3:
Cambiamenti.
Non
avrei mai immaginato che, una volta giunta a casa, il mio umore potesse
addirittura
peggiorare…
Non
appena spalancai la porta di ingresso con veemenza, dettata dalla
rabbia
inespressa che sentivo in corpo, carpii all’istante qualcosa
di strano negli
sguardi tristi e tremendamente seri di Charlie, Carlisle ed Esme, che
mi osservavano
con la fronte corrugata, nel palese intento nel prepararsi a parlarmi.
Sicuramente non era nulla di buono.
“Ehm,
che succede?” Poggiai con delicatezza inaudita lo zaino a
terra, senza mai
distogliere gli occhi dai loro visi.
“Bells…”
Cominciò mio padre, grattandosi il naso nervosamente.
“C’è una cosa che dovrei
dirti.”
Mi
accigliai.
“Noi
togliamo il disturbo.” Disse cortesemente lo zio.
“Vi
lasciamo soli.” Aggiunse la zia, prendendo sotto braccio il
marito. E si
avviarono al piano di sopra con passi svelti ma silenziosi.
Quando
tornai a guardare Charlie, era già seduto sul divano. Teneva
le mani
incrociate, rigirando le dita.
“Papà…
che succede?” Domandai raggiungendolo. Mi invitò
con un cenno del capo ad
accomodarmi di fronte a lui, sulla poltrona preferita di Carlisle,
color bianco
panna.
“Vedi
cara, di per se non devo comunicarti qualcosa di così
spiacevole, anzi direi
che, guardata dal verso giusto, è anche piuttosto
bella…” Temporeggiava. Lo
faceva sempre quando si trovava in difficoltà.
Lo
esortai a continuare con un gesto della mano.
Deglutì
rumorosamente. “ In verità è
già da un po’ che ci penso. Avevo intenzione di
parlartene prima di agire, ma oggi, inaspettatamente è
giunta l’occasione, e
non ho saputo… non ho voluto rifiutare.”
Finalmente tornò a guardarmi negli
occhi, e questa volta con decisione.
“La
centrale mi ha, anzi, ci ha, assegnato una casa Bella. Una casa molto
carina;
tutta per noi.”
Spalancai
gli occhi dallo stupore, incredula. “Vuoi… Vuoi
andartene? Perché?”
Cercavo
di trattenermi, di non urlare, ma ero convinta che se anche avessi
voluto, la
mia voce sarebbe comunque rimasta uno spiffero; la tempesta non era
ancora
pronta.
“Io…”
Non lo lasciai finire.
“Non
capisco papà! Noi viviamo con i Cullen da sempre!
Perché vuoi andar via?!”
Iniziavo
a sentirmi agitata e impaurita. Non volevo andarmene.
“Lo
so, lo so Bells, e sarò sempre grato loro per ciò
che hanno fatto per noi. Ma
non possiamo continuare a condurre questa vita; è giusto
fermarci adesso,
stabilirci in un solo luogo. E Forks mi pare quello giusto.”
Abbassai
la testa; fissavo il pavimento in linoleum senza ragione.
“Mi
rendo conto che sarà difficile.” Riprese lui in
risposta al mio silenzio. “Però
sono certo che è la cosa migliore. Carlisle ed Esme
capiscano perfettamente la
mia posizione; nonostante siano tremendamente dispiaciuti,
rispetteranno la mia
decisione e faranno il possibile, ancora una volta, per
sostenerci.”
Strinsi
i pugni sulle ginocchia; sentivo le braccia, il corpo tremare.
“Per cui… hai
già deciso?”
Sussurrai
appena.
“Sì,
Bells.” Si limitò a rispondere. Il suo tono era
mortificato.
“Quando…
quando dovremmo andarcene?”
“Be,
la casa è già arredata. Giusto una leggera
ripulita, magari una sbiancata, ed è
pronta.
Direi
che per il fine settimana potremmo… trasferirci.”
Annuii.
“Bene. Comincerò a metter via le mie
cose.” Mi alzai, ancora traballante, e mi
avviai verso le scale; nella testa solo il desiderio ardente di
arrivare al più
presto in camera mia e buttarmi sul letto, dando sfogo a quelle lacrime
che già
sentivo farsi strada nei miei occhi.
“Bella,
aspetta!” Mi padre mi chiamò, palesemente
preoccupato, ma non mi voltai.
Continuai
imperterrita a trascinarmi su per gli scalini.
Al
primo piano, poggiata alla porta della sua stanza, c’era
Alice. In viso un’espressione
così triste che, se avesse potuto, ero certa avrebbe pianto.
“Non
era previsto…” Sussurrò appena.
“E’ stato improvviso…”
Mi
sforzai di sorridere. “So che altrimenti mi avresti
avvertita.” Le dissi. E
mantenendo lo stesso sorriso falso, continuai a salire.
Finalmente
arrivai alla porta della mia stanza, e ancora a qualche passo di
distanza
allungai il braccio verso la maniglia dorata.
“Intendi
andartene?” Un’improvvisa voce melodiosa mi fece
sobbalzare. La riconobbi
subito, senza nemmeno il bisogno di voltarmi.
“Sì
Edward. Non credo di avere altre opzioni.” Feci spallucce,
continuando a
rimanere girata. Non volevo assolutamente che mi vedesse in faccia.
Ormai le
fastidiose gocce salate mi avevano invaso le guance. “Mi
spiace, ora non avrai
più nessuno da torturare. Ma vedrai che troverai una degna
sostituta che…”
“Io
voglio nessuna sostituta!”
Improvvisamente
me lo ritrovai davanti,no a pochi centimetri dal mio viso. Le sue
braccia mi
teneva inchiodata al muro, bloccandomi ogni via d’uscita. Il
suo viso era
talmente vicino al mio che potevo sentirne il respiro gelido e fruttato
sulle
labbra.
Ero
così sorpresa e imbarazzata che mi dimenticai come si
parlava.
Prima
che potessi ricordarlo, Edward alzò una mano e con un dito
mi asciugò dalle
lacrime; sul suo volto a quella vista si formò una smorfia
di dolore, come se
fosse stato trafitto da mille spade.
Abbassò
il capo; vedevo le sue spalle tremare. “Resta.”
Sussurrò appena.
“Io…
non posso…” Non aggiunsi altro. passai sotto il
braccio ancora steso contro la
parete e mi rifugiai svelta in camera. Mi chiusi al porta alle spalle e
in quel
momento fu come se le gambe cedettero sotto il peso del mio corpo.
Seduta sul
pavimento freddo mi lasciai andare ad un lungo ma silenzioso pianto.
Il
giorno dopo c’era il sole. Appena sveglia vidi i suoi raggi
insistere per
penetrare nelle fessure delle veneziane. Mi vestii con fatica; non
avevo chiuso
occhio, mi sentivo stanca e disidratata.
Era
chiaro dal rossore quante lacrime avessi versato. Mi sciacquai
più volte la
faccia, nella speranza di rimediare almeno un po’.
Quando
scesi in cucina mi resi conto, per mia fortuna, che la casa era
già vuota.
Probabilmente i Cullen ne avevano approfittato per andare a caccia,
come sempre
quando c’era una bella giornata, mentre papà era
sicuramente già uscito.
Avevo
pensato tutta notte all’ambigua reazione di Edward riguardo
‘la notizia’,
chiedendomi a cosa potesse esser dovuta. Alla fine ero arrivata alla
conclusione che, nonostante i nostri continui battibecchi, vivevamo
assieme da
molto, ed era comunque un dispiacere. Io ero come una sorella per lui.
Già; solo come una
sorella.
Ogni
volta che ci pensavo provavo una sorta di delusione, ma non capivo il
motivo;
avrei dovuto esserne felice. Ma perché allora solo il
pensiero che non avrei
mai potuto esser di più per Edward, mi rendeva
così dannatamente triste?
Arrivata
a scuola notai subito l’abbigliamento quasi estivo di tutti i
miei compagni di
scuola; Forks era
il paese più piovoso
di tutta la penisola ed evidentemente non erano abituati ad avere
temperature
più alte per cui, quando accadeva, ne approfittavano.
“Hey!
Bella!” Mi salutò Mike con un gran sorriso. Lo
sguardo acceso dalla felicità
soltanto nel vedermi. Indossava un pantalone a tre quarti largo, color
cachi e
una maglietta color pesca.
“Ciao
Mike.”
“Che
ti prende? Sei triste?” Domandò accigliato. La sua
attenzione nei miei
confronti mi sorprese.
“Ehm,
no. Anzi in verità ho anche una bella notizia.”
Accennai.
“Davvero?
Quale?” Chiese incuriosito.
“Be,
mio padre ha preso casa qui. Quindi credo che mi dovrai sopportare per
molti,
molti anni!”
Ogni
parte del suo viso esprimeva gioia. “Sarà un
piacere sopportarti!” Esclamò poi.
E cogliendomi di sorpresa mi abbracciò, carezzandomi dietro
la schiena.
Con
un movimento lento ma netto lo scostai. Forse si stava prendendo un po’ troppe
libertà e decisi di dirglielo, ma
prima che potessi farlo la campanella suonò.
“Presto
andiamo!” Affermò iniziando a correre verso
l’entrata.
“Uff…”
Spontaneamente
mi voltai verso il parcheggiò, nella vana speranza di veder
arrivare la Volvo
argentata, ma ovviamente, come ben sapevo non era possibile…
Ciao
Ciao!
Allora,
che ne pensate di questo
nuovo capitolo?
Perdonatemi
se ci ho messo tanto e
se lo troverete un po’ corto, ma il tempo è quello
che è, e
sto facendo del mio meglio… spero mi
perdonerete.. ^////^
Bene,
passiamo ai ringraziamenti:
*Grazie
giuly97! Eccoti un nuovo
capitolo. Spero troverai la storia sempre più carina!
*Grazie
Batuffolo! Sono felice che
la storia ti piaccia e spero sia lo stesso per questo capitolo!
Incrocio le
dita!
*Grazie
Giulia_Cullen! Come avrai
capito Edward fa tutto di testa sua… e per un motivo che
ormai mi pare palese;
anche se non è tanto palese per Bella! Hehehe! Comunque ti
ringrazio davvero
per il complimento, sono felice ti piaccia come scrivo!
*Grazie
Twilighterina! Ringrazio
ovviamente anche te per il complimento, mi fa davvero piacere pensiate
scrivo
bene, ed è per me un onore!
*Grazie
Jenny95! Ecco a te il nuovo
capitolo, spero possa piacerti come gli altri!
Un
Grazie poi a tutti voi che
leggete, spero continuerete a farlo!
Un
grosso bacione!