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Autore: 8WeirdSisters8    07/04/2010    6 recensioni
Prima fanfic sulla next generation, argomento sul quale non sono molto ferrata, essendo decisamente nostalgica della cara, vecchia generazione di eroi. Dipinge Scorpius nell'eventuale momento in cui si troverà ad affrontare una scelta del tutto particolare.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La Scelta






Scorpius, più biondo e svogliato che mai, se ne stava stravaccato su di una delle eleganti poltrone in velluto nero che contribuivano a rendere l'arredamento del salotto tanto ricercatamente oscuro quanto era stimatamente adeguato all'abitazione d'un Malfoy.

Posto di traverso, aveva una gamba che, addossata ad un bracciolo, ciondolava giù di lato in un'oscillazione costante, e un braccio piegato contro lo schienale, le dita che scomparivano fra i propri capelli.
Quel magro, appuntito quattordicenne era, suo malgrado, la personificazione stessa della noia, della pigrizia e della sfaccendata negligenza, tutte caratteristiche che di solito esibiva con un certo orgoglio.
Ma non è detto, in effetti, che acciottolato in quella comoda posa, il nostro novizio del Male non stesse riflettendo.
Di cosa,  come trovar un incantesimo da scagliare contro i pivelli del primo anno senza finire in punizione o di quanto avrebbe voluto spulciar fra la paccottiglia che il Professor Paciock custodiva alle serre e mettergli tutto a soqquadro, non ci è dato saperlo.
Finora.

Benedetta fu allora l'apparizione della signora Malfoy, sua madre, che in un danzante svolazzar di tulle nero, gli si pose innanzi e, dopo avregli lanciato una losca occhiata di biasimo per la sua inerzia, così si rivolse al figlio:

"Avanti, Scorpius, dà un consiglio a tua madre. Sono disperata: ho già dovuto licenziare tre esperti in cerimonie e festeggiamenti, uno più inetto dell'altro. Se mi son fermata dallo scagliargli contro, quelle tre o quattrocento volte che ne ho sentito l'impulso, un Cruciatus è perchè quel dannato...".
Ma a quel punto Scorpius aveva smesso di ascoltarla, lasciando che il monologo sulla "decaduta era dell'oro per la Magia Oscura" fosse sciorinato per l'ennesima volta in sua presenza.
Si sintonizzò nuovamente su quel che Astoria stava spiattellando imbufalita all'incirca a questo punto:

"Ed io voglio, voglio festeggiarglielo questo compleanno. Lo so che tuo padre non è d'accordo, che dice che non gli servono feste alla sua età, men che meno feste in grande stile e con esuberanti fiori ad adornar la casa,  ma lo dice solo perchè è così vanitoso da non voler accettare il passar del tempo per quel minuscolo, quasi invisibile principio di calvizie, che peraltro lo rende ancora più -".
Grazie al cielo aveva distolto l'attenzione in tempo, prima che sentisse da sua madre quanto ancora attraente fosse suo padre.
Odiava quel genere di allusioni fra i suoi genitori. Erano stomachevoli.

Sua madre venne al punto, tirando fuori dalla veste due fotografie, all'interno delle quali per magia si agitavano al vento due piante diverse.
"... così ho eliminato le ipotesi più sfarzose, quindi quelle più appariscenti, quelle più solenni. Via. Via tutti i fiori e le piante più sontuosi e spettacolari, Tranello del Diavolo compreso".
Sembrava stizzita la signora Malfoy. Evidentemente aveva dovuto scartare le alternative per lei più godibili, per volere del tronfio marito, beccato in flagranza di crisi di mezza età.
"E quindi non son rimaste che queste... queste insulse e plebee possibilità".
Fu un sospiro a porre fine al suo concitato discorso. Porse al figlio le foto.
"Scegli". Lapidaria e rassegnata.

Scorpius gli diede un'occhiata. Le due immagini recavano entrambe un'etichetta, sicchè sotto la prima era scritto, nell'ortografia curata e floreale dei libri sulle piante, FRESIE. Sotto la seconda invece stava la parola ROSE.
Un sorriso spontaneo gli fiorì sul volto pallido, mentre l'indice passava sulla seconda delle etichette.
Dei capelli rossi, ricci, che volteggiano in aria, mentre lei piroetta...
Scosse il capo, d'un tratto allarmato, d'un tratto teso, d'un tratto diverso.

"Rosss... se", gli ci volle qualche istante per completare la parola, e anche così la sua voce risuonava strozzata. Se la schiarì, tese nuovamente le fotografie alla madre e ripetè: "Rose. Le, voglio dire. Le rose. Vanno bene. Cioè... è perfetta-", un istante di panico, "come scelta, intendo. Di fiori. Come scelta di fiori...".
Per sua fortuna sua madre, soddisfatta d'aver finalmente raggiunto il risultato di quel sondaggio, per quanto poco condiviso quel risultato fosse, s'era già congedata per dar ordine ai numerosi elfi domestici che erano alle loro dipendenze di acquistare mazzi e mazzi di rose.

Lontano da quel trambusto domestico, Scorpius rimase seduto lì, sulla poltrona. Ma in posa diversa, più tesa, più disciplinata, le spalle dritte, il mento sollevato, le braccia lungo i fianchi.
Un accennato sorriso sul volto.
Eh sì, tante cose avrebbero dovuto cambiare. Tantissime, in effetti. In lui c'era tutto da rifare.
Ma c'è speranza per tutti.
Aveva raddrizzato la schiena, bastava farlo con la testa adesso.



 

   
 
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