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Autore: Viandante88    24/03/2010    5 recensioni
Vi propongo una nuova, ulteriore versione di Twilight... E se Bella fosse cresciuta, assieme a suo padre, proprio con la famiglia Cullen? E se fosse sempre stata a conoscenza del loro segreto? Cosa accadrà tra lei e Edward,quando, all'età di 17 anni, comincierà a sentire nei confronti di quello che considera da sempre una sorta di cugino, dei sentimenti che vanno ben oltre un rapporto di parentela? Scopritelo! Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2: strane sensazioni

 

Non appena oltrepassata la soglia d’entrata, gli occhi di tutti gli studenti si soffermarono incuriositi e increduli, sui Cullen. Nessuno si accorse di me che, senza attendere, mi allontanai come un granchio da loro, lanciando occhiate attonite a quei ragazzi e quelle ragazze che parevano avere la bava alla bocca. Scossi la testa e cercai la segreteria.

“Eccola…” Aprii una porta in vetro scorrevole e mi ritrovai davanti a un bancone. Dietro questo, affaccendata a sistemare alcuni documenti, vi era una signora sulla cinquantina, dalla chioma rossa tinta, paffutella e non molto alta, ma dall’aria simpatica.

Mi preparai a richiederle l’orario delle mie lezioni, ma qualcuno mi anticipò, ponendosi al mio fianco e poggiandosi di peso al bancone.

“Buongiorno Signora, siamo i Cullen. Potremmo avere per cortesia i nostri orari?”

Sbuffai scocciata, dando spontaneamente una gomitata al fianco di Edward, dimenticandomi che sarei stata io a farmi male, non certo lui, duro come pietra.

Nell’alzare lo sguardo la signora rimase per un momento a bocca aperta nel vederlo, poi sbattendo più volte le palpebre si riprese, mostrò quello che doveva essere il suo consueto sorriso di circostanza e si affaccendò alla ricerca di ciò che le era stato richiesto.

“E’ davvero un piacere avere così tanti nuovi studenti!” Esclamò nell’estrarre una cartelletta blu scura, dalla quale tirò fuori qualche foglio.

“La ringrazio.” Disse con gentilezza Edward, per poi rivolgere alla sottoscritta un’occhiata soddisfatta e vanitosa.

Feci finta di nulla e mi rivolsi anche io alla signora Grace, come riportato sul cartellino.

“Potrei avere anche il mio, per favore. Sono Isabella Swan.”

Mi osservò con circospezione, poi i suoi occhioni verdi si spalancarono, come se le si fosse accesa una lampadina. “Oh, la cugina!”

Annuii, cercando di non sentire la risatina divertita del mio presunto cugino, che si coprì la bocca con una mano.

Usciti da quella piccola stanzetta, nella quale la segretaria continuava imperterrita a sorridere, come se avesse una paralisi, guardammo finalmente le nostre lezioni.

“Biologia…” Sussurrai tra me, iniziando a cercare con lo sguardo la classe giusta.

“Credo che potremmo cercarla assieme.” Affermò Ed senza alzare gli occhi dal suo foglio.

“E perché mai…” Prima di concludere la frase realizzai. “Non dirmi che…?”

“Biologia!” Affermò lui, mostrandomi la scritta.

Mi buttai una mano sulla faccia. “Uffi!”

Salutammo gli altri e con passo rapido ci dirigemmo verso l’aula. Quando arrivammo ancora non c’era il professore così prendemmo posto in uno dei banchi liberi. Io mi sedetti in uno in seconda fila, accanto alla finestra.

“Ciao!” Esclamò una voce allegra.

Mi voltai. Un ragazzo carino, biondo, occhi azzurri, dal fisico sportivo mi osservava con curiosità, mostrandomi un gran sorriso. “Ciao.” Risposi, facendo un cenno con il braccio.

“Io sono Mike Newton! Molto piacere!” Mi protese la mano, curvando lievemente la schiena per arrivarci.

“Isabella Swan, ma puoi chiamarmi Bella.”

“Anche bellissima se vuoi.” Strizzò l’occhio. “E’ libero questo posto?” Con il capo indicò il banco al mio fianco.

“Ehm…”

“No.” Edward arrivò all’improvviso, buttando di peso la sua borsa a tracolla nera sulla superficie, come per segnarne la proprietà, dopo di che rivolse a Mike un’occhiata estremamente scocciata.

“Edward Cullen. Il cugino.” Affermò, sedendosi, senza nemmeno guardarlo.

“Cugino?” Chiese perplesso il ragazzo in un sussurro.

“Beh, non siamo proprio cugini. Non abbiamo legami di sangue. Solo che siamo cresciuti insieme e…”

“E io la controllo.” Concluse per me Edward, estraendo dallo zaino il suo libro. Quasi sembrava non stesse parlando con nessuno.

Lo guardai, allibita da quell’affermazione.

“Ok…” Si limitò a dire Mike, allontanandosi di qualche passo, e non appena fu fuori dalla portata di Ed, mi fece un cenno con le mani, sibilando: “A dopo.”

Certo non poteva immaginare di non poter sfuggire alla vista di Edward Cullen. Soprattutto considerando che tanto leggeva i suoi pensieri come fossero frasi scritte su un foglio.

“Senti un po’, tu!” Protestai a bassa voce, per non attirare altra attenzione indesiderata.

“Quello non mi piace.”

Sgranai gli occhi. “E a me dovrebbe importarmene? Se non ti dispiace le amicizie me le scelgo da sola e…”

Si voltò verso di me, inchiodandomi coi suoi occhi al momento dorati. “Quello non mi piace.”

Ripeté, accigliandosi.

Mi venne spontaneo deglutire, ma non mi feci sottomettere. “ A me invece piace. E molto. E’ carino e pare anche simpatico.” Questa volta cercai di non guardarlo, altrimenti sarebbe riuscito sicuramente a incantarmi.

Dalla sua bocca uscì una risatina impercettibile. “Non sapevo avessi quel genere di gusti.”

Disse poi con tono di critica. “Pensavo che ti piacessero tipi più…” Ancora mi guardò, intensamente. “Particolari.”

In quel momento la soglia fu attraversata dal professore, che intimò il silenzio alla classe.

Dopo quelle parole non dissi nient’altro. Nn sapevo cos’ altro dire in realtà.

Non riuscii neppure a stare attenta alla lezione però. Quella sua ultima frase continuava a rimbombarmi nel cervello, e senza rendermene conto continuai a rivolgergli occhiate fulminee, incapace di resistere. La sua mano sinistra era poggiata con disinvoltura accanto al mio astuccio; io non smettevo di fissarla. Dentro sentivo crescere la voglia irrefrenabile di prenderla e di stringerla alla mia…

La campanella suonò, svegliandomi fortunatamente da quell’ipnosi.

La prossima ora avrei avuto inglese. Non era la stessa materia di Edward e sentii un moto di delusione esplodermi nello stomaco.

Lo salutai con aria un po’ triste, cercando di non darlo troppo a vedere, e feci per andare nella direzione opposta alla sua, ma qualcosa di freddo mi bloccò il polso, tirandomi indietro.

La stretta di Ed era ferrea ma delicata. “Non fare stupidate.” Borbottò al mio orecchio, per poi lasciarmi andare con lentezza, quasi con dispiacere.

Sentii chiaramente le mie guance accendersi di un rosso intenso e uno strano formicolio invadermi la pelle. “Ok.” Solo quella parola uscì dalla mia gola. Nessuna protesta, nessuna offesa. Solo ‘ok’.

Appena giunta nell’aula successiva Mike tornò all’attacco, assicurandosi per bene che Edward non fosse nei paraggi. Mi invitò ad accomodarmi accanto a lui e mi presentò Jessica.

Una ragazza non molto alta, un po’ robusta ma molto formosa; capelli castani e occhi verdi. Pareva un tipo abbastanza socievole ma anche superficiale dal suo modo di comportarsi.

Sembrò infastidirsi parecchio quando Mike le chiese si sedersi accanto a un’altra loro amica, Angela, per lasciare il posto accanto al suo a me. In effetti non le diedi tutti i torti.

Cercai di convincerlo che mi andava benissimo sedermi davanti, ma nemmeno ascoltò le mie obiezioni.

L’ora di pranzo arrivò in fretta e quando arrivai in sala mensa i miei ‘ cuginetti’ erano già seduti attorno al tavolo più isolato di tutti, come fosse stato fatto apposta. Alice mi fece un cenno evidente di raggiungerli.

“Oh, non rimani a pranzare con noi?” Domandò Angela, una ragazza molto carina e fine, alta e magra, dai capelli castano chiaro e gli occhi marroni. Avevo parlato con lei solo cinque minuti, ma avevo già capito che era la tipologia di persona che piaceva a me. Al contrario di Jessica non la divertiva ficcare il naso in questioni altrui.

Mi voltai verso Alice, evitando di proposito lo sguardo di Edward, senza un motivo preciso, e le feci capire che mi fermavo coi miei nuovi amici.

Durante ogni singolo boccone sentii gli occhi di qualcuno puntati alla mia schiena; cercavo di non voltarmi, sapendo benissimo a chi appartenessero. Che cosa diamine voleva? A cosa erano dovute tutte quelle attenzioni? All’improvviso realizzai. ‘Charlie’. Pensai tra me, scuotendo appena il capo. Sicuramente era stato lui a chiedere a Edward di tenermi sotto controllo, ovviamente. Come avevo fatto a non pensarci subito? Che stupida, e io che credevo… Nulla.

“Hey, Bella? Che succede?” Il vocione allegro di Mike mi svegliò dai miei pensieri.

Presi un respiro profondo. “Niente, niente! Allora di che parlate?”

“Di una gita a La Push piccola, e tu sei invitata. Bisogna aspettare solo il tempo giusto. Un bel sole!” Esclamò il biondino sognante, come fosse qualcosa di irrealizzabile.

Tutti scoppiammo a ridere di quella sua espressione. In effetti non mi sarebbe dispiaciuto uscire con delle persone nuove; non avevo mai fatto particolari amicizie. Inoltre nei giorni di sole i Cullen rimanevano assenti da scuola. Essendo vampiri non potevano assolutamente esporsi ai suoi raggi. La loro pelle al solo contatto iniziava a brillare come interamente ricoperta di minuscoli diamanti, e di sicuro non era una cosa naturale per un umano, ma per la sottoscritta era un qualcosa di assolutamente affascinante. In quei giorni infatti, da sempre, la famiglia Cullen ne approfittava per andare a cacciare nelle foreste o nei boschi, o sulle montagne. Ovviamente non si nutrivano di sangue umano, loro avevano fatto una scelta diversa; vegetariana la definiscono. Hanno scelto di nutrirsi di sangue animale: lupi, orsi, leopardi e soprattutto cervi, a seconda di quello che offre il territorio. Sono ammirevoli. Certo sono comunque attratti dagli umani e fanno un grande sforzo per resistere, ma da anni oramai ci riescono, nonostante vivano a stretto contatto con me e Charlie.

Anche la campana di fine lezioni giunse, segnando la fine del primo giorno di scuola.

“Be, allora a domani Bella.” Mi salutò Mike, con un po’ di dispiacere nella voce.

“Già, a domani Bella.” Ripeté Jess, decisamente più contenta.

“Ciao!” partecipò Angela.

Salutai tutti e mi diressi verso il mio pick up, e con grande stupore vidi la Volvo ancora ferma, col motore acceso.

“Come mai non siete andati?” Domandai, aprendo al portiera.

“Ho detto io a Eddy di aspettarti!” Esclamò Alice. “Non ti ho vista per tutto giorno!”

Sorrisi e rivolsi spontaneamente lo sguardo a Edward. Aveva gli occhi fissi davanti a se; sul viso un’espressione corrucciata, forse arrabbiata. Tornai a osservare Alice che in tutta risposta si strinse nelle spalle.

“Possiamo andare ora?” Domandò austero l’autista, ancora senza rivolgermi un’occhiata.

Nemmeno ebbe il tempo di dire sì, che era già uscito dal parcheggio a tutta velocità.

“Ma che li è preso?” Salii in macchina e diedi un pugno al volante. “Cavoli!  E’ insopportabile!”.

 

 

 

Eccovi il secondo capitolo, spero vi piaccia!

RINGRAZIAMENTI:

*Grazie Giulia_Cullen! Sono felice che ti sia piaciuto, spero sarà lo stesso con questo nuovo capitolo. Tra poco scoprirai cosa prova Edward, promesso! Anche se un po’ si capisce… hihihi!

*Grazie nanerottola! Speriamo ti incuriosisca sempre di più… =)

*Grazie Twilighterina! Mi auguro possa piacerti anche questo secondo capitolo!

*Grazie Jenny95! Eccoti il secondo! Fammi sapere! =)

*Grazie giuly97! Con la speranza che continui a piacerti e a incuriosirti!

 

Un GRAZIE poi a tutti coloro che hanno letto e leggeranno!

Bacio!

  
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