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Autore: dublino    03/04/2010    10 recensioni
 
Una giornata ai confini del tempo: fatta di amore e di giochi, di corse e di caccia!
L'adrenalina che scorre dentro i corpi di due ragazzi felici. La voglia di giocare, l'affinità perfetta e intensa che li lega, il desiderio di sfida che unisce Draco ed Hermione fa si che il pomeriggio trascorso insieme si trasformi in una vera e propria caccia.
Chi di loro vincerà?
Troveranno un compromesso?
Siete pronti a scoprirlo?
dublino
 
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Draco, Hermione e...'
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Fragole e menta

 

 

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Correva veloce ignorando i richiami portati dal vento, doveva sbrigarsi, fuggire, scomparire alla sua vista. Quel pomeriggio di dolci ricordi era colmo di una delicata brezza che le scompigliava gioiosa i capelli ondulati.
Hermione Granger correva, voltando veloce il capo, il cuore batteva forte nel petto in quel momento di corsa. I capelli le carezzavano il volto mentre si girava celere per accertarsi che lui fosse indietro, che lo avesse seminato.
Incespicò varie volte mentre continuava a correre. I lacci delle converse grigie erano sciolti, si ingarbugliavano dispettosi ai rametti orgogliosamente ammonticchiati sul terreno. Veloce, le mani tremanti di agitazione scioglieva e riannodava i lacci, sussultava al più piccolo rumore.
Un tonfo le fece alzare il capo, ascoltare incerta il rumore perdersi nel suono armonioso del vento. Dei passi si avvicinavano, doveva sbrigarsi o lui l'avrebbe presa. Un piccolo sorriso si disegnò sulle belle labbra della ragazza quando riprese a correre.
Chiuse gli occhi abbandonandosi al venticello delicato.
Era meraviglioso correre senza fatica in un grande campo di fragole, tentando di sfuggirgli.
Sentiva le scarpe, alzarsi e affondare nel terreno asciutto ad ogni sempre più veloce passo.
Il respiro concitato si amalgamava al rumore quasi sospirato della brezza estiva. Sapeva che stavano rovinando centinaia di belle fragole con il loro inseguirsi bambinesco nei campi solitari.
Non poteva farci niente, era più forte di lei fuggire per gioco, più forte di lui divertirsi nell'inseguimento.
Si fermò ad un tratto socchiudendo gli occhi alla luce forte del sole mattutino, le mani leggere volarono sulle ginocchia per sostenere il peso del corpo. Era un po' stanca: le ci voleva una pausa.
Il fruscio di foglie che venivano smosse, i passi leggeri e attenti di qualcuno che la osservava la fecero sussultare impercettibilmente. Hermione aprì gli occhi, sbattè più volte le ciglia brune e fece un piccolo sforzo per focalizzare l'ombra nascosta fra i rami degli alberi.
Era lì. in attesa di un suo movimento, pronto a scattare. Ridacchiò nervosa, colma di quell'agitazione allegra che si ha nei frangenti di gioco. Si passò vaga le mani fra i capelli e spostò una ciocca dietro l'orecchio destro.
Sapeva cosa doveva fare,
fingere di non avere capito dove si trovava lui e poi prendere il volo quando meno se lo aspettava.
Peccato si trattasse di un abile giocatore di quidditch: allenato, veloce, resistente.
Lei era più leggera però, scattante, non si stancava facilmente nella corsa.
Un guizzo di consapevolezza illuminò i suoi occhi. Hermione si mordicchiò il labbro nel momento in cui la decisione le dava un accenno di distensione e calma.
Doveva cominciare a correre subito, si disse, osservando le foglie tremare per un movimento più deciso.
Il sole illuminava quella piccola collina, risplendeva sul laghetto pieno di ninfee a valle, rendeva vivide e invitanti le migliaia di fragole amorevolmente coltivate in quei campi rigogliosi.
Hermione sbadigliò in un evidente provocazione e fece finta di sospirare delusa.
Il vento divenne più forte, come volesse accompagnare lo slancio della ragazza quando ricominciò a correre. Doveva aumentare il ritmo, non si sarebbe mai perdonata di essersi fatta prendere in quel modo da lui.
Doveva vincere.
'Cavolo Hermione, non puoi dargliela vinta in questo modo! Pensa no...'
'Dopotutto sei più intelligente di lui!'
Pensava, continuando a correre instancabile e ridendo come impazzita. Era solo preda di una crisi isterica di risate, in realtà.

 

Il ragazzo si era stancato,
era impossibile che lui non riuscisse a prenderla. Era decisamente troppo che giocavano al gatto e al topo, ora era il momento di farla finita.
Respirò a fondo, si passò una mano fra i capelli. Un familiare ghigno comparve sulle sue labbra quando vide la ragazza sbadigliare.
Era un attrice nata. Ma non tanto brava quanto lui, questo era certo.
Hermione Granger poteva imbrogliare tutti, quasi tutti. Lui di certo capiva sempre quando la fanciulla mentiva.
Ora stava bleffando.
Mise le mani sul terreno tiepido strappando qualche filo d'erba. Era accogliente quell'angolino di mondo...
un luogo colorato, fresco, tutto per loro.
Si alzò di scatto e in quel momento con suo rammarico le foglie tremarono.
Vide la sua preda sussultare piano e si umettò le labbra.
Le gambe si piegarono veloci, scattanti, assumendo la posizione decisiva per essere pronto a correre.
Doveva prenderla.
Non poteva di certo lasciarsi battere da lei!
Doveva vincere.
Con una mano, delicatamente attenta, scostò un rametto che gli limitava la visuale:
Hermione Granger
se ne stava lì, fingendo di non essersi accorta di niente. Il viso contratto in una artificiosa espressione di noia, la bocca morbida veniva mordicchiata dai denti piccoli e bianchi della ragazza; le belle gambe, fasciate da jeans scuri erano tese in una posizione di inequivocabile allerta. Probabilmente, pensò lui, se non fosse stato tanto sveglio da riconoscere la bugia dalla sua espressione avrebbe comunque compreso l'agitazione della giovane dalla sua posizione. Come un piccolo e meraviglioso cervo che ascolta nel dettaglio tutti i rumori, in allerta a causa di una tigre.
Era lì in attesa. Non bisogna fare aspettare le signore, no?Si chiese ridendo.
Con uno scatto veloce, privo di sforzo uscì dal suo nascondiglio verde e si diede una spinta per correre. Hermione era molto più avanti di lui, correva veloce e leggera come una ninfa immortale. Il vento accompagnava la sua fuga, come sorreggendola e spingendola per facilitarle la corsa, soffiava impetuoso ora nella sua direzione.
Lui sorrise osservando i lunghi capelli rifulgere luminosi, illuminati da migliaia di delicati e caldi raggi dorati.

 

Hermione saltò oltre un grosso ramo deposto sul terreno. Sembrava quasi una piccola barchetta nel mare verde e rosso del campo di fragole. Le mani le bruciavano, poté constatare lentamente, mentre le sfregava e le stringeva contro il petto dandosi il coraggio
e il desiderio di continuare. Sentiva, agitata, che il suo inseguitore aveva compreso appieno il bisogno di prenderla velocemente, di porre fine alla loro disputa di inseguimento.
Non sapeva come aveva fatto, come era successo in realtà... ma lo sentiva.
Aveva percepito il cambiamento nell'aria tiepida e avvolgente, nei passi decisi e forti che piegavano la fresca e verde erba.
Si guardò intorno, veloce, in cerca di una direzione sicura da imboccare.
Terrore la colse quando si rese conto che c'era solo una via da prendere e che conduceva in una strada senza uscita: nel cuore del campo di fragole.
Hermione scosse il capo, ignorando la vocina mentale che le suggeriva di tornare indietro.
Se fosse entrata lì l'avrebbe di sicuro presa!
Entrò senza pensare in quella via fatta di delicati e alti boccoli d'erba e fragoline.
Era un po' scuro li dentro, a causa di una cupola naturale e avvolgente formatasi fra gli alti alberi.
L'erba rampicante che vi era cresciuta però, non era solo del tipico colore verde di cui sono ricamate di solito, ma anche di un tenue colore rosa ruggine. Hermione sorrise meravigliata dalla magia del luogo e continuò a camminare piano. Tentava di non pestare molto le fragole, raccolte in deliziosi grappoli ai lati e al centro del percorso. Un piccolo rumore le fece velocizzare il passo e in poco si trovò alla fine del rifugio ombreggiato.
Si nascose, complimentandosi con se stessa subito dopo, dietro un grosso albero nodoso. I passi del suo inseguitore erano ormai vicinissimi. Hermione respirò silenziosa, sentiva i battiti veloci e profondi del suo cuore risuonare in tutto il corpo.
Era in attesa: il suo respiro lento, difficoltoso nel restare silenzioso, si armonizzava con i suoni tenui e accoglienti di quel luogo naturale. Era così bello quel posto.

 

Era lì, ne era sicuro.
Non sentiva i suoi passi. Evidentemente si era fermata, magari ben nascosta;
non udiva i suoi respiri, di sicuro agitati e cadenzati;
non la vedeva...
eppure era lì! Lui lo sapeva
perché percepiva la sua presenza inimitabile in quel luogo;
perchè sentiva il suo profumo di vaniglia, come una flebile traccia colpevole, espandersi e accoglierlo in quel boschetto
infine ma non meno importante, come certezza, l'aveva vista correre lì dentro, impossibilitata a prendere un'altra via per salvarsi.
Sorrise soddisfatto della sua analisi dei fatti e continuò a camminare seguendo la scia del suo profumo delicato, dolce, suo.

 

Hermione stava immobile. Sarebbe diventata volentieri un tuttuno con quell'albero vecchio e maestoso se fosse stato possibile.
Si appoggiò maggiormente al tronco, sentì la consisteza setosa del viso entrare in contatto con quella ruvida e fresca dell'albero. I capelli, lunghi e ribelli erano sparsi sulla schiena e molti erano impigliati all'albero. Hermione maledisse debolmente la sua incapacità di ricordare un fermaglio e zittì i suoi pensieri sentendo i passi di lui praticamente accanto.
Chiuse gli occhi, non poteva essere...
Raccolse il suo coraggio grifondoro e si decise a sbirciare oltre il tronco robusto dell'albero. Poggiò i palmi delle piccole mani sul fusto e si piegò meglio sull'albero, sentendo le ginocchia appiattirsi sull'arbusto. Con attenzione sporse il volto fuori dall'albero.
Lui era lì...
Il suo cuore perse un battito nel momento in cui i suoi occhi entrarono a contatto con la figura del ragazzo.
Se ne stava lì, perso nell'osservazione e nell'analisi del territorio.
Il familiare ghigno impresso sulle labbra sottili. Hermione si perse nella contemplazione del suo inseguitore.
Il viso era leggermente pallido, più pallido del normale si sarebbe detto. Ostentava quel suo pallore, di solito, con l'aristocratica consapevolezza che fosse segno di nobiltà e purezza.
Hermione rise silenziosa a quel pensiero.
I capelli di biondo grano, così sottili, sembravano fatti della seta più pura. Hermione lo sapeva, ne conosceva il candido invito.
Erano sparsi, quei crini di sole e di bianco sulla fronte e sul viso, scompigliati a causa della racente corsa. Arrivavano quasi a coprire gli occhi curiosi del giovane.
Erano attenti quegli occhi, ad ogni movimento della fauna assopita e della flora rigogliosa; grigio divertito scrutava paziente in attesa, ne era certa, di un suo sbaglio.
Hermione sorrise maliziosamente,non si sarebbe certo scoperta. Avrebbe preferito rimanere lì tutto il giorno e tutta la notte pur di vincere.
Le labbra sottili piegate in quel ghigno affascinante sussurravano il suo nome con un tono di docile scherno, di ironia amorevole.
Hermione si strinse le mani, cercando di rafforzare la sua sicurezza. Fece scorrere lo sguardo sul collo del biondo, le spalle, il busto, le gambe saldamente piantate sul terreno,
così veloci nel rincorrerla.
Sbuffò ancora, silenziosamente decisa, testarda fino al midollo. Come diceva lui.
'Hermione, piccola... credi forse che non ti troverei?' chiese la voce del ragazzo. Hermione sorrise sentendo il tono divertito della voce di lui.
Era profonda, delicata, melliflua. Quella voce che amava la prendeva maliziosamente in giro dandole sempre più sicurezza nel non rivelarsi.
La voce di lui sapeva vestirsi dei più accurati e sensuali toni, a comando della sua mente audace.
Era roca e sensuale;
era vellutata e convincente.
Era dolce e melliflua.
Era semplicemente la sua voce. Sapeva convincerla quella voce, spingerla a fare cose che mai avrebbe immaginato un tempo di potere compiere con tanto zelo e nessun rimpianto.'Ti consiglio di arrenderti e di rivelarti...'disse ammiccando, quasi fosse sicuro che lei
potesse vederlo.
Hermione scosse il capo.
Un deciso MAI risuonò nella sua mente.
'Come desideri, piccola...'disse,quasi avesse sentito la voce interiore di lei negare i suoi desideri.
Hermione sussultò sentendo quella voce sicura farsi sempre più decisa. La sua mente veloce, forte della disperata voglia di sfuggirgli ancora cominciò ad elaborare mille piani di evasione.
Non ci sarebbe riuscito, a prenderla!
Si ripeteva annuendo.
Si sporse di nuovo, delicatamente, nella medesima posizione di prima.
Sgranò gli occhi, Draco era sparito.
Dove era andato?
Si era nascosto anche lui? voleva forse farle prendere un infarto?
Se ne era andato via forse? Scosse il capo ignorando questa ultima errata supposizione: Draco Malfoy non avrebbe mai abbandonato una caccia.
Hermione attese diligentemente, cauta, silenziosa, testarda.
Ma come tutti, anche i Grifondoro possiedono dei punti deboli, dei difetti.
Hermione Granger era impaziente.
Voleva vedere cosa sarebbe successo, desiderava farla franca e scappare. Alzò un piede in modo garbato, cercando di non fare rumore. Le piccole foglie si accartocciarono sotto i suoi piedi..
Non ci fece caso.
Era troppo agitata, nervosa, divertita, per interessarsene anche minimamente.
In due passi fù al centro del piccolo boschetto di fragole. Un profumo forte di frutta le entrava dentro dandole una splendida sensazione di famiglia, di casa.
Chiuse gli occhi e respirò.
Forse Malfoy aveva creduto che lei fosse uscita.
Il peso del suo errore di valutazione le crollò addosso quando due forti braccia le si avvolsero intorno alla vita sottile. Una mano le coprì la bocca delicatamente soffocando il suo urlo di spavento, sorpresa, rabbia.

 

Era uscita, la piccola impavida grifondoro.
Draco Malfoy non era immensamente coraggioso come i grifondoro, non possedeva lealtà e onestà degne di Potter, ma era un serpeverde Doc.
Possedeva tutte le qualità degne della casa dei discendenti di Salazar.
Era astuto: aveva saputo prevenire le sue mosse avventate;
era cauto:nonostante lei non fosse sprovvista di questa qualità, lui lo era stato di più.
Era un cacciatore nato, sapeva che la preda sarebbe venuta da lui senza che si dovesse sforzare più di tanto in quella piccola naturale alcova.
Ghignò immensamente soddisfatto.
Nascosto dietro un albero alto e dalle ampie radici in evidenza, quando Hermione con passo leggero, guardinga e garbata, innatamente elegante era uscita dal suo nascondiglio, rivelandosi al centro del boschetto.
Come una ninfa delle antiche leggende greche si era rivelata in tutto il suo splendore.
Draco sorrise ammirato dalla sua bellezza e uscì da dietro l'abero.
Veloce, delicato, possessivo, strinse le braccia attorno alla vita di Hermione. Una mano corse a soffocare il grido di incredula rabbia nato dalle morbide labbra della ragazza.
Chinò il capo raggiungendo il morbido collo di lei, poggiando con delicatezza il capo su quel rifugio perfetto.
Respirò a fondo l'odore di vaniglia: delicato, sensuale e avvolgente. Era il profumo di Hermione, il migliore che avesse mai sentito.

 

Hermione ricoprì le mani di Draco con le sue, respirando affondo, rumorosamente, cercò di liberarsi dal forte abbraccio del biondo. Sentiva il desiderio di guardarlo crescere dentro di se.
Era ingiusto che lui stesse in quella posizione.
'Sorpresa, piccola mezzosangue?' chiese dolcemente, il tono della voce vellutata era misto di malizia e divertita attesa.
Hermione sbuffò e si mosse nel suo abbraccio facendogli capire le sue intenzioni: voleva girarsi.
Una risata sgorgò dalle labbra del ragazzo, impegnato a sondare la delicata consistenza del suo collo di fata. Hermione mise il broncio e piegò il collo lasciandolo fare.
'Siamo impazienti?'chiese roco, aumentendo la stretta sulla vita sottile di lei.
Hermione sospirò ascoltando i denti di Draco carezzare sensualmente la sua pelle, la lingua aggiungersi in una coccola meravigliosa e provocatoria.
'Lasciami, Malfoy. Dovresti vergognarti! Sei stato scorretto e continui ad esserlo adesso.'disse Hermione evidentemente seccata.
'E' così, eh? Non credi che io abbia semplicemente sfruttato le mie capacità di caccia?' chiese mentre impertinente faceva scorrere le mani sul ventre piatto e fremente della ragazza. Hermione si morse il labbro inferiore.
'Caccia?' chiese poco convinta
Draco sorrise non visto. Chiuse gli occhi assaporando la comoda posizione e respirando il profumo di lei. Una mano raggiunse il fianco, l'altra stringeva possessiva la zona vicino l'ombelico di Hermione. Lei scosse il capo, le mani strinsero forti quella di lui impegnata a stuzzicarle l'ombelico scoperto.
'Certo, caccia...'sussurrò rapito, portando le labbra a risalire il collo, mordicchiare la liscia nuca, raggiungere il tenero lobo dell'orecchio sinistro.
'Spero tu ti sia divertito.'disse Hermione leggermente astiosa. Respirò a fondo, cercando di raccogliere più aria possibile, necessaria alla sua sopravvivenza, mentre le labbra avide di Draco studiavano il suo collo, raggiungevano ancora l'orecchio.
'Si, non c'è male.' concesse lui. La mano destra continuava imperterrita a carezzare il ventre scoperto di lei, rincorreva i respiri sempre più frettolosi della ragazza. Hermione lasciò andare il respiro rantolando quando Draco infilò l'estremità del dito mignolo nel suo piccolo ombelico raccogliendo nello stesso momento il lobo destro dell'orecchio di lei fra le labbra.
Le parole di sfida che aveva ansiosamente raccolto le morirono in gola sentendolo succhiare dolcemente il tenero lobo, carezzare deliziato l'ombelico rotondo.
Un mugugno compiaciuto le sfuggì dalle labbra e se ne pentì subito sentendolo sogghignare soddisfatto.
'Stavi per dire qualcosa, Granger?'chiese impertinente. Hermione sgranò gli occhi, desiderando di fulminarlo con lo sguardo.
Perchè doveva essere sempre così irritante? Era capace di indisporla in ogni momento del giorno, renderla furiosa e accendere i suoi desideri con una sola parola.
Draco Malfoy aveva una pessima influenza su Hermione e lei ne era consapevole. Non voleva che finisse però, sarebbe stato come toglierle l'aria.
'Sei, sei...'cominciò sussurrando piano quelle parole, cercando di racimolare le scorte d'aria sufficenti a permetterle di pronunciare una frase normale.
Draco sorrise. Sapeva di avere una buonissima influenza sulla Granger. Era capace di ispirare in lei i comportamenti impulsivi e privi di ragionamento che lei odiava tanto, che aveva sempre messo da parte per mostrare al mondo la sua facciata da brava ragazza e studentessa modello. Draco conosceva la vera Hermione, la amava.
'Cosa, Granger? Dimmi pure, sai che ti ascolto sempre...' mormorò muovendo il dito sulla circonferenza liscia e invitante dell'ombelico. Sentì distintamente la piccola mezzosangue ansimare mentre succhiava imperterrito il lobo dell'orecchio destro.
La mano di lei intrecciata alla sua mano sinistra era diventata inquieta, si divincolava cercando di affondare le unghie nel palmo della sua mano. Ghignò divertito e le diede un morbido bacio sulla nuca.
La tiepida brezza si amalgamava al profumo pastoso e dolciastro delle migliaia di fragole presenti in quel luogo. L'edera rosa ruggine, trasparente alla luce del sole, sembrava essere diventata un paravento naturale, un nascondiglio perfetto per i loro giochi. Draco sorrise al pensiero e finalmente sciolse l'abbraccio. Hermione lasciò che il ragazzo la liberasse e un sorrisetto malizioso apparve sul suo volto, notando che lui dava le spalle alla fine del bosco. Poteva liberarsi,correre ancora, se voleva.
Sorrise, quasi rivelando le sue intenzioni al biondo che ghignò e inarcò le sopracciglia.
'Non è quello che vuoi veramente...'le sussurrò muovendosi verso di lei. Hermione lo guardava, come sempre stupita dal suo modo incantevole di porsi;riusciva a rendersi attraente in ogni movimento, parola, sguardo. Scosse il capo lentamente per scacciare quei pensieri inopportuni, a suo dire, e fece un passo verso di lui.
Voleva giocare ancora.
'E cosa voglio allora, Malfoy?'chiese, il tono della voce volutamente basso voleva suonare simile a quello di lui,renderlo schiavo delle sue parole.
Fece un'altro passo verso di lui osservandolo aprire le braccia
'Me' disse deciso, un sopracciglio alzato in un espressione divertita e seducente.
Hermione corrugò le sopracciglia in una deliziosa smorfia seccata;incrociò le braccia e si mise a battere il piede in un leggero ritmo.
'Cosa ne sai, Malfoy?' chiese ostentando un aria arrogante che non le apparteneva minimamente. Inaspettatamente Draco scoppiò a ridere;il volto di Hermione assunse un aria vendicativa.
'Smettila di fare la commedia, mia piccola mezzosangue.' sussurrò accanto a lei, il fiato caldo stuzzicava amabilmente il collo di lei. Hermione strinse la prese sulle sue braccia intrecciandole fortemente, mordendosi le labbra indignata.
Draco alzò un braccio, con la mano elegante carezzò dolcemente il viso di lei, disegnando i profili delicati di quel volto. Si avvicinò ancora di più alla ragazza, scivolando velocemente sul terreno asciutto.
'E poi...' disse in un sibilo sensuale 'Io sono quì...' Le mani di lui carezzavano il viso di Hermione come se fosse di cristallo, ne seguivano i contorni perfetti con la punta liscia dei polpastrelli;scesero sulle labbra racchiudendo i setosi boccioli fra le dita, carezzandoli teneramente.
Hermione sussultava internamente ad ogni tocco tenero delle mani del biondo;ogni delicata carezza, ogni parola, ogni sguardo eloquente le forniva una scarica calda e forte di brividi. Sentiva il sangue salirle alle guance,gli occhi desiderare di chiudersi, la bocca di aderire a quella di lui,le ginocchia smetterla di reggerla, quasi potessero mutare la loro sostanza e divenire di malleabile burro.
'Per te' aggiunse in un sussurro, guardandola negli occhi di miele.
Hermione sentì distintamente il cuore battere un doloroso colpo più forte mentre quelle parole venivano pronunciate. Una mano corse alla guancia di Draco, l'altra si strinse alla mano destra di lui.
'Credi di sapere tutto?' chiese socchiudendo gli occhi,osservandolo avvicinarsi.
'Di te si, Granger... so tutto di te, non mi deve sfuggire niente..' le rispose baciandole languidamente il collo. Hermione annuì ignorando completamente il discorso che stavano conducendo.
Finirono a terra, fra i ciuffetti verdi di erba e i grappoli rossi di fragole. La luce filtrava delicatamente dall'erica color rosa ruggine, riluceva sileziosa sui corpi abbracciati dei due ragazzi. Una mano di Draco carezzava la guancia morbida e calda di Hermione mentre si stringevano in quell'angolino di paradiso, fatto per loro.
'Draco...'
'Si?'
'Stiamo rovinando tutto il campo di fragole oggi...' sussurrò sorridendo felice
'Non mi importa'rispose lui.

 

Era sopra di lei, sentiva il suo tenero corpo tendersi sotto il suo in una spasmodica ricerca del contatto. Voleva che lei lo cercasse, che desiderasse ogni suo più semplice movimento. Fece leva con le mani per evitare di caderle addosso e la guardò intensamente negli occhi catturando nei suoi quelle sfumature dorate che tanto lo affascinavano. Le mani di Hermione scivolarono sul petto di lui e raggiunsero il viso diafano del ragazzo,lentamente si chiusero sul suo viso.
Era sempre così fra di loro, sembrava che volessero cogliere l'essenza l'uno dell'altra e racchiuderla dentro per sempre.

 

Chinò il capo muovendo i capelli lunghi sul terreno, fra le fragole e i cespugli di verde.
Sorrise osservando gli occhi grigi di lui.
Desiderava averlo, lì, subito..
Con estremo desiderio avvicinò le labbra a quelle di Draco. Con le sua bocca delicata sfiorò le labbra sottili del biondo in una carezza leggera e soffice, senza fretta. L'anima completamente piena di lui, appassionatamente colma di desiderio, di dolcezza, di comprensione l'uno dell'altra. Lo baciò chiudendo in quell'attimo gli occhi, godendosi il momento.
'Hermione' sussurrò lui fra un bacio e l'altro tenendosi ancora sulle mani, sentendola carezzargli i capelli.
'Si?'
'Sai che rovineremo tutto il campo che è rimasto integro, vero?'
'Non mi importa'
Rise compiaciuto e felice, il volto illuminato da quello di lei.
'Sai di fragole...' disse lui, in un sussurro.
'E tu di menta'
'Lo sapevi Granger che stanno benissimo insieme?' chiese assumendo un espressione saccente copiata da quella di lei.
'Non ne avevo alcun dubbio, Malfoy' rispose prima di continuare a perdersi insieme a lui nel luogo più protetto e fatato del campo di fragole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccolo spazio per me:

Ciao ^ ^

Mi è venuta questa strana idea e non sono riuscita a resistere.

Spero che via sia piaciuta.

dublino

   
 
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