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Autore: Shizue Asahi    02/04/2010    1 recensioni
C’è una paura condivisa da tutti i bambini, la paura del buio
Ho cercato di imitare lo stile di Alessandro Baricco, ma decisamente non fa per me xD
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio.

 

C’è una paura condivisa da tutti i bambini, la paura del buio

Che siano coraggiosi e sfrontati o timidi e titubanti basta lasciarli soli nella loro stanzetta e spegnere la luce. Nel giro di pochi minuti si stringono al loro peluche e si raggomitolano sotto le coperte del loro lettino, alcune volte iniziano anche ad urlare.

Questo l’ho imparato lavorando per quasi dieci anni come balia. Tutti i bambini che ho accudito, dalla piccola e graziosa Angela al burbero e cocciuto Giulio avevano paura del buio ed ero assolutamente certa che questo fosse un lato del carattere che crescendo tende a sparire, ma mi sbagliavo...

Era la primavera del 1913 e una signora si era recata presso l’agenzia per cui lavoravo chiedendo una bambinaia con una certa esperienza con i bambini. All’epoca avevo appena vent’anni e mi ero occupata solo di due bambini, per cui ero subito stata scartata, ma poi Agata, la segretaria dagli enormi occhiali, cominciò a parlare alla donna e, non si sa come, la convinse ad assumermi.

-Beatrice- richiamò la signora Cantarella, ridestandomi bruscamente dai miei pensieri –Vai alla porta, sono arrivati.- disse spostandosi una ciocca di capelli dal viso.

Senza risponderle andai ad aprire la porta, sulla soglia c’era un uomo alto, dal viso affilato e pallido: il signor Cantarella; e al suo fianco un bambino magro e mingherlino dagli enormi occhi verdi.

Feci loro un piccolo inchino per poi spostarmi per lasciarli passare.

La giornata trascorse lenta, feci la conoscenza del piccolo Luca, un bambino schivo e silenzioso che passava tutto il tempo chiuso nella sua stanza a giocare con il suo aereoplanino, o almeno era quello che diceva la madre, ma non ne sono sicura. Infatti ogni volta che, per un motivo o per un altro, entravo nella camera di Luca lo trovavo sempre seduto sul letto, le tende scure tirate e l’aereoplanino sulla mensola della piccola libreria. I suoi occhi color smeraldo risaltavano inquietanti nel buio.

Un giorno, era quasi un giorno che lavoravo per i Cantarella, mi si accese una lampadina...

A me m’ha sempre incuriosito questa faccenda delle lampadine. Se ne stanno là tranquille, poi arriva un tale e TACK la lampadina si illumina e poi un altro TACK e la lampadina si spegne. È una di quelle cose che se ci pensi ci esci matto.. quando si accende una lampadina. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando guardando un’immagine ti balena per la testa un ricordo strano che veloce come è arrivato se ne va. quando quel pomeriggio, passando davanti alla porta della stanza di Luca fui colta dall’irrefrenabile desiderio di sbirciare dal buco della serratura.

La camera era buia e la luce che fioca, filtrava attraverso le tende scure il letto sul quale era seduto il bambino. Assottigliai gli occhi per mettere a fuoco la figura di Luca e mi sorpresi nel vederlo gesticolare animatamente, le sopracciglia corrucciate e il viso paffuto contratto in una espressione seria che stonava con i tratti tipici dell’infanzia. Sembrava assorto in una impegnativa discussione...

Cercando di sentire cosa stesse dicendo mi poggiai alla porta che si aprì di scatto. Mi ritrovai stesa per terra. Imbarazzata mi rimisi in piedi e incrociai lo sguardo verde di Luca.

Prima che potessi dire una parole iniziò a strillare –Mamma! Mamma!- come un forsennato. Dopo meno di un minuto arrivò la signora Cantarella e il bambino le saltò al collo cominciando a frignare e dicendo che lo avevo picchiato. La donna non volle sentire ragioni. Mi diede una decina di minuti per radunare le mie cose ed andarmene.

Indignata, presi la borsa e il cappotto e uscii di casa. Una volta in strada indugiai alcuni istanti. Alla finestra della camera di Luca, due occhi verdi sbirciavano da dietro le tende.

Dopo un po’ di tempo venni a sapere che la signora Cantarella aveva assunto e licenziato altre tre balie.

Mi sarebbe piaciuto capire perché il piccolo Luca passasse le sue giornate al buio e perché si fosse messo a frignare senza motivo, ma poi scoppiò la guerra e dei Cantarella non seppi più nulla.

 

 

Angolo Autore:

è priva di senso, lo so, ma dovevo scrivere qualcosa xD

 

 

   
 
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