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Autore: Viandante88    03/04/2010    6 recensioni
Vi propongo una nuova, ulteriore versione di Twilight... E se Bella fosse cresciuta, assieme a suo padre, proprio con la famiglia Cullen? E se fosse sempre stata a conoscenza del loro segreto? Cosa accadrà tra lei e Edward,quando, all'età di 17 anni, comincierà a sentire nei confronti di quello che considera da sempre una sorta di cugino, dei sentimenti che vanno ben oltre un rapporto di parentela? Scopritelo! Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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3: Cambiamenti.

 

Non avrei mai immaginato che, una volta giunta a casa, il mio umore potesse addirittura peggiorare…

Non appena spalancai la porta di ingresso con veemenza, dettata dalla rabbia inespressa che sentivo in corpo, carpii all’istante qualcosa di strano negli sguardi tristi e tremendamente seri di Charlie, Carlisle ed Esme, che mi osservavano con la fronte corrugata, nel palese intento nel prepararsi a parlarmi. Sicuramente non era nulla di buono.

“Ehm, che succede?” Poggiai con delicatezza inaudita lo zaino a terra, senza mai distogliere gli occhi dai loro visi.

“Bells…” Cominciò mio padre, grattandosi il naso nervosamente. “C’è una cosa che dovrei dirti.”

Mi accigliai.

“Noi togliamo il disturbo.” Disse cortesemente lo zio.

“Vi lasciamo soli.” Aggiunse la zia, prendendo sotto braccio il marito. E si avviarono al piano di sopra con passi svelti ma silenziosi.

Quando tornai a guardare Charlie, era già seduto sul divano. Teneva le mani incrociate, rigirando le dita.

“Papà… che succede?” Domandai raggiungendolo. Mi invitò con un cenno del capo ad accomodarmi di fronte a lui, sulla poltrona preferita di Carlisle, color bianco panna.

“Vedi cara, di per se non devo comunicarti qualcosa di così spiacevole, anzi direi che, guardata dal verso giusto, è anche piuttosto bella…” Temporeggiava. Lo faceva sempre quando si trovava in difficoltà.

Lo esortai a continuare con un gesto della mano.

Deglutì rumorosamente. “ In verità è già da un po’ che ci penso. Avevo intenzione di parlartene prima di agire, ma oggi, inaspettatamente è giunta l’occasione, e non ho saputo… non ho voluto rifiutare.” Finalmente tornò a guardarmi negli occhi, e questa volta con decisione.

“La centrale mi ha, anzi, ci ha, assegnato una casa Bella. Una casa molto carina; tutta per noi.”

Spalancai gli occhi dallo stupore, incredula. “Vuoi… Vuoi andartene? Perché?”

Cercavo di trattenermi, di non urlare, ma ero convinta che se anche avessi voluto, la mia voce sarebbe comunque rimasta uno spiffero; la tempesta non era ancora pronta.

“Io…” Non lo lasciai finire.

“Non capisco papà! Noi viviamo con i Cullen da sempre! Perché vuoi andar via?!”

Iniziavo a sentirmi agitata e impaurita. Non volevo andarmene.

“Lo so, lo so Bells, e sarò sempre grato loro per ciò che hanno fatto per noi. Ma non possiamo continuare a condurre questa vita; è giusto fermarci adesso, stabilirci in un solo luogo. E Forks mi pare quello giusto.”

Abbassai la testa; fissavo il pavimento in linoleum senza ragione.

“Mi rendo conto che sarà difficile.” Riprese lui in risposta al mio silenzio. “Però sono certo che è la cosa migliore. Carlisle ed Esme capiscano perfettamente la mia posizione; nonostante siano tremendamente dispiaciuti, rispetteranno la mia decisione e faranno il possibile, ancora una volta, per sostenerci.”

Strinsi i pugni sulle ginocchia; sentivo le braccia, il corpo tremare. “Per cui… hai già deciso?”

Sussurrai appena.

“Sì, Bells.” Si limitò a rispondere. Il suo tono era mortificato.

“Quando… quando dovremmo andarcene?”

“Be, la casa è già arredata. Giusto una leggera ripulita, magari una sbiancata, ed è pronta.

Direi che per il fine settimana potremmo… trasferirci.”

Annuii. “Bene. Comincerò a metter via le mie cose.” Mi alzai, ancora traballante, e mi avviai verso le scale; nella testa solo il desiderio ardente di arrivare al più presto in camera mia e buttarmi sul letto, dando sfogo a quelle lacrime che già sentivo farsi strada nei miei occhi.

“Bella, aspetta!” Mi padre mi chiamò, palesemente preoccupato, ma non mi voltai.

Continuai imperterrita a trascinarmi su per gli scalini.

Al primo piano, poggiata alla porta della sua stanza, c’era Alice. In viso un’espressione così triste che, se avesse potuto, ero certa avrebbe pianto.

“Non era previsto…” Sussurrò appena. “E’ stato improvviso…”

Mi sforzai di sorridere. “So che altrimenti mi avresti avvertita.” Le dissi. E mantenendo lo stesso sorriso falso, continuai a salire.

Finalmente arrivai alla porta della mia stanza, e ancora a qualche passo di distanza allungai il braccio verso la maniglia dorata.

“Intendi andartene?” Un’improvvisa voce melodiosa mi fece sobbalzare. La riconobbi subito, senza nemmeno il bisogno di voltarmi.

“Sì Edward. Non credo di avere altre opzioni.” Feci spallucce, continuando a rimanere girata. Non volevo assolutamente che mi vedesse in faccia. Ormai le fastidiose gocce salate mi avevano invaso le guance. “Mi spiace, ora non avrai più nessuno da torturare. Ma vedrai che troverai una degna sostituta che…”

“Io voglio nessuna sostituta!”

Improvvisamente me lo ritrovai davanti,no a pochi centimetri dal mio viso. Le sue braccia mi teneva inchiodata al muro, bloccandomi ogni via d’uscita. Il suo viso era talmente vicino al mio che potevo sentirne il respiro gelido e fruttato sulle labbra.

Ero così sorpresa e imbarazzata che mi dimenticai come si parlava.

Prima che potessi ricordarlo, Edward alzò una mano e con un dito mi asciugò dalle lacrime; sul suo volto a quella vista si formò una smorfia di dolore, come se fosse stato trafitto da mille spade.

Abbassò il capo; vedevo le sue spalle tremare. “Resta.” Sussurrò appena.

“Io… non posso…” Non aggiunsi altro. passai sotto il braccio ancora steso contro la parete e mi rifugiai svelta in camera. Mi chiusi al porta alle spalle e in quel momento fu come se le gambe cedettero sotto il peso del mio corpo. Seduta sul pavimento freddo mi lasciai andare ad un lungo ma silenzioso pianto.

 

Il giorno dopo c’era il sole. Appena sveglia vidi i suoi raggi insistere per penetrare nelle fessure delle veneziane. Mi vestii con fatica; non avevo chiuso occhio, mi sentivo stanca e disidratata.

Era chiaro dal rossore quante lacrime avessi versato. Mi sciacquai più volte la faccia, nella speranza di rimediare almeno un po’.

Quando scesi in cucina mi resi conto, per mia fortuna, che la casa era già vuota. Probabilmente i Cullen ne avevano approfittato per andare a caccia, come sempre quando c’era una bella giornata, mentre papà era sicuramente già uscito.

Avevo pensato tutta notte all’ambigua reazione di Edward riguardo ‘la notizia’, chiedendomi a cosa potesse esser dovuta. Alla fine ero arrivata alla conclusione che, nonostante i nostri continui battibecchi, vivevamo assieme da molto, ed era comunque un dispiacere. Io ero come una sorella per lui. Già; solo come una sorella.

Ogni volta che ci pensavo provavo una sorta di delusione, ma non capivo il motivo; avrei dovuto esserne felice. Ma perché allora solo il pensiero che non avrei mai potuto esser di più per Edward, mi rendeva così dannatamente triste?

Arrivata a scuola notai subito l’abbigliamento quasi estivo di tutti i miei compagni di scuola; Forks  era il paese più piovoso di tutta la penisola ed evidentemente non erano abituati ad avere temperature più alte per cui, quando accadeva, ne approfittavano.

“Hey! Bella!” Mi salutò Mike con un gran sorriso. Lo sguardo acceso dalla felicità soltanto nel vedermi. Indossava un pantalone a tre quarti largo, color cachi e una maglietta color pesca.

“Ciao Mike.”

“Che ti prende? Sei triste?” Domandò accigliato. La sua attenzione nei miei confronti mi sorprese.

“Ehm, no. Anzi in verità ho anche una bella notizia.” Accennai.

“Davvero? Quale?” Chiese incuriosito.

“Be, mio padre ha preso casa qui. Quindi credo che mi dovrai sopportare per molti, molti anni!”

Ogni parte del suo viso esprimeva gioia. “Sarà un piacere sopportarti!” Esclamò poi. E cogliendomi di sorpresa mi abbracciò, carezzandomi dietro la schiena.

Con un movimento lento ma netto lo scostai. Forse si stava prendendo un  po’ troppe libertà e decisi di dirglielo, ma prima che potessi farlo la campanella suonò.

“Presto andiamo!” Affermò iniziando a correre verso l’entrata.

“Uff…”

Spontaneamente mi voltai verso il parcheggiò, nella vana speranza di veder arrivare la Volvo argentata, ma ovviamente, come ben sapevo non era possibile…

 

 

 

Ciao Ciao!

Allora, che ne pensate di questo nuovo capitolo?

Perdonatemi se ci ho messo tanto e se lo troverete un po’ corto, ma il tempo è quello che è,  e sto facendo del mio meglio… spero mi perdonerete.. ^////^

Bene, passiamo ai ringraziamenti:

*Grazie giuly97! Eccoti un nuovo capitolo. Spero troverai la storia sempre più carina!

*Grazie Batuffolo! Sono felice che la storia ti piaccia e spero sia lo stesso per questo capitolo! Incrocio le dita!

*Grazie Giulia_Cullen! Come avrai capito Edward fa tutto di testa sua… e per un motivo che ormai mi pare palese; anche se non è tanto palese per Bella! Hehehe! Comunque ti ringrazio davvero per il complimento, sono felice ti piaccia come scrivo!

*Grazie Twilighterina! Ringrazio ovviamente anche te per il complimento, mi fa davvero piacere pensiate scrivo bene, ed è per me un onore!

*Grazie Jenny95! Ecco a te il nuovo capitolo, spero possa piacerti come gli altri!

 

Un Grazie poi a tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo!

Un grosso bacione!

 

 

 

 

  
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