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Autore: Yellow_Falling_Leaves    07/04/2010    8 recensioni
New Moon.
Edward abbandona Bella nella foresta, lasciandola sola, distrutta e--Incinta.
All'inizio, Bella, troppo presa dal dolore per la partenza di Edward, non se ne rende conto. E' gia difficile per lei respirare, tentare di sopravvivere è un'impresa.
Due nomi: Edward Junior e Renesmee; le danno la forza per tornare a vivere e a sorridere. Single e vampira, si trasferisce con i suoi piccoli mezzivampiri- speciali come il padre- in Italia, dove scoprirà la presenza di una famiglia di vampiri a lei fin troppo conosciuta...
--Siate clementi, è la mia prima fic!^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, New Moon
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Non so cosa vi abbia ispirato, se il titolo o l'introduzione che ho messo, o se non sapevate proprio cosa fare, e avete aperto questa storia...
Qualsiasi cosa vi abbia fatto decidere di aprire la pagina, sarà soggetto della mia gratitudine ;)
E' la mia prima fan fiction, i cui personaggi sono Edward e Bella, e spero davvero non vi deluda..nel caso, abbiate pietà di me!
Non credo saranno fedelissimi ai personaggi della Meyer, di solito tendo spesso a rendere miei i personaggi, mentre scrivo..cercherò comunque di renderli almeno verosimili. :)
Buona lettura!
Amore Oltre Il Tempo
..
Capitolo 1
Visioni
«Andiamo, Bella!» Alice sbuffò, incrociando le braccia al petto, e fissando l’amica con un cipiglio esasperato. «Quell’abito è fantastico!»
Ma Isabella Swan, testarda fin nel profondo, non ne voleva sapere.
Era troppo attillato quel vestito, se tale si poteva chiamare date le dimensioni da salvietta da bidet, e poi, andiamo, il rosso le stava proprio male addosso.
«Sono sicura che ti starà bene! E poi è Gucci!» insistette la vampira minuta.
«No, Alice! No, no e no!» Bella sbatté i piedi a terra, imbronciandosi. «Non m’interessa se è Gucci, è troppo corto! E sai, a Forks non fa particolarmente caldo. » sibilò Bella con sarcasmo pungente, fissandola con un’occhiata truce.
«Serve aiuto? » s’intromise la commessa, gentilmente.
«NO!» sibilarono le due amiche, senza smettere di uccidersi con gli occhi, e dopo quel tono poco cordiale la povera ragazza si defilò.
«Bella, non è affatto corto! Ti arriva appena sopra al ginocchio! » disse Alice, cercando di essere persuasiva.
«Tu non hai la misura del corto!» esclamò Bella, esausta.
Erano due ore, DUE ORE!, che litigavano sullo stesso capo d’abbigliamento.
Ma Bella non aveva intenzione d’arrendersi, non adesso. Era paziente, ma aveva un limite ben netto. E Alice aveva superato decisamente quel limite.
«Isabella Marie Swan, ti ordino di provare quel vestito assolutamente magnifico!» Alice fissò dritta dritta l’amica negli occhi marroni, con i suoi, ambrati.
«No! » Bella non voleva provarlo, perché avrebbe significato poi doverlo comprare. Ma perché prenderlo, se poi non l’avrebbe affatto usato? Sarebbe rimasto chiuso nell’armadio ad ammuffire, insieme a tutti gli altri vestiti che le aveva regalato - o obbligata a comprare Alice. Oppure, li avrebbe dati in beneficenza, o se proprio, riciclati e regalati alle sue amiche per il compleanno… Jessica avrebbe fatto carte false per uno di quei vestiti.
«Solo per vedere come ti sta, daii!» la nana malefica tirò in fuori il labbro inferiore, e sbatté le ciglia convulsamente. A Bella, parve che gli occhi dell’amica si fossero sciolti, talmente erano dolci.
E venne alla conclusione che non avrebbe avuto scampo nemmeno quella volta, contro quella vampira dittatrice.
Acconsentì con un grugnito;le strappò di mano l’abito e si rinchiuse nel camerino.
La ragazza si guardò allo specchio, dopo aver indossato il capo rosso: si sentiva in imbarazzo solo a vedersi, non era proprio l’abito adatto a lei. Si vergognava solo ad averlo provato: era davvero troppo corto. Le conferiva una certa aria da…donna di facili costumi?, e questo le spiaceva.
E poi, se l’avesse vista Edward… no!
Si cambiò nuovamente, senza nemmeno dare soddisfazione ad Alice.
«Passiamo al prossimo, ti prego. » sospirò, ridando il mini vestito in mano all’amica.
Lei acconsentì, annuendo poco convinta: «Non mi dai mai soddis… ».
Non finì la frase, mentre il suo sguardo si faceva vitreo: stava avendo una visione.
Bella la scosse più e più volte.
«Alice, Alice che hai visto?» le chiese, ansiosa.
Alice riprese coscienza di sé stessa, ma era troppo stupita per dare una parvenza di normalità.
Era troppo felice!
La ragazzina incominciò a saltare, dopo interminabili minuti in cui era rimasta come pietrificata. Batteva le mani, come una bambina, e faceva urletti spacca timpani.
Si sentiva particolarmente su di giri: la sua visione doveva avverarsi.
Era una promessa.
«Alice! » Bella la strattonò, e la vampira tornò con i piedi per terra, nel vero senso della parola. Finalmente aveva smesso di saltare come una tarantolata.
«Ma si può sapere che ti è preso? Cos’hai visto? »
«Amica mia…» sospirò, sognante. Bella non si fidava troppo della sua migliore amica, sapeva bene quanto fosse una brava attrice. «Jazz mi vuole fare una proposta di matrimonio, la cinquantesima. » mentì. «Su, abbiamo ancora molto da fare! » trillò poi la vampira.
Partì alla carica, con una meta ben precisa. Nella sua visione, Bella indossava un bellissimo vestito blu. E le donava particolarmente. Talmente tanto da renderla adorabile, e nel complesso, terribilmente irresistibile agli occhi di Edward. Ma doveva sbrigarsi.
«Stasera esci con mio fratello vero? » chiese per sicurezza.
Bella annuì con vigore: «se non finirò in carcere per averti dato fuoco, sì.» Alice finse di non aver sentito, e sorridente uscì dal negozio, per entrare in quello di fronte.
E siamo a trentacinquepensò Bella, mentre il campanellino annunciava il loro ingresso.
«Benvenute! » dissero all’unisono le due commesse alla cassa, vedendole entrare. I loro occhi brillarono, e a Bella parvero dei cagnolini di fronte ad un osso.
Se fosse stato per loro, pensò Isabella, avrebbero steso il tappeto rosso al passaggio di Alice. Ovvio, avevano capito che la vampira fosse una persona terribilmente chic… nonché una figura terribilmente incurante di spendere centinaia di dollari.
Alice partì in quarta verso un reparto del negozio, e ciò insospettì Bella, che la seguì con più calma.
«Ecco! » Alice era entusiasta di un particolare vestito blu, che mostrò a Bella. Lei, dal canto suo, dovette ammettere che il capo era davvero molto bello.
«Provalo, provalo! » incitò l’amica. Isabella lo fissò ancora un po’. Chissà se sarebbe piaciuta ad Edward, con indosso quello.
«Sicuramente, tesoro. Cadrà ai tuoi piedi! » Alice la rassicurò in parte, anticipando la sua muta domanda.
Bella s’accigliò;l’ iperattività di Alice, il suo entusiasmo, erano riconducibili alla visione. La cosa la insospettiva sempre di più.
Isabella provò il vestito blu, constatando che stava pure bene.
Guardò il prezzo, decisa a comprarlo.
Ma quando le vennero le vertigini per i tanti zeri, tutta la sua sicurezza scemò. Uscì dal camerino, e Alice fischiò, intanto che Bella girava su sé stessa, per mostrarsi all’amica.
Tanto stasera non ti servirà a molto, quel vestito… Alice sorrise del suo pensiero.
«Stai da Dio! Devi per forza averlo! »
Una smorfia apparve sul visetto a cuore di Bella: «Non mi pare il caso, Alice… nemmeno il presidente ha tanti soldi… » disse sconsolata.
Alice sbuffò: «ti piace? »
«Si ma.. » cercò di dire Bella.
«Bene, te lo compro io.» dichiarò Alice, stringendosi nelle spalle.
«Ma no, Alice! »
«Sssh! Consideralo come un regalo di compleanno! » a quel punto, Bella desistette.
Poi rabbrividì, all’idea che il giorno dopo sarebbe invecchiata d’un anno.
Non era, ovviamente, una di quelle ragazze fissate con le zampe di gallina o robe della serie; l’unica cosa che la faceva star male era diventare un anno più vecchia del suo immortale e immutabile ragazzo vampiro, con le sembianze perenni di un affascinante diciassettenne.
Alice pagò con la sua carta di credito, e poi tutta soddisfatta uscì dal negozio. Le commesse, dietro, le facevano gli inchini. Con quella spesa, erano a posto per i prossimi cinquant’anni, potevano licenziarsi, comprarsi una villa alle Bahamas e prendersi tutte le auto sportive che volevano. Pateticamente incredibile.
Dopo aver acquistato anche le scarpe abbinate, tornarono finalmente a casa.
Alice la preparò per l’uscita con Edward, e le fece indossare l’abito blu. Le acconciò i capelli in una pettinatura tutta complicata, ma le spiegò, molto semplice da disfare.
Erano passate tre ore buone, e si trovava in salotto, insieme a Esme, che le faceva i complimenti per il vestito, Emmett che la prendeva in giro, e Rosalie, che la ignorava semplicemente.
Alice era rimasta muta, non aveva riso nemmeno alle battute del fratello, come faceva di solito. Rimaneva in silenzio, e gongolava felice come non mai, pensando alla visione che aveva avuto.
Quando sentì l’auto di Edward svoltare nell’imboccatura sterrata per casa loro, la folletta cominciò a pensare ad altro, come all’inno francese, ai versi di Romeo e Giulietta in inglese antico, e migliaia di vestiti di marche famose, capaci di far venire il mal di testa- ovvio, metaforicamente parlando- a Edward.
Il vampiro aveva subito capito che la sorella gli nascondeva qualcosa, ma era troppo ansioso per l’uscita romantica con Bella, per indagare su cosa Alice gli nascondesse.
Parcheggiò la Volvo davanti a casa, ed entrò come un fulmine. Quelle ventiquattro ore senza di lei erano state infinite, e nonostante sapesse che la sua Bella era sotto la protezione di Alice, non era riuscito a stare calmo. Forse era proprio il fatto che l’avesse lasciata nelle grinfie della sua sorella psicopatica, a lasciarlo ancor più preoccupato.
Edward si materializzò a velocità vampiresca nel bianco salone della bianca villa Cullen, e rimase paralizzato appena posò lo sguardo su Isabella.
Incredibilmente, nelle sue orecchie sentì un battito assordante, il battito del cuore della sua Bella, come se quello battesse anche per il suo, ormai fermo da un secolo, e si sentì terribilmente umano, volubile, vittima del languore.
Davanti a lui, c’era una figura celestiale: un angelo.
Non l’aveva mai guardata così.
«Bella… sei.. sei splendida.. » inghiottì a vuoto un fiotto di veleno, battendo le palpebre come per accertarsi di essere sveglio e di non star sognando.
Che stupido; i vampiri non potevano dormire, Bella era vera. Era sua.
Quella consapevolezza lo colpì violentemente.
Intando Bella si sentiva andare a fuoco, di fronte a quello sguardo famelico di Edward. Uno sguardo che non gli aveva mai visto sul viso, nemmeno il primo giorno in cui era andata alla Forks High School e avrebbe voluto ucciderla e bere il suo sangue.
C’era qualcosa di diverso, in quelle pupille, ma non c’entrava
l’appetito verso il suo sangue.
  
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