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Autore: Thumbelina    05/04/2010    4 recensioni
Chi adora le Lily/Sev questa non se la può proprio perdere. Perchè? Perchè è una storia totalmente diversa da tutte le altre, una storia che cambia totalmente il punto di vista di chi la legge (e di chi la scrive). Lily Evans ne è la protagonista assoluta ed indiscussa (cosa che accade ben poco spesso nelle Lily Sev. In poche parole la giovane e timida auror ventiduenne Lily Evans si ritrova a scontrarsi con il suo ex migliore amico nonchè mangiamorte Severus Piton. Un Severus Piton che però, nei suoi ventiduenni, è meno chiuso di quello della Rowling, e che prova ancora qualcosa per lei. Cosa succede dopo? Per saperlo dovrete leggere...
TRATTO DA CAPITOLO 4:
La Evans aveva appena finito di parlare che il rumore della porta del granaio si aprì. Severus Piton scattò subito in piedi, guardando sospettoso la porta.
Chi si aspettava che fosse? Un auror, suppongo, o la polizia, o uno dei suoi cari amici mangiamorte che avevano cercato di farlo fuori tre settimane prima.
Genere: Romantico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gellert Grindelwald, Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'abito bianco

Puoi prendere tutto quello che vuoi, cara, le aveva detto Esperia conduciendola in quella piccola stanza, tutto quello che vuoi.
Lily si era guardata intorno: il luogo in cui si trovava doveva essere una cantina, pensò, una vecchia cantina nella quale, a quanto sembrava, dovevano trovarsi anche alcuni abiti che la ragazza avrebbe potuto utilizzare per il tempo in cui sarebbe rimasta lì.
Aprì ad uno ad uno i cassetti di una vecchia cassettiera, divertendosi nello scoprire sottane bianco avorio e camicette ingiallite dagli anni.
Che strane cose trovò lì dentro! V’era un abito rosa che sembrava risalire al diciassettesimo secolo, un tanto di rete e bustino, ed un gonnone azzurro con dei grandi fiocchi gialli cuciti sopra. V’era un cappello da contadina e dei pantaloni bianchi che le davano un non so che di cowboy, ed una felpa di un rosso così atroce che alla ragazza sembrò quasi impossibile pensare che qualcuno avesse mai potuto indossarla davvero. V’era un cappello bianco che le fece subito tornare in mente il copricapo di pulcinella, ed un completo da funerale, tutto nero, con un cappello con il velo davanti agli occhi, una camicetta gialla canarino a fiori rosa salmone, un velo bianco, e quella che doveva essere una vecchia vecchissima camicia da notte.
Dopo qualche minuto di ricerca, la ragazza scelse un vestitino bianco, lungo fino alle caviglie, stretto dal collo fino alla vita, che si apriva poi, ma non troppo, senza maniche e con dei piccoli fiorellini bianchi anch’essi, ricamati sopra.
Si sorprese di aver trovato qualcosa di così fine ed elegante in quei cassetti, e sorrise guardandosi allo specchio, uscendo dalla stanza con quell’allegria ancora sulle labbra.
Scese in fretta le scale per raggiungere la cucina dove il resto della compagnia stava facendo colazione, e vi entrò contenta e presentandosi con un allegro:
- How I look?!*
Pensò che anche gli altri avrebbero sorriso, voltandosi verso di lei, che avrebbero sorriso nel vederla, ed invece vide il volto magro di Danacea impallidire, la vide arrabbiarsi, la vide sul punto di svenire, ne ebbe quasi paura:
- TOGLITI ALL’ISTANTE QUEL VESTITO! – le gridò la donna, mentre sua sorella Esperia tentava di calmarla trattenendola seduta al tavolo per il braccio, impedendole di alzarsi – Lasciami! Lasciami! Esperia, lasciami! – gridava ancora quella – non quel vestito, non quello! Toglilo! Toglilo! TOGLILO!
- Andate a letto, bambini, andate a letto – ordinò Esperia ai gemelli, sottraendoli da quella squallida scena
- Avanti, Lily, togli quel vestito – l’esortò Severus raggiungendola ed aiutandola a togliersi quell’indumento, pomo della discordia
Lily adagiò alquanto spaventata sul pavimento, allontandosi fra le braccia del suo amante.
- Raccoglilo! – gridò Danacea alla sorella – RACCOGLILO!
La donna si alzò, raggiunse svelta l’abito a lo raccolse, sussurrando a Severus e alla sua donna:
- E’ meglio se andate a chiudervi nelle vostre stanze, l’avete fatta grossa quest’oggi.
Tornata dalla sorella, poi, le diede il vestito, e questa lo strinse bagnandolo di lacrime.
- Susan – la sentirono singhiozzare Lily e Sev, mentre lasciavano svelti la sala – la mia Susan…

Severus barricò la stanza in cui lui e Lily si erano appena rifugiati, poi si sedette sul letto e lei gli cominciò a piangere fra le braccia.
- io non capisco – singhiozzava la ragazza – io non capisco cosa ho fatto. Quel, quel vestito era fra la roba che Esperia mi aveva detto di prendere, non credevo che… io non capisco in che cosa ho sbagliato stavolta
- Shhh, non piangere – disse Severus accarezzandole i capelli, come a calmarla, - quella donna è strana, secondo me è pazza, forse dovremmo andarcene via di qui…
E non aveva ancora finito di comporre quella frase che si sentì bussare alla porta, e le vocine di Kyle e Dominic arrivarono alle loro orecchie.
A Lily sfuggì una risata.
- vado io ad aprire, - le comunicò Severus, contento quantomeno che quella novità avesse regalato un sorriso alla donna della sua vita.
Kyle e Dominic, entrati nella stanza, si sedettero a indianina sul letto dei due ragazzi.
- Lily, perché piangi? – le chiese Dominic asciugandole una lacrima
- Nulla, piccolino – rispose lei sorridendo
- Quello doveva essere il vestito della mamma – commentò Kyle ad alta voce, - altrimenti la nonna non si sarebbe arrabbiata così
- “La mamma”? – chiese lui Severus,
- Sì, - rispose Kyle, con fare saccente – Susan, la mamma.
- E’ morta il giorno della nostra nascita – spiegò Dominic – è riuscita a malapena a concludere il parto, l’ho uccisa io: è per questo che la nonna non mi vuole bene
- Che cosa…? – provò a domandargli Lily
- La mamma è morta dopo avermi dato alla luce – spiegò il bambino – quindi è come se l’ho uccisa io e secondo me la nonna non mi vuole bene
- Ma non può essere vero! – lo corresse la rossa – sono sicurissima che tua nonna ti vuole un sacco di bene
- È una bugia – commentò Dominic – Susan era la sua unica figlia, e morì dopo una gravidanza che la nonna le aveva sconsigliato di sostenere: è naturale che la nonna non mi voglia bene.


*_scusate se ho usato una frase in inglese per dire "come sto?" ma in italiano non rendeva altrettanto bene!
Baci. Giulia.
   
 
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