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Autore: donny93    07/04/2010    9 recensioni
Si dice che tanto tempo fa un Purosangue e una Mezzosangue, completamente diversi, proprio come diversi sono tra loro i colori dell'arcobaleno, riuscono ad amarsi, andando contro tutte le leggi del loro mondo.
Erano diversi, opposti. Ma perfetti insieme.
Dopo 500 anni può un ballo avvicinare altre due anime completamente incompatibili tra loro e il cui destino sembrava essere quello di odiarsi per sempre?
Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy si ritroveranno ben presto a dover collaborare fianco a fianco, andando contro tutti i principi e gli ideali in cui avevano sempre creduto fino a quel momento.
Momento in cui le loro vite sono cambiate per sempre.
Momento in cui si sono visti eletti Re e Regina del Ballo Arcobaleno.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Ballo Arcobaleno

"2. Spiacevoli inconvenienti"

Era successo tutto così in fretta che ancora non se ne rendeva davvero conto.
Lei, Hermione Jane Granger, quella ragazza a volte un po’ saccente, ma anche tanto coraggiosa e amata da tutti, sarebbe stata la Regina del Ballo Arcobaleno.
E come ogni regina che si rispetti anche lei aveva il suo re.
Un re molto famoso a Hogwarts però più che per essere appunto un sovrano, per essere un principe.
Precisamente il Principe delle Serpi.
Draco Lucius Malfoy.
E, nonostante fossero già da più di un’ora seduti entrambi nello studio del preside e per di più in poltrone vicine, le riusciva ancora difficile credere che potesse essere tutto vero.
Il Calice di Fuoco infatti, poco prima in Sala Grande aveva fatto la sua scelta e sin da subito i due prescelti erano stati portati dal preside nel suo studio per ulteriori e approfondite spiegazioni della situazione che li attendeva.
Solo che dopo averli condotti lì se ne era andato, impegnato com’era a prendere gli ultimi accordi con il ministro, dicendo che sarebbe tornato poco dopo.
Un poco dopo però più lungo del previsto, a quanto pareva.
Malfoy, resosi quindi conto che le cose sarebbe andate ancora per le lunghe si alzò dalla sua poltrona e una volta arrivato alla finestra, si accese una sigaretta.
- Quando torna il vecchiaccio mi sentirà.
disse quello scocciato, aspirando avidamente il tabacco.
Hermione all’odore del fumo si voltò sdegnata, non poteva e non voleva credere a ciò che aveva appena visto.
- Malfoy, che cavolo fai! Non lo sai che non si può fumare nella scuola? E per di più siamo nello studio di Silente, un motivo in più per non farlo.
gli disse irritata.
E il fatto che non le ripose, continuando a darle le spalle, la fece irritare ancora di più.
Ma chi si credeva di essere?
- Ehi Malfoy, sto parlando con te. Chiederti di rispondermi sarebbe troppo?
- Mezzosangue, non rompere il cazzo, faccio quello che voglio.
Nemmeno si voltò a guardarla, ma il solo fatto che le rispose fu un passo avanti.
- Ma il fatto è che ci sono delle regole da seguire, non puoi fare come vuoi!
- Sono un Malfoy e un Malfoy fa quello che cazzo vuole. Non prende ordini da nessuno. Quindi ora smettila di rompermi Granger.
- Ma è contro le regole!
Parlare con un muro sarebbe stato più gratificante pensò, dato che nemmeno questa volta le rispose.
Ci rinunciò, cercare di ragionare con un come lui era solo che una perdita di tempo. Spostò quindi lo sguardo dal giovane alla parete accanto a lui, notando che era piena di oggetti particolari di cui molti addirittura lei stessa ignorava l’esistenza, dai colori, le forme e i materiali più strani.
Le pareti erano piene di trofei e di quadri, i cui soggetti, in continuo movimento dall’uno all’altro si intrattenevano tra loro con fitti discorsi su argomenti profondi e complessi, tanto che poco dopo Hermione si ritrovò annoiata a guardare oltre.
Notò tra due colonne di libri un piccolo armadietto da cui si intravedeva quello che lei identificò essere un bacile di pietra dall’alto piedistallo, con all’interno una strana sostanza, a metà tra il liquido e il gassoso.
Ricordava bene che Harry le avesse parlato al quarto anno di come funzionasse il Pensatoio: una strega o un mago può estrarre i suoi ricordi per depositarli poi all'interno di quest’ultimo, per liberare così la propria memoria quando diventa troppo piena di informazioni e dando la possibilità a chiunque, per mezzo di questo oggetto, di esaminare i ricordi e le memorie delle persone a piacimento.
Un strano ticchettio a quel punto però la destò dai suoi pensieri.
- Granger, si può sapere che diamine è questo coso? E’ mezz’ora che ticchetta alla finestra, non vuole andarsene.
Sentitasi chiamare, Hermione si alzò dalla poltrona e corse alla finestra per vedere a cosa si riferisse il Serpeverde.
- Fanny!
Il biondino la guardò perplesso, la fronte corrugata.
- Cosa? E che cazzo è Fanny ora?
- Fanny, la fenice di Silente. Non ci posso credere tu non l’abbia mai vista.
- Beh credici perché è così, ora lo sai. Qualche problema?
Hermione sbuffò, certo che non ci si poteva proprio parlare con lui.
- Che hai la coda di paglia per caso Malfoy? E comunque facciamola entrare, sarà stanca. Aprile la finestra.
- Ma non ci penso proprio, aprila tu sei vuoi. L’ho detto prima, non mi pare fosse così difficile come concetto da capire. Non prendo ordini, tantomeno da te.
La Grifondoro nemmeno gli rispose, ormai conosceva il tipo e così allungata una mano fece scattare lei stessa la chiusura della finestra.
L’animale una volta nella stanza andò a planare subito sul suo piedistallo dorato, accoccolandosi poi leggermente tra le sue stesse piume e tubando gioiosa.
- Se Fanny è rientrata vuol dire che tra poco arriverà anche Silente.
- Spero tu abbia ragione Mezzosangue. Prima arriva il vecchio, prima posso andarmene di qui.
- Sappi che la cosa è reciproca, la tua sola presenza mi urta il sistema nervoso.
La serratura scattò e la porta si aprì proprio in quel momento.
Silente fece il suo ingresso nella stanza e dopo uno sguardo amorevole ai due andò a sedersi alla sua scrivania, invitandoli a fare lo stesso sulle due comode poltrone messe nello studio apposta per loro.
Poco dopo arrivarono anche Piton e la McGranitt, a sostenere quelli che il Calice aveva ritenuto essere gli studenti migliori delle loro casate.
- Allora ragazzi, immagino ormai abbiate capito il perché di tale convocazione. Siete stati scelti dal Calice per essere, dopo cinquecento anni i nuovi Re e Regina del Ballo Arcobaleno. Spero siate fieri di voi stessi e che renderete giustizia a tale incarico.
- Certamente professore.
disse la Grifondoro, aspettando poi una risposta anche da parte del suo futuro compagno di squadra, risposta che però non arrivò.
- Le prometto che faremo del nostro meglio. Entrambi.
continuò allora subito dopo per coprire l’imbarazzante silenzio che si era appena andato a creare e rivolgendo poi uno sguardo a Malfoy che se solo avesse potuto l’avrebbe incenerito.
- Oh ne sono certo ragazzi, spero riusciate a stupirmi con qualche idea brillante. Voglio poter ricordare per sempre questo Ballo Arcobaleno.
- Non la deluderemo.
Silente le sorrise e continuò.
- Proprio come vi ho precedentemente spiegato in Sala Grande, la cerimonia avverrà in una particolare data a causa di particolari condizioni atmosferiche. Per la precisione si tratta del Solstizio di Primavera, il ventuno di marzo. Si dice infatti che, ogni cinquecento anni, in ricorrenza di quella data si abbatta sul nostro pianeta una giornata di piogge così intese, a saluto dell’inverno che ormai va via, tanto che il giorno successivo, il ventuno appunto, la luce del sole riflettendo sull’acqua caduta in abbondanza va a dare vita a questo strepitoso fenomeno atmosferico la cui potenza è unica.
Hermione seguiva entusiasta le parole del preside e, giratasi verso il ragazzo che sbuffava visibilmente annoiato, si chiese come potesse non emozionarsi anche lui davanti ad un simile racconto.
- Deve essere uno spettacolo davvero meraviglioso.
- Proprio così signorina Granger. Per questo in suo onore si organizza questo ballo, è un’antica tradizione che ci piace riportare in vita nonostante il tempo. E ora tocca a voi mantenerla viva. Avete ancora tempo, oggi è solamente il ventuno settembre.
- Professore, mi chiedevo..
- Mi dica signorina Granger.
- Dovremo fare tutto noi o abbiamo la possibilità di farci aiutare dai nostri compagni?
- So che è un compito impegnativo, ma gli organizzatori dell’evento sarete voi due, il Calice ha stabilito ciò. Questo non toglie però il fatto che avrete la possibilità di rivolgervi loro per utili consigli sull’allestimento del tutto. Ma gli organizzatori siete voi.
Un’ombra di sconforto calò sul volto della ragazza.
Sapeva bene già da ora che avrebbe dovuto fare tutto lei, conosceva Malfoy e sapeva che la parola “lavorare” non rientrava nel suo dizionario.
Non c’era mai rientrata per la precisione.
- La vedo parecchio sconfortata signorina Granger.
le disse il preside, mentre sistemava bene sul naso con l’indice e il pollice gli occhiali a mezzaluna.
- No, sono felicissima dell’incarico.. solo.. sarà dura.
- Lo so, proprio per questo vi sto dicendo che, nonostante abbiate tempo ancora, non dovete sperperarlo ma bensì essere parsimoniosi. Lavorate un po’ alla volta e vedrete che tutto sarà perfetto. Ma soprattutto lavorate insieme, datevi aiuto e sostegno reciproco.
I due ragazzi si voltarono sincronizzati, le sopracciglia corrugate e il volto perplesso.
Un Grifondoro e un Serpeverde che collaborano, se ne sarebbero viste delle belle.
Silente li fissò, ridendo sotto i baffi.
- Ho fiducia in voi. Ora potete andare, sarete stanchi, andate a dormire.
- Già, vi aspetto domani mattina a lezione. Malfoy, Granger mi avete capito? Vedete di non fare tardi, il fatto che siete gli organizzatori dell’evento non vi giustificherebbe lo stesso.
- Suvvia Severus, sono appena arrivati, non vorrai già dargli manforte.
disse la McGranitt.
- Era giusto per rammentare loro la situazione, niente di più Minerva.
- Potete andare ragazzi. Buonanotte.
- Finalmente è finita, non dovrò più vedere la tua faccia petulante fino a domani mattina.
disse sottovoce il Serpeverde.
- E io almeno potrò andare in camera e starmene un po’ più tranquilla, senza rischiare di essere schiacciata dal tuo ego che in questo momento occupava praticamente tutta la stanza da solo.
gli sussurrò invece lei.
I due si erano così avviati verso la porta, tanto che Hermione aveva già abbassato la maniglia ed erano usciti, quando vennero nuovamente fermati dalla voce del preside.
- Ah e come penso avrete già capito da soli sarete per questo arco di tempo sistemati in degli alloggi a parte apposta per voi.
La reazione dei due però, che si voltarono di colpo, gli occhi sbarrati e le bocche spalancate, gli fece capire che la cosa non fosse così scontata come pensava.
- Beh è per darvi la possibilità di avere più tempo per parlare ed organizzare il tutto, senza dovervi dare continui appuntamenti per la scuola. Le vostre camere sono già pronte e i vostri bagagli sono già stati portati lì dagli elfi domestici.
Il silenzio calò nella stanza, tutto questo non aveva senso!
- Ma professore! Sono sicura che riusciremo a vederci lo stesso, non c’è bisogno che lei si scomodi fino a questo punto per noi. Non è così Malfoy?
Ma il biondino, ancora non bene cosciente, non proferì parola.
- Non è vero Malfoy?
ripetè lei, questa volta accompagnando il tutto con una gomitata nelle costole del ragazzo, che così si riprese dallo shock.
- Vecchiaccio che cavolo ha in mente di fare? Io non ci vivo con quella palla al piede appresso. Me ne torno nel mio di alloggio.
Perfetto si disse Hermione, battendosi la mano sulla fronte, esasperata.
La situazione stava andando di male in peggio e lei ancora che riponeva una qualche fiducia in Malfoy, enorme sbaglio.
- Professore, gliel’ho già detto, davvero, non occorre tutto questo. La ringraziamo, ma non possiamo accettare.
disse, cercando disperatamente di tirare fuori entrambi da quella situazione impossibile.
- Ma infatti non dovete accettare proprio niente signorina Granger, è già tutto pronto. Prendetelo come un ordine di un vostro superiore.
disse il preside, sempre sorridendole.
- Ma..
- Le vostre nuove stanze si trovano nella torre accanto a quella di Astronomia, nella porte nord del castello. Spero siano di vostro gradimento.
- P-Professore..
- Buonanotte ragazzi.
E la porta davanti a loro si chiuse lasciandoli fuori dallo studio a fissare la parete di legno massiccio.
- Perfetto. Saranno i sette mesi più lunghi della mia vita.
- Parla per te, se solo gli altri venissero a sapere che divido l’alloggio con una Mezzosangue, anzi la Mezzosangue.. il vecchiaccio prima o poi me la pagherà per questo affronto.
- Sisi certo, ora però smettila di lagnarti perché, come vedi, anche io non sono così felice di stare da sola con te. Ma dobbiamo fare come ci hanno detto, non abbiamo altre possibilità. Senza contare il fatto che tutte le nostre cose sono nelle nuove stanze, che senso avrebbe tornare ognuno alla propria sala comune?
disse la Grifona ormai affranta, sapeva che non c’era altro da fare che obbedire.
- Già. E poi non lagnarti perchè a chi dice peggio qui sono io.
Hermione lo guardò senza capire.
- Se non te ne fossi accorto siamo tutti e due sulla stessa barca, non fare la vittima quindi.
- Ma che hai capito Granger, chi vuole fare la vittima. Dico solo che te ora avrai la possibilità di stare per sette lunghi mesi con lo studente più ambito della scuola e io..
- E cosa vorresti dire con quel “e io..” scusa?
gli chiese furiosa lei.
- Voglio solo dire che non mi pare equa come cosa.
- Se non ti sta bene puoi sempre dormire sul pianerottolo dell’alloggio, a te la scelta.
disse lei, mentre scendeva svelta le scale per avviarsi verso il corridoio.
- Mezzosangue, qui sono io il nobile, già dovresti ringraziarmi per il solo fatto che ti faccia dormire con me.
- Sisi certo, ora muoviti.
Eggià, ora lo sapeva con certezza, sarebbero stati sette mesi lunghi.
Ma molto lunghi.
Arrivarono dopo circa dieci minuti all’ingresso della torre e, dopo una lunga rampa di scale a chiocciola raggiunsero la porta del loro futuro alloggio.
- E’ chiusa, la serratura è bloccata. Hai tu la chiave Malfoy?
- Pensavo l’avessi te, sei tu la secchiona che si ricorda sempre di tutto.. e ti sei dimenticata di chiedere la chiave?
Hermione arrossì.
- Beh che c’entra! Anche tu eri lì con me, l’avresti potuta benissimo chiedere tu!
- Spostati, sono stanco e voglio andare a letto, non ce la faccio più a sentirti gridare.
- Malfoy, ma che diamine hai intenzione di..
Nemmeno il tempo di finire la frase che con un Alohomora ben assestato la serratura scattò e la porta si aprì, rivelando la stanza all’interno.
- Non ti facevo così furbo, allora non c’è solo segatura in quella testa.
- Potrei sorprenderti Granger, fidati.
le disse, mentre fiero riponeva in tasca ai pantaloni neri la bacchetta.
Entrarono e una volta accese le luci, la stanza che apparve ai loro occhi li lasciò senza fiato.
- Caspita!
- Che ti aspettavi Mezzosangue, il vecchio ha fatto le cose in grande. Siamo il re e la regina ora e ci meritiamo un alloggio del nostro calibro.
- Però, ti sei già calato bene nella parte, eh Malfoy.
- Diciamo che mi riesce molto facile.
le disse con un ghigno.
La porta d’ingresso li aveva condotti dentro un grande salottino con al centro due divani, messi uno di fronte all’altro e separati da un tavolino in legno nel mezzo; le finestre erano abbellite con grandi e preziosi tendaggi color oro e un caminetto riscaldava l’aria leggermente fresca della stanza.
- Bisognerà aprire le finestre per far cambiare un po’ l’aria.
disse la riccia, arricciando il naso al cattivo odore di chiuso diffuso nella camera.
Non ottenne risposta, ma ormai ci era abituata.
Ciò che la indusse a voltarsi più che altro fu un rumore di sportelli aperti e di vetro tintinnante.
All’angolino infatti un piccolo frigo bar aveva attirato da subito l’attenzione del biondino che immediatamente era andato a farsi un goccio di buon vino rosso.
- Il vecchio ha pensato proprio a tutto, e bravo.
- Certo che non ti smentisci mai tu eh.
- Un po’ di buon vino non fa mai male. Ma dopotutto, che ne può sapere una santarellina come te Granger.
le disse, mentre faceva ruotare molto lentamente e con gesti sinuosi il liquido rosso nel bicchiere. - Tsè, tieniti pure il tuo vino, io vado a farmi una doccia calda. Quella si che non fa mai male.
E detto questo si avviò verso le due porte che si trovavano in fondo al salottino.
Devono condurre sicuramente alle camere da letto. Ci andrò dopo pensò quella.
Tornò quindi sui suoi passi, quando notò una porticina più piccola ma sempre in legno, proprio all’angolino.
Quello deve essere il bagno. E detto ciò aprì la porta per poi richiuderla subito dopo a chiave.
C’era sia la doccia che la vasca da bagno, ma preferì utilizzare quest’ultima per godere davvero a pieno dei piaceri dell’acqua bollente.
Notò sul bordo tantissime piccole boccette colorate, ognuna con un profumo diverso; per il suo bagno scelse quello alla lavanda.
Fu così che, dopo aver immerso tutto il contenuto liquido nell’acqua, una schiuma violetta iniziò a riempire completamente la vasca ed Hermione, dopo aver riposto tutti i vestiti sporchi a lavare, vi entrò.
Un sospiro silenzioso di piacere le uscì senza volerlo dalla bocca.
Aveva proprio ragione, altro che vino, un bel bagno sarebbe rimasta sempre per lei la cosa migliore di tutte.
Prese un po’ di schiuma profumata tra le mani e vi soffiò sopra per farla volare, scoppiando poi a ridere da sola.
Le rivenne in mente quando, da piccola, faceva la stessa cosa in faccia alla mamma mentre era intenta ad insaponarla.
Quando uscì dall’acqua circa un’ora dopo, il vetro era completamente appannato e l’aria odorava di un delicato profumo di fiori di lavanda.
Si raccolse i capelli con un asciugamano e avvolse il suo corpo con un altro più grande e a quel punto si voltò per prendere i vestiti puliti e rivestirsi.
Ma, per sua grande sfortuna ciò che vide fu il pavimento, nient’altro.
- Oddio. E ora dove li ho messi? Quelli sporchi sono a lavare ma quelli puliti.. sono ancora nella valigia, dove li hai messi la sera prima della partenza. Brava Hermione, si proprio brava.
si batté la mano sulla fronte, la testa crollata in un gesto di sconforto.
- E ora che faccio? Non posso mica uscire dal bagno così con il Furetto dillà sul divano.. sempre che non se ne sia andato a dormire..
Guardò l’ora sull’orologio messo accanto al lavandino.
Mezzanotte e cinque.
- Sono rimasta parecchio in acqua, forse è crollato ed è andato a letto. Speriamo..
E detto ciò, fece scattare molto lentamente la serratura del bagno per potersi affacciarsi con la testa a vedere se ci fosse qualcuno nel salotto.
Vuoto, non c’era anima viva.
- Si! Forse questa è la mia serata fortunata! Posso anche uscire.
si disse, compiaciuta di se.
Prese così tutte le sue cose e a piedi scalzi, cercando di non fare neanche il minimo rumore si avviò verso le due porte.
Appunto, due porte.
Quale doveva prendere ora?
- Perfetto, era troppo bello stesse filando tutto liscio. Che faccio ora? Quale prendo?
Ripensò a sua nonna e le venne quasi da ridere.
- Si, usiamo il metodo della nonna va, tanto ormai.. ambarabaccicciccoccò..
e prese a indicare a ritmo alternato con il dito le due entrate, ma si fermò poco dopo.
- Ma che sto facendo! Ne va della mia dignità, andiamo! Non posso far decidere ad una conta!
Fece un respiro profondo.
- Ok, sono due le porte, ho il cinquanta e cinquanta di possibilità. Ce la posso fare. Al tre ne apro una.. Uno.. due.. e tre.
disse, mettendo la mano sulla maniglia della porta a sinistra.
La abbassò piano piano aprendo solamente uno spiraglio, ma era davvero troppo buio per poter vedere all’interno.
Entrò quindi completamente nella stanza strizzando gli occhi al massimo per cercare di capire se fosse quella corretta oppure no.
Notò però che le tende erano leggermente tirate e la finestra socchiusa.
Perché Silente avrebbe dovuto lasciare la finestra aperta e far raffreddare così la camera?
Ma soprattutto.. perché la stanza aveva tutti toni sul verde?
Nemmeno il tempo di porsi questa domanda che il suo cervello formulò da solo la risposta.
Per la precisione le sue orecchie.
Un respiro lento e regolare le pervase i timpani e quando si voltò ciò che vide le fece portare le mani alla bocca per la sorpresa.
Draco Malfoy, nonostante l’aria leggermente fresca, dormiva solo in boxer, un braccio piegato dietro la nuca e uno posto sulla fronte, evidenziando così entrambi fortemente i muscoli che aveva.
Il petto liscio e ben scolpito, in seguito a lunghi e duri anni di allenamento di Quidditch si sollevava a ritmo lento ed era coperto fino all’altezza dei fianchi dal candido lenzuolo.
Hermione sentì il viso andarle in fiamme, ma non riusciva a staccare lo sguardo da quel corpo così perfetto.
Fu il volto a lasciarla davvero senza parole.
Sembrava un angelo.
I capelli dorati in parte ricadevano scompigliati sul suo volto, in parte rimanevano leggermente schiacciati a causa del braccio posto sopra la fronte; le sopracciglia dello stesso colore anticipavano quelli che ormai Hermione conosceva bene per essere due laghi di ghiaccio senza fondo; le labbra, fine e rosee, leggermente dischiuse, emanavano lenti respiri.
Hermione rimase a fissarlo ancora per un po’, sembrava quasi un bambino innocuo, niente in quel momento faceva pensare che lui potesse essere il famoso Principe delle Serpi.
Improvvisamente però un ghigno apparve sul volto della serpe in questione e gli occhi plumbei si spalancarono.
- Ehi Mezzosangue, se continui a fissarmi così finirai per consumarmi.
le disse, lei il volto ancora più rosso di prima.
Era sveglio, e chissà da quanto tempo!
E lei non riusciva nemmeno in quel momento a pensare a una possibile scusa da rinfacciargli, un insulto qualsiasi, niente di niente.
- Scusa Malfoy, h-ho sbagliato stanza.
Nemmeno il tempo di finire la frase si era già fiondata fuori all’istante dalla porta, per aprire poi quella accanto.
Perfetto, ora so che quella giusta era questa. E quale modo migliore di scoprirlo se non finire sputtanata mezza nuda davanti al tuo più acerrimo nemico? si disse seccata, mentre una volta dentro con un colpo se la chiuse alle spalle e si buttò sull’enorme letto a baldacchino.
- Perché perché perché perché! Perché a me! Che ho fatto di male?
disse agitandosi tra le lenzuola senza sosta.
Si era già stancata di questo compito, non ne poteva già più, figurarsi resistere sette mesi.
Sarebbe finita prima del tempo nel reparto psichiatrico del San Mungo, ne era certa.
- E il solo fatto che Malfoy sia il mio compagno non migliora di certo le cose. Non potremmo mai andare d’accordo, perché il Calice ha scelto proprio noi due?
Non riusciva a trovare una risposta a nessuna delle sue domande.
Dopo essersi calmata, si alzò dal letto e dopo aver indossato una camicia da notte di seta azzurra corta fino al ginocchio e aver spazzolato i delicati boccoli, vi ritornò nuovamente, le coperte tirate fin sotto il naso.
Ancora le tornavano in mente le immagini di Malfoy addormentato mezzo nudo nella sua stanza.
Ora capisco le ragazze di Hogwarts che gli vanno dietro, è proprio vero quando dicono che ha un fisico mozzafiato.. Ma che stai dicendo Herm, piantala! E’ Malfoy! e si voltò sul lato opposto, coprendosi la testa con il piumone per la vergogna di quello che stava pensando.
Sarà pure bello, ma ha l’intelligenza di una noce. L’esempio più lampante del tipo tutto muscoli e niente cervello. E soprattutto io non sarò come tutte le altre che gli cadono ai piedi, calpestando la loro dignità non appena vedono un bel visino e due occhi fieri. Io non sono come le altre.
Uno sbadiglio improvviso la colse durante i suoi pensieri.
- Uhmm, speriamo solo che dormendo il Furetto si dia una schiarita ai pensieri e automaticamente anche una calmata, altrimenti domani giuro che lo schianto. Speriamo proprio che domani vada meglio..
e mentre diceva questo venne finalmente accolta nelle dolci ed invitanti braccia di Morfeo.

***

Quella mattina Hermione si era svegliata abbastanza di buon umore.
Verso le sette del mattino i raggi caldi del sole aveva attraversato le tende lasciate apposta leggermente aperte dal giorno prima e una volta sveglia, avendo già fatto la doccia la sera, passò direttamente a lavarsi i denti e a vestirsi.
Prese dal cassetto della biancheria un completo bianco e un paio di calzini dello stesso colore, per passare poi all’armadio da cui tirò fuori la solita divisa scolastica composta da gonna, camicetta e cravatta dei colori da lei più amati ormai, rosso e oro.
Si ritrovò a pensare, mentre si allacciava la camicetta che gli elfi domestici avessero fatto davvero un ottimo lavoro, riponendo prima del loro arrivo tutti gli abiti negli appositi armadi, non era mai successo prima.
Guardò l’ora, le sette e trenta.
Aveva ancora tempo, la colazione in Sala Grande cominciava ad essere servita dalle otto in punto.
C’era però da dire che quella notte aveva fatto un sogno davvero strano: c’era Silente che la nominava Regina di un certo ballo e che le diceva poi di dover andare ad abitare in un alloggio da sola con il Furetto per ben sette mesi.
Alloggio dove lui l’aveva anche vista per di più mezza nuda.
Un sogno che inizia da favola e finisce da incubo praticamente.
Ma non ci voleva pensare, era più preoccupata del fatto se Harry e Ron si fossero fatti trovare pronti per almeno una volta o se come al solito avrebbe dovuto aspettarli.
Aprì quindi la porta della sua stanza, decisa ad aspettarli di sotto in sala comune, ma ciò che vide, ovvero un piccolo salottino munito di divani e caminetto, non era di certo quello che si aspettava.
E in quel momento un lampo le passò per la mente.
Harry.
Ron.
La Sala Comune.
Il Calice di Fuoco.
La torre.
Il ballo.
Re e Regina.
Malfoy.
Non era un sogno!
E a ricordarglielo fu una voce, una voce che dire che lei odiava era dire poco.
- ‘Giorno Mezzosangue.
- Buongiorno Furetto.
I due si passarono accanto senza nemmeno guardarsi, il tempo di prendere lei gli ultimi libri e lui il pacchetto di sigarette e si avviarono verso l’uscita, quando Hermione si accorse che le mancava il tomo di Pozioni.
- Aspetta, comincia ad andare avanti, ho dimenticato una cosa.
- Non ti avrei aspettata comunque Granger, non ti fare strani film in testa solo perché ora dividiamo l’alloggio.
le rispose, mentre si avviava fuori dalla porta.
Ok, calmati, non c’è bisogno di ucciderlo. Sei solo costretta a vivere per sette mesi con.. lui, che vuoi che sia. Almeno era solo un sogno. Cioè, il fatto del bagno.. non ti ha mai vista davvero nuda in giro per la sua stanza. Almeno questo non ti rincuora un po’? si disse, cercando disperatamente di farsi forza da sola.
Nemmeno il tempo di finire di pensarlo che udì i passi del biondino in corridoio fermarsi all’improvviso e in un attimo riaffacciarsi dentro la stanza solo con la testa bionda.
- Ah e comunque non lo sai che è maleducazione entrare nelle camere altrui senza prima bussare? Non te l’ha insegnato la mammina Granger?
E detto questo se ne andò questa volta definitivamente con il solito ghigno che la sapeva lunga.
Hermione chinata com’era a cercare il libro che le mancava, fece in compenso cadere tutti gli altri che aveva in mano per la sorpresa.
Allora l’aveva vista davvero, non era nemmeno questa volta un sogno!
Ma c’era anche solo una cosa che le andasse nel verso giusto, per Merlino?!
Quella mattina i capelli erano uno schifo, non trovava il libro e per di più Malfoy si permetteva anche di prenderla per il culo.
Però.. oddio che figura!
Gliel’avrebbe rinfacciata per tutta la vita, ne era sicura, quella vita che le avrebbe reso un inferno, proprio come stava facendo già dalla sera prima.
- Tutta colpa del Calice di Fuoco! Giuro che se lo rivedo lo trasformo in una tazzina da tè!
disse infuriata, chiudendo la porta d’ingresso con uno scatto che sembrò quasi far crollare le pareti del corridoio.
Poco dopo arrivò in Sala Grande e, neanche a dirlo, una volta entrata tutti si voltarono a fissarla, facendola sentire leggermente in imbarazzo.
Il fatto del Ballo Arcobaleno le aveva attribuito una notorietà che non si sarebbe mai aspettata.
Rivolse molto velocemente e nel modo più discreto possibile allora un’occhiata verso il tavolo verde e argento muovendo lo sguardo finchè non lo vide.
Malfoy era seduto tra Zabini e la Parkinson e mescolava svogliatamente con un cucchiaino il caffè nella sua tazza, mentre leggeva la Gazzetta del Profeta, tenuta alzata con la mano rimasta libera.
La ragazza a quel punto andò a sedersi accanto a Ginny che trovò intenta ad addentare famelica un croissant alla crema.
Quando la vide quasi si strozzò.
- Herm, eccoti! Adesso mi dici cosa è successo ieri sera. E anche di corsa!
Hermione ancora in piedi e con lo sguardo rivolto verso lo Slitheryn non la sentì minimamente.
- Terra chiama Herm. Ci sei? Mi vuoi rispondere?
- Oh si Ginny, scusami. Dicevi?
La ragazza scosse la testa.
- Si può sapere che succede? E perché ieri sera non sei venuta a dormire? Voglio sapere dove sei stata.
Era arrivato il momento, doveva dirglielo.
- Se te lo dico non ci crederai mai.
- Tu inizia a dirmelo, poi si vedrà.
Hermione fece un respiro profondo, si sedette accanto a lei e iniziò.
- Silente ha detto che, essendo Re e Regina del Ballo Arcobaleno io e Malfoy dobbiamo dividere un alloggio apposta per noi, nella torre nord accanto a quella di Astronomia. Ero lì ieri sera.
Ginny inizialmente rimase immobile, Hermione temeva fosse morta per lo shock, ma poi quando la vide sempre di più spalancare la bocca per la sorpresa capì che era tutto apposto.
Più o meno.
- Che cosa? Un alloggio con Malfoy? E da soli? Ma Silente si è ammattito? Io l’ho sempre detto che l’età fa brutti scherzi, ma non pensavo fino a questo punto. Cioè.. tu e Malfoy.. da soli.. in un alloggio apposta per voi? Ho capito bene?
- Perfettamente.. purtroppo. E non farti strani film in testa, non succederà niente. Non è successo niente.
Ma si tradì da sola perché in quel momento le gote si colorarono di un rosso acceso e la stessa Grifoncina, dato il calore che le colpì in pieno il volto, se ne rese conto da sola tanto che cercò di dissimulare la cosa voltandosi a prendere un pezzo di crostata alla cioccolata.
Ma niente sfugge a Ginny Weasley, soprattutto se si tratta della sua migliore amica.
- E mi spieghi allora perché improvvisamente sei diventata tutta rossa? Sei peggio di una Gelatina al gusto pomodoro!
- Niente Ginny, davvero.
- Si certo e io sono una Malfoy.
- Non nominarmi quel nome, ti prego.
disse la riccia, in preda ad un attacco d’ira che le fece sbriciolare il pezzo di crostata appena preso in mano.
Ginny sgranò gli occhi sorpresa.
- Ok, ma tu spiegami che cavolo succede. Da quando in qua il nome Malfoy ti fa irritare così tanto?
Hermione si arrese, sbuffando per la sconfitta, mentre era intenta a raccogliere le briciole intorno a lei sul tavolo.
- D’accordo, basta che la smetti di assillarmi. Ma te l’ho detto, non è niente di che.. insomma, ieri sera stavo facendo una doccia e quando sono uscita ho sbagliato porta, sono andata a finire nella stanza di Malfoy, ma..
Un urlo acuto si diffuse per tutta la Sala Grande.
- Che cosa?! Tu dopo la doccia nella stanza di Malfoy? E me lo chiami pure niente!
- Zitta, ma che ti urli Ginny! Piantala!
le disse Hermione, cercando di tapparle la bocca con la mano e guardandosi intorno preoccupata.
Fortunatamente però nessuno sembrava aver sentito nulla.
- Scusa Herm, è che sono rimasta.. ehm.. parecchio sorpresa. E non solo da questo, da tutto quanto intendo.
- Anche io Ginny, anche io. Ancora non ci capisco niente.
- Silente ha detto quanto dovrai rimanerci?
- Fino alla fine del Ballo.
- Fino alla fine? Ma è tantissimo!
- Sette mesi per la precisione.
disse sconfortata alla rossa di casa Weasley.
- Ucciderò Silente per questo, giuro! Come farò io senza di te in stanza per sette mesi?
le disse l’amica abbracciandola forte.
Hermione quasi si commosse.
- Ma Ginny, ti pare, potrai venire a trovarmi quando vorrai. Solo, non spargere troppo in giro la voce, non credo si debba sapere dove alloggiamo io e Draco. E non so nemmeno che scusa abbia messo Silente per giustificare la nostra assenza dai dormitori.
- Puoi contare su di me Herm, nemmeno sotto Cruciatus rivelerò dove siete sistemati.
- Perfetto.
disse a quel punto sorridendo.
- Stanno arrivando Harry e Ron. Ragazzi qui, da questa parte!
disse loro Ginny, agitando la mano destra in aria.
- Però ti giuro, se ci ripenso mi prende un nervoso. E’ impossibile vivere con un Malfoy, non ce la posso proprio fare.
- Tu ora calmati, vedrai che col tempo si sistemerà tutto quanto. Dovete solo, come dire, farci l’abitudine. Siete passati da un giorno all’altro dall’odiarvi al convivere, ti pare poco?
- Si ma.. davvero, non so chi me la da tutta questa pazienza. Un Imperius, ecco cosa ci vorrebbe. Riuscirei almeno a farlo stare zitto a comando.
- Ehi Herm, eccoti! Harry, è qui!
disse poi il rosso in direzione del Bambino Sopravvissuto che, riconosciuta da lontano la sua amica si fiondò accanto a lei a tavola.
- Herm ma che fine hai fatto ieri sera? Ti abbiamo cercata tanto, anche Ginny. Eravamo preoccupati.
- Lo so, me l’ha detto. Mi dispiace ragazzi. Vi spiegherò tutto più tardi, ok?
disse loro sorridente, cercando di camuffare anche se malamente, il suo nervosismo.
- Che hai Herm, sei strana. Tutto apposto?
- Sisi Ron, tutto apposto.
gli rispose, intenta a stritolare un piccolo cucchiaino in acciaio.
Fosse stata solo poco più forte per tutta la rabbia che aveva dentro sicuramente l’avrebbe spezzato in due.
Il rosso le sorrise anche se poco convinto della risposta a causa del suo strano atteggiamento, ma decise di lasciar perdere e prese anche lui come la sorella un croissant.
- Ah che bello, non c’è cosa più rilassante di un bagno caldo la mattina appena svegli, non trovate?
disse, ripensando a quello che aveva appena fatto al dormitorio.
Ma un urlo rabbioso gli fece temere che la sua amica non fosse poi così d’accordo con lui.
- Awhh! Basta bagni!
E detto questo prese furiosa ad ingozzarsi di altra crostata al cioccolato.
- Ma che le prende? Che ho detto?
sussurrò spaventato il giovane alla sorella.
- Lascia stare Ron.
gli disse Ginny, scuotendo la testa rassegnata.
- Ma..
- Lascia stare.

Mi duole il cuore a dirlo, ma è proprio così.
Domani ricomincia scuola ragazze.. mi prende l'angoscia solo a pensarci ç______ç
Inoltre in questi giorni avrò un bel pò da studiare, ho un sacco di compiti in classe e interrogazioni, che purtroppo mi leveranno tempo per scrivere.
Per questo motivo ho deciso di sbrigarmi a finire questo capitolo per poterlo pubblicare direttamente oggi apposta per voi.
Anche se fatto un pò di corsa, spero sia comunque venuto bene!
Fatemelo sapere voi con tanti tanti tanti bei commenti, che quelli non sono mai troppi eheheh :)
Inoltre un grazie soprattutto a tutte quelle che seguono e commentano la mia storia, siete gentilissime!

LeLia_CuLLen_95
Grazie mille, sono contenta ti piaccia il modo in cui scrivo.
La prima cosa per me è arrivare al cuore di chi legge, spero proprio di riuscirci.
Bacioni :)

anna96
Grazie mille sei troppo gentile, spero continuerai a seguire la storia anche in futuro!
Baci baci!

seven
Ti ringrazio di tanta fiducia, sono contenta ti abbia colpito così tanto la storia!
Essì, mi faceva piacere ricordare il Calice di Fuoco che alla fine era si presente al Ballo del Ceppo, ma non gli è stata data la giusta importanza secondo me.
Allora ho pensato: perchè non dare vita ad un altro ballo in cui sia proprio lui invece a scegliere il re e la reginetta?
Contenta che l'idea ti sia piaciuta :)
Grazie ancora!

Red_93
Grazie sopratutto a te, sei stata gentilissima ad avvisarmi, non sospettavo proprio una cosa del genere!
Ti posso assicurare però che la storia che leggi è tutta farina del mio sacco XD
Mi piace tanto scrivere, non vedo perchè copiare dagli altri, ognuno ha le sue idee alla fine.
E alla tua domanda se continuerò a scriverla.. ti rispondo proprio con questo capitolo che spero ti piacerà!
Un bacione grande!

Seferdi
Grazie del commento, mi ha fatto davvero piacere sapere che la mia scrittura piaccia, non sei la prima a dirmelo e questo mi rende molto orgogliosa.
Spero proprio di riuscire a portare avanti una storia del genere, deludervi è l'ultima cosa che vorrei!
Mi ci impegno molto e la storia prende anche tanto del mio tempo.. sto dando davvero il massimo insomma :)
Grazie mille ancora, sei stata carinissima!
A presto!

Troue_xxx
Hai proprio ragione, mai giudicare un libro dalla copertina!
E poi ci sono talmente tante fanfiction che, proprio come diceva Seferdi, è praticamente impossibile trovare due che non si assomiglino in nulla.
Grazie comunque di tutti i complimenti, sono felicissima che la mia storia ti stia piacendo, continua a seguirmi!
Bacioni!

A questo punto non mi rimane che salutarvi e mandare un bacione a tutte quante!
A presto!

Donny.
  
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