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Autore: Iulia_    02/04/2010    9 recensioni
WARNING! TITOLO CAMBIATO DA "FOR HER ONLY" IN "BEAUTY AND THE BEAST"
Da un pò di tempo avevo intenzione di scrivere una ff sulla coppia Draco\Hermione ma non avevo idea da che parte cominciare. Sfogliando il settimo volume di HP il caso ha voluto che mi imbattessi nel capitolo "Villa Malfoy". Eureka! Così è nata la mia ff. Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato innamorato di Hermione Granger e l'avesse vista in casa sua, prigioniera e in pericolo. Che altro aggiungere? Leggete e recensite :)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beauty and the Beast saga'
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Buon pomeriggio a tutti! Comincio con l’annunciarvi che sono particolarmente allegra oggi: sarà perché forse la Primavera si sta facendo sentire finalmente? Ba, non saprei e comunque non voglio tediarvi con questioni filosofiche riguardo il mio umore.
Sono sempre più colpita dall’interesse che state mostrando per l’evolversi della mia fan fiction e non credevo che avrebbe riscosso tanto successo! Quindi prima di tutto un grazie a tutti coloro che hanno la pazienza di seguirla e recensire. Siete davvero meravigliose :) Per rispondere ad aria riguardo a Ginny, devo dire che non è un personaggio chiave nello sviluppo della vicenda ma che di certo comparirà perché, come hai detto tu stessa, è la migliore amica di Hermione che credo avrà ben presto bisogno del suo consiglio^^
Passiamo adesso ad un rapido esame del seguente capitolo, a proposito del quale voglio lanciarvi una piccola sfida. Come avete sicuramente intuito dal titolo compare un nuovo personaggio, Samuel Blackwood. Per tale personaggio mi sono ispirata al mio attore preferito, visto il ruolo che si è trovato ad assumere nella mia fan fiction. La mia sfida è questa: vediamo chi riesce a capire chi è. Non c’è nessun premio, solo spero di aver stimolato la vostra curiosità xD
Detto ciò vi auguro buona lettura!
Mena



Seguendo Isolde e Lancelot varcò l’enorme ingresso del castello e si ritrovò fuori, nel giardino: l’aria era perfettamente immobile.
Aveva ragione quando aveva definito quel posto “morto”.
Si spinsero fino ai confini del castello e il cuore di Draco- o almeno quello che c’era lì al suo posto- sobbalzò vedendo la barriera di cristallo che lei aveva descritto e il castello al di là di essa.
<< O per Morgana! >>
Mormorò sconvolto.
Era una cosa davvero assurda, fuori da ogni schema.
<< Avanti, Draco. >>
Lo incitò Lancelot.
<< Quando saremo dall’altra parte perderai la tua consistenza materiale ma non devi avere paura, è perfettamente normale. >> Gli spiegò Isolde. << E ricorda: devi assolutamente contrastare il desiderio di ascendere al cielo, che sarà talmente forte da riempirti completamente. Pensa ad Hermione e non lasciarti vincere. >>
Cosa?
C’era la possibilità che ascendesse al cielo e perdesse l’ultima speranza di tornare da Hermione?
Ma era un incubo!
Oh no, lo avrebbe contrastato con tutto se stesso.
Annuì, serio. << Non preoccuparti, Isolde. Non ho intenzione di lasciare la Terra. >>
Lei sorrise, fiduciosa e oltrepassò la barriera, diventando pura luce.
Era bellissima.
<< Dai, Draco. Hermione ti aspetta. >>
Lancelot seguì la consorte tramutandosi anche lui in luce.
Dopo aver tratto un profondo respiro, Draco li imitò e oltrepassò la barriera.
Fu subito vittima di una forza che lo spingeva verso l’alto, ma la contrastò con tutto se stesso, aggrappandosi al pensiero della sua Hermione, ancora legata a quella terra e che lui doveva assolutamente raggiungere.
<< Bravo così, Draco. >>
La voce di Isolde appariva ovattata, più distante, sebbene la sua luce fosse a pochi passi da lui.
<< Il nostro uomo, fortunatamente, non è troppo lontano e, sotto questa forma, lo raggiungeremo in poco tempo. >> Lo informò Lancelot. << Quando però prenderai possesso del corpo per fare in fretta dovrai usare la Metropolvere o in alternativa la scopa. >>
<< E la Materializzazione? >>
<< Te lo sconsiglio, almeno all’inizio. Ti troverai in un corpo estraneo e potresti non essere in grado di materializzarti nel modo più corretto finchè non ti sarai abituato completamente. >>
Senza che se ne fosse reso conto si stavano muovendo ad una notevole velocità e, presto si trovarono oltre i confini del castello.
<< Perché possiamo muoverci così in fretta? >>
<< Siamo spiriti, luce, energia, pertanto non abbiamo materia e peso che ci rallentino. >> Spiegò Isolde, la cui voce era più sofferente.
Adesso Draco capiva perché: rimanere sulla Terra in quella forma era pura sofferenza.
Lo spirito tendeva ad ascendere e, costretto a stare lì, procurava un dolore terribile che si espandeva ovunque e riempiva completamente.
Era terribile.
Come avevano potuto sopportare un dolore simile per tutto quel tempo?
Di quale forza erano dotati quei consorti millenari?
Draco ne era sempre più stupito.
<< Ascolta attentamente, Draco. >> Fece Lancelot mentre uscivano dalla foresta. << Non usare il tuo vero nome, almeno non all’inizio, sarebbe un caso di omonimia troppo sospetto. E, quando prenderai possesso del corpo, prenditi del tempo per imparare ad usarlo in modo naturale, studialo e renditi conto che sarà il tuo corpo, non quello di qualcun altro. Quando penserai a te stesso nella tua mente, vediti in quelle membra, non con il tuo vecchio aspetto o finirai per impazzire. >>
<< Come si chiama l’uomo? >>
<< Samuel Blackwood. Ha ventitre anni e gode di perfetta salute fisica. >>
Draco assimilò quell’informazione.
Ventitre anni.
Sarebbe passato da diciassette a ventitre anni.
Bè, un notevole passo avanti.
<< Ma questo…insomma Samuel non ha una famiglia? Qualcuno che potrebbe cercarlo? >>
<< Sua madre è fuggita quando aveva appena tre anni, il padre è morto tre anni fa e ha perso ogni contatto con il mondo da quando è scomparsa la sua ragazza. >>
Ascoltò attentamente e riempì il suo essere con quelle notizie.
<< Come farò ad entrare nel suo corpo? >>
Fu Isolde a rispondere a quella domanda.
<< Dovrai fare un notevole sforzo e lanciare il tuo spirito dentro. >>
<< Lanciare? >>
<< Sì. Dovrai spingerti dentro e prendere possesso di ogni singolo membro. Quando vedrai attraverso i tuoi nuovi occhi allora il processo sarà completo e tu sarai di nuovo vivo. >>
Ormai si stavano avvicinando alla costa.
<< Come fai ad esserne sicura? >>
<< Ho visto altri spiriti farlo. Non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanti tornino in vita in questo modo. >>
Non aveva il tempo necessario ad assorbire e far proprie tutte quelle informazioni e temeva di non riuscire a comprenderne la portata.
<< Ha frequentato Hogwarts? >>
<< No, è un babbano. >>
Draco avrebbe voluto fermarsi, ma era come sospinto a proseguire in quella corsa infinita.
<< Non posso diventare un babbano! Non voglio perdere i miei poteri! >>
Gli spiriti possono sbuffare?
Forse non proprio ma Lancelot emise un suono simile.
<< Non perderai i tuoi poteri, Draco. >>Fece spazientito. << Tu sei e rimarrai per sempre un mago. >>
Erano infine giunti in spiaggia.
<< E ora come facciamo? >>
Isolde, sebbene Draco non fosse in grado di capire in che modo, sorrise.
<< Come abbiamo fatto sino ad ora: proseguiamo. >>
E fu proprio ciò che fecero: andarono avanti, muovendosi sull’acqua senza sfiorarla.
Draco ne era stupefatto.
<< Sei uno spirito, Draco, non dimenticarlo. >>
Draco non fece altre domande per tutto il tragitto sul mare: era troppo affascinato da quanto gli stava accadendo per permettersi di disturbare il tutto.
Quando però toccarono di nuovo terra- non potevano essere trascorsi più di dieci minuti o forse anche meno- ricominciò.
<< Dove abita esattamente? >>
<< A York. >>
<< E come diavolo faccio a tornare a Londra senza una bacchetta e senza smaterializzarmi? >>
Lancelot emise di nuovo quel suono curiosamente simile ad uno sbuffo.
<< Non lo so. Avrà dei soldi babbani da parte: prendi un autobus, un treno, un aereo, quello che vuoi. >>
Tutte quelle opzioni terrorizzavano seriamente Draco, anche più del dover prendere possesso del corpo. Stava ideando un piano d’azione mentre seguiva i suoi progenitori in quel viaggio molo fuori dal comune, avvicinandosi sempre di più a quello che sarebbe diventato il suo corpo.
Senza che Draco se ne accorgesse si erano inoltrati in un centro abitato e si muovevano fra tanti visi umani, molti dei quali gli passavano attraverso procurandogli una strana sensazione.
<< Non preoccuparti, non possono farci nulla. >>
Lo rassicurò Isolde, continuando a proseguire spedita.
E, infine raggiunsero York.
Era talmente brulicante di viventi che Draco si sentì terribilmente confuso.
Isolde e Lancelot sembravano abituati a quelle immagini e non se ne lasciavano distrarre.
Condussero Draco in uno di quelli che sembrava uno dei quartieri più malfamati della città ed entrarono in una villetta dal giardino incurato e dalle mura distrutte.
Varcarono la soglia senza aprire e, spostandosi a sinistra entrarono nella sala da pranzo e lo videro.
Un ragazzo con indosso un paio di boxer, dal fisico scolpito e tuttavia non volgare, dalla carnagione chiara ma non troppo, non come quella di Isolde o di Draco.
Aveva corti capelli biondo oro tagliati a spazzola e il viso adombrato da una sottile barbetta era molto bello. Sembrava un modello di uno di quei cataloghi di intimo.
O almeno, lo sarebbe stato se non avesse avuto quella espressione folle negli occhi azzurri.
Draco capì cosa intendeva dire Lancelot quando diceva che stava morendo nello spirito: il suo sguardo era folle, eppure vuoto.
Lui era lì, ma non lo era.
Draco lo studiò e si chiese che cosa stesse facendo: aveva in mano una corda.
Dopo pochi istanti fu tutto chiaro: voleva impiccarsi.
Oh no, non avrebbe permesso che quel corpo morisse!
Lui, Samuel, poteva andare dove voleva ma il suo corpo no!
Gli serviva per tornare dalla sua Hermione!
Draco agì senza capire nemmeno cosa stesse facendo.
Come gli aveva detto Isolde, si lanciò contro quel corpo umano, ma incontrò una barriera: Samuel.
Ovvio, era lì dentro.
Ma se lui, Draco, voleva ardentemente rimanere legato a quel mondo, Samuel non vedeva l’ora di lasciarlo.
Pertanto, non fu difficile per Draco spingerlo verso l’alto con un movimento fulmineo e, quando vi riuscì, si andò a schiantare contro una roccia, una montagna.
Gli parve di sentire un botto terribilmente fragoroso che minacciò di fargli scoppiare la testa.
Come se non bastasse, si sentì cadere all’indietro e la parte destra di lui andò a sbattere contro qualcosa che gli procurò un male terribile e sentì come una lama tagliarlo.
Atterrò di peso sbattendo la parte inferiore e quella più in alto.
Era tutto un dolore terribile.
Cercò di capire cosa stesse succedendo, ma poi avvertii una nuova sensazione: sentiva il suo spirito allungarsi e stendersi, permeando qualcosa di strano.
Quel processo durò qualche secondo e lo coinvolse interamente.
Infine, rendendosi conto che era buio, aprì gli occhi e capì: era entrato nel corpo di Samuel Blackwood, nel suo corpo.
Era di nuovo vivo.
Cercò Samuel in quel corpo, aspettandosi quasi una lotta, ma non c’era: lì dentro c’era solo lui, Draco Malfoy.
<< Oh per amore di Morgana. >> Sussurrò e la sua voce gli parve strana.
Aveva la stessa cadenza, ma il timbro era diverso: un tantino più profondo, più caldo.
La sua nuova voce.
Avvertii un dolore sordo al braccio destro e quando guardò l’orrore si impadronì di lui: si era fatto un bel taglio e non aveva la bacchetta per curarlo.
Ma come diavolo se l’era fatto?
Si guardò intorno e vide un coltello insanguinato per terra.
Sicuramente Samuel doveva averlo usato per sistemare la corda per la sua impiccagione.
Oh bè, almeno gli aveva fatto procurare un taglio che se non curato subito lo avrebbe fatto morire dissanguato.
Perfetto!
Draco si mise in piedi ma, colto da un senso di vertigine, cadde di nuovo pesantemente per terra.
Si morse il labbro inferiore per non urlare per la frustrazione.
Adesso capiva cosa intendeva dire Lancelot: aveva si preso possesso di quel corpo, ma non era ancora in grado di usarlo con disinvoltura.
Doveva abituarsi, ma non ne aveva il tempo!
Stava per morire dissanguato!
E doveva cavarsela da solo.
Lancelot e Isolde non potevano aiutarlo dalla dimensione in cui si trovavano.
<< Ok, Draco, mettiti in piedi e cerca qualcosa per fasciare questa ferita. >>
Si sentiva completamente pazzo a parlare da solo in quel modo, ma che altro poteva fare?
Doveva incoraggiarsi o sarebbe morto ancora e dubitava che sarebbe potuto ritornare qualora fosse accaduto una seconda volta.
Si alzò in piedi lentamente e faticò per mantenersi in equilibrio: quel corpo era più alto di quello che aveva avuto e certamente più muscoloso.
Era stato abituato ad avere un fisico sì ben proporzionato, ma piuttosto smilzo: quello era completamente diverso.
Fece un respiro profondo e mosse il primo passo, riuscendo a non cadere.
Ok, forse poteva riuscirci.
Facendo attenzione posò un piede dopo l’altro e si spostò in un’altra stanza vicina, il bagno.
Quel Samuel era un babbano, no?
Doveva pur avere qualcosa per curare un taglio?
Alzò il braccio, il suo braccio sinistro, e aprì un armadietto pieno di strane bottigliette piccole e aggeggi degni di una stanza per le torture.
A che diavolo servivano tutte quelle cose?
Il taglio continuava a sanguinare e lui era sempre più ansioso e preoccupato.
Come avrebbe fatto?
Prese uno ad uno tutti quegli strani flaconi, leggendo le istruzioni dietro, quasi sul punto di scoppiare a piangere per la disperazione.
Infine lo trovò: un tubicino, una specie di crema dal nome talmente assurdo e privo di significato per lui che non lo registrò, ma che sul retro recava la scritta “punti sintetici: perfetti per chiudere tagli non troppo profondi ma per i quali non basta un cerotto. Spalmare bene sul taglio tenendo uniti i due lembi di pelle e poi applicare una garza.”
Poteva farcela.
Doveva farcela se non voleva morire in quello squallido bagno.
Seguì attentamente quelle istruzioni riempiendosi il braccio di quella crema puzzolente e appiccicosa e poi, completamente schifato, vi mise sopra una garza.
Curarsi con i metodi babbani faceva a dir poco orrore.
Solo a quel punto alzò il volto e si ritrovò a fissare l’immagine di un giovane uomo dai capelli biondi spettinati, la carnagione di un piacevole avorio, le sopracciglia folte e ben disegnate, il naso un po’ a patata, la bocca carnosa e le guance ricoperte da una sottile barbetta.
E gli occhi di un indefinito colore tra l’azzurro e il verde acqua erano colmi di un’espressione di disappunto che conosceva benissimo.
Era lui.
Draco Malfoy.
Con la mano toccò quel volto, il suo volto, e l’espressione divenne di profondo stupore.
Quell’uomo era lui!
Era semplicemente fantastico!
Non solo era tornato in vita dopo la morte, ma aveva fatto il suo ingresso in un corpo magnifico!
Era euforico, fuori di sé dalla gioia.
E quando realizzò che non aveva più il Marchio Nero, che quel corpo non lo aveva mai avuto, sarebbe anche potuto scoppiare a piangere.
Era libero.
Poteva ricominciare da capo!
Oh, ma non voleva farlo solo.
No, voleva ricominciare da capo con lei, con la sua Hermione.
Provò forte il desiderio di stringerla fra quelle braccia possenti, attirandola a sé.
Voleva sentirla vicina, annusare il dolce profumo della sua pelle e dei suoi capelli.
Voleva che le sue mani si posassero ancora su quel corpo che venerava.
E voleva che lei vedesse come era adesso.
Le sarebbe piaciuto?
Il timore che non lo trovasse attraente in quella nuova forma lo assalì ma fece in fretta e lo scacciò via: lei lo amava, a prescindere da quale fosse il suo aspetto.
Il desiderio di lei si impadronì di lui e, stavolta muovendosi molto più naturalmente, si spostò in un’altra stanza ancora, nella quale vi era un letto completamente disfatto e diversi vestiti per terra.
Merlino! Come aveva potuto quell’uomo vivere in un tale caos?
Davvero non riusciva a capirlo e , improvvisamente, si sentì sporchissimo.
E in effetti faceva un po’ di puzza.
Eh, no!
Era pur sempre un Malfoy e un Malfoy non puzzava!
Superando i vestiti e le bottiglie sul pavimento, attento a non sfiorarle nemmeno con un’unghia del piede, si diresse verso un cassettone e scelse i boxer più in fondo che sembravano i più puliti, anonimi calzini neri, un paio di jeans scuri che portavano ancora la targhetta e una maglietta a maniche corte grigia.
Constatò con sommo orrore che possedeva solo quel genere di scarpe che la sua Hermione amava tanto, quelle terribili Converse nere e sporche come se le avesse indossate per passeggiare nel fango.
Attento a non lasciar cadere nulla per terra, si spostò accanto al letto sudicio e puzzolente e osservò una strana cosa illuminata che segnava l’ora e il giorno.
Stando a quanto la cosa sosteneva erano le 10:47 del 29 Aprile.
Rimase interdetto.
29 Aprile?
No, era impossibile!
Quell’aggeggio doveva essere completamente rotto!
L’attacco era avvenuto a Marzo, era morto a Marzo!
Come…
Oh, giusto.
Il tempo scorreva in modo diverso nel castello ultraterreno e lui ci aveva trascorso un bel po’ di tempo.
Morgana ma era terribile!
Era passato un mese, chissà dove era finita la sua Hermione!
Come avrebbe fatto a trovarla?
Ok, non doveva farsi prendere dal panico, ma doveva comunque sbrigarsi.
Tornò di fretta in bagno, posò i vestiti sul coperchio del water e, dopo aver rovistato in cerca di un asciugamano pulito si sfilò i boxer e si infilò nella doccia.
Avrebbe voluto godersi la sensazione dell’acqua calda che scivolava su quel corpo nuovo eppure già suo, ma non poteva.
Era terribilmente preoccupato per Hermione.
Dov’era?
Stava bene?
E poi, cosa era successo mentre lui ascoltava la storia di Isolde?
Non avrebbe saputo dirlo.
Lavò anche la ferita, scoprendo che l’intruglio puzzolente aveva fatto il suo effetto e il sangue non usciva più.
Ottimo, li sarebbe dispiaciuto camminare con quella cosa addosso.
Quando si sentì perfettamente pulito, chiuse l’acqua, si asciugò con il telo che aveva rimediato e si vestì. Passò un asciugamano anche fra i capelli, che erano disordinati almeno quanto quelli di Potter.
Oh, al diavolo!
Aveva altro di cui preoccuparsi.
Tornò in quel casino che era la camera da letto e cominciò a cercare in ogni cassetto alla ricerca di soldi e di un qualche documento.
Santa Morgana, dove aveva messo tutte cose quell’uomo?
Dopo aver buttato per terra quelle poche cose che erano rimaste nei cassetti trovò un portafogli pieno di banconote babbane delle quali non conosceva minimamente il valore e di vari documenti che avrebbero potuto tornargli utili.
Ok, era pronto.
Si catapultò verso l’ingresso e, prima di uscire afferrò il lungo cappotto nero nell’attaccapanni e se lo mise addosso.
Nascose il portafogli in una tasca interna e cominciò a camminare per uscire da quel quartiere orribile dove aveva vissuto quell’uomo.
Fece appello a tutte le sue forze per ricordare la strada che aveva fatto mentre era solo spirito e la percorse a ritroso, finchè non fu fuori da quella zona malfamata e tirò un sospiro di sollievo.
Era stupendo essere di nuovo vivo, camminare ancora una volta sulla Terra, sentendo il Sole scaldare il suo viso.
E tutto sarebbe stato perfetto quando avrebbe ritrovato la sua Hermione.
Il che decise che doveva avvenire il più presto possibile.
Chiedendo informazioni a qualche babbano riuscì a raggiungere la stazione dei treni e, dopo aver fatto la sua pessima figura con il cassiere- non riusciva davvero a capirci niente con quei soldi babbani- riuscì a salire sul treno delle 11.30 diretto a Londra.
Accanto a lui prese posto un uomo dall’aspetto simpatico sulla cinquantina.
<< Un viaggio un po’ lungo, eh? >>
Draco non poteva esserne sicuro, ma, per non essere scortese, annuì con un sorriso.
<< Sì, un po’, ma ne vale la pena. >>
L’uomo gli tese la mano.
<< Jonathan Rice, lieto di conoscerti. >>
<< Samuel Blackwood, piacere. >>
Fece stringendo la mano dell’uomo con la sua stretta vigorosa.
Aveva deciso di usare il nome del precedente proprietario del corpo, temendo che potessero sorgere delle complicazioni ma, quando tutto quell’immenso casino fosse finito, aveva intenzione di cambiarlo.
Jonathan gli sorrise bonario.
<< Io sto andando nella grande Londra per noiosi motivi di affari. E tu? Cosa porta un bel giovane come te a compiere un tale viaggio? >>
Riflettè un po’ sulla risposta e infine, gonfiandosi il petto, lo guardò.
<< Devo andare a riprendere la mia fidanzata. >>
Jonathan soppesò le sue parole per qualche secondo poi ridacchiò.
<< Di certo è un motivo molto più piacevole del mio. Spero che la troverai. >>
Draco sospirò.
<< Lo spero anche io. >>
A quel punto Jonathan, tirò fuori dalla valigetta una serie di giornali e Draco individuò subito una cosa particolare: quell’uomo leggeva la Gazzetta del Profeta.
<< Sei…sei un mago? >>
Jonathan lo guardò scioccato e poi gli si fece più vicino.
<< Parla piano, Samuel. Non si è mai sicuri di chi potrebbe sentire in tempi come questi. >>
<< Scusami. E’ solo che…bè, dei problemi mi hanno assorbito completamente e non ho notizie dal mondo magico da un mese a questa parte. >> Era una mezza verità, la sola che potesse dire. << Cosa è successo? >>
Jonathan gli si fece ancora più vicino.
<< Sai chi è Bellatrix Lestrange? >>
Sì, purtroppo lo sapeva benissimo.
Era colpa sua se era morto.
Annuì.
<< Sì, che ha fatto? >>
L’uomo fece un sorrisetto. << Si è messa contro qualcuno più forte di lei che l’ha spedita all’altro mondo. >>
Non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Bellatrix era stata uccisa?
Chi era stato?
<< Chi l’ha uccisa? >> Mormorò.
<< Si sono fatte solo delle supposizioni a riguardo. >> Si affrettò a spiegare. << Il suo cadavere è stato trovato in un castello Irlandese dei Malfoy, ma non è stata la scoperta più curiosa. Vedi è stata trovata anche la tomba del rampollo dei signori Malfoy, Draco Malfoy, e l’epitaffio, bè, era un po’ particolare. >>
Il cuore di Draco batteva talmente forte che sarebbe potuto benissimo scoppiare.
<< Che diceva l’epitaffio? >>
Chiese con un filo di voce.
Jonathan si schiarì la voce.
<< ‘Vita e respiro di Hermione Jean Granger.’ >>
Ok, sarebbe morto, per la seconda volta.
Di infarto.
<< La cosa curiosa è che questa ragazza, Hermione Granger, è la migliore amica di Harry Potter e Ron Weasley! Figlia di due babbani cosa ha avuto a che fare con Draco Malfoy, ragazzo che è sempre stato conosciuto per la sua arroganza e disprezzo per chiunque non fosse un Purosangue? >>
Wow, bella opinione che circolava su di lui.
Davvero fantastica e lusinghiera.
<< Stando a quanto hanno supposto altri, gli ultimi giorni della sua vita il ragazzo si è ricreduto, ha portato lei nel suo castello per qualche strano motivo e si sono innamorati. Quando Bellatrix ha attaccato, lui è morto e lei, per vendetta, la ha uccisa. >>
Decisamente troppe novità.
<< E che ne è stato di lei? Di Hermione intendo? L’hanno trovata? >>
Jonathan scosse la testa sorridendo estasiato.
<< No, la ragazza è riuscita a scappare e non si è più vista in giro: si dice che sia tornata da Harry e Ron. >>
Ok, quella era una buona notizia, non era sola.
<< Ormai ci siamo, amico, me lo sento: presto il Signore Oscuro sarà solo un brutto ricordo. >>
La fiducia di quell’uomo lo stupì.
<< Perdonami, Jonathan, ma cosa devi andare a fare a Londra? >>
Lui si fece ancora più cospiratore.
<< Con la scomparsa di Olivander e con i continui attacchi dei Mangiamorti, molti maghi sono rimasti senza bacchette. >> Gli mostrò il contenuto della valigetta: c’erano sei bacchette. << Io rubo ai malvagi per dare ai buoni. >>
Quello era un vero colpo di fortuna.
<< Sono abbastanza buono per te? >>
Jonathan inarcò un sopracciglio. << Non hai una bacchetta? >>
Draco scosse la testa. << No, me l’hanno rubata. >>
<< Ma certo, amico mio! >>
Ne tirò fuori una. << Nascondila subito e sta attento. >>
<< Grazie. >>
<< Figurati, Samuel. >>
Trascorse il resto del viaggio discutendo con quell’uomo sugli ultimi avvenimenti, scoprendo che i suoi genitori erano ancora vivi e che erano stati ripresi nelle grazie del Signore Oscuro e molte altre cose che sarebbe estremamente tedioso citare.
Arrivati alla stazione di Londra si salutarono come avrebbero fatto due amici di vecchia data e ognuno proseguì per la sua strada.
Adesso la missione di Draco aveva un solo nome: Hermione.
   
 
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