2:
strane sensazioni
Non
appena oltrepassata la soglia d’entrata, gli occhi di tutti
gli studenti si
soffermarono incuriositi e increduli, sui Cullen. Nessuno si accorse di
me che,
senza attendere, mi allontanai come un granchio da loro, lanciando
occhiate
attonite a quei ragazzi e quelle ragazze che parevano avere la bava
alla bocca.
Scossi la testa e cercai la segreteria.
“Eccola…”
Aprii una porta in vetro scorrevole e mi ritrovai davanti a un bancone.
Dietro
questo, affaccendata a sistemare alcuni documenti, vi era una signora
sulla
cinquantina, dalla chioma rossa tinta, paffutella e non molto alta, ma
dall’aria simpatica.
Mi
preparai a richiederle l’orario delle mie lezioni, ma
qualcuno mi anticipò,
ponendosi al mio fianco e poggiandosi di peso al bancone.
“Buongiorno
Signora, siamo i Cullen. Potremmo avere per cortesia i nostri
orari?”
Sbuffai
scocciata, dando spontaneamente una gomitata al fianco di Edward,
dimenticandomi che sarei stata io a farmi male, non certo lui, duro
come
pietra.
Nell’alzare
lo sguardo la signora rimase per un momento a bocca aperta nel vederlo,
poi
sbattendo più volte le palpebre si riprese,
mostrò quello che doveva essere il
suo consueto sorriso di circostanza e si affaccendò alla
ricerca di ciò che le
era stato richiesto.
“E’
davvero un piacere avere così tanti nuovi
studenti!” Esclamò nell’estrarre una
cartelletta blu scura, dalla quale tirò fuori qualche foglio.
“La
ringrazio.” Disse con gentilezza Edward, per poi rivolgere
alla sottoscritta
un’occhiata soddisfatta e vanitosa.
Feci
finta di nulla e mi rivolsi anche io alla signora Grace, come riportato
sul
cartellino.
“Potrei
avere anche il mio, per favore. Sono Isabella Swan.”
Mi
osservò con circospezione, poi i suoi occhioni verdi si
spalancarono, come se
le si fosse accesa una lampadina. “Oh, la cugina!”
Annuii,
cercando di non sentire la risatina divertita del mio presunto cugino,
che si
coprì la bocca con una mano.
Usciti
da quella piccola stanzetta, nella quale la segretaria continuava
imperterrita
a sorridere, come se avesse una paralisi, guardammo finalmente le
nostre
lezioni.
“Biologia…”
Sussurrai tra me, iniziando a cercare con lo sguardo la classe giusta.
“Credo
che potremmo cercarla assieme.” Affermò Ed senza
alzare gli occhi dal suo
foglio.
“E
perché mai…” Prima di concludere la
frase realizzai. “Non dirmi che…?”
“Biologia!”
Affermò lui, mostrandomi la scritta.
Mi
buttai una mano sulla faccia. “Uffi!”
Salutammo
gli altri e con passo rapido ci dirigemmo verso l’aula.
Quando arrivammo ancora
non c’era il professore così prendemmo posto in
uno dei banchi liberi. Io mi
sedetti in uno in seconda fila, accanto alla finestra.
“Ciao!”
Esclamò una voce allegra.
Mi
voltai. Un ragazzo carino, biondo, occhi azzurri, dal fisico sportivo
mi
osservava con curiosità, mostrandomi un gran sorriso.
“Ciao.” Risposi, facendo
un cenno con il braccio.
“Io
sono Mike Newton! Molto piacere!” Mi protese la mano,
curvando lievemente la
schiena per arrivarci.
“Isabella
Swan, ma puoi chiamarmi Bella.”
“Anche
bellissima se vuoi.” Strizzò l’occhio.
“E’ libero questo posto?” Con il capo
indicò il banco al mio fianco.
“Ehm…”
“No.”
Edward arrivò all’improvviso, buttando di peso la
sua borsa a tracolla nera
sulla superficie, come per segnarne la proprietà, dopo di
che rivolse a Mike
un’occhiata estremamente scocciata.
“Edward
Cullen. Il cugino.” Affermò, sedendosi, senza
nemmeno guardarlo.
“Cugino?”
Chiese perplesso il ragazzo in un sussurro.
“Beh,
non siamo proprio cugini. Non abbiamo legami di sangue. Solo che siamo
cresciuti insieme e…”
“E
io la controllo.” Concluse per me Edward, estraendo dallo
zaino il suo libro.
Quasi sembrava non stesse parlando con nessuno.
Lo
guardai, allibita da quell’affermazione.
“Ok…”
Si limitò a dire Mike, allontanandosi di qualche passo, e
non appena fu fuori
dalla portata di Ed, mi fece un cenno con le mani, sibilando:
“A dopo.”
Certo
non poteva immaginare di non poter sfuggire alla vista di Edward
Cullen.
Soprattutto considerando che tanto leggeva i suoi pensieri come fossero
frasi
scritte su un foglio.
“Senti
un po’, tu!” Protestai a bassa voce, per non
attirare altra attenzione
indesiderata.
“Quello
non mi piace.”
Sgranai
gli occhi. “E a me dovrebbe importarmene? Se non ti dispiace
le amicizie me le
scelgo da sola e…”
Si
voltò verso di me, inchiodandomi coi suoi occhi al momento
dorati. “Quello non
mi piace.”
Ripeté,
accigliandosi.
Mi
venne spontaneo deglutire, ma non mi feci sottomettere. “ A
me invece piace. E
molto. E’ carino e pare anche simpatico.” Questa
volta cercai di non guardarlo,
altrimenti sarebbe riuscito sicuramente a incantarmi.
Dalla
sua bocca uscì una risatina impercettibile. “Non
sapevo avessi quel genere di
gusti.”
Disse
poi con tono di critica. “Pensavo che ti piacessero tipi
più…” Ancora mi
guardò, intensamente. “Particolari.”
In
quel momento la soglia fu attraversata dal professore, che
intimò il silenzio alla
classe.
Dopo
quelle parole non dissi nient’altro. Nn sapevo cos’
altro dire in realtà.
Non
riuscii neppure a stare attenta alla lezione però. Quella
sua ultima frase
continuava a rimbombarmi nel cervello, e senza rendermene conto
continuai a
rivolgergli occhiate fulminee, incapace di resistere. La sua mano
sinistra era
poggiata con disinvoltura accanto al mio astuccio; io non smettevo di
fissarla.
Dentro sentivo crescere la voglia irrefrenabile di prenderla e di
stringerla
alla mia…
La
campanella suonò, svegliandomi fortunatamente da
quell’ipnosi.
La
prossima ora avrei avuto inglese. Non era la stessa materia di Edward e
sentii
un moto di delusione esplodermi nello stomaco.
Lo
salutai con aria un po’ triste, cercando di non darlo troppo
a vedere, e feci
per andare nella direzione opposta alla sua, ma qualcosa di freddo mi
bloccò il
polso, tirandomi indietro.
La
stretta di Ed era ferrea ma delicata. “Non fare
stupidate.” Borbottò al mio
orecchio, per poi lasciarmi andare con lentezza, quasi con dispiacere.
Sentii
chiaramente le mie guance accendersi di un rosso intenso e uno strano
formicolio invadermi la pelle. “Ok.” Solo quella
parola uscì dalla mia gola.
Nessuna protesta, nessuna offesa. Solo ‘ok’.
Appena
giunta nell’aula successiva Mike tornò
all’attacco, assicurandosi per bene che
Edward non fosse nei paraggi. Mi invitò ad accomodarmi
accanto a lui e mi
presentò Jessica.
Una
ragazza non molto alta, un po’ robusta ma molto formosa;
capelli castani e
occhi verdi. Pareva un tipo abbastanza socievole ma anche superficiale
dal suo
modo di comportarsi.
Sembrò
infastidirsi parecchio quando Mike le chiese si sedersi accanto a
un’altra loro
amica, Angela, per lasciare il posto accanto al suo a me. In effetti
non le diedi
tutti i torti.
Cercai
di convincerlo che mi andava benissimo sedermi davanti, ma nemmeno
ascoltò le
mie obiezioni.
L’ora
di pranzo arrivò in fretta e quando arrivai in sala mensa i
miei ‘ cuginetti’
erano già seduti attorno al tavolo più isolato di
tutti, come fosse stato fatto
apposta. Alice mi fece un cenno evidente di raggiungerli.
“Oh,
non rimani a pranzare con noi?” Domandò Angela,
una ragazza molto carina e
fine, alta e magra, dai capelli castano chiaro e gli occhi marroni.
Avevo
parlato con lei solo cinque minuti, ma avevo già capito che
era la tipologia di
persona che piaceva a me. Al contrario di Jessica non la divertiva
ficcare il
naso in questioni altrui.
Mi
voltai verso Alice, evitando di proposito lo sguardo di Edward, senza
un motivo
preciso, e le feci capire che mi fermavo coi miei nuovi amici.
Durante
ogni singolo boccone sentii gli occhi di qualcuno puntati alla mia
schiena;
cercavo di non voltarmi, sapendo benissimo a chi appartenessero. Che
cosa
diamine voleva? A cosa erano dovute tutte quelle attenzioni?
All’improvviso
realizzai. ‘Charlie’. Pensai tra me, scuotendo
appena il capo. Sicuramente era
stato lui a chiedere a Edward di tenermi sotto controllo, ovviamente.
Come
avevo fatto a non pensarci subito? Che stupida, e io che
credevo… Nulla.
“Hey,
Bella? Che succede?” Il vocione allegro di Mike mi
svegliò dai miei pensieri.
Presi
un respiro profondo. “Niente, niente! Allora di che
parlate?”
“Di
una gita a La Push piccola, e tu sei invitata. Bisogna aspettare solo
il tempo
giusto. Un bel sole!” Esclamò il biondino
sognante, come fosse qualcosa di
irrealizzabile.
Tutti
scoppiammo a ridere di quella sua espressione. In effetti non mi
sarebbe
dispiaciuto uscire con delle persone nuove; non avevo mai fatto
particolari
amicizie. Inoltre nei giorni di sole i Cullen rimanevano assenti da
scuola.
Essendo vampiri non potevano assolutamente esporsi ai suoi raggi. La
loro pelle
al solo contatto iniziava a brillare come interamente ricoperta di
minuscoli
diamanti, e di sicuro non era una cosa naturale per un umano, ma per la
sottoscritta era un qualcosa di assolutamente affascinante. In quei
giorni
infatti, da sempre, la famiglia Cullen ne approfittava per andare a
cacciare
nelle foreste o nei boschi, o sulle montagne. Ovviamente non si
nutrivano di sangue
umano, loro avevano fatto una scelta diversa; vegetariana la
definiscono. Hanno
scelto di nutrirsi di sangue animale: lupi, orsi, leopardi e
soprattutto cervi,
a seconda di quello che offre il territorio. Sono ammirevoli. Certo
sono
comunque attratti dagli umani e fanno un grande sforzo per resistere,
ma da
anni oramai ci riescono, nonostante vivano a stretto contatto con me e
Charlie.
Anche
la campana di fine lezioni giunse, segnando la fine del primo giorno di
scuola.
“Be,
allora a domani Bella.” Mi salutò Mike, con un
po’ di dispiacere nella voce.
“Già,
a domani Bella.” Ripeté Jess, decisamente
più contenta.
“Ciao!”
partecipò Angela.
Salutai
tutti e mi diressi verso il mio pick up, e con grande stupore vidi la
Volvo
ancora ferma, col motore acceso.
“Come
mai non siete andati?” Domandai, aprendo al portiera.
“Ho
detto io a Eddy di aspettarti!” Esclamò Alice.
“Non ti ho vista per tutto
giorno!”
Sorrisi
e rivolsi spontaneamente lo sguardo a Edward. Aveva gli occhi fissi
davanti a
se; sul viso un’espressione corrucciata, forse arrabbiata.
Tornai a osservare
Alice che in tutta risposta si strinse nelle spalle.
“Possiamo
andare ora?” Domandò austero l’autista,
ancora senza rivolgermi un’occhiata.
Nemmeno
ebbe il tempo di dire sì, che era già uscito dal
parcheggio a tutta velocità.
“Ma
che li è preso?” Salii in macchina e diedi un
pugno al volante. “Cavoli!
E’ insopportabile!”.
Eccovi
il secondo capitolo, spero vi piaccia!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Giulia_Cullen! Sono felice che ti sia piaciuto,
spero sarà lo stesso con questo nuovo capitolo. Tra poco
scoprirai cosa prova
Edward, promesso! Anche se un po’ si capisce…
hihihi!
*Grazie
nanerottola! Speriamo ti incuriosisca sempre di
più… =)
*Grazie
Twilighterina! Mi auguro possa piacerti anche
questo secondo capitolo!
*Grazie
Jenny95! Eccoti il secondo! Fammi sapere! =)
*Grazie
giuly97! Con la speranza che continui a piacerti e
a incuriosirti!
Un
GRAZIE poi a tutti coloro che hanno letto e leggeranno!
Bacio!