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Autore: Anicemirto    07/04/2010    0 recensioni
Una serie di introspezioni su un gruppo di adolescenti, un'analisi con conseguente rielaborazione di vari avvenimenti accaduti nel corso di diversi anni.
1 - Ragazze (confessioni di una giovane donna a due ex fidanzate)
2 - Marchiata a fuoco
3 - Papaveri
4 - Butterfly
5 - Una torta fatta di fica
6 - Io e te (lettore)
7 - ???
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Picchiami, mordimi, stritolami, scopami, portami via da qui e infine mangiami come un frutto maturo, il succo colerà sulle tue labbra, nella tua bocca, ti bagnerai fin sotto il collo.

 

Dimostrami che mi ami con gesti concreti, non trattarmi male al di fuori del letto. Non mentirmi, non tradirmi, non rubarmi anche la dignità.

Sei un ladro, uno schifoso, un fallito privo di sostanza, ti sei approfittato di me senza che io me ne accorgessi…eppure ti ho amato. Ti ho amato così tanto da piangerne, da pensarti giorno e notte.

Nonostante tu avessi dodici anni più di me, nonostante non avessi un soldo, nonostante avessi un passato confuso, orribile, troppo romanzato per essere vero.

Ti ho amato ciecamente, e sono certa che anche tu mi volessi bene, mi volevi bene anche quando te ne infischiavi di ciò che provassi e mi hai trattato come se non esistessi, quando mi hai recriminato colpe inesistenti. Hai scaricato tutta la tua frustrazione su di me, e alla fine sei rimasto più insoddisfatto di prima, e hai perso anche questa stupida ragazzina che ti ha offerto denaro, affetto e sesso.

 

Hai detto che ero viziata, che non capivo niente, che non meritavo una persona che mi amasse ma solo un automa che sottostesse ai miei ordini senza fiatare. Mi hai descritto come una puttana, una stronza priva di tatto.

Ma io ti ho amato nonostante tutto questo, come abbia fatto non lo so, questo dubbio mi rode, quando ci penso mi sembra di sentire gli organi interni marcire, le mie ovaie rovesciarsi e rigettare fuori il tuo sperma che come acido scioglierà la poltrona dove sono seduta in questo momento.

 

Non so cosa tu abbia raccontato in giro, ma so che la situazione in cui ero rimasta invischiata ti faceva comodo, ti piaceva avere potere su di me?

E’ passato diverso tempo eppure non posso dimenticare le tante cose belle e brutte avvenute nell’estate dei miei quindici anni. Non riesco a dimenticare te. Sono riuscita a dimenticare le emozioni bellissime che mi hanno portato ad innamorarmi, ma non la sofferenza e l’indignazione verso me stessa che lo stare con te ha provocato.

Non ti odio.

 

Dico a tutti che perdere la verginità con te non è stato brutto, che sono comunque felice di quello che ho fatto.

Mi pento di essermi affezionata a te, di aver rifiutato un’altra persona che probabilmente avrebbe potuto darmi di più anche se in poco tempo. Sì, perché la nostra relazione a me è sembrata lunghissima e penso che in quel periodo non avrei potuto stare così tanto tempo con nessun altro.

Mi hai lasciato qualcosa dentro, come un parassita che si nutre dei miei ricordi che li modifica e li rende addirittura orribili.

Alla fine amarti non è stato così terribile. E’ stato disgustoso lasciarti, guardarti in faccia mentre urlavi in quel modo, mentre io impassibile ti osservavo critica e finalmente vedevo tutti i tuoi difetti, tutti insieme come se nella mia testa si fosse finalmente sbloccato un meccanismo rovinatosi dopo il mio incontro con te.

 

Tuttora non so chi tu sia, ne chi tu sia stato in passato. Sono certa che in mezzo a tutte le bugie doveva esserci un fondo di verità.

Dimmi…eri uno spacciatore, un maniaco pedofilo, un ladro?

O tutti i chiarissimi segnali erano solo bugie dette da quelle persone tanto cattive che ti davano addosso?!

…Mi chiedo come abbia fatto ad essere così cieca, così testarda da non ascoltare gli altri!

Rimarrai per sempre dentro di me. E non leggerai mai questa lettera.

Non saprai mai cosa la tua presenza abbia comportato.

 

Sono cresciuta improvvisamente, nel corso di un solo anno. Sono maturata mentre tu sei riuscito solo a peggiorare.

Sarebbe bello se potessi mesmerizzarti per farti avere una crisi di coscienza, per cercare di farti capire.

Hai dato fuoco alle mie cose o le hai tenute? Io ho gettato tutto, tranne quel bracciale per te tanto prezioso, alla fine si è rotto da solo una settimana dopo averti lasciato. L’ho tenuto in tasca per un altro mese finché non l’ho perso. Il destino ha voluto che io con te non ci avessi più niente a che fare.

 

Dove sei adesso? Ancora in mezzo ad una strada senza un futuro? Perso nell’autocommiserazione che annebbia il tuo cervello, che intorpidisce i tuoi sensi impedendoti di fare qualcosa di concreto per risollevarti dalla merda in cui sei caduto?

Non esiste solo il divertimento, e lo so io che sono nata con più di un decennio di distanza da te. In ventotto anni non sei stato in grado di costruire niente, in un anno ho rischiato di diventare così simile a te da farmi paura da sola. Vorrei poter tornare indietro nel tempo e prendermi a ceffoni, vorrei poter dire a quella ragazzina presuntuosa con i capelli rossi che sta buttando all’aria la sua vita.

Purtroppo non è possibile e porterò su di me i segni di quanto è accaduto per molto tempo.

 

Ricordo tuttora il sesso con te. Ti eccitava vedermi indifesa e abbandonata fra le tue braccia.

Non ti sei fatto neanche un po’ schifo quando hai sentito quei ragazzi dire quanto fossero ripugnanti gli uomini che vanno con le ragazzine? Io penso di sì, e so che la tua frustrazione ha iniziato a crescere quando mi hai visto sempre più sola, sempre più infatuata da te.

So di averti fatto molto male anche io. Ma non posso fare a meno di esserne felice.

 

Le frasi che ho scritto all’inizio sono state le prime cose passatemi per la testa pensando a te. Mi hai fatto entrare nel mondo del sesso e ricordo di esserne stata molto orgogliosa, fiera. A quell’età ho vissuto esperienze che solitamente si vivono solo da trentenni.

 

Una volta dicesti che ero perversa a letto. Lo ammetto è vero, ma tu stavi al gioco più che volentieri…cosa ti passava per la testa in quei momenti?

Ecco che sento di nuovo le ovaie contrarsi…è come uno spasmo di dolore muto, un dolore che non è tangibile, piuttosto è immaginario.

 

Ho ripreso in mano la mia vita, con molti sforzi sono riuscita a staccarmi da te prendendo sempre ad esempio il giorno in cui ti lasciai, quando vedendoti andare via ti scoppiai a ridere dietro le spalle.

Ricordo quel momento con gioia, mi sentii leggera, finalmente potevo riprendere a vivere.

Purtroppo però con te ho perso così tanto tempo e mi sono preclusa un po’ troppe cose. Non ho scritto tutto questo per insultarti, perché ci siamo insultati abbastanza nella nostra ultima telefonata.

Anche questo è un esperimento per vedere fin dove riesco ad arrivare nel descrivere questo genere di situazioni, sto scrivendo di realtà, è doloroso ma penso sia giusto farlo. Per me.

 

Addio.

Verme giallo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tobichan dice:

 

E’ una storia vera.

Quanto al verme giallo…beh, è troppo lunga da spiegare, ma mi sembrava giusto inserire questa similitudine detta da una certa persona.

Non ho voluto inserire il nome di quell’uomo perché alla fine anche lui ha una privacy e io devo rispettarla.

Comunque spero che stiate gradendo questi miei scritti originali.

 

Un saluto da tobichan!

   
 
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