Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: pituccia    08/04/2010    1 recensioni
I Cullen proseguono la loro vita immortale con serenità dopo il tentativo dei Volturi di romprere i legami della famiglia. Sembra che tutto prosegua per il meglio, ma accade qualcosa... ... Solo Renesmee sarà in grado di salvare i suoi cari, a costo di rinunciare a tutto e di partire alla volta dell'Italia.
Genere: Romantico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La tempesta dopo la quiete “Ma quanto mi irrita quella tizia!” dissi lanciando la mia borsa su una sedia.
“Bella, scusa, ma con chi ce l’hai?”
“Edward, non dirmi che non ti sei accorto di nulla?”
Lui mi guardò perplesso.
Questa sua espressione di beata ignoranza e non curanza mi innervosiva ancora di più!
Mi rifugiai in camera da letto ed iniziai a mettere in ordine… non che ce ne fosse bisogno, ma almeno mi distraevo un po’.
Edward iniziò ad osservarmi, poggiato allo stipite della porta, le braccia conserte in attesa che gli dessi ulteriori spiegazioni per quel mio stato d’animo.
Dopo aver spostato almeno una trentina di volte il portagioie che mi aveva regalato – quello che, aprendosi, iniziava a suonare la mia canzone – si avvicinò e mi bloccò i polsi.
“Quell’oggetto stava benissimo dov’era… non torturarlo!” e con un tono piuttosto autoritario mi disse “Isabella Cullen, dimmi cosa ti sta facendo agitare così tanto! Vorrei ricordarti che non posso leggerti nel pensiero e se mi arrabbio anch’io…”
“Non leggerai il mio pensiero, ma quello della signorina Collins sicuramente sì, quindi non chiedermi cosa c’è, perché lo sai!” risposi sbuffando.
Mi buttai a sedere sul letto, sconsolata… non ero ancora riuscita a calmarmi.
Edward sgranò gli occhi e scoppiò in una fragorosa risata.
“Non ci trovo nulla da ridere” dissi.
“Ahahah… scusa amore… ahah… non riesco a trattenermi… miss Collins… ahahah!!!”
“Si, miss Collins, o dovrei dire piuttosto ‘coleicheguardatroppoavidamentegliuominialtrui’?”
Edward continuava a sogghignare.
Voleva davvero farmi arrabbiare!
Mi alzai di scatto e andai in salotto ad accendere la tv. Iniziai a fare un rapidissimo e disinteressato zapping.
“Ma dai, Bella, è una donna di cinquant’anni!”.
- Risposta sbagliata -
“Cosaaaa?” ringhiai avvicinandomi a lui.
 “Bella, scusa, perché? Cosa ho detto?”
Iniziai ad essere davvero in collera e probabilmente anche Edward se ne accorse perché iniziò ad indietreggiare ad ogni mio passo.
“Razza-di-egocentrico-insensibile-che-non-sei-altro! Mi dici solo ‘E’ una donna di cinquant’anni!’? Perché, se ne avesse avuti venti ci avresti fatto un pensierino?”.
Avessi potuto, avrei sputato fiamme incandescenti.
Edward continuò ad indietreggiare, le mani avanti cercando di mantenere una distanza di sicurezza tra me e lui.
“Ma..Bella… che hai capito?... Dai… calmati…per favore… mi hai frainteso…”
“Cosa c’è, adesso? Temi che ti stacchi la testa a morsi?”
Edward si fermò, inclinò la testa con fare malizioso e sorrise.
“Certo che l’idea dei tuoi denti sul mio collo è davvero eccitante! Potrei anche farci un pensierino!”
Mio marito non era normale. E non perché fosse un vampiro!
Con quella frase assurda però riuscì a distrarmi un attimo dalla mia collera, che in effetti iniziò a scemare. Smisi di andargli incontro in maniera minacciosa.
“Fiùùù, meno male…” disse Edward sospirando.
“Meno male cosa?”
“Ehm…no, nulla!”
“Edward Cullen, dobbiamo ricominciare?”
“No, no, tesoro… basta!”
Si avvicinò a me, il suo sguardo concentrato sui miei occhi.
“Bella, amore, scusami! Mi sono espresso in maniera davvero infelice!”.
Si avvicinò per sfiorarmi la guancia. Al suo tocco sentii un fremito conosciuto, ma dal sapore sempre nuovo. Il contatto tra noi due era pura elettricità!
Finsi di non essere piacevolmente turbata, per come in realtà ero, e voltai il viso dalla parte opposta, in segno di offesa.
“Tesoro, scusami! Per favore!” e spostandomi il viso verso di lui, mi obbligò a guardarlo. “Io non faccio più caso alle attenzioni che mi rivolgono le altre donne, dovresti saperlo! Le escludo dalla mia mente automaticamente. Per me esisti solo tu da un secolo a questa parte… e ancor prima io attendevo te. Non ne ero consapevole, ma adesso lo so. La mia esistenza ha sempre avuto te come senso… da quando sono nato!”
Mi ero già persa nell’ambra dei suoi occhi!
“E poi se dobbiamo tornare a scuola, mi sa che devi abituarti a questo genere di cose. Non sarà solo la segretaria a farmi gli occhi dolci, e lo sai!”
Feci una smorfia a questa affermazione: aveva ragione lui.
“Bella, amore, va un po’ meglio?”
“Non è bello per me vedere che alcune donne… molte donne… ti mangino con lo sguardo. Mi sento impotente. Vorrei mettere un cartello con scritto ‘Provate solo a guardarlo e ve ne pentirete’, ma non posso: tu sei mio ‘fratello’, uffa!” dissi piagnucolando.
Edward aveva ancora le mani attorno al mio viso e lo avvicinò al suo baciandomi dolcemente. Il tocco con le sue labbra era una vera scarica di eccitato benessere.
“Sono un ‘fratello’ molto premuroso ed amorevole, comunque! Va meglio adesso?”
“Forse” dissi, avida come sempre.
Edward sorrise ed iniziò a darmi dolci baci sulla fronte, sulle palpebre, tutto intorno al mio viso. Sapeva come farmi sentire bene.
“Adesso?”
“Mmmh… quasi…” sussurrai cercando di non lasciar trapelare immediatamente l’effetto che mi provocava.
Continuandomi a baciare mi prese in braccio e mi condusse in camera da letto.
Iniziò ad accarezzare la mia pelle che ‘friggeva’ ad ogni suo contatto.
La dolcezza e la passione dei suoi movimenti curava il mio malumore: era davvero mio e non dovevo lasciarmi intimorire da una o due gallinelle – o forse di più – che non avrebbero mai potuto condividere quello che avevamo noi due.

Quando stavo con Edward non mi rendevo conto del trascorrere del tempo.
Da quanto eravamo rientrati nella nostra casetta?
Alice e Renesmee sarebbero dovute tornare da un momento all’altro.
La caccia non durava mai molto per loro due: la fretta di rientrare e mettersi in ordine aveva la precedenza anche sul cibo! Che fanatiche!
Mi alzai dal letto e raggiunsi Edward in salotto. Lo trovai disteso sul divano, con addosso solamente dei pantaloni di lino beige, a leggere un libro che avevamo acquistato durante il nostro ultimo viaggio.
Sorrideva divertito. Probabilmente era qualcosa di comico. O di allegramente assurdo. Non ricordavo neanche l’autore… Maner, Meler, Meyer… non saprei.
Mi poggiai accanto a lui e accarezzandogli i capelli gli chiesi “Notizie di tua sorella e Nessie?”.
“No, tesoro, nulla!” disse, quasi senza staccare lo sguardo dalle pagine del libro.
Doveva essere una lettura piuttosto interessante per attirare la sua attenzione in quel modo. Mi sporsi per guardate la copertina scura: “Twilight”!?! Me lo sarei fatta prestare appena lo avesse terminato.
Sospirai. Non sapevo il motivo, ma non riuscivo a sentirmi tranquilla.
“Bella, che c’è? Qualcosa ti preoccupa?” disse Edward richiudendo il libro e poggiandolo sul tavolino lì vicino.
“Non so, è come se avessi una specie di presentimento.”
“Su…?” disse Edward per farmi dire di più. In questi anni aveva sperimentato quanto i miei presentimenti coincidessero con la realtà dei fatti.
“È tutta la mattina che non vedo Renesmee… non succede spesso. Mi sento un po’ in ansia, ecco tutto”.
Non sapevo se fosse la mia esagerata apprensione materna o se davvero dovessi temere qualcosa.
Edward si sollevò, mettendosi seduto, e prendendomi la mano mi disse “Se ti può far stare più tranquilla provo a chiamare Alice. È difficile che risponda se stanno cacciando, ma se dovessero essere sulla strada di ritorno magari risp…”
Neanche il tempo di concludere la frase ed iniziò a squillare il cellulare di Edward.
Lo prese in mano e sorrise: “È Alice. Hai visto? Avrà visto che ci stavamo preoccupando ed ha provveduto a chiamare!”
“Dai, Edward, rispondi. Magari è urgente!” Non riuscivo ancora a sentirmi tranquilla. Le note della suoneria aumentavano la mia angoscia.
“Dimmi tutto sorellina!” rispose allegramente Edward dopo aver portato il telefono all’orecchio.
In un attimo la sua espressione cambiò.
Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo.
Mi vestii fulmineamente e corsi fuori.
Non sapevo ancora dove dirigermi, ma sforzai al massimo i miei sensi per percepire ogni minima cosa che potesse condurmi a loro due.
Edward mi fu subito accanto, le iridi nere per la tensione.
“Dimmi che non è successo nulla, ti prego!” dissi con voce tremante.
“Non ancora” disse lui tra i denti.
“Ed, per favore, cosa è successo? Dimmelo o impazzirò”.
“Alice non lo sa ancora. Sente che sta arrivando qualcuno ma non riesce a capire chi, ed è lontana da Nessie.”
“Lontana? Come lontana?” Mi stavo davvero agitando.
Renesmee era da sola ed in balia di un pericolo sconosciuto.
Se Alice non riusciva a stabilire il grado di pericolosità, c’era da temere il peggio.
 “Sta correndo a raggiungerla. Mi ha spiegato dove si trovavano e credo di sapere dove potrebbe essere adesso.”
Mi prese per mano e mi trascinò nella foresta.
_________________________________________________________________________________________

Ringrazio il mio "muso" ispiratore, Fabrizio, per i consigli e per le idee che ho immediatamente messo in pratica nella scrittura di questo capitolo.
Spero vi sia piaciuto.
Attendo i vostri commenti!

@Hayley_Gin91: grazie mille cara!!! Nahuel? In effetti potrebbe rivelarsi davvero un rompiscatole... vedremo! =)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: pituccia