Un castello. Nebbia ovunque. Rabbrividisco, ma è l’unica traccia di civiltà in mezzo a questo posto dimenticato da Dio. Entro dal portone, dei candelabri forniscono la poca luce disponibile, mentre gli spifferi di vento sembrano sussurri sulla mia pelle. Il posto sembra disabitato. Salgo sulle scale, cercando un posto dove passare la notte. Apro la prima porta disponibile e con sollievo vi scorgo un letto vuoto. Mi barrico dentro, e mi butto sul materasso che cigola sotto il peso. Chiudo gli occhi. Freddo. Sento freddo. Riapro gli occhi. Quello che vedo mi fa urlare di spavento. E poi… Mi sveglio.