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Autore: Hermia_and_Izumi    10/08/2005    7 recensioni
Eccoci qui con una storia scritta a 4 mani ambientata nel 7° anno ad Hogwarts...tra triangoli amorosi che coinvolgeranno e stravolgeranno il magico trio, cotte adolescenziali non corrisposte, amori nati dall'odio e antichi obblighi di famiglia a complicare il tutto. Vedremo come se la caveranno i nostri amati protagonisti...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fine di un anno, inizio di una vita

Forever

 

Hermione alzò la testa dal suo cuscino, ancora stordita dalle poche ore di sonno e con gli occhi gonfi per le lacrime versate la sera passata.

Si stiracchiò per bene le gambe e poi si alzò per andare in bagno, senza dare la minima importanza al ragazzo che stava russando allegramente nel suo letto.

Non appena ebbe finito di fare pipì, si avvicinò al lavabo per lavarsi le mani ed il viso e non potè fare a meno di compatire la povera ragazza che in quel momento vedeva riflessa nello specchio di fronte a : devastata sia dentro che fuori...uno spettacolo davvero orribile.

Chiuse l’acqua e ancora con le mani bagnate tornò nella stanza da letto.

E in quel momento si accorse che il suo letto era occupato da un ragazzo dormiente al momento.

Panico.

Fece un respiro per calmarsi un attimo.

Inspira...espira...inspira...

Ok...

CHE DIAVOLO CI FACEVA LUI NEL SUO LETTO??

Si accovacciò sul pavimento accanto a quel ragazzo dai capelli scompigliati spremendosi le meningi nel vano tentativo di ricordare quello che era successo la notte precedente.

Inutile dire che non servì a molto...non riusciva a connettere senza la sua tazza di caffè al mattino.

Mentre lei stava lì a fissarlo come se fosse una creatura mista tra una Manticora e uno Schiopodo Sparacoda, il ragazzo, sentendosi osservato, aprì i suoi splendidi occhi verdi per ritrovarsi a fissare quelli ambrati di lei.

-Buongiorno! Ti senti meglio stamattina?- le chiese mentre si stropicciava gli occhi..

Fu quella domanda che le fece ricordare cosa era accaduto la sera precedente.

 

La sera prima Ron l’aveva portata nella stanza delle necessità e avevano cenato insieme a lume di candela.

Era stato così dolce e romantico!

Dopo la cena si era lasciata travolgere dall’atmosfera ed erano finiti con il baciarsi appassionatamente su un divano.

Il pensiero di quel bacio non proprio casto la fece arrossire...quel ragazzo baciava divinamente.

Ma poi si era resa conto che in quel modo gli stava facendo credere che lei volesse stare con lui... e lei non era ancora sicura di questo, per cui tecnicamente lo stava prendendo in giro.

E lei non voleva assolutamente fargli del male.

Per questo motivo aveva interrotto bruscamente il bacio ed era scappata via in lacrime.

Ed era stato proprio in questo momento che aveva incontrato lui, che, vedendola in lacrime, aveva cercato di consolarla e alla fine erano finiti nella sua stanza.

Per parlare, naturalmente.

-Oh, sono così tremendamente stupida- aveva detto lei battendo la testa sulla spalliera del letto.

-Non sei stupida, Herm! E’ normale essere confusi- aveva risposto lui.

-Si, ma il fatto è che io non lo sono! Nell’esatto momento in cui ho chiuso quella porta alle mie spalle io sapevo quello che volevo...sono-così-stupida - disse lei con la voce acuta per il pianto. Si sentiva uno straccio, come aveva potuto combinare un pasticcio simile?

-Hai fatto la cosa giusta, non volevi prenderlo in giro e restando lì lo avresti fatto...- rispose lui cercando di tirarla su con delle delicate carezze sulla testa –Ora che sei sicura di ciò che provi puoi anche dirglielo, sono sicuro che lui ti capirà-

-Tu non capisci!! Io non posso tornare da lui dopo averlo lasciato in quel modo, non mi perdonerebbe mai!!- disse singhiozzando sempre più forte. La preoccupazione che non potesse fare nulla per salvare la situazione era come una morsa nella sua gola che si stingeva sempre di più, quasi togliendole il respiro.

-E invece ti perdonerà, vedrai- disse lui fissando lo sguardo nel vuoto – Sai che non è una cosa facile per me spingerti tra le sue braccia, ma è la cosa giusta perché lui è quello giusto, Herm! Il vero amore non si può lasciare scappare così.- le ultime parole erano quasi un sussurro appena udibile, e lei dal suo tono capì che gli costava parecchio dire quelle parole proprio a lei.

 

-Lei è l’amore, Jordan.

Quando lo trovi, da qualunque parte arrivi,

accettalo come un dono e tienitelo ben stretto-

Jordan non avrebbe mai dimenticato la luce tremolante

 che aveva negli occhi mentre guardava lui e vedeva altre cose.

-L’amore è così difficile da trovare e così facile da perdere...-

(Niente di vero tranne gli occhi- Giorgio Faletti)

 

-Lo pensi davvero?- chiese lei in soffio. Come se le sue parole le dessero la certezza che quella fosse la verità.

-Certo- rispose con voce ferma, e le mise un braccio intorno alle spalle con gesto amichevole.

Lei, per ringraziarlo, gli diede un altrettanto amichevole bacio pieno di gratitudine sulla guancia, bagnandogliela di lacrime.

 

Si alzò in punta di piedi,

mentre un luccichio di lacrime rifletteva la notte che c’era intorno e dentro i suoi occhi.

Jordan sentì il calore umido delle labbra di Maureen sulla guancia.

Nemmeno per un istante pensò che potesse esserci la minima allusione sensuale in quel bacio.

Era solo un modo senza parole per dire mi hai capito e ti ho capito.

(Niente di vero tranne gli occhi- Giorgio Faletti)

 

E così avevano passato la notte, abbracciati stretti nel tentativo darsi conforto l’un l’altra.

 

Hermione si accorse solo in quel momento che, per tutta la durata dei suoi pensieri, era rimasta imbambolata a fissare i bellissimi occhi verdi di Harry Potter.

-Allora, ti senti meglio?- le domandò di nuovo lui, notando il suo sguardo vacuo.

Hermione gli fece un debole sorriso e poi si sdraiò di nuovo nel letto accanto a lui.

Decisamente non si sentiva poi tanto meglio.

Rimasero in silenzio per un po’, godendosi quella tranquillità apparente così distante da ciò che realmente sentivano nei loro cuori, che erano in subbuglio.

Poi Hermione parlò.

-Harry, che devo fare adesso?-

Non era mica una domanda semplice. Harry non aveva la più pallida idea di cosa si facesse in questi casi, non si era mai trovato in una situazione simile.

Lui ci pensò un po’ su, guardando il sole sorto da poco dalla finestra di quella stanza.

-Parla con lui come hai fatto con me- disse semplicemente, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

Ma si sa, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare...

Come poteva andare a parlare con lui dopo quello che gli aveva fatto? Se prima di allora lo aveva fatto soffrire, adesso gli aveva proprio spezzato il cuore...

-Non posso parlargli, non mi ascolterebbe - disse con una calma e una freddezza molto innaturali.

Dopo il baratro della disperazione arriva la fredda ed incosciente accettazione che la fine è arrivata.

Dopo un tempo infinito Harry ebbe un’idea. Si alzò di scatto dal letto e iniziò ad aggirarsi nella stanza alla ricerca di qualcosa.

-Harry, ma che stai facendo?- gli chiese lei, ma lui non rispose, preso com’era dall’ispezione della sua scrivania.

‘Meno male che è una ragazza ordinata’ pensò Harry, trovando finalmente ciò che cercava.

Hermione vide il ragazzo finalmente tornare verso di lei, porgendole un calamaio, un piuma e una pergamena.

-Cosa...?-

-Se pensi che non ti ascolterà allora scrivigli quello che vorresti dirgli...- disse Harry sedendosi al suo fianco.

Hermione rimase un attimo sovrapensiero, come se stesse valutando la validità di quell’idea; poi disse:

-Perché no? Tanto non ho niente da perdere...-

E ciò detto afferrò piuma e pergamena e iniziò a scrivere, strappando di tanto in tanto pezzi che non erano venuti bene.

Alla fine buttò l’intero foglio nel cestino della carta straccia con grande stizza.

-Non ci riesco- mugolò sdraiandosi sul letto –Harry, mi aiuti?-

-Non posso, mi dispiace- disse lui mettendo le mani avanti, come a proteggersi dalla possibile brutta reazione della ragazza.

-Perché?- gli chiese come cadendo dalle nuvole.

-Per tre ottime ragioni: la prima è che non saprei proprio che scrivere in una lettera d’amore per Ron, lui non è proprio il mio tipo. La seconda è che devi essere tu ad aprirgli il tuo cuore, devi scrivere quello che ti senti di dirgli e dev’essere sincero. Capito?-

-Si, capito! E la terza qual è?-

-La terza è che ho un appuntamento molto importante e quindi devo scappare di corsa- disse sorridendo mentre si alzava dal letto e andava a lavarsi la faccia.

-Bell’amico che sei!- disse Hermione sdraiandosi , poi aggiunse-Ti devi vedere con quella ragazza di Corvonero?-

Dal bagno arrivò un mugugno di assenso.

-Wow, allora è una cosa seria...-

-Forse- rispose lui evasivo, attraversando la stanza diretto alla porta.

Poi si arrestò sulla soglia e disse –Te lo ricordi che stasera c’è il ballo, vero?-

-Bihh...l’avevo scordato!- disse lei dandosi un colpo sulla fronte. –Tu con chi vai?-

Lui le fece un sorrisetto malizioso che lasciava intendere con chi ci sarebbe andato e poi disse –E tu?-

-Io ci andrò da sola- disse Hermione con aria altezzosa, anche se dal suo viso traspariva un certo turbamento.

-Me la presenterai?- gli chiese come ultima cosa.

Harry parve soppesare la risposta.

-Solo se sarà una cosa seria- disse infine aprendo la porta.

Hermione capì al volo il concetto e lo lasciò libero di andare.

-Ci vediamo Herm- la salutò lui.

-Ciao Harry! E grazie di tutto!!-

-E’ stato un piacere- disse lui e si chiuse la porta alle spalle.

Scendendo le scale pensò che purtroppo lo era stato davvero.

Hermione rimase sul suo letto a pensare.

L’idea di Harry non era così male, anzi...

Ma se aveva le idee così chiare come aveva detto ad Harry, allora perché non sapeva cosa scrivere?

Si protese verso il comodino per cercare conforto dal suo prezioso ranocchio.

E infine, dopo circa dieci minuti che succhiava la piuma nel tentativo che lei la illuminasse, afferrò il foglio e scrisse con cura qualche riga.

Non voleva scrivere cose lunghe e magari noiose. Doveva essere essenziale.

Appose la sua firma in fondo, lo avvolse in un piccolo rotolo e lo chiuse con un sigillo magico, perché non le andava che tutta la scuola leggesse la sua posta privata.

Ora restava un ultimo problema...come fargliela avere?

Non voleva dargliela di persona. La cosa migliore sarebbe stata fargliela trovare sotto la porta, o ancora meglio sopra il suo cuscino...si, le piaceva l’idea di Ron che si svegliava trovando il suo biglietto sul cuscino accanto a lui. Era ...dolce, come lui.

Ma come poteva farlo senza sapere se Ron stava ancora dormendo oppure era già sveglio?

Le serviva una spia...aveva bisogno di un favore...

E guarda caso in quel momento c’era proprio una persona che era in debito con lei...certo era l’ultima alla quale avrebbe voluto chiedere un favore, ma purtroppo non aveva nulla di meglio al momento.

Così si lavò e vestì in fretta ed uscì dalla sua stanza mettendosi in tasca il biglietto per Ron.

Era eccitata all’idea che stava facendo qualcosa per modificare la sua vita.

Appena arrivata in Sala Comune si accorse che era praticamente deserta. Effettivamente chi poteva essere quel pazzo che a quell’ora del mattino fosse alzato avendo la possibilità di restare a letto tutto il giorno?

Già, solo lei...

Così rifece di nuovo le scale a salire e si fermò qualche porta più sotto della sua, la aprì senza fare rumore e piano piano incominciò ad attraversare la stanza diretta all’ultimo letto a sinistra.

I pesanti tendaggi color porpora erano aperti per fare entrare il vento fresco del mattino estivo, rivelando una ragazza dalla corporatura minuta che dormiva scomposta nel suo letto.

Le dispiaceva doverla svegliare, ma le serviva il suo aiuto...se non fosse stato così importante per lei non lo avrebbe mai fatto.

Si sedette accanto a lei sul letto e la scosse leggermente per una spalla. Quella ragazza aveva un sonno davvero pesante, ci mancava poco che si mettesse anche a russare.

Alla fine comunque la ragazza aprì gli occhi, con un cipiglio non molto amichevole, e quando si accorse di chi era stata a svegliarla, strabuzzò gli occhi per lo stupore.

-Hermione! Che ci fai qui??-

-Mi dispiace averti svegliata, Ginny, ma mi serve il tuo aiuto- bisbigliò Hermione in modo che potesse sentire solo lei.

-Immagino di non avere molte alternative giusto? Non si da niente per niente...- rispose lei acida.

-Non dire sciocchezze! Non ti ho aiutato per avere qualcosa in cambio, ma ora ho bisogno di un favore. Non te lo chiederei se non fosse importante-

La rossa la squadrò per un po’, ponderando sulla sua richiesta e data l’ora non fu una cosa tanto rapida.

Alla fine disse –Di che si tratta?-

Hermione non voleva parlare lì, con il rischio che qualcuno la sentisse; era un tipo riservato, lei.

Così con un gesto della bacchetta chiuse ed insonorizzò i tendaggi attorno al letto della ragazza, poi si accomodò sul letto pronta a spiegare la situazione.

-Ecco...- che cosa doveva dirle? Non voleva raccontarle tutta la storia con suo fratello, non erano affari suoi quelli! –Devo sapere se in questo momento Ron è sveglio...-

-E perché non vai a controllare?- chiese lei non afferrando quale fosse il problema di Hermione.

-Io non posso farlo, insomma...è per questo che mi serve il tuo aiuto-

Ginny la guardò con sguardo vacuo, poi disse –Quindi tu vorresti che io andassi ora a controllare se Ron dorme?- come prendendola per pazza. Non aveva molto senso quella richiesta.

-Esatto- rispose lei. Dall’espressione della rossa aveva capito che se non fosse stata in debito con lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Ma, per sua immensa fortuna, lo era.

Così, di malavoglia, abbandonò il suo comodo letto per dirigersi verso le scale. Quando però ebbe iniziato a salire i primi scalini del dormitorio maschile, girò sui tacchi e tornò indietro.

-Che c’è ora?- chiese Hermione con voce mista tra il preoccupato e lo scocciato.

-Tu non hai pensato ad una cosa. E se è sveglio?-

Era vero! Non ci aveva pensato proprio all’eventualità che Ron fosse già sveglio.

-Inventati qualche scusa per cui gli devi parlare, fai tu va- rispose alla fine, risoluta.

Ginny si avviò verso le scale molto poco convinta.

In quel momento, chi per un motivo, chi per un altro, entrambe speravano che Ron stesse dormendo beatamente e pesantemente nel suo letto.

Dopo qualche minuto in cui Hermione era rimasta con le orecchie tese in attesa di sentire delle voci che confermassero che il ragazzo era effettivamente sveglio, si sentirono dei passi veloci che scendevano le scale, e poi l’agile e snella figura di Ginny fece capolino nella Sala Comune.

-Allora?- chiese Hermione ansiosa.

-Sta dormendo- disse Ginny oltrepassandola e tornando nella sua stanza senza indagare sul senso, semmai potesse esservene uno, di tutta quella storia.

Hermione fu sopraffatta dall’emozione; allora si poteva attuare il suo piano! Quando tutto sembra perduto le cose iniziano ad andare per il verso giusto...

-Grazie- sussurrò alle spalle della rossa.

-Te lo dovevo, ora siamo pari- disse lei con tono disinteressato, prima di rientrare nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Hermione pronunciò a bassa voce la formula dell’incantesimo e in un secondo la pergamena svanì da davanti ai suoi occhi.

Adesso, non restava altro che prepararsi per il Ballo e sperare.

 

~

 

Ronald Weasley era rimasto seduto sul divano della stanza delle necessità per quasi tutta la notte.

Aveva raccolto i cocci del suo cuore con scopa e paletta e li aveva buttati nella spazzatura.

Ora accanto ai suoi piedi vi erano circa una decina di bottiglie di Whisky. Era ubriaco.

Ma si sa, la disperazione porta a questo e altro...

E lui era più che disperato.

Perché?

Forse è necessario chiarire la situazione: vivi con una persona per sette anni, considerandola la tua migliore amica.  Poi ti accorgi che quello che ti lega a lei non è solo questo semplice sentimento, ma c’è qualcosa di più......quello di cui ti accorgi per primo è l’attrazione, il sentire che stare in sua compagnia ti piace in tutti i sensi e più ci stai, più vorresti starci.  Dopo ti rendi conto che se non puoi stare con lei ti manca, ti manca da morire.  E allora capisci che non è semplice attrazione ma è qualcosa di più, ti accorgi che ti piace, come una donna piace a un uomo e viceversa.  E la desideri,  la cerchi,  la vuoi.  E solo alla fine ti rendi conto che ti piace tutto di lei, che gli attimi passati in sua compagnia sono i più belli di tutta la tua vita, e che senza di lei non potresti vivere.....perchè tieni a lei più di ogni altra cosa al mondo....perchè la ami.

E allora l’unica cosa che desideri è che lei provi lo stesso per te e cerchi delle conferme...conferme che però alla fine, non vengono mai.

Questo era quello che era successo.

Ci sono mille modi e mille parole per spiegarlo, ma questo è l’essenziale.

Ron ama Hermione.

Hermione non ama Ron.

Ma come si poteva fare a tornare a far finta di niente quando ti accorgevi che la tua anima gemella, la tua metà perfetta, non ti voleva?

 

I’ve tried to go on like I never knew you

Ho cercato di andare avanti come se non avessi mai saputo
I’m awake but my world is half asleep

Sono sveglio ma il mio mondo è mezzo addormentato
I pray for this heart to be unbroken

Prego affinché questo mio cuore non si spezzi
But without you all I’m going to be is incomplete

Ma senza di te tutto quello che sarò è incompleto

(Incomplete- Backstreet Boys)

 

Come si poteva fare a meno di sentirsi vuoto...incompleto...

Anche il litigio con il suo migliore amico, Harry, era dovuto a lei.

A quella lei ingrata a cui non importava nulla di tutto quello che faceva per cercare di conquistare un posto nel suo cuore.

A quella lei per cui aveva perso perfino la sua dignità, che per lui era la cosa più preziosa.

 

Bella stronza...
che hai distrutto tutti i sogni
della donna che ho tradito
che mi hai fatto fare a pugni
con il mio migliore amico
e ora mentre vado a fondo
tu mi dici sorridendo ne ho abbastanza.
(Bella stronza- Marco Masini)

 

Ma nonostante tutto, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro avrebbe rifatto le stesse cose allo stesso modo.

Quando si rese conto di essere ubriaco abbastanza da non riuscire più a formulare pensieri di senso compiuto, si trascinò per i corridoi del castello fino alla sua stanza.

Qui, si sdraiò sul letto e non appena ebbe poggiato la testa sul cuscino, cadde in un sonno agitato.

 

La stanza era illuminata dal sole di mezzogiorno.

La sera precedente si era dimenticato di chiudere la finestra e adesso un raggio di sole lo colpiva dritto in viso.

Come si suol dire, baciato da un raggio di sole...

Il ragazzo parve non apprezzare quel tenero gesto, infatti cercò di trovare riparo mettendo la testa sotto il cuscino, ma niente da fare, ormai quel sole fastidioso lo aveva svegliato.

Si sedette sul letto e si prese la testa tra le mani...dire che gli stava scoppiando era davvero poco. I soliti effetti di una sbornia molto forte.

Era talmente ubriaco la sera precedente che non era nemmeno stato capace di togliersi i vestiti di dosso e ci aveva dormito dentro.

Si faceva schifo.

Si alzò e barcollando si diresse verso il bagno per farsi una bella doccia fredda, che lo avrebbe svegliato sicuramente.

Gli piaceva farsi la doccia. Era un momento di assoluto relax, quasi più rilassante del bagno nella super vasca da bagno olimpionica.

Lasciò che il getto di acqua gelida scendesse lungo il suo corpo, dalla testa giù fino ai piedi, portando via con sé anche lo stress e le preoccupazioni della sera passata.

Chiuse l’acqua e uscì dalla doccia bagnato come un pulcino; si avvolse un asciugamano intorno alla vita e tornò nella stanza da letto.

La doccia era vero, toglieva le preoccupazioni, ma quelle vere non se ne andavano mai via, restavano sempre lì, attaccate alla bocca del tuo stomaco, pronte a stringersi come una morsa ogni volta che il tuo pensiero anche solo le sfiorava.

Brutta bestia, l’amore.

La sua esperienza lo portava a pensarla in questo modo.

Si sdraiò sul freddo pavimento della sua stanza ed iniziò a fare flessioni. Era il modo più semplice per svuotare la testa dai brutti pensieri.

10...sentiva già l’effetto inebriante dello sforzo fisico.

50...i suoi muscoli scattanti si muovevano sempre più veloci, permettendogli di aumentare il ritmo.

100...così poteva anche bastare.

Si sollevò con agile balzo e si sedette sul davanzale della finestra in modo che il sole lo asciugasse.

Di sotto c’erano alcuni ragazzi che giocavano nel parco o nuotavano nel lago. Poteva sentire le loro risate, la loro tranquillità.

E per un attimo provò anche un moto di invidia nei loro confronti, che avevano la possibilità di essere così spensierati e...felici, si.

Quello che a lui non era dato di essere...felice.

Quando fu asciutto, si vestì comodo e si risdraiò sul letto. Del resto era in vacanza, che altro poteva fare se non riposarsi?

Ma nel momento in cui poggiò la testa sul suo cuscino, si accorse che c’era qualcosa di duro che lo disturbava.

Mise un po’ d’ordine nel suo letto che in quel momento sembrava più un campo di battaglia e alla fine trovò un piccolo rotolo di pergamena.

Era sigillato magicamente.

Disse il suo nome, se fosse stato lui il destinatario di quella lettera allora il sigillo si sarebbe rotto, altrimenti sarebbe rimasto intatto.

Stranamente il sigillo si ruppe. Così Ron, incuriosito, srotolò il foglio ed iniziò a leggere.

Ciao Ron.

Già dalla prima parola Ron aveva riconosciuto la calligrafia di Hermione. Per un attimo fu tentato di non leggere quella lettera, ma il suo cuore fu più forte della sua ragione.

Chiederti scusa per ciò che è successo ieri sera è inutile, lo so. Ma te lo chiedo comunque.

‘Non saranno delle semplici scuse a cambiare il fatto che tu per me non provi niente, Herm.’

Se sei capace di perdonarmi, ti chiedo di incontrarci stasera alle spalle del Platano Picchiatore alle 10.

‘Cosa? Vuole incontrarmi stasera, al Ballo?’

Vorrei che tu conoscessi la decisione che ho preso riguardo noi.

‘Decisione? Riguardo noi?’ la cosa si stava facendo interessante.

Spero ci sarai...

Herm

 

Ron rilesse quel biglietto circa una decina di volte. Era molto semplice, non c’erano significati nascosti o frasi a doppio senso, era esattamente quello che leggeva.

Diceva che aveva preso una decisione e voleva parlargliene...una decisione su ‘loro’, ma Ron non poteva fare a meno di chiedersi a cosa si riferisse visto che un loro non era mai esistito e mai sarebbe esistito.

Fatto stava che, come al solito, mentre la sua mente gli imponeva una fredda e razionale analisi delle cose, il suo cuore faceva le capriole nel petto perché quello voleva dire che ancora l’ultima partita era da giocare e non tutto era perduto.

La natura umana fa si che l’individuo si aggrappi sempre al minimo barlume di speranza che le cose possano andare come egli spera.

Altro che pensare positivo...

In fondo, non c’era nulla di male a sentire cosa aveva da dire.

E nel peggiore dei casi, sarebbe stato un ottimo momento per dirsi addio...per sempre.

 

*****

 

 

The Dreamer’s Ball   

Stanza di Hermione- ore 7:40 p.m.                                               

Le sue mani tremavano per l’agitazione.

Era pronta già da quasi mezz’ora, ma non aveva il coraggio di scendere ed affrontare le sue paure.

La tentazione di fuggire era forte.

Sarebbe stato così grave se non si fosse fatta viva con Ron, dopo avergli dato appuntamento?

Non c’era nemmeno bisogno di pensare alla risposta.

Era senz’altro un si.

Hermione si sorprese dei suoi pensieri. Lei non era il genere di ragazza che non  rispettava gli impegni presi, e non era nemmeno il tipo che lascia che la vita le scorra davanti senza muovere un dito per cambiarla.

Lei era una combattente. Era una Griffindor nel cuore e nell’anima.

Così, armata di buoni propositi, afferrò la sua pochette e si guardò un’ultima volta allo specchio.

Quando aveva scelto quel vestito, lo aveva scelto per fare colpo su di lui.

Ora si rendeva conto che non sarebbe stato necessario, ma voleva farsi comunque bella per lui.

E così adesso indossava un abito lungo, aderente e senza spalline, rigorosamente nero.

Elegante, sofisticato ma semplice.

Sperava che a Ron piacesse.

Prima di uscire dalla stanza diede un bacio al suo portafortuna, il ranocchio che le aveva regalato Ron, sperando che quella sera gliene portasse tanta perché ne aveva proprio bisogno.

Poi lo buttò sul letto e uscì di corsa, per quanto i tacchi glielo per mettessero.

Era in tremendo ritardo per l’inizio della cena.

 

~

 

Stanza di Ron- ore 8:00 p.m.

Ron era sdraiato sul suo letto.

Odiava essere così indeciso.

Anche ora non sapeva se dare ascolto al suo cuore o alla sua ragione.

Intanto la cena era già iniziata da un pezzo, e lui non era nemmeno vestito.

Ma proprio non sapeva cosa fare.

Doveva scendere e sentire cosa aveva da dire?

Oppure doveva semplicemente darle buca e dirle addio per il resto della sua vita?

Già se la immaginava dietro il Platano ad aspettarlo invano, da sola.

Era una cosa terribile, non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.

In fondo, lui era troppo buono e le voleva troppo bene.

E questi erano sentimenti che con la ragione non c’entravano un bel niente, facevano i conti solo con il cuore.

Ed il suo cuore adesso gli diceva di alzare il sedere da quel letto e andare da lei, subito.

Per questo motivo si alzò dal letto ed tirò fuori dall’armadio il suo smoking.

Al ballo ci sarebbe andato da solo, visto che non aveva invitato nessuna.

 

~

 

Sala Grande- ore 9:00 p.m.

Ron era arrivato giusto in tempo per l’inizio del Ballo.

Le candele che prima avevano illuminato la Sala durante la cena adesso erano state spente e le uniche luci provenivano dal cielo stellato che il tetto magicamente riproduceva e dalle lucciole che in quel momento si libravano intorno agli studenti.

L’atmosfera era molto intima.

Approfittando dell’oscurità, Ron sgattaiolò accanto alla tavolata delle bibite e si prese un bicchiere di ponch corretto.

Dall’angolo in cui si era nascosto poteva vedere tutti gli studenti che danzavano, godendosi l’atmosfera magica e rilassata del ballo di fine anno.

Era difficile capire chi fossero vista la scarsa illuminazione, e solo quando una lucciola passava accanto alle coppie danzanti, poteva riconoscere i loro volti.

In un angolo della Sala aveva visto sua sorella ballare con Neville Paciock.

E poco più in là aveva riconosciuto anche il riverbero della luce sugli occhiali di Harry, che ballava con la sua nuova fiamma.

I suoi occhi si spostavano da una coppia all’altra della pista. Inconsapevolmente la stava cercando.

Bevve un altro sorso.

Dopo la sbornia della sera precedente non gli andava di bere troppi alcolici, l’ultimo dei suoi problemi era preoccuparsi della salute del suo fegato.

E poi la vide.

Era molto diversa dal solito, ma l’aveva riconosciuta comunque.

Si era lisciata i capelli e aveva un trucco più pesante.

Un fiotto di acidità gli giunse in bocca pensando che, nonostante tutto quello che gli aveva fatto, non poteva fare a meno di trovare che fosse stupenda.

Stava ballando con Dean Thomas, il suo ex;  lui la teneva stretta a sé, come per paura di perderla.

 

Oh it's someone else you're taking

Oh, c'è qualcun altro
Someone else you're playin' to

È un altro con cui ti stai divertendo
Honey though I'm aching

Dolcezza mi fai soffrire
Know just what I have to do

So soltanto ciò che devo fare
If I can't have you when I'm wakin'

Se non posso averti quando sono sveglio
I'll go to sleep and dream I'm with you

Andrò a dormire e ti sognerò
(Dreamer’s Ball- Queen)



Una rabbia omicida stava per impossessarsi di lui...non l’avrebbe mai ammesso, ma era geloso da morire.

Preso da un attacco di ira funesta, afferrò il polso della povera Lavanda Brown, che in quel momento passava di lì, e la trascinò in pista, coinvolgendola in un sensuale lento.

Inutile dire che la ragazza, avendo una gigantesca cotta per lui, non fece alcuna obiezione e si spalmò sul ragazzo come una piovra gigante, sciogliendosi come un cubetto di ghiaccio al sole.

 

~


Sala Grande- ore 9:30 p.m.
Hermione era un fascio di nervi.

Durante la cena non era riuscita a toccare cibo e dopo, quando erano state aperte le danze, aveva cercato di defilarsi, ma era stata bloccata da un Dean tremendamente smielato, che non la smetteva di farle complimenti.

E non aveva potuto liberarsi di quella piattola, che ora la teneva talmente stretta che quasi rischiava il soffocamento.

Tutto molto romantico, davvero...

In realtà era preoccupatissima.

Ron non si era ancora fatto vedere e il timore che non l’avrebbe fatto per il resto della serata stava per diventare una certezza.

Mentre dava un’occhiata in giro, Dean aveva preso ad accarezzarle la schiena e soffiarle nell’orecchio.

Sapeva essere irritante quel ragazzo quando ci si metteva, ma lo voleva capire che non sarebbero mai e poi mai tornati insieme?

Per fortuna in quel momento andarono a sbattere contro un’altra coppia e questo fece distogliere Dean da ciò che stava facendo.

Hermione alzò gli occhi per scusarsi con i ragazzi che avevano urtato e le si gelò il sangue nelle vene.

Ma quello era Ron.

E quella ragazza spalmata su di lui era quell’oca giuliva di Lavanda Brown.

Di colpo il suo sangue da gelato divenne incandescente.

Era evidente che quello era un gesto provocatorio, ma se era la guerra che voleva, la guerra avrebbe avuto.

Hermione si avvicinò ancora di più al corpo del suo partner, che naturalmente l’aveva subito avvolta in un abbraccio che somigliava molto più ad una morsa.

E poi si voltò verso la pista per vedere la reazione di Ron.

Ma non la vide, perché il ragazzo era praticamente scomparso nel nulla.

Nel frattempo Dean stava cercando di allungare le mani.

Quella sceneggiata non aveva più senso se lui non c’era, per cui si staccò da Dean bruscamente dicendo che si sentiva poco bene e si avviò verso il parco.

Il momento della verità si stava avvicinando...

 

~

 

Platano Picchiatore- ore 9:55 p.m.

Hermione era arrivata con un po’ di anticipo.

Le piaceva avere il controllo della situazione, soprattutto di una come questa.

Mai, in tutta la sua vita aveva aspettato un ragazzo ad un appuntamento.

Ma c’è una prima volta per tutto.

Quello che provava in questo momento era panico allo stato puro, si era preparata mille discorsi ma ora non ne ricordava nemmeno uno, non sapeva cosa dirgli.

Non sapeva nemmeno se lui si sarebbe presentato, perché da quello che aveva visto, al momento il ragazzo poteva essere chissà dove imboscato con la Brown.

In ogni caso, la cosa migliore da fare era darsi una bella calmata, a mente fredda si ragionava meglio.

 

~

 

Platano Picchiatore- ore 10:00 p.m.

Era arrivato.

Il momento era finalmente arrivato, Ron ancora no.

Hermione passeggiava nervosamente tenendo d’occhio tutto il parco per vederlo arrivare.

Niente.

Forse sarebbe arrivato un po’ in ritardo...

 

~

 

Platano Picchiatore- ore 10:05 p.m.

Magari aveva avuto un contrattempo...

 

~

 

Platano Picchiatore- ore 10:10 p.m.

Oppure aveva letto male l’orario...

 

~

 

Platano Picchiatore- ore 10:20 p.m.

Oppure semplicemente non si era presentato.

Diede un’ultima occhiata al parco nella flebile speranza di vederlo arrivare.

‘Rassegnati, Hermione’  si disse poi, non vedendo nessuno.

Raccolse tutte le forze che le erano rimaste per imporsi di non piangere e, a testa bassa si incamminò verso il castello.

Era una sconfitta.

 

~

 

 ore 9:50 p.m.

Finalmente era salvo.

Quella Lavanda non gli si staccava più di dosso.

Che incubo!

Però doveva ammettere che gli era stata utile. L’espressione di Hermione quando li aveva visti era qualcosa di eccezionale.

Chissà come l’aveva presa, se era stata gelosa tanto quanto lo era stato lui, oppure se non gliene importava niente...chissà.

Si slacciò la cravatta ed i primi bottoni della camicia.

Faceva un caldo terribile. Gli mancava quasi l’aria.

Si sedette sull’erba, da quel punto godeva di una vista su tutto il parco.

Platano compreso.

E così l’aveva vista arrivare, l’aveva vista attenderlo e alla fine l’aveva vista andarsene a testa bassa.

Esattamente come se l’era immaginato.

 

~

 

Ore 10:25 p.m.

Era proprio così che si sentiva, una sconfitta.

Ma se lo meritava.

Erano le giuste conseguenze delle sue azioni.

Cosa pensava?

Pensava che lui l’avrebbe perdonata e sarebbe venuto all’appuntamento?

Pensava...

-Pensavo mi avresti atteso un po’ più a lungo...- disse una voce alle sue spalle.

 

"Eccoti", sai ti stavo proprio aspettando,
ero qui, ti aspettavo da tanto tempo,
tanto che stavo per andarmene,
e invece ho fatto bene...
(“Eccoti”- Max Pezzali)

 

Hermione pensò che quella fosse un’allucinazione, un frutto della sua fantasia.

Si girò di scatto e vide Ron appoggiato con disinvoltura al tronco dall’antico albero, le meni in tasca e le gambe incrociate.

Era bellissimo.

Aveva i capelli legati nel solito codino e i primi bottoni della camicia sbottonati. Sembrava quasi un Dio.

-Pensavo non venissi più...- disse in un soffio che quasi si perse nel vento caldo della notte estiva.

Ron la fissò con il suo sguardo penetrante mentre lei si avvicinava a lui.

-E invece sono qui. Me l’hai chiesto tu, ricordi?- disse lui.

 

Remember what you told me

Ricorda che mi dicesti

You'd meet me at the dreamer's ball
Che ci saremo incontrati al ballo dei sognatori

I'll meet you at the dreamer's ball
Ti incontrerò al ballo dei sognatori

(Dreamer’s Ball-Queen)

 

Adesso che erano l’uno di fronte all’altro, Hermione lo guardò negli occhi e perse totalmente il senso della realtà.

‘E’ così bello...e dolce...e romantico...e l’ho già detto che è bello?...Hermione, pensi di cambiare la tua vita facendo l’animale imbalsamato?’ si chiese poi furiosa con sé stessa per non essere capace di non perdersi in quegli splendidi occhi e di non perdere totalmente l’uso della parola. ‘Forza Herm, parla!!’

-Io volevo- disse Hermione, ma nello stesso momento Ron aveva detto la stessa cosa, così lei gli fece cenno di parlare per primo in modo da regolare il suo respiro.

-Sai, ci ho pensato e ...- disse Ron, restando sempre appoggiato al tronco del vecchio albero -...ho deciso che faremmo meglio a restare solo amici-

‘Cosa??’

-Co-cosa?- disse Hermione stupita per una tale affermazione, non era proprio quello che si sarebbe immaginata. Il suo respiro adesso era più affannato di prima.

-Si, insomma...come prima- concluse Ron, aspettando una sua reazione.

Reazione che però non venne...o almeno non come lui si sarebbe aspettato.

Hermione tuffò la testa nella sua borsetta alla ricerca di un fazzoletto per asciugare le lacrime che Ron non avrebbe mai dovuto vedere e disse semplicemente:

-Se è questo quello che vuoi-

-Tu cosa vuoi?- le chiese Ron a bruciapelo.

Hermione stava ancora cercando disperatamente il suo fazzoletto per evitare che le lacrime che le traboccavano dagli occhi scendessero sulle guance. Sentiva il suo sguardo insistente su di sé. E poi, tra le sue mani si ritrovò il braccialetto di Ron.

Lo prese e con mano tremante glielo porse.

 

Il cuore di Ron smise per un attimo di battere mentre afferrava il braccialetto che la ragazza gli porgeva.

Allora era quella la sua decisione.

Gli stava tornando il loro braccialetto.

Voleva dire che non c’era più alcuna partita da giocare.

Il gioco era terminato e lui aveva perso.

Non c’era nient’altro da dire se non...

Addio Hermione...

 

In quel momento la ragazza gli porse la sua mano.

Ron non capiva, voleva che si salutassero con una stretta di mano? Quella ragazza sapeva essere bizzarra alle volte.

Poi lei disse:

-Mi aiuteresti a metterlo?-

Lui alzò gli occhi da terra, dove erano tristemente puntati, e vide che lei gli stava sorridendo.

E Ron non capì più nulla.

Allora non era la fine...era solo l’inizio...

Il suo cuore stava scoppiando di felicità.

All’improvviso la prese delicatamente ma con decisione per la nuca e la baciò.

Fu un bacio passionale e forte all’inizio.... e dolce e delicato alla fine.

Hermione aveva paura che riaprendo gli occhi si sarebbe accorta che era stato solo un sogno; voleva restare tra le sue braccia per tutto il resto della sua vita.

Lui sarebbe stato il suo punto fermo, l’unica certezza che avrebbe mai posseduto.

-Ti amo, Ron- disse tra un bacio e l’altro.

Ron si bloccò ed Hermione ebbe paura di aver affrettato le cose. Forse non era ancora pronto per affrontare questi discorsi.

Riaprì gli occhi e Ron l’abbracciò con tutta la forza che aveva, quasi sollevandola da terra.

In quel momento era l’uomo più felice della Terra.

-Anch’io ti amo, Herm.- disse mentre la metteva giù, guardandola negli occhi.

E quando pronunciò quelle parole vide quegli occhi ambrati diventare di colpo lucidi.

-Ehy, che fai? Piangi?- disse con voce dolcissima mentre le lacrime le scorrevano copiose sulle guance.

-Sono tanto felice- disse Hermione tra un singhiozzo e l’altro, sfogandosi di tutte le emozioni represse.

-Anch’io lo sono, ma non si piange, non voglio mai più vederti piangere insieme a me, intesi?- disse lui mentre le baciava tutto il viso asciugando così le sue lacrime. Era sempre così dolce!

-Intesi- rispose lei, tirando su col naso. Sembrava tanto una bambina!

E poi si rifugiò di nuovo tra le sue braccia.

Solo allora Ron si accorse di avere ancora in mano il braccialetto.

Quello non era il suo posto, il suo posto era al polso della ragazza che amava e che lo amava.

Così prese il braccialetto che lei gli aveva tornato poco prima e glielo legò al polso.

Nell’esatto momento in cui entrambi lo indossarono, i due bracciali si illuminarono, facendo intravedere delle parole.

In uno c’era scritto for, nell’altro ever.

Due parole che da sole non significavano niente, ma che unite avevano un grande significato.

Forever...per sempre...         

Quella era una promessa.

Le parole sparirono poco dopo, restando incise solo nelle loro menti e nei loro cuori.

Serviva qualcos’altro che ricordasse loro per sempre quel momento.

A Ron venne un’idea.

Si staccò da Hermione e prese la sua bacchetta dalla tasca.

La ragazza lo guardò dubbiosa, mai poi, vedendo il ragazzo dirigersi verso il tronco del Platano capì e lo seguì prendendolo per mano.

Arrivati al tronco, Ron fece spruzzare delle scintille dorate dalla sua bacchetta ed incise alcune parole sull’antico legno.

Hermione spiò dalle sue spalle ciò che aveva scritto, e poi si strinse forte al suo fianco, sorridendo felice.

Rimasero un attimo lì, fermi e abbracciati, a guardare il simbolo di ciò che tra loro stava nascendo.

Sul tronco incise le parole:

R+H FOREVER

Quello era il loro posto...e lo sarebbe stato per sempre...forever.

 

~

 

Stavano ballando da quasi un’ora ormai.

Ma era così bello stare così, abbracciati stretti stretti.

Sentiva il battito del cuore della ragazza che stava ballando al suo fianco, tanto era vicina.

Sperava lei non potesse sentire il suo, altrimenti si sarebbe accorta di quanto la sua vicinanza gli accelerasse i battiti.

Abbassò la testa e si appoggiò su quella di lei, curvando parecchio la schiena.

Lui non era particolarmente alto, ma lei era particolarmente bassa, per cui la cosa era parecchio difficile.

Da lì poteva sentire il suo profumo, quello della sua pelle...era davvero una sensazione inebriante.

Dopo il chiarimento che avevano avuto prima, si sentiva immensamente felice.

E anche sicuro che finalmente nella sua vita c’era qualcosa, o meglio qualcuno di certo.

Mentre volteggiavano sulla pista, vide Ron e Hermione entrare nella Sala sorridendo come due ebeti.

E tenendosi per mano.

Stranamente stavolta non lo toccava la cosa, anzi...

Era felice per loro.

Vedendo che anche loro si mettevano a ballare decise di andarli a trovare.

Non vedeva l’ora di parlare con loro.

Così prese per mano la ragazza che lo teneva stretto e la guidò sulla pista da ballo, facendo lo slalom tra le coppiette danzanti.

-Ehy, ragazzi!- disse Harry in segno di saluto, in modo che i dolci piccioncini si accorgessero della loro presenza.

-Harry!- disse Hermione voltandosi verso di lui e sorridendo –Come va?-

-Alla grande- rispose Harry rispondendo al sorriso e tenendo più stretta la mano della ragazza. –E a voi?-

I due si guardarono in segno di intesa e poi Ron rispose, con espressione un po’ scocciata –Non male, ma potrebbe andare meglio-.

-Già, sicuramente- disse Hermione sbuffando, dando corda ad un vecchio gioco che facevano sempre tra loro.

Lui non poteva rispondere a tono poiché la ragazza che al momento teneva per mano certamente non avrebbe esitato un attimo a stampargliela in faccia, la sua mano.

-Capisco- disse quindi e poi mise una mano dietro la schiena della ragazza e la spinse verso gli amici, dicendo –Ragazzi, questa è Sarah-

La ragazza si fece avanti timidamente, porgendo la mano ai due. Era di corporatura minuta, bruna e con degli occhi così azzurri da sembrare due zaffiri. Inoltre aveva dei lineamenti molto delicati; nel complesso era una ragazza carina.

Hermione le sorrise gioviale mentre stringeva la mano che Sarah le porgeva.

-E’ un piacere conoscerti, io sono Hermione e lui è Ron- disse poi indicando il ragazzo.

–So presentarmi da solo, grazie!- disse Ron cercando di essere il più irritante possibile, poi prese la mano della ragazza e la strinse dicendo –E’ un vero piacere conoscerti, Sarah! Io sono Ronald, ma puoi chiamarmi Ron- aggiunse facendole l’occhiolino e praticandole un perfetto baciamano.

-Ehm ehm...- Harry avvertì i ragazzi di darci un taglio con quel gioco, non voleva che Sarah pensasse male di lui e dei suoi migliori amici.

E poi tutti insieme si misero a ridere, come i vecchi tempi.

Hermione aveva capito l’importanza di quel gesto per Harry. Ricordava il discorso della mattina.

-Me la presenterai?- gli chiese come ultima cosa.

Harry parve soppesare la risposta.

-Solo se sarà una cosa seria- disse infine aprendo la porta.

E ora gliel’aveva presentata, quindi non c’era alcun dubbio...era una cosa seria.

Ad un certo punto Ron avvolse un braccio attorno alla vita di Hermione, come a farle presente che...

-Noi abbiamo una cosa da dirti, cioè da dirvi...- disse Hermione incoraggiata da quel gesto. –Io e Ron stiamo insieme- disse poi con il sorriso che si allargava sul suo bel viso. Anche Ron era radioso.

Harry si congratulò con loro, era sinceramente felice, davvero.

Sperava che anche loro lo sarebbero stati per lui.

Scambiò uno sguardo di intesa con Sarah e sputò il rospo.

-Anche io...cioè anche noi, volevamo dirvi un’altra cosa...-

Abbracciò forte le spalle della ragazza e disse tutto d’un fiato guardando gli amici:

-Ci sposiamo!!-

Li guardava negli occhi e vedeva le loro reazioni.

Hermione corrugò la fronte come se non stesse capendo ciò che lui aveva appena detto.

Ron strabuzzò gli occhi e lo guardò incredulo.

-Cosa??- dissero all’unifono.

Entrambi i loro volti sembravano dei giganteschi punti interrogativi, così si sentì in dovere di dare qualche spiegazione per un gesto tanto...inaspettato.

-So quello che state pensando. Che ci conosciamo poco e che siamo giovani e abbiamo tutta la vita davanti...- sicuramente queste sarebbero state le parole di Hermione se le avesse dato la possibilità di parlare –Ma io non la penso così. Io non so se avrò tutta la vita davanti, e il perché è ovvio, per questo voglio essere felice per tutto il tempo in cui sarò vivo, per quanto questo possa essere. E io sono felice con Sarah, e lei è felice con me –aggiunse poi guardandola, e lei gli regalò un fantastico sorriso pieno di amore e tenerezza.

-Per questo abbiamo deciso di sposarci in agosto. E’ una decisione presa e niente di quello che potreste dire mi farà cambiare idea, per cui ora vorrei sapere se possiamo scrivervi nella lista degli invitati oppure no.- concluse Harry in modo spiccio, guardando prima Ron poi Hermione.

I ragazzi avevano ascoltato le parole dell’amico e lo capivano. Sapevano che, con la guerra alle porte, nessuno poteva essere sicuro di quanto lunga sarebbe stata la sua vita. Ma sicuramente quello più a rischio era lui, Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto. Che però non sapeva quanto ancora sarebbe sopravvissuto.

Quindi, anche se non condividevano appieno le scelte del ragazzo, decisero di appoggiarle, perché in fondo era la sua vita e poteva farne ciò che desiderava.

-Certo che ci saremo!- disse Hermione con dolcezza –Non ce lo perderemmo per niente al mondo, vero, Ron?-

-Ma certo!- rispose lui, dando una amichevole pacca sulla spalla dell’amico.

E poi Hermione si sciolse dall’abbraccio di Ron per andare ad abbracciare Harry.

-Ah! Il nostro Harry che si sposa!- disse emettendo un gridolino.-E chi l’avrebbe mai detto??-

E poi, cosa totalmente inaspettata, abbracciò anche Sarah, che rimase spiazzata da quel gesto e riuscì solo a darle qualche pacca sulla schiena.

Non potè fare a meno di pensare che quella ragazza era...bizzarra.

Amichevole, simpatica, ma bizzarra.

-Sono sicura che diventeremo amiche- disse Hermione sciogliendola dall’abbraccio.

-Anch’io- disse Sarah con sincerità, il suo sesto senso le diceva che sarebbe stato così. In fondo quella ragazza le piaceva.

Poi ciascuna ragazza tornò tra le braccia del rispettivo compagno e ripresero le danze.

Stava iniziando una nuova canzone.

E subito si sentirono le magiche note della canzone My love, delle Sorelle Stravagarie.

Ditemi, più loro di così?!

Hermione si abbandonò tra le braccia di Ron, lasciandosi trasportare dal ritmo della musica.

Si sentiva serena.

E la certezza che avrebbe potuto sentirsi così quando voleva la rendeva felice.

La rendeva felice la notizia delle nozze di Harry.

La rendeva felice Ron.

Era sicura di aver fatto la scelta più giusta per lei, per la sua vita, ed era finalmente felice.

Sollevò la testa dal petto del ragazzo quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi, in quegli occhi color pervinca, profondi come il mare, nei quali avrebbe potuto perdersi in qualunque momento…e vi vide tanta dolcezza, tanta sicurezza, tanto amore.

E quello le diede la certezza che con lui sarebbe stata felice.

Lo sarebbe stata davvero.

Lo sarebbe stata per sempre...

...forever.

 

*****

 

E questo è il mio ultimo capitolo!!

Ho cercato di dare il meglio di me, per quanto sono in carenza di ispirazione per cui non so se poi il risultato sia come speravo che fosse. Spero soltanto che vi faccia sognare almeno un pochino...

Allora, che mi dite? Vi è piaciuto oppure lo trovate un finale deludente? Perché non vi nego che il finale per me è la parte più difficile della storia!!

Me lo lasciate un commentino, anche piccolo piccolo, per farmi capire che ne pensate?

Sono un po’ triste, sapete? Mi mancheranno tanto questi personaggi e anche voi, che ci avete seguito per tutto il tempo.

Un grazie enorme a tutte le lettrici!!

 

E in particolare Izumi ringrazia:

Minako-chan: Cara Minako…posso capirti davvero se vuoi uccidermi però…ti prego, aspetta di leggere ancora il prossimo capitolo!! Se poi vorrai farmi fuori ancora (e qualcosa mi dice di si)…allora non opporrò resistenza…lo prometto! Morirò con onore…sostenendo la causa di Draco (esagerata…)!!! ^_^ Ad ogni modo, ti ringrazio tanto per averci seguito fin qui…ti prego, non abbandonarci proprio alla fine!! Izumi

 

Claccly92: Allora…per quanto riguarda Blaise e Draco…la situazione è un po’ contorta, ma se rileggi con attenzione il sottocapitolo di Le vacanze di Natale (cap 5), intitolato Breakthru la situazione potrà essere più chiara. Come dice il titolo il capitolo parla di una ‘svolta’…per ulteriori chiarimenti…chiedo anche a te di aspettare il prox capitolo! Si spiegheranno molte cose! Per quanto riguarda Hermione e Ron…mi sembra che Hermia abbia abbondantemente chiarito i tuoi dubbi con quest’ultimo capitolo! Grazie tante per averci seguito! Appuntamento al prox capitolo…Izumi

 

Shanìka: carissima! (non sto tentando di corromperti, tranquilla!) Felice di sapere che non vuoi spaccarmi la faccia (sicura, vero?)…anche se un me lo meriterei! Secondo te io sarei MALIGNA, giusto?!? Ih ih…diciamo che sono semplicemente una Slytherin a tutti gli effetti!! Posso mai essere biasimata per questo?!? Grazie anche a te…spero di risentirti presto e che l’ultimo capitolo ti piaccia! Izumi

 

Ragazzi, ci rivediamo nell’epilogo! Un bacio a tutti quanti!!!^_^

Hermia

 

 

 

 

  
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