- Salve, gente!
- Vorrei ringraziare le sei mitiche e formidabili persone che hanno recensito, e che mi hanno spinto a scrivere anche il secondo: grazie!
- Ed anche le persone che l'hanno ricordata, aggiunta nelle seguite e nelle preferite, nonostante la storia non sia un granchè. Grazie milleeee!! <3
- Ora, passiamo al capitolo... secondo me, non è venuto molto bene... mi dispiace, se qualcuno rimanesse deluso, sorry ç_ç
- et voilà!
- Cap 2 notte stellata
- Edward prese per mano Bella, e dopo aver salutato tutti distrattamente, andarono alla Volvo.
- I loro sguardi erano incatenati, tra di loro c’era una strana elettricità. Un’elettricità diversa, da quella che c’era di solito tra i due.
- Quella era pura attrazione.
- Intrecciarono le dita sul cambio, e si guardarono intensamente. Edward partì sgommando, e senza degnare la strada di uno sguardo, che era fisso sull’unica sua ragione di vita, raggiunsero Port Angeles, e poi un ristorante.
- Bella guardò il locale, quasi spaesata.
- << è troppo caro, sei sempre il solito esagerato, Edwa.. >> non finì il pensiero, che le labbra del suo vampiro si posarono sulle sue, con impeto. Le labbra morbide di Bella si modellarono su quelle di marmo di Edward, e per la prima volta, lui prese l’iniziativa avventata di approfondire il bacio.
- E Bella, stupita, ma immensamente felice, accolse con gioia la lingua del suo Cullen, che iniziò a danzare con la sua, rincorrendosi, stuzzicandosi, in un gioco pericolosamente passionale. Il contatto si protrasse a lungo, e quando si allontanarono, anche Edward aveva il fiatone.
- E si guardarono con occhi diversi, pieni di desiderio.
- Ma misero le passioni da parte, ed una volta che Bella ebbe ripreso il controllo di sé, entrarono nel lussuoso edificio dal nome “ Passion” .
- Il loro tavolo era in terrazza, appartato, sotto un cielo stranamente stellato e pulito, senza nuvole minaccianti pioggia.
- Si misero uno di fronte all’altra, e intrecciarono le mani sul tavolo. E continuarono a guardarsi, senza dire parole. Perché molte volte, gli sguardi comunicavano molto di più, tra loro due.
- E gli occhi di entrambi, tradivano qualcosa che mai, avevano fatto trapelare.
- Che mai, si sarebbero sognati di rivelare così sfacciatamente.
- Era desiderio, pura attrazione fisica. Con una buona parte, se non la maggiore, d’amore.
- Ma stavano abbastanza distanti, la vicinanza era dettata solo dal misero contatto delle mani congiunte. E cercavano in ogni modo di soffocare quei sentimenti, e comportarsi civilmente.
- << volete ordinare? >> il cameriere interruppe il loro gioco di sguardi, e Bella prese il menù per dargli una veloce occhiata. Il ragazzo, intanto, continuava a squadrare Bella da capo a piedi, con sommo fastidio del vampiro leggipensieri. Anzi, la mangiava con gli occhi, e i suoi pensieri erano tutt’altro che casti. Il vampiro afferrò gli spigoli del tavolino in metallo, e talmente tanta era la forza che usò per trattenersi, che rimasero le impronte ben nette delle sue dita.
- << ravioli ai funghi… >> decretò. Edward stava morendo di gelosia e di rabbia: come si permetteva, quell’insulso umano, solo a posare lo sguardo su di lei?!
- << e per lei? >> con Edward, il damerino leccaculo non era stato altrettanto gentile.
- << nulla, grazie. >> Edward si trattenne dal staccargli la testa a morsi.
- Bella era sua, e nessuno aveva il diritto di guardarla così. Né di pensare quelle cose su di lei.
- Il pervertito scomparve dalla loro vista, col sollievo del vampiro. Sospirò.
- << quel tizio teneva gli occhi un po’ troppo su di te… >>
- << geloso? >> lo prese in giro Bella, ridacchiando.
- << non sai quanto >> Edward aveva gli occhi neri di rabbia, odio verso quel tipo di poco prima.
- << Andiamo, Edward! >> lo riprese Bella << non faceva nulla… >>
- << non conosci i suoi pensieri… >> sibilò piano << mi sembrano tanto i pensieri… di quella feccia… che ti voleva far del male. >> ricordò, e Bella rabbrividì.
- Poi sorrise:<< quando ho scoperto che eri un vampiro. >> disse allegra, e Edward fece una smorfia. Bella rise, e Edward la guardò stranito.
- << ti senti bene? >> le chiese.
- << si, stavo solo pensando che anche quella sera mi hai portato a cena… e anche quella sera ho preso i ravioli ai funghi. >> il vampiro sorrise.
- << eh già… mi hai fatto prendere un colpo quel giorno sai? >>
- << perché? >> Bella non capiva.
- << sei sparita all’improvviso, Jessica quasi non ci faceva caso! E io non sapevo dove fossi andata. E sono arrivato proprio all’ultimo secondo… >>
- << mi stavi pedinando? >> Bella era divertita.
- << non potevo di certo lasciarti andare in giro per Port Angeles da sola! È da incoscienti. >> spiegò.
- << ah, grazie della fiducia! >> arrivarono i funghi, e Bella iniziò a mangiare.
- Edward si chiese come facesse quella fragile umana, ad apparire stupenda anche mentre mangiava. Era uno dei misteri del suo angelo personale.
- << ti interessa tanto guardarmi mentre mangio? >> disse lei infastidita e imbarazzata.
- << si, è affascinante… >> disse Edward, osservando ogni minimo movimento di Bella.
- << mm, wow… se lo dici tu… >> Bella lasciò perdere: per quanto si sforzasse, molte volte Edward non lo capiva proprio.
- La ragazza finì di cenare, e Edward pagò il conto.
- Lei non volle sapere quanto avesse speso: le bastavano già i regali di Alice ad indebitarla a vita.
- Bells borbottava qualcosa d’indefinito, tre sé e sé. Non le andava giù questo loro sottovalutare i soldi.
- Chi era davvero ricco, come la sua famiglia, non s’accorgeva o non capiva, l’imbarazzo delle persone che, certe cose, non avrebbero potuto proprio permettersele.
- Ed era proprio il disagio che provava Bella, in quel momento.
- Se Alice e Edward avessero fatto una gara a chi le comprava le cose più costose e futili, Bella non sapeva proprio chi avrebbe vinto.
- Erano esagerati!
- << vuoi un gelato? >> chiese premuroso Edward, ma Bella scosse la testa.
- << ho mangiato abbastanza, non ti pare?! >>
- << a me non sembra che tu abbia cenato molto… >> Edward non era sicuro che Bella fosse sufficientemente sazia.
- Lei scosse nuovamente la testa, questa volta con esasperazione: << tu non hai misure! >>.
- Si presero per mano, e cominciarono a passeggiare per la città, guardando le vetrine e chiacchierando tranquillamente.
- Erano le undici, ed Edward non vedeva l’ora che arrivasse la mezzanotte, per fare gli auguri al suo angelo.
- << Edward… >> Bella lo chiamò, arrossendo e mordicchiandosi il labbro inferiore.
- << si, Bella? >> Edward la guardò, con quei occhi topazio, così intensi.
- << mi porti alla radura? >> Edward sorrise, felice.
- << certo! >> si diressero alla Volvo, sempre mano nella mano.
- Partirono; nell’abitacolo risuonavano le note di Claire de lune, la loro canzone.
- Edward parcheggiò l’auto, e prese Bella in groppa. Iniziò a correre verso il loro posto magico, a velocità vampiresca, ridendo.
- Anche Bella aveva imparato ad amare quel modo di viaggiare, ed era elettrizzata quanto Edward, mentre sfrecciavano tra gli alberi con una velocità pazzesca, quasi stessero volando.
- Quando mancavano poche decine di metri, si fermò, fece scendere Bella, e proseguirono a piedi, con calma, sempre mano nella mano.
- Entrarono nel grande spazio, e Bella si stupì della magnifica luna piena e della stellata, che li accolse. Era una situazione così romantica, così loro…
- << che bello… >> mormorò, incantata.
- << come te… >> disse Edward, che era rimasto imbambolato ad osservare il suo amore.
- Bella arrossì, e sorrise imbarazzata.
- << grazie >> disse flebilmente.
- Edward notò la coperta rossa a righe verdi, steso a terra, e scosse la testa: si era organizzata, la nana…
- Sorrise, e accompagnò Bella, quasi trascinandola, sul plaid.
- << Alice? >> chiese Bella, e Edward rispose affermativamente.
- Si sdraiarono, e Isabella si accoccolò sul vampiro, che teneva un braccio dietro la testa, mentre con l’altro sfiorava il braccio della ragazza.
- Rimasero a guardare il firmamento per molto tempo, in silenzio.
- Edward guardò l’orologio, che segnava un minuto a mezzanotte. E iniziò a contare i secondi.
- Cinque, quattro tre… Bella era persa nei suoi pensieri, chissà a che pensava. Due… uno…
- << amore, tanti auguri… >> le mormorò Edward all’orecchio, provocandole i brividi.
- << mm, non me lo ricordare… >> si lagnò.
- << il giorno della tua nascita fa assolutamente festeggiato. >>
- << il mio invecchiare no… >> Edward si lasciò andare ad una risata fragorosa.
- << il tuo invecchiare? >>
- << sono un anno più vecchia di te… >> mormorò lei, abbattuta. Edward le accarezzò una guancia.
- << tecnicamente, io ho quasi centodieci anni… >> e le sorrise.
- << non dovrei frequentare un uomo così vecchio.. dovrei provare ribrezzo… >> disse Bella, prendendolo in giro.
- << ah, e quindi ti faccio ribrezzo, eh…? >> avvicinò i loro visi, i respiri si mischiavano.
- << assolutamente… >> Edward appoggiò le sue labbra su quelle di Bella, e di nuovo chiese il permesso per approfondire il contatto. Le loro lingue ricominciarono a danzare, un gioco passionale, pieno d’amore. Bella intrecciò le dita nei capelli ramati di Edward, e lo stesso fece lui, con quelli di Bella. Sciolse con un abile gesto il legaccio che li teneva raccolti, e i capelli caddero sulle sue spalle, un po’ boccolosi.
- Il bacio diventava pian piano qualcosa di più, ma mai abbastanza.
- Lo volevano, lo volevano tanto. Ed Edward non resisteva più. Non le avrebbe fatto del male, non l’avrebbe permesso.
- Si portò su di lei, e sfiorò con naso il suo collo, intanto che prendevano aria. E ricominciarono a baciarsi, come se fosse più indispensabile dell’aria.
- Pian piano, i vestiti furono d’intralcio.
- E continuavano a baciarsi, con passione, con amore.
- Si guardavano con occhi diversi, pieni di desiderio.
- Ma non avevano paura di ciò a cui sarebbero andati incontro.
- Erano insieme, Edward e Bella.
- Era una cosa naturale, si amavano, sarebbe dovuto succedere. Erano comunque umani…
- Umani e peccatori.
- E si sfioravano, si baciavano.
- L’aria riempita da sospiri spezzati.
- E si amarono, nella loro radura, sotto un cielo stellato. Nella loro bolla privata.
- E si resero conto che avevano sbagliato ad aver paura, stavano bene, si desideravano…
- Si appartenevano.
- Era il loro destino.
- Il loro amore era incontenibile, incommensurabile, vero.
- Eterno.
- E non importava che fossero umana e vampiro; agnello e leone; preda e predatore; angelo e diavolo; bella e bestia.
- Perché in amore,tutti erano vittime.
- Ed erano felici, ed innamorati.
- E quella notte, fu l’esempio di quanto quel sentimento fosse grande. Di quanto quell’amore potesse diventare ancora piu forte, di quanto fosse giusto, sincero, e potente.