Lilian
Luna Potter
Cap.
1
Lilian
Luna
Potter
«Lilian
Luna Potter!», la voce fastidiosa della suora
risuonò per
l’intero dormitorio femminile.
«Ma
chiudi il becco...» fu la risposta dell’assonnata
ragazzina,
distesa sullo scomodo letto che la ospitava da ormai quattordici anni.
Il
viso smunto della suora, a quelle parole, esplorò varie ed
interessanti tonalità di viola. Se Lily Potter fosse stata
del tutto cosciente,
si sarebbe sicuramente messa a tremare. E per un valido motivo.
«Signorina Potter!»,
l’urlo irato della suora, da quanto possente, fece tremare le
solide mura
dell’orfanatrofio. Inutile dire che per la povera ragazza,
che si trovava a
meno di un metro dalla suddetta suora, l’urlo fu capace di
svegliarla dal suo
lungo sonno. Quasi balzò in aria, mentre spalancava gli
occhi e si rendeva
conto della persona che aveva davanti. Quindi fu il turno del suo viso
di
diventare paonazzo.
«S-signora
O’Brey… B-bella giornata, non le pare?»
squittì, i
grandi occhioni nocciola che cercavano disperati una via di fuga.
Adamina
O’Brey la guardò con uno sguardo di fuoco.
«Non mi pare
proprio,
signorina Potter. Per lei particolarmente, direi, dato che
l’aspetta un mese
intero in punizione» e ghignò, malefica come solo
una servitrice del Signore
può diventare.
Lily
balbettò, la faccia stramente simile a quella di un pesce
fuor d’acqua.
«Un...
un... un mese?» esclamò, esasperata. Era da
quattordici
lunghi anni che finiva in punizione, ma non era mai arrivata ad un intero
mese. Suor O’Brey annuì vigorosamente. Lily
sbiancò.
«Ora
le conviene vestirsi e scendere per la colazione, quindi si
presenterà nel mio ufficio al termine delle lezioni, per
incominciare la sua
punizione» e, dette queste ultime parole, se ne
andò, fiera come una leonessa,
temibile come una serpe velenosa.
Lily
Potter si lasciò sfuggire un gemito dalle labbra fini. Si
guardò intorno, constatando con terrore che era rimasta
l’unica ragazza nel
dormitorio. Quando il suo sguardo virò verso
l’orologio, poi, si sentì mancare:
erano le otto meno un quarto. Mancava un quarto d’ora
all’inizio delle lezioni.
Scese
veloce dal letto, rischiando di cadere faccia a terra
grazie a quelle terribili coperte che durate la notte le si erano
avvinghiate
alla caviglia, quindi, inciampando e imprecando -a bassa voce, per non
farsi
sentire dalle telecamere che sorvegliavano diligentemente tutto
l’orfanatrofio-
giunse fino al bagno, si sciacquò veloce il viso, si
pettinò ostinatamente i
capelli per farli tornare lisci e lucenti, si lavò i denti e
si precipitò ad
infilarsi la divisa.
Dieci
minuti dopo era scesa a mensa, dove incontrò i suoi
compagni che si dirigevano verso l’ala scolastica. Prese
velocemente dalla
tavolata più vicina una fetta di pane tostato, se lo
ficcò per bene in bocca e
si aggregò alla massa di ragazzi, verso il suo patibolo
personale: le lezioni.
*
«Signorina
Potter, vuole rendere partecipe la classe della sua
conversazione con la signorina Weasley?».
Lily
sobbalzò, alzando lo sguardo verso la professoressa.
«No,
professoressa, preferirei di gran lunga evitarlo», rispose,
cercando di sembrare allo stesso tempo decisa e sottomessa. La
professoressa
Baatz la fulminò con i suoi occhi scuri.
«Io
invece vorrei proprio sentire quello che le stava
raccontando»,
ribatté la donna, donando a Lily la convinzione che in quel
luogo fossero tutti
contro di lei.
Sospirò,
in cerca di una via di scampo, e la trovò osservando la
lavagna.
«Le
stavo chiedendo, signora, cos’è in
realtà quello che io vedo
come una specie di gatto deforme, disegnato sulla lavagna».
La
professoressa si voltò per vedere quello che stava indicando
Lily e la ragazza approfittò del momento per far sparire con
abilità il pezzo
di carta che le passava l’amica.
Dietro
di lei, Juan Talledo sghignazzò sottovoce.
«È
una pecora, Potter, e se lei avesse seguito la mia spiegazione
l’avrebbe capito senza il bisogno di chiederlo a
Weasley».
Lily
inarcò le eleganti sopracciglia, fintamente sorpresa.
«Oh,
mi scusi davvero, professoressa. Ora mi spiego perché non
c’era la coda» e sorrise, sfidandola a ribattere.
La professoressa Baatz le
donò un’altra occhiataccia, quindi riprese la sua
spiegazione. La classe,
intanto, sorrideva.
Lily
si guardò bene dal distogliere lo sguardo dalla
professoressa, fingendo di ascoltarla, finché non fu lei a
rivolgere
l’attenzione su qualcun’altro. A quel punto, Lily
tirò fuori il bigliettino di Emmie
e lo spiegò per bene.
Non
posso credere che tu abbia detto a suor O’Brey
“chiudi il
becco” e se l’hai fatto sei davvero stata stupida.
Comunque ho incontrato un
ragazzo, a colazione. Vuoi sapere cos’è successo?
Lily
squadrò l’amica, diventata di un incredibile rosso
fuoco.
Aveva la sua stessa età, erano simili come sorelle, ma
ancora faticava a
capirla, a volte: credeva davvero che avrebbe trovato la sua anima
gemella in
quel posto squallido che erano costrette a chiamare
“casa”?
Comunque,
la sua voglia di pettegolezzi era una cosa che non
poteva frenare, quindi scrisse con decisione
“Sì” nel bigliettino e lo
passò ad
Emmie.
«Signorina
Potter, è ancora distratta?» Lily
sobbalzò, virando il
suo sguardo verso la professoressa.
«No»
decretò, convinta.
«Allora
sarà di certo in grado di ripetere quello che ho appena
detto, giusto?»
Lily
sospirò, affranta. Possibile che non ci fosse un attimo di
riposo, in quell’orfanatrofio?
«No».
Attese
un attimo, incerta. Il viso della professoressa era sempre
uguale, impassibile, ma vedeva una venuzza pompare energica sulla sua
tempia. E
l’uragano esplose, per la seconda volta in una sola mattinata.
«Lilian Luna Potter, fuori
dalla porta!»
Lily sospirò, maledicendo a caso uno dei suoi genitori, da cui doveva aver ereditato la pessima abitudine di rispondere ai professori.
Hola
a
tutti!
Bene,
allora... Lo so!
So che ho già due
storie in corso che non mi decido ad aggiornare, e so anche che
probabilmente
la vostra fiducia in me è calata a picco come un sasso
nell’oceano, però... Insomma,
guardate che storia! Sinceramente, a me piace troppo. Troppo
troppissimo. E non
potevo non scriverla!
Annuncio,
però, che questa volta non mi troverete impreparata, Ho
già scritto 19 capitoli
di questa storia (ecco perché non aggiorni le altre...
NdVoi) e prometto di
aggiornare come minimo ogni tre giorni!
Ora...
Che
ve ne pare? Come ho già detto, a me ispira un botto.
È semplicemente...
fantastica! Voi che dite? Lo so, lo so, il capitolo è un
po’ corto, e non vi
posso dire che gli altri siano più lunghi,
però... L’importante è il contenuto,
no? ^_^
Bene,
dai,
smetto di stressare.