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Autore: Rebel Girl    03/04/2010    7 recensioni
"Forse sono una di quelle persone che incontri per caso, ci scambi qualche parola e poi, quando torni a casa, sorseggiando un calda cioccolata, ti chiedi quale fosse il suo nome." --------------------------------------------- già dal fatto che tu non ti ricordi di me vuol dire che se anche ci fossimo incontrati non è stato importante. Ci si ricorda delle persone che si incontrano anche se avvolte ci si domanda perchè le si hanno incontrate...per esempio io potrei essere una di quelle che è meglio non aver incontrato.. anche tu potresti essere una di quel tipo. Forse è per questo che sei bloccata nella mia memoria...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'erano delle volte in cui il cappellaio matto si interrogava per trovare il motivo della sua pazzia. Era una cosa davvero strana vedere un cappellaio matto che si metteva a formulare discorsi con una logica e intelligenti. Eppure era da un po' di tempo che nella sua mente era accovacciato, silenzioso e martellante, quel unico pensiero che lo tormentava da un paio di giorni. Come aveva fatto a raggiungere la pazzia? Come diavolo aveva perso il senno? Ma la domanda che più lo assillava era una soltanto. Perché diavolo si stava facendo tutto quelle domande?
Il cappellaio matto sedeva silenzioso sulla sua grande poltrona di velluto viola, i capelli arancioni quasi fosforescenti spettinati e arruffati, così crespi e in disordine da dare l'impressione di non vedere l'ombra di una spazzola da molto tempo ormai. I suo amato capello nero era posizionato sopra al tavolo, proprio vicino a lui, tra una vecchia teiera bianca e malconcia e un tazza che, reduce dai numerosi lancia da parte della lepre marzolina contro a qualche albero o malcapitato, era priva del manico circolare.

L'uomo osservava silenzioso il liquido rossastro all'interno della tazza bianca, contemplando assorto il riflesso dei suoi occhi sulla superficie del the. Quegli occhi, di un verde sfavillante, erano leggermente stanchi e spenti. Il cappellaio inarcò un angolo della bocca, appoggiando il mento sul palmo della mano destra. Sentì un fruscio alle sue spalle ma non ci fece caso. Ormai non faceva più attenzione a nessuna cosa attorno a lui.

“C'è qualcosa di strano nell'aria. Un cappellaio matto che non fa più il matto. La cosa è preoccupante anche per noi gatti...”

La voce pacata e calda dello Stregatto gli arrivò alle orecchie. Era da molto tempo che quel micione blu non si faceva vedere al the dei matti del Cappellaio. Forse perché il Cappellaio matto non dava più ragioni di sedersi con lui a festeggiare da parecchio tempo ormai. Da quando quel pensiero si era impossessato della sua mente, di quell'uomo strambo e pazzo non importava più niente a nessuno.

Gli occhi verdi del cappellaio si alzarono di poco dalla tazza, visibilmente indifferenti alla presenza del gatto.

“Che cosa mi sta succedendo, Stregatto? E' da un po' di tempo che la mia testa è piena da strani pensieri. Mi interrogo sul motivo della mia pazzia e poi sento che qualcosa mi manca. Non riesco più a ballare la deliranza, non provo piacere nel prendere il the con la lepre marzolina e nemmeno andare in giro nel basco a parlare da solo e a fare discorsi senza senso mi rende felice. Che sia già giunta la fine per il Cappellaio Matto?” domando l'uomo, prendendo un cucchiaino argentato e mescolando con poco interesse lo zucchero rimasto sul fondo della tazza che non si era ancora sciolto al calore della bevanda bollente.

Lo Stregatto volteggiò nell'aria fredda, scomparendo per alcuni secondi e poi riapparendo proprio sopra alla testa del l'uomo.

“Facciamo un gioco Cappellaio. Proviamo a pensare a tutte alle parole che iniziano per A...inizia tu, mio buon amico.” miagolò il gatto blu, prendendo tra le sue mani il capello nero e osservandolo con grande interesse.

Il Cappellaio piegò la testa di lato, socchiudendo appena gli occhi. Lo Stregatto notò la sua espressione leggermente seccata e rimise il cappello al suo posto, spolverandolo appena con la zampa.

“Oh..chiedo scusa..” mormorò, esibendo uno dei suo enormi sorrisi.

Il Cappellaio sorrise sarcastico, concentrando la sua attenzione sul cappello nero.

“Tutte le parole che iniziano per A dici? Sembra una cosa interessate...vediamo , lasciami pensare.” rispose l'uomo.

“Tutto il tempo che vuoi, Cappellaio. Permettimi di prendere una tazza di the mentre attendo.” disse il felino, sistemandosi sopra una sedia e riempiendosi una tazza verde di caldo the.

Il Cappellaio Matto prese delle zollette di zucchero dalla zuccheriera e comincio ad sistemarle una sopra all'altra, costruendo in questo modo una piccola torre bianca .

“Albero...Anfibio....Arcobaleno...Amore..Arco...”

“Molte bene, lascia provare me. Altare...Argilla...”

“Ancora....Architetto...”

“Alice...”

“Esatto gatto, non ci avevo pensato..Alice..” esclamò il Cappellaio, battendo le mani felicemente. La sua espressione contenta mutò all'improvviso, la sua bocca si piegò all'ingiù, i suoi occhi si spensero e perfino i suoi capelli sembravano aver perso colore.

“Alice....la mia Alice....” mormorò l'uomo, stringendo la stoffa della tovaglia, le nocche leggermente bianche a causa della forza con cui stringeva la tovaglia “Come..come ho fatto a dimenticarla?”

“I Cappellai dimenticano...lo hanno sempre fatto...” rispose lo Stregatto, sorseggiando il suo the, deliziato dal gusto dolce della bevanda.

“Ma come ho potuto dimenticare lei...Alice...che..che stupido..Cappellaio! Merito di bruciare all'inferno!!” esclamò l'uomo, prendendo la sua tazza e lanciandola con forza contro ad un albero li vicino. La tazza si frantumo in mille pezzi, il the rosso colò giù lentamente dal tronco marrone.

Il Cappellaio sbatté le mani sul tavolo, piattini, cucchiai, tazze e teiere vibrarono al gesto, alcuni bicchieri rovesciarono il loro contenuto sulla tovaglia. Una grande macchia scura si espanse sul tavolo. Lo Stregatto alzò in tempo la sua tazza prima di essere investito da una piccola pozzanghera di the.

“Stupido...stupido...stupido...” mormorò l'uomo, nascondendo il viso tra le mani bianche e ossute.

Lo Stegatto svolazzò nell'aria, avvicinandosi cautamente al cappellaio, sorseggiando il poco the rimasto.

“Tipico di voi matti...perdete la calma molto rapidamente...” disse il micione blu, facendo dei cerchi in aria.

“Ora capisco...ora capisco il motivo dei miei affanni..” mormorò l'uomo “ Alice..quella Alice...l'ho dimenticata....ho dimenticato la ragione della mia pazzia...la ragione per cui sento questo vuoto dentro di me..”

“Beh..può sempre dimenticarla di nuovo...e sperare questa volta di non ricordarla più...” esclamò lo Stregatto “ Ormai sarà vecchia...o peggio..morta...e anche se fosse in vita..non si ricorderebbe più di te...di un Cappellaio Matto che ha incontrato in un sogno da bambina...”
Il Cappellaio alzò lentamente la testa. Aveva capito, aveva capito quello che doveva fare. Condivideva il pensiero del gatto, l'Alice che aveva conosciuto era di certo morta, troppo tempo ormai era passato dall'ultima volta che si erano incontrati.


Troppo tempo, forse cent'anni....


Il Cappellaio si alzò di scatto in piedi, rovesciando la grande sedia alle sue spalle.

“C'è sempre un'Alice che attende il Cappellaio Matto!!” esclamò l'uomo, le labbra rosee inarcate in un sorriso pazzo...un vero sorriso da Cappellaio. Prese un il cappello nero, lo sistemò accuratamente sulla testa piena di capelli arancioni e, dopo aver lanciato un'occhiata all'amico gatto, disse:

“Arrivederci, amico mio. Salutami la capocciona e dille che il cappellaio matto è andato a riprendersi Alice.”

Lo Stregatto per poco non sputò tutto il the.

“Ma sei impazzito??? Non puoi lasciare il Sotto-mondo!! E' una cosa proibita!!” esclamò il gatto, seguendo il cappellaio che avanzava con passo deciso verso la foresta.

“E' inutile che tenti di fermarmi, ho preso la mia decisione!! Baci, saluti e un buon non-compleanno a tutti!!” rispose l'uomo, saltellando felicemente e guardandosi intorno alla ricerca di quel buco che lo avrebbe portato nel mondo in superficie. Ma la domanda era...dove diavolo era finito quel buco??

“ Cappellaio ascoltami! Se vai in superficie cambierai aspetto! Non avrai più le tue sembianze!”
“Non importa...”

“Potrebbe non riconoscerti!”

“Non mi importa!”

“Potresti tu non riconoscerla...”

Il cappellaio si arrestò di colpo. Inclinò la testa di lato.

“Questo mi importa...”

Scrollò le spalle e ricominciò a camminare lungo il sentiero. La sua voglia di raggiungere il mondo in superficie gli aveva così annebbiato la testa, facendogli perdere anche quel piccolo barlume di lucidità, che non si rese nemmeno conto di avere sotto i piedi proprio quel buco che stava cercando tanto. Più precisamente se ne rese conto, ma solo quando ci cadde dentro.

Lo Stregatto lo osservò scivolare lungo quel tunnel di terra e polvere. Si passò una zampa sul viso e mormorò:

“Stupido di un Cappellaio Matto..”

Salve!!! é la prima mia fan-fic sul paring Alice-Mad Hatter....vi prego, recensite e siate clementi!!! ^^ Un bacione a tutte quelli che hanno solo letto... KISSSSSSSS

REbby ^___^


   
 
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