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Autore: SummerRestlessness    08/04/2010    0 recensioni
Lena è...semplicemente non è tanto normale.
E' sclerotica e strana e spesso si perde nei propri pensieri mentre la vita le scorre davanti...ha qualche vizio, come riuscire ad innamorarsi di una persona che ha conosciuto 2 minuti prima...e ora ha un nuovo lavoro, in cui tutto è noioso e scontato come prevedeva, tranne un piccolo particolare...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nomi esotici

È passato qualche giorno dal nostro primo incontro e ormai il lavoro è diventato routine: non fare tardi, scambia due parole con le clienti, ridi, fai ridere, dì sempre che hanno ragione e che stanno bene, qualunque cosa indossino. Gli altri sono simpatici: di Amanda mi ero già innamorata il primo giorno e continuo con la mia prima impressione, Katia mi sorprende di tanto in tanto, non è male, Matt fa ridere quando lascia da parte la sua aria da fighetto e Lorenzo…beh, lui è simpatico. Mi sforzo di non pensare niente più di questo, perché lui ride e scherza con tutti e quindi anche con me…Ma mi sembra sempre che sia più freddo con me che con gli altri. Lo fa per non darmi false illusioni, ovvio. E non è la mia poca stima di me a parlare. Ha notato che io sono molto più distratta del solito quando c’è lui nei paraggi e quindi si comporta di conseguenza. Tra l’altro credo gli piaccia Katia, perché la guarda e le parla spesso in un modo strano.

­­Non mi sembra proprio il suo tipo, comunque. Solo perché non sono bionda, lo ammetto. Non è nemmeno così stupida, per essere bionda. Io sono decisamente più stordita di lei…e sono sempre stata castana. Forse dovrò rivedere la mia teoria sul colore dei capelli. O forse dovrei semplicemente farmi bionda, chissà, sarà un segno del destino che mi dice “Non vedi quanto sei distratta, quante cose fai cadere, contro quante cose sbatti? E non ti sei ancora tinta?!?”. Credo di aver dato abbastanza sfogo ai miei pregiudizi altamente infondati sulle bionde. E’ solo che io vorrei, ma non posso.

È proprio vero, a volte quando penso a Lore finisco a dire/pensare cose senza senso. Da quando poi siamo abbastanza in confidenza da permettermi di abbreviare il suo nome, ci penso più spesso. Nella mia testa questo fatto mi permette di pensare a lui anche se non mi chiamo Lucia. Prima era blasfemo, quasi.

Comunque, siamo qui seduti in un locale, noi cinque. Abbiamo deciso che non ci vedevamo abbastanza (8 ore al giorno sono effettivamente circa solo la metà di quelle che passo da sveglia in una giornata) e quindi Amanda ha organizzato questa uscita serale, subito dopo il lavoro. Non che mi annoi, Matt è seduto di fianco a me e parla a raffica da un po’ e io riesco a ridere ogni volta al momento giusto e tutto sommato mi sto anche divertendo. Lore si è prontamente seduto dal lato opposto al mio, ma non è stata una grande idea, perché ora ogni volta che alzo gli occhi ce l’ho esattamente di fronte. E lui ogni volta sposta lo sguardo. Così, casualmente. Quindi ho deciso che questo è il tavolo più interessante del mondo, e lo fisso con insistenza, tanto che mi meraviglio quasi che non abbia ancora preso fuoco.

Finalmente arrivano i nostri drink e brindiamo al nostro nuovo fantastico lavoro (e per tutti, tranne che forse per Katia, è un brindisi ironico) e prima ancora che gli altri abbiano posato i loro bicchieri sul tavolo io ho già bevuto metà del contenuto del mio bicchiere.

Non dovrei dirlo, ma l’alcool mi piace: tira fuori lati della mia personalità che altrimenti non uscirebbero mai. È bello essere diversi, almeno per qualche ora. Amanda mi guarda con gli occhi sbarrati e poi mi dice ridendo: “Hai qualcosa da dimenticare?!?” e io scoppio a ridere con lei, di gusto. Mentre ancora ridiamo, mi giro verso gli altri ma il mio sguardo viene bloccato: Lore mi guarda, ora, e quando incontro i suoi occhi non li abbassa più come prima, ma rimane a fissarmi. E c’è qualcosa di nuovo, qualcosa gli passa per la mente ora, ma è indecifrabile e mi gira già la testa per l’alcool e non voglio capire cosa pensa. Voglio solo continuare a ridere, così. E allora dico: “Ragazzi, ma non vi sembra che i nostri badge siano un po’ tristi?” dico tirando fuori il mio. “Intendo, guarda anche il tuo, Matt” e glielo prendo dalla tasca della giacca elegante che porta per lavorare “…tu non ti chiami Mattia.” Gli faccio l’occhiolino e riprendo con voce suadente da venditrice di detersivi “Tu sei…Matt…”. Tutti scoppiano a ridere e Matt si riprende il suo badge e con una biro cancella le ultime due lettere dal suo nome. Poi mi guarda soddisfatto. Amanda gli ruba la biro ed estrae minacciosa il suo badge. Katia esclama: “Mandy!” e Amanda la fulmina scherzosamente con lo sguardo: “No no, Mandy mai…! È troppo da…sciocchina!”. Ci mettiamo a discutere di come si dovrebbe chiamare Amanda e ognuno propone la sua idea e in un attimo creiamo un caos assurdo. Siamo solo cinque, ma siamo piuttosto rumorosi. Poi Lore se ne esce con “Amy?” e tutti ci zittiamo. Io la guardo e annuisco: “Amy!” ed è così che ricomincia il casino. Ma io non sento più tanto perché Lore mi sta sorridendo, per la prima volta in tutta la serata.

Concordiamo che Katia si debba chiamare Kate (scelta ovvia, senza opposizioni da parte sua) e poi passiamo al mio nome, che a detta di Amanda, scusate, Amy, è già troppo esotico e quindi va cambiato decisamente. Matt mi guarda malizioso e poi dice: “Secondo me…Lucy.”. Sbarro gli occhi e riesco a dire solo: “…cosa?”. Lui mi sorride, di un sorriso che sa troppe cose e mi dice: “Lucy, sai, come Lucia…” ma non fa in tempo a dire altro, perché lo interrompo ed esclamo: “Certo, bella spiegazione! Comunque mi piace, ha anche la stessa iniziale di Lena, quindi…Lucy sia…” e lancio un’occhiataccia minatoria a Matt che trattiene a stento le risate. Ma come avrà fatto a sapere cosa mi passava per la mente…? …ah…Amanda… Poi, avendo ormai preso la parola mi sento in dovere di aggiungere, rivolta a Lore: “Manchi solo tu…”.

Ho pronunciato la parola “tu” miliardi di volte nella mia vita. Ma mai, giuro, mai, l’ho pronunciata (involontariamente per giunta) con una voce così… tenera. Dolce. Indifesa. Non c’è altro modo per dirlo, quel “tu” era una vera e propria dichiarazione. E lui deve essersene accorto, perché mi fissa quasi a bocca aperta da quelli che sembrano anni e invece credo siano pochi secondi. Devono essersi accorti anche gli altri della morbidezza sospetta di quel mio “tu”, perché Amanda, in chiara funzione “scialuppa di salvataggio” interviene spezzando l’atmosfera: “Già, Lore…e a te che nome diamo?”

Sto ancora un po’ nella mia bolla di sapone dalla quale le voci degli altri mi arrivano ma sono come ovattate e nella quale posso pensare un po’ senza troppe interferenze. In questo caso, dopo una figura del genere, quel “tu” uscito da chissà dove, chissà perché, voglio solo non parlare per un po’ e ascoltare solo i miei pensieri. Sarò diventata bordeaux… lui di sicuro lo è diventato… l’ho visto con i miei occhi arrossire… ma ora non lo guarderò più in faccia né mi rivolgerò più a lui. Oh.

Saggia decisione, davvero matura.

Esco dalla bolla mentre gli altri stanno ancora decidendo il suo nome. Mantengo il mio proposito di non guardarlo per circa due secondi. Ma solo perché è impossibile farlo, è seduto proprio di fronte a me! Lo vedo un paio di volte, nel mezzo della discussione, guardarmi preoccupato. Cosa sarà mai, mi piaci un po’, ok, non c’è bisogno di essere così prevenuti! Io non ti piaccio, va bene, si è capito, l’hanno capito tutti, non è che ne morirò!

Amanda interrompe i miei pensieri ed esclama: “La cosa più naturale sarebbe… Laurence… no?” e sorride agli altri che sembrano in procinto di scoppiare a ridere di nuovo. Lore dice: “No. Non scherziamo…” e poi aggiunge, come un bambino: “A me piace il mio nome.”.

Oh, anche a me. Però è stata una mia idea cambiarli, almeno sui badge. Katia scuote la testa: “Eh no, lo abbiamo fatto tutti, tocca anche a te!” e gli sorride e io penso che, ovvio che la trova carina se gli fa quei sorrisi con quegli occhioni da bambola. Ovvio che gli piaccia lei. Io il massimo che ho fatto per affascinarlo è stato… sbattergli contro.

Matt sbuffa e propone la sua: “Io ti vedo molto…James. Sai, tipo maggiordomo…un po’ rigido, un po’…assassino…!”. Ricominciano le risate a cui mi unisco anch’io perché questa è davvero bella, James gli si addice davvero, quindi esclamo: “Io sottoscrivo!” e per fortuna riesco a non guardare Lore, ma sono sicura che mi abbia lanciato un’occhiataccia. Sono fiera di me, sto ricominciando ad essere padrona di me stessa. Lore dopo le risate riesce a dire con poco entusiasmo: “…James?” e fa una smorfia. E non sono più padrona di me stessa, di nuovo. Amanda gli risponde: “Guarda che James è il nome di tanti bellissimi…bellissimi…attori, no?” e notando (da una sua gomitata) che si sta arrampicando sugli specchi suggerisco: “Ma sì, tantissimi…C’è quello che ha fatto…ehm…come si chiama…ma sì, James…” Amanda mi guarda sorridendo e per incoraggiarmi ripete: “James…” e io completo l’opera, dicendo il primo nome a caso che mi viene. Non so nemmeno se sia un attore. Non so nemmeno se esista. “Sì, certo, James McAvoy. No?” scoppiamo a ridere di nuovo perché evidentemente nessuno sa chi sia e io me lo sono inventato di sana pianta.

 

 

 

 

 

N.D.Summer

Il prossimo capitolo l'ho già scritto, si chiamerà "Una sigaretta di troppo", ecco un assaggino:

"Non capisco più niente, non capisco cosa stia succedendo e non capisco perché mi stia per baciare. Ma è così.

E poi succede."

Fatemi sapere se vi piace come si stanno mettendo le cose, se vi intriga lo spoilerino, se vi sta simpatica Lena, se vi sta simpatico Lore (muahahahh), insomma...commentateeeeeeee! XD

 

   
 
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