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Autore: Summerbest    02/04/2010    7 recensioni
Seguito di Last Tears 2.
Tra Jack ed Alexis non vi è più lo stesso rapporto di prima, la ragazza è stata ferita dall'ultimo comportamento del fratello, ed in seguito ad una brutta lite i due non si rivolgono più la parola.
Inoltre un nuovo pericolo è imminente, e Jack dovrà fare i conti con un misterioso nemico, mentre Alexis sarà anche intenta a scoprire il segreto di John.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Last Tears'
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Ahoy! Che bello tornare a scrivere dei pirati dopo tanto tempo^^
Ecco a voi il… terzo Last Tears!!!
Alcune cose da anticipare:
1- questo Last Tears intendo incentrarlo soprattutto su Jack
2- intendo farlo più “piratesco” e meno “soprannaturale”
3- possibile inserimento di due nuovi personaggi, che comunque non andranno oltre questa storia
In ogni caso sono aperta alle vostre idee, nel caso pensiate sia necessario l’inserimento di qualcosa in particolare^^
Ringrazio Fannysparrow, Imperfect_angel, Rebecca Lupin, chirkin, LadyKiki90,victoriavandort e emmawh per le recensioni dell’ultimo capitolo di LT 2: GRAZIE!!!
Spero vi piaccia quest’inizio, buona lettura!!!



Last Tears 3: The Death Threat




Capitolo 1



Orgoglio Ed Egoismo




Ero persa nei miei pensieri, con lo sguardo assente fisso in un punto preciso. Contemplavo la raffinata tazza in porcellana sotto i miei occhi, il fumante the caldo la scaldava, ancora ad una temperatura troppo alta per essere bevibile. Con il cucchiaino in mano sinistra mossi la bevanda ambrata, provocando un lieve tintinnio che accompagnò quel lento gesto rotatorio. Attraverso quel semplice liquido un viso familiare ricambiava il mio sguardo, apparendo ancora serio e composto dopo l’ultima discussione.
No, non ero impazzita al punto di vedere Jack in una tazza di the, l’unico motivo della mia “visione” era che non riuscivo a non pensare alla nostra ultima discussione, e a ciò che aveva portato. Avevamo usato un tono duro accompagnato da tante bugie pronte a ferire entrambi. Tutto ciò non aveva affatto giovato al nostro rapporto fraterno, ed ora nessuno dei due voleva anche solo rivolgere la parola all’altro.
ed ora come faccio?
A breve sarei dovuta tornare sulla Perla, da Jack. Avrei dovuto incontrare il suo sguardo corrucciato ed udito le sue parole che non mi avrebbero più riguardata per un incerto lasso di tempo. Dovevo essere io la sola a provare rabbia dei due, ero io quella che era stata ferita da tutte le cose omesse da Jack, dalla strana e misteriosa promessa con John e dalle mille bugie che circondavano il tutto. Eppure anche Jack era arrabbiato: perché? Credo fosse per tutto ciò (in parte falso) che era fuoriuscito dalla mia bocca durante il litigio. Lo avevo trattato male, ed ora anche lui pretendeva delle scuse.
Ancora rivivevo l’istante in cui avevo deciso di far scalo a Port Royal, per passare qualche giorno con mia madre. Dopo la storia di Adrien tutti noi avevamo bisogno di una pausa, quindi ne approfittai per cogliere quell’occasione al volo e prendermi una pausa anche da mio fratello. Non sapevo dove invece possono aver passato quei giorni i pirati della Perla, anche se sospettavo avessero speso il loro tempo in qualche fugace incontro a Tortuga.
Jack non mi ha accennato nulla al riguardo
E di cosa mi meravigliavo? Se non mi parlava non mi poteva dire dei suoi piani. Avevamo comunicato solo quando eravamo obbligati a decidere il tempo della mia assenza: tre giorni, ed al passare di questi la Perla sarebbe tornata a riprendermi con sé.
ed il suo Capitano con essa
In cuor mio sapevo che Jack non era così meschino da non venire, eppure continuavo a non averne la totale certezza. Sicuramente anche lui in quell’istante si sarà posto la mia stessa domanda: tornerà davvero?
<< Alexis? Mi stai ascoltando? >>
Mi destai dai ricordi, venendo richiamata da mia madre, che avvolta nel suo maestoso ed appariscente abito color crema mi fissava attonita. Ero stata assente per così tanto tempo che neppure avevo a mente l’ultima frase pronunciata dalle due. Mia madre sembrò accorgersene, infatti, appoggiò la sua tazzina di the sul tavolo, abbandonando l’idea d’intraprendere un discorso con quella lunatica di sua figlia. Il vento autunnale sembrò spazzare via anche la sua voglia di chiacchiere. Entrambe ci limitammo ad ammirare l’ambiente attorno a noi, beandoci del panorama visibile dalla terrazza che ci ospitava per quella serata improvvisata.
<< poco fa ti ho chiesto se rimani ancora qualche giorno o parti già quest’oggi >>
Ruppe il silenzio. Io posai il cucchiaino al lato della tazza, rendendomi conto che tutti quei pensieri mi avevano chiuso lo stomaco e fatto passare la mia voglia di the.
<< come vi ho già detto la partenza è prevista per oggi, precisamente per ora >>
Spiegai, accompagnando quella che poteva sembrare una brusca risposta con un dolce sorriso. Riportai alla mente le raccomandazioni di Jack: sarei dovuta andare alla Perla quando il cielo iniziava a scurirsi, non abbastanza buio per i manigoldi ma abbastanza tardi per limitare l’afflusso di gente. Inoltre avrei dovuto proseguire oltre il porto, in una zona nascosta da guardie, poiché una nave pirata a Port Royal non sarebbe di certo passata inosservata.
Notai l’annuire di mia madre, rallegrandomi al pensiero di non doverla pregare per lasciarmi andare.
<< a presto >>
La salutai avvolgendola in un caldo abbraccio subito ricambiato.
Abbandonai la terrazza, affrettandomi su per le scale. Raggiunsi la mia stanza, recuperando il mio bagaglio ed aggiungendoci all’interno qualche cianfrusaglia a cui ero particolarmente legata. Saltellai fino all’uscio, voltandomi in un ultimo silenzioso saluto a quello che in quei tre giorni era stato un ottimo rifugio per pensare.
Corsi giù per le scale, salutando e promettendo ancora una volta un mio ritorno al più presto.
Non ero sicura di voler perdonare Jack molto facilmente, questa volta non intendevo lasciargliela passare liscia come se nulla fosse. Anche se ciò significava vivere un lungo viaggio senza rivolgergli parola.
spero in delle sue scuse? Sono proprio un’illusa
Entrambi eravamo troppo orgogliosi per cedere al volere dell’altro, nessuno dei due avrebbe dato le proprie scuse senza prima esser stato minacciato di morte.
forse non passeremo un lungo viaggio ignorandoci, forse passeremo tutto il tempo a litigare
Allettante più di un voto del silenzio.
M’incamminai per la strada, affiancata dal mare da un lato e tante casupole dall’altro. Avevo da poco raggiunto e superato il ponte, venendo accarezzata più volte dal freddo vento di stagione. Più che ad una carezza assomigliava ad un getto d’acqua ghiacciata. Rabbrividii, con alcune ciocche corvine che m’impedivano una chiara visione del tragitto ed il vestito addosso che ogni tanto s’alzava lasciando raffreddare anche le gambe spoglie. Il cielo grigio prometteva pioggia, ed io già m’immaginavo in una veloce corsa tra pozzanghere e fossi. L’abito signorile color azzurro che indossavo non mi dava per nulla un’aria da pirata, e sotto la pioggia, totalmente fradicia, sarei stata ancora più irriconoscibile di quanto non ero già.
la prima cosa che farò tornata a bordo è cambiarmi
Proseguii lungo una discesa rocciosa, stando ben attenta a dove mettevo i piedi. Dovetti levare le scarpe con il tacco e tenerle in mano, mentre scendevo a piedi nudi da una roccia all’altra.
Saltai dall’ultimo ostacolo per la mia incolumità e raggiunsi la destinazione, tornando ad ammirare, dopo tanto tempo, la Perla Nera.
con quel nuvoloso fondale ha un’aria quasi inquietante
<< ma guarda che bella ragazza, Stue >>
Un malizioso vocione maschile mi mise in guardia. Proveniva da dietro di me. Estrassi un semplice coltello dal piccolo bagaglio e, voltandomi di scatto, lo puntai contro quelli che già consideravo come dei pervertiti di passaggio. I loro sorrisi svanirono non appena si resero conto di non aver davanti l’indifesa dama che credevano. La mia espressione ostile invece rimase sul viso, mentre abbassavo l’arma.
<< Miss Sparrow >>
Esclamò uno di loro, dando prova di avermi riconosciuta. Notai i loro sguardi andare oltre la mia minuta figura di mezza piratessa acquisita. Mi voltai, seguendo la traiettoria dei loro occhi, e mi ritrovai faccia a faccia con il Capitano della Perla.
Nessuno dei due mutò espressione in un sorriso, finendo in un breve silenzio colmo di tensione.
<< sei in ritardo >>
per lo meno non mi ha dato del lei
<< non avevo fretta >>
Esclamai spocchiosa, superandolo e rimettendo il coltello al suo posto nel bagaglio. Sentii la sua presenza dietro farsi più vicina, quando credetti stesse per rivolgermi nuovamente la parola, mi superò, salendo per primo sulla Perla.
è per caso una prova di superiorità?
Feci una smorfia, salendo anch’io a bordo. Ricevetti sguardi privi di felicità o di un qualsiasi altro bel sentimento da parte di tutta la ciurma, eccetto per Lisey che mi circondò subito con un abbraccio.
<< bentornata >>
Esclamò gaia, con accanto la figura bassottina del nostromo Gibbs. Quest’ultimo si limitò ad un veloce cenno della mano, mentre Lisey scioglieva l’abbraccio. Mi resi conto che era da quando eravamo tornati dall’ultima avventura che Lisey e Gibbs non facevano altro che stare insieme…
I miei pensieri nei loro confronti svanirono sul nascere quando vidi John girare l’angolo alla mia vista. Dall’istante in cui aveva stretto quel patto con Jack non aveva osato neppure guardarmi.
Abbassai lo sguardo, decidendo di non pensare a lui. Accennai un sorriso a Lisey e Gibbs, prima di superare anche loro e dirigermi verso la mia cabina. Percorsi il tragitto con un espressione alla statemi-alla-larga dipinta sul volto, intimando proprio tutti ad evitare di portare la loro attenzione su di me. Avevo proprio voglia di passare inosservata.
Aprii la porta della cabina e mi ci fiondai dentro, lasciandomi avvolgere dalla familiarità di quei mobili e di quella stanza in cui tutto era esattamente come lo avevo lasciato.
Mi cambiai veloce, limitandomi a sostituire quell’abito azzurro con una camicia ed un paio di pantaloni.
Subito dopo raggiunsi la scrivania, aprendo il cassetto ed estraendone il famoso diario di bordo. Lo lasciai sul tavolo, mentre prendevo qualche candela e l’accendevo per far luce nell’oscurità della cabina. Ne misi una a sinistra ed un’altra a destra.
Mi sedetti e con uno scricchiolio della sedia m’inchinai sulla prima pagina bianca, iniziando a scrivere:

Jack è arrabbiato, io sono arrabbiata e quasi tutta la ciurma è arrabbiata… con me. Quasi ho nostalgia dei primi giorni sulla Perla in cui mi limitavo a farmi notare solo per i miei pasticci, giorni in cui Jack era sempre lì pronto ad aiutarmi. In seguito dovetti iniziare a maturare, come quando restai da sola faccia a faccia con Adrien. Ora non so cosa fare… Non ho idea di quanto tempo durerà questa “lite”. Maledetto orgoglio che m’impedisce di far pace con Jack.
Se all’inizio ponevo tutto su di mio fratello e dopo iniziavo ad essere indipendente.. Ora? Avrei dovuto agire da sola? Come se fossi un pirata qualsiasi della ciurma?

Smisi di macchiare d’inchiostro e di pensieri a vanvera quella pagina, fissando il resto del foglio privo di scrittura.
Alzai lo sguardo sulla fiamma della candela e, come se stessi vedendo una stella cadente, espressi un desiderio: che tutto si risolva al più presto.


   
 
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