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Autore: Yellow_Falling_Leaves    08/04/2010    6 recensioni
New Moon.
Edward abbandona Bella nella foresta, lasciandola sola, distrutta e--Incinta.
All'inizio, Bella, troppo presa dal dolore per la partenza di Edward, non se ne rende conto. E' gia difficile per lei respirare, tentare di sopravvivere è un'impresa.
Due nomi: Edward Junior e Renesmee; le danno la forza per tornare a vivere e a sorridere. Single e vampira, si trasferisce con i suoi piccoli mezzivampiri- speciali come il padre- in Italia, dove scoprirà la presenza di una famiglia di vampiri a lei fin troppo conosciuta...
--Siate clementi, è la mia prima fic!^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, New Moon
Capitoli:
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Salve, gente!
Vorrei ringraziare le sei mitiche e formidabili persone che hanno recensito, e che mi hanno spinto a scrivere anche il secondo: grazie!
Ed anche le persone che l'hanno ricordata, aggiunta nelle seguite e nelle preferite, nonostante la storia non sia un granchè. Grazie milleeee!! <3
Ora, passiamo al capitolo... secondo me, non è venuto molto bene... mi dispiace, se qualcuno rimanesse deluso, sorry ç_ç
et voilà!

Cap 2 notte stellata
Edward prese per mano Bella, e dopo aver salutato tutti distrattamente, andarono alla Volvo.
I loro sguardi erano incatenati, tra di loro c’era una strana elettricità. Un’elettricità diversa, da quella che c’era di solito tra i due.
Quella era pura attrazione.
Intrecciarono le dita sul cambio, e si guardarono intensamente. Edward partì sgommando, e senza degnare la strada di uno sguardo, che era fisso sull’unica sua ragione di vita, raggiunsero Port Angeles, e poi un ristorante.
Bella guardò il locale, quasi spaesata.
<< è troppo caro, sei sempre il solito esagerato, Edwa.. >> non finì il pensiero, che le labbra del suo vampiro si posarono sulle sue, con impeto. Le labbra morbide di Bella si modellarono su quelle di marmo di Edward, e per la prima volta, lui prese l’iniziativa avventata di approfondire il bacio.
E Bella, stupita, ma immensamente felice, accolse con gioia la lingua del suo Cullen, che iniziò a danzare con la sua, rincorrendosi, stuzzicandosi, in un gioco pericolosamente passionale. Il contatto si protrasse a lungo, e quando si allontanarono, anche Edward aveva il fiatone.
E si guardarono con occhi diversi, pieni di desiderio.
Ma misero le passioni da parte, ed una volta che Bella ebbe ripreso il controllo di sé, entrarono nel lussuoso edificio dal nome “ Passion” .
Il loro tavolo era in terrazza, appartato, sotto un cielo stranamente stellato e pulito, senza nuvole minaccianti pioggia.
Si misero uno di fronte all’altra, e intrecciarono le mani sul tavolo. E continuarono a guardarsi, senza dire parole. Perché molte volte, gli sguardi comunicavano molto di più, tra loro due.
E gli occhi di entrambi, tradivano qualcosa che mai, avevano fatto trapelare.
Che mai, si sarebbero sognati di rivelare così sfacciatamente.
Era desiderio, pura attrazione fisica. Con una buona parte, se non la maggiore, d’amore.
Ma stavano abbastanza distanti, la vicinanza era dettata solo dal misero contatto delle mani congiunte. E cercavano in ogni modo di soffocare quei sentimenti, e comportarsi civilmente.
<< volete ordinare? >> il cameriere interruppe il loro gioco di sguardi, e Bella prese il menù per dargli una veloce occhiata. Il ragazzo, intanto, continuava a squadrare Bella da capo a piedi, con sommo fastidio del vampiro leggipensieri. Anzi, la mangiava con gli occhi, e i suoi pensieri erano tutt’altro che casti. Il vampiro afferrò gli spigoli del tavolino in metallo, e talmente tanta era la forza che usò per trattenersi, che rimasero le impronte ben nette delle sue dita.
<< ravioli ai funghi… >> decretò. Edward stava morendo di gelosia e di rabbia: come si permetteva, quell’insulso umano, solo a posare lo sguardo su di lei?!
<< e per lei? >> con Edward, il damerino leccaculo non era stato altrettanto gentile.
<< nulla, grazie. >> Edward si trattenne dal staccargli la testa a morsi.
Bella era sua, e nessuno aveva il diritto di guardarla così. Né di pensare quelle cose su di lei.
Il pervertito scomparve dalla loro vista, col sollievo del vampiro. Sospirò.
<< quel tizio teneva gli occhi un po’ troppo su di te… >>
<< geloso? >> lo prese in giro Bella, ridacchiando.
<< non sai quanto >> Edward aveva gli occhi neri di rabbia, odio verso quel tipo di poco prima.
<< Andiamo, Edward! >> lo riprese Bella << non faceva nulla… >>
<< non conosci i suoi pensieri… >> sibilò piano << mi sembrano tanto i pensieri… di quella feccia… che ti voleva far del male. >> ricordò, e Bella rabbrividì.
Poi sorrise:<< quando ho scoperto che eri un vampiro. >> disse allegra, e Edward fece una smorfia. Bella rise, e Edward la guardò stranito.
<< ti senti bene? >> le chiese.
<< si, stavo solo pensando che anche quella sera mi hai portato a cena… e anche quella sera ho preso i ravioli ai funghi. >> il vampiro sorrise.
<< eh già… mi hai fatto prendere un colpo quel giorno sai? >>
<< perché? >> Bella non capiva.
<< sei sparita all’improvviso, Jessica quasi non ci faceva caso! E io non sapevo dove fossi andata. E sono arrivato proprio all’ultimo secondo… >>
<< mi stavi pedinando? >> Bella era divertita.
<< non potevo di certo lasciarti andare in giro per Port Angeles da sola! È da incoscienti. >> spiegò.
<< ah, grazie della fiducia! >> arrivarono i funghi, e Bella iniziò a mangiare.
Edward si chiese come facesse quella fragile umana, ad apparire stupenda anche mentre mangiava. Era uno dei misteri del suo angelo personale.
<< ti interessa tanto guardarmi mentre mangio? >> disse lei infastidita e imbarazzata.
<< si, è affascinante… >> disse Edward, osservando ogni minimo movimento di Bella.
<< mm, wow… se lo dici tu… >> Bella lasciò perdere: per quanto si sforzasse, molte volte Edward non lo capiva proprio.
La ragazza finì di cenare, e Edward pagò il conto.
Lei non volle sapere quanto avesse speso: le bastavano già i regali di Alice ad indebitarla a vita.
Bells borbottava qualcosa d’indefinito, tre sé e sé. Non le andava giù questo loro sottovalutare i soldi.
Chi era davvero ricco, come la sua famiglia, non s’accorgeva o non capiva, l’imbarazzo delle persone che, certe cose, non avrebbero potuto proprio permettersele.
Ed era proprio il disagio che provava Bella, in quel momento.
Se Alice e Edward avessero fatto una gara a chi le comprava le cose più costose e futili, Bella non sapeva proprio chi avrebbe vinto.
Erano esagerati!
<< vuoi un gelato? >> chiese premuroso Edward, ma Bella scosse la testa.
<< ho mangiato abbastanza, non ti pare?! >>
<< a me non sembra che tu abbia cenato molto… >> Edward non era sicuro che Bella fosse sufficientemente sazia.
Lei scosse nuovamente la testa, questa volta con esasperazione: << tu non hai misure! >>.
Si presero per mano, e cominciarono a passeggiare per la città, guardando le vetrine e chiacchierando tranquillamente.
Erano le undici, ed Edward non vedeva l’ora che arrivasse la mezzanotte, per fare gli auguri al suo angelo.
<< Edward… >> Bella lo chiamò, arrossendo e mordicchiandosi il labbro inferiore.
<< si, Bella? >> Edward la guardò, con quei occhi topazio, così intensi.
<< mi porti alla radura? >> Edward sorrise, felice.
<< certo! >> si diressero alla Volvo, sempre mano nella mano.
Partirono; nell’abitacolo risuonavano le note di Claire de lune, la loro canzone.
Edward parcheggiò l’auto, e prese Bella in groppa. Iniziò a correre verso il loro posto magico, a velocità vampiresca, ridendo.
Anche Bella aveva imparato ad amare quel modo di viaggiare, ed era elettrizzata quanto Edward, mentre sfrecciavano tra gli alberi con una velocità pazzesca, quasi stessero volando.
Quando mancavano poche decine di metri, si fermò, fece scendere Bella, e proseguirono a piedi, con calma, sempre mano nella mano.
Entrarono nel grande spazio, e Bella si stupì della magnifica luna piena e della stellata, che li accolse. Era una situazione così romantica, così loro
<< che bello… >> mormorò, incantata.
<< come te… >> disse Edward, che era rimasto imbambolato ad osservare il suo amore.
Bella arrossì, e sorrise imbarazzata.
<< grazie >> disse flebilmente.
Edward notò la coperta rossa a righe verdi, steso a terra, e scosse la testa: si era organizzata, la nana…
Sorrise, e accompagnò Bella, quasi trascinandola, sul plaid.
<< Alice? >> chiese Bella, e Edward rispose affermativamente.
Si sdraiarono, e Isabella si accoccolò sul vampiro, che teneva un braccio dietro la testa, mentre con l’altro sfiorava il braccio della ragazza.
Rimasero a guardare il firmamento per molto tempo, in silenzio.
Edward guardò l’orologio, che segnava un minuto a mezzanotte. E iniziò a contare i secondi.
Cinque, quattro tre… Bella era persa nei suoi pensieri, chissà a che pensava. Due… uno…
<< amore, tanti auguri… >> le mormorò Edward all’orecchio, provocandole i brividi.
<< mm, non me lo ricordare… >> si lagnò.
<< il giorno della tua nascita fa assolutamente festeggiato. >>
<< il mio invecchiare no… >> Edward si lasciò andare ad una risata fragorosa.
<< il tuo invecchiare? >>
<< sono un anno più vecchia di te… >> mormorò lei, abbattuta. Edward le accarezzò una guancia.
<< tecnicamente, io ho quasi centodieci anni… >> e le sorrise.
<< non dovrei frequentare un uomo così vecchio.. dovrei provare ribrezzo… >> disse Bella, prendendolo in giro.
<< ah, e quindi ti faccio ribrezzo, eh…? >> avvicinò i loro visi, i respiri si mischiavano.
<< assolutamente… >> Edward appoggiò le sue labbra su quelle di Bella, e di nuovo chiese il permesso per approfondire il contatto. Le loro lingue ricominciarono a danzare, un gioco passionale, pieno d’amore. Bella intrecciò le dita nei capelli ramati di Edward, e lo stesso fece lui, con quelli di Bella. Sciolse con un abile gesto il legaccio che li teneva raccolti, e i capelli caddero sulle sue spalle, un po’ boccolosi.
Il bacio diventava pian piano qualcosa di più, ma mai abbastanza.
Lo volevano, lo volevano tanto. Ed Edward non resisteva più. Non le avrebbe fatto del male, non l’avrebbe permesso.
Si portò su di lei, e sfiorò con naso il suo collo, intanto che prendevano aria. E ricominciarono a baciarsi, come se fosse più indispensabile dell’aria.
Pian piano, i vestiti furono d’intralcio.
E continuavano a baciarsi, con passione, con amore.
Si guardavano con occhi diversi, pieni di desiderio.
Ma non avevano paura di ciò a cui sarebbero andati incontro.
Erano insieme, Edward e Bella.
Era una cosa naturale, si amavano, sarebbe dovuto succedere. Erano comunque umani…
Umani e peccatori.
E si sfioravano, si baciavano.
L’aria riempita da sospiri spezzati.
E si amarono, nella loro radura, sotto un cielo stellato. Nella loro bolla privata.
E si resero conto che avevano sbagliato ad aver paura, stavano bene, si desideravano…
Si appartenevano.
Era il loro destino.
Il loro amore era incontenibile, incommensurabile, vero.
Eterno.
E non importava che fossero umana e vampiro; agnello e leone; preda e predatore; angelo e diavolo; bella e bestia.
Perché in amore,tutti erano vittime.
Ed erano felici, ed innamorati.
E quella notte, fu l’esempio di quanto quel sentimento fosse grande. Di quanto quell’amore potesse diventare ancora piu forte, di quanto fosse giusto, sincero, e potente.
  
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