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Autore: Yu_Kanda    01/04/2010    4 recensioni
Kanda si accorge che i suoi sentimenti per Lavi sono cambiati, e cerca disperatamente di soffocarli, e quando si rende conto di non poterci riuscire, inizia con Lavi una partita straziante che porterà entrambi a gettare le rispettive maschere ed accettare – per quanto possibile – il loro legame. *BUON LAVIYU DAY a TUTTI!!!*
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D.Gray-man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo, e non il Diavolo sa dove lasciandolo da solo alla mercè di tre Noah imbecilli, di uno spione albino e di un abominio... *tira fuori le carte di Magic* "Posso giocare un ERADICATE sulla creatura?" u_u


ATTENZIONE
YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!




3 – Third step is BARGAINING, Forth is DEPRESSION



I Finder si precipitarono fuori della loro stanza, temendo di trovarsi di fronte a qualche spettacolo agghiacciante, e invece videro unicamente Lavi, paralizzato a metà della rampa di scale, voltato a mezzo verso di loro.

Uno dei tre si fece avanti, esprimendo le paure di tutti.

- Lavi-san, cosa...?

- Oh, va tutto bene... L'ho solo fatto arrabbiare, ma gli passerà, come sempre. - le sue parole però contraddicevano il tono con cui le aveva pronunciate, rendendo la menzogna poco credibile anche dietro al sorriso che l'accompagnava.

Il vecchio panda l'avrebbe capito subito, ma i poveri Finder non ne erano in grado per sua fortuna. Ridacchiarono, tornando a dormire.

Lavi scese dabbasso, uscendo fuori dalla locanda e sedendo sui gradini di legno, il dolore di Kanda impresso nella sua memoria, ugualmente disperato.

Non sapeva cosa fare, cosa pensare, teneva così tanto a Yuu ma non provava per lui gli stessi sentimenti.

Inoltre... in quanto Bookman ogni tipo di legame col mondo gli era proibito, perché lasciarsi coinvolgere inquinava la storia e minava la sua obiettività nel registrare gli eventi. Almeno questa era la posizione del vecchio, ed a sentire lui, del clan.

Lavi scosse il capo: doveva parlargli, aveva bisogno del suo consiglio. Si diresse verso il telefono nell'atrio, e vi collegò il suo golem.


Ripreso il controllo di sé, Kanda lasciò la stanza. Aveva bisogno di prendere aria, di riflettere su come venire a capo di quella situazione, da solo e in pace. Era arrivato in fondo alle scale quando colse frammenti di una conversazione. La voce che parlava era quella di Lavi, al telefono con qualcuno.

- Sì, mi hai capito bene! - stava dicendo Bookman Junior in tono alquanto agitato, sebbene parlasse quasi sotto voce. - Andiamo vecchio, ho bisogno di aiuto... Kanda, sì, proprio lui... Ha detto che mi ama, sì in quel senso dannazione, mi stai ascoltando? Non so che fare!

"Non fare assolutamente niente!" fu la risposta dall'altro capo del telefono. "Ne discutiamo appena torni."

- Con chi... stavi parlando... - mormorò il samurai come se l'avessero pugnalato. Lavi lasciò cadere la cornetta, girandosi. - A chi l'hai detto? A moyashi scommetto, per farti quattro risate alle mie spalle! - l'accusò poi con astio. Lavi scosse il capo.

- No Yuu, era Bookman. - rispose. - Io...

- L'hai detto al vecchio? - Kanda lo fissò, incredulo.

- Cerca di capire, te ne esci all'improvviso con una cosa del genere, e... - allargò le braccia in un gesto di muta disperazione. - Non sapevo che fare, che pensare, avevo bisogno del suo consiglio...

Sconvolto, Kanda uscì fuori, seguito dal giovane Bookman, e si lasciò andare sulle scale dell'ingresso, prendendosi la testa fra le mani. Non aveva mai provato tanta vergogna.

- Yuu... - mormorò Lavi; gli sedette accanto, sentendosi sempre più impotente.

- Piantala di compatirmi ho detto! E smetti di chiamarmi per nome! - Kanda era quasi sul punto di gridare, il corpo tremante sì di collera, ma anche per l'intensità delle emozioni che lo possedevano. Lavi ne incontrò lo sguardo, costernato. - Se solo potessi tornare indietro e tenere per me questa dannata follia! - inveì ancora, sbattendo un pugno sul ballatoio.

Era tornato ad indossare la sua maschera d'ira, con cui copriva tutti gli altri sentimenti che provava.

Si irrigidì di colpo, e quando si voltò verso Lavi il suo sguardo era vuoto; quando gli parlò ancora, la sua voce era solo un'eco dell'oltretomba, e Bookman Junior ne fu sgomento.

- Ignora quello che ti ho detto. Non ero in me. - disse semplicemente; quindi si voltò, rientrando nella locanda.

Una volta giunto nella loro stanza, Kanda si lasciò cadere sul letto, senza forze.

Farei qualunque cosa per cancellare questi sentimenti. Se solo mi fosse concesso di dimenticare tutto, se solo potessi avere una seconda possibilità...


Third step is BARGAINING.



Lavi tornò in camera solo molto più tardi, trovando Kanda abbandonato sul letto, ancora vestito. Non un suono proveniva da lui, eppure il giovane Bookman avrebbe giurato che fosse sveglio; tuttavia, badò a non fare il minimo rumore mentre si svestiva per infilarsi sotto le coperte. Nemmeno lui sarebbe riuscito a dormire, ma almeno ci avrebbe provato.

Come previsto, l'alba lo ritrovò esattamente come si era coricato, ed a quel punto era piuttosto inutile illudersi che il sonno sarebbe arrivato; quindi Lavi si alzò, indossò la Divisa ed uscì, scendendo nella hall in attesa degli altri.

Dopo poco anche Kanda lo raggiunse e si sedette in silenzio, sul viso la solita maschera di ghiaccio.

Sembrava più bravo di lui nel mentire, nonostante entrambi si fossero esercitati tutta la vita.

Quando anche i Finder si mostrarono nella sala comune, Lavi fece del suo meglio per rimettere insieme la propria di maschera, salutandoli con il suo sorriso più smagliante.

Sembrava tutto così normale, un Kanda contrariato e un Lavi sorridente... Se non fosse stato che il primo non rivolgeva più la parola al secondo.

Ma anche quello i Finder non potevano capirlo.

Il viaggio di ritorno in treno fu la cosa più straziante che Kanda avesse mai dovuto sopportare, con Lavi che parlava e rideva senza sosta insieme ai tre Finder.

Detestava profondamente quel lato del carattere del futuro Bookman, o forse avrebbe dovuto dire che odiava il fatto che la sua vita fosse tutta una finzione subordinata al suo essere Bookman. Lavi indossava perennemente una maschera, e recitava di volta in volta una parte predefinita.

Certo, lui non era diverso in fin dei conti, la maschera di indifferenza o di rabbia con cui celava al mondo le sue vere emozioni rivaleggiava con quelle del giovane dai capelli rossi, e il fatto che entrambi ne fossero consapevoli e riuscissero a leggersi l'un l'altro lo infastidiva molto.

No, non era esatto, lui odiava a morte che Lavi gli leggesse nel cuore, che identificasse le sue emozioni anche dietro la maschera, perché lo faceva sentire debole e indifeso con lui.

E odiava anche l'essere conscio che tutto dell'altro era falso, perché si rendeva conto di essersi innamorato di qualcuno che, di fatto, non esisteva.

- CHE. - esclamò irritato, più con sé stesso che con qualcuno dei presenti in particolare, ma l'effetto fu di troncare la discussione in corso, facendo scappare i Finder di corsa dallo scompartimento blaterando una scusa qualsiasi.

Lavi sospirò, ma nessuno dei due disse nulla, e Kanda continuò a fissare ostinatamente fuori dal finestrino.


Giunti al Quartier Generale, Kanda si presentò a Komui, consegnò l'Innocence, fece il suo rapporto come un automa, e poi sparì.

Lavi temeva che si fosse rinchiuso di nuovo nella sua stanza e non sapeva che fare, non voleva dargli alcuna falsa speranza, ma nemmeno desiderava che soffrisse così.

Bookman fu molto meno tenero, lo istruì a dovere su cosa doveva fare per dissuadere Kanda, il che includeva il non rimanere mai da solo con lui e il fare leva su orgoglio e vergogna. A Lavi non piaceva l'idea di umiliare Yuu, preferiva semplicemente evitarlo, almeno finché l'altro non se ne fosse fatta una ragione, ma il vecchio era stato categorico: se ci riprovava, doveva sottolineargli che si stava rendendo ridicolo e bla bla bla...

Lavi sospirò, e subito se ne pentì, perché Bookman lo rimproverò immediatamente.

- Smetti di pensarci! Ti deconcentra! Farai degli errori! - il giovane lo fissò mesto e l'anziano mentore continuò. - Lavi. Sei d'accordo con me che è la soluzione migliore, no? Devi scoraggiarlo in ogni modo possibile. - Lavi annuì. - Lui non è niente per te, solo inchiostro sulla carta. - un altro debole sì con il capo. - Bene. Ora finisci il tuo lavoro.


Per giorni Lavi non intravide Kanda nemmeno da lontano, ma Jerry gli disse che andava a mangiare quando non c'era nessuno, la sera molto tardi o la mattina all'alba. Alle domande insistenti del cuoco rispose semplicemente che avevano litigato e che c'era solo da aspettare che gli passasse, ma l'uomo aveva tutta l'aria di non averla bevuta affatto, anche se non gli chiese altro.

Quello che Bookman temeva non si era verificato; Yuu non aveva cercato di parlargli nemmeno una volta, si limitava ad osservarlo da lontano quando capitava, con quell'espressione di tristezza e desiderio ormai fissa negli occhi scuri.

Lavi dal canto suo, seguiva scrupolosamente le istruzioni del vecchio, mai da solo e mai cercarlo, e si domandava se fosse per quello che Yuu non lo avvicinava, o se stava solo caparbiamente cercando di dimenticare senza riuscirci.



Al sicuro nella sua stanza, Kanda si appoggiò alla porta, sbuffando. Fare rapporto non gli era mai sembrato così difficile, ma Komui gli era parso soddisfatto ed ora c'era solo da sperare che lo lasciasse in pace per un po'.

Si stese sul letto, il cuore in subbuglio, ogni pensiero rivolto a Lavi mentre i ricordi di ciascun singolo istante che avevano trascorso insieme si riversavano nella sua mente, ed anche i momenti in cui lo tormentava senza fine non gli erano mai sembrati così preziosi, adesso che li aveva perduti.

Lavi era l'aria che respirava, la sua vita era vuota senza di lui; ma ormai era tardi: lo aveva allontanato, e niente sarebbe più stato come prima.

Se solo non gli avesse palesato i propri sentimenti, avrebbe potuto continuare ad averlo al suo fianco, e questo gli provocava un senso di profonda disperazione.

Richiamò alla mente ogni maledetta volta che Lavi l'aveva abbracciato, assaporando di nuovo la sensazione, indugiando in quei ricordi, conscio che erano tutto ciò che gli rimaneva.

Oh, quanto desiderava quel tocco, quanto avrebbe voluto sfiorargli le labbra e... Si domandò come fosse l'amore tra due uomini; data la sua scarsa esperienza di sentimenti in generale, aveva solo una vaga idea della cosa.

Dopo aver passato la vita a guardare con disprezzo e sufficienza le pene d'amore degli altri, marchiando come assurdi quei sentimenti, esserne completamente preda gli sembrava così ironico...

Ormai il tempo aveva perso di significato, e Kanda trascorse interi giorni così, abbandonato alla disperazione, cercando di dimenticare e finendo invece per ricordare anche ciò che non avrebbe voluto.

Infine si rassegnò all'impossibilità di cancellare quei sentimenti, e ricominciò a seguire Lavi a distanza.


Durante un momento in cui l'oggetto del suo desiderio era in compagnia di Lenalee e dell'irritante moyashi, Kanda approfittò per recarsi in Biblioteca a soddisfare la sua curiosità sul problema che lo affliggeva.

Solo, non sapeva bene cosa cercare. Iniziò a vagare tra i corridoi, guardando qui e là, e infine decidendo di cercare tra i testi medici.

Mentre le sue dita scorrevano i volumi, una voce familiare lo fece trasalire: Bookman era lì e lo fissava incuriosito.

- E' questo il libro che cerchi. - gli disse porgendogli un volume dal titolo incomprensibile. - Quello che vuoi sapere è al capitolo tre, ti ho messo un segno.

Kanda gli rivolse un'occhiata imbarazzata, fece per domandare come lo sapeva, ma richiuse la bocca senza riuscirci. Annuì semplicemente, era abbastanza ovvio che il vecchio avrebbe immaginato le sue lacune...

Fissò il tomo: "Institutiones Theologicae" (1) recitava il titolo, di Jean Bouvier.

- E' una traduzione. - lo rassicurò Bookman. - Troverai le tue risposte.

- Grazie. - rispose secco Kanda e fece per andarsene, ma il vecchio Esorcista lo richiamò.

- Kanda. Io non so se questa sia la tua naturale inclinazione, o se si è trattato solo di un momento di follia, ma... - l'uomo fece una pausa, fissando intensamente l'Esorcista. - Faresti bene ad ignorare tutto e dimenticare, credimi.

- CHE. - fu ciò che lasciò le labbra di Kanda in risposta all'esortazione del vecchio Bookman.

Come se non ci avesse provato. Scoccò all'uomo un'occhiata significativa e si voltò, uscendo in silenzio.

Bookman sogghignò fra sé. Dopo che avrai letto non sarai più tanto sicuro di volerlo, Kanda.

Lavi vide il samurai uscire dalla Biblioteca con un libro in mano, stranamente concentrato su di esso, e si affrettò a rientrare.

Trovò il vecchio mentore seduto alla scrivania, e capì che doveva aver dato lui quel libro a Kanda.

- Che hai dato a Yuu? - chiese a bruciapelo con tono accusatorio.

Bookman sollevò un sopracciglio all'irruenza con la quale Lavi si era appena rivolto a lui; incontrò lo sguardo dell'allievo con durezza.

- Qualcosa che rispondesse alle sue domande. E a te non deve interessare. - rispose fissando il giovane dritto nel suo unico occhio, la voce severa che non lasciava spazio ad ulteriori dibattiti sull'argomento.

Lavi si morse un labbro, ma annuì senza discutere. Avrebbe messo le mani su quel libro non appena Yuu l'avesse portato indietro, anche se non era riuscito a leggerne il titolo aveva memorizzato la copertina: l'avrebbe ritrovato.


Kanda sedette sul letto, il volume chiuso stretto tra le mani, fissandolo: non che non avesse delle idee in proposito, però...

L'aprì nel punto in cui era il segno, ed iniziò a leggere.

Sodomia. Doveva aspettarsi che il vecchio non avrebbe avuto pietà, se gli aveva dato proprio quel libro c'era un motivo preciso.

Sembrava essere un trattato sulle pratiche sessuali, ed ogni atto era descritto in modo sorprendentemente particolareggiato.

Kanda impallidì man mano che andava avanti nella lettura, apprendendo ogni dettaglio che una relazione del genere avrebbe portato con sé.

Eppure non riusciva a sentire disgusto al pensiero di essere oggetto di quel tipo di rapporto, anzi si domandava cosa si provasse... Arrivato in fondo al capitolo comprese la vera ragione per cui era stato scelto quel particolare titolo: la condanna a caratteri cubitali, senza appello e senza misericordia da parte della chiesa, degli atti sessuali tra lo stesso sesso.

Ecco cos'era, una specie di manuale redatto dalla curia che elencava e condannava ogni pratica sessuale considerata impura o contro natura...

Se con questo pensava di scoraggiarlo si sbagliava, e... Notò una pagina piegata, e aprì in quel punto, rimanendo a bocca aperta mentre leggeva: quello era un suggerimento davvero crudele.

Ma sarebbe servito allo scopo, almeno per il momento. Accantonò il volume sul letto e si concentrò su Lavi, immaginando che fosse lì, accanto a lui...

Più tardi si recò a restituire il libro, ma entrando in Biblioteca si trovò di fronte proprio Lavi. Aveva calcolato che fosse a cenare, invece il giovane era lì, seduto alla scrivania, intento a leggere un grosso tomo.

- Oh, Yuu, appoggialo pure qui, lo metto a posto dopo. - lo invitò l'apprendista Bookman, ma il samurai non si mosse. - So che te lo ha dato il vecchio, e immagino anche perché, è inutile che ti fai scrupoli a mostrarmelo.

- CHE. - Kanda gli porse il volume, riluttante, e il suo viso si colorò appena.

- Yuu, non guardarmi così, sai che non è possibile. - Lavi abbozzò un sorriso triste.

- E come dovrei guardarti, dimmelo! - esclamò il giovane, la lunga coda di capelli corvini che ondeggiava per lo scatto improvviso del suo volto. - Ti amo, e non riesco ad impedirmelo! E ti desidero, e... e ti odio, perché mi hai fatto questo, perché hai spezzato Yuu Kanda, e... vorrei anche ucciderti. - scosse la testa, ricomponendosi. - Eppure non posso fare a meno di te. - aggiunse quindi in tono pacato.

- Yuu... Sai benissimo che non puoi incolpare me per come ti senti... - il giovane Bookman non avrebbe voluto affrontare quella conversazione, vedere Yuu in un tale stato di prostrazione lo turbava molto.

- TCH... Lo so... Però... se tu non fossi stato così insistente nello starmi attorno non sarebbe successo! E adesso è troppo tardi! - poggiò le mani sulla scrivania, chinandosi verso Lavi, che lo fissava addolorato. - Io...

- Yuu, ti prego, non insistere. Ti stai rendendo ridicolo. - disse infine Lavi. gli occhi dell'Esorcista Giapponese si dilatarono, riempiendosi di collera, ma non fece in tempo a replicare.

- Kanda! - l'improvvisa intrusione lo fece voltare di scatto: Bookman. - Credo sia ora che tu te ne vada. Vedo che leggere il libro non ti è servito.

- Oh, al contrario. - commentò il samurai in tono caustico mentre lasciava la stanza.

Bookman attese che la porta si richiudesse alle spalle di Kanda, quindi si rivolse al proprio allievo con aria soddisfatta.

- Ti sei comportato bene Junior. Continua a non deludermi. - ne scrutò il volto con severità, valutando le sue reazioni; Lavi annuì. - Cerca di non farti più assegnare con lui. - concluse quindi perentorio.

- Certo. - lo assecondò il giovane.

Perché stava usando la sua maschera anche con Bookman?

Appena fu solo lesse il libro che Yuu aveva appena restituito, rimanendo sconvolto da cosa il vecchio gli aveva messo in mano di proposito, con l'evidente scopo di umiliarlo.

Sospirò.

Come era potuto succedere che fossero arrivati a quel punto?


Due giorni dopo seppe che Yuu era stato mandato in missione con Allen e Lenalee, ma invece di sentirsi sollevato la notizia gli mise ansia, che nascose accuratamente dietro la sua maschera per non incorrere nelle ire del vecchio Bookman.

Si augurò che andasse tutto bene, e Yuu tornasse presto.


La città era deserta, e la calma innaturale che accolse il loro arrivo per nulla incoraggiante.

La popolazione sembrava essere scappata via da molti giorni a giudicare dalle condizioni delle strade, e dal numero degli edifici crollati la cosa era senz'altro imputabile ad un attacco di Akuma.

Esplorarono i dintorni, quindi fecero base in uno dei palazzi scampati al disastro.

Allen osservava Kanda dare indicazioni ai Finder, scambiare informazioni, esaminare edifici... Gli sembrava assolutamente il solito, gelido, bastardo senza cuore.

Eppure Lenalee gli aveva raccontato di come si comportasse in maniera molto strana da un po' di tempo... Forse era solo più arrabbiato col mondo del solito, concluse.

Dopo non molto si accorsero che il posto non era del tutto abbandonato, vedevano teste far capolino fra le macerie spiandoli in distanza. I Finder andarono a parlare con alcuni di loro, raccogliendo notizie sull'attacco e sull'Innocence, e con un briciolo di fortuna riuscirono a tracciare un'area all'interno della quale essa avrebbe dovuto trovarsi: l'indomani l'avrebbero certamente recuperata.

Cenarono con quel poco che i Finder erano riusciti a procurarsi, e Kanda consumò il suo cibo in silenzio, andandosene a dormire subito dopo aver finito. Come sempre.

Allen non ci vedeva proprio niente di insolito. Si era anche lamentato di dover dividere la stanza con lui, esattamente come ogni volta che capitava.

Il mattino dopo quando Allen si svegliò, Kanda non c'era già più, e il giovane Inglese lo trovò che aspettava impaziente nell'atrio, come al solito. Non capiva proprio perché Lenalee gli avesse chiesto di tenerlo d'occhio.

Raggiunsero la zona stabilita, ma non appena ebbero scoperto dove si trovava l'Innocence furono attaccati, anzi circondati. La quantità di Akuma che erano improvvisamente comparsi era davvero spropositata per la scarsa importanza del frammento da recuperare.

O forse gli era sfuggito qualcosa? Kanda tuttavia sembrava entusiasta della cosa, volteggiava nell'aria da un Akuma all'altro facendoli a pezzi in sequenza, Level 1 o Level 2 poco importava.

Allen e Lenalee fecero altrettanto, fino a che non udirono un grido provenire dalle macerie sotto di loro.

Kanda lanciò una rapida occhiata verso la fonte del suono, e vide un guizzo di capelli rossi spostarsi per scappare: fu più che sufficiente a distrarlo.

Dimentico del mostro di fronte a sé gli scoprì il fianco muovendosi per raggiungere la gente in pericolo. E fu colpito, sotto gli sguardi increduli di Allen e Lenalee.

Fu colpito in pieno, e sul volto gli comparve una smorfia amara, mentre insisteva a combattere anche in quelle condizioni.

Yuu Kanda non si dava per vinto, mai. Atterrò nel punto in cui aveva visto far capolino gli abitanti superstiti, sanguinante, ergendosi a difesa contro l'Akuma che stava piombando su di loro.

- CHE. - sibilò mascherando una smorfia di dolore.

Incrociò per un attimo lo sguardo atterrito di quella gente. Poi vide che il ragazzo dai capelli rossi si era mosso, rannicchiandosi dietro di lui.

Kanda gli fece da scudo, spazzando via i due Level 1 superstiti con la prima illusione di Mugen.

Quindi, senza aspettare ringraziamenti, voltò le spalle a quella gente preoccupandosi solo dell'Innocence, ed una volta che l'ebbe in mano, si diresse all'edificio che avevano usato come base.

Allen e Lenalee si guardarono sconcertati: avevano davvero visto Kanda difendere volontariamente quelle persone rischiando la sua vita?

Lasciarono ai Finder il compito di rassicurare gli scampati, e seguirono subito l'Esorcista Giapponese, preoccupati per la gravità delle sue ferite.

Ma quando lo raggiunsero si era già bendato da solo, e sedeva contro il muro in un angolo della stanza, pulendo Mugen. Sembrava stare benissimo.

Lenalee scambiò un'occhiata con Allen e sparì nella stanza accanto, rassicurata dalle condizioni di Kanda. Il giovane Inglese entrò nella camera che avrebbe dovuto dividere con l'altro Esorcista, iniziando a spogliarsi.

- Kanda? - azzardò; nessuna risposta. - Stai bene? Non credevo che avresti protetto quella gente. Il freddo e insensibile demone rivela infine di possedere un cuore? - ridacchiò cercando di sdrammatizzare.

Il samurai alzò lo sguardo; sembrava sofferente, ma era normale essendo stato ferito.

- E' stato solo un caso. - affermò gelido. - Quando l'Akuma mi ha colpito sono finito davanti a loro. E comunque non sono affari tuoi moyashi. Ora sta' zitto lasciami in pace.

- Il nome è Allen! Allen! - protestò il giovane Inglese come ogni volta che veniva chiamato con quel nomignolo. - Non sarà invece per quel ragazzo con i capelli rossi? - l'altro Esorcista lo guardò con ferocia, serrando la mascella. - Ti sei distratto a causa sua... E' successo qualcosa tra te e Lavi e ti sentivi in colpa, è per questo che l'hai protetto, vero?

- Dovrei ucciderti per quello che hai appena detto, moyashi. - sibilò Kanda, il tono tagliente e la voce carica di rabbia. - Io non ho niente a che fare con nessun maledetto idiota dai capelli rossi. Piantala di immischiarti nei miei affari con quella tua nauseante aria preoccupata da incapace! E ora vattene, prima che ti uccida davvero.

Allen rimase senza parole cogliendo quanto profondo fosse l'odio nella voce di Kanda. Doveva realmente essere successo qualcosa di grave tra lui e Lavi, anche se non immaginava cosa potesse essere, ma intanto una cosa era certa: lui non voleva dormire nella stessa stanza con l'Esorcista Giapponese quella notte.

Indietreggiò, guadagnando prontamente il corridoio, ma non si allontanò subito, si appostò per sbirciare dentro: Lenalee si era tanto raccomandata di controllare che il samurai stesse davvero bene.

Lo spettacolo che si parò davanti ai suoi occhi lasciò Allen sgomento: Kanda aveva posato Mugen in terra al suo fianco, abbandonandosi contro la parete, l'espressione profondamente sofferente, negli occhi una luce disperata. Poi aveva chinato il volto in avanti, la lunga frangia che gli copriva gli occhi e un angolo della bocca piegato in una smorfia amara, e...

Allen sbatté più volte le palpebre, vedendo una scia umida solcare prima una guancia del giovane e poi l'altra, mentre giaceva lì come morto.

Kanda stava... piangendo? Impossibile.

Allen continuò a guardare, pietrificato, mentre Kanda si portava una mano al viso, sollevando la testa al cielo con un ghigno terribile sulle labbra.

Tremando, l'Esorcista Inglese strisciò via, intenzionato ad intrufolarsi nella stanza di Lenalee.


Kanda rise mentalmente di sé stesso, e la sua bocca s'incurvò appena.

L'insopportabile Inglese aveva ragione, non aveva fatto altro che pensare a Lavi, ogni fottuto istante di quella maledetta missione; era colpa sua se si era distratto, sua se l'avevano colpito, sempre sua se ora giaceva in terra ferito e disperato.

Eppure continuava a richiamare alla mente quei ricordi, a sognare di lui, a desiderarlo disperatamente...

Una lacrima gli sfuggì da un occhio, subito seguita da una seconda dall'altro, e Kanda si coprì il volto, mentre la sua maschera andava in pezzi miseramente e i suoi lineamenti distorti in una smorfia crudele.

Si asciugò quelle lacrime, abbandonandosi sul letto, ancora una volta sconfitto.


Forth step is DEPRESSION.





NOTE:

(1) Institutiones Theologicae, prima stampa nel 1817. L'opera originale è in latino, ma ne è stato tradotto un estratto, la Dissertatio in sextum decalogi præceptum, che è una specie di manuale per confessori relativo alle questioni sessuali. L'estremo dettaglio delle descrizioni delle pratiche condannate ne ha fatto un "classico" della letteratura erotica, garantendogli infinite ristampe, le cui motivazioni probabilmente non avrebbero fatto felice il reverendo padre autore del testo.

Il cap. III, art. II, tratta della sodomia.




@Ermellino: Mi sono chiesta tante volte come reagirebbe Lavi ad una cosa del genere non essendo lui quello che palesa i propri sentimenti, ma soprattutto come Kanda affronterebbe un rifiuto. Specie dopo essere stato praticamente costretto a confessare quello che prova. Kanda non è abituato a gestire i sentimenti, anzi si adopera costantemente per sopprimerli; esserne completamente preda per lui è senza dubbio devastante, perché non li accetta e in parte nemmeno li capisce. La reazione di questo tipo di persone quando perdono il controllo della vita metodica che si erano costruiti è appunto il completo caos emotivo...


@NemuChan: Felice che ti sia piaciuto il capitolo e di essere riuscita nell'intento di trasmettere il grado di tormento interiore di Kanda^^ Come spiegavo ad Ermellino, avendo buttato un occhio sul tipo di reazioni che hanno di solito i soggetti abituati a reprimere le emozioni quando ne perdono improvvisamente il controllo, mi sono resa conto che la cosa si applica perfettamente anche a Kanda. Triste a dirsi, ma lui è il soggetto perfetto che ogni psichiatra vorrebbe studiare u_u Ricalca a perfezione i sintomi del disturbo da personalità masochista, tanto per dirne una... Per questo penso che abbia tanto bisogno di Lavi al suo fianco (persa senza speranza per LaviYuu) XD

@Valerya90: In realtà Kanda era certo di essere rifiutato, per quello non voleva dire nulla, ma messo alle strette come suo solito è esploso, consegnandosi ad una situazione straziante che lo divora piano piano^^

@Rebychan: Concordo XD Tutti e due devono rendersi conto di essere fatti l'uno per l'altro! E pure la Hoshino *annuisce*

Kanda è talmente estremo con i suoi comportamenti che anche quando cerca di coprire i sentimenti che prova finisce per farsi del male da solo... Questa cosa del soffrire in silenzio poi, piuttosto che esporsi anche un minimo...

@Ocatarinetabelasciscix: Povero Lavi, anche lui va capito^^ Si ritrova proprio Kanda, il suo migliore amico cui vuole bene, l'ultima persona al mondo che pensava potesse provare sentimenti per qualcuno, che gli dice di essere innamorato di lui... Per forza che non sa che diamine dire o fare, è una situazione ingestibile anche per uno come Lavi^^

E come volevasi dimostrare, Kanda supera le cose facendosi ancora di più del male... Comunque Lenalee si renderà utile, promesso XD Amo la Lenalee che intrallazza per “aiutare” i suoi due amici XD

   
 
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