ma tranquilli risponderò al prossimo capitolo! ^__^
fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! vi voglio bene, grazie per continuare a supportarmi, la continuazione di questa fic dipende soprattutto da voi! un bacione! ci vediamo alla prossima!!!
aggiornamento alla prossima settimana (spero!)
♥Capitolo Otto♥
~ Apatia e Preparativi per il Ballo ~
Due mesi.
Due
maledettissimi mesi erano passati e nulla era cambiato, anzi forse le cose
erano addirittura peggiorate.
Settembre
aveva lasciato il posto ad Ottobre, e mentre le foglie cadevano inesorabilmente
affinché un nuovo ciclo della natura si compiesse Novembre era giunto alle
porte portandosi i primi fiocchi di neve. Adesso anche Novembre stava per
finire per far si che Dicembre e la neve perenne prendessero il posto.
La
situazione tra due noti studenti appartenenti a Grifondoro e Serpeverde era la
seguente: ignorarsi fino allo sfinimento.
Per lo
meno per una era così, l’altro invece non era per nulla d’accordo con questa
decisione obbligata e mal accettava la cosa passando così la maggior parte del
tempo imprecando verso la ragazza.
Più di
una volta Scorpius aveva cercato di avvicinarsi a Rose nel tentativo di
chiarirsi, di parlarle ma inutile dire che lei l’aveva sempre evitato o
cacciato via malamente. Al che il giovane rampollo di casa Malfoy si era
stancato e l’aveva assecondata, troppo orgoglioso e testardo per umiliarsi
ulteriormente.
Questa
mal sana decisione di ignorarsi per il resto dei loro giorni, era stata accolta
con stupore e preoccupazione da parte dei loro amici, che abituati fin dal
primo anno a vedere i due ragazzi offendersi e schiantarsi per le più innocue
sciocchezze ora osservavano quasi con terrore questo loro ‘non rivolgersi la
ben che minima parola o insulto, senza nemmeno perdere tempo a guardare
l’altro’. Purtroppo questo cambiamento non aveva giovato a nessuno, soprattutto
a Rose e Scorpius che soffrivano in un dignitoso e nascosto silenzio.
Rose
aveva perso tutta la sua vivacità e spirito di competizione, abbandonandosi ad
un stato di apatia fatto di finti sorrisi e lacrime interiori. Tristan, Mary,
Lily e Dominique non sapevano più come prenderla, cercavano di starle accanto
ma il suo umore era troppo lunatico per avere un qualsiasi rapporto civile
persino con il suo migliore amico Albus Potter dal quale si era allontanata
sempre di più.
Le
giornate di Rose erano fatte di lezioni mattiniere, un veloce pranzo scambiando
solo qualche parola giusto per tenere in allenamento la voce con gli amici di
sempre e poi tutto il pomeriggio in biblioteca fino a quando non usciva la sera
tardi completamente intontita per coricarsi senza degnare di uno sguardo
nessuno.
La
ragazza sapeva che si stava comportando da schifo, odiava trattare così i suoi
amici, odiava sentirsi così debole e fragile, ma soffriva come un cane e tutto
per colpa di Scorpius Malfoy.
Non che
il giovane Serpeverde se la passasse meglio.
Il
ragazzo infatti si era rinchiuso nel suo bozzo di freddezza e impenetrabilità.
Rispondendo a grugni e monosillabi agli amici, i quali esasperati dal suo
comportamento non facevano altro che provocarlo sperando in una qualche
reazione anche di tipo violento. Inutile dire che i loro sforzi fallivano in
quanto Scorpius se ne andava via e non tornava fino a notte fonda.
Ashley
più di una volta si era introdotta nel suo letto e Scorpius all’inizio
accettava la cosa cercando in lei una sorta di “distrazione”, ma le scopate con
la Smith erano violente e rapide, e non riuscivano nel loro intento così il
biondo aveva messo fine alla cosa sbattendola malamente fuori dalla porta ogni
qualvolta gli si avvicinava.
«Rosie...»
chiamò Lily titubante, venerdì durante la cena. Inutile dire che la rossa non
diede segno di averla sentita visto che non staccò lo sguardo dal libro che
stava leggendo lasciando che il cibo sulla forchetta precipitasse
inevitabilmente sul tavolo.
«Rose!»
la richiamò più forte
«mmm?»
spazientita Lily le prese da sotto gli occhi il libro scaraventandolo malamente
lontano e colpendo un povero Tassorosso che passava per sua sfortuna da quella
parte.
«Ehi!» si
lamentò Rose ma lo sguardo che la cugina le lanciò le fece morire sul nascere
qualsiasi altro tipo di protesta.
«ok, ora
ascoltami! Non so che ti sta succedendo ma devi smetterla di fare la zombie!
Non è da te! Non è da Grifondoro! Tu domani vieni a Hogsmeade con noi! Non
sento obiezioni!»
Replicò
infuriata Lily mente Mary e Tristan annuivano convinti.
«Oh no!
Ho un sacco di cose da fare...e poi perché proprio domani?»
«Pronto
tesoro! Tra due settimane c’è il Ballo d’Inverno!»
«il
Ballo? Mancano solo due settimane?» Rose li fissò sconvolta. Possibile che
erano passati già due mesi da quando lei non rivolgeva più la parola...non
riusciva a pensarlo nemmeno quel nome.
«Tesoro
siamo a dicembre...rammenti?» disse dolcemente Tristan, la rossa annuì poco
convinta.
«Hai
bisogno di un vestito! Non sento ragioni!» esclamò Lily con una tale
determinazione che Rose non osò replicare. Forse le avrebbe fatto bene, uscire
dal castello e soprattutto dal suo bozzo di apatia. Perché lei non si stava
comportando per niente da Rose Weasley, lo sapeva, doveva riappropriarsi della
sua identità e fare una cosa frivola come quella di cercare il vestito per il
ballo era pur sempre un inizio.
«Fa
freddo, torniamo dentro?» si lamentò Rose Weasley i cui buoni propositi di
reagire al suo stato di totale inerzia erano andati a farsi benedire non appena
aveva visto il mantello bianco steso su tutta Hogsmeade e dintorni.
«Piantala
Rosie! Abbiamo una missione da compiere!» la zittirono in coro Dominique e
Lily. Le due cugine quando si parlava di shopping diventavano peggio di
generali d’acciaio.
La rossa
sbuffò indispettita e si strinse ancora di più nel suo cappotto nero
stringendosi al collo la sciarpa di lana regalatagli dalla nonna per lo scorso
natale.
«Ragazze
che ne dite di entrare un attimo al Paiolo Magico? Prendiamo qualcosa di
caldo...dai» suggerì gentile Mary, a quella richiesta dolce e a quel faccino
tenero le sue assatanate di shopping non seppero resistere a diedero il
consenso.
I Tre Manici di Scopa era come sempre affollato e l’atmosfera era di quelle più vivaci e
gioiose e si sentiva nell’aria il Natale che avanzava.
Rose si
ficcò dentro il pub stringendosi a Mary e Lily mentre Dominique andava ad
ordinare e a prendere dei posti.
«Fratello!»
urlò allegra Lily staccandosi da Rose e andando verso il moro che si alzò per
abbracciarla. La rossa fece percorrere lo sguardo fino al tavolo dove si
trovava Lily e dovette mordersi la lingua per non farsi sfuggire un gemito.
Il tavolo
era quello dei Serpeverdi e accanto a suo cugino Al se ne stava con
l’espressione imbronciata le mani ficcate nelle tasche il suo migliore amico
ovvero Scorpius Malfoy.
Come se
avesse avuto un sentore Scorpius si voltò di scatto verso l’entrata e focalizzò
la sua attenzione su Rose Weasley. Ancora una volta il mare calmo e quello in
tempesta si scontrarono azzerando i battiti cardiaci di entrambi e
catapultandoli in un mondo che iniziava e finiva con loro due.
Poi la
rossa distolse lo sguardo e la magia finì.
«Mary
ascolta qui è troppo caldo, io esco per cinque minuti, torno subito, ok?» disse
facendo un sorriso sforzato e uscì senza dar tempo all’amica di ribattere.
«Ragazzi
io torno subito, vado a fumarmi una cicca!» esclamò con fare sbrigativo il
biondo lasciando i suoi amici sbalorditi, visto che era la frase più lunga che
gli avessero sentito dire da due mesi a quella parte.
Scorpius
si precipitò fuori. Lo sguardo argenteo vagò per le strade immacolate e
vorticanti di neve, non c’era traccia di lei. Si era volatilizzata ancora una
volta.
Sbuffando
infastidito Scorpius si voltò e si infilò nel vicolo piccolo e stretto accanto
al pub per fumarsi la sua sigaretta al riparo dal freddo.
Ma non
riuscì nemmeno ad accenderla perché le cadde silenziosamente sul manto soffice
e candido che copriva la strada quando vide Rose Weasley spalle al muro che si
alzavano e abbassavano ad un ritmo pazzesco, gli occhi chiusi e le labbra
vermiglie dischiuse. Era incredibilmente bella anche così pensò amareggiato
Scorpius.
Rose aprì
gli occhi e si ritrovò Scorpius che la fissava. Smise di respirare, il suo
cuore aveva smesso di battere. Era in trappola, eppure lei era contenta così.
Forse lo sperava in cuor suo che lui trovasse il modo di metterla con le spalle
al muro in modo da costringerla a dirgli la verità che non aveva il coraggio di
urlare.
Fallo Scorpius, Fallo. Pensò disperata Rose. Chiedimelo, costringimi! Urlava il suo
cuore.
Il biondo
dischiuse le labbra sottili e sensuali, che Rose aveva sognato di poter
baciare, di poterne assaggiarne il gusto. Scorpius sembrò tentennare, gli occhi
di Rose si incendiarono, ma poi il Serpeverde richiuse di scatto la bocca e se
ne andò lasciandola sola.
Rose
rimase lì paralizzata, troppo sconvolta per muoversi, i suoi piedi non
rispondevano più ai suoi comandi, in compenso aveva iniziato a tremare, si
strinse nelle braccia ingobbendosi. L’aveva
forse perso per sempre? Si chiese e trattenendo a stento le lacrime rientrò
nel bar sperando che nessuno la guardasse negli occhi riuscendo a capire
l’oblio in cui era precipitata.
Dominique
Weasley stava cominciando ad innervosirsi. Non era mai stata un persona
paziente, acuta, dolce ma paziente non rientrava nel suo vocabolario. Era ormai
da dieci minuti che se ne stava in piedi accanto al bancone del Tre Manici di Scopa ad
aspettare quattro dannatissime Burrobirre che stavano tardando ad arrivare. Dannazione! ma dove cavolo sono andate a
fabbricarle quelle Burrobirre!? Pensò altamente irritata.
«Ehi
piccola! Che ci fai qui tutta sola?» domandò una voce melliflua alle sue
spalle. La bionda non si degnò nemmeno di voltarsi. Sapeva a chi apparteneva
quella voce.
«Flitt!
Evapora!» George Flitt apparteneva a Serpeverde, era all’ultimo anno e giocava
come Battitore per la squadra, si credeva un gran rubacuori e aveva avuto la
brillante idea di provarci con Dominique fin dal suo primo anno, inutile dire che
ogni volta aveva fallito miseramente in quanto la ragazza aveva un scarsissimo
livello di pazienza, ma questo George non sembrava averlo compreso appieno,
visto che si trovava accanto a lei ad alitarle sul collo con fare malizioso.
«Flitt,
che cosa non capisci del concetto ‘evapora!’?» disse a denti stretti la biondo
senza smettere di non guardarlo.
«dai
Weasley lo sappiamo entrambi che vorresti addosso, non serve a nulla fare la
difficile!» disse tranquillo afferrando la Corvonero per il polso e
strattonandola malamente verso di se.
«Flitt mi
fai male! Mollami!» urlò indispettita Dominique.
«Ti
concedo un secondo per lasciarla Flitt, dopo di che ti ritroverai con il culo a
terra!» fece una voce calda e rabbiosa alle spalle dei due. Dominique si voltò
e sospirò di sollievo. James Sirius Potter era dietro di loro, l’espressione
cupa e adirata.
«Ehi
Potter fatti un po’ i cazzi tuoi!» rispose con un sorrisino irriverente George,
James non ci pensò un momento e assestò un poderoso gancio in piena faccia del
Serpeverde che barcollando per la sorpresa mollò Dominique e cadde a terra
tenendosi il naso.
«questo è
solo un assaggio! Comprendi Flitt?» fece James ora decisamente divertito
puntando contro il Serpeverde la sua bacchetta. George annuì in fretta e cercò
di alzarsi ma cadde rovinosamente al suolo accendendo le risa attorno a lui.
«Te la
farò pagare Potter! Ci vediamo sul campo!» ringhiò Flitt appena riuscì a
mettersi in piedi e allontanandosi in fretta.
«Non vedo
l’ora Flitt!Prenota già la barella!» li gridò di rimando il maggiore dei Potter
divertito, per poi voltarsi verso la cugina l’espressione di nuovo seria.
«Dom,
tutto ok?» domandò gentile sistemandole una ciocca bionda dietro l’orecchio, la
Corvonero abbassò lo sguardo a disagio, cosa assai rara per lei.
«s-sì,
grazie James!» sussurrò, il ragazzo sospirò sollevato, e Dominique sentì il suo
respiro dolce e caldo soffiarle delicatamente sul volto e provò la sensazione delle
farfalle nello stomaco.
«Jamie?che
fai, andiamo?» chiese allegra la sua ultima conquista, Jessica Baston,
Cacciatrice della squadra di Grifondoro. James le sorrise e si alzò, era alto
almeno una ventina di centimetri in più della cugina.
«Ci
vediamo scricciolo!» la salutò allegramente James mettendo un braccio intorno
al collo della Baston e allontanandosi, lasciando la cugina che lo guardava
andarsene con espressione stranamente triste sul volto.
«Io non
capisco!» esclamò esasperata Lily Potter osservando le sue due cugine
preferite, non che migliori amiche, sedute sulle poltroncine del negozio di
abbigliamento entrambe con un espressione che si addiceva meglio al funerale
della prozia Muriel, che ad una giornata di shopping con le amiche.
Mary
osservava le due ragazze anche lei con espressione sconcertata non sapendo bene
cosa dire.
«cosa
non
capisci, Lily?» chiese con tono innocentemente confuso la rossa.
La minore dei
Potter fece un verso a metà fra l’incazzato e lo stizzito.
«voi due!» sbottò
puntandole il dito contro come se fosse una maledizione, indicando
prima una e
poi l’altra «mi state facendo innervosire! Che sono quelle
arie smunte da
funerale? Eh!» Mary guardò la quattordicenne con
espressione spaventata, Lilian Luna Potter aveva iniziato con una delle
sue lavate di capo che erano più
efficaci delle sue famose fatture Orcovolanti che aveva ereditato dalla
madre.
«insomma è chiedere troppo una giornata di relax e
divertimento senza che voi
due andiate in giro con l’aria di due depresse croniche? Ma che cazzo succede?! Siamo qui, insieme per
cercare un vestito per il Ballo e divertirci e voi due non riuscite a pensare a
nient’altro che non siano i vostri drammi personali! Di cui tra l’altro non ci
volete neppure mettere al corrente! Beh lo sapete che comportamento è questo?
Ve lo dico io! È...è da EGOISTI!» disse assumendo un posa indignata «ecco cosa
siete due egoiste!» concluse infilandosi nel camerino.
Mary
guardò le due amiche con un espressione che voleva dire
‘sono-assolutamente-d’accordo-con-lei! E-sapete-benissimo-che-ha-ragione!’
Dominique
e Rose rimasero a bocca aperta, completamente spiazzate. Avevano la tipica
espressione di chi ha appena ricevuto un botta in testa e non sa da che parte è
arrivata. La loro piccola e energica cuginetta aveva perfettamente ragione,
loro erano lì per divertirsi e non certo per piangersi addosso.
Rose si
sentiva uno schifo, già di quanto non lo fosse già, le sue amiche avevano fatto
così tanto per lei organizzando questa giornata in modo che si risollevasse e
uscisse da quello stato d’apatia, lo avevano fatto per lei, e come le ripagava?
Piangendosi addosso e isolandosi nel suo mutismo? No. Lily aveva ragione,
doveva reagire.
Dominique
guardò per istante Rose, stavano pensando la stessa cosa, era stata lei insieme
a Lily e Mary a pianificare questa giornata di shopping per cercare di aiutare
Rose e invece cosa aveva fatto lei? Si era esclusa e non faceva che pensare ai
suoi problemi. Una Weasley non si comporta così. Contemporaneamente si alzò
insieme a Rose e si diressero nel camerino di Lily dove la ragazza stava
provando un vestito color magenta.
«Lily...»
iniziò Dominique, la Grifondoro guardò le cugine attraverso lo specchio che
aveva di fronte silenziosa in attesa.
«...quel
colore è orribile su di te!» finì Rose fintamente seria, la Corvonero annuì
«...inoltre questo vestito ti fa sembrare una grossa caramella alla fragola,
tesoro vieni ti aiuto io a trovarne uno adatto!»
«seriamente
dove l’hai pescato quel vestito?» disse Rose con lo sguardo orripilato. Lily
rise felice e abbracciò le due ragazze che la strinsero forte.
«Siete
tornate!» disse fra le risa.
«Perdonaci
Lily!» disse Dom da sopra la testa rossa di Lily «sì scusaci!» confermò Rose
guardandola con un sorriso, vero, dopo tanto tempo.
«su
avanti abbiamo un sacco di lavoro da fare!» le interruppe Mary, le tre cugine
annuirono serie «Lily fa strada, vediamo che vestiti hanno!» dichiarò Dom,
seguita dalle altre due.
Scorpius,
insieme a Edward e Albus entrarono nel negozio di vestiti per farsi fare un
abito su misura.
Edward e
Albus si diressero verso il reparto uomo ben decisi a trovare un frac. Mentre
il primogenito dei Malfoy si aggirava per il negozio ancora un po’ indeciso.
Qualcosa di bianco passò nel suo raggio d’azione, fu come se un lampo avesse
attraversato la stanza per poi sparire, il biondo lo seguì con lo sguardo.
Una Rose
Weasley allegra e spensierata stava camminando a passo di danza con indosso uno
splendido e semplice vestito bianco i capelli volteggiavano nell’aria e lei
rideva divertita insieme alle sue amiche e non aveva notato che un certo
biondino la fissava rapito.
Si era sbagliato, in quel momento Rose Weasley era incredibilmente bella.
[continua...]