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Autore: milly92    07/04/2010    6 recensioni
Seguito di "Dillo Alla Luna". Luna e Marco, finalmente insieme. Nonostante siano insieme da poco, sembrano cresciuti moltissimo e tantissime responsabilità si accavallano addosso a loro: una casa da gestire da sola con sua sorella per Luna, l’ultimo anno di università per Marco, che lo condurrà alla fatidica laurea in architettura. Eppure, come tutti i rapporti, il loro dovrà consolidarsi e superare varie prove, rappresentate soprattutto da Tommaso, affittuario di una stanza in casa di Luna. “Vedi, Tommaso, il fatto è che a pelle non mi hai dato una buona impressione, ed io sono fatta un po’ così, pensa che fino a quasi un anno fa avevo un brutto rapporto con Stella e con Marco stesso… Poi il fatto di averti trovato alla mia porta quando aspettavo Marco…”. “Ma c’è sempre Marco in mezzo? Cioè, voglio capire che state insieme, ma a me sembra quasi che non respiri se non te lo dice lui..!” m’interruppe Tommaso, con un’accentuata vena critica nella voce che non mi piacque affatto. “Ma come ti permetti? Tu non mi conosci…”. “E non ti conoscerò mai se continui a lanciarmi frecciatine in presenza sua e a parlare sempre e solo di lui!” ribattè. Lo guardai furente, alzandomi dal letto. “E dove sta scritto che devi conoscermi per forza? Te lo ha prescritto il medico?”. Tommaso si alzò a sua volta, guardandomi con disprezzo. “E pensare che quando ti vedevo all’Università mi ispiravi simpatia e dolcezza. Sei solo una vipera insicura che non vive senza il suo cagnolino da guardia” disse.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Odi, Sed Amo'
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Imbarazzo, adrenalina, felicità, curiosità: queste erano le emozioni che stavo vivendo mentre sentivo le mani di Marco accarezzarmi con estrema dolcezza dovunque.

Non smetteva di avere un contatto diretto con il mio sguardo, che onestamente non sapevo cosa rispecchiasse: ce l’aveva uno sguardo adatto quel turbine di emozioni intense che stavo vivendo?

Quando lo sentii arrivare al gancetto del reggiseno nero che indossavo, sorrisi. “Ora tocca a te slacciarlo” sussurrai, inarcando la schiena per consentirgli al meglio l’operazione.

Accennò un mezzo sorriso, probabilmente ricordando la scena dello spogliatoio, e annuì, continuando ad accarezzarmi delicatamente la schiena durante tutto il percorso in un modo che mi faceva venire la pelle d’oca. Non so perché ma all’improvviso iniziai a tremare, sempre più frequentemente, e Marco si bloccò nell’atto di slacciare il gancetto.

“Amore, cosa c’è? Ho fatto qualcosa di sb….?”.

“No, assolutamente no, continua” dissi,cercando di rassicurarlo. Non sapevo perché mi stessi comportando così, cosa mi stesse succedendo. “Devo essere solo un po’ di ansia, è… Normale, credo” continuai, cercando di calmarmi.

“Credo di si… Rilassati, tranquilla” mormorò, baciandomi la spalla con una dolcezza tale che riuscì nel suo intento.

Chiusi gli occhi e sorrisi sentendo il calore del suo corpo sul mio. Quando li riaprii lo vidi più rilassato a sua volta e un piccolo click mi fece capire che aveva sganciato il reggiseno. Mano a mano lo feci scivolare via, e mi sentii meglio quando lo vidi scrutarmi il seno con un qualcosa che era un misto tra devozione e desiderio, con gli occhi che per la luce soffusa delle candele risultavano ancora più scintillanti.

Si calò su di me e iniziò a baciarmi di nuovo, questa volta scendendo più giù. Mi regalava emozioni fortissime, sentivo la voglia di essere sua farsi sempre più viva dentro di me, ma volevo fare qualcosa anche io, non volevo risultare passiva. Ragion per cui, prendendo mentalmente un bel respiro, quando si staccò da me avvicinai le mani all’elastico dei suo pantaloncini e con la massima delicatezza mista a pura vergogna- che a volte sembrava essere scomparsa e a volte tornava più forte di prima- glieli abbassai, rivelando un paio di boxer scuri.

“Sei bravissima” mi sussurrò all’orecchio, “Sei nata per farmi impazzire, lo sai?”.

“Lo spero” biascicai, chiedendomi se non lo stesse dicendo solo per farmi sentire più sicura. “E’ solo che mi sento impacciata e…”.

“Shhh! Ti fidi di me?”.

“Certo che si, altrimenti non sarei qui” risposi decisa, annuendo con il capo e stringendolo più forte a me.

“E allora sai che non devi sentirti impacciata e che qualsiasi cosa farai non devi sentirti in soggezione, io sono qui, pendo dalle tue labbra, voglio solo renderti felice e se credi che io non abbia un po’ di paura, beh, non è così. Mi hai scelto, sono la prima persona con cui ti appresti a fare l’amore e questa è una cosa che mi rende più felice di ogni altra cosa ma voglio fare di tutto per renderla speciale” dichiarò, questa volta sia serio che dolce.

“Oh…” sussurrai, poi, da quel momento, niente più fu come prima. La passione che di solito c’era tra noi ritornò più impetuosa di sempre, ci catturò e ci avvolse nella sua morsa dieci volte più forte del solito. Le sue parole mi avevo rinvigorita, rassicurata, e sentivo qualcosa di caldo nel cuore, qualcosa che mi faceva sentire più sicura di me e meno inibita, capace di godermi il momento nel migliore dei modi, senza pensare, senza domandarmi se fosse giusto o sbagliato qualsiasi mio movimento, parola o carezza. Marco mi amava per quello che ero e questo era l’importante.

Lo sentivo eccitarsi sempre di più, proprio come io mi sentivo sempre più in preda ad un calore che si irradiava in tutto il mio corpo e non faceva altro che farmi desiderare di stare sempre più a contatto con l’uomo che amavo.

Sussurri, gemiti, mi sembrava tutto un insieme di cose che sembravano dirette da un direttore d’orchestra, avevano un loro ritmo, e tutto culminò nel momento in cui entrambi ci ritrovammo completamente nudi l’uno di fronte all’altra.

“Wow” commentò lui, nel momento in cui i miei slip caddero sul pavimento, al fianco dei suoi boxer.

Sorrisi, piegando la testa di lato, pur sentendo la testa intontita da quella serie di emozioni, che quasi mi sembrava impossibile potersi sentire in quel modo visto che era la prima volta che mi capitava.

“Marco…” lo chiamai flebilmente.

“Si?”.

“Volevo ripeterti che ti amo”.

“Anche io, Lulù, anche io”.

Quello fu il momento decisivo, quello in cui, dopo un bacio, una carezza e un attimo di esitazione lo sentii per la prima volta dentro di me, quello in cui cessai di essere una diciannovenne priva di esperienza per diventare una donna a tutti gli effetti che da quel momento era diventata un tutt’uno con l’uomo che amava a che era certa che avrebbe amato per sempre. Nonostante tutto provai molto dolore, ma cercai di non farlo trapelare troppo al mio lui, stretta contro il suo petto e con il capo nell’incavo della sua spalla per impedirgli di vedere la mia espressione mentre cercava di muoversi con più cautela possibile per farmi meno male. Passavano i minuti e la morsa con cui lo stringevo a me era sempre più ferrea, per fargli capire che ero felice di essere lì con lui, di star condividendo insieme quella prima esperienza che mi stava lasciando letteralmente senza fiato.

Era tutto normale, mi ripetevo per distrarmi, era la prima volta, doveva essere così, alla fine la vera prova stava proprio in quello, ma quando Marco si accasciò al mio lato, dopo avermi sussurrato decine di parole dolci per aiutarmi a distrarmi e a non sentire molto il dolore, gli sorrisi e fui felice di vedere che sembrava radioso. Era ancora più bello così, con i capelli disordinati e l’aria quasi beata.

“Fa ancora male?” chiese premurosamente, accarezzandomi il viso per poi stringermi a sé.

“No, no, tranquillo, alla fine era molto di meno il dolore” risposi, ricambiando la stretta e baciandolo. “Ma ora aspetto con ansia la seconda volta” aggiunsi ridendo.

“Oh, stai tranquilla che non mancherà” rise, prima di ribaciarmi. “Sei ancora più bella, sai?”.

“Ammetto che anche io mi sento diversa” mormorai,chiedendo gli occhi. “Ora sono a tutti gli effetti la tua Luna,  e tu sei solo mio, eh” ribattei, cercando di ironizzare.

“No, tu sei la mia Lulù, è diverso” soffiò contro il mio orecchio, e percorrendo con la mano destra il profilo del mio corpo ancora nudo. “E’ stato bellissimo, non avevo mai provato sensazioni così intense, ma mi è dispiaciuto che invece per te è stato più…”.

“Zitto, è stato bellissimo anche per me, l’importante era che ci fossi tu con me” lo zittii, tappandogli la bocca.

Waking up I see that everything is ok
The first time in my life and now it's so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling

This innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don't go away, I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by

“Mmm, preferisco che me la tappi con un bacio!” disse dolcemente, prima di ristringermi a sé. Era ufficiale, mi sentivo la donna più felice del mondo.

 

Dormivo da chissà quanto quando fui svegliata dalla vibrazione insistente del mio cellulare. Con un occhio ancora chiuso, constatando che la corrente era tornata visto che la luce del corridoio era accesa, allungai la mano sul comodino per vedere chi fosse, quando scoprì che si trattava di un sms.

Ti aspetto al laghetto qui fuori.

Il mittente, cosa assurda, era Marco. Mi voltai, e sobbalzai nel non trovarlo al mio fianco. Ma che ore erano? Ma, soprattutto, tutto quello che ricordavo di aver vissuto era successo o era solo frutto di un bellissimo sogno che avevo fatto? Il solo pensiero mi fece rabbrividire; vidi che erano le due di notte e, alzandomi, feci una faccia stranita vedendo una macchia rossa al centro del letto, prova tangibile del fatto che ciò che era successo non era frutto della mia immaginazione.

Sorrisi, togliendo le lenzuola e mettendole in lavatrice, prima di ricordare la strana richiesta di Marco. Perché mai dovevo andare al lago a quell’ora di notte? Forse un’idea ce l’avevo, ma volevo cercare di risultare il meno spigliata possibile dopo aver scoperto ciò che per tanti anni mi ero persa… Sorrisi maliziosamente, e venni colta da un’idea.

Rapidamente, presi il completo intimo che Victoria mi aveva regalato e lo indossai, per poi mettermi una vestina a mezze maniche blu dopo aver fatto una doccia rapida.

Continuavo a sentirmi strana, leggera come una piuma, fin troppo gioiosa rispetto al solito…

Uscii di casa, rapidamente, e dopo pochi passi mi ritrovai di fronte Marco che mi stava aspettando seduto su un telo enorme con un cestino al suo fianco.

“Amore, ma cosa…?”.

“Spuntino delle due!” ridacchiò, alzandosi e venendomi incontro. Mi prese le mani tra le sue e mi condusse verso quella parte di terreno, facendomi sedere di fronte a lui per poi baciarmi. La luna piena si rifletteva nel lago, facendo scintillare magicamente tutta la superficie.

Marco mi sembrava quasi divino a causa di tutto quel pallore che rendeva la sua pelle diafana, e gli occhi sembravano fatti quasi di cristallo. Dio, mi ci sarei persa in quel mare infinito!

“Spuntino?” domandai, vedendo che nel cestino c’era tutto quello che di certo non faceva parte di ciò che in italiano si usava definire spuntino: tramezzini, panini, frutta…

“Avevo fame e non volevo ingozzarmi da solo, tutto qui. Anche tu avrai perso un bel po’ di calorie, qualche ora fa” aggiunse malizioso, squadrandomi e facendomi un cenno, prima di addentare un tramezzino.

“Ma che gentile che sei, ma ti consiglio di rinforzarti per bene allora, perché, visto che mi hai svegliata, ho intenzione di utilizzare al meglio questa notte” risposi, prima di prendere una ciliegia e addentarla. Cavoli, ma cosa mi stava succedendo? Sembravo sul serio mia sorella, da quel poco che mi aveva raccontato della sua vita amorosa; mi sentivo davvero più sicura di me e capace di fare battute per cui poche ore prima sarei arrossita come una furia.

Marco sembrava sul serio pendere dalle mie labbra mentre compivo quel gesto. Mangiammo, e quando ripresi a mangiare le ciliegie lo vidi sorridere.

“Ho creato un mostro” dichiarò, alzando gli occhi al cielo.

“Un mostro che ti piace, però” ribattei, porgendogli a mia volta un’altra ciliegia che addentò nel più sensuale dei modi, prima di trattenermi a sé e farmi perdere in un indimenticabile bacio al gusto di ciliegia. Lo sentii spostare il cestino ormai vuoto dall’altra parte, mentre rispondeva “Certo”, e, comprendendo tutto, mi stesi su di lui, su quel telo che sembrava fin troppo grande per i nostri corpi ammassati l’uno sull’altro.

Ci scambiammo qualche frase disconnessa, persi entrambi nel profumo e nella voglia di risentire l’altro in tutto e per tutto, e poi per quella volta fui io a prendere l’iniziativa, a slacciargli la camicia, i pantaloni, cercando di essere un po’ più attiva rispetto la prima volta.

Dopo un po’ fu lui a ribaltarsi su di me, e quando la mia vestina raggiunse i suoi abiti, trattenne il fiato, vedendo il completo intimo che indossavo.

“Sapevi già tutto, eh? Sapevi che sarebbe successo di nuovo…” mi sfidò.

“No, ma sai, per precauzione…” risposi, questa volta arrossendo sul serio.

“Sei fenomenale…” commentò, fiondandosi sul mio collo.

“Me l’ha regalato Vic” ammisi, prima di sentire il suo risolino che però scomparve prima di togliermi il completo con cura.

“Non hai bisogno di questi stratagemmi per essere ancora più apprezzata da me, sappilo” soffiò sensualmente contro il mio orecchio.

“Lo terrò presente…” biascicai, ormai decisamente persa nel nostro mondo, dove tutto parlava solo di noi e delle nostre sensazioni a  trecentosessanta gradi.

Di nuovo, ma non nello stesso modo della volta precedente, anzi, in modo più audace e sicuro, tutto ridivenne un insieme di movimenti fusi, sussurri, fiati sospesi, e sul serio mi sentì decisamente appagata visto che il dolore era quasi decisamente scomparso. Tutti attorno a me era rappresentato da Marco, in quei momenti poteva succedere di tutto attorno a noi ma io non vi avrei badato. Perché avrei dovuto? Lo sapevo, il mio mondo, il centro della mia vita, ormai, e per fortuna, era rappresentato da quello splendido ragazzo…

 

Passò qualche giorno, ed io e Marco riuscimmo a visitare il paesino che circondava la nostra casa solo verso il quarto giorno di permanenza visto che durante il terzo non eravamo riusciti a fare qualcosa che non c’entrasse con il mangiare, vedere la tv, lavarci e fare l’amore. Inutile negarlo, entrambi eravamo così presi dall’altro che ci domandavamo come avremmo fatto a non condividere più il tetto, e il letto, una volta ritornati a Maddaloni.

Il quinto giorno, mentre eravamo a pranzo in una trattoria e  stavamo mangiando il gelato, il mio cellulare iniziò a squillare e dopo più di trentasei ore risentii la voce squillante della mia gemella.

“Luna!” esordì entusiasta.

“Ehi, Stella, come stai?” domandai.

“Bene, più che altro quella che deve raccontarmi un po’ di cose sei tu” disse con un inconfondibile nota di ilarità e sarcasmo.

“Io?” chiesi, con Marco che mi guardava curioso.

“Ovvio, non dirmi che tu e Marco vi state guardando negli occhi da cinque giorni…”.

“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere” ribattei, ma non riuscì a non ridere e il mio ragazzo capì tutto. “Comunque, a cosa devo la tua chiamata?” cercai di cambiare argomento.

“Non cambiare argomento!”. Ecco, misero fallimento. “Ti lascio in pace solo perché voglio un tete a tete con i fiocchi, sappilo. Comunque, sai che è arrivata Vic?”.

“Si?”.

“Si, ti saluta tanto, è appena andata a vedere come procedono i lavori per la boutique di mamma ed oggi le ho fatto vedere l’Università, sai, sono andata ad affiggere l’annuncio, spero in qualche risposta al più presto, ma aspettati qualche chiamata visto che ho dato anche il tuo numero di cellulare” mi informò.

Sbuffai, accasciandomi contro lo schienale della sedia. “Stella!” la ripresi. “Insomma, sono in vacanza, non mi va di fare da centralinista con chi vorrà sapere delle informazioni!”.

Marco comprese ciò che era successo, perché fece uno sguardo seccato e un gesto associato verso mia sorella.

“Non fare la tragica, di sicuro non chiameranno subito…” ribattè.

“Con la fortuna che ho mi assedieranno!”.

“Sempre tragica, eh? Comunque, chiama zia Kitty ogni tanto, vuole fare due chiacchiere con te, dice che si annoia a morte visto che Michele non le fa muovere un dito da quando ha scoperto di essere incinta”.

“Ok, ma ti informo che tra due giorni sarò lì, non c’è bisogno di farmi sentire da tutta la famiglia per dire che sto bene come se fossi partita per la guerra…”.

Marco annuì, alzando il pollice, mentre mia sorella rise.

“E’ questo il punto, sappiamo che stai troppo bene e dobbiamo infastidirti!” dichiarò. Me la immaginavo, magari seduta sul divano, con la tv che mandava in onda MTV senza volume e lei che mentre pronunciava quelle parole esibiva la più sfacciata  maliziosa delle espressioni.

“Ahah, se volessi infastidire te quando stai con Mario dovrei passare la vita al telefono” la rimbeccai. “Ora ti saluto che mi si sta sciogliendo il gelato nella coppa” tagliai corto, e dopo un breve saluto staccai la chiamata.

“A volte mi domando se ci abbiano messo una microspia da qualche parte per controllarci” disse Marco un po’ scocciato, comprendendo la mia espressione seccata viste tutte le frecciatine e battutine che mi ero dovuta sorbire, che alla lunga iniziavano ad infastidire.

Ci meditai un po’ su, poi, ripensando agli ultimi fantastici giorni, scossi il capo. “No, altrimenti mio padre sarebbe corso fin qui per spezzarmi le gambe e ucciderti visto quello che abbiamo fatto…” dissi con nonchalance, strappandogli un sorriso.

Prese le mie mani tra le sue, dopo che ebbi finito il gelato. “Che ne dici di un ultimo giretto prima di tornare a casa?”.

“Si, ci vuole per digerire, mi sento strapiena” convenni, annuendo, e così, dopo aver pagato il conto, ci ritrovammo di nuovo per le piazzetta del paesino.

Comprai delle cartoline da inviare a mamma e papà, ai nonni, Miriam e zia Kitty e Michele, poi ci scattammo alcune foto, fermando anche delle persone per farcene fare alcune decenti.

“E’ proprio vero che non importa dove sei ma con chi sei” commentai quando ci ritrovammo nel pullman che ci avrebbe ricondotto a casa, appoggiandomi sulla sua spalla.

Passò un braccio attorno ai miei fianchi e annuì, baciandomi una tempia. “Si, hai proprio ragione amore”.

 

 

Quella sera chiamai la zia, che mi trattenne molto per raccontarmi il modo in cui si stava comportando Michele da quando sapeva che sarebbe diventato padre, lamentandosi ma riconoscendo che era davvero dolce, e si decise a lasciarmi solo quando le dissi che dovevo andare a preparare la cena, cosa assolutamente falsa perché il mio adorato Marco aveva già pensato a tutto, adornando la tavola con candele e fiori, oltre che con spaghetti al ragù e frittelle.

“Se un domani ci sposeremo promettimi che continuerai a comportarti in modo così servizievole” ironizzai.

“Certo, anzi, ti dirò, perché non veniamo a vivere qui in estate? I nostri eventuali figli i divertirebbero a giocare in giardino…” propose, con un tono scherzoso che però celava qualcosa di serio.

Ci riflettei un po’ su. “No, ripensandoci no, ho paura che qualcuno di loro potrebbe finire nel lago in un momento di distrazione” ragionai.

“Oppure da adolescenti potrebbero portarci qui le rispettive ragazze  e ragazzi e fare uno spuntino delle due in riva al lago come i loro genitori…” aggiunse sghignazzando.

“E immagino che tu saresti geloso peggio di mio padre” lo provocai.

“Mmm, solo con le figlie femmine”.

“Ma ti rendi conto che sembriamo due vecchi con questi discorsi?” lo interruppi all’improvviso. Posai la forchetta e mi avvicinai a lui. “Di solito cerco di evitare questi discorsi, siamo così giovani e non sappiamo cosa succederà, ma ormai mi viene naturale pensarti al mio fianco finchè non avremo entrambi i capelli bianchi” ammisi, prendendo il suo viso tra le mie mani.

Sarei rimasta così per ore, era ancora più affascinate con quell’espressione un po’ pensierosa e gli occhi lievemente socchiusi.

“Per me è scontato pensarlo, credimi, non riuscirei ad immaginarmi qualcun altro al mio fianco” rispose, accarezzandomi i capelli.

Piegai la testa di lato, e stavo tornando a mangiare quando il mio telefono squillò per l’ennesima volta nell’arco di quella giornata.

Sbuffando, constatai che il numero chiamante fosse sconosciuto.

“Pronto?” risposi, cercando di non risultare seccata.

“Buonasera, parlo con Luna Solari?” domandò una voce cordiale maschile.

Feci due più due e compresi che fosse qualcuno per l’affitto della stanza. Maledetta Stella, maledetta, non poteva mettere che era vietato chiamare dopo le 21.00?

“Si, sono io, con chi parlo?” domandai meccanicamente.

“Sono Tommaso Di Maio, chiamo per informazioni sull’affitto di una stanza a casa sua, ho già chiamato sul numero di sua sorella ma è staccato” rispose.

“Ah si?”. Inveii mentalmente contro quell’idiota patentata che prima metteva le cose in mezzo e poi si concedeva il lusso di scaricare le cose addosso a me. “Bene, cosa vuole sapere?”.

“Beh, se nell’affitto è inclusa solo la colazione o anche la cena, perché di solito pranzo in università e…”.

“In realtà non le so dire perché questa cosa  l’ha messa in mezzo mia sorella ed io sono in vacanza, ma non credo che le negheremmo la cena” risposi subito, sottolineando che ero in vacanza e che quindi cercavo di fargli comprendere che non volevo essere disturbata ulteriormente.

“Capisco. Ma perché ci diamo del lei? Credo che siamo più o meno coetanei, in realtà ti conosco di vista”. Il tipo aveva perso il tono educato e sembrava voler fare il simpatico.

“Scusa ma il tuo nome mi è nuovo” ammisi. “Comunque, se vuoi più informazioni ti consiglio di riprovare con mia sorella più tardi o domani” aggiunsi.

“Va bene, comunque, per informazione, ero seduto alla tua destra all’ultimo esame scritto di inglese e mi hai suggerito una domanda” insisté.

Cercai di fare mente locale, ma avevo solo un vago ricordo. “Scusami ma non ricordo, ma, cos’è, uno stratagemma per convincermi a darti subito la stanza?”.

“Oh, no, no, era così per dire. Allora scusa il disturbo, proverò con tua sorella, ok? Buon proseguimento di vacanza” disse.

“Grazie, ciao” e subito staccai. “Amore, ho un’idea, non torniamo a casa mai più!” dissi con enfasi, guardando con apprensione i mie spaghetti ormai freddi.

Marco rise e annuì. “Hai tutto il mio appoggio. Chi era a telefono?”.

Glielo spiegai e lo vidi un po’ stranito per il fatto che questo Tommaso già mi conoscesse. Non sapevo, in realtà, che quest’ultimo sarebbe stato l’oggetto di gelosie e piccole discussioni, nei mesi a seguire…

 

*°*°*°*°*

Rieccomi qui, più in anticipo, non trovate? ^^

Sarà che la versione hot di Marco mi ha ispirato, non so, ma ci ho impiegato due giorni per scriverlo.

E così i due piccioncini si sono dati una bella mossa,e  posso dire che ora entriamo sul serio nel vivo della storia. Non a caso è spuntato questo Tommaso, e dal prossimo vedremo se riuscirà ad avere la stanza.

Vi piace la "copertina" della storia? Per ogni capitolo inserirò un immagine particolare che esprime ciò che capiterà nel capitolo.

Comunque, come sempre ringrazio di cuore tutti coloro che continuano a leggere e aggiungere la storia nelle varie categorie, ma soprattutto grazie anche a Lola SteP che per la seconda ha proposto “Dillo Alla Luna” tra le storie scelte, tramite recensione. Grazie tesoro! ^^ Sono sempre più lusingata dal tuo affetto!

Ora, passando alle risposte alle vostre recensioni:

XXX_Ice_Princess_XXX: Spero che tu abbia passato una bella, e soprattutto dolce, anche grazie alla cioccolata xD, Pasqua, cara! Spero che questo capitolo abbia colmato la tua curiosità, alla fine era d’obbligo terminare il cap proprio in quel momento, ma spero di essermi fatta perdonare! Un bacione e grazie mille!

Alina 95: Ciao tesoro! Innanzitutto devo ancora ringraziarti per il tuo aiuto, ho trovato anche un altro attore da prendere in considerazione, poi appena ti trovo connessa su Facebook te lo faccio vedere, ok? Comunque al contrario delle aspettative ho aggiornato prima del solito, e spero ti sia piaciuto questo capitolo! Un bacione e ancora grazie per la tua disponibilità e dolcezza ^^

Red 76: Ma grazie, cara! Io continuo ad attendere il continuo della tua storia, e specialmente nuovi sviluppi tra i due protagonisti, eheh! Mi raccomando aggiorna presto ;-) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto =) Un bacione! ^^

MalyCullen: Ciao! Sono onorata dalle tue parole, davvero, e sono felicissima che le mie storie ti siano piaciute così tanto! Comprendo ciò che vuoi dire quando dici che ti piace leggere storie già finite, e per il momento ce la sto mettendo tutta per aggiornare il più spesso possibile ma purtroppo per leggere il 5 mi sa che ci vorrà un po’ perché mi aspettano delle settimane tremende a scuola, ma se ti va di aggiungermi su Facebook lì metto sempre spoiler e notizie sugli aggiornamenti ^^ E poi che bello sapere che sei Campana anche tu, ne siamo tantissime qui su Efp, ihih! E certo che farebbe piacere anche a me incontrarti, se fosse per me farei un meeting con tutte le Efp-dipendenti, e poi la settimana scorsa ho incontrato una mia cara amica che ho conosciuto qui su Efp quindi, perché no ^^ E l’amato di Viola era Stefano, si :D Ancora grazie di tutto, spero che ti sia piaciuto anche questo cap! Un bacione! ^^

pometina94:  Ma ciao cara! Che bello rileggerti! Non sai quanto ti capisco, anche per me questi mesi sono stati assurdi scolasticamente parlando, e non oso immaginare come sarà l’anno prossimo che ho la maturità visto che già senza di questa ci massacrano =S Ma spero che almeno leggere un po’ di Luna e Marco ti abbia tirato un po’ su (non sono mai così egocentrica, credimi, sarà colpa delle numerose uova di Pasqua che mi hanno regalato  xD). Riguardo Lulù immaginavo che ti saresti commossa :D ci ho riflettuto molto e alla fine era l’unico soprannome adatto al suo nome, se vuoi ti concedo i diritti di copyright :D Credo che mano a mano che andremo avanti Vic ti affascinerà ancora di più con i suoi misteri, ma sappi che io adoro leggere le varie congetture, quindi spara! xD Un bacione! ^^

Lola SteP: Amore, io devo farti una statua d’oro decorata di diamanti per tutto quello che fai per me, sul serio! Grazie, grazie, grazie! Hai visto che ho aggiornato presto? Come hai visto l’idea di Stella al momento sta portando guai a Luna che vuole starsene in pace (e a buon ragione, ihih) con il suo Marcolì, poi vedremo… Un bacione enorme tesoro, ti voglio troppo bene!

stellababi: Grazie mille! Ecco il continuo, spero ti sia piaciuto e che non ti abbia deluso! Ancora grazie, un bacione! ^^

CriCri88: Ciao cara! Non ti so dire perché sono stata così generosa, sarà stata la troppa cioccolata ingurgitata in questi giorni xD… No, scherzi a parte, il motivo c’è, e cioè che mi sembrava assurdo prolungare questo fatto per molti cap, anche perché ora ci sono tutti gli elementi per entrare nel vivo della storia e credo che tra un po’ i saranno alcuni salti temporali che ci porteranno alla laurea di Marco, anche se ovviamente prima ci sarà la nascita del fratellino delle ragazze. Spero di aver descritto bene la scena, anche perché non potevo osare chissà quanto essendoci il rating arancione, ma in tal caso fammi sapere se ho sbagliato qualcosa secondo te così in futuro farò di meglio :P Grazie mille come sempre cara, un bacione ^^

 

Prima di lasciarvi, volevo spendere due parole sul concorso che è stato lanciato qualche giorno fa. Nel bando di concorso è scritto : “… Agli autori delle storie, così come ai fan degli stessi, è permesso esortare al voto, con alcuni limiti”, quindi volevo semplicemente dirvi che se vi va di votare una delle mie storie se ritenete che ci siano personaggi originali che vi hanno colpito, mi farebbe molto piacere e ve ne sarei grata anche se mi rendo conto che è difficile sceglierne 5, io stessa sto ancora rimuginando su quale votare :D

 

Come sempre, se vi va di aggiungermi su Facebook, sono Mena Milly.

 

Detto questo, vi saluto on un enorme bacio e vi auguro un buon rientro a scuola dopo queste vacanze che secondo me sono state troppo brevi! ^^

la vostra milly92.

  
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