
farle
male, arrossì furiosamente.
Si
ritrovò a tremare e sarebbe crollata se lui non l'avesse
retta con
quella morsa da toglierle il fiato. Perché la stava
stringendo?
Perché non l'aveva fatta andare via? Perché
continuava a
tormentarla?
Naruto
la fece voltare dolcemente, ancora una volta, verso di sé.
Con una
mano teneva fermo il braccio di Hinata, non voleva che lei scappasse,
non l'avrebbe permesso. Se lei lo amava così come sperava,
era
arrivato il momento di farle capire che anche lui provava qualcosa
per lei e che la voleva accanto a sé. Era stanco di doverla
osservare in silenzio e di nascosto.
La
sentì rabbrividire quando fece scorrere lentamente le dita
dell'altra mano sfiorandole il polso, per risalire, senza alcuna
fretta, l'avambraccio, la spalla, per accarezzarle dolcemente il
collo e portare quella mano sul suo volto accaldato, asciugandole
teneramente le lacrime.
La
fissò, cercando di memorizzare ogni singolo tratto di quel
viso così
bello e dolce, tanto da chiedersi se non avesse davanti un angelo:
era così pura e gentile la sua Hinata. E sei lei era una
creatura
celeste, lui non era altro che un demone, tanto era egoista da
volerla solo per sé, perché non avrebbe mai
permesso a nessuno di
poter posare gli occhi su di lei. Nessuno ne era degno.
E
lui lo era? Si chiese ironicamente.
***
Accarezzandole
con una dolcezza che gli era sconosciuta la guancia, fece risalire
anche l'altra mano per sfiorarle con le nocche le labbra, sentendo
sulla pelle il fiato caldo di Hinata. Chiuse per un attimo gli occhi,
cercando di immaginare come sarebbe stato inalare quel respiro e
istintivamente cominciò ad avvicinare il proprio viso a
quello della
ragazza. A pochi centimetri dalle labbra di Hinata, riaprì
le
palpebre incastrando il proprio sguardo con quello di lei.
Erano
così vicini che riuscì a percepire persino il
cuore di Hinata
battere all'impazzata nel suo petto. La guardò stupito
chiedendosi
se era lui che le provocava quell'effetto, ma non aveva alcuna
importanza:
ciò che in quel momento contava,
era
poter posare le sue labbra su quelle di lei, e lo fece, mentre
sentiva che stava cominciando ad arrossire. Dopotutto non è
che
avesse chissà che esperienza con il gentil sesso.
Aveva
scambiato pochi baci con alcune ragazze ed il risultato non era stato
così bello come aveva sentito dire nelle confessioni dei
suoi
compagni di classe... eppure, con Hinata sembrava tutto così
perfetto, così naturale, dolce e tenero.
Lei
non si era ritratta, né gli aveva dato uno schiaffo;
iniziava
persino a rilassarsi tra le sue braccia mentre, dopo aver circondato
il suo collo con le sue, cercava di prendere il suo stesso ritmo,
ricambiando timidamente il bacio.
Quando
si separarono, nessuno dei due osò guardare
l’altro negli occhi.
Se ne stavano stretti l'uno all'altro, come se avessero paura che
quello fosse un sogno o che, se si fossero lasciati, sarebbero
fuggiti; Hinata con gli occhi fissi sulla camicia di Naruto mentre
lui fissava imbarazzato l'orizzonte.
Lei
non riusciva ancora a crederci. L'aveva baciata davvero? Naruto
l'aveva fatto davvero?
Mio
Dio,
fu tutto ciò che riuscì a pensare mentre
arrossiva furiosamente.
Non era un sogno, vero? Non si sarebbe svegliata all'improvviso sul
suo letto sorridendo beata per poi rendersi conto, come se le
avessero gettato dell'acqua fredda addosso, che era solo
un'illusione. Non stava di nuovo sognando ad occhi aperti mentre i
professori spiegavano, giusto? Tutto ciò era avvenuto
davvero, no?
Istintivamente
si ritrovò a stringere con forza la camicia di Naruto.
“E'
tutto vero?” sussurrò.
“Sì”
rispose imbarazzato.
“Qu-quindi?”
domandò poi nascondendo il suo viso nell'incavo del collo.
Nonostante tutto, aveva ancora paura che ci fosse qualcosa che
avrebbe spezzato la magia del momento.
“Quindi,
da adesso in poi...” cominciò lui mentre la
scostava delicatamente
da sé e le sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchio
“Nessuno dei due dovrà preoccuparsi di guardare
l'altro di
nascosto” Hinata annuì “E... potremmo
considerarci una coppia!”
aggiunse mentre si passava nervosamente la mano dietro la nuca
“Sempre, se questo è...” ma non fece in
tempo a continuare
perché lei lo interruppe urlando “Sì,
è tutto ciò che
desidero!” per poi arrossire mortificata. Naruto sorrise
intenerito, mentre le sfiorava con le labbra la punta del naso, per
poi passare dalla guancia alle palpebre e riscendere per catturare,
ancora una volta, quelle labbra, piene e morbide, in un altro bacio.
“Bene...
e se cominciassimo la nostra relazione andando a mangiare del
ramen?”
domandò mentre la fissava sognante.
Poteva
una ragazza considerarsi gelosa del ramen? Si chiese Hinata
ironicamente.
Guardandolo
mentre trepidante aspettava una sua risposta, si limitò ad
annuire
per poi stringere, emozionata, la mano che lui le aveva teso.
Naruto
le sfiorò delicatamente la fronte con le labbra per poi
cominciare a
incamminarsi felice vero il suo chiosco preferito di ramen.
***
“Hai
ripreso tutto?” chiese Ino mentre sognante stringeva a
sé il
braccio di uno Shikamaru scocciato, che continuava a sbadigliare
implorando la “sua scocciatura” di tornarsene a
casa perché
stanco.
“Oh
sì” rispose Sakura mentre premeva, soddisfatta del
proprio lavoro,
il dito sul pulsante stop.
“Io
ho persino scattato una foto nel momento in cui lui le ha baciato la
fronte” Disse Choji mentre si apprestava ad aprire un altro
pacco
di patatine.
“Choji,
sei un grande” dissero in coro Sakura e Ino.
“Ma
era necessario tutto ciò?” domandò
Sasuke annoiato.
“Assolutamente
sì!”
“Se
lo dite voi... possiamo tornare a casa ora?”
“Concordo
con Uchiha, andiamo a casa, Ino, tutto ciò è una
scocciatura
incredibile, senza contare che ha fatto la figura del pirla
più di
una volta...”
“E
non le ha nemmeno dato il bottone, quel Dobe.”
Le
due ragazze sospirarono scocciate. Maschi,
pensarono mentre sollevavano gli occhi al cielo.
Potevano
uscire dal loro nascondiglio visto che il loro compito era finito, ma
non sarebbero andati a casa, oh Nossignore! Ino guardò
complice
Sakura che annuì decisa mentre ghignava. La prese
sottobraccio e,
incurante delle proteste dei loro ragazzi, si diressero a casa della
Yamanaka per sviluppare le foto e guardare il video che avrebbero,
poi, commissionato come regalo a Hinata.
The End
Terminologia:
Teme: Bastardo
Dobe: Idiota
Per
quanto riguarda la storia del bottone:
In
pratica in Giappone, durante il diploma, le ragazze chiedono ai
ragazzi di cui sono innamorati il bottone della divisa. Con questo
gesto si dichiarano.
Mi
sono ispirata con la storia del bottone dopo aver visto una delle
puntate di “Itazura
na Kiss”
della Kaoru Tada.
Per
il titolo mi sono ispirata al dorama dell'omonimo manga “It
started with a Kiss”
cambiando “Kiss” con “Button”
per ovvie ragioni XD.
Ovviamente
ho sviluppato il secondo arco della fic ripercorrendo le tappe della
foto che Hinata stava guardando sfruttando i prompt della
criticombola.
Ja
Ne
Vostra
Sol.