Imbarazzo,
adrenalina, felicità, curiosità: queste erano le
emozioni che stavo vivendo
mentre sentivo le mani di Marco accarezzarmi con estrema dolcezza
dovunque.
Non smetteva
di avere un contatto diretto con il mio sguardo, che onestamente non
sapevo
cosa rispecchiasse: ce l’aveva uno sguardo adatto quel
turbine di emozioni
intense che stavo vivendo?
Quando lo
sentii arrivare al gancetto del reggiseno nero che indossavo, sorrisi.
“Ora tocca
a te slacciarlo” sussurrai, inarcando la schiena per
consentirgli al meglio
l’operazione.
Accennò un
mezzo sorriso, probabilmente ricordando la scena dello spogliatoio, e
annuì,
continuando ad accarezzarmi delicatamente la schiena durante tutto il
percorso
in un modo che mi faceva venire la pelle d’oca. Non so
perché ma all’improvviso
iniziai a tremare, sempre più frequentemente, e Marco si
bloccò nell’atto di
slacciare il gancetto.
“Amore, cosa
c’è? Ho fatto qualcosa di
sb….?”.
“No,
assolutamente no, continua” dissi,cercando di rassicurarlo.
Non sapevo perché
mi stessi comportando così, cosa mi stesse succedendo.
“Devo essere solo un po’
di ansia, è… Normale, credo” continuai,
cercando di calmarmi.
“Credo di si…
Rilassati, tranquilla” mormorò, baciandomi la
spalla con una dolcezza tale che
riuscì nel suo intento.
Chiusi gli
occhi e sorrisi sentendo il calore del suo corpo sul mio. Quando li
riaprii lo
vidi più rilassato a sua volta e un piccolo click mi fece
capire che aveva
sganciato il reggiseno. Mano a mano lo feci scivolare via, e mi sentii
meglio
quando lo vidi scrutarmi il seno con un qualcosa che era un misto tra
devozione
e desiderio, con gli occhi che per la luce soffusa delle candele
risultavano
ancora più scintillanti.
Si calò su di
me e iniziò a baciarmi di nuovo, questa volta scendendo
più giù. Mi regalava
emozioni fortissime, sentivo la voglia di essere sua farsi sempre
più viva
dentro di me, ma volevo fare qualcosa anche io, non volevo risultare
passiva.
Ragion per cui, prendendo mentalmente un
bel respiro, quando si staccò da me avvicinai le mani
all’elastico dei suo
pantaloncini e con la massima delicatezza mista a pura vergogna- che a
volte
sembrava essere scomparsa e a volte tornava più forte di
prima- glieli abbassai,
rivelando un paio di boxer scuri.
“Sei
bravissima” mi sussurrò all’orecchio,
“Sei nata per farmi impazzire, lo sai?”.
“Lo spero”
biascicai, chiedendomi se non lo stesse dicendo solo per farmi sentire
più
sicura. “E’ solo che mi sento impacciata
e…”.
“Shhh! Ti fidi
di me?”.
“Certo che si,
altrimenti non sarei qui” risposi decisa, annuendo con il
capo e stringendolo
più forte a me.
“E allora sai
che non devi sentirti impacciata e che qualsiasi cosa farai non devi
sentirti
in soggezione, io sono qui, pendo dalle tue labbra, voglio solo
renderti felice
e se credi che io non abbia un po’ di paura, beh, non
è così. Mi hai scelto,
sono la prima persona con cui ti appresti a fare l’amore e
questa è una cosa
che mi rende più felice di ogni altra cosa ma voglio fare di
tutto per renderla
speciale” dichiarò, questa volta sia serio che
dolce.
“Oh…”
sussurrai, poi, da quel momento, niente più fu come prima.
La passione che di
solito c’era tra noi ritornò più
impetuosa di sempre, ci catturò e ci avvolse
nella sua morsa dieci volte più forte del solito. Le sue
parole mi avevo
rinvigorita, rassicurata, e sentivo qualcosa di caldo nel cuore,
qualcosa che
mi faceva sentire più sicura di me e meno inibita, capace di
godermi il momento
nel migliore dei modi, senza pensare, senza domandarmi se fosse giusto
o
sbagliato qualsiasi mio movimento, parola o carezza. Marco mi amava per
quello
che ero e questo era l’importante.
Lo sentivo
eccitarsi sempre di più, proprio come io mi sentivo sempre
più in preda ad un
calore che si irradiava in tutto il mio corpo e non faceva altro che
farmi
desiderare di stare sempre più a contatto con
l’uomo che amavo.
Sussurri,
gemiti, mi sembrava tutto un insieme di cose che sembravano dirette da
un
direttore d’orchestra, avevano un loro ritmo, e tutto
culminò nel momento in
cui entrambi ci ritrovammo completamente nudi l’uno di fronte
all’altra.
“Wow”
commentò
lui, nel momento in cui i miei slip caddero sul pavimento, al fianco
dei suoi
boxer.
Sorrisi,
piegando la testa di lato, pur sentendo la testa intontita da quella
serie di
emozioni, che quasi mi sembrava impossibile potersi sentire in quel
modo visto
che era la prima volta che mi capitava.
“Marco…”
lo
chiamai flebilmente.
“Si?”.
“Volevo
ripeterti che ti amo”.
“Anche io,
Lulù, anche io”.
Quello fu il
momento decisivo, quello in cui, dopo un bacio, una carezza e un attimo
di
esitazione lo sentii per la prima volta dentro di me, quello in cui
cessai di
essere una diciannovenne priva di esperienza per diventare una donna a
tutti
gli effetti che da quel momento era diventata un tutt’uno con
l’uomo che amava
a che era certa che avrebbe amato per sempre. Nonostante tutto provai
molto
dolore, ma cercai di non farlo trapelare troppo al mio lui, stretta
contro il
suo petto e con il capo nell’incavo della sua spalla per
impedirgli di vedere
la mia espressione mentre cercava di muoversi con più
cautela possibile per
farmi meno male. Passavano i minuti e la morsa con cui lo stringevo a
me era
sempre più ferrea, per fargli capire che ero felice di
essere lì con lui, di
star condividendo insieme quella prima esperienza che mi stava
lasciando
letteralmente senza fiato.
Era tutto normale,
mi ripetevo per distrarmi, era la prima volta, doveva essere
così, alla fine la
vera prova stava proprio in quello, ma quando Marco si
accasciò al mio lato, dopo
avermi sussurrato decine di parole dolci per aiutarmi a distrarmi e a
non
sentire molto il dolore, gli sorrisi e fui felice di vedere che
sembrava
radioso. Era ancora più bello così, con i capelli
disordinati e l’aria quasi
beata.
“Fa ancora
male?” chiese premurosamente, accarezzandomi il viso per poi
stringermi a sé.
“No, no,
tranquillo, alla fine era molto di meno il dolore” risposi,
ricambiando la
stretta e baciandolo. “Ma ora aspetto con ansia la seconda
volta” aggiunsi
ridendo.
“Oh, stai
tranquilla che non mancherà” rise, prima di
ribaciarmi. “Sei ancora più bella,
sai?”.
“Ammetto che
anche io mi sento diversa” mormorai,chiedendo gli occhi.
“Ora sono a tutti gli
effetti la tua Luna, e tu sei solo mio, eh” ribattei, cercando di
ironizzare.
“No, tu sei la
mia Lulù, è
diverso” soffiò contro il
mio orecchio, e percorrendo con la mano destra il profilo del mio corpo
ancora
nudo. “E’ stato bellissimo, non avevo mai provato
sensazioni così intense, ma
mi è dispiaciuto che invece per te è stato
più…”.
“Zitto, è stato bellissimo anche per me, l’importante era che ci fossi tu con me” lo zittii, tappandogli la bocca.
The first time in my life and now it's so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling
This innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don't go away, I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by
“Mmm,
preferisco che me la tappi con un bacio!” disse dolcemente,
prima di
ristringermi a sé. Era ufficiale, mi sentivo la donna
più felice del mondo.
Dormivo da
chissà quanto quando fui svegliata dalla vibrazione
insistente del mio
cellulare. Con un occhio ancora chiuso, constatando che la corrente era
tornata
visto che la luce del corridoio era accesa, allungai la mano sul
comodino per
vedere chi fosse, quando scoprì che si trattava di un sms.
Ti
aspetto al laghetto qui fuori.
Il mittente,
cosa assurda, era Marco. Mi voltai, e sobbalzai nel non trovarlo al mio
fianco.
Ma che ore erano? Ma, soprattutto, tutto quello che ricordavo di aver
vissuto
era successo o era solo frutto di un bellissimo sogno che avevo fatto? Il solo
pensiero mi fece rabbrividire; vidi che erano le due di notte e,
alzandomi,
feci una faccia stranita vedendo una macchia rossa al centro del letto,
prova
tangibile del fatto che ciò che era successo non era frutto
della mia
immaginazione.
Sorrisi,
togliendo le lenzuola e mettendole in lavatrice, prima di ricordare la
strana
richiesta di Marco. Perché mai dovevo andare al lago a
quell’ora di notte?
Forse un’idea ce l’avevo, ma volevo cercare di
risultare il meno spigliata
possibile dopo aver scoperto ciò che per tanti anni mi ero
persa… Sorrisi
maliziosamente, e venni colta da un’idea.
Rapidamente,
presi il completo intimo che Victoria mi aveva regalato e lo indossai,
per poi
mettermi una vestina a mezze maniche blu dopo aver fatto una doccia
rapida.
Continuavo a
sentirmi strana, leggera come una piuma, fin troppo gioiosa rispetto al
solito…
Uscii di casa,
rapidamente, e dopo pochi passi mi ritrovai di fronte Marco che mi
stava
aspettando seduto su un telo enorme con un cestino al suo fianco.
“Amore, ma
cosa…?”.
“Spuntino
delle due!” ridacchiò, alzandosi e venendomi
incontro. Mi prese le mani tra le
sue e mi condusse verso quella parte di terreno, facendomi sedere di
fronte a
lui per poi baciarmi. La luna piena si rifletteva nel lago, facendo
scintillare
magicamente tutta la superficie.
Marco mi
sembrava quasi divino a causa di tutto quel pallore che rendeva la sua
pelle
diafana, e gli occhi sembravano fatti quasi di cristallo. Dio, mi ci
sarei
persa in quel mare infinito!
“Spuntino?”
domandai, vedendo che nel cestino c’era tutto quello che di
certo non faceva
parte di ciò che in italiano si usava definire
spuntino: tramezzini, panini, frutta…
“Avevo fame e
non volevo ingozzarmi da solo, tutto qui. Anche tu avrai perso un bel
po’ di
calorie, qualche ora fa” aggiunse malizioso, squadrandomi e
facendomi un cenno,
prima di addentare un tramezzino.
“Ma che
gentile che sei, ma ti consiglio di rinforzarti per bene allora,
perché, visto
che mi hai svegliata, ho intenzione di utilizzare al meglio questa
notte”
risposi, prima di prendere una ciliegia e addentarla. Cavoli, ma cosa
mi stava
succedendo? Sembravo sul serio mia sorella, da quel poco che mi aveva
raccontato della sua vita amorosa;
mi
sentivo davvero più sicura di me e capace di fare battute
per cui poche ore
prima sarei arrossita come una furia.
Marco sembrava
sul serio pendere dalle mie labbra mentre compivo quel gesto.
Mangiammo, e
quando ripresi a mangiare le ciliegie lo vidi sorridere.
“Ho creato un
mostro” dichiarò, alzando gli occhi al cielo.
“Un mostro che
ti piace, però” ribattei, porgendogli a mia volta
un’altra ciliegia che addentò
nel più sensuale dei modi, prima di trattenermi a
sé e farmi perdere in un
indimenticabile bacio al gusto di ciliegia. Lo sentii spostare il
cestino ormai
vuoto dall’altra parte, mentre rispondeva
“Certo”, e, comprendendo tutto, mi
stesi su di lui, su quel telo che sembrava fin troppo grande per i
nostri corpi
ammassati l’uno sull’altro.
Ci scambiammo
qualche frase disconnessa, persi entrambi nel profumo e nella voglia di
risentire l’altro in tutto e per tutto, e poi per quella
volta fui io a prendere
l’iniziativa, a slacciargli la camicia, i pantaloni, cercando
di essere un po’
più attiva rispetto la prima volta.
Dopo un po’ fu
lui a ribaltarsi su di me, e quando la mia vestina raggiunse i suoi
abiti,
trattenne il fiato, vedendo il completo intimo che indossavo.
“Sapevi già
tutto, eh? Sapevi che sarebbe successo di
nuovo…” mi sfidò.
“No, ma sai,
per precauzione…” risposi, questa volta arrossendo
sul serio.
“Sei
fenomenale…” commentò, fiondandosi sul
mio collo.
“Me l’ha
regalato Vic” ammisi, prima di sentire il suo risolino che
però scomparve prima
di togliermi il completo con cura.
“Non hai
bisogno di questi stratagemmi per essere ancora più
apprezzata da me, sappilo”
soffiò sensualmente contro il mio orecchio.
“Lo terrò
presente…” biascicai, ormai decisamente persa nel
nostro mondo, dove tutto
parlava solo di noi e delle nostre sensazioni a
trecentosessanta gradi.
Di nuovo, ma
non nello stesso modo della volta precedente, anzi, in modo
più audace e
sicuro, tutto ridivenne un insieme di movimenti fusi, sussurri, fiati
sospesi,
e sul serio mi sentì decisamente appagata visto che il
dolore era quasi
decisamente scomparso. Tutti attorno a me era rappresentato da Marco,
in quei
momenti poteva succedere di tutto attorno a noi ma io non vi avrei
badato. Perché
avrei dovuto? Lo sapevo, il mio mondo, il centro della mia vita, ormai,
e per
fortuna, era rappresentato da quello splendido ragazzo…
Passò qualche
giorno, ed io e Marco riuscimmo a visitare il paesino che circondava la
nostra
casa solo verso il quarto giorno di permanenza visto che durante il
terzo non
eravamo riusciti a fare qualcosa che non c’entrasse con il
mangiare, vedere la
tv, lavarci e fare l’amore. Inutile negarlo, entrambi eravamo
così presi
dall’altro che ci domandavamo come avremmo fatto a non
condividere più il tetto,
e il letto, una volta ritornati a Maddaloni.
Il quinto
giorno, mentre eravamo a pranzo in una trattoria e
stavamo mangiando il gelato, il mio cellulare
iniziò a squillare e dopo più di trentasei ore
risentii la voce squillante
della mia gemella.
“Luna!”
esordì
entusiasta.
“Ehi, Stella,
come stai?” domandai.
“Bene, più che
altro quella che deve raccontarmi un po’ di cose sei
tu” disse con un
inconfondibile nota di ilarità e sarcasmo.
“Io?” chiesi,
con Marco che mi guardava curioso.
“Ovvio, non
dirmi che tu e Marco vi state guardando negli occhi da cinque
giorni…”.
“Mi avvalgo
della facoltà di non rispondere” ribattei, ma non
riuscì a non ridere e il mio
ragazzo capì tutto. “Comunque, a cosa devo la tua
chiamata?” cercai di cambiare
argomento.
“Non cambiare
argomento!”. Ecco, misero fallimento. “Ti lascio in
pace solo perché voglio un tete a
tete con i fiocchi, sappilo.
Comunque, sai che è arrivata Vic?”.
“Si?”.
“Si, ti saluta
tanto, è appena andata a vedere come procedono i lavori per
la boutique di
mamma ed oggi le ho fatto vedere l’Università,
sai, sono andata ad affiggere
l’annuncio, spero in qualche risposta al più
presto, ma aspettati qualche
chiamata visto che ho dato anche il tuo numero di cellulare”
mi informò.
Sbuffai,
accasciandomi contro lo schienale della sedia.
“Stella!” la ripresi. “Insomma,
sono in vacanza, non mi va di fare da centralinista con chi
vorrà sapere delle
informazioni!”.
Marco comprese
ciò che era successo, perché fece uno sguardo
seccato e un gesto associato verso
mia sorella.
“Non fare la
tragica, di sicuro non chiameranno subito…”
ribattè.
“Con la
fortuna che ho mi assedieranno!”.
“Sempre
tragica, eh? Comunque, chiama zia Kitty ogni tanto, vuole fare due
chiacchiere
con te, dice che si annoia a morte visto che Michele non le fa muovere
un dito
da quando ha scoperto di essere incinta”.
“Ok, ma ti
informo che tra due giorni sarò lì, non
c’è bisogno di farmi sentire da tutta
la famiglia per dire che sto bene come se fossi partita per la
guerra…”.
Marco annuì,
alzando il pollice, mentre mia sorella rise.
“E’ questo il
punto, sappiamo che stai troppo bene e dobbiamo
infastidirti!” dichiarò. Me la
immaginavo, magari seduta sul divano, con la tv che mandava in onda MTV
senza
volume e lei che mentre pronunciava quelle parole esibiva la
più sfacciata maliziosa
delle espressioni.
“Ahah, se
volessi infastidire te quando stai con Mario dovrei passare la vita al
telefono” la rimbeccai. “Ora ti saluto che mi si
sta sciogliendo il gelato
nella coppa” tagliai corto, e dopo un breve saluto staccai la
chiamata.
“A volte mi
domando se ci abbiano messo una microspia da qualche parte per
controllarci”
disse Marco un po’ scocciato, comprendendo la mia espressione
seccata viste
tutte le frecciatine e battutine che mi ero dovuta sorbire, che alla
lunga
iniziavano ad infastidire.
Ci meditai un
po’ su, poi, ripensando agli ultimi fantastici giorni, scossi
il capo. “No,
altrimenti mio padre sarebbe corso fin qui per spezzarmi le gambe e
ucciderti
visto quello che abbiamo fatto…” dissi con
nonchalance, strappandogli un
sorriso.
Prese le mie
mani tra le sue, dopo che ebbi finito il gelato. “Che ne dici
di un ultimo
giretto prima di tornare a casa?”.
“Si, ci vuole
per digerire, mi sento strapiena” convenni, annuendo, e
così, dopo aver pagato
il conto, ci ritrovammo di nuovo per le piazzetta del paesino.
Comprai delle
cartoline da inviare a mamma e papà, ai nonni, Miriam e zia
Kitty e Michele,
poi ci scattammo alcune foto, fermando anche delle persone per farcene
fare alcune
decenti.
“E’ proprio
vero che non importa dove sei ma con chi sei” commentai
quando ci ritrovammo
nel pullman che ci avrebbe ricondotto a casa, appoggiandomi sulla sua
spalla.
Passò un
braccio attorno ai miei fianchi e annuì, baciandomi una
tempia. “Si, hai
proprio ragione amore”.
Quella sera
chiamai la zia, che mi trattenne molto per raccontarmi il modo in cui
si stava
comportando Michele da quando sapeva che sarebbe diventato padre,
lamentandosi
ma riconoscendo che era davvero dolce, e si decise a lasciarmi solo
quando le
dissi che dovevo andare a preparare la cena, cosa assolutamente falsa
perché il
mio adorato Marco aveva già pensato a tutto, adornando la
tavola con candele e
fiori, oltre che con spaghetti al ragù e frittelle.
“Se un domani
ci sposeremo promettimi che continuerai a comportarti in modo
così
servizievole” ironizzai.
“Certo, anzi,
ti dirò, perché non veniamo a vivere qui in
estate? I nostri eventuali figli i
divertirebbero a giocare in giardino…” propose,
con un tono scherzoso che però
celava qualcosa di serio.
Ci riflettei
un po’ su. “No, ripensandoci no, ho paura che
qualcuno di loro potrebbe finire
nel lago in un momento di distrazione” ragionai.
“Oppure da
adolescenti potrebbero portarci qui le rispettive ragazze e ragazzi e fare uno
spuntino delle due in
riva al lago come i loro genitori…” aggiunse
sghignazzando.
“E immagino
che tu saresti geloso peggio di mio padre” lo provocai.
“Mmm, solo con
le figlie femmine”.
“Ma ti rendi
conto che sembriamo due vecchi con questi discorsi?” lo
interruppi
all’improvviso. Posai la forchetta e mi avvicinai a lui.
“Di solito cerco di
evitare questi discorsi, siamo così giovani e non sappiamo
cosa succederà, ma
ormai mi viene naturale pensarti al mio fianco finchè non
avremo entrambi i
capelli bianchi” ammisi, prendendo il suo viso tra le mie
mani.
Sarei rimasta
così per ore, era ancora più affascinate con
quell’espressione un po’
pensierosa e gli occhi lievemente socchiusi.
“Per me è
scontato pensarlo, credimi, non riuscirei ad immaginarmi qualcun altro
al mio fianco”
rispose, accarezzandomi i capelli.
Piegai la
testa di lato, e stavo tornando a mangiare quando il mio telefono
squillò per
l’ennesima volta nell’arco di quella giornata.
Sbuffando,
constatai che il numero chiamante fosse sconosciuto.
“Pronto?”
risposi, cercando di non risultare seccata.
“Buonasera,
parlo con Luna Solari?” domandò una voce cordiale
maschile.
Feci due più
due e compresi che fosse qualcuno per l’affitto della stanza.
Maledetta Stella,
maledetta, non poteva mettere che era vietato chiamare dopo le 21.00?
“Si, sono io,
con chi parlo?” domandai meccanicamente.
“Sono Tommaso
Di Maio, chiamo per informazioni sull’affitto di una stanza a
casa sua, ho già
chiamato sul numero di sua sorella ma è staccato”
rispose.
“Ah si?”.
Inveii mentalmente contro quell’idiota patentata che prima
metteva le cose in
mezzo e poi si concedeva il lusso di scaricare le cose addosso a me.
“Bene,
cosa vuole sapere?”.
“Beh, se
nell’affitto è inclusa solo la colazione o anche
la cena, perché di solito
pranzo in università e…”.
“In realtà non
le so dire perché questa cosa
l’ha messa
in mezzo mia sorella ed io sono in vacanza, ma non credo che le
negheremmo la
cena” risposi subito, sottolineando che ero in vacanza e che
quindi cercavo di
fargli comprendere che non volevo essere disturbata ulteriormente.
“Capisco. Ma
perché ci diamo del lei? Credo che siamo più o
meno coetanei, in realtà ti
conosco di vista”. Il tipo aveva perso il tono educato e
sembrava voler fare il
simpatico.
“Scusa ma il
tuo nome mi è nuovo” ammisi. “Comunque,
se vuoi più informazioni ti consiglio
di riprovare con mia sorella più tardi o domani”
aggiunsi.
“Va bene,
comunque, per informazione, ero seduto alla tua destra
all’ultimo esame scritto
di inglese e mi hai suggerito una domanda”
insisté.
Cercai di fare
mente locale, ma avevo solo un vago ricordo. “Scusami ma non
ricordo, ma,
cos’è, uno stratagemma per convincermi a darti
subito la stanza?”.
“Oh, no, no,
era così per dire. Allora scusa il disturbo,
proverò con tua sorella, ok? Buon
proseguimento di vacanza” disse.
“Grazie, ciao”
e subito staccai. “Amore, ho un’idea, non torniamo
a casa mai più!” dissi con
enfasi, guardando con apprensione i mie spaghetti ormai freddi.
Marco rise e
annuì. “Hai tutto il mio appoggio. Chi era a
telefono?”.
Glielo spiegai
e lo vidi un po’ stranito per il fatto che questo Tommaso
già mi conoscesse.
Non sapevo, in realtà, che quest’ultimo sarebbe
stato l’oggetto di gelosie e
piccole discussioni, nei mesi a seguire…
*°*°*°*°*
Rieccomi qui,
più in anticipo, non trovate? ^^
Sarà che la
versione hot di Marco mi ha ispirato, non so, ma ci ho impiegato due
giorni per
scriverlo.
E così i due piccioncini si sono dati una bella mossa,e posso dire che ora entriamo sul serio nel vivo della storia. Non a caso è spuntato questo Tommaso, e dal prossimo vedremo se riuscirà ad avere la stanza.
Vi
piace la "copertina" della storia? Per ogni capitolo inserirò un
immagine particolare che esprime ciò che capiterà nel
capitolo.
Comunque, come
sempre ringrazio di cuore tutti coloro che continuano a leggere e
aggiungere la
storia nelle varie categorie, ma soprattutto grazie anche a Lola
SteP che per la seconda ha proposto
“Dillo Alla Luna” tra le storie
scelte, tramite recensione. Grazie tesoro! ^^ Sono sempre
più lusingata dal tuo
affetto!
Ora, passando
alle risposte alle vostre recensioni:
XXX_Ice_Princess_XXX:
Spero
che tu
abbia passato una bella, e soprattutto dolce, anche grazie alla
cioccolata xD,
Pasqua, cara! Spero che questo capitolo abbia colmato la tua
curiosità, alla
fine era d’obbligo terminare il cap proprio in quel momento,
ma spero di
essermi fatta perdonare! Un bacione e grazie mille!
Alina
95:
Ciao tesoro! Innanzitutto devo ancora
ringraziarti per il tuo aiuto, ho trovato anche un altro attore da
prendere in
considerazione, poi appena ti trovo connessa su Facebook te lo faccio
vedere,
ok? Comunque al contrario delle aspettative ho aggiornato prima del
solito, e
spero ti sia piaciuto questo capitolo! Un bacione e ancora grazie per
la tua
disponibilità e dolcezza ^^
Red 76: Ma grazie, cara! Io continuo ad
attendere il continuo della tua storia, e specialmente nuovi sviluppi
tra i due
protagonisti, eheh! Mi raccomando aggiorna presto ;-) Spero che questo
capitolo
ti sia piaciuto =) Un bacione! ^^
MalyCullen: Ciao! Sono onorata dalle tue
parole,
davvero, e sono felicissima che le mie storie ti siano piaciute
così tanto! Comprendo
ciò che vuoi dire quando dici che ti piace leggere storie
già finite, e per il
momento ce la sto mettendo tutta per aggiornare il più
spesso possibile ma
purtroppo per leggere il 5 mi sa che ci vorrà un
po’ perché mi aspettano delle
settimane tremende a scuola, ma se ti va di aggiungermi su Facebook
lì metto
sempre spoiler e notizie sugli aggiornamenti ^^ E poi che bello sapere
che sei
Campana anche tu, ne siamo tantissime qui su Efp, ihih! E certo che
farebbe
piacere anche a me incontrarti, se fosse per me farei un meeting con
tutte le
Efp-dipendenti, e poi la settimana scorsa ho incontrato una mia cara
amica che
ho conosciuto qui su Efp quindi, perché no ^^ E
l’amato di Viola era Stefano,
si :D Ancora grazie di tutto, spero che ti sia piaciuto anche questo
cap! Un
bacione! ^^
pometina94:
Ma ciao cara! Che bello rileggerti! Non sai quanto ti
capisco, anche per
me questi mesi sono stati assurdi scolasticamente parlando, e non oso
immaginare
come sarà l’anno prossimo che ho la
maturità visto che già senza di questa ci
massacrano =S Ma spero che almeno leggere un po’ di Luna e
Marco ti abbia
tirato un po’ su (non sono mai così egocentrica,
credimi, sarà colpa delle
numerose uova di Pasqua che mi hanno regalato
xD). Riguardo Lulù immaginavo che ti saresti
commossa :D ci ho
riflettuto molto e alla fine era l’unico soprannome adatto al
suo nome, se vuoi
ti concedo i diritti di copyright :D Credo che mano a mano che andremo
avanti
Vic ti affascinerà ancora di più con i suoi
misteri, ma sappi che io adoro leggere
le varie congetture, quindi spara! xD Un bacione! ^^
Lola
SteP:
Amore, io devo farti una statua d’oro
decorata di diamanti per tutto quello che fai per me, sul serio!
Grazie,
grazie, grazie! Hai visto che ho aggiornato presto? Come hai visto
l’idea di
Stella al momento sta portando guai a Luna che vuole starsene in pace
(e a buon
ragione, ihih) con il suo Marcolì, poi vedremo…
Un bacione enorme tesoro, ti
voglio troppo bene!
stellababi: Grazie mille! Ecco il continuo,
spero
ti sia piaciuto e che non ti abbia deluso! Ancora grazie, un bacione! ^^
CriCri88: Ciao cara! Non ti so dire
perché sono
stata così generosa, sarà stata la troppa
cioccolata ingurgitata in questi
giorni xD… No, scherzi a parte, il motivo
c’è, e cioè che mi sembrava assurdo
prolungare questo fatto per molti cap, anche perché ora ci
sono tutti gli
elementi per entrare nel vivo della storia e credo che tra un
po’ i saranno
alcuni salti temporali che ci porteranno alla laurea di Marco, anche se
ovviamente prima ci sarà la nascita del fratellino delle
ragazze. Spero di aver
descritto bene la scena, anche perché non potevo osare
chissà quanto essendoci
il rating arancione, ma in tal caso fammi sapere se ho sbagliato
qualcosa
secondo te così in futuro farò di meglio :P
Grazie mille come sempre cara, un
bacione ^^
Prima
di lasciarvi, volevo spendere due parole sul
concorso che è stato lanciato qualche giorno fa. Nel bando
di concorso è
scritto : “… Agli autori
delle storie,
così come ai fan degli stessi, è permesso
esortare al voto, con alcuni limiti”,
quindi volevo semplicemente dirvi che se vi va di votare una
delle mie
storie se ritenete che ci siano personaggi originali che vi hanno
colpito, mi
farebbe molto piacere e ve ne sarei grata anche se mi rendo conto che
è
difficile sceglierne 5, io stessa sto ancora rimuginando su quale
votare :D
Come sempre, se
vi va di aggiungermi su Facebook, sono Mena Milly.
Detto questo,
vi saluto on un enorme bacio e vi auguro un buon rientro a scuola dopo
queste
vacanze che secondo me sono state troppo brevi! ^^
la vostra
milly92.